2008

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Strozzi News, nato dalla collaborazione tra il prof. Maurizio Braggion, che si occupa da anni di giornalismo scolastico, e di Massimo Minella, professionista della carta stampata, esce per il secondo anno consecutivo. La redazione del giornalino ha coinvolto la I B, l A II B e la III C della sede e la I D e la III E , la scuola ospedaliera del Gaslini e il laboratorio di scrittura creativa . Coordinatore del progetto è stato il professor Braggion, hanno collaborato le docenti Laura Caivano, Cristina De Lorenzi, Alfredina Gasparini, Vera Vazzoler e Angela Vernizzi, Sono pervenuti contributi anche dalla I C della sede e dalla I E di via Vecchi. Le classi partecipanti al progetto hanno incontrato due volte Massimo Minella. Durante il primo incontro il giornalista ha parlato del quotidiano e del suo lavoro, nel corso del secondo incontro ha ascoltato la lettura da parte degli alunni degli articoli che sono stati poi raccolti in questo giornalino. Durante l’ incontro in via Vecchi vi è stato un momento particolarmente commovente, la lettura delle lettere dedicate a Renato,, il dodicenne che frequentava quel plesso morto tragicamente pochi giorni prima. Il progetto si concluderà a giugno con l’incontro dei ragazzi,nell’aula magna del Gaslini, con un personaggio dello sport cittadino ( lo scorso anno toccò a Walter Novellino) e la consegna da parte di alcuni alunni ai coetanei ospedalizzati della Strozzi di buoni Fnac acquistati grazie alla vendita di questo giornalino Che dire ancora…? Buona lettura e arrivederci al prossimo anno.

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La Strozzi per i 70 anni del Gaslini

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Abbiamo incontrato Bianca Pitzorno 9 Storie di ordinario bullismo

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Renato uno di noi

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Un deportato alla Strozzi

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La laurea non basta

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Intervista immaginaria a Kennedy

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Intervista a Di Vaio

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Venerdì 6 giugno la nostra classe, insieme alla I B, alla I D, alla III C e alla III E avrà l’onore di incontrare nell’Aula Magna del Gaslini per la presentazione di Strozzi News l’arbitro internazionale di calcio Stefano Farina, che dopo aver debuttato in Serie A tredici anni fa, ha diretto oltre 200 partite del nostro campionato.. Farina , arbitro internazionale da sette anni, è il rappresentante degli arbitri italiani. In campo internazionale, ha diretto tra l’altro la finale di supercoppa europea del 2006 tra Barcellona e Siviglia. Ci fa piacere sapere che è uno dei pochi “fischietti” italiani a non essere stato coinvolto in Calciopoli nel 2006 . Andrea Mazzoni II B


Per festeggiare i 70 anni dell’ospedale pediatrico Gaslini, inaugurato nel maggio del 1938 la nostra scuola ha messo in scena al Teatro della Corte, con il patrocinio del Comune, l’evento «Viva la vita». Lo spettacolo è stato presentato dal bravo cabarettista Roby Carletta, affiancato dalla giovanissima Roberta Cara, già finalista a Miss Italia. Dopo la proiezione di un documentario sul Gaslini, sono saliti sul palco per i saluti il sindaco Marta Vincenzi, l’assessore comunale Paolo Veardo, il professor Giorgio Dini del Gaslini, il nostro preside, Filippo Gaslini, ultimo erede della famiglia con i suoi due figli, e le insegnanti Laura Caivano e Laura Fanciullo, della sezione ospedaliera del Gaslini. Applauditissima è stata la prof. Alfredina Gasparini grande organizzatrice dell’evento, unitamente al marito il giornalista Marco Colla, e al figlio Emanuele, sceneggiatore Mediaset Ha dato il via allo spettacolo “Se bastasse una canzone” di Eros Ramazzotti, seguita da “Genova per noi”, di Paolo Conte, entrambe eseguite dai ragazzi del coro della Strozzi. E’ stata quindi la volta del Gabibbo, circondato da alcuni bambini, il quale, oltre a cantare due canzoni, tra cui la sigla di Striscia, ha deliziato la platea con simpatiche battute. Uscito il pupazzo, vi è stato un simpatico intermezzo calcistico con un quiz proposto a due alunni, uno di fede rossoblu, l’altro blucerchiata,da Marco Colla, riguardante i quattro atleti presenti: Leon, sul palco con Rebecca la sua bimba di tre mesi, e Lanza del Genoa, Pieri e Poli della Samp. Segue a p. 43

Il 5 maggio la nostra scuola parteciperà a uno spettacolo con ospiti importanti al Teatro della Corte. Grazie a “Viva la vita”(è il titolo dell’evento)verranno raccolti fondi per permettere a una ricercatrice italiana ,che studia alcune forme di leucemia , di rientrare dagli Stati Uniti. E’ molto importante questa iniziativa che riesce a trasformare un evento di festa in solidarietà, in qualcosa di concreto. E’ bello poter pensare che anche grazie a “Viva la vita”si possa salvare la vita a dei bambini, senza costringerli a dolorosi “viaggi della speranza”all’estero, Purtroppo da molti anni a questa parte, bravissimi ricercatori italiani sono costretti ad emigrare all’estero perché in Italia i fondi destinati alla ricerca sono pochi. Con quest’iniziativa, oltre a raccogliere fondi utili, si sensibilizzano l’opinione pubblica e gli enti statali sull’ importanza di questo problema. Il titolo dell’evento ci porta poi a riflettere sul fatto che la vita è un dono prezioso, è la più grande ricchezza che possediamo. La vita è un passo, un ombra su uno sconfinato territorio che porta il nostro nome e che non sparirà mai. Purtroppo non tutti pensano che la vita umana deve essere protetta e che ogni essere umano ha lo stesso valore Con questa iniziativa si può contribuire a migliorare la nostra vita e quella degli altri. E allora. Che dire!? W la vita. Elisa Bruzzo Veronica Campisi 3 E

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! nato il ragazzo dodicenne della nostra scuola , che la sera di Lunedì 8 aprile 2008, si è sparato con una pistola del padre, non ce l’ho fatta. Ha lottato per quattro giorni, in bilico tra la vita e la morte, ma nel pomeriggio dell’11 aprile, le macchine che lo tenevano in vita sono state fermate dai medici, che hanno avuto l’ok dai genitori per l’espianto d’organi, che sono andati ad altri bambini salvando forse alcune vite. In un sabato di dolore i parenti e gli amici e i professori di Renato si sono uniti per dedicargli un ultimo saluto nella chiesetta dell’ospedale pediatrico Giannina Gaslini. I ragazzi della scuola di via Vecchi, tra le lacrime, hanno dovuto trovare la forza di andare avanti, non dimenticando quel ragazzo che fino a pochi gironi prima era tra loro a scuola. . In chiesa, anche chi tra i compagni e gli amici si era sforzato sin lì a trattenere le lacrime, si è lasciato andare a un pianto liberatorio. Gli amici hanno deposto un mazzo di fiori e un biglietto con scritto “Sarai per sempre nei nostri cuori”. Seguivano tutte le firme. Dopo la notizia che Rena (così lo chiamavano i compagni) era finito in coma all’ospedale Gaslini, i compagni si erano presentati a scuola con volantini con scritto “Rena…torna tra noi, resisti a quelle torture” e con magliette con su scritto “Renato” e un grosso cuore dietro. Il decesso di Renato lascia tutti senza parole e con molte domande: ”Come mai si è sparato? Il gesto è stato volontario o involontario?” .Il padre non riesce a darsi pace e continua a ripetere “Non ho saputo difenderlo, è tutta colpa mia”. Al di là di tutto, Renato non sarà mai dimenticato dai suoi parenti e dagli amici, dai quali verrà per sempre ricordato come un ragazzo con tanta voglia di fare, gentile e simpatico. Vorrei concludere con una frase “Renato sarai sempre nei cuori dei ragazzi della Strozzi”. .

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Un grave problema di molti paesi del Terzo e Quarto mondo è quello della schiavitù minorile. Molte volte quando andiamo in un negozio a comprare un paio di scarpe di pelle, un pallone di cuoio o dei giocattoli,non pensiamo che essi possano essere frutto dello sfruttamento di un bambino. Secondo le Nazioni Unite dei 27 milioni di persone che vivono in situazione di schiavitù nel mondo 7 sono bambini. La moderna schiavitù frutta 13 miliardi di dollari l’anno, ma pare che i profitti indiretti siano ancora maggiori. In molti paesi asiatici ci sono persone che lavorano giorno e notte per una ciotola di riso, in altri si diventa schiavi per debiti, per un contratto o ancora perché si viene rapiti e avviati ad attività illecite o alla prostituzione. Non è tollerabile che forme di schiavismo esistano ancora nel XXI secolo!

Angelo Musso 2 b Tommaso Piazzi 1 D

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Il professore di lettere quella mattina ci parlò della vita di Garibaldi leggendo alcuni testi su di lui, tra gli altri il libro “Garibaldi”, di Indro Montanelli e Marco Nozza e lo studio “A tavola con Garibaldi” di Emanuele Colla. Quella notte, evidentemente colpito dalle letture della mattina, feci uno strano sogno. Il mio sogno ebbe inizio nella località sarda in cui stavo trascorrendo le vacanze con i genitori, da lì avevo deciso di recarmi prima alla Maddalena, poi a Caprera, per una gita. Mentre mi ero allontanato dai miei e stavo passeggiando vicino a un villaggio turistico di Caprera, mi apparve un vecchio a cavallo, con un viso noto, era il volto visto sui libri del più famoso personaggio che avesse mai calcato quelle terre, Garibaldi. Portava, non è il caso di dirlo, la camicia rossa, una logora camicia rossa . Un secondo dopo del villaggio turistico non c’era più traccia, al suo posto vi era un podere pieno di ulivi. “Ragazzo, cosa fate nella mia terra?” mi chiese il vecchio. . Bloccato dallo stupore, balbettai qualcosa e poi dissi”Sono in vacanza”Lui mostrò di non capire. Mi presentai. Mi disse di essere Giuseppe Garibaldi . Aggiunse che quel giorno la stramaledetta artrite non lo tormentava, per questo aveva deciso di sellare Masala, la sua caPagina 5

valla “vecchia quasi quanto me!”disse aggrottando le ciglia. Parlammo un po’ . Dopo un po’ mi disse: “Giovanotto, credo che siano le 12 passate, quest’oggi non voglio desinare a casa,che ne dite di andare in una locanda a mettere qualcosa sotto i denti. Pago io”. Non riuscivo a credere ai miei occhi e tantomeno alle mie orecchie. Quel puro spirito, diventato persona reale, mi invitava a pranzo in un luogo e un tempo del passato. Anche i miei abiti erano cambiati, ora erano di un’epoca passata. Non seppi dire di no all’invito di Garibaldi. Il generale legò la cavalla e mi fece segno di seguirlo. Mentre camminavamo, mi disse che gli alberi da frutto che avevamo davanti a noi li aveva piantati lui. A un certo punto scorgemmo un insetto in difficoltà, rovesciato su se stesso. Garibaldi lo rimise nella posizione naturale e mi disse” Io sono felice se posso aiutare un animale sofferente , sollevare le piante che il vento rovescia, medicare la ferita di un ramo” Dopo un po’ di cammino arrivammo davanti alla locanda. Entrati, Garibaldi andò a sedersi ad un tavolo ie mi invitò ad accomodarmi. Si muoveva con sicurezza, senza chiedere nulla a nessuno. Pareva conoscesse bene quel luogo. L’oste lo salutò con grande deferenza. Mi disse: “Ieri ho mangiato vitello arrosto e cavoli salati erano buonissimi.” Quando l’oste gli chiese “Generale, cosa desiderate?” Garibaldi ordinò una minestra, un piatto di legumi, un po’ di pecorino sardo e dei frutti secchi e di accompagnare il pasto con mezzo bicchiere di vino. Mi invitò a ordinare gli stes-

si piatti. Seppur perplesso, visto che non vado pazzo per la minestra , acconsentii, più per rispetto che per altro, chiesi però al posto del vino dell’acqua minerale.Inutile dire che l’oste mi guardò come fossi stato un pazzo e che Garibaldi scoppiò a ridere. Durante il pranzo L’Eroe dei due mondi mi chiese da dove venivo, quando gli risposi che ero di Genova cominciò a esaltare la mia città e il suo cibo. Fui molto contento delle sue affermazioni. Mi disse che amava in particolare il minestrone alla genovese, il pesto e lo stoccafisso essiccato, che si faceva mandare dalla mia città. Sempre a proposito di Genova mi disse che tempo prima i carpentieri di Genova l’avevano fatto diventare presidente della loro associazione. Durante il pranzo, gli chiesi della spedizione dei Mille. Garibaldi si schernì. Mi disse che non amava parlare di sé e delle sue imprese, ma solo dell’Italia finalmente unita. Subito dopo iniziò a dir male di Mazzini. Terminato il pranzo, feci per ringraziarlo, ma mi accorsi che lui non c’era più, che era scomparso. In quel momento sentii una voce che mi chiamava. Era la mamma che mi invitava ad alzarmi per andare a scuola. Era stato solo un sogno e l’incontro con Garibaldi frutto della mia fantasia. Andrea Mazzoni laboratorio di scrittura creativa


Abbiamo appreso tra l’altro che vi sono i carabinieri a cavallo, i subacquei, gli alpinisti, i paracadutisti e infine gli addestratori di cani. Ecco alcune tra le domande che abbiamo posto al nostro ospite al termine del filmato: Mercoledì 5 Marzo, unitamente ai ragazzi della I G, abbiamo avuto l’ onore di poter intervistare un Tenente dei Carabinieri della Compagnia di San Martino, presentatosi a scuola in divisa.. All’inizio dell’incontro il tenente, che ci ha chiesto di non fare il suo nome, ci ha invitato a rispettare sempre le regole. Ci ha parlato , come esempio delle regole del Codice Stradale che devono venir rispettate, non solo per la paura di prendere una multa, bensì perché trasgredendole potremmo andare incontro a seri pericoli. Subito dopo il nostro interlocutore ci ha parlato delle droghe leggere e di quelle pesanti e dei danni che causano. L’assunzione di droga è un reato. Chi viene trovato in possesso di droghe leggere, al contrario di chi ha con sé droghe pesanti, non è arrestato, ma viene segnalato come tossicodipendente. Parlando di criminalità, ci ha detto che vi sono due tipi di criminalità , quella organizzata e la criminalità diffusa. Successivamente abbiamo visto un filmato sui carabinieri, che raccontava come si è costituita l’ Arma dei Carabinieri ( la cui divisa è nera con due strisce rosse sui pantaloni , mentre il cappello è nero con un fregio a forma di fiamma). e parlava delle specializzazioni e delle gerarchie al suo interno. Pagina 6

- Qual è la differenza tra Carabinieri e Polizia? “Le due forze hanno gli stessi compiti. L’arma dei Carabinieri è però un corpo militare,fa parte delle forze armate insieme all’esercito, alla marina,all’aeronautica.” - Quando è stata istituita l’arma dei carabinieri? “ L’arma dei carabinieri ha una grande tradizione storica; fu fondata da Vittorio Emanuele I nel 1726.” - Come è organizzata la gerarchia nell’arma ? “ Ci sono i carabinieri semplici, gli appuntati, i brigadieri, i marescialli, gli ufficiali.” - Che cani usate nelle operazioni che si svolgono all’interno dei boschi? “- I pastori tedeschi” ed i “labrador”, sono i cani i più affidabili.” In risposta a una successiva domanda l’ufficiale ci ha detto che per diventare carabiniere, bisogna frequentare la scuola militare, seguire un corso e poi specializzarsi in una attività. Concluso l’incontro abbiamo salutato il Tenente, ringraziandolo per la sua disponibilità nei nostri confronti. Chrstian Sini , Vladimir Minciardi, Matteo Valdi, Diego Rubiera, Angelo Qosja, Valentina Schenone, Kerly Moscoso, Ana Maria Coman, Matteo Zito, Giovanni Pisanu, Sebastiano Timossi, Lorenzo Runcino. Laboratorio di giornalismo della 1 B

Purtroppo il nostro Paese e agli ultimi posti in Europa per ciò che riguarda il riciclaggio. Riciclare è molto importante per l' ambiente. SI possono riciclare molte cose ad esempio la plastica, la carta, il vetro, l' alluminio. Per riciclare maggiormente basterebbe che le persone avessero un po’ più di senso civico. Quel senso civico che dovrebbe spingere ognuno a rispettare l’ambiente. Le città dovrebbero essere pulite e invece ci sono escrementi di cane, cicche di sigarette e cartacce ovunque. Anche il Comune, dovrebbe fare più manutenzione. Penso ad esempio alle strade. La mia è molto stretta e piena di buchi. Se qualcuno inciampa rischia di farsi molto male, specie se è una persona anziana. Clara Bonetti Laboratorio di giornalismo della 1 B


