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Le infrastrutture come visione e messa in sicurezza dell’intero Sistema-Paese

Ed un simile sforzo di lettura storica, operato attraverso un approccio che coniuga l’analisi economica con quella etico-politica l’ha fatto anche Salvatore Rossi — Direttore Generale Banca d’Italia che ha appena concluso il suo mandato, titolando con comprensibile sarcasmo il suo saggio ‘Appunti definitivi sulla vexata quaestio meridionale, che non è una questione. Si chiama assistenzialismo secolare’131 .

Le parole ed i giudizi dei ‘tecnici’ non lasciano molti dubbi all’interpretazione dello stato reale delle cose al Sud.

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Ma per non girarci intorno, un soggetto politico nazionale che si proponga di ‘ricucire’ realmente un Paese visibilmente ‘strappato’, deve assumersi la responsabilità di operare una rivisitazione storica e finanche antropologico-culturale dei fenomeni tellurici che hanno portato all’attuale situazione. Dal processo di unificazione in avanti è andata in scena — in modi talvolta cruenti ed in altri striscianti, una guerra civile ed uno scontro di classe nel Mezzogiorno, tra Sud e Nord, nell’intero Paese; è pertanto necessario un lavoro coraggioso, inedito, di ricomposizione critica e veritiera della memoria nazionale, ed a partire da essa, trovare anche le parole della riconciliazione, le ragioni e l’energia per una strategia efficace di sviluppo realmente unificante, che veda una rinnovata classe dirigente nazionale a non giocarsi le spoglie sub-territoriali della rappresentanza bensì la leadership con un Progetto di ‘Rigenerazione Italia’. Naturalmente queste considerazioni ora subiscono un aggiornamento profondo ed ogni proposito di agire per la riunificazione sostanziale del Paese non che essere declinato attraverso la progettualità, le risorse e le coerenze previste e richieste dal PNRR che, non casualmente ha previsto l’attribuzione del 40 % dell’ammontare di tutte le risorse finanziarie stanziate alle aree meridionali.

I dubbi e le perplessità, espressi innanzitutto da esponenti politici del Sud hanno cominciato a circolare sin da subito132 . Ma stavolta le maggiori garanzie di un utilizzo efficace e ben finalizzato dei finanziamenti sono in capo ad un Ministro, Mara Carfagna, che assicura di essere impegnata con passione, dedizione e coerenza alla propria terra133 .

Le infrastrutture come visione e messa in sicurezza dell’intero SistemaPaese

Aria, idee e leadership nuove. Con il civismo, per la rinascita della Democrazia Italiana. (parte 21 di 40)

La spaventosa oscillazione a cui è succeduto il crollo di un tratto del Ponte Morandi, con gli effetti tragici che le immagini da subito e le cronache successivamente hanno illustrato con un’intensità e continuità che si deve ad un evento-incidente straordinario, ha suscitato un’ondata d’urto emotiva che si è scaricata sul dibattito politico e sull’opinione pubblica con l’effetto di innescare rabbiose polemiche, ma scarsa informazione e consapevolezza sulle cause che, seppur indagate con il massimo del rigore, hanno lasciato aperto il varco a congetture e contrapposizioni tra accusa e difesa.134

131 Appunti definitivi sulla vexata quaestio meridionale, che non è una questione. Si chiama assistenzialismo secolare https://bit.ly/334X0MW 132 Se il PNRR accentua il divario Nord-Sud https://bit.ly/3FxWW6S 133"La quota del 40% del PNRR al Sud è solida e confermata dall'UE" https://bit.ly/3FAX4me 134 Ponte Genova, ecco com’è crollato secondo le prime perizie. Il video https://bit.ly/3EU8NM9 63

Il dolore e le lacrime per le 43 vittime, l’acrimonia nei confronti dei Gestori dell’Autostrada, l’incertezza e la varietà delle opinioni di ingegneri ed esperti sui difetti progettuali e sulle colpevoli défaillance nella manutenzione di un’opera nota per la spregiudicatezza e l’azzardo della sua realizzazione, hanno avuto la prevalenza di attenzione ed informazione.

