Libro berlino nella morsa di marcello melai

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Biografia dell’Autore.

Marcello Melai è nato a Signa in Provincia di Firenze il 14 Maggio 1935. Ha trascorso i primi anni della sua vita a San Piero a Ponti, Terracina, Finale Ligure, Montecalvoli, dove nel periodo della guerra, ha frequentato la Scuola Elementare. Dal 1950 Pontedera è divenuta la sua città di adozione. A Pontedera ha frequentato la Scuola di Avviamento Professionale, la Scuola Tecnica Industriale, poi l’istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Pisa. Ha lavorato alla Piaggio di Pontedera dal 1950 al 1961. Nel 1955 con altri giovani di Pontedera, ha fondato il Centro Turistico Giovanile “La Ammilla”. Nel 1956, con quattro amici, ha compiuto un pellegrinaggio a Lourdes in bicicletta e di seguito altri Ciclotours in diverse Nazioni, sempre in bicicletta. Dal 1961 al 1963 ha lavorato in Svizzera nella MaschinenFabrik Rieter di Winterthur, Cantone di Zurigo e dal 1963 al1983 alla Farmacia Gonfiantini a Pontedera. Radioamatore dal 1972 con il Nominativo di Stazione Radio IW5ACL ha fondato con altri colleghi la Sezione Radioamatori di Pontedera. Sposato con la Signora Tacchi Lucia (1942 – 2010), ha tre figli: Maurizio, Elisabetta, Daria. Oggi è in pensione. Marcello Melai.


Prefazione

Questo difficile lavoro è nato da una relazione scritta che prese forma ambiente e descrizione dei fatti nel 1960, quando partecipai ad un Convegno di studio a Berlino organizzato da Giovane Europa. In Italia, gli anni 60 segnavano l’inizio dell’era del boom economico. Eravamo usciti da un Referendum che aveva sconfitto la Monarchia e politicamente ci guidava un Governo nato da una Repubblica Parlamentare. La nazione italiana del dopoguerra era stata provata da tanto degrado, ma aveva intrapreso un cammino di stabilizzazione. Invece in Germania non erano ancora usciti da una situazione disperata provocata dalla guerra, della quale avevano subito un disastro. Noi avevamo problemi di ricostruzione, di infrastrutture e di ammodernamento, loro avevano problemi giganteschi che non avevano ancora risolto. Le città della Germania, distrutte quasi completamente, il governo era cambiato ma doveva affrontare problemi inimmaginabili. Berlino, divisa in cinque zone, di cui una in mano ai sovietici che avevano per primi riconquistato la città e sconfitto il Terzo Reich di Hitler. Città divisa in settori Est e Ovest, cinque zone circondate da filo spinato e da un muro “Berliner Mauer” costruito il 13 Agosto 1961 e abbattuto il 09 Novembre 1989, dopo 28 anni. Di questi avvenimenti sono state scritte tante pagine di storia, io mi sono limitato a narrare la mia esperienza reale vissuta in un tempo relativamente breve ma efficace per scoprire e vivere sulla mia pelle le cose che ho descritto in questo libro. Sono passati 53 anni, da quando andai a Berlino e i ricordi sono ancora vivi nella mia memoria anche se altri si sono un poco affievoliti a causa dell’età. Avere visto la


città in quello stato, fu per me e per tutti noi che partecipavamo al convegno, un dispiacere ma soprattutto per la gente che soffriva. Il mondo, se vuole continuare a vivere e tutte le nazioni, se vogliono continuare a vivere, devono fare sul serio, una bella riflessione sull’inquinamento, che dal dopoguerra a oggi ha devastato la terra e non fare più nessuna guerra, altrimenti sarà la fine dell’umanità. L’Autore.


MARCELLO MELAI

BERLINO NELLA MORSA Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei andato a visitare la città di Berlino, la più discussa del mondo e la più sorvegliata del mondo, avrei sorriso e risposto all’interlocutore che gli scherzi non mi piacciono. Ma un giorno, ho ricevuto l’invito dal Sindacato Cisl, di cui ero dirigente, a partecipare ad un Convegno Internazionale di studio nella Città di Berlino organizzato dal Movimento Studentesco “Giovane Europa”(1) allora ho capito che tutte le cose che si presentano nei momenti della nostra vita non sono sempre impossibili. Noi giovani italiani siamo partiti un bel gruppo col treno verso la Germania, meta Hannover, con la speranza di poter conoscere meglio le condizioni di vita di quella città, che finora avevo ignorato e che non conoscevo bene. Allora è facile immaginare quanto ero emozionato, infatti tutti noi eravamo consapevoli di provare un’ esperienza nuova. Il mio viaggio, ossia il nostro viaggio, doveva cominciare proprio da Hannover. Da quella città, siamo partiti tutti insieme (2) in pullman diretti a Berlino, dove ci aspettava un programma di studio molto impegnativo. Percorrendo la moderna Autostrada Hannover – Berlino e dopo cento chilometri, ci hanno fermato ad un posto di blocco, della Polizia Sovietica. Ci hanno fatti scendere a terra e siamo stati sottoposti ad un rigoroso controllo dei documenti e dei bagagli. Fatti i dovuti controlli, ci hanno permesso di entrare nel territorio della (Deutsche Demokratische Republik) e così abbiamo proceduto regolarmente verso la città di Berlino Ovest. Arrivati in prossimità della città, l’impatto è stato unanimemente salutato con un evviva che ce l’abbiamo fatta! E poi lo stupore nel vedere per la prima volta una città molto bella, con la sua tipica periferia di quartieri residenziali, sparsi in mezzo a grandissimi parchi verdi. Una città quasi rinata dai bombardamenti che aveva subito pesantemente dal 1939 in poi. La città di Berlino Ovest enormemente grande ed estesa, (880 chilometri


