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Le nostre storie a lieto fine
L’inizio di una nuova vita
Esther e Osaze, chi ci segue forse li conosce già. Li abbiamo ospitati a “Casa Nube”, la casa di accoglienza di Orte che offriamo alle persone che si trovano in emergenza abitativa.
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Li abbiamo conosciuti ormai due anni fa: la giovane coppia, con un bambino e un altro in arrivo, era arrivata dalla Nigeria passando attraverso l’orrore della Libia e sopravvivendo a indicibili orrori. Appena arrivati, sono stati inseriti nel sistema di accoglienza italiano ma all’improvviso, cambiata la legge, sono stati espulsi. Non sapevano dove andare, e sono finiti in strada.
I servizi sociali ci hanno segnalato il loro caso e noi non ci siamo tirati indietro: avevamo appena inaugurato l’appartamento ed eravamo felici di dare una mano.
Osaze ha cercato lavoro incessantemente e finalmente, dopo una serie di lavoretti saltuari, lo ha trovato a Pescara come aiutante in una macelleria. Nel frattempo è nata anche la bella Purity, la sorellina del piccolo Hope. Ultimo inciampo per la famiglia, prima di trasferirsi a Pescara: il loro matrimonio, celebrato in Nigeria, non è stato riconosciuto in Italia. Così ci hanno chiesto un aiuto, insieme abbiamo prodotto tutti i documenti necessari e fissato il giorno delle nozze, a febbraio 2020.
E i testimoni? Hanno voluto che fossero le nostre due operatrici, Sabina e Patrizia!
E il vestito? Non si è mai vista una sposa senza! E quindi è partita una gara di solidarietà per acquistare il vestito da sposa!
Ora Osaze, Esther, Hope e la piccola Purity sono a Pescara: ogni tanto ci sentiamo e li sappiamo felici.
Veronica e i giorni della crisi
Il 2020 è stato l’anno della pandemia, del Covid-19, della crisi che ha colpito tante famiglie. In questo anno, il Centro Prima gli Ultimi di Orte ha svolto un servizio davvero importante per la comunità: ha offerto aiuto alimentare a chi ne aveva bisogno, un sostegno determinante per tante famiglie, alcune delle quali si sono trovate all’improvviso in condizioni di grave disagio economico.

Veronica è una bambina di otto anni che, a giugno scorso, ha iniziato a venire al Centro Prima gli Ultimi insieme alla sua mamma. Era così timida all’inizio, e che occhi tristi aveva! Cercavamo di distrarla e di strapparle un sorriso regalandole giocattoli o dandole quaderni da colorare. Lei ringraziava sempre educatamente ma si vedeva che era a disagio e non c’era nulla che le facesse tornare il sorriso.
Un giorno di inizio inverno ci ha stupito tutti: è entrata di corsa al Centro portando un’enorme busta, più grande di lei.
“Come stai Veronica?” le chiediamo. E lei: “Benissimo, sono proprio felice! Papà ha riaperto il suo negozio e finalmente Anastasia
Il Permesso Di Esistere
Noah si prende cura di Marceline, la nipotina di otto anni, disabile e abbandonata dai genitori. L’ha presa sotto la sua ala e l’ha portata con sé nel suo viaggio dal Camerun all’Italia, quel viaggio di speranza verso un nuovo futuro possibile.
Sono stati anni difficili per Noah, le politiche italiane verso l’immigrazione sono diventate sempre più dure, ottenere i documenti è diventato sempre più difficile. Quando lo abbiamo conosciuto era veramente disperato.

