Vallarsa Notizie n.63

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Semestrale del Comune di Vallarsa - anno XXVII n. 63, luglio 2019 - Autorizzazione Tribunale di Rovereto n. 167 d.d. 11.06.1991 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Trento - Taxe Perรงue (Tassa Riscossa) aut. MBPA/NE/TN/006/2016

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n.63

Sommario EDITORIALE   1 La storia della Vallarsa raccontata su Vallarsa Notizie

DALLA CASA DI RIPOSO 38 Comunità accogliente

SALUTO DEL SINDACO   2 Rinunciare oggi, a favore del futuro

DALLE PARROCCHIE 39 Per un’estate di svago e impegno

DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE   3 Notizie in breve   5 La giunta provinciale in Vallarsa   9 Vallarsa è ufficialmente “Comune Amico della Famiglia” 10 La bolletta dell’acqua 12 La bolletta dei rifiuti 15 Il nuovo Piano Strategico Giovani 2019 16 Un ciclo di formazione per le associazioni 17 Piccole Dolomiti Boulder Park 18 La Valdastico in Vallarsa 20 Vallarsa Estate 20 Servizio newsletter 21 Bus navetta per Campogrosso 21 Le maestre Annalisa e Paola in pensione 22 A Walter Lorenzi il premio Volontario nello sport 22 Proposte lavoro in Valle

ORIGINI, STORIA, ATTUALITÀ 40 Lo svuotamento della diga della Busa 41 La farmacia si rinnova 42 Sopravvivere al Vajont DALLE ASSOCIAZIONI 46 Il Tucul 47 Camposilvano è... 48 SAT Vallarsa 49 Coro Pasubio 50 Pasubio 100 anni 51 Vigili del Fuoco Volontari di Vallarsa 52 Laimpachtaler Zimbarn - Gruppo Costumi storici 53 Movimento Pensionati e Anziani 54 Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa 56 Orsa Maggiore 57 U.S. Vallarsa

DALLA BIBLIOTECA 23 Boom di pubblico a teatro 24 Una biblioteca aperta

I NOSTRI STUDENTI 58 Laura Rigo

I GRUPPI CONSILIARI 25 Vallarsa Domani 26 Aria Nuova per la Vallarsa 27 Per la valle e la sua gente

LA VALLARSA IN LIBRERIA 60 La partenza di molti, il ritorno di pochi 61 La cioccolata dei missionari 62 100 anni fa in Vallarsa

DALLE SCUOLE 28 Mamma e papà 29 In gita 31 A scuola 32 e altre avventure… 36 Io cresco con gli altri in armonia con la natura 37 Buona Pasqua con i nonni

Vallarsa Notizie - Periodico semestrale del Comune di Vallarsa anno XXVII n. 63, luglio 2019 Direttore Responsabile Stefania Costa Comitato di Redazione Stefania Costa Ornella Martini Denis Pezzato Costantino Rigon Paolo Scottini Matteo Zendri

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Recapito Comune di Vallarsa, fraz. Raossi Stampa e impaginazione La Grafica srl • Mori (TN) Il notiziario è consultabile sul sito del comune www.comune.vallarsa.tn.it sezione: “comune/comunicazione”

In copertina La Vallarsa secondo me, illustrazione di Alice Robol


EDITORIALE

La storia della Vallarsa raccontata su Vallarsa Notizie

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al primo numero nel 1992 ad oggi il Vallarsa Notizie è stato capace di raccontare la storia della Valle. Sfogliando le pagine della rivista è infatti possibile scorrere la vita amministrativa della valle, scoprire anno per anno le novità in valle, conoscere l’attività delle associazioni, seguire il lavoro dei bambini delle scuole. Da sempre la rivista è stata utile a molti per ricostruire fatti e vicende accadute in valle. Livia Gios, nel suo progetto di servizio civile, si è occupata di recuperare scannerizzare e catalogare tutti e 63 i numeri di Vallarsa Notizie usciti dopo la prima edizione. Ora per tutti è consultabile sul sito del Comune www.comune.vallarsa.tn.it (nella sezione /Comune/Comunicazione/Vallarsa-Notizie) l’intero catalogo dei numeri della notiziario dove recuperare notizie e racconti, storie e immagini della nostra valle. Il comitato di redazione Stefania Costa Ornella Martini Denis Pezzato Costantino Rigon Paolo Scottini Matteo Zendri

INVIACI LE TUE FOTO, POTREBBERO DIVENTARE LA NUOVA COPERTINA DI VALLARSA NOTIZIE Siamo sempre a caccia di immagini per la copertina di Vallarsa Notizie. Se hai una o più fotografie e che ti sembrano adatte, non esitare, inviacele. Fai attenzione però, per la stampa è necessario che l’immagine abbia una risoluzione di almeno 300 dpi. Preferiamo che sia orizzontale (così da permetterci di avere una copertina fronte e retro), quindi la foto deve avere il soggetto principale nella metà di destra e comunque non deve perdere la sua essenza se vista solo a metà. Quando invii lo scatto a vallarsanotizie@comune.vallarsa.tn.it non dimenticare di indicare il tuo nome (o quello dell’autore per il conto del quale spedisci la foto) e un titolo.

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SALUTO DAL SINDACO

Rinunciare oggi, a favore del futuro

Massimo Plazzer sindaco

È

tornato, con urgenza, e finalmente sta avendo un discreto risalto, il tema del cambiamento climatico in corso. È un’emergenza, la situazione è già compromessa e anche agendo subito non si può cambiare rotta, ma si possono solo limitare i danni e gli effetti che cadranno sulle generazioni future. La cosa sta iniziando a dare i suoi segni: basta pensare a come sia cambiato il ciclo delle precipitazioni negli ultimi dieci anni. E la domanda viene spontanea: chi dovrebbe cambiare le cose? E come mai non si riesce? Le cose, come spesso accade, dovrebbero essere cambiate un pezzo alla volta da ognuno di noi. Così come una frazione rimane pulita se ognuno tiene in ordine davanti alla porta di casa, una piazza è sicura se chi la attraversa si guarda intorno segnalando quello che non è lecito, un sentiero rimane curato se ognuno che passa sposta un sasso e un ramo che ostacolano il passaggio. Allo stesso modo la direzione che il nostro modello di vita sta prendendo dev’essere indirizzata in primo luogo da noi, che abitiamo nella parte fortunata del mondo, che finora ha trainato le cose e alla quale stanno guardando e prendendo esempio le realtà emergenti. E se in un secolo di sviluppo la direzione presa dalle nazioni trainanti è quella sbagliata è compito nostro – dei governanti ma anche dei singoli

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cittadini – correggere la rotta e indicarla a chi deve ancora arrivare. Alla domanda perché è così difficile riuscirci, la risposta è questa: perché cambiare la rotta implica rinunciare a qualche cosa. E rinunciare è difficile. A maggior ragione se si tratta di un comfort, di una conquista o di un privilegio. Il rovescio della medaglia, in questa partita del clima, è che la rinuncia che non facciamo noi peserà come rinuncia più grossa e forzata chi arriverà dopo di noi. Cinquant’anni fa a Venezia o a Roma si andava in viaggio di nozze. Vent’anni fa un viaggio in aereo era una cosa che non si faceva spesso e si raccontava come un’avventura. Oggi si va e si torna da Roma in giornata e in aereo ci si va per le vacanze. Siamo disposti a rinunciare alle vacanze in aereo per permettere a vostro nipote di vedere Venezia? Siamo disposti a rinunciare al condizionatore per permettere alle generazioni future di avere più risorse? Difficile rispondere. Le ragioni sono molteplici, e difficili da scardinare. Ma il fatto che produrre una forchetta di plastica che usiamo per qualche minuto e poi buttiamo via sia più semplice di lavarne una di metallo e riutilizzarla la volta successiva è un esempio che fa pensare. Credo allora che le comunità come la nostra - dove le logiche economiche sono ancora

un po’ estranee alla vita quotidiana, dove siamo abituati a fare qualche piccola rinuncia in più in cambio di una buona qualità della vita - siano facilitate nel dare l’esempio. E le persone siano più incentivate ad agire personalmente a provare a salvare un pezzo di mondo, per consegnarlo alle generazioni che arriveranno dopo di noi. Produrre meno rifiuti – non solo riciclare, ma acquistare con intelligenza senza imballaggi o usare beni durevoli. Spostarsi con intelligenza – è difficile da noi parlare di bicicletta, ma ottimizzare gli spostamenti è una cosa che da sempre in Vallarsa si fa (“… te lo prendo io domani che vado a Rovereto…”). Guardare ad un’economia circolare nelle cose – riutilizzare, reinventare per non buttar via, sono nel dna di chi vive in montagna: dai canederli in su. Piccole rinunce che vanno oltre al “tutto a qualsiasi costo” che purtroppo si vede in giro, o a modelli di vita costruiti e irraggiungibili che peccano di mancanza di concretezza. Quella concretezza che è il concime della nostra gente e che ha permesso nei secoli di costruire una comunità come la nostra, ora va di nuovo messa in campo, per agire, ognuno nel proprio nucleo familiare, per lasciare un futuro a chi arriverà dopo di noi. Anche questo è essere comunità, è vivere la propria terra e la propria valle. Buona estate


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Notizie in breve SCUOLA DELL’INFANZIA DI ANGHEBENI È in fase conclusiva la procedura di appalto della scuola dell’infanzia di Anghebeni. La gara si è conclusa a febbraio, ora stanno per concludersi le procedure di affidamento alla ditta aggiudicatrice, i lavori partiranno presumibilmente verso fine estate. AMPLIAMENTO CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI Sono iniziati lavori di ampliamento della caserma dei vigili del fuoco volontari. È stato fatto il trasloco provvisorio della caserma nei locali ex forestale nei pressi del magazzino provinciale e sono iniziati i lavori. Anche il magazzino comunale è stato trasferito in località Are.

ARREDO URBANO Partiranno in estate i lavori di rifacimento dell’arredo urbano interno alla frazione di Zocchio, con il ripristino dei ciottoli dopo la realizzazione delle fognature. È in fase avanzata la progettazione del rifacimento della piazza e delle strade interne la frazione di Foxi, progetto che è stato condiviso anche con la popolazione. È stato poi ordinato il materiale di arredo urbano da destinare alle associazioni. MESSA A NORMA MINIMARKET OBRA Sono partiti a maggio i lavori di messa a norma dell’immobile che ospitava il minimarket di Obra, per permettere a chi si è aggiudicato la riapertura del negozio di poter aprire dopo l’estate. Il primo stralcio dei lavori prevede la demolizione e il rifacimento di un tratto di solaio con miglioramento degli spazi anche del circolo frazionale la cui attività è attualmente sospesa. Un secondo stralcio riguarderà il rifacimento dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto idraulico. Si punta a concludere i lavori entro l’estate. Su questo intervento sono stati destinati 40.000 euro di finanziamento statale.

SOMMA URGENZA STRADA DEL POSTEL Sono iniziati i lavori di somma urgenza per il consolidamento della scarpata nei pressi del bivio per Pezzati, ceduta a seguito delle piogge di inizio aprile. Si prevede di realizzare un tratto di gabbionata e di convogliare le acque bianche della strada soprastante.

STACCIONATE PRA DI MEZZO Sono stati appaltati i lavori di rifacimento delle staccionate della malga Pra di Mezzo, finanziati dal PSR. I lavori partiranno a breve e sarà realizzato il recinto analogo a quello realizzato a Campogrosso, conforme alle direttive del Piano di Sviluppo Rurale. Finanziato e in fase di appalto il rifacimento della pozza di alpeggio di malga Pasubio.

ILLUMINAZIONE PUBBLICA Sono stati destinati al rifacimento e messa a norma dell’illuminazione pubblica di alcune frazioni i 50.000 euro che il Ministero dello sviluppo economico ha dato ai comuni della nostra fascia di popolazione. I lavori partiranno entro fine ottobre e andranno a mettere in sicurezza alcune frazioni che presentano problemi urgenti.

FONDO DEL PAESAGGIO Sono stati sospesi ad ottobre per via del maltempo che ha impegnato uffici e ditte specializzate ma saranno portati in appalto in corso d’anno i lavori sul Fondo del Paesaggio che prevedono la pulizia di aree un tempo prative ora invase da alberi vicino ai paesi che interessano alcune frazioni della valle: Anghebeni, Corte, Valmorbia, Foppiano, Arlanch.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

ACQUEDOTTO SINISTRA LENO A marzo ci sono stati dei problemi di mancanza d’acqua a Foppiano. La causa era in parte dovuta al calo delle sorgenti “Giare Larghe” avvenuto in estate e in parte alla presenza di perdite. In quell’occasione è stata fatta una ricognizione della rete acquedottistica sinistra Leno e sono state individuate e risolte perdite sulla rete in vari punti. Si sta proseguendo nel cercare ed aggiustare altre criticità.

questo fa da facilitatore e fornisce le proprie reti per il passaggio dei cavi.

ACQUEDOTTO PIANO Consegnato il progetto esecutivo del rifacimento di un tratto di acquedotto interno alla frazione Piano. L’intervento finanziato dal BIM dell’Adige prevede la messa a norma del serbatoio e un tratto di ramale che dovrebbe arrivare circa fino alla frazione Creneba, riducendo di molto le perdite di acqua che in quel tratto sono molto grosse. L’appalto dovrebbe essere svolto entro l’anno.

CONCORSO CUSTODE FORESTALE È in fase conclusiva la selezione concorsuale per la scelta del nuovo custode forestale. Dopo che una prima preselezione non ha portato all’ammissione di candidati, il concorso è ripartito dal via. Il nuovo custode dovrebbe essere operativo in tempo per i lotti di legna.

