BIOARCHITETTURA n°94

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BIOARCHITETTURA® - In distribuzione anche presso Libreria Arca, Anzola dell'Emilia (BO) La Feltrinelli Libri e Musica, Bari Libreria Campus, Bari Libreria Fassi, Bergamo Libreria Mel Bookstore, Bologna Libreria Mardi Gras, Bolzano Libreria Einaudi, Brescia Libreria Mondadori, Caserta Libreria Arca, Casalecchio di Reno (BO) Libreria Giunti al punto, Cesena Libreria Minerva, Cesena Libreria Sovilla, Cortina d’Ampezzo (BL) Libreria Golden Books, Diegaro di Cesena (FC) Libreria Mel Bookstore, Ferrara Libreria Alfani Editrice, Firenze Libreria L.E.F., Firenze Libreria Cardini Press, Firenze Libreria Licosa, Firenze Libreria Punto di Vista, Genova Libreria Nuova P. Bozzi, Genova Edicolè, Lagonergro (PZ) Libreria Liberrima, Lecce Libreria Bernardelli, Mantova Eco Bookshop Valcucine, Milano Cooperativa Univ. Studio e lavoro, Milano La Cerchia, Milano Libreria Clup, Milano Libreria Hoepli, Milano Libreria Skira, Milano Feltrinelli Libri & Musica, Napoli

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Foto in copertina Edificio agricolo, studio Contini, Torrechiara, Parma

Ad alcune delle future edizioni della nostra rivista verrá allegato “le Carré Bleu / feuille internationale d’architecture” quando avrà la tradizionale forma di dépliant, mentre il fascicolo continuerà ad essere reperibile su www.lecarrebleu.eu dove, su iniziativa de “La Cité de l’Architecture et du Patrimoine” di Parigi, sono sempre disponibili gratuitamente tutti i numeri pregressi. “Le Carrè Bleu” (dal 2001 in edizione trilingue: francese, inglese, italiano), nato nel 1958 a Helsinki e trasferito a Parigi negli anni ’60, ha da sempre sviluppato i temi della sostenibilità e dell’interdisciplinarietà. La collaborazione con “Bioarchitettura®”, iniziata da qualche anno, con “La formation à l’architecture durable” è positivamente proseguita in successive iniziative, attraverso una sinergia che punta ad esaltare la diffusione delle importanti tematiche condivise. Massimo Pica Ciamarra e Wittfrida Mitterer Comitato culturale Konrad Bergmeister - ingegnere, Bolzano Fritjof Capra - scienziato, fisico sistemico, Berkeley - Univ. of California Antonio Covi - economista, Università di Padova Rainer Graefe - facoltà Architettura Università di Innsbruck (A) Peter Huebner - architetto, Stoccarda (D) Rob Krier – urbanista e architetto, Berlino (D) Lucien Kroll – urbanista e architetto, Bruxelles (B) Gernot Minke - ingegnere, Università di Kassel (D) Carlo Monti - ingegnere, DAPT Università di Bologna Julius Natterer - strutturista, Politecnico di Losanna (CH) Joachim Eble, architetto, Tubinga (D) Herbert Dreiseitl, paesaggista, Ueberlingen (D) Christian Schaller, architetto e urbanista, Colonia (D) Comitato scientifico Presidente Comitato scientifico Massimo Pica Ciamarra - Architetto, Napoli Mario Angelelli, Roma Luigi Barbatano, Roma Giulio Ceppi, Milano Ennio Chiodi, Bolzano Arnaldo Da Vià, Verona, Francesco Ferrara, Lipari Margherita Finamore, Pesaro Barbara Fornasir, Trieste Virginia Gangemi, Napoli Antonio Giorgini, Massa Carrara Salvino Maltese, Noto Alberto Di Cintio, Firenze Francesco Diaferio, Canosa Maurizio Giannotti, Gabicce Luca Gibello, Torino Giuseppe Graziani, Castel di Sangro Carmen Lanteri, Sanremo Anita Mancini, Frosinone Antonio Marano, Catania Elio Marchese, Imperia Mario Pasquale Martorano, Potenza Cecilia Neri, Roma Luigi Nevaloro, Alcamo Milena Preziuso, Sanremo Giovanni Renda, Lamezia Terme Laura Rubino, Bari Annarita Santilli, Pesaro Maria Grazia Santoro, Lagonegro Maria Rita Santoro, Bologna Cristina Tealdi, Imperia Norberto Vaccari, Reggio Emilia Alceo Vado, Cagliari Angelo Verderosa, Avellino Josef Brida, Gianni Nerobutto, Robert Blaas Wolfgang Holzfeind, Andreas von Mörl, Andrea Di Stefano, Claudio Fiorentini, Werner Rizzi, Eugenio Guarascio Indice fotografico Le immagini degli articoli sono fornite dagli autori e dalla redazione tranne se diversamente citato nella didascalia a corredo delle foto.