quadrati), sembra sia rinata dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale e dalle sofferenze subite dal popolo durante il Terzo Reich. Nel 1944, le quattro Potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale: America, Gran Bretagna, Francia e Russia, alla Conferenza di Yalta, avevano trovato un accordo per dividersi le zone occupate in Germania durante la guerra. Poi suddivisero la città di Berlino in Quattro Zone. Gli americani, gli inglesi ed i francesi, occuparono la zona Occidentale della città, invece i russi occuparono la zona Orientale. La Porta di Brandeburgo (3) oggi delimita topograficamente il confine tra Est ed Ovest. Con una superficie totale molto grande ed estesa, Berlino ha una popolazione di 3.300.000 abitanti così distribuiti: 1.100.000 a Berlino Est 2.200.000 a Berlino Ovest. La densità della popolazione è fortemente superiore a Berlino Ovest e il suo territorio risulta molto più popolato perché dovuto al notevole afflusso di profughi provenienti dalla Germania Est. La Repubblica Federale Tedesca, (BundesRepublik) ha una superficie di 247.971 chilometri quadrati, una popolazione di 52.149.600 abitanti, una densità di 210 abitanti per chilometro quadrato. La Deutsche Demokratische Republik ha una superficie di 107.431 chilometri quadrati, una popolazione di 16.221.450 abitanti, una densità di 151 abitanti per chilometro quadrato. Da un rapporto fra le densità di popolazione delle due Repubbliche è facile capire e riscontrare un aumento molto rilevante della popolazione nella Repubblica Federale Tedesca, avendo però essa, una estensione maggiore della Deutsche Demokratische Republik. E’ anche vero che l’aumentata densità di popolazione, rilevata nella Repubblica Federale Tedesca, è il risultato di una forte immigrazione di profughi provenienti dal settore Est. A partire dal 1944 un continuo pellegrinaggio di profughi è arrivato al Centro Profughi di Berlino Ovest e oggi ha raggiunto la rilevante cifra di 13.000.000 di rifugiati. Questi dati li ho ottenuti durante la mia inchiesta a Berlino (4). Altri 4.000.000 di profughi, sono fuggiti dalla Germania Est, ed hanno raggiunto l’Ovest, con diversi mezzi di fortuna. Fino ad oggi, sono fuggiti dalla Germania Est 17.000.000 di uomini, donne e bambini. I Dirigenti della Commissione di inchiesta insediata a Berlino Ovest che valuta le richieste di asilo politico, mi hanno riferito che nel 1952 il 75% dei profughi aveva un’età inferiore ai 45 anni. La Repubblica Federale, ha messo a loro disposizione fino ad oggi 450 miliardi di lire per alloggiarli un poco alla volta. Ogni 2700(5)persone, che man mano arrivano nel