Abbiamo ospitato lui e la sua nipotina nella casa di accoglienza temporanea, Casa Nube.
Abbiamo aiutato Noah a orientarsi nella burocrazia italiana, a chiedere il permesso di soggiorno per cure mediche, a usufruire degli aiuti di cui aveva diritto.
La piccola Marceline, intanto, è diventata la nostra mascotte: ogni volta che viene a trovarci al Centro sa già che l’aspetta un cioccolatino, un libro da colorare e una tazza piena di matite colorate! Inoltre, grazie ad alcuni sostenitori, siamo riusciti a dotarla di una sedia a rotelle nuova fiamman- te, necessaria perché quella vecchia non marciava più!
A gennaio 2021, finalmente, la buona notizia: Noah ha ottenuto il permesso di soggiorno, ha ottenuto il permesso di esistere.
Avendo a che fare con persone in situazioni di disagio, che si rivolgono a noi in cerca di aiuto, fondamentale è creare una situazione di empatia, calore, ascolto senza pregiudizi.
Questa è stata la nostra forza, ciò che ha portato i nostri beneficiari ad aprirsi con noi, dandoci la possibilità di dare loro il supporto che necessitavano.
Molte volte le soluzioni sono a portata di mano ma, semplicemente, non si conoscono i percorsi da intraprendere per arrivarci. Le persone che bussano alla nostra porta, solitamente, sono confuse, hanno perso la bussola e non sanno dove andare a cercare possibili soluzioni alle loro condizioni di difficoltà. Noi siamo lì per loro.


Sportello Donna
Abbiamo ricevuto tante richieste di aiuto da parte di donne in situazioni difficili. Il servizio si rivolge in particolar modo a donne provenienti da contesti familiari e sociali marcatamente patriarcali e/o maschilisti, vittime di violenza o in situazioni di disagio. Soprattutto durante il lockdown, tante donne già vittime di violenza si sono trovate costrette alla convivenza proprio con i loro oppressori. Lo Sportello e l’assistenza telefonica vogliono essere dei ponti fra le vittime e le strutture pubbliche preposte. Destinatarie del servizio sono anche donne migranti con storie di violenza, nel paese d’origine e nel percorso migratorio.
MIGRANTI
Oltre all'orientamento ai servizi territoriali, garantito a tutti i beneficiari, presso il Centro Prima gli Ultimi si fornisce assistenza ai migranti nelle pratiche di richiesta e rinnovo all inserimento in progetti di cooperazione internazionale. Si offrono, inoltre, corsi di alfabetizzazione gratuiti e si indirizza chi ne fa domanda presso il Corso di Italiano L2.
CERCALAVORO E ORIENTAMENTO ALLA FORMAZIONE
PROFESSIONALE
Un altro servizio molto importante che abbiamo offerto durante l’anno è l’aiuto nella ricerca del lavoro. Raccogliamo informazioni riguardo domande e offerte di lavoro e cerchiamo di mettere in contatto possibili combinazioni, creando relazioni di lavoro durature.
Forniamo anche supporto nella redazione del CV e nella risposta agli annunci. Infine, è in progetto la creazione di un database con offerte e richieste di lavoro, opportunità di formazione professionale e servizi territoriali.
ACCOGLIENZA ABITATIVA

Mamme sole con figli, persone con grave disagio socio economico o senza fissa dimora, titolari di protezione umanitaria dimessi dai centri di accoglienza: ecco alcuni dei possibili destinatari del servizio di accoglienza abitativa che offriamo in un appartamento a Orte, Casa Nube.
L'obiettivo del progetto è di dare un ha veramente bisogno, offrendo ospitalità in un luogo sicuro per un periodo di massimo un anno.
Durante tutto il 2020, 12 persone si sono avvicendate in Casa Nube: una famiglia di 4 persone, 7 giovani adulti e un minore. La maggior parte di loro ha poi trovato una situazione di stabilità, anche economica, riuscendo a trasferirsi in altre condizioni abitative e a condurre una vita degna e libera dallo spettro della povertà e dell


VENT’ANNI: CHE STORIA!
Proprio nei giorni in cui compivamo 20 anni come Associazione Sulla Strada e già avevamo messo in cantiere la preparazione di una giornata di festeggiamenti, un microscopico virus ha bloccato le nostre attività, ha inceppato gli ingranaggi che giravano allegri e potenti.
Un esserino minuscolo, della grandezza di un decimo di micron (un millimetro è composto di 1.000 micron, per cui in un millimetro possono entrare ben 10.000 coronavirus), è riuscito a mettere in ginocchio addirittura le più grandi economie mondiali. Quanto più può spezzare le gambe a un’associazione come la nostra.
Noi però siamo rimasti fedeli alla nostra scelta di rimanere sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte dei più piccoli, per i quali continuiamo a lottare. Per questo motivo tanti donatori hanno continuato a darci fiducia ed è lo stesso motivo per cui siamo ancora in piedi e il virus non ci ha vinto. Voglio ricordare tre personaggi che hanno lasciato un segno forte nella vita sociale italiana.