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BIOARCHITETTURA® n. 94 Organo ufficiale della Fondazione Italiana di Bioarchitettura e antropizzazione sostenibile dell’ambiente. Direttore responsabile Wittfrida Mitterer Redazione e grafica Monica Carmen Piero Ferraris Lettorato Sandra Bortolin Redazione Bioarchitettura C.P. 61 - 39100 Bolzano, Italy tel. +39 0471 973097 fax. +39 0471 973073 redazione@bioarchitettura-rivista.it www.bioarchitettura-rivista.it Stampa Tipografia Weger - Bressanone (BZ) Pagine interne e copertina sono stampate su carta chlor free Editore Bioarchitettura Via Portici 71 39100 Bolzano IBAN: IT 58 M 06045 58220 0000 00019700 BIC- SWIFT: CR BZ IT 2B 050 Conto corrente postale IBAN: IT 54 H 07601 11600 0000 91606459 Prezzo 1 copia 1 copia arretrata Abb. a 6 numeri Abb. a 6 numeri estero

€ 12,00 € 20,00 € 60,00 € 120,00

Anno XXIV - n° 94 05/2015 Reg. Trib. Bolzano BZ 8/30 RST del 30.03.90 ISSN 1824-050X Spediz. in A.P. - L. 27.02.2004 art. 1, comma 1, NE Bolzano

Editoriale

costruire paesaggio

Massimo Pica Ciamarra

Il faro di un’utopia concreta

cultura

conoscere per amare

Tomaso Lanteri

L’impegno di Renato Bazzoni

paesaggio

il museo delle persone

Giorgio Faraci

La felicità del divenire

M. Artusi, G. Ceppi

saving ecology through art

La responsabilità per gli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati per la pubblicazione, salvo diversi accordi, non si restituiscono. La pubblicità su BIOARCHITETTURA® è sempre informazione selezionata. Le scelte editoriali, gli articoli e le comunicazioni hanno esclusivamente motivazioni culturali, pertanto non contengono alcuna forma di pubblicità redazionale. A tutela dell'inserzionista e del lettore, la pubblicità è sempre evidenziata come tale e sottoposta al vaglio del Comitato Scientifico, che si riserva di non accogliere richieste non in linea con la propria filosofia progettuale.

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Architettura

semplice e sostenibile

Monica Carmen

Incontro di natura e architettura nell’Appennino parmense

il restauro del museo bailo Piero Ferraris

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Nuova vita per antiche mura

la casa delle relazioni Criscuoli, Misseri, Vaiani

La scuola Turri a Scandicci

Tecnologia

terra preta de índio

Cinzia Angeluccio

L’oro nero dell’Amazzonia

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Monica Carmen

semplice e sostenibile

L’incontro di natura e architettura nell’Appennino parmense

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Nella pagina a fianco, Lago Santo nella zona di crinale del sistema appenninico della Val di Parma, all’interno della riserva Unesco. Foto: Giovanni Garani. Sopra, ristrutturazione del fabbricato rurale situato su un’altura poco distante da Tufi d’Agna.