La terra al mio paese, Caselle in Pittari, in provincia di Salerno, è sempre stata avara! I contadini che da secoli l’hanno coltivata ne hanno scoperto segreti e bontà con fatica e tanto su-

dore. Fatica e sudore sono parole che alla mia generazione, però, dicono poco perché oggi la terra si lavora con le macchine: al ritorno dai campi c’è spazio per altro, c’è il tempo libero!!! E in casa c’è abbondanza di tutto, ma come spesso ci rimproverano i vecchi … il pane non si butta! Il pane è ed era sacro. Quando lo si portava in tavola appena sfornato era festa; se un pezzo cadeva a terra lo si raccoglieva, si puliva e si rimetteva sul tavolo dopo averlo baciato. Le donne, prima di infornarlo, lo segnavano con la croce. Difatti una volta avere il pane significava non soffrire la fame e si era disposti a faticare molto per averlo: l’intera comunità partecipava alla sua produzione, ogni famiglia coltivava il grano per il pane di un intero anno. Al mio paese noi ragazzi non conoscevamo nulla di tutta quella “fatica e sudore”, finché i nostri vecchi non decisero che era giunto il momento che tutto quello che era stato venisse rivissuto, almeno sotto forma di festa!! Festa della memoria, …dei ricordi, …della nostalgia, insomma di tempi duri, ma intensamente vissuti e …da rivivere con chiunque fosse disposto a scoprire cosa significava “sudare per il pane!”. E’ così che da diversi anni la prima domenica di luglio il paese si prepara a mietere un campo di grano seminato e coltivato per l’occasione. Quale migliore occasione per mettere alla prova Pagina 7

i più bravi e far gareggiare tra loro i diversi rioni del paese: la gara, la voglia di dimostrare di essere ancora capaci almeno a suggerire consigli fa uscire dalle case anche i più vecchi che guardano chi lavora con il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi. La gara consiste nel far competere tra loro i rioni vecchi e nuovi del paese, che mettono in campo le coppie più capaci di mietitori e di “fascettatori” (cioè raccoglitori di fascetti per formare i covoni); vince il palio il rione che miete meglio,più in fretta, e che mette in piedi i migliori covoni. Il campo di grano viene diviso in tante fasce quanti sono i rioni che gareggiano, Le coppie di mietitori e fascettatori che danno il via al palio sono i giovanissimi che ogni rione propone come i più bravi e che in una sfida a tempo si aggiudicano il premio loro destinato. Solo dopo parte la gara dei grandi, che alternano le coppie con strategie di gara urlate, o tenute segrete fino all’ultimo dai sostenitori che, sparsi intorno al campo all’ombra di qualche albero e confortati da sostanziose “mposte” e bevute di vino tenuto al fresco nelle “mummole”, assistono, commentano e si godono lo spettacolo ritrovando odori e sentori di tempi andati. Alla fine si proclama il rione vincitore e si premiano i migliori, segue una festa ricca di canti, balli e mangiate e bevute all’uso antico. Vengono aperte a tutti le ceste, cariche di pietanze tipiche come si preparavano una volta, portate nel campo, in perfetto equilibrio, sulla testa dalle donne che percorrono le strette stradine del paese, arroccato su uno sperone di roccia che sorge in mezzo ai campi assolati Giuseppe classe 3^ sezione ospedaliera del Gaslini


Giovedì 27-03-2008, il dott. Minella di “Repubblica” ha incontrato gli alunni della nostra classe, la 1°D di Via Vecchi, e la 2°B di Via Era. Ad accompagnarci c’erano le proff. Vazzoler e Bavaresco Siamo partiti intorno alle 8.20 dal plesso di Via Vecchi per raggiungere quello di Via Era dove ad aspettarci, oltre all’altra classe c’erano il dott. Minella e al prof, Braggion. Il giornalista, dopo averci consegnato una copia di Repubblica, ha parlato a lungo del suo lavoro e delle parti in cui è articolato un giornale. Ad un certo punto ha annunciato l' arrivo di un fotografo del suo giornale. Il fotografo, arrivato poco dopo, ha scattato varie foto che si possono trovare on line sul sito genovese di “Repubblica”:(www. genova.repubblica.it) La mattina si è conclusa con i saluti e nostri ringraziamenti indiriz-

zati al dott. Minella. Subito dopo siamo andati a prendere l’autobus per finire la mattinata scolastica in Via Vecchi. Sono stati fissati un secondo incontro, che si terrà nel plesso di via Vecchi, e un terzo nell’aula magna del Gaslini .Il dott. Minella ha annunciato che nel secondo incontro potremo leggere i nostri articoli, che potremo scrivere su un argomento libero. Martina, Irene, Chiara, Heather, Ilaria, Elisa 1 D

Studenti con la passione del giornalismo. Repubblica arriva in classe e svela ai piccoli lettori segreti e curiosità di un lavoro davvero speciale. L' iniziativa "Repubblica in classe" fa tappa a Genova alla scuola media Bernando Strozzi di Quarto. L' incontro, coordinato dal professor Maurizio Braggion, ha visto alternarsi nel corso della mattinata quasi un centinaio di studenti del triennio della sede di via Era e del distaccamento di via Vecchi. Nel primo incontro i giornalisti di Repubblica hanno spiegato agli studenti come nasce un giornale, quali sono le fonti a cui attingere per la confezione degli articoli, quale risalto dare ai testi e alle fotografie. Ora toccherà a loro cimentarsi nelle stesura dei testi e delle fotografie per dar vita al nuovo numero di "Strozzi news", il giornale che verrà venduto all' interno della scuola e il cui ricavato verrà consegnato all' ospedale Gaslini. A concludere gli incontri, infatti, ci sarà nel mese di maggio, nell' aula magna del Gaslini, un faccia a faccia con un personaggio nazionale del mondo dello sport. Lo scorso anno toccò all' allenatore della Sampdoria Walter Novellino (quest' anno in forza al Torino). Quest' anno...la notizia è ancora coperta dal massimo riserbo.

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La biblioteca De Amicis, che si trova nell’area Porto Antico, sopra alla città dei Bambini, è specializzata in libri per i bambini e i ragazzi e per loro organizza molti laboratori e attività. La biblioteca è stata fondata nel 1971 ed è stata la prima in Italia ad essere dedicata alla letteratura per l’infanzia. Solo dal 1999 si è spostata nei Magazzini del Cotone. Ogni anno nascono nuovi laboratori come quello di legatoria, i “Rumori di Lettura” e corsi di fumetto. Per l’occasione abbiamo intervistato la Signora Luisa Savoia che lavora alla biblioteca: E’ vero che la biblioteca ha organizzato incontri con l’autore?-Sì, abbiamo appena concluso un ciclo di incontri con gli autori, hanno partecipato Loredana Frescura, Marco Tomatis, Jack Tessaro e Anna Lavatelli. La biblioteca è frequentata da molti ragazzi?-Sì molti ragazzi frequentano la biblioteca, specialmente negli ultimi anni. Alla nostra età quali erano i suoi libri preferiti?-Alla vostra età leggevo molti classici, come “Piccole Donne”, “Ivanhoe”... Qual è il genere più letto?-Di sicuro i ragazzi adorano i Fantasy, ma anche i romanzi e gli horror. Perchè ha deciso di fare questo lavoro? E quando?-La mia grande passione era l’insegnamento, dopo il liceo classico, però, mi si è presentata l’occasione di fare un concorso da bibliotecaria e l’ho afferrata al volo, ora sono più di 30 anni che lavoro in questo settore. I ragazzi apprezzano la lettura e leggono molto?-Beh, i giovani di oggi leggono abbastanza, anche se la televisione e i videogiochi occupano molto del loro tempo e ne tolgono alla lettura. Esistono lettori accaniti come quelli che formano il “Circolo dei Giovani Lettori” qui in biblioteca e che ogni anno pubblicano delle raccolte di recensioni come quella dell’anno scorso su Bianca Pitzorno . A proposito della famosa scrittrice Bianca Pitzorno, abbiamo avuto la fortuna di incontrarla e di rivolgerle alcune domande: Qual è il libro che sente più "suo"? In quale si è immedesimata maggiormente?-“Ascolta il mio cuore”. Come ho scritto nella prefazione è in gran parte autobiografico, anche se io non sono Prsca (tranne per lo scrivere, da piccola somigliavo più a Elisa ) Lei, alla nostra età, leggeva molto? Cosa leggeva? -Sì, leggevo moltissimo. Leggevo di tutto, libri per bambini e libri per adulti che capivo a metà. Leggevo anche molti fumetti, e i grandi dicevano che mi avrebbero ' rovinata'e che non avrei più saputo scrivere in buon italiano.Andavo anche moltissimo al cinema (come in “Diana, Cupido e il commendatore”) e a volte a teatro, a vedere la prosa e anche l' Opera Lirica. Secondo lei, i ragazzi di oggi leggono, oppure la TV fa passare loro la voglia di leggere?Secondo me i ragazzi di oggi leggono più di quelli dei miei tempi. Basta vedere i numeri. Si stampano e si vendono molti, moltissimi libri per ragazzi in più rispetto a quando ero piccola. Perché ha voluto fare la scrittrice? Da piccola cosa avrebbe voluto fare?-Non ho voluto fare la scrittrice: è capitato per caso. Da piccola avrei voluto fare il medico dei lebbrosi, oppure la rivoluzionaria. Mi sarebbe anche piaciuto molto essere un pellerossa, perchè ancora non sapevo che erano stati sterminati o rinchiusi nelle riserve a vivere una vita miseranda. Segue a p. 41

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! Alla fine di marzo è venuto a Genova Ammi Mohamed Salem, portavoce del popolo Saharawi, che da più di trent’ anni è costretto a vivere in campi profughi nel deserto algerino(oggi sono cinque) a causa del dominio marocchino sulla loro terra. Salem è stato invitato, per testimoniare la terribile odissea del suo popolo, dalla onlus “Music for Peace Creativi della notte”, che invia dallo scorso anno aiuti

Solidarbus 2008 è organizzato dai “Creativi della Notte-music for Peace un’ associazione che ogni anno aiuta le popolazioni meno fortunate del mondo. In questi ultimi due anni stanno ai Saharawi. aiutando il popolo dei Saharawi, Il dramma per questa popolazione iniziò nel 1975. quando il che è privo di uno stato e di un Sahara Occidentale, grande quasi come l’Italia , collocato al territorio, infatti è costretto da nord-ovest del continente africano e confinante a nord con il anni all’ esilio nel deserto Marocco, a sud con la Mauritania, a nord-est con l’Algeria e algerino, a causa ad ovest con l’Oceano Atlantico, smise di essere di essere dell’occupazione della loro terra, colonia spagnola e fu invaso dagli eserciti del Marocco e l’ex Sahara spagnolo, da parte della Mauritania. Dopo che quest’ultima lasciò il territorio dei dei marocchini. A causa di ciò, i Saharawi, il Marocco costruì un muro divisorio, lungo 2.400 Saharawi sono pure privi di chilometri, presidiato da soldati sempre pronti a sparare e documenti. Insomma, è come se reso invalicabile da mine antiuomo. fossero invisibili. Sono circa un milione e vivono oltre che nei Salem ha ricordato che la sua gente, oltre ad essere senza campi profughi del sud patria, è costretta a vivere in condizioni insostenibili, tra gli dell’Algeria , in Spagna. Un muro stenti, con una dieta poverissima, e con una temperatura che oscilla tra i 5 e i 50 gradi. Inoltre ha detto che i Saharawi fatto erigere dal Marocco tiene arrestati dai marocchini subiscono torture fisiche e psicologi- “prigioniera” questa povera gente, che cerca di rivendicare i che. Della drammatica situazione dei Saharawi ci avevano parla- propri diritti senza far uso di atti to quest’anno due rappresentanti di Music for Peace. La no- terroristici Per la buona riuscita di questo stra scuola, infatti, raccoglie dallo scorso anno, grazie a un progetto è stato ed è mercatino interno, cibo, coperte, lenzuola e medicine per i Saharawi. La nostra classe in particolare ha svolto quest’an- fondamentale anche l’aiuto delle no ricerche su questa popolazione e realizzato un filmato con scuole, con il materiale di prima Windows Movie Maker. Alcuni di noi, inoltre, hanno prepara- necessità raccolto dai ragazzi. Recentemente sono venuti nella to dei volantini per convincere la gente ad aiutare il popolo nostra scuola due ragazzi di Saharawi. A proposito, chi vuole sostenere i profughi può Music for Peace che hanno consultare il sito:www.creatividellanottemusicforpeace.org Tornando all’ex Sahara spagnolo. E’ evidente che il deside- partecipato al progetto e che facevano parte dell’ equipe che è rio di tutti i Saharawi è che vi possa essere presto un refeandata a portare gli aiuti ai rendum per l’autodeterminazione del loro popolo. Saharawi. Ci Hanno mostrato E’ anche il nostro augurio. Ma non sarà facile arrivarci. il Marocco, infatti, non ha nessuna intenzione di abbandonare alcune immagini e un filmato sulla consegna di cibo e un territorio con il secondo giacimento mondiale di fosfati e medicinali ai Saharawi importanti risorse petrolifere. Denise RizzinI 2 B

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Lorenzo Gambelli 2 B


" Dal 30 dicembre 2008 al 3 maggio 2009 il Comune di Genova, in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André proporrà a Palazzo Ducale un percorso multimediale sulla vita e la musica di Fabrizio. Ecco in sintesi la sua vita.. De Andrè nacque a Genova il 18 febbraio 1940. A causa della guerra visse qualche anno a Revignano d' Asti, ma finito il conflitto la famiglia rientrò a Genova. Dopo gli studi liceali , si iscrisse a giurisprudenza, ma non si laureò. Si esibì per la prima volta nel teatro-cabaret"La Borsa di Arlecchino”. Nel 1962 sposò Puni, una ragazza genovese , che gli diede un figlio Cristiano divenuto anche lui musicista. Fabrizio cominciò ad essere conosciuto grazie a brani come “La guerra di Piero”, “La ballata dell' eroe”Il testamento” “La ballata del Michè” “Via del Campo”"La canzone dell' amore perduto” “La città vecchia” “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers”e in particolare con “La canzone di Marinella”, incisa da Mina”. Nel 1968 uscì il primo album “Volume I” e l’anno dopo ”Tutti morimmo a stento”. Seguì “Volume II”. Questi album ebbero uno strepitoso successo. Nel 1970 uscì “La buona novella”, tratta dai Vangeli apocrifi, con “Il testamento di Tito”. Nel 1971 “Non al denaro, non all' amore né al cielo”), che prende spunto dalla famosa raccolta “Spoon River” di Edgar Lee Masters, Nel 1973 e nel 1974 e nel 1975 uscirono rispettivamente "Storia di un impiegato”, “Canzoni”, e “Volume III” , in collaborazione con Francesco De Gregori. Nel 1975 Fabrizio fece la prima tournée. Successivamente si trasferì in Sardegna, dedicandosi all' agricoltura ed all' allevamento, vicino a Tempio Pausania. Nel 1978 uscì l’album “Rimini”, Nel 1979 De André fece un Tour con la Premiata Forneria Marconi, con un doppio album dal vivo. Quello stesso anno fu rapito con la compagna, la cantante Dori Grezzi, e liberato dopo quattro mesi. Nel 1981 uscì un album senza titolo, chiamato “L' indiano”, per la sua copertina. Nel 1984 Fabrizio incise insieme a Mauro Pagani “Creuza de ma”, un album stupendo nel quale fuse il genovese dei testi e i suoni mediterranei . Nel 1990 uscì l' album “Le nuvole” , l’anno successivo il doppio live”1991-Concerti” e nel 1996 “Anime salve”. De Andrè morì tre anni dopo, nel gennaio 1999, a causa di un tumore. Francesca De Gaetano 2 B

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Dopo due anni di ristrutturazione, sono state inaugurate le nuove piscine di Albaro, trasformate in un polo sportivo. Si è trattato di un restauro conservativo( ad esempio le gradinate sono state recuperate mantenendo il progetto originale), perché l’edificio, che è del 1935 e che fu inaugurato per la prima volta da re Vittorio Emanuele III, è sotto tutela della Soprintendenza. . Ciò non significa però che non ci siano delle innovazioni . Basti pensare che dalla fine di marzo ha cominciato a funzionare il polo fitness che si estende per 3.000 metri quadrati e comprende anche un centro benessere con palestra, sauna, , bagno turco, centro estetico, vasche idromassaggio e vasca per acquagym. Entro l’autunno sarà pronto un parcheggio sotterraneo a due piani. Entro giugno, invece, tutte le vasche saranno agibili : quella interna ( le cui dimensioni sono curiose, è lunga infatti 33,333 metri), quella olimpionica e la vasca per i bimbi. Ci saranno anche ombrelloni, lettini e cabine e un ampio solarium. Come se non bastasse, si potrà anche fare shopping nella ventina di negozi che vi sono ospitati, tra cui una gelateria, una profumeria, un parrucchiere, un negozio di oggettistica .Ci sarà anche un ingresso, con ascensore, su via Boselli, con accanto un autosilo con 120 box L' orario di apertura , per i primi mesi andrà dalle 7.30 alle 20.00, ma successivamente sarà esteso fino alle 22.30. Che dire per concludere? Ebbene , andate tutti a nuotare ad Albaro!!! Francesca Parodi 2 B


