STORIA
LE
CIVILTÀ DELLA
PIANURA PADANA
Al centro della Pianura Padana, tra il XVI e il XII secolo a.C., fiorì la civiltà agricola delle terremàre (da terrae marne, cioè «terre grasse», perché rese fertili dai rifiuti organici lasciati da quegli antichi abitanti). I Terramaricoli, originari del Centro Europa, abitavano in villaggi di capanne e palafitte, coltivavano praticando la rotazione delle colture, allevavano cavalli, bovini e suini, lavoravano la ceramica e costruivano carri. Dai popoli dell’Europa centrale, con i quali intrattenevano rapporti, appresero l’usanza di incenerire i defunti, deponendone le ceneri all’interno di urne. Nei secoli seguenti l’usanza si diffuse: alla fine del II millennio a.C. fu adottata da alcune civiltà appenniniche, a cavallo tra Età del bronzo ed Età del ferro divenne tipica della civiltà villanoviana, sorta presso Villanova (Bologna) e più tardi, nell’Età del ferro, fu praticata dalla cultura alpina di Golasecca (Varese).
I
POPOLI DELLA PENISOLA E DELLA
Volto di personaggio mitico (sileno); cultura sicula, V secolo a.C.
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Urna cineraria villanoviana a forma di capanna.
SICILIA
Nella prima Età del bronzo, le valli dell’Appennino erano abitate da popoli che si dedicavano alla pastorizia e, in misura minore, all’agricoltura; le coltivazioni erano invece molto diffuse nelle piane costiere. A parte questo, gli stili di vita dei diversi gruppi italici non presentavano nette differenze. Più tardi, però, i contatti con gli altri popoli del Mediterraneo si moltiplicarono: nell’Italia centrale giunsero gruppi dall’Anatolia (i Tursha, probabili antenati degli Etruschi) e genti indoeuropee dall’Europa centrale e dalle regioni al di là del Mar Adriatico; le comunità costiere della penisola e della Sicilia ebbero invece continue relazioni con gli Achei di Micene e in seguito con i Fenici. Gli scambi commerciali e culturali divennero intensi e coinvolsero sia gli abitanti delle pianure costiere sia quelli delle vicine valli appenniniche. Le diverse influenze culturali «esterne» condussero le culture italiche a maturare differenze più marcate, che divennero nette ed evidenti nella successiva Età del ferro.