FOGNATURE CAMPOSILVANO È stato finanziato il primo stralcio delle fognature di Camposilvano, il progetto esecutivo è in fase di consegna ed entro l’anno saranno avviate le procedure di appalto. Il primo lotto comprende la realizzazione della Imhoff e del primo pezzo di collettore, allacciando le case basse del paese. Richiesto il finanziamento anche della fognatura Tezze e di una piccola parte di ramale a Dosso per la quale si ha il progetto. In fase di progettazione definitiva anche la fognatura di Pezzati, Bastianello, Speccheri, Molino e Canova che prevede un unico impianto Imhoff per tutti i nuclei abitati. LAVORI GRANDE GUERRA Riprenderanno in estate i lavori di conclusione del recupero delle opere della Grande Guerra sul corno Battisti. Viene messa in sicurezza e sistemata la galleria di accesso sommitale e saranno ripulite e sistemate le gallerie sottostanti. FIBRA OTTICA È stata firmata la convenzione con OpenFiber che con finanziamento della Provincia porterà la rete di fibra ottica nelle aree bianche della valle, collegando le frazioni non servite dalla rete internet. È stato dato in comodato una porzione di terreno del magazzino comunale di Anghebeni per la creazione di una centralina. Il progetto dovrebbe partire a breve e prevede il collegamento di tutte le frazioni della valle, in gran parte con la fibra ottica mentre alcune più distanti mediante tecnologia Wifi. Il Comune in

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CIMITERI Affidati i lavori per la realizzazione della recinzione in ferro contro l’ingresso dei cervi per il cimitero di Camposilvano. Approvato anche il progetto definitivo di sistemazione del cimitero di Parrocchia, è in fase di progettazione esecutiva propedeutica all’appalto un primo stralcio relativo al rifacimento della copertura della camera mortuaria. Affidato anche l’incarico per riprendere l’iter di progettazione dell’ampliamento del cimitero di Obra.

PERSONALE Novità sul fronte del personale in Municipio. Dal 1 maggio la dipendente Antonia De Romeo ha chiesto di essere trasferita in comando alla Comunità della Vallagarina. Attualmente l’ufficio anagrafe rimane coperto con personale in sostituzione. POLIZIA LOCALE È in fase di approvazione un accordo con il corpo di Polizia Locale di Rovereto e Valli del Leno per la condivisione di personale e mezzi in caso di necessità. Vallarsa mantiene il proprio vigile urbano ma in caso di necessità per eventi o assenza può chiedere aiuto al corpo di Rovereto ricambiando le ore in altro momento. Analoga cosa vale per l’attrezzatura (autovelox o altro). AIUTO AGLI UFFICI Grazie al finanziamento del BIM dell’Adige due persone sono state assunte per sei mesi in supporto agli uffici comunali. Una persona è destinata all’ufficio tecnico per supporto gestionale e nell’archiviazione mentre l’altra si occupa di supporto all’ufficio segreteria e anagrafe. PARCHEGGI AL PIAN DELLE FUGAZZE Il Comune di Vallarsa ha preso in comodato d’uso per due anni il parcheggio adiacente l’hotel Miramonti che in accordo con i proprietari sarà destinato a sosta libera con disco orario la mattina. Analogo provvedimento riguarda il parcheggio di proprietà, davanti al ristoro MB. Questo è stato fatto per tutelare i clienti delle attività economiche locali che in questo modo possono trovare posto libero senza dover per forza andare nei parcheggi a pagamento.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La giunta provinciale in Vallarsa

Il sindaco arch. Massimo Plazzer

Le nostre richieste

A

inizio aprile la giunta della Provincia di Trento si è riunita in Vallarsa. Prima dell’incontro il sindaco, la giunta e una rappresentanza del consiglio ha incontrato il presidente Fugatti e gli assessori. È stata l’occasione per portare all’attenzione alcune questioni che ci sono care condivise dall’intero consiglio. Vi riportiamo per intero il saluto del sindaco: Innanzitutto sono lieto di porgere il mio più cordiale benvenuto al signor presidente, agli assessori e al dirigente a nome mio, dell’amministrazione comunale e della gente di Vallarsa. Avere la possibilità di ospitare nella sala consiliare del nostro Comune la giun-

ta provinciale è un’occasione rara e un importante momento di conoscenza e di confronto con la rappresentanza della Provincia. Rivolgo il mio saluto anche alle autorità presenti, alla giunta comunale, ai capigruppo del consiglio comunale, al comandante della stazione dei carabinieri di Vallarsa, alla rappresentanza delle associazioni della valle e a tutta la popolazione presente. Fa piacere avervi ospiti in Vallarsa per poter leggere e capire in maniera diretta qual è la specificità del nostro territorio. Un territorio che da una parte gode dell’abbraccio delle nostre montagne, di un ambiente incontaminato, della socialità che in altre realtà è andata

perduta e che qui cerchiamo di coltivare con associazioni e momenti di comunità. Dall’altra ha dentro di sé la difficoltà della vita in montagna, delle distanze da percorrere, della carenza di servizi e la complessità di mantenere patrimonio e paesaggio oltre a governarne e indirizzarne lo sviluppo. Un territorio peraltro molto esteso: 43 frazioni sparse su 25 km di valle, 8 cimiteri, 14 parchi gioco, 3 reti di acquedotto, 2 scuole dell’infanzia, 1 scuola elementare, decine di chilometri di strade e fognature. In altre aree del trentino una valle come questa avrebbe spazio per più amministrazioni. Qui, da sempre, la valle è un unico comune.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Non è mai facile amministrare, gestire e pianificare la strada per una comunità come quella della Vallarsa. È particolarmente difficile in questo periodo in cui la tendenza alla standardizzazione ha portato ad un ampio divario tra le realtà periferiche di montagna e la centralità del fondovalle. Per questo vogliamo approfittare di questo incontro per rappresentare all’amministrazione provinciale alcune questioni che interessano il nostro territorio, ma possono essere importanti anche per altre realtà piccole come la nostra. Prima di tutto desidero esprimere in modo ufficiale la forte preoccupazione della gente di Vallarsa, condivisa trasversalmente dalle forze che siedono in consiglio comunale, riguardante l’ipotesi di completamento dell’autostrada A31 con uscita a Rovereto Sud. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare con i comuni del Pasubio e con la mozione consiliare approvata a marzo 2018, la Vallarsa non ha necessità di strade di attraversamento o di opere che la rendono passaggio verso altre realtà meglio sviluppate dal punto di vista economico e turistico. La Vallarsa ha bi-

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sogno di attenzione e servizi che permettano alle persone di vivere e costruirsi un futuro, senza che vengano compromessi anni di scelte di sviluppo economico e turistico che hanno guardato agli aspetti naturali e non agli impianti o al turismo di massa. L’attenzione è alta e auspico che, oltre alla condivisione del progetto annunciata dal presidente Maurizio Fugatti, vi siano anche spazi per accogliere critiche e preoccupazioni della popolazione, oltre che per ragionare innanzitutto sulla reale necessità attuale di un’opera pensata 40 anni fa quando lo sviluppo italiano viaggiava su altri canali. Vorrei poi portare all’attenzione della Giunta provinciale alcune richieste, che riguardano il nostro territorio ma che in parte rilevano anche alcuni aspetti che possono servire a migliorare il funzionamento della macchina amministrativa e andare contro ad una burocratizzazione intensiva alla quale stiamo assistendo: 1. È necessario ridurre il carico burocratico sia per gli uffici comunali sia per i cittadini nonché garantire la possibilità di avere infor-

mazioni adeguate da parte degli uffici provinciali. Questi continui aggravi normativi pesano soprattutto sui settori della ragioneria e dei lavori pubblici. Tre esempi per tutti: a. Nel comune di Vallarsa l’ufficio di ragioneria deve compiere 647 adempimenti l’anno. Nel vicino comune di Valli del Pasubio (VI) ci si limita a 452. I 195 adempimenti aggiuntivi sono conseguenza diretta o indiretta della normativa provinciale. È necessario un deciso intervento di semplificazione b. La normativa urbanistica è ridondante e farraginosa. Ad esempio per la recinzione di un orto alta due metri (altezza necessaria per impedire l’accesso dei cervi) serve una SCIA il cui costo è di 400/500 euro. Somma che costituisce un multiplo del costo della recinzione stessa. Bisogna semplificare e liberalizzare c. Non esiste al momento un punto di riferimento in grado di rispondere


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alle numerose problematiche conseguenti l’adozione del bilancio armonizzato. 2. Si è in fase di revisione della normativa delle gestioni associate. Noi siamo associati con i Comuni di Terragnolo e Trambileno con i quali condividiamo alcuni servizi tra cui il segretario comunale. Il carico di lavoro sempre in aumento unito alla distanza chilometrica rende sempre più difficile la presenza del segretario – unico dirigente degli enti – pertanto si richiede di inserire delle clausole che prevedano un aiuto al segretario senza dover pesare sugli obiettivi di risparmio in quanto l’assenza di adeguate figure porta non ad un risparmio ma ad un rallentamento o blocco delle procedure. 3. Vivere in montagna, come è noto, presenta difficoltà diverse e necessita di risposte differenziate. Vogliamo ripresentare la mozione condivisa nel 2018 che conteneva alcuni suggerimenti importanti. Abbiamo avuto modo di condividere con gli assessori competenti le difficoltà delle realtà commerciali ed economiche, formalizzando alcune proposte che auspichiamo vengano prese in considerazione. Chiediamo la possibilità di avere incentivi anche per le famiglie che rimangono sul territorio (aiuti fiscali, tariffe elettriche agevolate, tariffe rifiuti) e la possibilità di garantire servizi flessibili che rispondano ai bisogni delle famiglie anche con realtà numeriche più basse (offerta formativa, flessibilità

di orari per gli asili, servizi all’infanzia). Inoltre, di poter mettere a disposizione alcuni alloggi pubblici sfitti per coppie locali che ne fanno richiesta come prima casa. 4. Per rivitalizzare l’area sono necessari strumenti adeguati. Il comune di Vallarsa ed i vicini comuni di Terragnolo e Trambileno dovrebbero essere inseriti nel futuro piano Leader e/o, dove prevista, di una riedizione dei patti Territoriali che interessi quest’area. Questo anche tenuto conto dei cosiddetti interventi per le “aree interne”. 5. È necessario garantire un’accessibilità adeguata alle diverse frazioni della valle. In particolare: a. Nel 2009 è stato a firmato tra comune di Vallarsa e Provincia un protocollo d’intesa per il miglioramento delle due strade principali (rispettivamente in destra e sinistra Leno). Tale protocollo è sospeso dal 2013 e sarebbe opportuno iniziare a realizzare gli interventi ivi previsti b. Attualmente, per quanto riguarda i mezzi pubblici, i collegamenti interni e con la città sono difficili e la domanda è bassa, in quanto non corrisponde alle esigenze della popolazione. Sarebbe opportuno sperimentare forme di utilizzo del servizio pubblico a chiamata (tipo elastibus). Attualmente la rigidità dei percorsi obbliga a giri tortuosi per servire frazioni anche quando in tali fermate nessuno sale e/o

scende. Un sistema di prenotazioni a distanza potrebbe migliorare il servizio riducendo i costi. Si chiede poi di introdurre alcune corse domenicali, almeno in alcuni periodi e creare coincidenze con i bus veneti. Si valuti poi la possibilità di costruire un deposito per gli autobus di linea in sosta e/o l’uso di mezzi più piccoli in determinate fasce orarie c. È urgente un intervento sull’antico ponte “delle catene” di Speccheri (di proprietà provinciale) che non pare in grado di garantire un transito sicuro in conseguenza dell’usura degli elementi strutturali d. È necessario un allargamento della strada di collegamento tra le due sponde nella parte alta della valle (strada del Postel). La strada è stata ultimata nel 2014 e ha riscontrato un successo oltre le aspettative. I costi sono improponibili per le sole finanze comunali potrebbe acquisire l’opera la Provincia (in grado di mantenerla anche efficiente col proprio cantiere presente in valle) o garantire un adeguato finanziamento. 6. Il Comune di Vallarsa ha un consistente patrimonio, fatto di strade, immobili nelle frazioni, malghe e baite in quota. L’attuale incertezza cronica riguardo i finanziamenti e gli investimenti non permette una adeguata programmazione della manutenzione e della sistemazione di questo patrimonio:

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

a. È necessario mettere il Comune nella possibilità di mettere a norma e rinnovare le reti di acquedotto potabile, gli impianti di illuminazione pubblica e completare la rete fognaria oltre alla manutenzione e messa in sicurezza delle strade b. È urgente proseguire nel miglioramento antisismico del centro scolastico di Raossi. Inoltre oltre alla scuola dell’infanzia che è in fase di costruzione, saranno necessari spazi migliori per il servizio nido/ tagesmutter c. È necessario che i criteri per l’accesso ai contributi del PSR consentano di dare adeguata priorità agli interventi nel territorio di Vallarsa relativi alla sistemazione delle malghe anche per adeguarle all’attività agrituristica ed alla sistemazione delle piste forestali. E che il sistema di rendicontazione sia snellito (attualmente è complesso e farraginoso) d. È necessario proseguire nell’efficientamento energetico con la sostituzione delle caldaie con fonti rinnovabili, l’ampliamento della rete di teleriscaldamento includendo la casa di riposo e la gestione del ciclo dei rifiuti che contenga inutili costi ambientali (economia circolare). 7. Il lupo è una preoccupazione che riscontriamo sul territorio. È necessario informare con trasparenza sulle conseguenze della presenza dell’animale, senza fare al-