Sturla è il quartiere di Genova, dove vivo. Mi sono chiesto a volte se sia un buon quartiere e quali servizi offre ai suoi abitanti. Per provare a rispondere a queste domande ho anche realizzato una mini inchiesta. Nei servizi scolastici Sturla, unitamente ai quartieri immediatamente confinanti, offre tre scuole dell’ infanzia ( Cavallotti , Chighizzola , ospedaliera del Gaslini), quattro scuole primarie (Govi , Vernazza , Sacro Cuore, ospedale Gaslini), una scuola secondaria (Bernardo Strozzi) ed un liceo scientifico e classico (Martin .Luther .King). Per quel che riguarda i servizi sanitari, Sturla ospita l'ospedale pediatrico G.Gaslini, di fama internazionale, dotato di pronto soccorso e un poliambulatorio della Asl, Vi sono 23 medici e 2 pediatri di base. Sturla ha quattro farmacie, distribuite sul territorio del quartiere. Dal punto di vista della sicurezza, il quartiere è messo abbastanza bene! Ospita la caserma V. Veneto, sede del Comando Regionale dei Carabinieri, la caserma P. Ilardi, sede del Commissariato di Polizia, e una sezione di Polizia Municipale. Anche per ciò che riguarda lo sport Sturla non si può lamentare. Troviamo infatti, il campo di atletica leggera di Villa Gentile e la piscina della Sportiva Sturla. Vi hanno inoltre sede varie associazioni sportive di vela e canottaggio. Tra gli altri servizi, voglio ricordare la presenza di quattro banche (Carige, Bnl, Banco di Sicilia, Banco di Chiavari), di due uffici postali, di un ufficio decentrato dell’ anagrafe e di una stazione ferroviaria. Le linee di autobus, infine, sono numerose sia per il centro città che per il levante.I supermercati sono sei e c’è un mercato rionale comunale in Via Isonzo.Per chi legge i giornali sarà interessante sapere che a Sturla ci sono sei edicole.Quanto ai negozi, ve ne sono molti di vario genere.Ho raccolto alcuni pareri sul quartiere. Una signora mi ha detto che a Sturla non manca niente ed è contenta dei servizi che sono erogati, perciò dà come voto al quartiere un 7. Un’altra signora dice che mancano una libreria e una biblioteca. Per il resto pensa che sia un bel quartiere e dà come voto un 8. Un signore dice che mancano i parcheggi e che sarebbe opportuno che la metropolitana arrivasse anche da queste parti, per il resto è soddisfatto e dà come voto un 7

La vita per i daini della villa Duchessa di Galliera di Voltri è diventata una tortura a causa del sovraffollamento, Dovrebbero essercene quindici, invece ve ne sono oltre cento Inoltre mancano la manutenzione , la cura degli animali e ogni controllo sanitario, lo hanno rilevato l’Enpa(Ente Nazionale per la protezione degli animali) e i veterinari della ASL 3. La responsabile dell’Enpa Rosanna Zanardi ha detto che fino a 12 anni fa i daini in eccesso venivano trasferiti in Sardegna e le femmine sterilizzate. Da allora questo non avviene più. Il risultato è che la natura ha fatto il suo corso, senza che però gli animali potessero allargare i loro spazi come avviene in natura. L’area in cui i daini possono pascolare liberamente è la stessa di 12 anni fa!. E il numero dei daini è destinato a crescere, visto che sei femmine sono in dolce attesa. Mi ha colpito venire a conoscenza che nessuno nei giorni festivi porta da mangiare ai poveri animali! Proprio la penuria di cibo ha portato nell’ultimo anno alla morte alcuni esemplari. Invito il Comune a fare qualcosa per i daini della Duchessa di Galliera: costruire nuovi recinti, sterilizzare gli animali, occuparsi di più di essi. In alternativa si potrebbe trasferire altrove almeno una cinquantina di animali. Miriam Lebrun 2 B

Michele Ferrari Laboratorio di giornalismo della 1 B

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È notizia recente che un ragazzino è finito all' ospedale Galliera e ne avrà per almeno dieci giorni. Ha riportato contusioni e lividi su più parti del corpo. Il ragazzo ha 12 anni e soffre di dislessia, forma di disturbo dell' apprendimento, e di una forma di obesità, per questo i compagni di un istituto privato genovese, lo isolano e lo prendono in giro. La madre dice che al figlio è stata diagnosticata la dislessia, che comporta errori nella lettura, nei calcoli, nello scrivere;da quando frequenta la seconda elementare; la sua intelligenza è comunque assolutamente normale. Questo problema, unito all' obesità, ha fatto sì che le “prese in giro” da parte dei compagni fossero sempre più frequenti: ultimamente erano arrivati ad incolparlo ingiustamente di avere scritto alcuni bigliettini. Pochi giorni fa, il ragazzino è stato aggredito e picchiato da tre coetanei. Il mio parere è che questi ragazzi dovrebbero vergognarsi. Costoro anziché difendere i più deboli, li aggrediscono arrivando a rendersi protagonisti di episodi di vero e proprio bullismo.

Due studenti di un istituto professionale di Palermo, uno di 17, che frequentava ancora il primo anno, e uno di 18, che avrebbe dovuto sostenere a giugno l’esame di maturità, hanno perso l’anno scolastico.Per decisione del Consiglio d’Istituto, sono stati infatti espulsi dalla scuola fino alla fine dell' anno scolastico, come prevede il nuovo regolamento disciplinare voluto dall’ex ministro Fioroni. Avevano confessato di essere stati loro a convincere il 29 febbraio scorso un ragazzo disabile a picchiare uno studente del primo anno durante i corsi di recupero pomeridiani della scuola. Quel giorno, dopo un' ora e mezza di lezione, la professoressa aveva deciso di concedere una pausa ai ragazzi. Il ragazzino di prima , un adolescente timido e schivo, anziché uscire con i coetanei, era rimasto in classe per sistemare gli appunti. Non ne aveva però avuto il tempo, infatti era stato raggiunto dal compagno disabile che prima l’ aveva minacciato, poi l’aveva picchiato con calci e pugni, infine l’aveva sbattuto più volte contro il muro. Sentendo il rumore causato dall’aggressione erano accorsi nell’aula i bidelli e gli insegnanti, poi era arrivato il dirigente scolastico, al quale i due studenti hanno confessato in un secondo tempo di essere stati loro a istigare il compagno disabile. Nel frattempo il ragazzino vittima dell’aggressione era stato portato in ospedale, dove aveva avuto una prognosi di due giorni. I due”bulli” come ho detto hanno perso l’anno, il ragazzo disabile è stato invece sospeso per 10 giorni.

Andrea Biamino Laboratorio di giornalismo della 1 B

Un alunno pone una domanda all’allenatore Walter Novellino durante la presentazione di Strozzi News dello scorso anno Pagina 13

Jennifer Tapia Murillo 2 B


Si stanno verificando molti episodi di vandalismo e bullismo in Italia e anche Genova non è esente da questi tristi fenomeno. Sui giornali si parla spesso di ragazzi non ancora sedicenni che vanno in giro per la città a commettere atti vandalici. La colpa, secondo me, non è soltanto la loro, ma colpevoli sono anche i rispettivi genitori. Se avessero insegnato ai figli il giusto comportamento, probabilmente certi episodi non sarebbero mai accaduti. Quanto ai “bulli” se la prendono sempre con i più deboli o con i più piccoli picchiandoli, rubando loro oggetti, mettendo in giro voci false che riguardano il malcapitato. Ai bulli piace il protagonismo, far vedere agli altri compagni e agli amici cosa sono capaci di combinare. Di solito c’è sempre un leader, che comincia con le angherie sui più deboli, dopo come le pecore, arrivano gli altri del gruppo che imitano il loro “capo” Il modo migliore per non essere più vittime dei bulli, a mio avviso, è quello di raccontare tutto a casa, senza aver paura delle loro minacce, nei casi più gravi ci penseranno i genitori a denunciare il fatto alle autorità di polizia. . Così facendo si potrà forse sconfiggere il bullismo. Quanto alle pene, le punizioni per i bulli e per i vandali dovrebbero essere esemplari, potrebbero ad esempio essere utilizzati per lavori socialmente utili, ad esempio pulire le feci dei cani nei parchi, pulire le spiagge, i giardini, dando notizia di queste punizioni. Al contrario, secondo me, non si dovrebbe parlare in televisione o sui giornali delle loro”imprese” .Credo che finché non verranno presi duri provvedimenti verso queste persone, nulla cambierà. Davide Cipolla Laboratorio di giornalismo della 1 B

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Il bullismo è un comportamento orribile attuato da alcuni ragazzi nei confronti di altri. Si registrano casi gravi in tutta Italia, soprattutto nelle scuole. Recentemente ho letto che i bulli hanno picchiato ragazzi più piccoli o deboli(penso al povero ragazzo down) e preso in giro con cattiveria alcuni coetanei per comportamenti un po’ femminili. I bulli sembrano fieri delle loro azioni, con le quali vogliono dimostrare di essere dei leader. Mi piacerebbe poter far capire loro la gravità di certi comportamenti. Con i loro gesti rischiano di rovinare per sempre la vita delle loro vittime. Beatrice Galvagno 1 B


Il 18 marzo scorso Frederich Vernarelli un giovane romano ubriaco, guidando in maniera folle, ha travolto e ucciso sulle strisce pedonali due turiste irlandesi che stavano attraversando la strada sul Lungotevere romano,. L’automobilista, il cui stato di ubriachezza è apparso subito evidente, è sceso dall’auto dopo l’incidente per vedere i danni provocati dallo scontro. Accortosi di aver ucciso due persone, è scappato a gran velocità, terminando la sua corsa poche centinaia di metri più avanti contro alcune auto parcheggiate e cassonetti della spazzatura. Lì gli agenti della polizia municipale lo hanno bloccato.Il giovane ha rifiutato di sottoporsi al test per il controllo dell’alcool nel sangue. Più tardi i medici di un ospedale romano gli hanno trovato un eccesso di alcool quattro volte superiore al consentito.I giudici hanno deciso per gli arresti domiciliari. Trovo assurdo che si sia permesso a quest’incosciente di tornare a casa dopo aver ucciso con il suo comportamento criminale due persone! jennifer Tapia Murillo 2 B

( Molti ragazzi nella speranza di “catturare” qualche video interessante da mettere on line su You Tube escono sempre con la videocamera. Lo abbiamo letto sul giornale. La passione di riprendere qualsiasi cosa ha portato alcuni giovani a filmare il corpo straziato di una coetanea.Il fatto è accaduto a Modena pochi mesi fa. Ecco la vicenda. Una povera ragazzina, Sara Hamid è stata investita da un pullman, che ha fatto scempio del suo corpo, al punto da decapitarla. Alcuni compagni di scuola, invece che piangere di fronte a quella scena sconvolgente hanno iniziato a filmare. Come se non bastasse,come detto, hanno messo nei giorni successivi i video sul web. Non è possibile agire così. E’ indecente! Abbiamo chiesto ad Alessio un nostro compagno cosa pensasse di quanto è successo a Modena. Ecco cosa ci ha detto: “Si tratta di gente stupida, vuota, senza sentimenti. Ho letto addirittura che qualche ragazzo rideva davanti al corpo della sventurata ragazza. Che vergogna!! Spero che i colpevoli siano individuati e puniti, almeno dalla loro scuola" E'proprio quello che ci auguriamo anche noi.. Ayla Schiappacasse Francesca De Gaetano 2 B

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Caro Renato, per noi eri un compagno di scuola come tutti gli altri, con l’aggravante che non avevamo modo di vederti all’intervallo, perché eravamo in due plessi diversi della Strozzi. Per tutto questo tempo di scuola media abbiamo dunque ignorato la tua esistenza, ma adesso che non ci sei più, avremmo una grande voglia di conoscerti.Un nostro compagno di classe ci ha detto che giocavi a pallanuoto e ti divertivi come tutti i ragazzi della nostra età. Dopo quel tragico pomeriggio, avremmo voluto vederti di nuovo sorridente e simpatico, come tutti i nostri amici ti descrivevano e in quei pochi giorni di attesa e speranza, durante il coma, siamo state vicine con il cuore a te e a tutti quelli che hanno sofferto e trepidato per la tua sorte, come i tuoi familiari. Caro amico, ci hai lasciati all’improvviso , senza un perché, senza una ragione, ma per noi, e per tutti quelli che ti hanno voluto bene e che ti vogliono ancora bene, ci sarai sempre! Ti guarderemo da quaggiù, Renato, e da ora in poi sarai il nostro piccolo angelo. Virginia & Ayla 2B

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Se n’é andato . E non tornerà. Se n’è andato da piccolo , ancor prima di scoprire come era il mondo. Se n’è andato lasciando in lacrime mamma e papà, l’intero paese. Se n’è andato a tre anni per un tragico destino. E’ la triste sorte capitata a un bambino operato di tonsille al Gaslini, dove ogni giorno medici straordinari compiono veri miracoli . L’autopsia risolverà l’enigma. Io non ho conosciuto quest’uomo(hai letto bene), lo definisco così per la sua fine e per il suo coraggio,ma so che abitava a Valle, un paesino vicino a Gavi, la città del Forte, un tempo Feudo, dove mi reco ogni week end, che ora è straziata dal dolore di una morte che ha dell’incredibile. Anche se non conosco né il nome, né il cognome del bambino, capisco quale possa essere il dolore per una morte improvvisa(quella di mia nonna paterna che mi guarda da lassù). Il bimbo lascerà nei suoi un vuoto incolmabile. Ieri sera ho osservato il cielo e ho avvistato un astro che non avevo mai notato: è lui. E splende alto nel cielo, più di tutte l altre stelle. E’ un angelo che sarà il custode di sua madre. Auguro ai genitori di avere la forza di andare avanti, ma non sarà facile avendo davanti agli occhi il seggiolone, ora vuoto, dove fino pochi giorni fa sedeva il loro bambino.. Una cosa di lui non morirà mai Il ricordo. Il ricordo di un piccolo che non ha quasi vissuto la “missione” della vita. Oggi il cielo è nuvoloso, ma sono fiducioso che torni il sole, così come il bene vince il male, la vita vince la morte, la pace vince la guerra, la giustizia sconfigge la delinquenza, l’arcobaleno spunta dopo la pioggia. Ciao, piccolo angelo, proteggi i tuoi genitori e sostienili dalle nuvole sulle quali vivi ora. un saluto da Paolo Paolo Bruzzo I E


Il 1 febbraio scorso è intervenuto a scuola, il signor Gilberto Salmoni, un italiano di origine ebraica, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, che ha raccontato a noi, ragazzi delle classi terze, la sua drammatica vicenda. Dopo essersi presentato e aver parlato del contesto storico della seconda guerra mondiale, ha esposto la sua testimonianza di sopravvissuto, lo ha fatto servendosi anche di alcune immagini proiettate nell’aula. In alcune di esse erano visualizzati i dati impressionanti relativi ai campi di concentramento. Ve ne furono ben 1500. In quei campi dell’orrore furono uccise circa 11 milioni di persone, tra cui sei milioni di ebrei, quattro milioni di avversari politici, quattrocentomila zingari, oltre a omosessuali e testimoni di Geova. Parlando dei fatti della Seconda guerra mondiale, il nostro ospite ha ironizzato sul pensiero di Hitler. Il Fuhrer, come si sa, riteneva che gli ariani fossero la razza umana superiore, i nazisti dovevano essere alti, biondi e con gli occhi azzurri. “Proprio come lui...che era basso, bruno e con gli occhi neri”ha detto Salmoni. Il nostro interlocutore ci ha detto poi di essere nato il 15 giugno 1928 a Genova e di aver studiato nelle scuole pubbliche fino al 1938, anno in cui furono introdotte le leggi razziali che diversificavano il trattamento sociale, economico e politico dei cittadini ebrei. A causa di quei provvedimenti legislativi, dovette iscriversi alla scuola svizzera. In quello stesso periodo il padre e il fratello furono licenziati. Sedicenne, il 17 aprile del 1944 fu arrestato dai repubblichini al Passo della Forcola, mentre stava raggiungendo con i suoi(padre, madre e sorella), la Svizzera. I genitori e la sorella furono deportati nel lager di Auschwitz, da dove non tornarono più. Lui e il fratello, internati nel campo di sterminio di Buchenwald, riuscirono invece a salvarsi, liberati il 11 aprile del 1945 dall’esercito americano. Conclusa la narrazione, che è risultata molto coinvolgente, anche per il modo semplice e chiaro che ha utilizzato il signor Salmoni per esporre la sua esperienza di vittima delle leggi razziali , gli abbiamo posto alcuni quesiti sulle leggi razziali e i lager. A una nostra domanda Salmoni ha risposto “Dai campi di concentramento ho imparato a battermi fino alla fine anche se ho solo l’1% di possibilità di riuscire nel mio intento”. La fine dell’incontro è stata segnata da un prolungato applauso che ha emozionato il nostro ospite. Classe 3 C

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Si pensa ad Albert Einstein solo come a un grande scienziato, allo scopritore della teoria della relatività, che rivoluzionando il modo di intendere lo spazio e il tempo determinò la nascita della fisica moderna. Non molti sanno che Einstein, scienziato tedesco di origine ebrea , premio Nobel nel 1921, dovette fuggire dalla Germania nel 1933 dopo la presa del potere di Hitler. All’inizio si rifugiò in Belgio, poi andò in Inghilterra, infine raggiunse gli Stati Uniti, stabilendosi nel New Jersey e rinunciando alla cittadinanza tedesca. Per vendicarsi, i nazisti distrussero la sua casa estiva vicino a Berlino e gli rubarono la barca a vela. Una volta in salvo, Einstein, professore a Princeton, volle essere d’aiuto ad altri perseguitati, riuscì infatti insieme alla moglie, con dei permessi di estradizione, a salvare molti ebrei dai campi di sterminio. Segue a p. 24