territorio, vengono smistate in varie zone della Germania Ovest a coltivare la terra, oppure a lavorare nelle fabbriche. L’importanza di Berlino è determinante dal fatto, che i profughi che devono abbandonare la propria casa, il podere, la fabbrica, spinti dal desiderio di libertà, trovano nella città di Berlino Ovest, la loro salvezza. Però, quegli spostamenti di profughi dal settore est al settore ovest della città, spesso può essergli fatale perché in certi punti dell’estensione del filo spinato ci sono le postazioni della Polizia Sovietica che hanno l’ordine di sparare ad ogni tentativo di fuga. Ogni giorno, perdono la vita decine di persone, vittime di una crudeltà inaudita. Chi invece vuole fuggire e aggirare le guardie non è difficile raggiungere il settore Ovest della città, perché spostandosi con i treni della metrò, si passa con facilità dalla zona Est alla zona Ovest e i fuggitivi cercano il Campo Profughi e chiedono asilo politico alle autorità della Germania Ovest. Il difficile invece si presenta quando si può essere scoperti, allora si rischia di essere portati davanti al plotone di esecuzione. I Profughi scampati, che si presentano a Berlino Ovest, dopo tre interrogatori, eseguiti da tre Commissioni diverse, hanno la certezza di rifarsi una nuova vita nella Germania Libera. Così, il rifugiato approdato nella città di Berlino Ovest, trova l’unica vera via di salvezza. La maggioranza dei profughi ha un’età che va dai 16 ai 25 anni, però è stato accertato che la percentuale dei giovani che scappano, non è più così alta, come lo era nel 1953 perché quei cittadini sono più sorvegliati dalla polizia. Il settore occidentale della città è ormai quasi interamente ricostruito da palazzi moderni, strade, reti tranviarie, metropolitana, parchi, alberi e prati verdi che arricchiscono il settore di Berlino Ovest. Nuove costruzioni sorgono dove prima c’erano soltanto grandi ammassi di macerie provocate dai bombardamenti degli alleati. Grandi magazzini, fastose vetrine di abbigliamento alla moda, lussuosi ristoranti, tipici caffè ed un suggestivo contorno di colori, di traffico, di movimento e di vita, fanno della città di Berlino una meta storica per i visitatori stranieri. Noi studenti del corso di Studio di Giovane Europa, salendo sui treni della Metropolitana per trasferirci nel settore Orientale, non ci siamo accorti di avere varcato il confine tra i due settori, perché i servizi di collegamento fra le due zone funzionavano regolarmente, non sempre controllati dalla Polizia Sovietica e trasportavano ogni giorno, una notevole flusso di passeggeri. Ma quando siamo usciti fuori all’esterno dalla Metropolitana,


abbiamo visto poca gente in giro per le strade, poca circolazione di auto e altri mezzi di trasporto, negozi meno belli, meno illuminati, vetrine buie, poco allestite e meno eleganti in confronto alla zona Ovest. C’erano soltanto grandi magazzini aperti dall’organizzazione statale e un atteggiamento della gente quasi rassegnato, piuttosto inquadrato dal regime, una popolazione che camminava passivamente e che era spinta da una forza di volontà relativa a quella che ciascuno ha per propria natura. Uno spettacolo triste si è presentato ai nostri occhi, mentre si procedeva verso il centro della vecchia Berlino, dove una volta sorgevano i palazzi più belli, di notevole importanza storica, quali i Ministeri, l’Università, la Stazione Ferroviaria, il Teatro dell’Opera, tutto quanto era completamente distrutto e lasciato così com’era dopo quindici anni dalla fine della guerra. Il Governo della città aveva escogitato uno slogan che diceva: Chi viene a vedere Berlino avrà davanti agli occhi: “un cumulo di macerie per non dimenticare”. In quel momento, non è stato edificante metabolizzare quel cinico proclama decantato e sponsorizzato dal regime che non aveva avuto neppure pietà di quelle vittime che erano rimaste sepolte sotto quelle macerie. Una pagina di storia era stata scritta e uno spettacolo allucinante era sotto i nostri occhi ed era il più oscuro che si potesse vedere. Lo scopo di quel messaggio, che il regime aveva voluto trasmettere con forza ai posteri, secondo il mio punto di vista e di quello dei miei colleghi di corso, non doveva essere nemmeno pensato. Ci rendiamo conto della mortificazione di tanti cittadini berlinesi che vivono ancora in questa città e che ogni giorno devono affrontare tanti disagi anche di natura psicologica? I metodi applicati dal regime di Pankov dovevano comunicare una severa punizione da infliggere ai tedeschi della zona ovest e a quelli della zona est della città e infine lo spettacolo di rovine, doveva essere il risultato della fine ingloriosa subita dalla grande capitale della Germania provocata da un dittatore pazzo. I russi dicevano che lo spettacolo di distruzione della città di Berlino Est, che per il momento non doveva essere ricostruita, poteva essere valutato come un ricordo per la popolazione residente e per i visitatori stranieri che venivano a vederla, pretendendo che chiunque avesse osservato quelle macerie riflettesse su quello che era accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, sugli orrori e le rovine di quelle distruzioni provocate dalla follia di un uomo (6) spalleggiato da un gruppo di fanatici ciecamente


