Orizzonti 5

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STORIA

LA

SOCIETÀ ETRUSCA

Gli Etruschi erano distinti in due grandi gruppi sociali: i nobili (che i Romani chiamarono principes) e le classi servili, che comprendevano tutti coloro che non erano nobili (humiles). I nobili, arricchiti dalle attività produttive e commerciali, trascorrevano una vita molto agiata, animata da feste e da giochi sportivi (lotta, pugilato, corse delle bighe...). In molti dipinti che decorano le tombe etrusche, infatti, i nobili appaiono intenti a banchettare, allietati da musici e danzatori, nelle sale dei loro palazzi. Tra gli altri ceti sociali, solo i sacerdoti avevano alcuni privilegi, mentre anche i danarosi artigiani e mercanti appartenevano alle classi servili. I molti contadini e i numerosi schiavi avevano una vita difficile, erano totalmente sottomessi ai nobili e coltivavano le terre di loro proprietà. Le forti disparità sociali provocarono nel tempo frequenti rivolte, che indebolirono l’autonomia delle città etrusche. I nobili etruschi, infatti, chiesero spesso l’aiuto di Roma, che diveniva sempre più potente, per soffocare le ribellioni. Roma intervenne, ma approfittò di tali occasioni per imporre il suo controllo sulle della città Tomba etrusche. Gli affreschi dei Leopardi, con scene di banchetto. Sopra: un raffinato gioiello etrusco.

I MPARO

di

P IÙ

Gli Etruschi consideravano le donne al pari degli uomini. Le donne etrusche, soprattutto le nobili, erano libere e rispettate, partecipavano a manifestazioni, spettacoli, feste e conservavano il loro nome dopo il matrimonio. La loro condizione era quindi assai diversa da quella di altre donne del mondo antico, soprattutto delle donne greche, costrette nel gineceo, ma anche di quelle romane, totalmente sottomesse, come vedrai in seguito, all’autorità maschile.

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