C’è anche da sottolineare che la personalità del Ministro ‘competente’, con i suoi atteggiamenti e pronunciamenti ha contribuito a focalizzare l’attenzione di media e cittadini sui colpevoli e molto meno sulle effettive responsabilità, distribuibili su una molteplicità soggetti ed agenzie che avrebbero reso e rendono necessario un supplemento di riflessione ed analisi critica sulle catene di comando e sulla complessità di poteri discrezionali depositari di funzioni decisionali, gestionali e di controllo per l’intera rete infrastrutturale135 .

Inoltre, proprio la natura della catastrofe genovese ha contribuito ad aggravare il corto circuito della conflittualità tra i Governanti del pre e post crollo, facendo perdere di vista la necessità che il lutto diventasse l’occasione per un sussulto di unità e convergenza nazionale per fronteggiare i limiti, i ritardi storici e le contraddizioni che caratterizzano il disegno di sviluppo del Paese.

D’altronde una tale confluenza di intendimenti era poco praticabile da forze politiche, di governo e di opposizione attraversate da visioni e scelte strategiche con un alto tasso di schizofrenia: cosicché il Ponte Morandi è finito per molti mesi nel frullatore di Terzo Valico, TAP, TAV, finché la fermezza del Sindaco di Genova e del Presidente della Liguria non lo hanno portato nell’alveo del progetto di ricostruzione. Ma nello stesso alveo dovrebbero entrare tutte le Grandi Opere ed Infrastrutture necessarie per salvare il Paese, la cui credibilità ed il cui futuro è proprio legato allo ‘sblocco’, così come aveva auspicato Romano Prodi in un articolo con argomenti e motivazioni convincenti, pubblicata soltanto due settimane antecedenti il crollo136 .

Nell’intervento del Professore ed ex Presidente del Consiglio venivano enucleati e puntualizzati i temi ed i problemi già da tempo in Agenda: basti pensare che in un Documento datato 13 aprile 2017 — CONNETTERE L’ITALIA. Fabbisogni e progetti di infrastrutture — venivano individuati i fabbisogni al 2030!

Era lo stesso ministero delle Infrastrutture, il dicastero oggi guidato da Danilo Toninelli (mentre all’epoca sulla poltrona di ministro sedeva Graziano del Rio), a segnalare quanto sia elevato il costo, in termini di Pil, delle carenze del Paese, quantificabile in 13 miliardi all’anno corrispondente alla ‘bolletta logistica’ di gap rispetto alla media europea, mentre in una visione più estesa del ‘perimetro logistico’ il valore di mercato che l’Italia può puntare a recuperare è di circa 40 miliardi all’anno. Insomma, bisogna prendere atto che il rilancio del Piano straordinario per Infrastrutture ed Opere Pubbliche (per il quale in “pancia” del Bilancio dello Stato sono riservate risorse cospicue) non deve essere collegato alla volontà politica del pilota temporaneamente al Governo, ma in modo più stringente e decisivo all’intervento di manutenzione del motore, ovvero al processo decisionale ed alle procedure che lo accompagnano.

E con tali annotazioni ritorniamo al punto di partenza della riflessione, ovvero lo shock del crollo del Ponte sul Polcevera per concentrarsi sulle distorsioni e non sulle distrazioni dei meccanismi della governance.

Si pensi, per restare alla piena attualità alla tortuosità ed alle lungaggini in cui è inserito il ‘decreto crescita137 .

135 Infrastrutture https://bit.ly/3oNWZW1 136 Sbloccare le grandi opere e investire in infrastrutture per salvare il Paese https://bit.ly/3ylsEBu 137 Decreto crescita, per attuarlo serviranno 39 provvedimenti https://bit.ly/3oLrM5X 64