ubbidienti al loro Capo. Oggi molti tedeschi e tante altre persone (7) che hanno avuto morti in famiglia, a causa di quella guerra disonorevole, che hanno perso tutto e che si sono sacrificati per niente, oggi devono pagare anche le conseguenze di carattere politico, economico e sociale. Se pensiamo che per comprare il pane in una panetteria di Berlino Est si deve esibire il passaporto, che è obbligatorio e specialmente viene richiesto agli stranieri e se non viene mostrato o ne siamo sprovvisti, ci portano davanti ad un commissariato di polizia, così vale anche per la tessera annonaria che è d’obbligo per gli abitanti di Berlino Est. Questa purtroppo è la situazione e il risultato, di una guerra assurda, inutile e vergognosa. Infatti, i berlinesi innocentemente coinvolti, diciamo quei cittadini che evidentemente non approvarono il Terzo Reich di Hitler e che rischiarono di essere fucilati come dissidenti, non avranno più alcuna possibilità di risorgere? Nella zona occidentale, la Libera Università di Berlino è frequentata da oltre 20.000 studenti, che studiano nelle Facoltà di indirizzo Umanistico, Scientifico e Tecnico. Questa Scuola è molto diversa rispetto a quella della Germania Est, dove molti studenti, non sono ammessi agli studi, se prima non accettano di frequentare una volta alla settimana, un corso di ideologia di partito. Infatti, molti studenti non hanno accettato quel metodo discriminatorio istituito dagli organi di governo della Deutsche Demokratische Republik. e hanno preferito scappare dal settore Est e di presentarsi nella zona occidentale per essere accolti e ammessi alla Free University di Berlino Ovest. Prima della spartizione di Berlino in quattro zone e quella di Berlino Est in mano ai sovietici, i docenti universitari erano più o meno di mezza età (8) e avevano una esperienza culturale e di insegnamento molto elevata, ma oggi le cose sono cambiate, gli insegnanti universitari attuali hanno in media un’età compresa tra i 18 e i 25 anni perciò è facile capire quale sia stata la strategia e lo scopo escogitato dal Regime. A partire dal 1945 e il 1946, la maggior parte degli insegnanti reputati all’altezza del loro compito, per fama ed esperienza, furono accusati di collaborazionismo con i Nazisti e licenziati, secondo un programma di epurazione messo in piedi dalla politica della Germania Est e il restante venti per cento fu lasciato al suo posto per non dare nell’occhio e per dimostrare a chi avesse contestato l’operato del governo che tutto era in regola. Ma questa percentuale di insegnanti che purtroppo è determinante, ha


l’obbligo di sottomettersi alle regole del governo e a quelli che comandano nell partito. Certamente, questi giovani insegnanti inseriti nella scuola, avranno avuto dai dirigenti, l’input di una carriera stimolante e sicura per l’avvenire, una retribuzione sicura ma un continuo controllo su ciascuno di loro e sui programmi di insegnamento e di quant’altro da parte dei dirigenti del partito. Il metodo sistematico di reclutare i giovani per inquadrarli nel processo di riqualificazione della classe sociale della Germania Est, ci deve convincere più che mai, che il sistema per accattivarsi la simpatia dei giovani e dei meno giovani, doveva essere bene organizzato e studiato appositamente dalla politica e dal partito, per cui non ci vuole molto a capire, quanto siano stati raffinati i cervelli di quelle persone che esercitavano quel mestiere. Un altro fatto importante, se non altro ridicolo, è la differenza monetaria che c’è fra le due parti. I due governi, non riconoscendosi fra loro per una situazione di divisione e di una continua guerra fredda, avevano instaurato un sistema monetario tuttora vigente fra le due città. (9) Il 23 Giugno 1948 il Marco della Deutschen Notebank (Ostmark), veniva ufficializzato come unica valuta del territorio occupato dai Sovietici. (10) Immediatamente, il 24 Giugno, le Potenze Occidentali introducevano nella città di Berlino Ovest, come unico mezzo legale di pagamento, il Marco della Banca Internazionale Tedesca (Bank Deutschen Laender), noto da allora come Westmark. (11) In pratica, il marco occidentale, vale quattro marchi orientali e viceversa. Dopo queste delucidazioni monetarie, dobbiamo ben capire quali sono i vantaggi e gli svantaggi della Popolazione berlinese. Quelli che ci guadagnano, sono i berlinesi della zona ovest, perché di questa esperienza monetaria, in pratica, ho potuto accertarmi di persona quando ho pagato quelle piccole cose che ho comprato. E poi, osservando il gran giro d’affari che si svolge in quella zona dove si paga con il Westmark. Tuttavia però, un lavoratore che vive nel settore ovest e che lavora nel settore est è svantaggiato e potrebbe avere seri problemi di miseria a causa della svalutazione monetaria da quattro a uno. Questi casi purtroppo a Berlino ci sono segnalati ed esistono realmente proprio in questa città, dove la vita, come ripeto, è una delle più critiche e originali del mondo. La situazione economica e sociale della Germania Est ci è stata presentata e illustrata da una commissione appositamente istaurata, consapevole e competente in materia, (12) ma esponendoci i vari e determinanti