. La Lanterna fu costruita sulla collina di Promontorio, Secondo alcune fonti la costruzione della prima torre avvenne nel 1128. Alta poco meno dell' attuale, serviva da semplice torre di guardia. Solo più tardi, e precisamente dal 1316, la Lanterna di Genova da semplice torre di guardia divenne anche un faro. Sino ad allora il faro genovese era il falò che veniva acceso in cima al promontorio di Capo Fa-

ro La prima lanterna fu installata nei primi decenni del 1326; essa era alimentata da olio di oliva proveniente dalle riserve del doge. Attorno al 1400 il manufatto fu adibito anche a prigione: vi furono rinchiusi come ostaggi anche il re di Cipro e la moglie. Intorno al 1513, durante l’assedio del forte della Briglia , fatto costruire da re Luigi XII durante la dominazione francese, il faro venne centrato dai colpi di bombarda sparati dagli insorti genovesi e cadde a terra con una parte della seconda torre; così per quasi trent’anni non fu d’aiuto ai naviganti. La torre venne ricostruita solo nel 1543 utilizzando 2000 quintali di calce, 120 mila mattoni e 160 metri di nuove pietre squadrate in aggiunta a quelle recuperate. Inoltre fu sistemata una nuova lanterna, ornata con una croce dorata, a rappresentare San Giorgio, sulla cupola, costruita in legno di rovere e ricoperta con fogli di rame e piombo. Nel 1681 la cupola fu ricostruita utilizzando legno di castagno. Nel Seicento l’edificio venne collegato alla cinta delle Mura Nuove, che chiudevano ad anfiteatro la città, e al Molo Nuovo, edificato per difendere il porto dalle violente mareggiate. Nel 1684, nel corso del bombardamento francese di Genova, un colpo dell’artiglieria distrusse la vetrata della cupola. L’architetto Gregorio Pettondi nell’anno 1785 fece ridipingere sulla facciata nord lo stemma del Comune di Genova. La Lanterna come la vediamo oggi è formata da due torri, divise da due cornici con archetti pensili, E’alta 117 metri e la sua luce ha una portata di 27 miglia marine(50 km). Dalla terrazza della seconda torre che si raggiunge dopo 375 scalini, si può ammirare tutto il Golfo Ligure

Il poeta Alberto Pasolini è nato a Genova il 13 settembre 1921 e vive a Quarto da più di cinquant’anni. Tutte le sue poesie nascono all’improvviso, ispirate da semplici spunti, come una statuina di porcellana, e parlano, soprattutto quelle più recenti, della natura, dell’amore e della vita. Le prime poesie di Pasolini, che iniziò a scrivere versi sin da bambino, erano caratterizzate dalla presenza di rime baciate ed erano solo in italiano, invece le ultime seguono una tecnica più moderna e sono solitamente in dialetto genovese. Sono proprio le poesie ed i racconti in genovese, scritti a partire dal dopoguerra, che gli hanno dato maggior notorietà nel mondo letterario; infatti Pasolini, grazie all’uso delle parole in dialetto, riesce a conferire una musicalità particolare alle sue poesie e a far sì che esse suscitino particolari emozioni nei lettori. In tutti questi anni Alberto Pasolini ha partecipato a diversi concorsi letterari ed ha vinto circa 60 premi. segue a p. 43

Simone Garibotti Laboratorio di giornalismo della 1 B

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Nel Myanmar (Birmania) sono morte ventitremila persone e ci sono stati trentasettemila dispersi per il ciclone Nargis. Centinaia di migliaia di persone hanno perso la loro casa e ora hanno bisogno di un riparo e di acqua potabile. La tempesta tropicale ha colpito soprattutto le coste meridionali della Birmania, dove si trova la capitale Rangoon, e il delta del fiume Irrawaddy con raffiche di vento a 190 km orari. Ayden Aadil II B

Due terremoti hanno colpito poco tempo fa le Filippine, il mio paese. L’ultimo terremoto è stato nel nord alla fine di marzo. Non ci sono stati morti. L’altro , di 7 gradi della scala Richter, aveva colpito le coste sud orientali. Per fortuna tutte e due le volte non c’è stato uno tsunami Francesca Baril 2 B

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Oggi 17 Aprile , dopo una lunga camminata , accompagnati dal prof.Braggion e dal prof. Magni, siamo arrivati nell’aula video della succursale di via Vecchi dove ci aspettavano altre due classi (la III E e la 1I D), ,per assistere al secondo incontro con il giornalista Massimo Minella. Dopo una breve presentazione del progetto da parte del dottor Minella agli alunni di III E, noi e i ragazzi della 1 D abbiamo cominciato a leggere i nostri articoli.di cronaca nera, bianca, rosa, cultura. C’è stato spazio anche per alcune interviste immaginarie a personaggi importanti. Man mano che leggevamo i nostri lavori , il giornalista li commentava e ci invitava a riflettere su di essi.. A un certo punto, visto che noi non ce la sentivamo, il nostro professore di italiano (Braggion) ha letto alcune lettere dedicate da noi alunni a Renato il ragazzo della nostra scuola morto a causa di un fatale incidente. Molti di noi si sono commossi, e alcuni hanno pianto. Terminato l’incontro abbiamo consegnato i nostri articoli a Minella, che si è complimentato con noi e con i ragazzi di via Vecchi per i nostri scritti, e ci siamo avviati verso l’uscita della scuola. Virginia Vannucci, Francesca De Gaetano, Ayla Schiappacasse , Francesca Parodi, Denise Rizzino, Miriam Lebrun 2B


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Per tutti gli studenti che magari nascondevano il brutto voto della giornata o che non facevano vedere ai genitori la nota sul diario, o che la mostravano con giorni di ritardo attendendo il momento più opportuno, il 2010 sarà un anno duro. Da quell'anno infatti le scuole britanniche metteranno on-line tutti i voti, gli avvisi, le note, perfino le pagelle di ogni alunno, in modo che i genitori siano avvisati in tempo reale e che vi possa essere una costante comunicazione tra insegnanti e genitori. Qualsiasi informazione sugli alunni verrà inviata con una e-mail e sarà visibile in modo riservato sul sito della scuola. Perfino i compiti assegnati saranno visibili e consultabili sul web. Questo vorrà forse dire che le pagine del diario non saranno più piene di avvisi e compiti, di ricordi e di dediche dei compagni più cari. Non si potrà provare la consueta emozione a ritirare la pagella cartacea, pensando tra sé e sé ”chissà cosa ne penseranno i miei?”. Non sarà più necessario raccontare l’andamento della giornata scolastica alla mamma, tanto è tutto sul sito? Forse è davvero troppo! Pensandoci bene però, lo stesso “choc” che proveranno i ragazzi inglesi lo avrebbero certamente avuto i grandi poeti e romanzieri del passato se avessero potuto vedere le trasformazioni determinate dall’utilizzo dell’informatica. Vedremo come andrà a finire e se anche da noi passerà il modello-scuola britannico. Noi siamo curiosi ...e voi? Francesca Traverso Laboratorio di giornalismo

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Nella passata legislatura, la Commissione d’inchiesta del Senato sull’uranio impoverito ha accertato che oltre duecentocinquanta militari italiani in missione all’estero negli ultimi dieci anni si sono ammalati di cancro e trentasette sono morti. Secondo molti, la causa più probabile della malattia è l’essere venuti in contatto con l’uranio impoverito, cioè il prodotto di scarto del processo di arricchimento dell’uranio che serve per utilizzare i reattori e le armi nucleari. Sembra che anche i proiettili in dotazione alle forze USA contenessero uranio. Secondo altri non c’è la certezza che a causare i tumori sia stato proprio l’uranio, i soldati, infatti, potrebbero essersi ammalati a causa del cocktail di vaccinazioni imposte ai militari in missione all’estero. Secondo noi, si deve fare chiarezza al più presto. Davide Cipolla, Vladimir Minciardi, Gabriele Marmo, Matteo Valdi, Lorenzo Runcino e Matteo Zito 1B

Nell’articolo a sinistra si parla di note e pagelle on line nelle scuole inglesi. Pare che il nuovo ministro della Funzione Pubblica, Brunetta, voglia copiare l’idea britannica. Ha detto infatti che entro un anno e mezzo, al massimo due, le pagelle , "dovranno essere lette su internet. (e che). la carta deve sparire" Bella idea, anche se, come abbiamo visto, non è originale, ma tutte le famiglie italiane sono collegate a internet?

della 1 B Edoardo Catagua e Andrea Mazzoni 2B

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Sul libro “Genova in guerra nell’ultimo conflitto mondiale” è pubblicata un’intervista fatta anni fa al genovese Antonio Ramognino, che lavorò alla Piaggio di Sestri come progettista in tempo di guerra. Ramognino disse di essersi stupito che Sestri Ponente non fosse mai stata presa di mira dai bombardamenti navali od aerei nemici durante la guerra pur essendoci i cantieri navali, le Officine Ansaldo-Fossati, che producevano carri armati, la Piaggio, la San Giorgio (che realizzava periscopi per sommergibili, telemetri per navi da guerra) e la Odero-Terni-Orlando (macchine di bordo). La Piaggio di Sestri, produceva allora vetture ferroviarie (comprese quelle reali), arredamenti di bordo, eliche di aviazione , ali, impennaggi, radiatori e tubi di scarico per motori stellari. E’ interessante il racconto di Ramognino della vita in fabbrica: “Si lavorava volentieri. Quello che mancava erano le materie prime.”. Alla Piaggio impiegavano acciaio fornito dalla Svezia o dalla United States Steel, americana. Esso arrivava in fogli. Per realizzare i tubi di scappamento, che avevano una

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particolare curvatura, si avevano scarti enormi, con costi elevati, Ramognino , che lavorava alla progettazione, per risolvere il problema ricavò i tubi da nastri d’acciaio, anziché da piastre, con grande risparmio. Ramognino ideò inoltre un siluro pilotato, o barchino. Esso non doveva navigare in immersione, ma a pelo d’acqua. Con l’aggiunta di galleggianti supplementari se ne poteva aumentare la portata. Conteneva una o più cariche esplosive. Ne fu realizzata una serie di 40 in leghe leggere, per poterli trasportare in aereo. Questi siluri non furono però mai impiegati in guerra. Ramognino era molto stimato alla Piaggio. Lo dimostra un aneddoto raccontato da lui stesso. Un Natale, del ’41 o del ’42, andò a fare gli auguri al suo capo. Discussero un po’. Dopo che il progettista tornò dietro il suo tavolo, arrivò un contabile con un foglietto, più piccolo di un biglietto del tram, su cui era scritto “Ricevo lire 252. Il progettista firmò e, con quel capitale in tasca, corse ai cantieri di Voltri a comprare la sua prima barca a vela! Marco Mazzella 2 B

Vernazzola, a Sturla, è molto bella ed è abbastanza frequentata, specie d' estate. Ogni anno viene organizzata la festa del Borgo. In quell'occasione la società sportiva Ciappelletta organizza una bella festa con fuochi d' artificio.La notte di Capodanno uno spettacolo di f uochi color a il cielo.Vernazzola è rinomata pure per la pesca sportiva: ogni giorno una decina di pescatori, con tanta pazienza, aspetta sugli scogli che abbocchi qualche pesce.Vernazzola ha anche una spiaggia che mi sembra, a pr esc in der e da i pr obl em i che elencherò, molto carina.Veniamo appunto ai problemi, che mi hanno fatto titolare l’articolo “povera Vernazzola”. La spiaggia è sporca (piena di bottiglie, scatole ecc.) Le persone perciò si "affollano" sugli scogli, lungo i quali si sta "appiccicati". In mare,invece, la gente si "ammassa" nell' unico angolo di acqua pulita una . sorta di oasi. L' acqua è infatti sporca altrove, perché il depuratore è quasi sempre inattivo. Molti volontari si danno da fare per ripulire la spiaggia di Vernazzola, ma il loro enorme sforzo non solo non viene riconosciuto (nemmeno un grazie per il loro impegno), ma risulta vano, perché, in men che non si dica, la spiaggia viene di nuovo sporcata. Quanto al mare, basterebbe che il depuratore venisse sottoposto a controlli regolari Comune... se ci sei batti un colpo! Michele Ferrari Laboratorio di giornalismo della 1 B


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Non ha ancora un vero nome, per adesso lo si definisce HPS(Human Patient Simulor). Si tratta di un paziente a tutti gli effetti, anche se è solo un robot. L’hanno creato da poco in America e ne esistono pochi esemplari al mondo, uno di essi è conservato in Italia, precisamente a Padova. HPS arriva a manifestare fino a settanta patologie diverse e può riconoscere oltre cento medicinali. I suoi occhi si aprono o chiudono a seconda che sia anestetizzato o meno, e le pupille si dilatano o restringono a seconda della luce, Si possono sentire i battiti del suo cuore e rallentarli per simulare un’aritmia. Quanto al sangue, quello del robot, che è in grado anche di urinare, è molto somigliante al nostro. Sempre a proposito di sangue, è possibile provocare al “roboumano”problemi alla circolazione. Altra importante caratteristica che lo accomuna al paziente umano è la possibile morte, in caso di fallimento dell’operazione. Con una differenza non da poco,però, il paziente robot torna in vita dopo pochi minuti. Sempre a proposito di innovazioni in campo sanitario, pare che tra qualche anno potremo portare scarpe con particolari sensori e plantari, capaci di misurare la nostra camminata e di paragonarla con quella dei giorni precedenti, rilevando così un eventuale problema neurologico Leggere questa ed altre notizie di questo tipo fa capire che ormai stanno quasi scomparendo i confini tra realtà e fantascienza! di Matteo Altamura e Ivan Mirabile 2 B

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". Stanno per essere messi in commercio nuovi scooter e auto, per migliorare il nostro futuro. Le innovazioni principali sono due: il progetto Ecomission e l’auto all’idrogeno. Ecomission è realizzato da Dreamcars, società ideata e sviluppata dal genovese Walter Pilloni che si propone di far diventare Genova un centro d’eccellenza del veicolo elettrico, unica vera alternativa alle auto tradizionali per ridurre i problemi ambientali e per fronteggiare l’aumento continuo del prezzo del carburante. Si tratta infatti di un tipo di mobilità che agevola oltre che il guidatore anche l’ambiente. E’ necessario, secondo Pilloni, che lo Stato incentivi chi decide di passare ai mezzi elettrici, anche perché tra qualche anno i centri urbani saranno transitabili solo da questo tipo di veicoli. Dicevamo prima dell’auto all’auto all’idrogeno. Si è dato il via in Puglia alla prima rete al mondo di distributori di idrogeno e idrometano. L’accordo è stato presentato a Roma dall’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio e dal professor Jeremy Rifkin, il quale ha detto che si tratta di un momento storico per il mondo, addirittura di una rivoluzione. “In Puglia si realizza–.ha affermato-la terza rivoluzione industriale, quella dell’idrogeno con l’energia del sole e del vento nei serbatoi delle auto” Non c’è dubbio, al di là forse delle esagerazioni di Rifkin, che quella dell’idrogeno è la sfida del futuro. Matteo Altamura e Angelo Musso 2B


Oggi venerdì 11 aprile ci siamo immedesimate nei panni delle giornaliste, recandoci nella palestra Arabesque, per intervistare la direttrice e insegnante di danza Simona Magnani. Le abbiamo rivolto alcune domande sulla sua carriera di ballerina e sui progetti per il futuro. Simona è stata molto contenta di risponderci. Cos’è per te la danza? Come e quando è iniziata questa passione? “La passione per la danza è iniziata da piccola, l’ho coltivata col passare degli anni, grazie all’aiuto della mia insegnante che mi ha permesso di migliorare sempre di più, da gioco la danza è diventata per me un lavoro” Quali scuole hai frequentato e con chi hai lavorato? “Durante i primi anni della mia carriera ho frequentato alcune scuole di danza genovesi, dopo la maggiore età ho continuato gli studi a Milano, lavorando anche con la compagnia americana di David Parker, in tournée in Italia. Immaginiamo che ogni volta ballare sia per te una grande emozione, come riesci a vincere l’ansia? “Per vincere l’emozione ogni ballerino ha un proprio metodo personale, Io, prima di salire sul palco, cerco uno spazio tranquillo che mi consenta di concentrarmi e rilassarmi. Con l’esperienza si è più in grado di controllare l’ansia, che comunque non sparisce mai del tutto ed è meglio che sia così, perché ti fa mantenere alta la concentrazione.” Qual è stata la tua migliore esibizione? “ Non saprei. Ogni spettacolo regala nuove emozioni , A proposito, benché di recente abbia avuto l’opportunità di ballare con ottimi professionisti, i balletti che ricordo con più piacere sono i primi,” In palestra abbiamo notato vari diplomi. Come si diventa insegnante? “Per diventare insegnante, la strada migliore è quella di frequentare un’accademia che rilasci un diploma idoneo per lo svolgimento di questa attività. Io, in seguito, mi sono diplomata all’ISEF. Ti senti realizzata ad essere riuscita a trasformare la tua passione in un lavoro?Sì. Mi ritengo fortunata a fare un lavoro che mi piace e mi dà soddisfazioni” Dove trovi l’ispirazione per i tuoi balletti, ti ispiri ad altre esibizioni o li inventi sul momento? “Normalmente prendo idee dal quotidiano, I movimenti, invece, li costruisco in sala assieme al gruppo. “ Che rapporti hai con le tue allieve?”Instauro sempre buoni rapporti affettivi con loro” Ascolti i loro consigli nella scelta delle musiche? “Quasi mai. In genere seguo i miei gusti” Ogni giorno a lezione, ti è necessaria tanta pazienza(ne sappiamo qualcosa anche noi). Come fai a trovarla? “Effettivamente sono paziente, forse anche troppo buona con gli allievi. Malgrado ciò, devo dire che riesco ad ottenere buoni risultati. La danza è soprattutto disciplina interiore. Ti piace andare a teatro per assistere a dei balletti oppure a fine giornata non ne puoi più della danza? “Quando posso ,vado sempre a vedere i nuovi balletti. Inoltre durante molti week end partecipo a degli stages a Milano. Non ne ho mai abbastanza” Che progetti hai per il futuro? “Ho realizzato i miei sogni e adesso continuerò a insegnare.” Finita l’intervista abbiamo ringraziato Simona per la sua disponibilità e siamo corse a cambiarci per iniziare una nuova lezione. La nostra segreta speranza è quella di diventare un giorno brave quanto la nostra fantastica insegnante. Alice Carlini e Federica Breviglieri 3 C