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larmismo ma senza cadere nella tutela assoluta. Il tema è complesso e la Provincia ha attualmente poco potere. Il fenomeno del lupo ma in generale degli animali selvatici va affrontato tenendo conto di quelle che sono le peculiarità e l’antropizzazione del territorio. Oggi il territorio della nostra valle è curato, oltre che dagli agricoltori, anche dai tanti residenti e dai consorzi che mettono a disposizione il proprio tempo gratuitamente. Diventa pertanto fondamentale permettere loro di non vedere rovinato o eccessivamente rallentato da ostacoli normativi il proprio lavoro (ad esempio, i consorzi non possono ricevere contributi provinciali per lo sfalcio dei prati, in quanto non titolari di partita Iva, e un privato per proteggere con un recinto il proprio orto è costretto ad affrontare una esagerata mole di adempimenti). 8. Cultura e turismo sono aspetti difficili quanto fondamentali in un territorio come il nostro. Lavorare sulla cultura rurale e sostenere le istituzioni del territorio (teatro, biblioteca, associazioni, scuole), aiuta a formare cittadini più consapevoli. Il turismo è un settore importante sul quale il nostro Comune punta cercando di differenziarsi dalle altre realtà più strutturate attraverso progetti dedicati (tour cicloturistici, percorsi storici e per famiglie, parco bouldering…). In questa prospettiva è necessaria a livello provinciale una promozione specifica, mirata su territori come il nostro, che si trovano al di fuori

delle rotte turistiche più battute, ma proprio per questo con maggiori margini di crescita ed attrattiva turistica anche nell’ambito del turismo sostenibile. 9. Abbiamo una Casa di riposo in valle che rappresenta un modello del welfare trentino, e dà lavoro a diverse persone della valle. La qualità della vita degli ospiti, grazie al lavoro del personale e degli amministratori, è stata riconosciuta anche da enti di rilievo. Inoltre in una realtà periferica offre servizi specialistici a tutta la popolazione (centro prelievi, fisioterapia, podologo). Strutture come questa devono servire ad avvicinare i servizi sanitari al cittadino spostando i medici nelle valli attraverso l’uso di queste realtà attrezzate. Assieme all’attuale consiglio direttivo stiamo valutando la possibilità di aumentare la qualità degli spazi, migliorare gli impianti interni e realizzare un centro diurno per anziani. Su questi aspetti è fondamentale il contributo finanziario della Provincia. Sport, associazioni, giovani, servizi, sviluppo, ambiente, futuro… Sono tanti i temi su cui ci sarebbe da confrontarsi. Per brevità mi sono fermato a citare i più urgenti, auspicando di avere risposte adeguate alle tante sollecitazioni che abbiamo dato. Ringrazio per l’opportunità di incontrare la Giunta al completo sul nostro territorio, come amministrazione siamo sempre disponibili e attenti al confronto e chiudo augurando buon lavoro al signor presidente e ai signori assessori che si ritireranno per deliberare.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Vallarsa è ufficialmente “Comune Amico della Famiglia” Assegnato il Marchio Family

G

iovedì 13 giugno 2019, a Raossi in occasione dell’inaugurazione della mostra “Il nostro Distretto Famiglia”, mostra intinerante curata dal Distretto famiglia Vallagarina che raccoglie le opere presentate lo scorso anno in occasione del Meeting provinciale dei distretti, è stato ufficialmente consegnato dal dottor Luciano Malfer dirigente dell’Agenzia provinciale per la famiglia e la natalità al nostro Comune il Marchio Family certificato di qualità familiare. Nel suo intervento il dottor Malfer ha sottolineato che il marchio è l’attestazione che il nostro Comune ha in questi anni messo in campo un processo di attenzione nel campo delle politiche familiari e sociali. Creare reti e sinergie a più livelli sul territorio e con interlocutori diversi quali la Provincia autonoma di Trento e la Comunità di Valle.

Erano presenti anche l’assessore ai servizi sociali dottoressa Enrica Zandonai e la manager di territorio Francesca Cenname a rappresentare il Distretto famiglia della Vallagarina di cui fanno parte il Comune, diverse associazioni e esercizi della Valle. La Certificazione arriva al termine di un laborioso ma formativo percorso di accre-

ditamento che ha cambiato l’approccio alle politiche famigliare consentendo di avere un quadro complessivo e organico di tutti gli interventi. Il sindaco Massimo Plazzer e l’assessore Ornella Martini hanno ribadito che il conseguimento della certificazione non è un punto di arrivo ma di partenza e che il riconoscimento è principalmente della comunità perché è grazie anche al lavoro silenzioso di tantissime persone - gruppi nei vari paesi, associazioni, enti, persone singole - che la Vallarsa è una valle accogliente e a misura di famiglia.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La bolletta dell’acqua Come funziona la bolletta

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l servizio idrico integrato racchiude i costi di acqua, fognatura e depurazione. Il Comune di Vallarsa gestisce in proprio il servizio idrico e, per legge, le tariffe devono coprire il 100% del costo sostenuto per il servizio basandosi su una previsione dai dati dell’anno DELL’ACQUA? precedente. e bollette del Servizio Idrico Integrato relative all’anno 2018. C’è tempo La Giunta comunale prima dell’approvazione nica). delchiarezza.... bilancio di previsione del Comune, approva compongono? cerchiamo di fare le tariffe relative all’acqua e alle fognature per l’anno. La tariffa della depurazione è invece in capo alla Giunta Provinciale. I costi si distinguono in costo fisso e costo variaACAUA, FObile. I costi fissi sono quelli del mantenimento della rete e si hanno indipendentemente dal consumo. I costi variabili sono quelli che divizio idrico e, pendono dalla quantità di acqua consumata. % del c osto La legge vieta espressamente che il Comune assione dai dati suma a proprio carico una parte dei costi senza Il Comune spiega... ripartirli sugli utenti. Quindi le tariffe possono e del bilancio pesare su una o su DELL’ACQUA? un’altra categoria ma COME FUNZIONA LApiù BOLLETTA tive all’ac qua non possono essere “scontate” dal comune. puraz ione è Per questo, è fondamentale avere una lettura Pe r l e g g e precisa della misura del contatore dell’acqua.

• costi variabili:
 energia elettrica (consumo e pompaggio) personale (quota operai e uffici che si occupano della gestione idrica)
 servizi (smaltimento fanghi depurazione, quota lettura contatori, quota software dati)
 materiali di consumo (per riparazioni) cancelleria e utenze
 oneri gestione associata
 fondo crediti dubbia esigibilità totale variabili (2017) circa 38.000 euro Il costo totale (2017, fatturato in bolletta 2018) è quindi di circa 60 mila euro, da suddividere su 1150 contatori (domestici, non domestici, irrigui, allevamento). Per legge l’acqua va fatturata per anno solare. Con le bollette 2018 il Comune si è portato in pari (in estate è stata fatta una fatturazione straordinaria per questo motivo). È fondamentale la correttezza dei dati di lettura del contatore: in Vallarsa abbiamo diversi tipi di contatore, se i contatori sono molto vecchi o si è entrato del detrito nel tubo, possono l ’ a c q u ala vtaratura a f a t t uerin a ttal a p er a n o richiedersolare. perdere caso sinpuò Con le bollette 2018 il Comune si è portato in pari (in estate è ne la sostituzione. var i abile . I stata fatta una fatturazione straordinaria per questo motivo). Annualmente il Comune cerca di fare una lettuete e si hanno Per questo è sbagliato confrontare questa bolletta con quella LE BOLLETTE DELL’ACQUA SI PAGA LA Il servizio si divideCON in costi fissi e costi variabili: ra dei contatori, ma per avere i dati più precisi è ili sono quelli COSTRUZIONE DEL NUOVO ASILO? di agosto, perchè i periodi sono diversi. Potete fare un conata. consigliato l’invio dell’autolettura entro il mese fronto con quella ricevuta relativa al consumo 2016. COSTI FI S SI : di novembre (preferibilmente con foto). Dalla AMMORTAMENTO DEGLI IMPIANTI ssuma a proletturalacomunicata finodati a fine anno del il valore u è fondamentale correttezza dei di lettura conta-di ANALISI DELL’ACQUA i sugli utenti. NO, SI COPRONO SOLO COSTI DEL SERVIZIO tore: in Vallarsa abbiamo diversisulla tipi di contatore, se i conconsumo è stimato base dei consumi deAMMORTAMENTO CONTATORI IDRICO: GESTIONE, MANUTENZIONE RETE, un’altra catetatori sono molto vecchi o si è entrato del detrito nel tubo, CANONI DI CONCESSIONE DELLE SORGENTI gli anni scorsi. AMMORTAMENTI....

acqua potabile + fognatura + depurazione

VOCE 1: acqua potabile

mune.

possono perdere la taratura e in tal caso si può richiederne ENERGIA ELETTRICA (FISSO CONTATORI VASCONI E POMPE) la sostituzione. TOTALE FISSI (2017) CIRCA 2 2. 0 0 0 E URO VOCE 2: fognatura E UNA LETIl servizio si divide in costi fissi e costi variabili: CONTATORE COSTI VARIABILI : • costi fissi: ENERGIA ELETTRICA (CONSUMO E POMPAGGIO) ammortamento degli impianti PERSONALE (quota operai e uffici che si occupano totale (2017) circa 17.000 euro della gestione idrica) • costi variabili:
 SERVIZI (smaltimento fanghi depurazione, quota VOCE 1: acqua potabile lettura contatori, quotaIlsoftware dati) servizio si divide in costi fissi e costi MATERIALI DI CONSUMO (per riparazioni) MI SEMBRA DI AVER CONSUMATO MENO DI variabili: CANCELLERIA E UTENZE QUELLO CHE C’E’ IN BOLLETTA..... • costi fissi: ONERI GESTIONE ASSOCIATA ammortamento degli impianti FONDO CREDITI DUBBIA ESIGIBILITA’ analisi TOTALE VARIABILI (2017) dell’acqua
 CIRCA 3 8 . 0 0 0 E URO

ammortamento contatori
 COSTO TOTALE (2017, fatturato bolletta 2018) CIRCA 60 canoni diinconcessione delle sorgenti MILA EURO, DA SUDDIVIDE RE SU 115 0 CONTATO energia elettrica RI (domestici, non domestici, allevamento) (fissoirrigui, contatori vasconi e pompe) totale fissi (2017) circa 22.000 euro

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CONFRONTA LA LETTURA DEL CONTATORE CON QUELLA INDICATA IN BOLLETTA E CONTATTA L’UFFICIO TRIBUTI PER UNA VERIFICA O PER FAR SOSTITUIRE IL CONTATORE.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

personale (quota operai e uffici che si occupa- Ronzo Chienis € 135,29 no della gestione idrica)
 Brentonico € 123,76 servizi (manutenzioni in economia, quota let- Vallarsa € 154,95 QUA? tura contatori, e quota software dati) cancelle- Rovereto
€ 156,86 ria e utenze Valli Del Pasubio € 194,72 oneri gestione associata Terragnolo € 219,34 fondo crediti dubbia esigibilità Volano € 228,00 totale variabili (2017) circa 17.800 euro Il costo totale (2017, fatturato inGiunta bollettaprovinciale 2018) Tenendo conto della capillarità della rete, della La depurazione è un costo definito dalla è di circa 35 mila euro, al daconsumo suddividere circa ilsua lunghezza, del fatto che serve 43 fra- zioni e trasmesso ai comuni. E’ legato e va su a coprire contatori domestici, alle- e che ci sono sempre manutenzioni da fare, si costo dei900 depuratori (di (domestici, competenza non provinciale). vamento). cerca di tenere un costo contenuto... Viene pagata da tutti gli utenti allacciati alla rete idrica. Prevalentemente il costo della fognatura è lega- Abbiamo una valle lunga e complessa, una rete to al consumo quindi pesa di più la quota varia- acquedottistica e fognaria molto diversa e comE’ incassata dai comuni con la bolletta dell’acqua e viene poi bile per il principio che l’acqua che entra è la plicata da gestire, ma abbiamo il vantaggio di girata interamente alla Provincia. stessa che esce. avere acqua e fognature “a gravità” con costi di Non pagano la fognatura i contatori a solo uso pompaggio minimi e limitati a momenti di sicciirriguo, i quali per evidenti motivi, non benefi- tà. Questo aiuta molto a contenere i costi, anche ciano della fognatura. Inoltre non pagano le fra- se i km di tubazioni sono molti. zioni e le case sparse sprovviste di rete fognaria (con separazione acque bianche e nere). IN SOSTANZA, COME POSSO RISPARMIARE? 1) usando meno acqua: Meno metri cubi NEL MIO PAESE NON CI SONO ANCORA LE si consumano, più si risparmia. Sembra FOGNATURE A NORMA MA VEDO LA VOCE banale ma è il primo passo per abbassaIN BOLLETTA... re la bolletta. 2) con il rinnovo delle reti: rifare la rete SENTI L’UFFICIO TRIBUTI, IL REGOLAMENTO dell’acquedotto significa ridurre i costi di COMUNALE PREVEDE L’ESENZIONE DELLA QUOTA DI FOGNATURE FINCHE’ NON VIENE manutenzione, quindi il costo della geREALIZZATA LA RETE. stione. Il Comune le sta rifacendo contestualmente alle fognature in modo da ridurre i costi di cantiere (e quindi gli ammortamenti futuri) 3) allacciandoti alla rete fognaria: se nella tua frazione c’è la rete ma non sei ancora allacciato, pagherai la fognatura senza usarla. Ti conviene allacciare immediataVOCE 3: depurazione La depurazione è un costo definito dalla Giunta mente l’edificio alla rete (che è obbligatorio per provinciale e trasmesso ai comuni. È legato al motivi ambientali e di igiene pubblica). consumo e va a coprire il costo dei depuratori Se hai dei dubbi, ti sembra che la bolletta abbia (di competenza provinciale). i dati sbagliati o noti un funzionamento anomaViene pagata da tutti gli utenti allacciati alla lo del contatore dell’acqua, senti l’ufficio tributi rete idrica. che ti saprà indirizzare la strada migliore per È incassata dai comuni con la bolletta dell’acqua verificare la correttezza dei dati. e viene poi girata interamente alla Provincia. Ufficio tributi sovracomunale - Comunità della Vallagarina via Tartarotti, 7 38068 Rovereto (tn) QUANTO PAGANO GLI ALTRI COMUNI? tel 0464 010810 Abbiamo provato a capire qual è il costo del sertributi@pec.comunitadellavallagarina.tn.it vizio idrico integrato nei comuni attorno a noi... Ipotizzando un consumo annuale medio di 80 Orari: metri cubi, quello di una famiglia della nostra dal lunedì al venerdì 8.30-12.00 valle, calcolando un’utenza domestica ecco il giovedì 14.00-16.00 confronto con i comuni vicini, applicando le Per inviare la lettura del contatore si può accedere all’area riservata sul portale della Comunitariffe 2018: il costo comprende acquedotto + fognatura + tà della Vallagarina www.comunitadellavallagadepurazione applicate al 100% su base annua- rina.tn.it accedendo con le credenziali che trovi le. Ai totali è già applicata l’iva che per l’acqua sulla bolletta, o inviando al numero Whatsapp è al 10%: 377 1687653.