problemi, si leggeva nei loro sguardi una malcelata tristezza nel dover affrontare anche i disagi morali che in quel momento affliggevano il popolo di questa meravigliosa città. Fino al Luglio 1958 ogni genere alimentare, veniva venduto con la tessera e da allora è rimasta in vigore soltanto per il pane, la benzina, il petrolio, le patate. Il prezzo del pane è ancora caro, però tutti gli altri alimentari che non hanno l’obbligo di essere venduti con la tessera, sono molto più cari. L’industria è sotto il controllo dei Sovietici per il 97% una cifra molto rilevante se si pensa che prima della guerra era in mano anche ai privati che la conducevano con competenza. La produzione libera è consentita soltanto ai piccoli imprenditori, ma alle grandi fabbriche, che oggi sono in mano allo stato, gli hanno imposto un sistema produttivo controllato. Se un bottegaio che vende i suoi prodotti al minuto, supera un certo introito consentitogli dallo Stato, gli viene tolto il negozio e dato ad un altro commerciante. Il piccolo negoziante è obbligato a percepire tassativamente un modesto margine di guadagno, secondo le direttive del Governo Centrale, pena la sospensione della licenza commerciale. Ai coloni, proprietari di appezzamenti, con più di cento ettari di terreno, gli hanno diviso il terreno in particelle oppure gli è stato revocato. I terreni sono stati suddivisi ancora in 7 ettari oppure in 8 ettari per ciascun agricoltore e non più tardi del 1965, secondo le previsioni e le direttive che sono state programmate, tutto il settore agricolo, dovrebbe essere inglobato dallo Stato. Infatti alla fine del 1959 erano già in mano allo Stato il 60% dei terreni agricoli della Germania Est. Nel 1957, la legge per l’Artigianato disponeva, che tutte le aziende con più di tre artigiani, dovevano essere assorbite dallo Stato e così è avvenuto. Ogni giorno, i guadagni di ciascuna ditta, devono essere portati in banca per essere controllati e poi inglobati nelle casse del bilancio statale. Tutte le industrie e le aziende commerciali, compreso l’artigianato, i cui introiti supereranno il 50% stabilito dal governo, dovranno pagare una nuova e più cospicua tassa allo Stato. I piccoli proprietari, non potendo andare avanti più da soli a causa del carico fiscale insopportabile saranno costretti a mettersi insieme in cooperative e tuttavia dovranno essere assorbite dallo Stato. I dati che ho raccolto e che ho riportato in questo libro, riguardano quelle aziende che dal 1951 ad oggi si sono fuse in cooperative: 1951: 3.9% - 1953: 11% - 1954: 19% 1956: 23% - 1958: 37% - 1959:45% - 1960:62% (13). Abbiamo già


affermato che I sistemi applicati nella Germania Est, sono prevalentemente di natura politico ideologica, è per questo sistema che le aziende sono state costrette a sopravvivere fondendosi in cooperative. La propaganda comunista è incredibilmente abile a sfruttare la buona volontà e capacità dei cittadini. La popolazione è stretta nella morsa di questa piovra gigantesca e riesce a sopportarla con rassegnazione. Dovranno essere molto allettanti tutte le idee che vengono promulgate dai cultori della dottrina marxista, perché soprattutto nei giovani, aumenta ogni giorno di più, il fanatismo. Non è facile uscire dalla stretta morsa di questo sistema, poiché chi per aneliti di libertà e di giustizia, si azzarda ad essere dissidente è perduto, la piovra non perdona. Eppure il Sistema, parla di uguaglianza e di libertà, ed è tanto decantato dal Regime di Pankow e dai mezzi di comunicazione, ma assurdamente non realistico, se si guardano da vicino le condizioni della popolazione, del disagio in cui è piombata, dei morti appesi al filo spinato che sono stati falciati dai mitra dei Vopos. Uomini e donne coraggiosi che erano stati divisi da un regime e una sorte crudele, che tentavano di scappare, alcuni per ricongiungersi con i familiari che si trovavano a Ovest, altri per cercare una vita migliore nella Repubblica Federale Tedesca. In Italia, fortunatamente, c’è la libertà di pensiero e di parola, siamo una Repubblica Democratica Parlamentare, tuttavia abbiamo partiti di sinistra, di centro e di destra, ma siamo in un sistema democratico che ci garantisce la libertà e i diritti. La Democrazia Cristiana che attualmente è al governo e i Partiti Comunista e Socialista sono all’opposizione e che hanno avuto molti consensi dagli elettori. Ma le contrapposizioni non mancano ad ostacolare lo svolgimento sereno e costruttivo della politica e la realizzazione delle leggi che nascono dal Governo e vengono discusse dalle Camere del Senato e dei Deputati(14) Ci sono altri poteri politici (15) e contrappostii che mettono in difficoltà sia l’azione del Governo che i cittadini, ogni giorno vengono proclamati tanti buoni propositi ma in realtà non si agisce quotidianamente con equità e con determinazione per costruire l’uguaglianza dei cittadini e migliorarne le condizioni di vita. Molti lavoratori italiani che lavorano nelle grandi fabbriche o nelle piccole imprese, non sono soddisfatti delle loro condizioni di lavoro sia salariali che normative e spesso si innescano forti conflitti sociali. Tuttavia voglio affermare che nei confronti degli operai e degli impiegati non si fa il