L’Appennino parmense è parte di una zona più ampia dell’Appennino tosco-emilia-

passato offrendoci informazioni e valori su cui anco-

no riconosciuto recentemente come MAB Unesco (Man and Biosphere) all’interno

rare il nostro attuale sentire. L’informazione passa

dei cui confini sono situate le aree emiliane dell’Appennino parmense e reggiano e

attraverso la forza dei materiali e la cura dei dettagli.

quelle toscane della Lunigiana e Garfagnana, storicamente legate da percorsi e

Al pari degli interventi di recupero, anche quelli di

attività di scambio economico-culturale. Scopo delle riserve del programma MAB è

nuova costruzione sono sempre misurati e precisi.

promuovere una relazione equilibrata tra la comunità umana e gli ecosistemi, crea-

Si fondano su attenzione, equilibrio, discrezione,

re siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che

canali attraverso cui può fluire il racconto dei luoghi

poli di sperimentazione di politiche per lo sviluppo e la pianificazione territoriale.

che diventa accessibile anche allo “straniero”, a colui

L’area MAB dell’Appennino tosco-emiliano ha una particolarità unica: essere punto

che viene da altrove. L’architettura diventa un

focale della frontiera climatica euro-mediterranea. Una caratteristica che ha deter-

medium, uno strumento di comunicazione. I valori si

minato, insieme all’eredità geologica e ad altri fattori, l’evoluzione di un complesso

confrontano anche con il tema della sostenibilità e

mosaico di biodiversità il quale ha ispirato altrettante forme culturali, per lo più lega-

con la concretezza delle soluzioni per il risparmio

te alla ruralità, che hanno sotteso il rapporto tra paesaggio e popolazioni residenti.

energetico. Questioni che talvolta sembrano travolge-

La porta d’ingresso dell’Appenino parmense è segnata dalla presenza del castello

re, più che coinvolgere, l’architettura.

di Torrechiara, collocato in posizione strategica proprio al confine fra la pianura

In questo caso la sostenibilità supera le prestazioni

padana e l’inizio del sistema appenninico della Val Parma, che si conclude nelle

del singolo edificio e diventa presa di posizione sui

magnifiche zone di crinale al confine con la Toscana e la Liguria, nel cuore della

beni comuni, come il paesaggio e la storia, da tra-

riserva MAB.

smettere alle generazioni future assieme ai sistemi

I tre progetti dello studio Contini che presentiamo si collocano in questo contesto

naturali e alle risorse. Per dirla con le parole di Marco

delicato, forte e stratificato allo stesso tempo. Evocano la bellezza insita nei luoghi

Contini: “L’edificio sostenibile all’interno dei sui limiti

e nelle forme della storia perché pongono il paesaggio naturale e gli edifici sullo

fisici non è mai l’obiettivo principale del nostro lavoro.

stesso piano di valori, bisognosi quindi di analoga cura. Il rispetto per le tracce non

Il concetto di sostenibilità deve trovare fondamento

è un’attitudine nostalgica, quanto piuttosto la conseguenza di una immedesimazio-

all’interno della pratica dell’architettura come discipli-

ne affettiva con il contesto, che allontana sia la deriva pittoresca che il minimalismo

na attenta alla costruzione di luoghi. Un brutto edificio

astratto. La semplicità in questo caso “provoca” soprattutto il rapporto empatico

ma energeticamente funzionante, rimane un brutto

con il luogo. Allo stesso tempo è il risultato di un atto interpretativo che travalica il

edificio che non partecipa in modo positivo a quella

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A destra, le imponenti masse murarie del castello di Torrechiara (XV sec.) e lo splendido paesaggio in cui è inserito. Foto: Maria Chiara Contini. “L’armonico equilibrio tra la struttura castellana, il rilievo collinare su cui sorge e il tessuto agricolo che lo circonda, è il risultato di una sapiente modellazione dei versanti che lo delimitano, realizzata in tappe e tempi diversi, ma che ha trovato, intorno alla metà del 1400, il momento culminante e più significativo del processo di trasformazione operato dall’incisiva mano dell’uomo”. Così afferma Luciano Serchia nel testo “Il castello di Torrechiara fra artificio e natura”. Sotto, recupero residenziale in località al Chiastrone. Il grande spazio interno coperto, che funge da passaggio, caratterizza tipologicamente questo edificio e la sua distribuzione. Foto: Paola De Pietri.

