Tuttochiaro_A

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neare con ideogrammi basati su sillabe e forse si trattava di espressioni alfabetiche. Dalla Bibbia sappiamo che gli Ebrei vagarono quarant’anni nel Sinai dopo il loro esodo dall’Egitto, datato intono al 1.500 a.C. Dal momento che sembra che la prima scrittura alfabetica sia rappresentata da iscrizioni su roccia rinvenute nel deserto del Sinai, le due circostanze furono collegate e quindi alcuni studiosi attribuiscono l’invenzione dell’alfabeto agli Ebrei. Se ciò fosse vero, ai Fenici, che per la loro attività di navigatori erano a contatto con tutti i popoli mediterranei, spetterebbe il ruolo di diffusori dell’alfabeto. Secondo altri dotti tutti gli alfabeti esistenti deriverebbero da un primo modello comune semitico e l’invenzione della scrittura alfabetica fonetica, cioè il disegno e l’uso di 22 segni grafici consonantici, sarebbe da attribuire ai Fenici, che, nello stesso periodo (1.400 a.C.) li avrebbero derivati dai geroglifici egizi e poi combinati fino a formare le parole, cioè dei suoni che permettevano di riprodurre quelli emessi dagli organi vocali dell’uomo e di esprimere concetti che avrebbero richiesto l’uso di molti segni. EVOLUZIONE DELLA SCRITTURA Il nome “alfabeto” deriva dalle due prime lettere dell’alfabeto fenicio: aleph (= testa di toro) e beth (= tenda, casa nomade). Secondo questa tradizione, l’alfabeto passò dai Fenici agli Ebrei, poi ai Cartaginesi, diffondendosi poi sempre più velocemente. Dagli Ebrei passò ai Greci, come testimoniano i nomi delle lettere ebraiche (alef, beth, ghimel, daleth… divenute in greco alfa, beta, gamma, delta…), che eliminarono, però, alcune lettere e ne introdussero altre, ossia le vocali. Dal nuovo alfabeto che ne scaturì derivarono la scrittura aramaica, indiana e araba. Non è ben chiaro se gli Etruschi abbiano appreso l’alfabeto dai Fenici, dai Greci o da entrambi, ma è certo che lo fecero conoscere ai Romani. Indubbiamente esso contribuì alla formazione di parecchi sistemi italici, ma la maggior parte della penisola adottò l’alfabeto latino, usato da noi ancora oggi e ancora oggi il più diffuso al mondo. Esistono, tuttavia, altri alfabeti, come, quello cirillico, in uso presso alcuni popoli slavi, il greco, che conserva gli antichi caratteri; l’arabo e l’ebraico, discendenti da quello fenicio e, infine, l’alfabeto cinese e quello giapponese. L’alfabeto latino comprendeva in origine 21 lettere, cioè A B C D E F Z H I K L M N O P Q R S T V X. Più tardi la Z fu spostata in fondo e furono introdotte la Y e la G, quest’ultima da una modificazione della C. Ne risultarono così 23 lettere. I Fenici scrivevano da destra verso sinistra, come gli Egizi, gli Ebrei, i Sumeri, e ciò spiega l’orientamento delle loro lettere. A partire dal 500 a.C., i Greci presero l’abitudine di scrivere da sinistra a destra, abitudine conservata anche dai Latini e poi giunta a noi. (Iadarola-Marchisio, da La Parola, Ed. Lattes, libero adattamento)

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