VOCE 3: depurazione

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La bolletta dei rifiuti Come funziona la TARI

L

a TARI, è la tariffa destinata a coprire i costi di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti. È in vigore dal 2014. Il Comune di Vallarsa per la gestione dei rifiuti si affida alla Comunità della Vallagarina che a sua volta appalta ad una ditta la raccolta e lo smaltimento delle immondizie. FIUTI? Come per la tariffa dell’acqua, anche per la TARI la legge impone che il costo di raccolta della TARI - la tariffa dei rifiuti. ono? cerchiamo di fare chiarezza.... e smaltimento rifiuti siano coperti al 100% dagli utenti. Quindi per abbassare la tassa è necessario abbassare i costi. Le tariffe e il piano finanziario dei costi sono approvate dal Consiglio Comunale prima dell’approvazione del bilancio di previsione. Per la decolta, finizione dei costi ci si basa su quelli dell’anno precedente. La TARI è composta di due aa della raccolta differenziata è fond amentale perparti: una quota fisalla ione del c osto dei rifiuti . sa, che deve coprire i costi fissi e una quota vata ad riabile che deve coprire gli oneri connessi alla nte infatti i rifiuti solidigestione urbani (i ndciclo i fferenzi ati ) del dei rifiuti. conferiti in discarica o altro impianto, quindi hannol’esatta quantità di Essendo difficile conoscere e imti. rifiuti prodotti, la legge prevede un metodo di ti s icalcolo basato sulla superficie e sul numero di ssare c iclabili, vengono trattati prima in impianti che li componenti il nucleo familiare.

TARI= TAriffa RIfiuti

copre il 100% del costo di ACCOLTA DIFFERENZIATA smaltimento dei rifiuti

E’ dovuta da chiunque, persone fisiche e giuridiche, occupi locali ed aree sul ne separano i diversi materiali i quali sono venduti e nde che li ric iclano . territorio comunale e dal

ancio ricavato dalla vendita dei rifiuti riciclabili, viene utiquelli alla Comunità QUEST’ANNO di valle perLAcoprire parte dei costi, TARI E’ AUMENTATA, VUOL DIRE USERANNO I SOLDI PER uanto migliore è CHE la nostra raccolta d iRISTRUTfferenTURARE UNA MALGA? nto più s i abbasseranno i costi del la bol letdeve ifi uti . oprire

NO, SI COPRONO SOLO COSTI DEI RIFIUTI: RACCOLTA E SMALTIMENTO, UFFICI, SPAZZAMENTO STRADE, ECC...

i r icolo nenti

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Chi paga la TARI? La Tari è dovuta da tutti coloro che posseggono o detengono locali ed aree di qualsiasi uso adibiti, esistenti sul territorio comunale. Se l’area è usata in comune con altri, si pagherà assieme. Pagano sia le persone fisiche che le persone giuridiche, quindi aziende ma anche il Comune riceve la fattura per gli immobili di sua proprietà. Non essendo attualmente attivo un metodo per conteggiare i rifiuti prodotti, si paga sulla potenzialità di produrre rifiuti, secondo il principio che più un locale è grande, più cose può contenere e quindi più rifiuti può produrre. Per questo anche un locale non abitato produce rifiuti. Per i nuclei familiari si tiene conto anche del numero di componenti. La TARI si paga entro il 31 di gennaio di ogni anno. Qual è il nostro ambito? Il comune di Vallarsa fa parte dell’ambito gestito dalla Comunità della Vallagarina. La Comunità gestisce raccolta e smaltumento dei rifiuti per conto dei comuni di Ala, Avio, Besenello, Brentonico, Calliano, Mori, Nogaredo, Nomi, Pomarolo, Ronzo-Chienis, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa, Villalagarina, Volano e per i comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna e alcune zone del comune di Lastebasse (VI). Tutta la Vallagarina ad eccezione di Rovereto e Isera. Vi sono costi comuni per tutti (per esempio il costo della discarica o il costo del personale che si occupa dei rifiuti) e i costi conteggiati comune per comune, per esempio il numero di cassonetti e il numero di svuotamenti. Alcuni costi, come per esempio la quota dello smaltimento in discarica, sono definiti dalla Provincia nel Piano provinciale di gestione dei rifiuti. Il servizio ha costi fissi e costi variabili. Dal costo complessivo sull’ambito territoriale di gestione dei rifiuti viene calcolato il costo che spetta ad ogni comune.


aa fattura Attualmente infatti imetodo rifiuti solidi urbani (indifferenziati) Non essendo un per conteggiare i Vi sono per gliattualmente Luserna e attivo alcune zone del comune di Lastebasse (VI). costi Tutta comuni pe r tutti (per esempio il costo della in discarica altro impianto, hanno paga conferiti sul laadpote n z i al ità di produr re quindi rifiuti prodotti, svengono discarica o il costo del personale che si occupa dei rifiuti) e i lai Vallagarina eccezione dioRovereto e Isera. solo c osti. che più un locale è grande, più costi conte gg iati comune pe r comune , per esempio il rifi uti , secondo il principio può contenere e quindi rifiuti può Peresempio que- numero o percose conteggiare i Vi sono cassonetti e il numero di svuotamenti. costipiù c omuni pe rprodurre. tutti (per il costodidella 2018 ammontano Idiscarica rifiuti vengono trattati in impianti cheelii unalocale nonric abitato produce rifiuti. l ità sto di anche produrre oiclabili, il costo del personale cheprima si occupa dei rifiuti) 300 venduti ne separano diversi materiali i quali, sono ocaleutenti. è grande, più lavano Alcuni costi, il come per esempio la quota dello smaltimento in c osti ceonte gg i ati ci omune pe r c omune per esempio al le aziende che li ric iclano. di discarica, sono definiti dalla Provincia nel Piano prov i nPer i Per nuclei familiari conto eanche del numero produrre. quenumerosiditiene cassonetti il numero di svuotamenti. DALL’AMMINISTRAZIONE fiuti. componenti . c iale di ge stione de i r ifiuti. COMUNALE Il denaro ricavato vendita dei rifiutidello riciclabili, viene utiAlcuni costi, comedalla per esempio la quota smaltimento in lizzato dalla Comunità di valle per coprire parte dei costi, TARI si paga entro il 31sono di gennaio ogniProvincia anno. d i discarica, e delLanumero definitididalla nel Piano provin quanto migliore raccolta differenquindi c i ale d i ge stione de i r èi fila utinostra . zi ata, più s i abbasCHE seranno i costi della bolletE’ ILtanto COMUNE DI VALLARSA DEFINISCE ta dei rifiuti. QUANTO SARA’ IL COSTO ANNUALE? ogni anno.

ILI

CHE DEFINISCE NNUALE?

Il Comune spiega...

NON DA SOLO. IL COSTO E’ RELATIVO A TUTTO L’AMBITO, IL COMUNE FORNISCE I COSTI PER IL SUO TERRITORIO E LE TARIFFE SONO FATTE PER COPRIRE IL 100% DELLA SPESA.

NON DA SOLO. IL COSTO E’ RELATIVO A TUTTO L’AMBITO, IL COMUNE FORNISCE I COSTI PER IL SUO TERRITORIO E LE TARIFFE SONO FATTE PER COPRIRE IL 100% DELLA SPESA.

COME FUNZIONA LA BOLLETTA DEI RIFIUTI?

COSTI FISSI

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

I costi fissi sono: •  Costi di spazzamento e lavaggio strade I c osti fiss i sono: Il sistema della raccolta differenziata è fondamentale pe r •   A ltri costi ingombranti, lavaggio cas- Costi di spazzamento (rifiuti e lavaggio strade la ridu z ione del costo dei rifiuti. Altri costi (rifiuti ingombranti, lavaggio cassonetti) sonetti) - Costi generali di gestione amminiA- DEI RIFIUTI? - Costi generali di gestione amministrativa Attualmente i rifiuti solidi urbani (indifferen zi ati ) Nella bolletta iinfatti costi fissi sono ripartiti medianstrativa - Costo del•  personale vengono conferiti in discarica o altro impianto, quindi hanno te la quota fissa: Costo del personale - ammortamenti discarica solo costi. La quota fissa, per tutti è calcolata a metro qua•  ammortamenti discarica dro. I costi fissi di Vallarsa, base per le tari e 2018 I costi fissi di Vallarsa, base per le tariffe 2018 ammontano a I rifiuti ric iclabili, vengono trattati prima in impianti che li Vilavano sono ediversi pesi ai seconda del numero ammontano a circa 130 mila euro da dividere Il sistema della raccolta differenziata è fondamentale per circa 130 mila euro da dividere su circa 1300 utenti. ne separano diversi materiali i qualidisono ve nduti componenti, si differenziano tra residenti e non la ridu z ione del costo dei rifiuti. su circa 1300 utenti. alle az iende che li ric iclano. onetti) residenti, inoltre cambiano a seconda della caAttualmente infatti i rifiuti solidi urbani (i ndifferenz Il denaro ricavato dalla venditadall’abitazione. dei rifiuti riciclabili, viene utitegoria diiati) immobile se diverso I costi variabili sono: hanno vengono conferiti in discarica o altro impianto, quindi I lizzato dalla Comunità di valle per coprire parte dei costi, I metri quadrati dell’abitazione sono dichiara•  Costi di raccolta, trasporto e smaltimento Risolo costi. quanto migliore è la nostra raccolta quindi ti nel momento dell’attivazione dell’utenza e diffe re n fiuti Solidi Urbani z iata , tanto più s i abbasseranno i costi della bol letfatte veri •  Costi di trattamento RSU ammontano a I rifiuti ric iclabili, vengono trattati prima in sono impianti che li che a campione. ta dei rifiuti. costive variabili utenti. lavano e ne di separano i diversi materiali i quali Isono nduti sono ripartiti mediante la quota •  Costi raccolta erenziata alle iende chee li ric iclano. variabile: •  Costi di az trattamento riciclo (tolti i ricavi) I costi variabili per Vallarsa, per le tari e 2018 La quota variabile, per le abitazioni dei residendenaro ricavato dalla vendita dei rifiuti riciclabili, vieneQUI. uti-in SOLO CHEal ANZICHE’ AVERE DEcalcolata base numero di componenti sonoIlcirca 100 mila euro da dividere su circa ti è ANCHE lizzato dalla Comunità di valle per coprire parteNARO dei CONTANTE, costi, VENGONO ABBASSATI I la famiglia. 1300quindi utenti.quanto migliore è la nostra raccolta COSTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI E QUINdifferenDI BOLLETTA è PIù BASSA... le LA seconde z iata, tanto più s i abbasseranno i costi Per della bollet - case e per le utenze non domeCI SONO PAESI IN CUI SE RIPORTI LE BOTTIstiche è calcolata a metro quadro ponderato ta dei rifiuti. GLIE DI PLASTICA TI PAGANO. per la categoria. Pagano anche gli edifici pubblici, le sedi delle associazioni, gli edifici rurali ecc... in questo ANCHE QUI. SOLO CHE ANZICHE’ AVERE DEcaso è il Comune che si fa carico NARO CONTANTE, VENGONO ABBASSATI I della bolletta, senza pesare sulle COSTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI E QUINDI LA BOLLETTA è PIù BASSA... associazioni di volontariato.

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

COSTI VARIABILI

I

I LE BOTTI-

La raccolta differenziata Il sistema della raccolta differenziata è fondamentale per la riduzione del costo dei rifiuti. Attualmente infatti i rifiuti solidi urbani (indifferenziati) vengono conferiti in discarica o altro impianto, quindi hanno solo costi. I rifiuti riciclabili, vengono trattati prima in impianti che li lavano e ne separano i diversi materiali i quali sono venduti alle aziende che li riciclano. Il denaro ricavato dalla vendita dei rifiuti riciclabili, viene utilizzato dalla Comunità di valle per coprire parte dei costi, quindi quanto migliore è la nostra raccolta differenziata, tanto più si abbasseranno i costi della bolletta dei rifiuti.

Detrazioni e sconti Il regolamento comunale prevede degli sconti per determinate categorie: 1) per le persone che hanno una casa e sono residenti permanentemente in casa di riposo o alloggi protetti. In questo caso viene scontata la bolletta della prima casa. 2) per chi effettua il compostaggio domestico dichiarando di avere il compost su proprio terreno privato. In questo caso riduce i costi di svuotamento e quindi contribuisce ad abbassare la tari a. 3) i residenti all’estero iscritti all’AIRE che detengono un immobile in valle hanno uno sconto sulla bolletta.

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enti, inoltre cambiano a questo caso viene scontata la bolletta della prima casa. se diverso dall’abitazio2) per chi effettua i l c ompostagg io domestico dichiarando di avere il compost su proprio terreno privato. In quedichiarati nel momento sto caso riduce i costi di svuotamento e quindi contribuisce e verifiche a campione. ad abbassare la tariffa. DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

iante la quota vari a - 3) i res identi al l ’ estero iscritti al l ’AIRE che detengono un immobile in valle hanno uno sconto sulla bolletta.

dei residenti è calcolata amiglia.

n domestiche è calco r la categoria.

di delle associazioni, gli Comune che si fa carico ciazioni di volontariato.

NEL MIO ORTO POSSO FARE IL COMPOSTAGGIO?

CERTO, DICHIARA LA PARTICELLA DOVE METTI IL BIDONE E TI VERRA’ FORNITO DAL COMUNE GRATUITAMENTE.

