STORIA
ROMA
TRA MITO E LEGGENDA
Nei secoli successivi alla sua nascita, Roma divenne potente e conquistò un vasto territorio. I Romani, allora, fecero risalire la nascita dell’Impero al 753 a.C. (data accettata dagli storici) e ne legarono l’origine al mitico eroe troiano Enea. La leggenda è raccontata nell’Eneide, un poema scritto da Publio Virgilio Marone tra il 29 e il 19 a.C. L’opera fu richiesta dall’imperatore Ottaviano Augusto, per esaltare la grandezza di Roma e attribuirle origini divine. Secondo il mito, infatti, Enea era figlio della dea Afrodite e la leggenda fa discendere Romolo e Remo, che ora conoscerai, dal dio Marte. Statua in bronzo della «lupa capitolina» che allatta Romolo e Remo.
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O LA LEGG END Fuggito da Troia A con il padre Anchise e il figlio Iulo-Ascanio, Enea giunse nel Lazio, dove sposò la figlia del re Latino e dove IuloAscanio fondò la città di Alba Longa. Secoli dopo, il re di Alba Longa, Numitore, fu spodestato dal crudele fratello Amulio. Questi uccise i figli maschi del re e obbligò la figlia Rea Silvia a divenire sacerdotessa, perché non avesse eredi. Il dio Marte, però, si unì a Rea Silvia, che ebbe due gemelli, Romolo e Remo. Amulio, allora, fece gettare madre e figli nel Tevere, ma la corrente del fiume depose i bimbi sulla riva. Là furono trovati e allattati da una lupa e poi raccolti e allevati dal pastore Faustonolo. Divenuti adulti, i gemelli uccisero Amulio, restituirono il trono a Numitore e vollero fondare una città nel luogo in cui la lupa li aveva salvati. Il volo degli uccelli comunicò il volere degli dèi: Romolo doveva tracciare il pomerium, il solco sacro che segnava il confine della nuova città. Remo, invidioso del fratello, attraversò il sacro confine e Romolo, per rispetto della legge, lo uccise: era il 21 aprile del 753 a.C.
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