dovuto. Nel nostro paese, anche la politica, attualmente non ha fatto molti passi avanti per risolvere i problemi di giustizia sociale. Dove ci sono conflitti di qualsiasi genere, non c’è nemmeno la pace, che pure è auspicabile e fondamentale per la vita e il progresso di una nazione. Anche la politica dovrebbe spendersi e confrontarsi lealmente nelle sedi istituzionali sancite dalla nostra Costituzione che gode il massimo rispetto da tutti ma che spesso non viene applicata. Berlino è stata eletta dai tedeschi, capitale simbolo della Germania ma anche del mondo. Oggi, le Nazioni Unite sono attente agli sviluppi della politica in quella città, che ha subito una guerra distruttiva senza precedenti, ha voluto con tenacia e a tutti i costi, risorgere dalle macerie, però ha davanti a se una strada ancora in salita per essere libera. Le Nazioni Unite guardano con trepidazione alla sorte di Berlino, sperano che finisca la tensione che c’è tra gli Stati Uniti e L’Unione Sovietica e che Berlino sia liberata dal filo spinato. La speranza di tutti noi studenti che abbiamo partecipato al programma del Movimento “Giovane Europa” auspichiamo con forza e all’unanimità, che la Città di Berlino e tutta la Germania Est si ricongiunga con la Germania Ovest, finisca la Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e L’Unione Sovietica e finalmente le due Potenze si siedano intorno a un tavolo per negoziare un futuro di pace per tutti i popoli della terra. NOTE: 1) “Giovane Europa” Movimento Italiano di studio, per la nascita degli Stati d’Europa. 2) Studenti, che parteciparono a quel Convegno di studio sulla Città di Berlino e della Germania Est e Ovest. 3) La Porta di Brandeburgo è il simbolo della città e della Zona Occidentale di Berlino. 4) Questi dati statistici, ce li ha forniti la Commissione di Accoglienza del Profughi istituita dal Governo Federale a Berlino Ovest. 5) E’ il numero di persone che non può essere superato per ragioni logistiche e di spazio. 6) Hitler e la Dittatura del Terzo Reich, che scatenò la Seconda Guerra Mondiale la distruzione della Città di Berlino e di altre importanti città tedesche.


7) Il popolo tedesco, incolpevole soffre le conseguenze del disastro della guerra. 8) Età compresa tra i 45 anni e i 65 anni, con curricoli professionali molto importanti. 9) Il sistema monetario è stato ripristinato dopo la caduta del Muro di Berlino. Devo specificare che quando ho fatto il mio ingresso nella città di Berlino, intorno alla città, c’era soltanto il filo spinato che delimitava i confini delle quattro zone. 10) Era una moneta di alluminio di poco valore, anche il metallo stesso. 11) Era una moneta metallica di lega di bronzo, molto più consistente di quella della Zona Est. 12) Commissione Governativa per i rifugiati politici che provenivano da Berlino Est. 13) Dati forniti dalla Commissione Governativa per i rifugiati politici di Berlino Ovest. 14) Il Governo, espressione della Democrazia Cristiana. 15) Poteri padronali, servili al Governo Centrale, che attuano un sistema paternalistico nei confronti degli operai mancando spesso ai loro doveri di equità e di giustizia sociale, del rispetto della persona umana, della dignità, della persona e dei diritti degli operai. DEDICATO: Questo libro, lo dedico in primis ai miei genitori, a mio fratello, alla mia sorella, a mia moglie Lucia, ai miei figli Maurizio, Elisabetta, Daria, ai miei nipoti Michele, Gabriele, Diletta, Gianluca, ai miei carissimi amici e compagni di avventure in bicicletta: Raimondo, Enzo (Alla Memoria), Giovanni, Sergio e altri amici e conoscenti. Lo dedico in particolare a Bruno Tertulliani, Segretario Provinciale della CISL (Alla Memoria), Vinicio Marconcini, Segretario Zonale della CISL di Pontedera(Alla Memoria), che mi offrirono l’opportunità di fare questo viaggio di studio a Berlino, al mio compagno di viaggio e di avventura Alessio Ceccanti(Alla Memoria) Ricordo, con molto affetto Francois Gouverneur, anch’egli carissimo amico e compagno di avventura a Berlino, all’Interprete Ungherese che mi salvò la vita quando i Vopos russi mi puntarono i mitra contro per spararmi perché avevo scattato due fotografie al Monumento all’Armata Rossa