Chi approva le tariffe? Come detto, le tari e e il piano finanziario sono approvate dal Consiglio Comunale prima dell’approvazione del bilancio di previsione. Dato che, come detto, per legge le bollette della Tari devono coprire al 100% il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti, i consiglieri comunali hanno poco potere di agire per ridurre le tari e. Anche se approvassero un piano finanziario con un totale più basso, dato che il piano costi è fatto sul risultato dell’anno precedente, il “risparmio” di un anno diverrebbe aumento per l’anno successivo. Il Consiglio Comunale, nella delibera di approvazione delle tari e decide quindi quanto pesa la tariffa per l’una o l’altra categoria tenendo conto che vanno coperti completamente i costi. Se si vuole abbassare la tari a ad una categoria (p.es. alberghi), il mancato introito andrebbe spalmato sulle altre categorie che aumenterebbero. Perché nel 2018 c’è stato un aumento della tariffa? Ciò è dovuto all’aumento dei costi ed in particolare a) nel 2017 si è concluso l’appalto per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tale gara ha portato ad un diverso ribasso sull’o erta rispetto a quello precedente, con la conseguenza che il costo è più alto rispetto a quello precedente. b) il piano provinciale dei rifiuti ha uniformato il costo di smaltimento in discarica su tutti gli impianti a livello provinciale. La discarica di Rovereto, gestita dalla Comunità della Vallagarina, era quella con il costo di smaltimento più basso. Facendo la media con gli altri impianti della provincia per noi ha significato un aumento del costo di discarica e quindi della tari a dei rifiuti. Abbiamo un centinaio di punti di raccolta, isole ecologiche in tutta la valle, una popolazione

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che varia tra estate e inverno per la presenza dei villeggianti, non è semplice parlare di rifiuti. C’è la possibilità di risparmiare? In sostanza, come posso risparmiare? 1) con una corretta raccolta differenziata: più materiali si riciclano e più si guadagna vendendo materie prime e il ricavo viene usato per abbassare i costi complessivi. Se il riciclaggio viene fatto bene, il prodotto sarà più puro e si può vendere più facilmente. Viceversa, buttare rifiuto residuo nella plastica significa vani care la raccolta differenziata di tutti, perchè se la raccolta è fatta male tutto viene conferito in discarica. 2) con il compostaggio: fare il compost aiuta ad abbassare i costi di svuotamento e ti permette di fare concime da usare nell’orto. Inoltre se tutta la frazione (compreso chi viene in estate) fa il compostaggio, il Comune può eliminare il cassonetto e abbassare ulteriormente la tari a per i residenti della frazione. 3) sensibilizzando alla raccolta differenziata: se spieghi a chi viene in estate come funziona il nostro sistema di riciclaggio, ne beneficiamo tutti. E se vedi qualcuno che abbandona rifiuti segnalalo subito alla Polizia Locale (04648 60811). Se hai dei dubbi, ti sembra che la bolletta abbia i dati sbagliati o ci sia qualcosa che non ti torna, senti l’ufficio tributi che ti saprà indirizzare la strada migliore per verificare la correttezza dei dati. Ufficio tributi sovracomunale - Comunità della Vallagarina.


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Il nuovo Piano Strategico Giovani 2019 Cosa si fa quest’anno?

L

’anno 2018 è stato un anno molto positivo per il nostro piano giovani con tanti progetti portati a termine grazie all’ottima risposta da parte dei ragazzi dei tre comuni: Trambileno, Vallarsa e Terragnolo. Anche quest’anno abbiamo puntato con molta forza sul protagonismo dei ragazzi e sulla continuità dei progetti realizzati l’anno scorso. Il primo progetto che si è pensato di svolgere è un percorso intitolato “Con i Nonni per i Nonni”. Si tratta di un percorso formativo svolto dai giovani del territorio per insegnare agli anziani l’uso delle nuove tecnologie è social networks (smartphone, computer, chiamate, registro chiamate, rubrica messaggi, whatsapp, email, fotografie). Il progetto con collaborazione del Movimento pensionati di Vallarsa verrà gestito da un ragazzo della Vallarsa, Stefano Nave assieme ad un gruppo di 6 – 8 ragazzi tra i 16 ai 25 anni. Ci saranno 6 incontri in autunno. “Public Speaking”, il nostro secondo progetto, è ormai un tradizionale laboratorio teatrale, ma questa volta sulla disciplina del public speaking, rivolto ai giovani per migliorare il modo in cui si presentano, si relazionano, comunicano e trasmettono quello che vorrebbero dire e perdere la paura di affrontare un pubblico. Progetto proposto da una giovane di Terragnolo, Maddalena Gerola, e condotto dall’esperto in materia e regista, Michele Comite

Isabel Neira-Gutiérrez, RTO

si è concluso e ha coinvolto oltre 20 ragazzi delle tre valli del Leno. “Valli&Natura 2019” è pensato per chi è attratto dalle bellezze della natura, a cui piace camminare, conoscere, esplorare, documentare, fotografare! Condotto da Lorenzo Livio Sgreva, accompagnatore di media montagna, prevede escursioni e studio dell’ambiente con un occhio di riguardo all’aspetto naturalistico e alle potenzialità dell’ambiente montano per il turismo e gli sport outdoor. Sono previsti incontri, tre uscite sul territorio, attività di studio e percorsi in ambiente (nei tre comuni) e la definizione e realizzazione del progetto turistico finale di divulgazione multimediale degli argomenti. A Terragnolo in estate ci sarà “Crea la tua shopping bag”, laboratorio artistico per la realizzazione di una immagine dipinta sulla tela di una borsa rielaborando l’immagine di un’opera d’arte famosa oppure creando una interpretazione personale del ritratto (o del autoritratto) e “Cucina etnica”, un laboratorio di cucina condotto da persone di etnie diverse provenienti dal territorio. Vi sarà una dimostrazione di un piatto/piatti tipici della loro cultura. Isabella Gerola, dietologa, ci parlerà della consapevolezza alimentare e di come ottenere una dieta bilanciata. L’ultimo progetto: “Das Neue Berlino” è stato ideato, creato

e pensato dallo stesso gruppo di ragazzi che l’anno scorso sono stati a Strasburgo. Si tratta di un percorso formativo/conoscitivo di 3 incontri in cui si tratteranno temi socio-storici sugli anni bui del secondo dopoguerra a Berlino, visto che quest’anno si celebrano i 30 anni dalla caduta del muro. Dopo gli incontri ci sarà il viaggio nella capitale tedesca con visita della parte storica

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di Berlino, il muro o meglio ciò che ne rimane. Si andrà a sentire la testimonianza di persone che, per via diretta o indiretta, hanno ricordi propri o trasmessi da chi ha vissuto in quei tempi bui. Alla fine di quest’analisi tra presente e passato di Berlino ci sarà anche il momento per sentire l’esperienza di alcuni ragazzi italiani che oggi vivo-

no, emigrati per cercare migliori opportunità, per far capire ai nostri ragazzi che oggi non esistono più frontiere ma solo obiettivi a dividerci da una realtà ad un’altra. Vorresti proporre un progetto al Piano Giovani? Non aspettare fallo subito potremmo realizzarlo già quest’anno. Sono sempre disponibile per

rispondere a qualsiasi dubbio, chiarimento, richiesta d’informazione e anche per valutare proposte e suggerimenti. cellulare: 345 0912280, facebook: @puntoincomune.pgz mail: puntoincomune@gmail.com.

UN CICLO DI FORMAZIONE PER LE ASSOCIAZIONI Stefania Costa Da sempre siamo convinti del ruolo fondamentale che le associazioni hanno sul nostro territorio. Un ruolo di animazione culturale e ricreativa, di aggregatore della vita sociale della nostra valle, un presidio. Ogni associazione a modo suo e nel suo campo contribuisce alla vita della nostra comunità. Sono sempre di più, purtroppo, gli adempimenti burocratici e normativi che queste organizzazioni devono rispettare nel portare avanti quotidianamente la propria attività. Nella consapevolezza che la formazione è il modo migliore per creare e gestire ogni organizzazione in modo efficace l’amministrazione ha proposto alle associazioni della valle un ciclo di tre serate informative - tutte molto partecipate - su tre temi importanti. Nella prima con l’avvocato Fabrizio Casetti si è parlato del GDPR, il nuovo regolamento europeo sulla privacy e di cosa devono fare gli enti associativi per rispettarlo. In un’altra serata organizzata con l’aiuto dei Vigili del Fuoco volontari, con l’ispettore Piergiorgio Carrara, si è parlato delle buone pratiche per la sicurezza antincendio nelle feste. Nell’ultimo incontro invece la formazione si è concentrata sulla sicurezza alimentare (HACCP).

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Piccole Dolomiti Boulder Park Una nuova proposta turistica

P

iccole Dolomiti Boulder Park è una palestra naturale di bouldering all’ombra delle Piccole Dolomiti. Grazie ai suoi grandi massi questo parco che si trova in Vallarsa, sull’alpe di Campogrosso, è capace di regalare agli amanti dell’arrampicata sui sassi sfide di diversa grandezza e difficoltà. Il bouldering è uno sport in continua crescita che vede gli appassionati sfidarsi alla conquista di questi giganti di pietra. Sono oltre 10 i massi – e altri ha in programma di ripulirne AZA associazione Zamberlan Arrampicata - tracciati e mappati sparsi nel pendio dei pascoli di Malga Boffetal. Hanno diverse forme e dimensioni e offrono diverse possibilità per praticare boulder. Il Boulder Park per gli amanti dell’arrampicata sportiva e per le famiglie è facilmente raggiungibile con una passeggiata di circa mezz’ora nei boschi sia dal passo Pian delle

Fugazze che dal Rifugio Campogrosso. I percorsi e tracciati con livelli di difficoltà diversi tra i blocchi rendono l’arrampicata sicura anche per chi è uscito poche volte dalla palestra o per chi è poco esperto. Nei mesi estivi il ristoro di Malga Boffetal – dove sarà possibile noleggiare scarpette e crash pad – offre la possibilità di gustare i prodotti caseari fatti proprio sul posto e trascorrere delle piacevoli ore all’aria aperta: un modo per vivere il proprio tempo libero in completo relax, lontano dalle fatiche quotidiane e facendo del bene al proprio corpo e al proprio spirito. Con un grande evento, la Bovental Block 2019, in programma il prossimo 22 settembre, appassionati di bouldering potranno sfidarsi nell’arrampicata dei blocchi. Famiglie, bambini e chi vuole avvicinarsi a questa disciplina avrà modo di mettersi alla prova.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La Valdastico in Vallarsa Cosa sta accadendo

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i è letto dalla stampa e dagli annunci della Giunta provinciale nei mesi scorsi di un’ipotesi di prolungamento dell’autostrada A31 con un passaggio sotto il Pasubio. La notizia ha creato subito un certo subbuglio tra le popolazioni dei territori dei nostri comuni, con immagini e notizie che possono sviare. Cerchiamo di inquadrare un po’ la situazione per cercare di fare chiarezza. ORIGINI L’autostrada A31 è concepita negli anni ’60 e fortemente sostenuta dai tre politici della Democrazia Cristiana Flaminio Piccoli, Mariano Rumor e Antonio Bisaglia (originari di Trento, Vicenza e Rovigo) che fecero sorgere anche il nome “Pi Ru Bi” ancor oggi usato. Il primo tratto fu costruito tra il

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1972 e il 1976 salendo da Vicenza a Piovene Rocchette. Il collegamento interamente autostradale tra Rovigo e Trento non è mai stato completato. Nel 1986 la società che gestiva il primo tratto di A31 è acquisita da Autostrade Brescia Verona Vicenza Padova spa, concessionaria dell’A4 (Brescia-Padova), che è attualmente la società concessionaria delle due strade. Solo tra il 2005 e il 2015 però, è stato completato il tratto sud fino alla SS434 Transpolesana, che attraversa la pianura veneta. Dato che l’autostrada A4 è la più trafficata (e redditizia) d’Italia e l’A22 che porta a nord è una delle arterie più importanti del paese, di recente – legato anche alla scadenza della concessione - è tornato in auge il progetto di completare la A31 nel tratto nord.

IL PRIMO PROGETTO PRELIMINARE: BESENELLO Riguardo la Valdastico Nord, è stato fatto nel 2005 un progetto preliminare che, nella relazione illustrativa, indicava sei ipotesi di tracciato per collegare Piovene Rocchette con Lavis (T1) Pergine-Trento (T2) Trento Sud (T3), Besenello (T4) Rovereto Sud (T5) e Trento (T6). Da questo progetto l’ipotesi scelta e portata avanti dalla Regione Veneto è stata finora la T4 con uscita a Besenello, senza però coinvolgere il Trentino. La Provincia Autonoma di Trento, nel 2010 si è opposta all’opera fortemente sostenuta dal Veneto, ritenuta contraria alla strategia di spostamento del trasporto pesante su rotaia perché bypassa l’interporto di Verona. Nel 2011 il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sostenendo che


DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

non può esservi un progetto senza l’accordo con la provincia di Trento. Nel 2013 la Regione Veneto ha comunque dato il via libera all’iter di progetto definitivo per la realizzazione del primo stralcio del completamento tra Piovene Rocchette e Lastebasse. Tale via libera è stato formalizzato dal Cipe (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) nel 2016. Il Comune di Besenello però, contrario all’opera, ha fatto ricorso a questa delibera sostenendo che non si può continuare l’iter per i lavori sul solo lato veneto se non c’è un accordo complessivo per l’opera. Il 21 gennaio 2019 il Consiglio di Stato, in ultimo appello, ha annullato la delibera del Cipe dando ragione a Besenello, sostenendo che se la progettazione deve avvenire in maniera unica per l’intero tratto e per questo è necessario l’accordo tra le due regioni. Si riparte quindi dal via. LA GIUNTA FUGATTI: NUOVI SCENARI Con l’esito delle elezioni del 20 ottobre 2018, la presidenza della Provincia autonoma di Trento è andata alla Lega Nord e il go-

vernatore Maurizio Fugatti, da anni sostenitore dell’opera, ha annunciato nel programma di legislatura che il nuovo governo provinciale è favorevole al completamento della A31 con arrivo a Rovereto Sud. L’unico studio fatto nel 2005 classificava il tracciato che andava da Arsiero a Rovereto Sud (attraversando il Pasubio) come opera “ai limiti della fattibilità tecnica”, rimandando a eventuali profondi approfondimenti gli aspetti geologici e geotecnici. Tale progetto preliminare non considerava poi l’aspetto più preoccupante: l’autostrada in quel tracciato interferisce con la falda acquifera di Spino, che serve l’acquedotto di Rovereto e gran parte della valle dell’Adige. Le ipotesi emerse dagli articoli di stampa hanno destato preoccupazione da parte di cittadini e comunità locali. Come Comune di Vallarsa e Comuni del Pasubio abbiamo chiesto un incontro con il presidente Fugatti e l’assessore veneto Elisa De Berti per capire qual è lo stato delle cose. La preoccupazione, raccolta tra la popolazione e tra tutti i consiglieri comunali, richiedeva una ri-

sposta concreta e rapida, nonostante nessun atto ufficiale sia ancora pervenuto agli atti di Comune o Provincia. Oltre alle dichiarazioni sulla stampa, abbiamo inserito le ragioni di contrarietà all’opera anche nelle note trasmesse alla Giunta provinciale durante il loro incontro in Vallarsa, lo scorso 6 aprile, con condivisione trasversale da parte del consiglio comunale. Dopo un primo incontro con il presidente della provincia chiedendo chiarimenti, ci è stato assicurato che i comuni interessati sarebbero stati tenuti infornati dei prossimi passaggi. Ai primi di aprile, il ministero ha convocato la provincia di Trento e la regione Veneto per capire se ci fosse un accordo per il completamento della A31. I due rappresentanti hanno detto che vi è un’intesa e che avrebbero presentato un documento. Prima dell’invio del documento al Ministero i sindaci dei comuni di Ala, Rovereto, Vallarsa, Trambileno, Terragnolo, Folgaria e il presidente della Comunità della Vallagarina sono stati convocati dal presidente Fugatti