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A destra, schema che evidenzia la localizzazione dei tre progetti qui descritti, i quali ricadono nella riserva MAB del sistema appenninico tosco-emiliano. Sotto, veduta del fabbricato rurale a Tufi d’Agna dopo la sua ristrutturazione. Foto: Sandro Tessoni.

costruzione e stratificazione del paesaggio oggi fondamentale non solo in termini estetici ma in quanto bene collettivo e risorsa economica”. I tre interventi si situano lungo una ipotetica linea che dalla città prosegue verso l’inizio del sistema appenninico e poi su, fino al crinale della Val di Parma. Il primo progetto, in località Chiastrone, riguarda il recupero a fini abitativi di due edifici nell’area dell’antico mulino di Chiastrone-Catabiano, risalente alla prima metà del Cinquecento. La ricerca effettuata sulle carte storiche ha permesso di collocare la loro costruzione, come edifici di servizio al fondo, fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento lungo un percorso che affiancava il canale. Il manufatto, destinato a ricovero di animali e a fienile, è sorto inglobando al suo interno la strada preesistente, senza interromperne il percorso verso l’altro edificio utilizzato come frantoio per la corteggia di quercia, da cui si ricavava il tannino per tingere. L’obiettivo è stato salvaguardarne le principali caratteristiche ambientali, intervenendo sugli edifici in modo da renderli adeguati all’essere abitati da una famiglia, conservando i caratteri planivolumetrici, i materiali di facciata e di copertura e la modularità e la linearità dei prospetti. Nelle parti esterne in forte relazione con gli edifici, si è intervenuti semplicemente recuperando la vegetazione esistente e consolidando le murature in sassi che accompagnano i canali. I lavori hanno permesso la riscoperta dei resti dell’antica difesa spondale. Si è scelto di ripulirli proteggendoli con un trattamento superficiale lasciando la percezione dei ruderi in mezzo alla vegetazione. La presenza abbondante di acqua ha permesso l’utilizzo di un impianto geotermico con l’obiettivo di una concreta sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. Nello spazio interno del fienile, ora abitazione principale, il grande spazio coperto funge da passaggio e caratterizza tipologicamente questo edificio e la sua distribu-

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Recupero del complesso residenziale in localitĂ al Chiastrone. Sopra, vista esterna. In primo piano uno dei muri di difesa spondali. Foto: Paolo Lasagni. Sotto, assonometria di insieme.

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Recupero di edifici agricoli lungo il torrente Parma in località Chiastrone (PR)

Progetto architettonico: Studio Contini. Marco Contini con Sara Chiari e Elisa Paletti Statica: Paolo Bertozzi Impianti meccanici: Massimo Bocchi Impianti elettrici: Giampaolo Vecchi Imprese realizzatrici: Piazza Franco; Benassi Impianti; Elettroimpianti; Boeri serramenti in legno.

Progetto: 2012 - Costruzione: 2012-2014 Superficie fondiaria:

mq. 5.000

Superficie utile:

mq.

Superficie verde:

mq. 4.200

450

Sopra, sezione trasversale dell’ex fienile. Sotto a destra, particolare della zona giorno ubicata nell’ex fienile. Foto: Paola De Pietri.