Vittorio Cingano, un signore di 73 anni che ha preso le difese di una ragazza che veniva insultata dal suo fidanzato, è stato ricoverato in ospedale con un trauma cranico e un femore fratturato, per le botte ricevute da quell’energumeno.
Ha detto ai giornalisti che quello che aveva fatto, nonostante il prezzo pagato, continuerà a farlo sempre. Questo anziano è per noi un vero punto di riferimento per capire cos’è la fedeltà alla propria coscienza e per continuare a umanizzare il mondo così incattivito oggi.
Willy Monteiro Duarte, un giovane ragazzo di 21 anni, è stato invece addirittura ucciso per essersi frapposto fra degli scalmanati e violenti picchiatori e un suo amico. Per salvare quest’ultimo è morto lui. Martire è la parola appropriata per Willy. La sua testimonianza ha richiamato a profonde riflessioni e a cambi di vita molti altri giovani. Willy ci ricorderà per sempre che la vita ha senso pieno quando è spesa per il bene degli altri.
Quel suo sorriso contagioso si è moltiplicato per milioni e vogliamo che sia di monito anche per noi, da queste pagine: la gioia produce la forza per opporsi alla violenza che porta sofferenza.

Don Roberto Malgesini, prete di strada a Como, accoltellato e ucciso dal tunisino Mahmoudi, uno dei suoi assistiti, aveva 51 anni. Era inviso alle autorità della città perché aveva sfidato norme irresponsabili e incivili della giunta, che vietavano di accudire i poveri per strada, e lui aveva organizzato assistenza per i clochard. Per questo lo avevano denunciato. Una legge immorale non va rispettata, va invece combattuta con una vera e propria disobbedienza civile. Come irresponsabili e incivili sono stati ai suoi tempi i decreti sicurezza che hanno portato il nome del ministro che le ha partorite, Salvini.
Quegli stessi decreti sono stati poi ancora validi per l’Italia dei Cinque Stelle e del Partito Democratico: tutti, tutti quei politici hanno dimostrato di essere degli irresponsabili e incivili perché complici di norme disumanizzanti, che hanno avvilito e umiliato l’Italia dalla lunga tradizione umanista e solidale.
Il primo segno di civiltà
Si racconta che il primo segno di civiltà sia un femore rotto e poi risanato, di qualche decina di migliaia di anni fa.
A quei tempi, infatti, chiunque si rompesse un femore era condannato a morte.
Se quel ritrovamento ci dice il contrario, vuol dire che un’altra persona si è presa cura del primo e lo ha assistito fino al suo pieno ristabilimento.
Forse – dico forse – quell’uomo che è stato aiutato dopo la sua frattura e si è ristabilito, poi ha ucciso il suo salvatore per un piccolo capriccio. È proprio quello che è successo a don Roberto.
https://www.facebook.com/ SULLASTRADAONLUS/ videos/754005198532701



ECCO IL LINK DOVE POTETE GUARDARE IL VIDEO DEL NOSTRO VENTENNALE
Eppure, anche lui, se potesse ancora parlare, direbbe che aiuterebbe ancora il tunisino Mahmoudi.
Il virus della pandemia attuale, come anche la chiusura mentale e l’egoismo di tanti, vorrebbero che ci fermassimo? Ebbene, siamo più forti e più decisi di prima e continueremo ad avere sempre come punto di riferimento la fedeltà al nostro convincimento: prima gli ultimi!
Ogni 15 giorni ritiriamo al Banco Alimentare con il quale abbiamo una convenzione, il cibo da distribuire ai beneficiari del Centro Prima gli Ultimi di Orte




Nel 2019 e anche nel 2020 la Chiesa Valdese ci ha sostenuti per le attività del Programma Prima gli Ultimi