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

per visionare il documento che è stato inviato a Roma. Si tratta sostanzialmente di un’area che da Pedemonte (dove il Veneto intende arrivare) e Rovereto Sud (dove il Trentino vuole arrivare) potrebbe essere interessata dalla progettazione senza (teoricamente) interferire sulla sorgente di Spino. Sulla scorta di questa mappa, a maggio il Ministero dei trasporti ha dato mandato alla concessionaria della A31 di fare uno studio di fattibilità del tracciato indicato. Attualmente quindi, un progetto non vi è ancora, ma c’è una mappa che individua un’area - che interessa praticamente tutta la val Terragnolo, e in parte la Vallarsa sopra il lago di San Colombano e sotto il Zugna – entro la quale andrebbe progettato un tracciato autostradale. DUBBI, CERTEZZE, AZIONI Le amministrazioni dei Comuni del Pasubio hanno da subito messo alla luce come la costruzione di un’autostrada sia in contrasto con le azioni volte al

VALLARSA ESTATE

presidio della montagna e al mantenimento della popolazione, le nostre valli sono strette e con pendii acclivi, percorse solamente da una viabilità “secondaria”. Da questa peculiare orografia emerge che anche dal punto di vista della cantierizzazione una simile opera risulti complessa, onerosa e altamente invasiva. La scarsa presenza di viabilità ed un’unica strada di valle in alcuni punti non sarebbe percorribile da eventuali mezzi d’opera; inoltre gli eventuali imbocchi delle gallerie, i viadotti ed i manufatti idraulici si troverebbero in strette valli laterali praticamente irraggiungibili se non con l’apertura di piste di cantiere comunque molto difficili da costruire. Inoltre la realizzazione di un’arteria stradale di tali dimensioni richiederebbe la progettazione di una nuova viabilità idonea a supporto di tutte le nuove strutture che tale intervento richiederebbe, la quale andrebbe ad aggiungersi sia all’impatto economico dell’intera opera ma

soprattutto all’impatto ambientale alla quale le nostre valli sarebbero sottoposte. Sono quindi molti i dubbi e, ad ora, nessun dato scientifico a sostegno della necessità di costruire l’opera è stato presentato così come nessuno studio di fattibilità ha valutato la portata dell’impatto ambientale nè ha assicurato che la sorgente di Spino e le altre che prendono vita dalla montagna non vangano compromesse. Alla giunta provinciale le amministrazioni hanno fatto presente che “La Valdastico, vanificherebbe del tutto quanto in questi decenni si è fatto – anche nel campo dello sviluppo di percorsi di turismo sostenibile nella natura - e andrebbe sicuramente contro una logica di tutela attiva della montagna che dalle Linee Guida del Programma di Sviluppo Provinciale della XVI legislatura che la giunta stessa persegue”. Continueremo a vigilare sugli sviluppi e verranno organizzate apposite serate per parlare della questione.

VALLARSA ESTATE Un calendario con oltre 100 eventi Sono oltre 100 gli appuntamenti dell’estate in Vallarsa. Occasioni di festa o riflessioni, momenti culturali o ricreativi che, come è ormai tradizione, il Comune di Vallarsa raccoglie nel calendario estivo “Vallarsa estate”. Un libretto distribuito in valle e diffuso sul web che nasce con lo scopo di raccogliere tutte le iniziative organizzate in Vallarsa. È uno strumento che permette alle associazioni, che propongono e danno vita alla maggior parte delle manifestazioni, di confrontarsi davanti a un calendario. È, allo stesso tempo, libretto comodo per chi vive in valle per non scordare nemmeno un appuntamento in programma e strumento di promozione. 2019 Poche le righe dedicate ad ogni evento, proprio perché lo scopo è quello di essere un promemoria. Siti web, i social network, i materiali specifici saranno preparati per le varie occasioni. Gli eventi sono quelli organizzati dal Comune e dalla biblioteca e dalle associazioni della valle, dal consorzio di operatori turistici e da altri enti che operano in valle. https://issuu.com/stefaniastc/docs/libretto_vallarsa_estate_2019

SERVIZIO NEWSLETTER Da qualche mese è attivo un nuovo servizio di newsletter. Con cadenza settimanale nel periodo estivo, al bisogno durante il resto dell’anno, viene inviata una newsletter contenente gli avvisi dalla Casa Comunale, ma anche notizia delle manifestazioni e degli eventi organizzate dal Comune www.comune.vallarsa.tn.it, dalle associazioni o da altri eventi in valle. È possibile iscriversi a questo servizio dal sito del comune e dalla pagina Facebook del Comune.

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Le maestre Annalisa e Paola in pensione

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uanto tempo è trascorso da quando una giovanissima maestra “vallarsera”, fresca di concorso Anna lisa Broz ha cominciato il suo percorso lavorativo presso la scuola dell’infanzia di S:Anna? Quante generazioni di bambini hanno ricevuto le sue amorevoli cure e aiuto in un momento importante di crescita e quanti alunni sono poi diventati genitori che si ritrovavano con la loro MAESTRA? Quanti abbracci, carezze e affettuose sgridate, in tutti questi anni.? Ma soprattutto quanto amore nell’insegnare a conoscere e amare la nostra Valle! Non a caso nello splendido quadro di Elena Modena maestra Annalisa è seduta con i sui bambini, insieme a loro pari e quello splendido melo di un’antica e rara specie che tutti hanno conosciuto, rispet-

tato e utilizzato i gustosi frutti per preparare torte speciali. Si potrebbe chiamarlo “il melo di Annalisa” e la vediamo ancora sotto le sue fronde che racconta storie di animali e di folletti misteriosi che incanta portandoli alla ricerca di tutti gli elementi naturali che si trasformano in animali, oggetti d’arte unici che i cuori puri possono vedere. Quarant’anni sono un gran pezzo di storia! Anche la maestra Paola Molinari in servizio presso la scuola dell’infanzia “A. Moro” di Raossi quest’anno è ufficialmente entrata in pensione. Anche lei, dopo alcuni anni di servizio in altre scuole è approdata alla scuola dell’infanzia di Raossi, una scuola particolare perché per diversi anni era quasi la sola insegnante presente e ha saputo gestire con capacità tutte le proble-

matiche che una piccola scuola ha. E in molti anni di lavoro ha cresciuto tanti vallarseri. Grazie maestre Paola e Annalisa da tutti noi per l’entusiasmo, la professionalità, la dedizione e passione che avete messo nel vostro lavoro e soprattutto per i valori che avete saputo trasmettere ai piccoli che sono il nostro futuro.

BUS NAVETTA PER CAMPOGROSSO E NUOVI COLLEGAMENTI PER LA VALLARSA Come lo scorso anno, anche per il 2019 Il Comune ha istituito un servizio di bus navetta da Passo Pian delle Fugazze a Campogrosso. Nei fine settimana d’estate e per tutti i giorni ad agosto ci sarà un collegamento garantito con partenze per Campogrosso tutta la mattina dalle 7.30 e rientri nel pomeriggio fino alle 18. Con l’entrata in vigore dell’orario estivo - dal 22 giugno – Trentino Trasporti istituisce le seguenti nuove corse che arriveranno fino a Sant’Antonio di valli del Pasubio: - corse in partenza da Rovereto alle ore 8.30 e 16.10 per Pian delle Fugazze e relative controcorse da Pian delle Fugazze per Rovereto alle ore 10.00 e 17.40 che si svolgeranno nei giorni festivi durante il periodo estivo; - prolungamento corsa in partenza da Raossi alle ore 9.10 fino a S. Antonio del Pasubio (arrivo ore 9.40) in coincidenza con la corsa delle ore 10.00 per Vicenza; controcorsa in partenza alle ore 10.00 da S. Antonio del Pasubio (in coincidenza con la corsa in arrivo da Vicenza alle ore 9.52) con previsione di leggero posticipo della n. 605 da Camposilvano a Raossi; - corsa alle ore 16.00 da Raossi per Camposilvano-Pian delle Fugazze-S. Antonio del Pasubio (arrivo ore 16.51) in coincidenza con la corsa delle ore 17.00 per Vicenza; corsa in partenza alle ore 17.00 da S. Antonio del Pasubio (in coincidenza con la corsa in arrivo da Vicenza alle ore 16.52) per Pian delle Fugazze - Camposilvano - Raossi (corse da svolgersi nei giorni feriali estivi di lunedì e giovedì).

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DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

A Walter Lorenzi il premio Volontario nello sport

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nche quest’anno l’Agenzia Sport Vallagarina ha organizzato l’iniziativa “Premio volontario dello sport 2018” che vede coinvolte le diverse amministrazioni comunali aderenti nella scelta di una persona che nel corso degli anni si è distinta per impegno e attività diverse nelle associazioni sportive. L’idea è quella di far emergere il lavoro nascosto che molte persone fanno, un lavoro prezioso e disinteressato ma che è fondamento per la buona riuscita di tutta le attività e per la crescita umana e sociale di ogni gruppo. L’amministrazione comunale di Vallarsa, sentite le associazioni, ha nominato Volontario

dello sport 2018 il mitico Walter Lorenzi “Cilo” di Camposilvano da sempre lavoratore instancabile che con ironia e dolcezza sa creare spirito di gruppo anche nei momenti più faticosi. Da parte di tutta la nostra comunità il più sincero e sentito ringraziamento perché se la nostra Vallarsa è bella e operosa è gran parte merito di persone come Walter. Ci sarà ancora occasione di festeggiarlo nel corso della Ganzega del Bosco 2019. Di seguito la motivazione: “Per la costante disponibilità a favore di tutta la comunità di Camposilvano e particolarmente in occasione delle manifestazioni organizzate (Ganzega del bosco).

Per la capacità di portare sempre un sorriso e spirito di compagnia anche durante i lavori più faticosi”.

PROPOSTE LAVORO IN VALLE: AZIONE 19, BIM, SERVIZIO CIVILE 10 lavoratori di Vallarsa assunti nei progetti promossi dal Comune e dagli altri enti Anche quest’anno il Comune di Vallarsa ha confermato l’impegno per chi ha difficoltà di lavoro. Il Comune ha riproposto i progetti di sostegno occupazionale degli anni precedenti INTERVENTO 19 Anche nel 2019 il Comune ha investito nell’intervento 19, proposto dal Comune ma anche dalla Casa di Riposo per i disoccupati di Vallarsa. Il Comune ha attivato i due progetti di valorizzazione di beni culturali (al museo e al mulino di Arlanch) e di abbellimento urbano e rurale (verde). Nei progetti sono stati assunti 7 operai part-time che si alternano nei vari lavori, venendo incontro alle esigenze dei disoccupati ma anche delle richieste del servizio sociale per chi è seguito. Analo-

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go progetto è stato svolto anche quest’anno dalla Casa di Riposo di Vallarsa. Infine anche la Comunità della Vallagarina che da qualche anno attiva i progetti sul territorio, ha assunto alcuni lavoratori di Vallarsa per la loro squadra dedicata alle Valli del Leno. LAVORI SOCIALMENTE UTILI FINANZIATI DAL BIM Confermato anche l’impegno dell’assunzione di lavoratori assunti con finanziamento del consorzio dei comuni BIM dell’Adige. Non si è riusciti nel 2019 a dare

vita a una squadra del verde. Due persone invece sono impiegate negli uffici, quello tecnico e l’anagrafe. SERVIZIO CIVILE PROVINCIALE Grazie a un progetto di Servizio Civile Provinciale invece una ragazza è impiegata per tutto l’anno nel lavoro di promozione del territorio, cura dei rapporti tra il territorio, le associazioni e l’amministrazione e si occupa del lavoro al Museo della Civiltà contadina.


DALLA BIBLIOTECA

Boom di pubblico a teatro Gran successo per il Sipario d’Oro 2019

Paolo Scottini

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i è conclusa con successo e con una straordinaria partecipazione del pubblico anche la 38a edizione del Sipario d’Oro, creatura nata dall’unione tra la Compagnia di Lizzana e la Comunità della Vallagarina. Un cartellone di ben quarantacinque serate di spettacolo in quattordici Teatri della Vallagarina con un bacino di spettatori che ha toccato le oltre dodicimila presenze. Una parte di queste le abbiamo potute accogliere al teatro comunale di Vallarsa, il quale, come ormai d’abitudine, anche quest’anno ha potuto applaudire le quattro compagnie che sono state chiamate a esibirsi sul palcoscenico di S. Anna, attirando una presenza di pubblico superiore ad ogni rosea aspettativa. Ricordiamo e ringraziamo: la compagnia teatrale La Nogara di Cagolio di Tregnago (Vr), con LE ME TOCA TUTE con testo scritto da Loredana Cont; l’associazione La Luna Vuota di Sopramonte (Tn), con LE CADAVRE EXQUIS; la filodrammatica Don Bosco di Pergine (Tn), con RUMORI FUORI SCENA; e il gruppo teatrale I Sottotesto di Nogaredo (Tn), con BENVENUTI A BALUK! Quattro spettacoli veramente belli, leggeri, accattivanti, che esprimono la passione e l’impegno di chi lo fa e in grado di rapirci per farci passare un’ora e mezza all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Ma un grazie speciale lo dobbiamo alla nostra cara Loredana Cont, che con la sua preziosa apparizione sul palco e la recita di un monologo creato appositamente per questo evento ha stimolato e incrementato gli abbonamenti di quest’ultima edizione. Questo è il teatro: un ponte. Un ponte tra i nostri sentire, tra i luoghi, le differenze, un affacciarsi a realtà lontane da noi, a introspezioni nei sentimenti, un veicolo di cultura e anche un fare comunità. Il teatro chiede allo spettatore solo di abbandonarsi, di aprire mente e cuore alla narrazione che gli viene proposta. E di godersi lo spettacolo. Arrivederci alla prossima edizione.