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Segue da p. 17

Einstein dedicò tutta la sua vita, oltre che alla scienza, all’impegno sociale.Nel dopoguerra prese posizione contro le armi nucleari e a favore del disarmo. Egli scrisse” il mio pacifismo ò un sentimento che mi domina perché l’assassinio dell’uomo mi ispira disgusto.” Edoardo Catagua 2 B

" Dopo aver superato sette duri cerchi infernali e avere visto Caronte il traghettatore, il mostruoso cane a tre teste Cerbero, la città di Dite, i Centauri, il Minotauro, le Arpie e sperimentato la terribile puzza delle anime dei violenti, sono pronto a scendere accompagnato dalla (buona)anima di Napoleone, sul suo cavallo Bianco(che ho scoperto essere marrone), nell’ottavo cerchio infernale. Per arrivarci, ci servirà, come insegna la Divina Commedia , l’aiuto del terribile demone alato Gerione, addetto al trasporto aereo delle anime. . Il mio maestro mi dice, guardandomi dall’alto del suo cavallo:”secondo la mappa, qui ,da qualche parte,dovrebbe esserci un burrone, bagnato da un fiume di sangue.Io, volgendo lo sguardo davanti a me gli dico: Ma quale burrone? Io vedo solo una fila di anime. Napoleone, paziente, mi mostra il baratro. Entriamo in un piccolo edificio vicino all’ orlo del burrone. Leggo una scritta “Gerione air”. Capisco subito che è un aeroporto.Davanti a noi c’è una gigantesca coda di anime dannate per i biglietti. Tiro un sospiro. Ci mettiamo in coda aspettando il nostro turno. Passano ben due ore prima che si riesca a raggiungere la biglietteria. Il mio maestro chiede al diavolo addetto alla biglietteria quanto costano i biglietti per un’ombra adulta, uno spirito di cavallo(marrone)e un umano di quattro anni. “Ma , veramente io ne ho tredici” dico. Napoleone mi tappa la bocca , non facendomi la frase, poi dice”Tu ne hai quattro, vero?”E’ evidente che non vuole pagare il biglietto intero. Annuisco. . Pagato il biglietto ed oltrepassata la biglietteria, un altro demone ci consegna delle corde firmate “Gerione air”. Non capisco bene a cosa servano, ma dopo che vedo il mio maestro lanciare la sua nel burrone, come del resto fanno le altre anime, faccio altrettanto.Dopo tre minuti ci appare davanti il gigantesco e mostruoso Gerione, un demone alato diverso da quello narrato da Dante. E’ un mostro con la faccia umana, le zampe da leone, il corpo da drago e le ali da pipistrello. Sul dorso ha una fila di sedili in pelle, nuovi fiammanti, firmati D&G. segue a p. 41

Un altro ragazzo è morto nei giorni scorsi a causa del calcio. Si tratta di un tifoso del Parma investito da un pullman juventino in un autogrill. Qualche tempo fa Platini, presidente dell’ Uefa, aveva dichiarato giustamente, che il vero problema del calcio è la violenza, in particolare in Italia. Aveva fatto l’esempio di Raciti, il poliziotto ucciso a Catania, e di Gabriele, il tifoso della Lazio, morto a causa di una pallottola sparata per errore da un agente.”Ormai è tutto cambiato dagli anni Ottanta – aveva osservato Platini- ormai(il calcio) è una vera e propria guerra ” , Dopo aver detto di essere d’accordo sul fatto di ripulire le curve, cioè di negare le trasferte ai tifosi violenti, aveva aggiunto, che, a suo parere, i giudici dovrebbero prendere provvedimenti più severi contro i teppisti, in modo tale che in futuro tutti abbiano la possibilità di andare allo stadio, se lo desiderano, senza temere per la propria incolumità. Parole, le sue, certamente da condividere. Diego Rubiera 1B

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! L’IUCN (istituto mondiale per la biodiversità) e associazioni ambientaliste come il WWF si battono per salvare le specie(ben ottocento tra uccelli,

pesci e rettili) a rischio estinzione . Il fenomeno è legato soprattutto all’azione dell’uomo. Le cause sono infatti l’inquinamento e i cambiamenti climatici causati da esso, il degrado degli habitat naturali(distruzione delle foreste, bonifica di aree umide ecc.), la crescita demografica, la pesca soprattutto quella a strascico, il commercio illegale. Fra le specie a rischio d’estinzione ricordiamo l’elefante, la tigre, il panda, il falco pellegrino, la tartaruga caretta caretta, di cui sono nati di recente alcuni esemplari a Valderice in Sicilia, grazie all’impegno dei volontari del WWF, la foca monaca, la balena , che vive ormai solo nei cosiddetti “Santuari delle balene” dove la caccia è proibita e l’aquila reale, di cui un sesto degli esemplari europei vive in Italia.. Penso che tutti i Paesi debbano affrontare l’emergenza estinzione per il bene del nostro pianeta.

E'iniziata a fine marzo la mattanza di circa 275 mila cuccioli di foca. Le foche saranno sterminate a mazzate sul cranio per farne pellicce. E'da anni in corso nel mondo una campagna contro la barbara uccisione di questi mammiferi marini. Anche l' ex Beatles Paul McCartney è in prima linea in difesa delle foche Fortunatamente l' Italia ha deciso di non importare nessuna pelliccia ricavata dalle foche che verranno uccise in Canada La Lav(Lega antivivizionista) sul suo sito tiene costantemente aggiornata la documentazione sullo sterminio in atto. Sul web è stato inoltre pubblicato un video per sensibilizzare la gente su quanto sia sbagliato uccidere animali per farne pellicce. Ivan Mirabile classe 2 B

Lorenzo Runcino Laboratorio di giornalismo della 1 B

Il lago Tai (Tài Hù "grande lago"), che si trova nella pianura del delta del fiume Yangze, nel cuore della cosiddetta “terra del pesce e del riso”, in Cina, è gravemente inquinato dagli scarichi di alcune industrie soprattutto chimiche, e sta morendo Il nitrogeno, il fosforo, i fertilizzanti e i liquami hanno infatti fatto proliferare le alghe azzurre(o cianobatteri) , che si sono impadronite delle acque del lago che ha ora un colore fluorescente ed emana un cattivo odore, che fa star male la gente. Almeno due milioni di persone che abitano lungo i canali, le risaie e gli stabilimenti chimici attorno al lago non possono più utilizzare le sue acque per bere e cucinare , cosa che avveniva fino a poco tempo fa). Spero che la Cina ascolti il grido di allarme degli ambientalisti. Miriam Lebrun 2 B

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" " L' Isola del Diavolo è la più piccola delle “Iles du Salut”, al largo della costa della Guyana Francese. Sull’isola, nel 1852, fu aperta una delle più terribili prigioni della storia, nota in Francia con il nome di “Bagne de Cayenne”. Oltre a ladri ed assassini furono rinchiusi nella Caienna oppositori politici come ad esempio il capitano francese Alfred Dreyfus, accusato ingiustamente di alto tradimento, e il patriota italiano Carlo di Rudio, autore nel 1858 dell’ attentato a Napoleone III , il quale riuscì a fuggire dall’isola, malgrado una giungla quasi impenetrabile. Fu uno dei pochi tra gli 80.000 deportati sull’isola del Diavolo a riuscire a fuggire. Sull’isola fu mandato anche un piccolo gruppo di donne, già prigioniere in altre carceri, affinché si sposassero con gli uomini liberati e costretti a restare in Guyana. Il libro più noto sull’isola del Diavolo è “Papillon”, scritto da Henri Charrière, un ex detenuto. Dal libro fu tratto un famoso film interpretato da Steve McQueen e Dustin Hoffman. Il governo francese smise di mandare i prigionieri nell’orribile prigione dell' Isola del Diavolo solo nel 1938 e il carcere fu definitivamente chiuso nel 1952.

Alessandro

Villa 2 B

Vado in cucina a fare colazione e cosa sento? Il Tg del mattino che trasmette le solite brutte notizie: nell' ordine una rapina in banca, una in una villetta, un omicidio. Mi colpiscono in particolare i volti tristi di alcune persone che devono aver subito un’ingiustizia. Ancor più mi colpisce in altre occasioni leggere le notizie di violenze sui bambini fatte da persone cattive. Non è giusto, penso, che ci siano tutte queste cose brutte nel mondo! La guerra ad esempio. Ogni tanto mio nonno mi racconta di averla vissuta e con essa i terribili bombardamenti che hanno colpito la città. Sono passati tanti anni dalla fine della guerra, purtroppo però questo sostantivo è sempre di attualità. Proprio a causa della guerra, tanti miei coetanei in varie parti del mondo sono rimasti orfani; altri hanno paura di uscire perché i proiettili, dove vivono, vagano ovunque. Insomma, tutto intorno a loro Ci sono solo morte e miseria. Tutto ciò mi fa riflettere. Penso ad esempio a quando sono a tavola e faccio una faccia “schifata” perché magari mia mamma mi prepara qualche cosa che a me non piace. Non è giusto lamentarsi per così poco. Devo invece pensare che sono una bambina fortunata. Voglio concludere con un' affermazione che mi sta a cuore: " Non c' è nulla di più bello della pace nel mondo!" Camilla Cinanni Laboratorio di giornalismo della 1 B

Lunedì 7 aprile,alle ore 15.00, presso palazzo Tursi,si è tenuta la riunione del consiglio comunale dei ragazzi dove si è discusso della sicurezza sulla strada e nei quartieri ;in particolare si è richiesta una migliore visibilità dei cartelli stradali , più sicurezza all’ uscita delle scuole, un ‘adeguata pavimentazione dei marciapiedi e maggiore manutenzione nei campi di calcio di Villa Piaggio, Villa Gruber, Villetta Di Negro. Queste richieste sono state rivolte dai membri del consiglio comunale dei ragazzi al presidente del consiglio comunale che ha preso nota e provvederà, se possibile, a metterle in atto. Infine sono state comunicate le date delle prossime sedute: 18 aprile e 05 maggio. Classe 3C

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Arne Nevra è una grande fotografa naturalista norvegese, Le sue foto di orsi, tigri ed altri animali , pubblicate sulle più importanti riviste mondiali le hanno fatto vincere numerosi premi fotografici internazionali. La sua foto dell' orso polare su un pezzo di ghiaccio(vedi sopra) è stata scelta da Al Gore per una campagna contro il surriscaldamento globale. Arne ha anche realizzato importanti documentari negli ultimi paradisi della Terra, sfidando il pericolo, visto che, per scattare le foto e realizzare i suoi servizi, è arrivata a pochi metri dai grandi carnivori La fotografa norvegese non è affascinata soltanto dai luoghi più inospitali e ostili e dai grandi predatori.” Mi appassiona in eguale maniera-ha detto- osservare i fiori che sbocciano nel giardino vicino a casa mia ". Giulia Folcini e Clara Bonetti

Qualche mese fa il vice sindaco della città di Nuova Dehli è morto cadendo da un balcone, mentre stava scacciando uno dei 20 mila macachi che girano liberamente nella città. Di recente, un macaco è entrato in casa della figlia di Sonia Gandhi, facendo gravi danni . Nella zona est della città un macaco ha aggredito 25 persone e non è stato ancora catturato. Se ciò avverrà lo porteranno , come altri 1900 macachi prima di esso, in un vicino parco naturale, col risultato che presto farà ritorno in centro. Da molti anni il governo cerca una soluzione. Nel 2001 si era tenuto un vertice speciale, per studiare i possibili interventi. Recentemente si è pensato di far scacciare i macachi da scimmie più grosse, i langur. Per la cronaca, è stata stabilita una ricompensa di 10 euro per ogni macaco consegnato dalle persone alle autorità.

Clara Bonetti e Kerly Moscoso Laboratorio di giornalismo della 1 B

Lo scorso ottobre , leggendo il giornale "la Repubblica", sono rimasto molto colpito dall' articolo "Effetto Gore, una Road Map sul clima" L' articolo spiegava gli argomenti trattati dal “Forum umanitario mondiale”, apertosi quel giorno a Ginevra, ispirati al Nobel per la pace assegnato ad Al Gore e all' Ipcc ( gruppo di scienziati dell' Onu che si occupa di problemi ambientali ). Alcuni studiosi hanno dichiarato che l' uso dei combustibili fossili con l' emissioni di gas serra sta causando il riscaldamento globale del pianeta. L' aumento della temperatura comporterà la deforestazione, la mancanza d' acqua ,l' aumento delle malattie soprattutto nei paesi poveri ( Africa ). Si spera di convincere alcune nazioni molto industrializzate e inquinanti, come la Cina e l' India, a ridurre l' emissione di gas serra, per limitare il riscaldamento del Pianeta. Stefano Maione 1 B Laboratorio di giornalismo della 1 B

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Nel mese di marzo il governo cinese ha represso nel sangue le proteste pacifiche dei monaci buddisti e di migliaia di tibetani che lottano per l’autonomia del Tibet. Sono state uccise dai poliziotti cinesi decine di persone, tra cui molti monaci, e tante altre sono state arrestate. Oltre che in Tibet, vi sono state proteste anche nella provincia cinese di Gansu, nel nord ovest della Cina, abitata da una grande comunità tibetana. La polizia cinese ha disperso i manifestanti, usando i lacrimogeni. Il Dalai Lama, la principale autorità religiosa tibetana, premio Nobel per la pace, da anni in esilio, si è detto molto preoccupato per la situazione nel paese. Manifestazioni a favore della causa tibetana sono state organizzate davanti ad ambasciate e consolati cinesi di tutto il mondo, ad esempio a Nuova Delhi, a Sidney, a Milano. C’è chi si interroga in Occidente se sia il caso di approfittare dei Giochi Olimpici di Pechino 2008 per premere sulla Cina affinché adotti una linea meno dura contro gli autonomisti tibetani. Altri vorrebbero invece che si boicottassero le Olimpiadi. Anche noi siamo d’accordo con costoro, crediamo, visto quanto sta accadendo in Tibet, che l’Italia non debba mandare i propri atleti alle prossime Olimpiadi. Anche perché la trasferta potrebbe risultare poco sicura, Stefano Maione e Giovanni Pisanu Laboratorio di giornalismo della I B

Trent' anni fa, il 16 marzo del 1978, ci fu in via Fani; a Roma, il rapimento di Aldo Moro e l' uccisione dei cinque agenti della sua scorta. Sono passati trent' anni, ma la questione non è affatto chiusa, rimangono molti misteri. Io Marco Pilot, 13 anni, studente delle medie, sono stato molto colpito nell’apprendere questo fatto. Approfondendo la notizia, ho capito quale grave ingiustizia sia stata commessa nel rapire e uccidere Aldo Moro. E’ accaduto così. Il giorno 16 Marzo 1978 durante la presentazione del governo Andreotti, alcuni uomini delle Brigate Rosse, armati fino ai denti, in pochi secondi sequestrarono il Presidente della Democrazia Cristiana e uccisero gli uomini della scorta. Dopo 55 giorni Aldo Moro venne ritrovato ucciso nel bagagliaio di una R4 in Via Castani, sempre a Roma, vicino a Piazza del Gesu’ dove c’era la sede della DC (Democrazia Cristiana). Ai nostri giorni ci sono numerose vie intitolate ad Aldo Moro in tutta Italia(come la sopraelevata di Genova che collega la Foce a Sampierdarena passando sopra il Centro Storico Medioevale e il Porto Antico). Sarebbe giusto, a mio avviso, se si intitolasse una scuola media o un liceo genovese a questo grande statista del Dopoguerra italiano. Marco Pilot 2 B