zione. Il progetto accentua la sua importanza con i grandi tamponamenti rivestiti in tavole di rovere che dividono l’interno con l’esterno. Gli spazi abitati, collocati nella parte sud, si affacciano contemporaneamente sul giardino e su questo percorso, permettendo una continua relazione visiva fra le varie parti sia al piano terreno che al piano superiore. Il mulino, ora casa per gli ospiti, mantiene sostanzialmente la propria originaria destinazione residenziale oltre che i principali caratteri distributivi e formali, le aperture nei fronti murari, la pietra a vista, la copertura in coppi. La grande apertura, tamponata fra i due volumi, è stata accentuata con una vetrata in corrispondenza del vano scala permettendo la vista sul torrente. All’interno dell’edificio in corrispondenza dell’ingresso, è stato riportato alla luce il canale che alimentava la macina del mulino. Il sistema costruttivo è costituito da murature portanti in pietra con isolamento in lana di roccia negli ambienti interni. I tamponamenti sono in pannelli X-Lam con coibentazione nella parte esterna e interna. I solai e la copertura sono in legno. L’ Impianto di riscaldamento invernale e di raffrescamento estivo, con sistema radiante a pavimento e deumidificatori adiabatici di zona, fa capo alla pompa di calore acqua/acqua (acqua di sorgente con scambiatore di interfacciamento) del tipo inverter dotata di sistema di recupero energetico durante il periodo estivo e bollitore ad accumulo con capacità 500 litri per la produzione di acqua calda sanitaria. Il secondo progetto è situato a Tufi d’Agna, un nucleo abitato nel comune montano di Corniglio, all’interno dell’Appenino tosco-emiliano, è un piccolo fabbricato rurale un tempo destinato al ricovero dei pastori e degli animali. È stato recuperato come rifugio in cui l’uso abitativo, in considerazione della posizione isolata e delle difficoltà di raggiungimento, è saltuario e per poche giornate consecutive. Questa condizione, insieme alla disponibilità di acqua sorgiva e di legname del sot-

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Recupero del fabbricato rurale in località Tufi d’Agna. Sopra, sezione trasversale. Sotto, schema degli impianti composto da pompe di calore integrate all’impianto fotovoltaico e a quello di fito-depurazione per il riciclo dell’acqua.

tobosco, ha portato a scelte in cui gli obiettivi di sostenibilità sono raggiunti mantenendo e recuperando i caratteri originari dell’edificio, che versava in uno stato di forte degrado, specialmente le parti lignee della copertura soggette a dilavamento per le condizioni precarie del manto. Il progetto ha mantenuto le principali caratteristiche dell’edificio utilizzando tecniche di recupero tradizionali integrate con le necessarie componenti tecnologiche, al fine di conservarne l’aspetto di semplice costruzione rurale. L’edificio, oggetto dell’intervento, si trova verso sud rispetto al centro abitato, in posizione più elevata, ed è raggiungibile attraverso una stretta carrareccia che segue l’andamento orografico, percorribile solamente a piedi, con mezzi agricoli o fuoristrada di piccole dimensioni. La carrareccia si snoda in salita attraverso macchie boschive. Dopo un bivio, porta ad una radura in cui

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Luogo: Agna di Corniglio (PR)

sorge isolato l’edificio, un fabbricato rurale un tempo

Progetto architettonico: Studio Contini, Marco Contini con Sara Chiari e Matteo Zaccarelli

destinato al ricovero dei pastori e degli animali che

Statica: Simone Leoni

qui venivano portati al pascolo. Al piano terra si trova-

Direzione lavori: Marco Contini

va la stalla, mentre al piano superiore il fienile veniva

Realizzazione: Impresa edile Barbieri

usato anche come dormitorio dai pastori. Essendo

Impianto fotovoltaico: Aleo

l’edificio privo di qualsiasi allaccio e in posizione trop-

Progetto: 2014 - Costruzione: 2014-2015

po isolata, l’unica fonte energetica disponibile risulta-


Sopra, dettaglio costruttivo del tetto e veduta della camera al piano primo. Il progetto ha mantenuto le principali caratteristiche dell’edificio utilizzando tecniche di recupero tradizionali integrate con le necessarie componenti tecnologiche. Foto in alto: Sandro Tessoni. Foto in basso: Alessio Brugnoli.

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Edificio multifunzionale a San Michele nei pressi di Torrechiara. Sopra, planimetria generale e inserimento paesaggistico. Sotto, fronte nord, dettaglio dello sporto vetrato. Foto: Paola De Pietri.

