LA CIVILTÀ ROMANA
La società romana La società romana era divisa in classi sociali. I patrizi erano i discendenti dei padri (patres) fondatori, cioè delle famiglie più antiche che avevano occupato i sette colli e avevano preso possesso dei terreni migliori. Erano pochi e formavano l’aristocrazia della città. I plebei costituivano la popolazione. I plebei che possedevano un campo godevano di alcuni diritti e potevano far parte della legione, cioè dell’esercito. Coloro che non possedevano nulla venivano chiamati proletari e non avevano diritti. Diventavano schiavi i prigionieri di guerra e chi non pagava i debiti. I liberti erano gli schiavi che avevano guadagnato la libertà.
SCOPRO LE PAROLE Plebe: deriva da plebs, che vuol dire «moltitudine». La plebe costituiva la maggior parte della popolazione. Proletario: deriva da prole, che vuol dire «figli». I proletari non possedevano nulla, tranne i loro figli.
Plebei
Patrizi
Schiavi
La famiglia La famiglia era la base della società romana. Il padre, pater familias, era l’autorità assoluta a cui tutti dovevano ubbidire: moglie, figli, schiavi. Il potere sui figli si chiamava potestas: i figli non possedevano beni propri e venivano puniti dal padre, che poteva venderli come schiavi.
Il dio Giano proteggeva i confini. Il suo nome significa «soglia».
La religione I Romani adoravano quasi tutte le divinità greche. Gli dei più venerati erano Marte, dio della guerra, Saturno, dio della semina, e Vesta, dea protettrice della città. Giano era il dio delle soglie: il suo tempio si apriva solo in tempo di guerra. Ogni famiglia aveva poi gli dei protettori della casa e della famiglia: i Lari e i Penati.
STUDIO E CAPISCO Dopo aver letto il testo, spiega chi erano i patrizi, i plebei, gli schiavi. Rispondi alle domande. • Che cosa vuol dire pater familias? • Quali erano le divinità che proteggevano la casa e la famiglia?
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In tutte le case c’era un piccolo tempio dedicato ai Lari.