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1 Con le nuove tecnologie, in particolare grazie ad una Tac, effettuata da un’equipe di scienziati egiziani, affiancati da uno svizzero e da due italiani, Edward Egarter e Paul Gostner, gli stessi studiosi che avevano studiato la mummia di Oetzi, si è scoperta probabilmente la causa della morte del diciannovenne Faraone Tutankhamon. Il ragazzo sarebbe stato ucciso dallo zoccolo di un cavallo imbizzarrito che l’avrebbe fatto volare a parecchi metri di distanza, gli avrebbe sfondato il torace e frantumato numerose costole. Cadendo a terra, il Faraone si sarebbe rotto pure il femore sinistro. Il Faraone che era debole e magrolino, soffriva probabilmente della sindrome di Klippel-Feil, che lo costringeva ad usare il bastone Secondo un egittologo americano, W. Benson Harer Jr, , le altre possibili ipotesi sulla morte di Tutankhamon andrebbero in fumo. Non sarebbe insomma stato ucciso come diceva il suo collega Brier, da un uomo mandato dal sacerdote Ay che gli succedette sul trono, non sarebbe stato sbalzato dal carro durante una battuta di caccia o corsa equestre, non sarebbe morto per un' infezione dovuta alla frattura ad una gamba, non sarebbe mai stato avvelenato. Lorenzo Gambelli e Angelo Musso 2 B

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L’ex ministro della Pubblica Istruzione Fioroni aveva bocciato qualche tempo fa lo stop alle gite scolastiche a Venezia proposto dal sindaco Cacciari. Quest’ultimo si era difeso dicendo che la città lagunare è vicina al collasso e che il suo proposito non era quello di vietare le gite per sempre, ma di bloccarle per un po’. Fioroni aveva affermato che non sarebbe stato certo il Ministero a vietare le gite a Venezia ai nostri giovani. Aveva aggiunto che le soluzioni al problema andavano trovate altrove. Noi siamo d’accordo con l’ex ministro, le città d’arte sono importanti per i ragazzi, e Venezia, anche se è in crisi per eccesso di turisti, deve essere aperta alle scuole. Speriamo che il Comune prenda al più presto una decisione diversa da quella di chiudere Venezia alle scuole. Francesca Traverso Valentina Schenone. Sebastiano Timossi Laboratorio di giornalismo della I B

Il Barklava è il mio dolce preferito, è un dolce orientale preparato soprattutto in Turchia e Grecia, ma anche nel mio paese, l’Iraq. E’ formato da sfogliatine ricoperte di miele ripiene di mandorle, noci, pistacchi e a volte fichi secchi e datteri tritati. (Aiden) Pagina 29


" Destano scandalo i risultati di un indagine dell’ AllOcse (Adult Licterary and Life Skill) che sono stati riportati su “Repubblica” da Michele Smargiassi. L’indagine, coordinata dalla pedagogista Vittoria Gallina, dice che 21 laureati su 100 riescono a decifrare solo in modo elementare una pagina scritta (tipo la posologia di un medicinale o le istruzioni di un elettrodomestico) e non sanno produrre un testo minimamente complesso in modo comprensibile e corretto (una relazione, un referto medico, una banale lettera al capo condominio). Si definisce “illetteratismo” questo fenomeno che colpisce quella parte di laureati che hanno difficoltà a comunicare efficacemente e comprensibilmente con gli altri attraverso la scrittura. Dietro il non saper scrivere c’è il non saper leggere. 7 laureati su 100 non leggono mai. 7 laureati su 100 leggono solo l’indispensabile per il lavoro. 1 laureato su 3 possiede meno di cento libri, praticamente solo i vecchi libri scolastici. 1 laureato su 5 non ha in casa un’enciclopedia. 73 laureati su 100 non vanno in biblioteca, e quasi nessuno di quelli che ci vanno prende libri in prestito. Nell’indagine oltre che dell’illetteratismo si parla di analfabetismo. Nel 2001, dunque solo sette anni fa, in Italia, vi erano quasi ottocentomila analfabeti e sei milioni di italiani non avevano nemmeno la licenza elementare. Questi dati e quelli precedenti riferiti ai laureati sono spaventosi e fanno capire che la nostra popolazione nel suo complesso ha gravi carenze culturali. Speriamo in un futuro diverso…sognare non costa nulla, con meno analfabeti e pieno di persone sapienti! Ayla Schiappacasse 2 B

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Joanne

Rowling è un’ antidiva, perciò desidera vivere la sua vita come una persona normale; non ama essere intervistata e non le piace andare in TV. Ha detto più volte di aver scritto il primo dei sette romanzi che raccontano le avventure di Harry Potter, il maghetto con occhiali e bacchetta magica, per necessità, visto che allora viveva in un piccolo appartamento e vestiva con abiti di seconda mano. Ora Joanne vive a Edinburgo, nel lusso, con i suoi tre figli. Ha detto recentemente che le piace stare con i familiari, ma, come l’ultimo Harry Potter, ama pure la solitudine, “sto molto bene anche da sola”. Con il settimo romanzo, la vicenda di Harry è finita. La scrittrice, ha dichiarato di aver sempre saputo che un giorno Ciò sarebbe accaduto. Ha aggiunto che terminare il romanzo è stato per lei difficile, addirittura devastante. Ora Joanne Rowling continuerà la sua vita come se non fosse successo niente (soldi a parte aggiungo io!) Davide Cipolla Laboratorio di giornalismo della IB


Caro Ministro dell’ Istruzione , le scrivo questa lettera aperta a nome mio e dei miei compagni di classe. Si parla tanto di esami di riparazione, di debiti formativi ecc.,ma mai delle differenze che ci sono tra le scuole del Nord Italia e del Sud Italia, tra le scuole delle zone ricche e di quelle povere. Un nuovo professore recentemente, è venuto ad insegnare da una scuola del Trentino, nel profondo sud. Le informazioni che ci ha dato sulla sua precedente scuola, attrezzata e ricca di progetti, e la nostra, dove a mala pena ci sono le aule, hanno provocato in noi uno spirito di ribellione. Ci sentiamo scuola di serie B, ma anche alunni di serie A perché, nonostante disagi ed incertezze sul domani, vogliamo studiare. Perché la cultura è una grande ricchezza e ci permette ,con le parole ed i fatti, di uscire da questa situazione di inferiorità .Lo studio, a nostro avviso , è un diritto per tutti i cittadini quindi “la scuola” deve offrire a tutti le stesse “cose” non solo programmi e libri dunque , ma opportunità e strumenti : computer aule attrezzate ecc. : Tutti gli scolari, ricchi e poveri, sono italiani. Le mie proposte sono le seguenti : 1° I vari provveditorati dovranno dotare tutte le scuole, indistintamente, di computer aule musicali ecc. , poi ci devono essere professori stabili, perché tutti gli scolari partano dallo stesso nastro di partenza, con gli stessi percorsi e gli stessi aiuti. 2° Se non ci sono soldi sufficienti,bisogna favorire chi,per lungo tempo , è stato svantaggiato. 3° Si Istituiscano delle raccolte fondi come per le malattie e altre situazioni gravi. Cordiali saluti. Emauela Emanuela cl. 3° sezione ospedaliera

2 Il giorno 30 Ottobre 2007 la nostra classe, la 1C , si è recata al porto antico per partecipare a due laboratori del “Festival della scienza”: Le meraviglie di Alice e Cloro Puro. Nei giorni precedenti, i nostri insegnanti erano stati contattati dai responsabili del Festival per farci partecipare ad una trasmissione di Radio Rai 1 presentata da Alma Grandini. Avremmo dovuto parlare dei laboratori che avevamo svolto. Nello studio Rai abbiamo visto un pianoforte. Ci hanno spiegato che sarebbe arrivato un bambino prodigio di otto anni che avrebbe suonato per noi e gli ascoltatori : "Le tre danze argentine". Il bambino si chiama Mark Yu. A tre anni suonava già Beethoven ed ora, all' età di otto anni, è già al liceo. Malgrado ciò gioca come tutti gli altri bambini della sua età. La sua più grande aspirazione è quella di potersi esibire nelle più grandi orchestre. Dopo l' esibizione di Mark e l' intervista al bambino prodigio, Simone Drago ha parlato del laboratorio : "Le meraviglie di Alice", Luca Diotallevi del laboratorio : "Cloro Puro", Martina Penco , Simone Priano, Giulia Giordano, Jasmine Mirulla hanno parlato del laboratorio delle feci, infine Matteo Malfatto e Caterina Reggio hanno parlato del Festival della scienza in generale. Abbiamo passato davvero una bella giornata. Classe I C

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Porto Antico di Genova: la classe 1B è in gita d’istruzione. A metà della visita didattica, è tempo di fare merenda. I due Proff. accompagnatori ci dicono di dirigerci verso il bar più vicino di cui ometto il nome per ovvi motivi. Entrati, la maggior parte di noi si avvicina al bancone del bar per comprare qualcosa da mangiare. Pochi istanti dopo, il proprietario, o il barista più importante del locale, vedendo che qualcuno di noi si è seduto e che qualcun altro sta per mangiare la merenda portata da casa, con voce non del tutto educata, dice:”Ve ne dovete andare via: non si può stare qui!”. Noi obbediamo, ovviamente. Immaginate però la nostra reazione. Qualcuno di noi (non si fanno nomi) fa commenti irriferibili nei confronti del barista, altri invece, più riflessivi, come il sottoscritto, si chiedono il perché di un simile comportamento. Personalmente, mi chiedo che fastidio potevamo dare, rimanendo nel bar per cinque minuti o poco di più. Se non sbaglio, poi, la legge non consente a un barista di mandar via dei clienti, come ha fatto quel tale, che io definirei “barista inflessibili Michele Ferrari Laboratorio di giornalismo della I B

! Michele, Natalino, Antonio erano tre poveri senzatetto che ora non ci sono più. Sono morti lo scorso inverno. Michele è stato trovato senza vita sotto un ponte della ferrovia a Bari; Natalino è morto invece vicino a una piazza centrale di Roma, non troppo lontano dalla sua "casa" , una baracca dove dormiva dentro un sacco a pelo; Antonio infine è morto nel sonno, dormiva avvolto da giornali, usati come coperte, in un letto di cartone. Questa è la fine che hanno fatto tre “barboni”, ma sono tantissimi i “senza tetto” morti in Italia il passato inverno a causa del freddo e della grande escursione termica fra notte e giorno. E’ terribile scoprire che c' è gente che muore di freddo, nel vero senso della parola, a causa della neve, che tanto piace a noi ragazzi, e del ghiaccio. Alla base di tutto, c' è il fatto che migliaia di persone in Italia non hanno casa. Solo a Milano sono cinquemila le persone prive di dimora. E pensare che la situazione nel capoluogo lombardo è migliore che altrove, grazie al grande impegno del volontariato. Fortunatamente, infatti, a Milano, come in tanti altri luoghi d’Italia, tante persone buone si occupano delle persone più sfortunate e fanno volontariato durante le notti più gelide dell’anno, distribuendo ai “senza dimora” coperte calde, cibo e bevande. Purtroppo però non sempre i volontari riescono a raggiungere in tempo tutti i luoghi in cui è richiesto soccorso. Da qualche tempo, per fortuna, anche numerosi Comuni si stanno muovendo per offrire riparo ai senza tetto. Si tratta sicuramente di un buon passo avanti Francesca Traverso Laboratorio di giornalismo della I B

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Un saluto a voi fedeli lettori. E’ arrivata per me l’ora della pensione. Sto infatti per chiudere la mia decennale attività giornalistica su Time. Ho deciso in quest'occasione di riportare , aggiornandolo un po’, il contenuto di alcune pagine scritte per me stesso, esse hanno come protagonista il nostro indimenticabile Presidente John Kennedy. Ciao a tutti da Alexis Pronzes Maggio 2008

22 Novembre 1961. Sono appena atterrato a Washintong D. C. Ho in mano oltre alle mie valigie un pacco piuttosto delicato e abbastanza voluminoso, tra poco spiegherò di cosa si tratta. Siamo in piena guerra fredda ed io, giornalista agli inizi , sono in cerca dello scoop della mia vita, intervistare John Kennedy alla White House. Sogno di riuscire ad incontrarlo,anche se non ho nessun appuntamento con lui. Mi spiego. Sono di origine italiana, da parte di madre e ho saputo che una pittrice dell' amata Italia, la genovese Loris Ferrari, ha ritratto Jacqueline, moglie del Presidente , e che la signora Kennedy attende che il dipinto le sia consegnato dall' ambasciata italiana a New York, Saputa la cosa, mi sono offerto di portare io il dipinto. Ed eccomi davanti alla Casa

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Bianca. Dopo un controllo del mio passaporto e aver visto la documentazione rilasciatami dall' ambasciata italiana, gli addetti alla sicurezza mi lasciano entrare senza difficoltà. Anzi mi dicono che il Presidente e la moglie, avvisati del mio arrivo, desiderano conoscermi. Che emozione! Essere qui e venire ricevuto da Kennedy! Mi conducono nello Studio Ovale. Dopo i saluti, consegno il dipinto nelle mani di Jacqueline. Sia lei che il marito apprezzano il ritratto dell’artista italiana: "Good" dicono. Quando chiedo a John Kennedy: "Presidente, le posso fare un' intervista?" egli risponde di sì senza esitazioni, forse riconoscente per il dono che ho appena consegnato alla consorte. Gli chiedo subito un commento sulla vittoria alle elezioni e sulla sua prima parte di presidenza e lui, sibillino, mi risponde :" Non chiedetevi cosa il vostro Paese possa fare per voi:, chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro Paese ". Non capisco bene il significato di quelle parole, ma non dubito che Kennedy stia dicendo una cosa sensata. La mia intervista dura oltre un' ora , il presidente mi parla degli studi ad Harvard, dei suoi viaggi, dei diritti civili dei neri ,che vuole difendere, di Gandhi, del Papa, che desiderava incontrare, della libertà e dell' amore per il suo Paese. Poi si sofferma sulla minaccia che rappresenta per il mondo intero l' Unione Sovietica di Kruscev e

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sul proprio programma di riforme sociali. Esco contento dalla Casa Bianca . Ho tantissimo materiale per la mia intervista e di questo devo ringraziare "The President". Come se non bastasse, John Kennedy mi ha appena promesso che il mese prossimo mi concederà un'altra intervista, vuol far sentire"-ha detto- le parole di un presidente vero che non si fa sottomettere da nessuno". 28 novembre 1961. L' articolo che ho scritto è finito in prima pagina su Time! 23 settembre 1962 Sono tornato ancora una volta alla Casa Bianca, ci sono stato già numerose volte.Sono diventato amico del Presidente e ormai sono un giornalista famoso. Non posso fare a meno di chiedere a John Kennedy di Marilyn Monroe "La ammiravo-mi dice- era una donna davvero bella e una brava attrice. Si fa "scappare" che forse è stata uccisa, ma poi, pentito, mi invita a non scriverlo. Gli chiedo se ha paura di Krusciov e Castro e lui mi dice che non ha affatto paura di loro, ma che è sempre in allerta(e con ragione,mi vien da pensare, visto quanto è successo il mese dopo con l' installazione dei missili russi a Cuba!). Segue a p. 42


A Molfetta, ai i primi di marzo, cinque uomini sono rimasti uccisi dallo zolfo in polvere, mentre facevano degli interventi di manutenzione all' interno di un’autocisterna che aveva trasportato quel minerale per un’azienda chimica della zona. Mi hanno molto colpito le dichiarazioni di Cosimo Ventrella l’unico operaio sopravvissuto della Truck Center(è il nome della ditta), che si trovava alla guida del camion, e che è stato ricoverato all’ospedale di Bisceglie. Mi ha intristito leggere che l’uomo ha visto tre amici e colleghi e il titolare della ditta morire, senza poter far molto per loro, salvo provare a lanciare una corda e chiamare i soccorsi, che sono arrivati quando la tragedia era già compiuta. “Dovevo morire anch’io, con gli amici, insieme ai miei colleghi, durante il mio lavoro che era tutto quello che avevo” ha detto l’uomo. Ha aggiunto che lui, i colleghi e il titolare avevano fatto da dicembre una cinquantina di pulizie come quella, sui rimorchi dei camion, senza problemi, dopo aver fatto evaporare i gas. Pare comunque, al di là delle parole dell’operaio, che le misure di sicurezza non siano state rispettate e che nessuno dei lavoratori, pagati mille euro al mese, indossasse la mascherina di protezione. Marco Pilot 2 B

Le morti sul lavoro, causate spesso dalla mancanza di protezioni o dal “lavoro nero”, vengono chiamate ”morti bianche”. Benché anche a Genova vi sono state negli ultimi tempi “morti bianche” ( basti pensare al portuale morto mesi fa), pare che siano calati leggermente gli infortuni sul lavoro denunciati e riconosciuti dall’Inail. Permane tuttavia anche nella nostra città il problema del lavoro nero; vi è stato inoltre un aumento del numero degli incidenti occorsi ai lavoratori stranieri. I settori più colpiti sono quello edilizio, metallurgico e dei trasporti. Anche il percorso casa-lavoro è causa di molti infortuni nella nostra città. La Regione Liguria, che ha investito quest’anno 850 mila euro, destinati in particolare alle piccole e medie imprese liguri per migliorare la sicurezza, si propone di aumentare i controlli per sconfiggere il lavoro nero. Mi auguro con qualche risultato, ai fini anche di una riduzione degli incidenti sul lavoro. Ayla Schiappacasse 2B

A Cuneo, un uomo di 36 anni, dopo aver scavalcato la recinzione di sicurezza di un circo(il Coliseum) ha infilato l’avanbraccio nella gabbia delle tigri, per accarezzare alcuni tigrotti ed è rimasto con l' arto dilaniato. L’uomo, aggredito dagli stessi tigrotti, non è riuscito a tirare fuori dalla gabbia il braccio, a causa delle sbarre poco strette. A quel punto, forse attirate dal sangue, sono arrivate le tigri adulte, che in pochi istanti gli hanno dilaniato il braccio. L’uomo ha potuto liberarsi ed essere soccorso solo dopo che il domatore ha allontanato gli animali. Il trentaseienne è stato ricoverato all' ospedale di Cuneo, dove è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico. Non è in pericolo di vita, ma la muscolatura del braccio è danneggiata molto gravemente. Una mia riflessione, quell’uomo è stato davvero un incauto e lo zoo non ha alcuna colpa. Le tigri sono animali che agiscono d’istinto, in questo caso probabilmente vedevano minacciati i cuccioli. Alessio Pronzato 2 B

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Abbiamo letto sul sito della polizia che ogni anno molti bambini,ragazzi,adulti rimangono uccisi o gravemente mutilati a causa dei “botti” illegali. I fabbricanti di fuochi d’artificio, soprattutto per stuzzicare la curiosità dei ragazzi e rendere più attraente il lancio di un petardo piuttosto che di un altro, inventano per i loro prodotti nomi altisonanti o li chiamano con i nomi di personaggi alla moda, eccone alcuni Venti di guerra, Rambo,, Apocalisse, Tuono di mezzanotte, Maradona. Molti italiani, non solo i ragazzi, anzi a volte soprattutto gli adulti, hanno una passione sfrenata per i fuochi d’artificio, in particolare per festeggiare il Capodanno. Sin qui non ci sarebbe nulla di male. Il problema è che bisogna usare soltanto i “botti” in regola con la legge e maneggiare i petardi con attenzione. La Polizia ricorda infatti che anche i giochi pirotecnici più innocui, se non vengono utilizzati in maniera corretta, possono essere pericolosi. Una nostra osservazione per concludere. Abbiamo saputo che alcuni negozianti genovesi vendono ai ragazzini petardi su cui non c’è scritto “libera vendita” . Troviamo ciò molto grave e condannabile.