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Sopra, prospetti ovest ed est. Sotto, veduta est dell’edificio verso la valle. Foto: Paola De Pietri. Immagine del paesaggio in località Fragno di Calestano. Foto: Jacopo Ferrari

va essere quella solare. Si è così previsto l’utilizzo di pannelli fotovoltaici collocati sopra la copertura del portico ligneo, integrati con due accumulatori alloggiati nel locale tecnico. Questo sistema garantisce la completa autonomia di energia elettrica per l’illuminazione ed energia termica per l’acqua calda. Considerando la permanenza saltuaria nell’edificio, il riscaldamento avviene tramite un’ adeguata stufa a legna. L’approvvigionamento idrico per le esigenze sanitarie è garantito da una vasca d’accumulo collegata ad una sorgente. Il sistema di smaltimento per le fognature avviene tramite un impianto di fitodepurazione. Il prato circonda ovunque il fabbricato, l’unica area pavimentata con lastre di pietra si trova sul lato ovest in corrispondenza del nuovo porticato. Nei pressi dell’edificio è stata collocata anche una piccola centralina metereologica, sempre alimentata a cellule fotovoltaiche, che permette a chiunque di conoscere le condizioni climatiche del sito attraverso una semplice connessione internet. Il terzo progetto riguarda un’edificio di nuova costruzione a San Michele Tiorre in cui il tema della sostenibilità viene affrontato a diverse scale e con tematiche fra loro interconnesse: il rapporto con il paesaggio e la sua storia, la biodiversità vegetazionale, l’uso di risorse rinnovabili, il risparmio energetico e delle risorse idriche. A livello insediativo, l’obiettivo dell’intervento è stato quello di instaurare un rapporto armonico con il paesaggio agrario dell’Appenino attraverso la disposizione del volume e l’utilizzo critico di materiali, come il sasso e il legno che rimandano alla tradizione del luogo. Il parco, che circonda gli edifici preesistenti, aiuta l’integrazione con le aree agricole attraverso l’uso di alberature autoctone, querce, frassini, ornielli, aceri campestri che caratterizzano il paesaggio agrario collinare. L’edificio, che riprende planimetricamente la tipologia degli edifici agricoli, svolge molte funzioni con un alto grado di flessibilità di uso: garage, spazio giochi, resi-

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Luogo: San Michele Tiorre (PR)

Progetto architettonico: Studio Contini. Marco Contini con Sara Chiari, Matteo Mascia, Matteo Zaccarelli

Statica: Marco Pedrini Direzione lavori: Marco Contini Impianto fotovoltaico: Aleo Impianti meccanici:Massimo Bocchi Impianto fotovoltaico: Maurizio Papetti Imprese realizzatrici: Boraschi case in legno Snc, Cirigliano Michele, Tecno vetro srl; Italserramenti.

Progetto: 2013 - Costruzione: 2013-2014

denza, laboratorio di falegnameria, depositi. Dal punto di vista energetico la grande superficie della copertura è stata interamente utilizzata per la collocazione di un impianto fotovoltaico composto da 192 pannelli da 248 Kw, integrato ad un sistema di accumulo con batterie collocate nell’interrato che garantiscono l’approvvigionamento di 96 Kw. L’utilizzo di una pompa di calore per la produzione di riscaldamento e raffrescamento rende completamente autosufficiente dal punto di vista energetico questo edificio, e in parte anche l’abitazione principale, a cui l’impianto è collegato. L’energia prodotta è inoltre utilizzata per la ricarica delle due automobili elettriche a disposizione della famiglia. Nell’interrato, oltre ad un deposito, è stata prevista una vasca di accumulo dell’acqua piovana con una capacità di 400 mc. L’acqua è utilizzata per l’irrigazione della grande superficie a parco che circonda i fabbricati. La struttura dell’edificio è interamente in cemanto armato per le parti interrate, mentre il piano superiore è caratterizzato dall’uso di una struttura mista in acciaio e pannelli di legno X-Lam. L’involucro è formato da pareti in legno, isolamento in lana di roccia e rivestimento esterno in pietra ricostruita e tavole in larice. La parte destinata ad autorimessa è circondata da pareti vetrate che garantiscono un Ug.=1.0.

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Nella pagina a fianco, sezione di dettaglio dello sporto. Sopra, veduta dall’interno dell’edificio verso il giardino a nord. Foto: Paola De Pietri. Sotto, sezione solare con il concetto dell’impianto termo-elettrico e di riciclo attuato attraverso fonti rinnovabili.

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