nella Stalin Allee. Il gesto dell’interprete ungherese che mi accompagnava, riuscì con coraggio e tempismo a dialogare con i soldati russi e salvarmi la vita. All’amica Gisela Grekosky che conobbi in quella occasione. A tutti quanti facevano parte della comitiva degli studenti che provenivano da ogni parte d’’Italia che avevano vissuto quei giorni con me e con Giovane Europa a Berlino. Quella bellissima esperienza fu ed è stata un motivo di crescita intellettuale e morale. Non mi dimenticherò delle due ragazze milanesi, studentesse del nostro gruppo, che avventurandosi da sole nella Zona Est controllata dai sovietici per essere andate a comprare dei dischi di musica classica in un grande magazzino, furono fermate dalla Polizia Russa e trattenute per parecchie ore in custodia in un ambiente buio e angusto e poi fortunatamente rilasciate. Non vi immaginate quanta paura ebbero quelle ragazze, quando le rilasciarono rientrarono in Hotel impaurite e tremanti ma noi riuscimmo a calmarle e poi si fece festa. Non ho altro da dire ma altre cose da ricordare che non ho ritenuto opportuno scriverle. Vorrei, che questo libro, per mio desiderio, fosse letto e meditato per conoscere quali furono i fatti e le conseguenze disastrose della Seconda Guerra Mondiale. APPENDICE: Riferendomi alla prima stesura di questo libro, fatta nell’Aprile 2005, non posso non riscrivere quello che provai quei giorni quando il Santo Padre Giovanni Paolo II era gravemente ammalato. Prima della Pasqua di quest’anno 2005, il Santo Padre Giovanni Paolo II essendo peggiorato a seguito del morbo di Parkinson, è stato ricoverato per la seconda volta al Policlinico Gemelli di Roma per il riacutizzarsi dei sintomi della stesso male e fortunatamente era stato dimesso e tornato nella Sede Apostolica in Vaticano. La notte del Venerdì Santo di quello stesso anno, Karol Wojtyla stava nella sua cappella Privata e seguiva in televisione la tradizionale Via Crucis dal Colosseo, alla quale aveva sempre partecipato per 25 anni. Non si muoveva più e non riusciva più a parlare a causa del progressivo riacutizzarsi del Morbo di Parkinson. La televisione lo mostrava di spalle, unito in preghiera con i fedeli che partecipavano alla Via crucis e teneva stretto tra le mani tremanti il crocifisso. Era a rappresentare Gesù, sulla


Via del Calvario come accadde 2000 anni fa, quando Gesù lo aveva percorso con la Croce sulle spalle, massacrato dalle botte. In quell’istante il Santo Padre, fissava lo sguardo sul Crocifisso che gli tremava fra le mani e sul suo petto. La Domenica di Pasqua, si affacciò alla finestra del Palazzo Apostolico, per benedire la numerosissima folla che si era radunata in Piazza San Pietro per salutare il Pontefice, ma Lui non riuscì a pronunciare una parola, anzi a fatica, mentre le telecamere lo seguivano nei suoi movimenti, si udì la sua voce che stentava ad uscire dalla sua bocca e che voleva dire delle cose alla gente e subito a seguire una smorfia di dolore e di disagio. Riuscì a benedire a stento la folla imperterrita e dopo una breve pausa, si ritirò nella sua stanza. Incominciava l’ultimo atto della sua vita, nonostante che i medici si fossero prodigati con tutti i mezzi a loro disposizione a curare al meglio la sua infermità. Venerdì 01 Aprile 2005, in mattinata, fu diramato dalla Sala Stampa del Vaticano, la notizia che fece subito il giro del mondo: il Santo Padre era gravissimo aveva una grave setticemia e complicazioni respiratorie. Tutto il mondo pregava per la salute del Papa e una folla di fedeli si era radunata in Piazza San Pietro fino a notte inoltrata. Oggi, 02 Aprile 2005, mentre scrivo questa pagina, la salute del Santo Padre è ancora molto grave e in tutte le chiese del mondo si prega ancora per Lui, le televisioni ci fanno vedere le immagini del suo lungo Pontificato, dei suoi viaggi in tutto il mondo, dove ha recato innumerevoli segni di speranza e di pace. Il suo esempio sia una infinita testimonianza di amore per i più deboli e accenda nei potenti della terra una svolta e una consapevolezza che chi fa il bene si ritrova nel bene. Tutti dovremmo riconoscere nei suoi gesti e nelle sue parole la forza e la fiducia in Dio e la testimonianza di una grande fede in Gesù e in Maria Sua Madre, tanto venerata dal Papa Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla è stato un Grande Papa, faro di luce e di amore che ha illuminato i quattro angoli della terra. Mentre scrivo questa pagina, non posso dimenticare quante cose ci ha donato questo straordinario Papa, durante il corso dei suoi 27 anni di pontificato. Si è battuto come un leone, per denunciare le guerre e le violenze che si sono perpetrate in questo diciannovesimo, quelle che si combattono in questo tempo, che sconvolgono la vita di tanti esseri umani specialmente bambini. Ha denunciato l’oppressione dei regimi, le ingiustizie e la povertà, ha auspicato un Terzo Millennio di Pace e di concordia tra i popoli di questa terra, confidando nella Misericordia di Dio.