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DALLA BIBLIOTECA

Una biblioteca aperta

Le biblioteche immagazzinano l’energia che alimenta l’immaginazione. Si aprono finestre sul mondo e ci ispirano a esplorare e realizzare e contribuire a migliorare la qualità della nostra vita. Le biblioteche cambiano la vita in meglio.” Parafrasando questa frase possiamo affermare che sono numerose le “finestre sul mondo” che la nostra biblioteca anche quest’estate apre. Infatti, attività per tutti dai più piccoli ai più grandi: passeggiate, letture animate, presentazione di libri e conferenze organizzate dimostrano che la nostra biblioteca non può e non deve essere un’en-

tità chiusa orientata solo al prestito dei libri ma è un luogo senza confini aperto alla comunità. In questo senso la collaborazione con associazioni, gruppi o enti diversi è fondamentale. La Vallarsa ha una ricchezza culturale e ambientale invidiata da molti che è giusto valorizzare. Quest’anno in particolare è iniziata la collaborazione con la APSP “Don Cumer” di Raossi e con la lettrice “Nati per leggere” Tania Roselli attraverso i laboratori letture animate vuole avvicinare bambini e nonni all’ascolto animato di fiabe. Non abbiamo la pretesa di sconvolgere la nostra valle ma

il nostro intento è quello di fare in modo che chi ci vive o viene in Vallarsa per le vacanze possa trovare delle occasioni di crescita personale e culturale in armonia con tutta la comunità. Ricordiamo che nella nostra biblioteca si possono trovare le ultime novità editoriale, richiedere libri non presenti ma che con il prestito interbibliotecario in due tre giorni vi sarà recapitato e se avete idee, proposte e consigli saremo ben lieti di ascoltarvi. Buona estate e buona biblioteca!

BIBLIOTECA COM

UNALE VALLARSA

STORIA? MI LEGGI UNA ra in A.P.S.P.

ozione della lettu

Progetto di prom

Venerdì 12 luglio 2019 ore 16:30

ASSOCIAZIONE

GIOVANI S.AN NA

BIBLIOTECA

VALLARSA

Letture animate lli con Tania Rosse e bini e le bambin per tutti i bam su in ni an 4 dai . presso l'A.P.S.P rsa Cumer" di Valla "don Giuseppe

zioni presso la

rma Iscrizioni ed info

i, 2012 M. Ramos, Babalibr "Sono io il più forte!",

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BIBLIOTECAND

con la Biblioteca In collaborazione rsa e il Distretto Comunale di Valla garina. Famiglia della Valla Per info: pvallarsa.it segreteria@aps tel. 0464 869145

Alla fine delle letture... merenda per tutti!!! 2015 , Emme Edizioni, Donaldson­A. Scheffler "Il Gruffalò", J.

L’organizzaz ione declina ogni responsab ed animali che ilità per eve si dovessero verificare prim ntuali danni a cose e/o per sone a, dopo o dur ante l’evento.

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TA VISITA GUIDA PECCHERI alla DIGA DI S io sabato 20 lugl Comunale Biblioteca

crizione È obbligatoria l’is rcoledì 17 luglio nati da tro e non oltre me

en accompag i devono essere i minori di 14 ann sabile un adulto respon


DAI GRUPPI CONSILIARI

Vallarsa domani Gianni Voltolini

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l periodo estivo è quello che permette alla Vallarsa di trarre i maggiori benefici dal punto di vista economico e sociale grazie alla presenza di numerosi turisti, stazionari o occasionali, che scelgono la nostra valle come meta per la bella stagione. Per il nostro comune questo comporta però l’onere di mostrare appieno le proprie potenzialità dal momento che non si può prescindere da uno sviluppo del settore turistico per poter sostenere l’economia e migliorare la qualità della vita dei propri abitanti. Purtroppo, l’Amministrazione non è mai incisiva nel risolvere le problematiche urgenti che di volta in volta si palesano nella quotidiana gestione della “cosa pubblica” e quando le affronta sembra, il più delle volte, che non sappia farlo in modo concreto: se la volontà di installare dei bagni a Campogrosso è l’esempio di un investimento per favorire il turismo in Vallarsa siamo distanti anni luce da una reale politica di sviluppo. Crediamo, ad esempio, che sarebbero molto più gradite aree pic-nic in tutta valle, dove le persone possano passare una giornata in un ambiente incontaminato, beneficiando magari di un tavolo e di un bidone dove riporre i rifiuti come in gran parte delle località turistiche (lo svuotamento dei bidoni avverrebbe unicamente nel periodo estivo per poi ritirarli). Crediamo che la Vallarsa, oggi

più di prima, necessiti di cura, attenzione sia alle persone che vi dimorano sia al paesaggio che tanto la contraddistingue e la rende unica; ciò va fatto però in una prospettiva di sostenibilità futura. Ci siamo sentiti in dovere di criticare aspramente l’Amministrazione per gli acquisti di immobili effettuati o programmati nel breve termine in quanto non li riteniamo investimenti sostenibili, in virtù del fatto che il comune già ne possiede numerosi. Tali risorse economiche avrebbero un uso più efficace in interventi come la ristrutturazione dell’edificio scolastico, l’implementazione della capacità attrattiva della valle, il contenimento delle zone boschive ormai a ridosso dei centri abitati o la realizzazione dell’illuminazione pubblica (come tra Speccheri e Pezzati o Valmorbia e Tezze). L’Amministrazione impiega tempi biblici sia in fase decisionale che in fase esecutiva nell’espletare la propria attività; emblematico, in tal senso, come da più di un decennio l’attraversamento della frazione Nave risulti pericoloso per lo stato decadente di alcuni immobili. L’Amministrazione ne è consapevole dal 2004, visto che aveva emesso un’ordinanza per vietare l’uso della strada che la attraversa, ma solo ora sembra che, timidamente, abbia preso in considerazione il problema; strada che, tra l’altro, dovrebbe essere usata anche per la pista ci-

clabile di fondo Valle che pare si voglia realizzare. Crediamo che ciò potrebbe accadere anche in altri paesi visto lo stato di alcuni immobili ed è tra i compiti primari di ogni Amministrazione quello di garantire la sicurezza ai propri cittadini affinché l’incuria di pochi non ricada sull’intera collettività. Riteniamo come chiedere maggiore attenzione per le zone di montagna non prescinda dalla necessità di utilizzare al meglio le risorse a disposizione in quanto investimenti superficiali (Are, impianti eolici, illuminazione pubblica solare, negozio automatizzato…) precludono l’utilizzo dei fondi in modo più efficace per lo sviluppo. Purtroppo le Amministrazioni che si sono susseguite sembra quasi si siano preoccupate più di rincorrere il proprio elettorato che fare interventi all’interno di una progettualità, che fino ad oggi è mancata, che consentisse un reale sviluppo alla Vallarsa! Ribadiamo come l’“accontentarsi” e guardare al “proprio orticello” è un errore imperdonabile per ogni cittadino. Purtroppo in 30 anni la Vallarsa ha perso molto terreno e la costante riduzione delle risorse provinciali rende tutto più difficile; vanno messi da parte i personalismi ed i piccoli egoismi per il bene comune. Rimane la nostra volontà di condividere idee e soluzioni, utili per chi vorrà ascoltarle, per il bene della Vallarsa.

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DAI GRUPPI CONSILIARI

Aria Nuova per la Vallarsa Matteo Rossaro

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ra un anno, a partire da ora, sapremo chi governerà la nostra Valle per gli anni a venire. Potrà essere il soggetto attuale, al netto di qualche rimescolamento di ruoli. Magari sarà un soggetto del tutto nuovo, oppure qualcuno che è rimasto seduto nei banchi della Minoranza. Quello che ci auguriamo davvero è che parta un progetto di rilancio e rinnovamento, e che vi aderisca il maggior numero di persone possibile. In questi quattro anni abbiamo visto da vicino che la continuità politica che ha caratterizzato l’ultimo ventennio ha portato ad un incancrenimento di tanti meccanismi di trasparenza. Ciò crea disequilibrio e malcontento, sentimenti a loro volta talmente radicati da creare assuefazione negli abitanti: ci si lamenta e contemporaneamente ci si dice che tanto non cambierà nulla. Noi non ci permettiamo di fare né promesse né previsioni. Come tutti constatiamo che esistono due categorie di abitanti, quelli di serie A e quelli di serie B. Come tanti crediamo che certi meccanismi siano probabilmente diffusi e riscontrabili in altre piccole realtà comunali, in cui a giovare delle attenzioni della

Amministrazione sono sempre i soliti noti. Come pochi, a questo punto, crediamo che il sistema vada scardinato dalle fondamenta: non stiamo parlando di nessuna rivoluzione nei meccanismi di assegnazione delle risorse (peraltro sempre meno), di nessuna caccia alle streghe. Occorre lavorare, specie sulla comunicazione, per promuovere un sistema trasparente che faccia capire a chiunque si rapporti con il Comune che tutte le richieste partono dalla stessa linea di partenza; che non crei aspettative nei residenti (quanti di noi si sono chiesti a più riprese: che fine ha fatto il piano regolatore comunale? Che fine ha fatto l’asilo?), che promuova la trasparenza. Solo così lo sforzo per il rilancio della nostra Valle potrà davvero essere percepito e partecipato da tutti. In questi quattro anni ci siamo spesi per introdurre qualche elemento di trasparenza, cercando di far tornare il residente ad essere parte dei processi decisionali, di rimetterlo al centro. Abbiamo cercato di fare uscire quello che accadeva in Consiglio e di far entrare qualche richiesta o proposta dal basso, tramite i quaderni delle lamentele. Siamo riusciti a rendere più trasparenti i pro-

cessi decisionali, facendo includere nel verbale il nome di chi si dichiara contrario, nelle votazioni consiliari (prima veniva genericamente indicato “la mozione passa con n voti contrari”, rendendo impossibile ricostruire chi avesse manifestato un pensiero contrario). Abbiamo portato in aula qualche argomento scomodo, come quelli che hanno interessato il torrente Leno, per scoprire che c’erano effettivamente parecchi elementi di oscurità. Altre volte abbiamo appreso che tutte le procedure erano state rispettate, e che le segnalazioni che ci erano arrivate erano infondate. L’importante, a nostro avviso, è stato quello di interrogarsi che tutti portatori di interesse di ciascuna piccola vertenza fossero trattati allo stesso modo, e che l’interesse comune fosse preservato. Questo intento ci guiderà anche in quest’ultimo anno di attività: per perseguirlo in modo ancora più efficace, chiediamo il contributo di ciascun lettore in termini di segnalazioni e proposte. Speriamo che tanti di voi vogliano far parte di questo progetto di cambiamento.

Buona estate da tutto il Gruppo consiliare!

Gruppo consiliare “Aria Nuova per Vallarsa” www.facebook.com/arianuovapervallarsa www.arianuovapervallarsa.wordpress.com tel. 349-3745858

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DAI GRUPPI CONSILIARI

Per la valle e la sua gente

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opo un lungo periodo di programmazione e di lavoro “dietro le quinte”, è questo l’anno in cui si vedono le opere portate avanti da questa amministrazione. È montata ad Anghebeni la gru per i lavori di ampliamento della caserma dei vigili del fuoco, con contestuale messa a norma antisismica della caserma. A fine estate dovrebbe prendere il via il cantiere per la costruzione della nuova scuola dell’infanzia, sempre ad Anghebeni. In avanzata fase i lavori di sistemazione del minimarket di Obra, lavori in parte imprevisti ma necessari per permettere la riapertura del negozio e che siamo riusciti a fare anche grazie ad un finanziamento statale. E ancora, pronti a partire per l’appalto i lavori del fondo del paesaggio, i lavori della sistemazione della camera mortuaria e del cimitero di Parrocchia, i lavori per il primo pezzo di fognatura di Camposilvano e per l’acquedotto di Piano. Intanto si guarda avanti pensando al futuro, portando avanti attività di progettazione di opere necessarie, come il

proseguimento delle fognature o la progettazione del cimitero di Obra, ma anche d’impatto come la progettazione della piazza e dell’arredo urbano di Foxi. Il 2019 è stato un anno che è iniziato in difficoltà in quanto le risorse destinateci dalla Provincia non sono ancora note (non lo sono nemmeno ora a metà anno) pertanto si è partiti con un bilancio molto prudenziale e al minimo, ma ciò ha giovato a portare avanti le cose rimaste in sospeso visto il continuo complicarsi delle normative e delle procedure. Crediamo che comunque che ci siano le condizioni per dire che si sta lavorando. Purtroppo ci rendiamo conto che il sistema legislativo e burocratico allontana sempre di più il Comune dalle esigenze del territorio. Quello che dovrebbe essere il sistema più vicino che risponde alle esigenze anche piccole della propria comunità oggi per molte cose si trova ad affrontare adempimenti che sono lontani dall’efficacia che il cittadino vede e richiede. E i tempi sono lunghi di conseguenza. Cerchiamo comunque

di tenere la barra dritta, e con l’obiettivo di dare il massimo lasciando i conti e le risorse in ordine continuiamo a lavorare per offrire servizi e posare un mattone alla volta per costruire il futuro della nostra valle. Pensiamo che sia facile indicare con il dito le cose che non vanno e far finta che sia normale amministrazione quello che invece viene fatto. È giusto conoscere quello che non va e pensare che quanto fatto poteva esser fatto meglio. Ma è più difficile quando poi si ha tutta la situazione ben visibile sul tavolo (e non si ha mai tutta la situazione ben visibile sul tavolo) organizzare le cose in modo da risolvere il sottile equilibrio tra la manutenzione di quanto c’è, la realizzazione di quanto dovrebbe esserci per rispondere alle normative e di quanto vogliamo ci sia per mantenere vivo e vitale il nostro territorio e sviluppare nuove e innovative progettualità. Noi ce la mettiamo tutta, con passione, tempo, rinunce e anche soddisfazione. Ci auguriamo che anche tra la gente ci sia questo spirito di comprensione e collaborazione.