Le insegnanti di alcune scuole elementari della Valbisagno chiedono che possano essere organizzati corsi intensivi di italiano per i bambini stranieri in modo da favorire il loro inserimento a scuola e permettere loro di socializzare e comunicare con i compagni e le maestre.Le insegnanti delle quattro scuole hanno presentato quest’anno un progetto di due cartelle intitolato “per una migliore accoglienza degli alunni stranieri.”. Pare che una prima risposta positiva sulla proposta sia arrivata dall’Assessore alla città educativa Massimiliano Moretti , il quale ha detto che il problema dei bambini stranieri da inserire nelle scuole è molto complesso ed è presente anche in quasi tutti i circoli didattici della nostra città (e in molte scuole medie e superiori aggiungiamo noi). Nel documento inviato a Comune, Regione , Sovrintendenza scolastica e Università si dice che si potrebbe uscire da questo problema raggruppando gli alunni stranieri a livello di quartiere o di zona e proponendo loro, parallelamente all' inserimento a scuola, corsi intensivi di italiano. Ci sembra proprio una buona idea Matteo Zito Laboratorio di giornalismo della I B

Simone Garibotti Laboratorio di giornalismo della I B

In Italia gli atti di vandalismo commessi da giovani e giovanissimo sono purtroppo molto frequenti. Basti pensare ai monumenti o ai muri dei palazzi, magari appena ristrutturati, che vengono sporcati con scritte senza senso o alle auto danneggiate. Alcuni comuni hanno installato telecamere in determinate zone cittadine per individuare i colpevoli di atti di vandalismo, ma senza grandi risultati, perché i vandali colpiscono a sorpresa dove meno te l’aspetti.Vittime del vandalismo sono spesso anche le scuole, anche la nostra lo è stata l’estate scorsa .I “vandali” , che si sono introdotti nell’edificio di via Era rompendo una finestra,hanno distrutto il distributore automatico di bibite, esposto alla pioggia una cattedra, contenente dei documenti, scritto sui muri. La polizia non è riuscita, nei mesi successivi, a trovare i colpevoli Michele Ferrari Laboratorio di giornalismo della I B

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I videogame apparvero quasi per caso cinquant’anni fa, nel 1958 al Brookhaven National Laboratory di Upton, stato di New York, dove lavorava il fisico William A. Higinbotham. Questi, volendo evitare che i visitatori ammessi solo una volta all’anno ai laboratori si annoiassero, con un semplice oscilloscopio, mise a punto una specie di computer analogico che disegnava i movimenti di un puntino inviato da due pulsanti. Higinbotham non brevettò mai la sua invenzione, perché la reputava stupida. Durante il periodo della Guerra Fredda tra America e Russia, nel 1961, uno studente dell’ Istituto di Tecnologia del Massachusetts, Steve Russel creò, su un computer grosso come un frigorifero, Space War, il duello fra due astronavi mosse da una pulsantiera con quattro bottoni . Dieci anni dopo la Atari, una società americana, lanciò “Computer Space”, il primo videogame da bar . A Tokyo, uscì nel 1978 “Space Invaders” che diventò subito popolarissimo. Le aziende giapponesi ,come Nintendo, Sega e in seguito Sony, dominavano il mercato mondiale e personaggi come Super Mario diventarono popolarissimi. La Nes della Nintendo, che lanciò il Game boy, fu la console palmare più venduta in assoluto. In America invece si produceva il Commodore 64. Le differenze tra i videogiochi di produzione orientale e quelli occidentali diminuirono sempre più anche per merito della Sony che nel 1994 produsse la Playstation che fu la prima a superare i cento milioni di pezzi venduti. Con la Playstation i videogame smisero di essere giocattoli evoluti o passatempo per adolescenti, conquistando anche gli adulti . Iniziarono anche a far concorrenza al cinema. Videogame come Tomb Rider assomigliavano sempre di più ai film da cui prendevano i personaggi, come la famosa eroina Lara Croft. Il resto è storia recente. Gabriele Marmo Laboratorio di giornalismo della I B

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La nostra classe, la IB, accompagnata dai professori Braggion e Vernizzi, ha partecipato quest’anno a due laboratori del Festival della Scienza e inoltre ha visitato lo Spazio Telecom, dedicato agli effetti speciali del cinema. Noi vogliamo parlare proprio di quest' ultimo evento che ci è piaciuto in modo particolare. All' entrata in Piazza delle Feste, un animatore ci ha intrattenuto con alcuni giochi di magia e ci ha anche svelato alcuni trucchi. Ad esempio, dopo essersi messo in una mano un fazzoletto viola e averlo fatto scomparire, ci ha detto che per fare ciò bisogna infilare il fazzoletto nella manica della maglia, senza che nessuno se ne accorga. Subito dopo è iniziato il nostro viaggio negli effetti speciali dei film, a partire dal primo stand, dal titolo: "King Kong e la Stop motion". Ci hanno detto che per creare i movimenti di King Kong fu utilizzato un pupazzo alto 50 cm, i cui movimenti , molto lenti, venivano resi veloci dando l' idea di un' immagine in movimento. Dopo la spiegazione, abbiamo realizzato un breve filmato utilizzando alcuni oggetti e pupazzetti, grazie alla tecnica della stop motion. Abbiamo visitato quindi lo stand "Ben Hur e la stanza di Ames" . Ci è stato detto che le tecniche utilizzate per il film Ben Hur falsavano il senso prospettico. E'stato molto divertente entrare nella "stanza di Ames" dove alcuni di noi hanno potuto trasformarsi in un attimo da piccolissimi a grandissimi e viceversa. In "Forbidden Planet " , grazie alla tecnica dell' ologramma, ci è sembrato di entrare nello scenario di un film, tra montagne e astronavi. Bellissimo! Un altro effetto speciale molto interessante aveva come oggetto dei soldati che combattevano contro un mostro, la cui immagine era stata impressa sulla pellicola durante le riprese. I nostri commenti su questa esperienza sono stati tutti molto positivi, anche se qualcuno ha fatto notare che scoprire i trucchi toglie un po'di magia ai film. Simone Garibotti . Sebastiano Laboratorio di giornalismo della I B

Matteo

Timossi


Quest’anno abbiamo partecipato a un interessante laboratorio alla “Città dei ragazzi” al Porto Antico, il titolo era “Le scoperte di Darwin". Darwin, che elaborò la Teoria dell' Evoluzione era un naturalista inglese nato nel 1808 e morto nel 1882. Egli studiò tutti gli aspetti della natura, occupandosi quindi sia gli esseri viventi che di quelli non viventi e definì i principi della teoria della selezione naturale nel suo lavoro più noto”L’origine della specie” L' animatore dopo averci parlato brevemente della flora si è soffermato sulla formazione della Terra e particolarmente delle isole, determinato dallo scontro sotterraneo delle placche che causò un innalzamento delle terre sommerse. Circa 450 milioni di anni fa, su di esse, si insediarono i primi animali. La nostra guida naturalistica ci detto che Darwin percorse il mondo sulla nave "Bearle”. Dopo essersi fermato alle isole Canarie, al largo della costa africana, raggiunse prima la “Terra del Fuoco”, chiamata così perché gli abitanti, per riscaldarsi accendevano il fuoco, poi le isole Galapagos note anche come arcipelago di Colombo o arcipelago dell’Ecuador. Si tratta di un arcipelago, formato da 14 isole vulcaniche(6 maggiori ed 8 minori) che ospita circa 600 specie di piante diverse e innumerevoli specie animali. Le Galapagos(l' isola più antica risale a 5 milioni di anni fa) posseggono enormi vulcani sottomarini e una grande biodiversità. Lì vivono le tartarughe marine, le otarie e le iguane. Le tartarughe, molto tempo fa, quando le isole Galapagos si erano formate da poco , erano molto più piccole, ma con il passare degli anni si sono evolute. Alcune di esse, infatti, per mangiare le foglie del cactus, hanno sviluppato un particolare carapace, detto a sella, che permette loro di alzare il collo quanto basta per arrivare al loro spuntino.Le otarie hanno le orecchie e sono provviste di rudimentali arti posteriori, perché vivono anche sulla terraferma. Le iguane si dividono in marine e terrestri; le prime vivono solo nelle isole Galapagos e sono molto aggressive, vivendo in mare, luogo ricco di predatori; le iguane terrestri, invece, che vivono in tutto il mondo, sono meno aggressive delle marine. Nel caso di accoppiamento tra esemplari delle due specie abbiamo degli incroci(ibridi). Gli ibridi non si possono riprodurre e quindi non sono specie.

Quest’anno la nostra classe ha partecipato al laboratorio:”Curiosando tra i ghiacci” presso il museo Nazionale dell’Antartide di Genova. Inizialmente, abbiamo assistito alla proiezione di un filmato che illustrava le ricerche e le osservazioni di uno scienziato inglese andato al Polo per studiare i ghiacci e le piccole forme di vita che vi si trovano, ma soprattutto i cambiamenti dovuti all’effetto serra(cioè l’eccessivo riscaldamento della terra, dovuto all’accumulo di anidride carbonica negli strati bassi dell’ atmosfera). In seguito ci è stata mostrata alla lavagna una riproduzione grafica degli ulteriori danni che potrà determinare l’effetto serra. L’effetto serra è provocato soprattutto dai cosiddetti gas serra , ossia i gas di scarico delle industrie e dei mezzi di trasporto, che impediscono al calore di oltrepassare l’ atmosfera, causando un surriscaldamento globale, causa di variazioni climatiche, come tempeste improvvise e cicloni. Abbiamo fatto poi delle esperienze pratiche di laboratorio. Abbiamo preso due contenitori, in uno di essi abbiamo inserito bicarbonato e aceto. Misurando le temperature, abbiamo rilevato che questa era molto più elevata nel contenitore contenente i composti di carbonio.La seconda esperienza consisteva nel mettere alcuni alimenti in un contenitore piatto e nel versarvi sopra del mercurio cromo. Abbiamo osservato che le sostanze di origine vegetale diventavano scure perché contenevano amidi. In seguito abbiamo fatto altri due esperimenti con l’acqua di calce ed abbiamo visto come la stessa reagisce in presenza di anidride carbonica. Il giorno stesso, riflettendo sull’esperienza siamo arrivati alla conclusione che si deve mettere un freno all' effetto serra altrimenti, oltre agli altri gravi danni di cui parlano i giornali, i ghiacciai si scioglieranno sempre di più e vi sarà l’ estinzione di molti animali polari, tra cui l’ orso polare, la foca e il pinguino. Sempre a proposito di surriscaldamento, qualche giorno prima avevamo letto che una frana aveva ridotto in briciole un pezzo di Dolomiti : si tratta della Cima Una, il cui crollo ha provocato la formazione di ben 150 tonnellate di detriti. Questo crollo , che ha fatto scomparire per sempre un pezzo delle nostre montagne, deve insegnare qualcosa a tutti noi! Il nostro augurio è che si trovino presto nuove fonti di energia Valentina Schenone e Francesca Traverso Laboratorio di gior- non inquinanti. nalismo della I B

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Andrea Biamino. Lorenzo Runcino. Stefano Maione. Giovanni Pisanu Laboratorio di giornalismo della I B


Gigi Buffon, il portierone della nazionale italiana, campione del mondo, e della Juventus, è nato a Carrara ed ha iniziato la sua carriera in seria A nel Parma, a soli 17 anni. Gigi,ragazzino, veniva spesso a Genova, per vedere giocare il Genoa di Bagnoli, Skuravy e Aguilera. Quello squadrone lo aveva entusiasmato talmente da farlo diventare, sono sue parole, genoano. I tifosi lo ammirarono già al suo esordio, infatti in Parma - Milan, debutto con la maglia gialloblu, fu il migliore in campo. Il resto è noto, Buffon oltre ad aver vinto scudetti e Champion con la Juve ed essere stato grande protagonista della vittoria Mundial in Germania, è ritenuto da tempo il miglior numero uno al mondo. Inoltre, secondo me, è anche uno dei pochi giocatori a dimostrare sempre correttezza in campo e con i tifosi. Insomma è un vero numero 1 anche in sportività. In camera mia ho la sua dedica. Il merito è del papà di un mio amico, pilota dell’Alitalia, che un giorno ha portato in aereo la nazionale italiana di calcio. Nel consegnarmi la dedica, mi ha detto che Gigi è simpaticissimo e gentile. Non ne dubitavo. Da pochi mesi Gigi Buffon, che per me è e rimarrà sempre il portiere de portieri, ha avuto un erede, che ha chiamato Luis Thomas. Andrea Biamino Laboratorio di giornalismo della I B

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Il giorno 9 aprile ho avuto l’opportunità di intervistare un calciatore affermato, mi riferisco a Marco Di Vaio,che milita dallo scorso anno nel Genoa. La carriera di Marco è di tutto rispetto, oltre ad aver giocato in Italia, nel Parma, nella Lazio, nella Juventus e in rossoblu e aver indossato più volte la maglia azzurra, ha militato nel Monaco e del Valencia.L’intervista è stata, secondo me, interessante e mi ha fatto scoprire aspetti interessanti del mio interlocutore Ecco, a seguire, il botta e risposta. “Quando un calciatore viene trasferito da una città all’altra quali sono le prime cose che chiede?” “Com’è la città e come sono i tifosi. “ “A Genova come ti trovi?” “Bene” “Tra compagni di squadra vi vedete anche fuori dal campo?” “Dipende dai compagni” “Chi era il tuo idolo da ragazzo?””Bruno Giordano, ex attaccante laziale.” A questo punto vi è stato un attimo di silenzio da parte mia. Diciamo che l’emozione ha preso il sopravvento. Mi sono ripreso chiedendo a Marco su quali terreni da gioco ha provato le maggiori emozioni . Lui ha risposto ”Al Bernabeu di Madrid e a San Siro, sino a oggi” “Vi aiuta il supporto dei tifosi?” “Tanto, tifosi come quelli del Genoa ti danno sempre una spinta in più. “Il giocar bene è dovuto di più alla condizione fisica o mentale” “Mentale, secondo me” “Ho letto che voi genoani state imparando l’inglese. Come mai?” “Per cultura personale” “Il prossimo anno vorresti rimanere a Genova?” “Sì”. Concluso l’incontro, ho ringraziato Marco Di Vaio per la sua disponibilità. In questa sede voglio ringraziare anche Simona che mi ha permesso di realizzare l’intervistaSimone Ferrero Laboratorio di giornalismo della I B