Giovanni Paolo II è stato l’artefice della caduta del Muro di Berlino, ha fatto cambiare la mentalità ai capi comunisti di Varsavia e ai paesi dell’Est Comunisti. Ha fatto rinascere la speranza ai popoli che lo hanno capito, specialmente quelli che erano ultimi e più poveri e che si sono sentiti almeno importanti nella società. Ha dato sempre la sua disponibilità ai giovani di tutto il mondo partecipando con grande disponibilità e interesse alle Giornate Mondiali della Gioventù che si sono susseguite durante il suo lungo Pontificato, si è sentito giovane tra i giovani del mondo e ha detto a loro che Gesù è Risorto e vive in mezzo a noi. Ha dimostrato ai più deboli e agli ammalati, come si sopportano le sofferenze delle malattie con amore a Gesù Crocifisso. Giovanni Paolo II sta combattendo con coraggio e dignità l’ultima battaglia della sua vita. Ora Soffre e Offre anche per il mondo perché si salvi e creda più al Vangelo, perché lo Spirito Santo scenda copioso sul mondo e sugli uomini di buona volontà. Il coraggio di questo Papa rimanga impresso nella nostra mente e nel nostro cuore, sia testimonianza di amore per la Chiesa, e si sappia che la vita dovrà essere restituita a Dio. Karol Wojtyla si può chiamare con onore Giovanni Paolo II il “Grande”. Sono contento di avere dedicato al Papa Giovanni Paolo II l’ultima parte di questo mio lavoro, che ho finito pensando a Lui che è stato l’artefice della caduta del Muro di Berlino. Anche i Tedeschi che hanno sofferto la morsa del filo spinato e del muro gli saranno grati, ma il mondo intero gli sarà grato e non si dimenticherà di Lui. Alle 21.37 del 02 Aprile 2005 il Santo Padre ci ha lasciati per sempre ed è tornato alla Casa del Padre. Ad accoglierlo, Maria Santissima, Gesù e tutta la schiera degli Angeli e dei Santi riuniti davanti al Trono di Dio. Una grande Festa in cielo è stata preparata in onore di un Grande Uomo che per mezzo del Battesimo si è fatto Servo di Dio e degli uomini di Buona Volontà. Voglio invocarlo affinché interceda per me presso il Padre affinché abbia misericordia dei miei peccati. Grazie Karol Wojtyla.

Pontedera 02 Aprile 2005

Marcello Melai


Karol Wojtyla Giovanni Paolo II


Galleria Fotografica

Berlino Nella Morsa

Marcello Melai 1960


Alessio Ceccanti in treno verso Berlino

Stazione di Lucerna in treno verso Berlino


Berlino Cartina della CittĂ

Hannover arrivati dopo 24 ore di viaggio


I Vopos Russi a Berlino 1960

Berlino 1960 Filo Spinato mamme e bambini


Berlino Filo Spinato

Berlino Est Polizia Filo Spinato e Muro


Berlino Ovest Francois Gouverneur e Marcello

Curriculum Vitae di 28 anni di divisione a Berlino


Berlino Ovest Direttore Giovane Europa Francois Gouverneur Interprete Ungherese


Berlino Palazzo dei Congressi

Veduta Panoramica di Berlino


Cartolina inviata da Marcello alla famiglia


Cartolina inviata dall’amica Gisela Grekowsky


Marcello a Berlino Ovest sotto un gazebo

Berlino Est Monumento Sovietico


Berlino Est Monumento al Soldato Russo


Berlino Est Monumento all’Armata Rossa


Berlino Est Cimitero Sacrario Russo


Monumento Sovietico alla Memoria


Marcello e due amici del gruppo Giovane Europa

Marcello e il Leone di Berlino


Berlino Porta di Brandeburgo

Berlino Stalin Allee


Berlino Alexanderplatz

Berlino Est Zona Sovietica


Berlino Est Zona Sovietica


Berlino Alexanderplatz

Berlino Palazzo delle tre Potenze Zona Ovest


Berlino Est Zona Russa


Berlino Zona Est Russa

Berlino Teatro dell’Opera


Berlino Stalin Allee

Berlino Est Zona Russa


Berlino Est Zona Sovietica

Berlino Est Stazione Ferroviaria


Berlino Est Palazzo dello Sport

Berlino Est Zona Sovietica


Berlino Est Zona Russa

Berlino Est Zona Russa


Berlino Est Zona Sovietica

Berlino Est Fabbrica distrutta


Berlino dopo la Guerra Capitale della Germania

Berlino Porta di Brandeburgo


Municipio di Berlino oggi

Duomo di Berlino oggi


Cupola del Parlamento oggi


Stazione Ferroviaria di Berlino oggi

Reichstag Parlamento di Berlino oggi


Berlino Porta di Brandeburgo oggi

Berlino il Muro dal 1961 fino al 1989


Abbattimento del Muro a Berlino 1989

Berlino Porta di Brandeburgo 1989


Berlino Il Muro a pezzi 1989 – Finito un incubo. Marcello Melai 2013



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