FONOLOGIA
10. ELISIONE, TRONCAMENTO,
APOCOPE Quando parliamo, le parole non vengono pronunciate sempre le une staccate dalle altre. Talvolta, tra di loro, avviene un “contatto” che dà origine a fenomeni fonetici di collegamento, ovvero a modifiche, che sono registrate anche nella grafia. Ciò accade quando l’incontro si verifica tra due parole successive delle quali la prima termina e la seconda inizia con vocale, e comunque quando l’incontro tra i due termini genera un suono sgradevole. Proprio per evitare la cacofonia (dal greco kakós = brutto + phoné = suono) si ricorre all’elisione (lo albero l’albero) o al troncamento (buono uomo buon uomo), cioè alla caduta di uno o più suoni finali (una vocale o una sillaba) della parola.
10.1. Elisione L’elisione è la soppressione della vocale finale di una parola non accentata davanti a un’altra parola che inizia per vocale o per h. Il segno grafico che indica la caduta della vocale è l’apostrofo.
un’invenzione
bell’hotel
Non sempre l’elisione è obbligatoria; a volte essa viene effettuata in base al gusto individuale: possiamo, per esempio, dire la afferrai oppure l’afferrai. L’elisione è obbligatoria: con gli articoli lo, la (l’uomo, l’ape); con le preposizioni articolate composte con la, lo (dell’amicizia, nell’anno); con l’avverbio ci davanti a voci verbali che iniziano con e- (c’è, c’era); con gli aggettivi santo/a, bello/a, se precedono vocaboli che iniziano per vocale (sant’Andrea, sant’Orsola, bell’amico, bell’ape); in alcune formule fisse: tutt’al più, d’altronde, senz’altro, d’ora in poi, fin d’allora, mezz’ora, nessun’altra, tutt’altro, a quattr’occhi, quand’anche, l’altr’anno, avant’ieri, pover’uomo, buon’anima; con l’aggettivo dimostrativo quello (quell’amico). Al femminile, però, si tende ormai a utilizzare le forme senza elisione (quella idea /quell’idea).
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