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Le correzioni necessarie alla Globalizzazione

Aria, idee e leadership nuove. Con il civismo, per la rinascita della Democrazia Italiana. (parte 29 di 40)

“A ogni latitudine guardano al futuro con più ottimismo rispetto ai loro genitori. Ma le percentuali aumentano man mano che scende il reddito medio nel Paese. È il dato — per certi versi sorprendente — che emerge dai risultati di un sondaggio svolto dall’Ipsos tra un campione di giovani di tutto il mondo”

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I dati del sondaggio Ipsos che abbiamo citato anche nel capitolo precedente non vanno interpretati come una lettura rovesciata, in chiave ottimistica, del processo di intensificazione (irreversibile) della Globalizzazione, bensì come suggerimento per l’adozione di un angolo di osservazione della fenomenologia e di un approccio valutativo non esclusivamente ancorato alla condizione di quella componente di ‘uomini bianchi occidentali’ che ritengono (ed in parte è sicuramente vero) di avere pagato un prezzo — in termini di peggioramento delle condizioni di vita — dalla partecipazione dei propri Paesi al ‘grande ballo’ della competizione mondiale.

E’ molto più corretto, sia dal punto divista etico-culturale (finanche antropologico) che da quello politico ed economico operare uno sguardo complessivo e focalizzare gli snodi critici, i punti di maggiore sofferenza e le correzioni che nell’alveo dello spazio geografico condiviso debbono entrare nell’agenda delle singole Nazioni e delle Autorità internazionali chiamate ad assumere ed esercitare responsabilità, poteri ed interventi più penetranti ed efficaci, in particolare su quelle che sono emerse come questioni cruciali per un più ‘armonioso’ futuro del Pianeta.

Serve quindi un’analisi critica disincantata e contestualmente un approccio che ‘incorpori’ i sentimenti positivi manifestati dai Giovani di quella parte del Pianeta che hanno vissuto ed auspicano di migliorare le loro chances verosimilmente perché hanno percepito che esse sono correlate, guarda caso, alla spinta allo sviluppo ed alla crescita che è stata data nei loro Paesi dalla Globalizzazione.

1. Un primo criterio di osservazione è quello suggerito da Parag Khanna che si può riassumere in

‘connettività come destino’193 . 2. Il secondo è quello che si propone di aggiornare la mappa del multilateralismo commerciale e del ruolo dell’Organizzazione mondiale del commercio, monitorando le dinamiche ‘spiazzanti’ messe in moto dall’iniziativa ‘unilateralista’ trumpiana e dalla strategia cinese che punta ad inserirsi nel contesto globale con una funzione egemone194 . 3. Il terzo è suggerito dall’intervista al Premio Nobel per l’Economia Michael Spence che focalizza l’esigenza di procedere alla ‘riconfigurazione’ del mondo per evitare i rischi di una ‘deglobalizzazione rischiosa’195 . 4. Il quarto riguarda il ‘Dossier clima’ ed inevitabilmente parte da un giudizio sullo svolgimento della

Conferenza in Polonia, dove si è deciso come mettere in pratica gli impegni di quella di Parigi del 2015, ma permanendo l’incertezza sul fatto che secondo molti le decisioni prese non sono sufficienti196 . Ora la questione fondamentale del ‘Climate chance’ è stata affrontata con un aggiornamento globale dei temi, degli investimenti, dei programmi e degli obiettivi, nei due

193 Connettività globale. “Connectography” di Parag Khanna https://bit.ly/3s4KFmD e La visione di Parag Khanna https://bit.ly/3m3v7LS 194 Il futuro incerto del multilateralismo commerciale e il ruolo dell’Organizzazione mondiale del commercio https://bit.ly/33hozmj 195 «La deglobalizzazione è rischiosa ma il mondo andava riconfigurato» https://bit.ly/33jCokc 196 Com’è andata la conferenza sul clima in Polonia https://bit.ly/3m4EM4W 85