Allenamente 5

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La civiltà di Roma

L’espansione in Italia…

VENETI GALLI

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La nascita della repubblica coincise con l’inizio di un lunghissimo periodo di guerre combattute da Roma LIGURI contro i popoli confinanti. M A MAR LIGURE Quando fu cacciato, Tarquinio il Superbo chiese aiuto al R ETRUSCHI A D re etrusco Porsenna. Inizialmente gli Etruschi ebbero il R PICENI IA TI UMBRI sopravvento, ma nel 396 a.C. l’esercito romano li sconC O Veio fisse e conquistò la città di Veio. Roma SANNITI M Nel 390 a.C. Roma fu assediata dai Celti (che i Romani A R Capua TI chiamavano Galli) della Pianura Padana. L’assedio durò R SARDI Napoli R Taranto EN circa sette mesi; alla fine i Galli lasciarono la città in O cambio di una grande quantità di oro. GRECI M A R Altre guerre furono combattute contro i VolIONIO MA R M sci, gli Equi, i Sabini, i Sanniti; Roma ne uscì ED ITE RR vittoriosa e occupò i loro territori. SIC AN AN EO I Infine l’esercito romano cercò di conquistare le potenti colonie della Magna Grecia. Taranto chiese allora aiuto a Pirro, re dell’Epiro (l’attuale Albania), che sbarcò in Italia con l’esercito e 396 a.C. 390 a.C. 290 a.C. 285 a.C. alcuni elefanti, utilizzandoli come i moderni carri armati. In un primo momento Pirro ebbe la meglio, ma vittoria Roma vittoria sui vittoria nel 285 a.C. venne sconfitto e Tasu Veio assediata Sanniti su Pirro dai Galli ranto fu sottomessa. Roma ebbe così il controllo su tutta la Statua di un legionario, cioè di un soldato romano. penisola italica fino al Po.

Approfondimento

I personaggi

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Delle guerre di Roma per la conquista dell’Italia si ricordano dano gesta e personaggi che si collocano tra storia e leggenda. ermò Durante la guerra contro gli Etruschi, Orazio Coclite si fermò mico da solo a distruggere il ponte Sublicio per impedire al nemico enna, di entrare in città. Muzio Scevola tentò di assassinare Porsenna, ma fallì e per punirsi si bruciò la mano destra. ei Galli, Mentre pesavano l’oro da consegnare a Brenno, re dei o che perché togliesse l’assedio alla città, i Romani si accorsero le bilance erano truccate. Protestarono e Brenno lanciò la o sua spada sulla bilancia urlando “Guai ai vinti”. Il romano Furio Camillo a sua volta gettò la sua dicendo “Non conn l’oro, ma con la spada si salva la patria!”. Così facendo ridiede coraggio ai suoi.

Busto di Pirro.


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