Al Porticciolo di Nervi tra i tanti amori sbocciati ne è nato uno nuovo:quello tra la giovane pallanuotista Carolina e il calciatore sampdoriano Antonio Cassano; è una notizia che ormai gira da qualche settimana e tutta la tifoseria ne ha avuto conferma quando il giocatore barese ha regalato alla diciassettenne 400 splendide rose rosse. Secondo noi il nostro Cassano ha peccato di romanticismo… un playboy come lui dovrebbe sapere che per fare colpo su una donna bisognerebbe regalarle rose in numero dispari!!! Sembra che la lovestory stia andando a gonfie vele, non ci resta altro da aggiungere, salvo che… se son rose fioriranno!! Beatrice Meneghetti, Benedetta Minella, Elisabetta Beccaro, Sara Lippi Virna Antichi. 1D


Ho avuto opportunità, di recente, di fare il raccattapalle nella partita Genoa-Napoli. Quella mattina(la gara si disputava di sera) avevo raccontato ai proff. (ovviamente a quelli genoani), che la sera sarei stato in campo. Verso le 18.30, ero davanti al cancello di Marassi da dove entrano i calciatori: ero emozionatissimo e non vedevo l’ ora di incontrare i miei idoli ( il bomber Marco Borriello, ormai in nazionale, Julio Cesar Leon, il portiere Rubinho, Mimmo Criscito, Omar Milanetto, Matteo Paro, il grande Konko ecc. ecc.), ma anche alcuni giocatori del Napoli come Ezequiel Lavezzi. Inizialmente ho “visitato” i due spogliatoi , provando grande emozione quando sono entrato nel covo rossoblu (spogliatoio genoano)All’arrivo del pullman della squadra ospite, ci siamo messi all’ opera, portando all’interno le borse dei calciatori napoletani.Il momento più entusiasmante per chi scrive è stato ovviamente quello dell’arrivo della freccia rossoblu!!!Ho provato un’ agitazione e un’ euforia incredibili: riuscire a vedere di persona i calciatori era sempre stato un mio sogno! Ho dato il “cinque” a tutti (insomma, li ho salutati), e questo mi ha fatto sentire fiero di me.Quando sono entrato in campo ho assistito, di persona all’ allenamento della squadra ospite. Dal campo era tutto diPagina 39

verso: i cartelloni elettronici non erano poi chissà che cosa, i cori non si sentivano molto (differentemente da quando sei in mezzo alla bolgia), i calciatori si vedevano per quello che sono (non semidei, ma persone come noi).All’ inizio della partita mi sono appostato dietro alla porta della nord. Al fischio d’inizio del direttore di gara, sono iniziati i primi cori della tifoseria. Anch’io, dal campo, ho dato il mio piccolo contributo. Al primo gol, realizzato da Sculli, c’è stata grande esultanza in campo e sugli spalti. Anch’io sono saltato in piedi osannando il nostro giocatore . Al fischio finale del primo tempo tutti i calciatori sono entrati negli spogliatoi per il riposo. Bevuto un salutare tè caldo, sono rientrati in campo per giocare la ripresa .All’ inizio del secondo tempo il Genoa ha spinto sull’acceleratore, malgrado il vantaggio, ed è riuscito a guadagnarsi un calcio di rigore grazie all’ astuzia di Borriello. Il nostro fromboliere, dal dischetto, ha realizzato il raddoppio. Inutile dire che i nostri hanno mantenuto il doppio vantaggio sino alla fine.!! Genoa batte Napoli 2-0!!! Nel dopo gara, dopo aver fatto una chiacchieratina con Borriello e Leon, ho chiesto la maglia a Juric, che me l’ ha data!!! La conservo nella mia camera quasi come fosse un trofeo!!! In conclusione, devo dire che è stata una serata veramente indimenticabile, penso proprio che non la scorderò mai Simone Ferrero ccn la collaborazione di Matteo Valdi Laboratorio di giornalismo della I B

Il calcio, anche quello giovanile deve riscoprire i valori dello sport Giocando a calcio nel campionato esordienti ho avuto modo di assistere in prima persona a episodi spiacevoli, a causa soprattutto dell’atteggiamento di certi allenatori o genitori. Costoro pensano solo al risultato e mostrano aggressività nei confronti dell’arbitro e/o degli avversari, dando un pessimo esempio ai propri figli. Basta andare su un qualsiasi campo di periferia per constatare quanto sto dicendo, per vedere cioè genitori che insultano altri bambini o incitano la squadra del pargolo a commettere fallo contro gli avversari! Con i risultati che è facile immaginare. Un esempio di questo malcostume per tutti. Durante un recente torneo pasquale, quattro calciatori in erba hanno circondato l’arbitro, l’hanno insultato e chiuso negli spogliatoi! E’ incredibile! Questo non è più sport. Secondo me, società, dirigenti e genitori dovrebbero ritrovare lo spirito sportivo che ha sempre contraddistinto in passato il calcio giovanile. Alla nostra età, giocare a calcio deve significare soprattutto divertimento e apprendimento dello spirito di squadra. Lo sport deve insegnare il rispetto delle regole e degli avversari e le società in cui prevalgono valori ed educazione(per fortuna ve ne sono ancora tante) possono essere anche scuole di vita. Andrea Biamino Laboratorio di giornalismo della I B


Sognai di incontrare Marco Polo nelle prigioni di Genova . Era un giovane alto un po’ magro e dall’aspetto fiero nonostante fosse rinchiuso in una prigione. Prese subito lui la parola e incominciò a raccontarmi del suo spirito d’avventura che lo aveva spinto , giovanissimo ad intraprendere viaggi, sia, con il padre e lo zio. che da solo. Mentre parlava sembrava si illuminasse ed era concitato nella narrazione, ricca di particolari e di osservazioni. Sembrava che stesse rivivendo ogni momento del suo viaggio. Io ero affascinata dal suo modo di illustrare i luoghi, i fatti, i personaggi che aveva conosciuto. Mondi diversi quasi irreali per me. La sua narrazione era così vera ed avvincente che mi pareva di vivere insieme a lui quei viaggi avventurosi in luoghi così diversi. Tra le imprese che mi raccontò e gli incontri che ebbe, una narrazione mi colpì in modo particolare, quella del viaggio del 1292, quando a soli 17 anni ebbe l’incarico di accompagnare in Persia una principessa che sarebbe diventata la sposa del sovrano. Ad un certo punto gli domandai il motivo per cui era in prigione. Egli non mi rispose e, a sua volta, mi domandò chi fossi e perché mi trovassi lì,quasi che il suo stato attuale (quello di prigioniero) fosse per lui poco importante. Risposi evasivamente, all’inizio, ma poi, sentendomi in sintonia con la sua persona, gli parlai di me. Gli dissi di essere una ragazza amante dei viaggi, delle culture, degli usi, delle lingue presenti nel mondo. “Sono- gli dissi- una giovane in cerca della libertà di scegliere consapevolmente dove stare e con chi stare. Sono la figlia della globalizzazione che tu stesso, con i tuoi viaggi alla ricerca di mondi e civiltà diverse hai iniziato. Penso che si devono conoscere persone e luoghi eventi prima di fermarsi e creare una famiglia.” Continuammo a dialogare a lungo. Prima di congedarmi gli dissi; ” Arrivederci, sono una giornalista di “Strozzi News” Flora classe 2° sezione ospedaliera

Ogni anno in Asia( Cina, Thailandia, Filippine e Corea) vengono uccisi milioni di gatti e cani per farne pellicce. Per confezionare una pelliccia di gatto servono dai 18 ai 24 animali, per un cappello di gatto dai quattro, per le pellicce di cane, che vengono utilizzate anche per i risvolti dei piumini, sono necessari 12 animali. , che vengono allevati al freddo perché la loro pelliccia cresca meglio! In primavera i poveri animali sono “scuoiati vivi”. Secondo noi, tutto ciò è vergognoso. Speriamo che questo immondo commercio finisca presto. Ciò sarà possibile solo se i commercianti in Occidente smetteranno di comprare pelli di cane Edoardo Catagua Lorenzo Balestrini 2B

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Sta per uscire un suo nuovo libro? - Sì e no. Sta per essere pubblicata una nuova edizione di “Speciale Violante” e “Principessa Laurentina” riunite in un solo volume, visto che parlano entrambi delle stesse persone più o meno nello stesso periodo. Si intitola “Violante e Laurentina”. Oltre ai libri ricordati, Bianca Pitzorno ha scritto anche “La bambinaia francese”, “La bambina col falcone” “Sulle tracce del tesoro scomparso” e “Parlare a vanvera”. Per concludere, una nostra affermazione sulla Biblioteca. La De Amicis. non è solo un luogo per studiare, ma un posto dove ci si può divertire! Vittoria Adeniji, Anna Pippa, Silvia Ottaviani, Karen Reyes e Lisette Gongola I D

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Caro Renato, Non ti conoscevo, ma pensando a quello che ti è successo ho iniziato a riflettere su come possa essere fragile una vita.. Come possa essere facile morire per gioco. Spero solo che dove ti trovi ora, in cielo, la tua vita sia migliore di quella che sognavi qui sulla terra Lorenzo 2B

Caro Renato, io ti conoscevo bene, Oltre che un mio compagno di pallanuoto eri un amico per me, Ancora fatico a credere che ti possa essere successa una cosa così terribile e solo per un gioco. Appena ho saputo che eri tu ad avere avuto quel terribile incidente mi sono chiuso in camera a pensare a te e a quello che ti era successo, con la speranza però che tutto finisse bene . Invece, purtroppo, non è andata così. Che dirti ancora. Mi manchi molto. Spero che tu sia in un mondo migliore. Ivan 2B

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Saliamo con altre anime sul mostro alato e ci sediamo. Il decollo avviene senza particolari problemi, anche se la coda di Gerione ci infastidisce alquanto, sfiorandoci più volte la testa. Il volo verso l’abisso, verso Malebolge, che a Dante era sembrato interminabile, mi sembra breve ed emozionante.Sto per entrare con Napoleone nell’ottavo cerchio , dove si trovano gli uomini che hanno frodato prossimo. In quel mentre sento una voce che mi chiama. "Marco. Marco . E'ora alzarti" Mi accorgo in quel momento che quanto ho raccontato è frutto di un sogno, anzi no, di un incubo. Marco Mazzella 2B Pagina 41


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Sono passati molti mesi dall’omicidio di Garlasco e i mi30 novembre 1962 steri sono ancora molti. Nel frattemMi è arrivata una lettera. po, il fidanzato, AlE'del Presidente. Mi acberto Stasi, unico cenna allo smantellamenindagato per la to dei missili russi a Cuba morte di Chiara del 28 ottobre, sua grande Poggi, si è laureato con il massimo vittoria, poi scrive "Alexis, punteggio. mi sento minacciato. Mi Chiara era una ragazza di 26 anni tutracconta quali sono i suoi ta casa e famiglia, senza ombre, senza timori. Teme un attentato segreti, senza una doppia vita. da parte dei sovietici. ConE’ stata uccisa Il 13 agosto dello scorso fesso di avere paura. Rianno nella villetta di Garlasco, in prospondo immediatamente vincia di Pavia, dove viveva con i al Presidente, ma ho paura di quanto mi ha detto, vosuoi.Secondo la ricostruzione fatta a glio stare lontano da quello che pare essere un brutto suo tempo dai carabinieri, la ragazza intrigo internazionale. aveva aperto la porta a qualcuno che conosceva e, dopo una discussione, 3 dicembre 1962 era stata colpita prima alla schiena, poi Sono tornato a New York ed ho scritto un articolo, dal sulla fronte e sulla mascella, infine neltitolo "America in pericolo" . Ne hanno parlato moltissi- la zona del cervelletto, A dare l’allarme era stato proprio Stasi, il fidanzato, mo da noi, ma anche nel resto del mondo. ventiquattrenne, che, secondo il suo racconto, aveva visto, entrando nella 22 novembre 1963 villetta, Chiara senza vita e il sangue per terra. I sospetti si erano concentraIl presidente mi ha invitato qui a Dallas. Non mi sono ti subito su Stasi , che era stato interfatto pregare. Ho un debito di riconoscenza con John rogato la prima volta per ben diciassetKennedy. Poi ormai siamo amici. Mi trovo nell' auto che segue quella di John, su cui sono seduti la moglie te ore. Il 20 agosto il ragazzo aveva ricevuto e il governatore del Texas. Ho tra le mani la mia nuol’avviso di garanzia e successivamente vissima macchina fotografica, una splendida Leika. La gente applaude , urla il suo entusiasmo nel veder pas- era finito in prigione per qualche temsare Kennedy. Stiamo attraversando il centro della cit- po. Gli indizi contro di lui sono le scarpe, tà. E'meraviglioso. Dalla festa alla tragedia. Un rumore di spari. Uno, due, prive di tracce di sangue, che indossava quando era entrato nella villetta, i tre colpi. Il presidente si accascia. E'stato ferito a sei minuti trascorsi prima di chiamare il morte da una fucilata. Lo portano in ospedale. Mezz' o118 e infine le tracce di sangue, apparra dopo l' attentato, Kennedy è morto! E'terribile. Catenente a Chiara, rilevate sui pedali sualmente riesco a fotografare il suo presunto assasdella bicicletta. sino, Lee Arwey Osvald ,un giovane di 24 anni, menForse i prossimi mesi ci diranno se Altre i poliziotti lo stanno portando via. berto Stasi è davvero colpevole dell’omicidio e perché, in tal caso, ha ucciso Ho scritto molti articoli sul mio amico presidente , ma la povera Chiara. l' ultimo " Addio John" è per me il più sentito. L’importante è che sia fatta giustizia. Segue da p. 26

Alessio Pronzato laboratorio di scrittura creativa

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Gloria Ruggieri 2 B


. segue da p.3 L’ha spuntata per 3 a 2 l’alunno genoano che ha vinto un pallone con le firme dei calciatori presenti. Subito dopo Susanna Massetti, alunna del plesso di via Vecchi,già finalista allo Zecchino d’oro, accompagnata dal coro della Strozzi ha eseguito Aegua Aegua dei Buio Pesto . Mentre Susanna cantava, sullo schermo scorreva un filmato con i giochi di una volta, realizzato, come gli altri che hanno accompagnato i cori, dalla prof.ssa Vernizzi. Dopo i saluti video di Luca e Paolo delle Iene, che si sono detti dispiaciuti per non essere potuti intervenire alla manifestazione, due bravissimi componenti della Baistrocchi, tra cui il capocomico della compagnia genovese Edo Quistelli, si sono esibiti in una divertentissima gag. A seguire, è salito sul palco Vittorio De Scalzi che, dopo aver esordito con un suggestivo brano in genovese, ha proseguito con due classici dello storico gruppo genovese dei New Trolls “Una carezza della sera” e “Miniera”, Subito dopo vi è stata la simbolica consegna del maxi assegno derivante dall’incasso della serata al prof. Giorgio Dini del Gaslini. Hanno concluso lo spettacolo “We are the world”, inno del Gaslini,cantato dai componenti del coro della Strozzi, ottimamente preparati dalle proff. Cambrea, Olcese, Matarrese, e il classico can can della Baistrocchi(vedi foto). In conclusione , possiamo dire che si è trattato di uno spettacolo vario e riuscitissimo, come ha confermato il gradimento del pubblico, che merita di essere riproposto anche e soprattutto per il nobile fine che lo ha ispirato. Ha scritto Gloria, che ha fatto parte del coro “ E’ stato bello assistere a “Viva la vita” per il suo scopo benefico innanzitutto, poi perché per la prima volta ho visto e sentito dal vivo personaggi importanti, infine perché ho avuto l’opportunità di cantare sul palco di un grande teatro”

segue

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Alcune sue poesie sono state addirittura musicate ed una di esse, nel 1941, ha vinto il premio della canzone italiana. Due poesie, “Acqua di primavera”e “I fiori del pioppo”, per la loro semplicità interpretativa, sono state anche pubblicate in alcuni testi scolastici. Fino ad oggi ha scritto 13 raccolte tra poesie e racconti, tra cui “Prima di andarmene”, “Uno stop al semaforo”, “Semmo da taera de Colombo”,”Alfredo”, un’autobiografia che nel 1994 ricevette il premio città di Levanto, “Nuove poesie e racconti d’amore”, “Na gruppä de sëunni” e “A Cattainin de nisseue”. L’ultimo suo libro, “Il tempo per sognare”, sarà presentato l’8 maggio presso la Cassa di Risparmio di piazza De Ferrari. Alberto Pasolini fa parte di un’associazione di poeti e scrittori, ‘Il Corimbo’, che si riunisce periodicamente. Fino a qualche anno fa, partecipava ad alcune trasmissioni televisive e radiofoniche in cui interpretava, in genovese, con grande capacità recitativa, alcuni personaggi liguri famosi dei quali aveva narrato la vita nel suo libro “A Cattainin de nisseue” (vincitore di un premio nel 1984), tra essi c’era anche Bernardo Strozzi, il monaco pittore a cui è dedicata la nostra scuola media. Alberto Pasolini è oggi un simpatico nonno con tanta voglia di godere tutto ciò che di bello la vita può ancora offrirgli. Scrive le sue poesie utilizzando uno strumento ormai scomparso: una macchina per scrivere Olivetti 32. Per poter continuare a leggere e a recitare le sue poesie, nonostante un grave deficit visivo, ricorre alla moderna tecnologia: la figlia gli trascrive i testi sul computer e poi glieli stampa a caratteri cubitali e in grassetto! Chiara Barbagallo, Camilla Iannicelli, Milena Nelli, Chiara Pallini e Nicole Vagnoni classe 1 D

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