Gruppo consiliare “Per la Valle e la sua gente” www.facebook.com/perlavalleelasuagente perlavalleelasuagente.blogspot.it http://perlavalleelasuagente.blogspot.it/

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DALLE SCUOLE

Mamma e papà LA MIA MAMMA ORIANA La mia mamma si chiama Oriana. Ha i capelli corti, di colore castano e sono lisci. Il suo viso è ovale e magro, il colore della sua pelle è rosa e sul naso e sotto gli occhi ha le lentiggini. I suoi occhi sono grandi, marroni e felici. La bocca è normale e le labbra sono fini. La sua voce è alta. Il corpo è abbastanza magro e alto. La mia mamma si veste in due modi: quando andiamo in giro è elegante, quando invece restiamo a casa è più sportiva. Ha un carattere simpatico, lei è buona e giocherellona, ma anche severa. La mia mamma fa la casalinga, ma ha sempre lavorato come commessa. È brava a disegnare e insieme facciamo shopping e giochiamo a Monopoli. Isabella cl. 2° IL MIO PAPÀ IVANO Oggi voglio parlarvi del mio papi. Si chiama Ivano, ha cinquantuno anni, ha i capelli corti e di color sale e pepe, il viso è allungato con i baffi e il pizzetto e ha gli occhi di colore castano con i riflessi verdi. Il mio papà è alto e longilineo. Èun tipo sportivo; è simpatico e giocherellone. È un maestro che lavora a Noriglio e insegna matematica e scienze. Io con il mio papà vado spesso in bici e a mangiare il gelato. Il mio papà e super. Bianca cl. 2 ° MAMMA MONICA La mia mamma ha i capelli corti, lisci e biondi. Il suo viso è rotondo e le sue guance sono rosse. I suoi occhi sono grandi e di color castano, la bocca è normale e la sua voce è squillante. È di corporatura robusta e veste sempre sportiva. È una persona molto allegra, simpatica e buona. Lavora in fabbrica e fa occhiali. A casa prepara dei buoni pranzetti per tutti. Con la mamma faccio tante belle cose. Alessandro cl. 2° MAMMA VALENTINA La mia mamma si chiama Valentina e ha 33 anni. Ha un viso rotondo, un corpo normale ed è alta un metro e settanta centimetri. I suoi occhi sono grandi e di colore verde. Ha i capelli lunghi e di colore castano chiaro. Ha le labbra carnose e un nasino carino. Si veste in modo sportivo e ogni tanto elegante. Lavora tutti i giorni a Rovereto in uno studio. È sempre allegra e simpatica. Le piace giocare e scherzare con me, anche se ogni tanto si arrabbia se mi comporto male. Lei trova sempre qualcosa da fare assieme a me. Alla mia mamma piace molto leggere, ma ancora di più le piace quando ci facciamo le coccole. Noemi cl. 2° IL MIO PAPÀ MARCO Il mio papà si chiama Marco e ha fatto da pochi giorni quarant’anni e per festeggiare il suo compleanno siamo andati a Barcellona. Ha i capelli neri, ma non si vede bene se li ha mossi perché li tiene sempre corti. Credo che il viso sia allungato, ma non sono sicura perché ha la barba lunga e nera e non l’ho mai visto senza. Ha gli occhi grandi, neri e ha una bocca sorridente. Il mio papà è magro e altissimo: quasi due metri. Si veste con jeans e magliette. Il giorno che l’ho visto con una camicia elegante gli ho chiesto se andava a sposarsi. Ha un carattere allegro, buono e giocherellone. A volte si arrabbia e alza la voce, ma per fortuna gli passa velocemente. Lavora in un ufficio a Trento e gli piace lavorare il legno. Assieme al mio papà faccio tante cose: le costruzioni di lego, i compiti di inglese, e soprattutto le passeggiate in montagna. Matilde cl. 2°

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In gita GITA A TRENTO Giovedì 28 marzo la mamma mi ha svegliato prima del solito perché il papà doveva portarmi alla stazione dei treni di Rovereto per andare in gita con la scuola a Trento. Al nostro arrivo ho trovato le maestre e gli amici e prima di partire ho salutato il papà dicendogli:- Ciao ci vediamo staseraLui mi ha risposto:-Mi raccomando divertiti e stai attento, così mi racconti tutto quello che vedrai!La nostra prima tappa è stata il museo dei trasporti. Lì abbiamo visto vecchi mezzi di trasporto. Dopo aver visitato il museo abbiamo mangiato i nostri panini per pranzo e poi siamo andati alla stazione degli autobus dove ci siamo divisi: la quarta e la quinta sono andati al castello del Buonconsiglio e noi di prima, seconda e terza siamo andati al Muse. Quando siamo arrivati ci ha accolti un’ esperta che ci ha chiesto: - Siete pronti? Adesso vi porto a vedere come era il Trentino milioni di anni fa- noi abbiamo risposto in coro:- Siiii!!!Arrivati in uno spazio abbastanza grande, ci siamo seduti, lei ci ha spiegato tante cose e ci ha mostrato i fossili. Abbiamo visto le ricostruzioni dei dinosauri erbivori e carnivori e abbiamo imparato a riconoscerli dai denti. L’ esperta ci ha spiegato che i dinosauri erano ovipari e i loro piccoli dovevano faticare per rompere il guscio. È stato bellissimo al Muse, in particolare mi è piaciuta la serra con gli uccelli tropicali. Ad un tratto le maestre ci hanno chiamato: - Ètardi dobbiamo tornare alla stazione dei treni-. Mentre tornavamo a Rovereto in treno un mio amico mi ha chiesto: - Ti sei divertito? - Io ho risposto:- Si’, è stato bellissimo!Leonardo Nave cl. 3° Il Castello del Buonconsiglio Che fortuna! Ieri siamo andati in gita a Trento al Museo dei Trasporti. Dopo aver pranzato siamo avviati con l’autobus alla stazione delle corriere e poi al Castello del Buonconsiglio. Appena entrati si vedevano giardini verdeggianti con ai lati siepi e fiori. Dopo un po’ è arrivata Irene, la nostra guida, che ci ha portato in una stanza dove abbiamo messo gli zaini, poi siamo andati in un prato e abbiamo fatto un giochetto abbastanza facile sul Castel Vecchio. Poi siamo entrati e siamo saliti al terzo piano dove c’era la loggia: da lì abbiamo guardato fuori e si vedeva la città di Trento, in seguito siamo arrivati in una stanza con un pavimento di legno, Irene ci ha detto che lì si ospitavano le persone molto importanti. Dopo qualche minuto, siamo ripartiti e siamo andati verso Torre d’Aquila, dove c’era una piccola stanza piena di affreschi che rappresentavano i mesi dell’anno, però uno era su una torre circolare che ha preso fuoco e perciò mancava. Le travi del soffitto erano colorate come un arcobaleno, però davano l’impressione di cadere da un momento all’altro. Dopo siamo ritornati a Castel Vecchio, Irene ci ha detto che al Principe Vescovo Bernardo Cles non piaceva tanto il Castel Vecchio, così ha fatto costruire Magno Palazzo, staccato dal primo. Appena entrati, abbiamo visto un enorme stemma e più avanti un giardino, in ogni stanza c’erano affreschi. Il Castello del Buonconsiglio è una meraviglia. Valentino cl. 4°

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GITA AL CASTELLO DI TRENTO Il 28 marzo sono andata in gita a Trento con la mia scuola di Vallarsa e con quattro maestre . Alle 8.30 del mattino abbiamo preso il treno sul quale c’ era molta gente. Dopo essere scesi in stazione a Trento abbiamo preso l’autobus per andare al museo dei trasporti . Lì c’erano tre guide: Denis, Fulvio e Chiara. Noi delle classi 4°e 5° siamo andati con Denis e Fulvio a vedere come erano i trasporti di un tempo e ci hanno fatto vedere come erano fatte le rotaie e come le costruivano e come le riparavano. Denis ci ha fatto vedere due tipi di treni, dopo siamo saliti su un autobus ci hanno spiegato come si utilizzavano . Successivamente siamo andati all’interno con la signora Chiara, i bambini di prima, seconda e terza sono andati all’esterno con Dennis e Fulvio. Noi di quarta e quinta abbiamo guardato un power point, una presentazione sul Trentino, sulle vie di comunicazione vecchie e moderne. Di seguito il signor Fulvio ci ha portato in mensa e abbiamo mangiato, le cuoche ci hanno offerto la torta. Successivamente siamo andati ad aspettare l’autobus per andare alla stazione delle corriere. Siamo andati a piedi ai giardini, e poi al Castello del Buonconsiglio. Arrivati , abbiamo osservato bene il castello dall’esterno e abbiamo notato che era di colori diversi: il Castel Vecchio era grigio chiaro, il Magno Palazzo era grigio-rosa, il Giunto era di color grigio scuro. Questo dipendeva dal fatto che le tre parti che formano il castello sono state costruite in tre periodi diversi. Al castello c’era una signora di nome Irene che ci ha fatto da guida. All’inizio siamo andati nel prato e ci siamo seduti in cerchio. Irene ci ha dato un foglietto su cui c’era disegnato il castello diviso in tre parti : Castel Vecchio – Magno Palazzo e Giunta. Più tardi siamo entrati nel castello nella parte più vecchia e siamo andati fino in cima, cioè fino alla Loggia da dove si vedeva Trento. Si poteva osservare il Mastio, sopra la Loggia c’erano i merli con le feritoie che servivano per combattere con le frecce. Poi siamo entrati nella stanza di rappresentanza del Castel Vecchio, abbiamo parlato della stanza. Poi siamo andati nella Torre Aquila dove abbiamo visto una stanza piena di affreschi. Gli affreschi rappresentavano i mesi dell’anno. Un mese dell’ anno mancava, perché era stato disegnato su una cupola di legno, però una volta era scoppiato un incendio e così si era bruciato. Tempo dopo, all’interno di questa cupola, sono state costruite delle scale. In quella stanza abbiamo provato ad indovinare i vari mesi dell’anno raffigurati. Irene ci ha detto che avevamo cinque minuti prima di uscire. Quindi siamo andati nella parte centrale del castello, qui c’erano due stanze : quella di Bernardo Cles dove c’era disegnato lui tutto serio perché voleva farsi rispettare, e quella dove c’era disegnato uno stemma. Dopo siamo andati in una stanza aperta, dove si vedeva una fontana, era la sala dei ricevimenti. Abbiamo proseguito e siamo andati a vedere altri affreschi. Infine siamo usciti dal castello, la signora Irene ci ha chiesto se ci era piaciuto e noi abbiamo risposto tutti che era stato bellissimo!!! Alla fine siamo tornati a Rovereto in treno e siamo tornati a casa con i nostri genitori. La prossima volta che andrò al castello del Buonconsiglio farò da guida io!!!!! Susanna cl. 5°

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A scuola LA NOSTRA SCUOLA Noi e i nostri compagni di classe siamo in questa scuola da quattro anni e ci troviamo bene. Una delle cose più belle è che abbiamo un cortile con un campo da pallavolo dove giochiamo anche a calcio e uno spazio con del ghiaino per fare le strade e scavare le buche. In inverno quando c’è la neve alcuni bambini costruiscono una muraglia e dei pupazzi. Nel nostro cortile possiamo correre e giocare come vogliamo perché siamo in pochi. Ci sono però delle cose che andrebbero migliorate: internet che non funziona molto bene, così tutte le sante volte, che gli insegnanti ci portano in aula informatica perdiamo un sacco di tempo. Molte veneziane sono rotte, una volta ad Islam, una bambina di quinta, è caduta in testa nel bel mezzo della lezione. Quando piove entra l’acqua dalle finestre: l’ultima volta è arrivata fin sul pavimento e abbiamo dovuto chiamare il bidello che l’ha asciugata. Inoltre continuano a entrare delle cimici dalle finestre. Queste sono le cose negative e positive della nostra scuola e speriamo che per l’anno prossimo non ci siano problemi. Daniele e Alessio cl. 4° LA NOSTRA MENSA Evviva!!! Si va a pranzo!! Già qui sulle scale c’è un buonissimo profumo delizioso, che stuzzica i nostri nasi. Per fortuna oggi non ci sono cavolfiori perché altrimenti ci sarebbe un ripugnante e fetido odore. Oggi invece ci sono passatelli in brodo e la pizza, il mio pranzo ideale. La cuoca, Sabrina, è simpaticissima e cucina molto bene, infatti sembra di mangiare in un palazzo reale! Nella nostra mensa poi ci sono dieci tavoli, sette li occupiamo noi bambini. Alle pareti sono appesi dei cartelloni, ognuno con un colore diverso: rosso, blu, fucsia...Così nella nostra mensa c’è un po’ di colore e altrettanta felicità, altrimenti sarebbe un posto triste e poco accogliente. Noi bambini facciamo sempre un baccano bestiale, anche se siamo solo in 35. Spesso le maestre, infatti, devono sgolarsi per calmarci e, a volte, ci fanno fare il silenzio assoluto, ma c’è sempre e comunque quel furbo che pensa di sfuggire alle orecchie attente delle nostre insegnanti. A parte il caos, stare a mensa qui mi piace, anche perché ci sono delle sedie rosso fuoco che contribuiscono a dare un po’ di colore e di vivacità al posto. Spesso la nostra mensa è in penombra, quindi le luci spesso sono accese nonostante ci siano quattro finestre. Una volta al mese Sabrina ci fa la torta e allora è una festa, sembriamo roditori ad un party di formaggio!! Ogni giorno è una sorpresa, non solo per cosa succederà ma anche per il cibo che mangeremo. Insomma, è fantastico pranzare qui!!! Sara cl. 5°

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e altre avventure…. LA BALENA INNAMORATA C’era una volta Bea, la balena che viveva la sua vita felice e contenta con i suoi genitori in fondo al mare. Un giorno Bea decise di andare a fare una bella passeggiata nel mare e vide tanti pesci, uno più bello dell’altro. Oltre ai pesci c’erano anche tantissimi coralli colorati: c’era quello rosso, quello arancione con un po’di giallo, e quello verde, perché Bea viveva nel mare più colorato. Mentre passeggiava, vide un altro balenottero che nuotava nei dintorni; lei l’aveva notato, ma lui no, perciò andò a sbatterle contro: -Ehi! scusa non ti avevo vista!- le disse.- Io mi chiamo Riccardo e tu? -Io mi chiamo Bea.- I due si innamorarono a prima vista. Dopo un po’di tempo avvennero le nozze e pochi mesi dopo nacquero i tre piccoli: Rebecca, Erin e Giulio. Elena cl. 2° LION E MIA Tanto tempo fa c’erano due leoni: Lion e Mia. Vivevano nella savana e mentre Lion ricostruiva la tana, Mia cacciava gnu. La femmina regalava spesso una cravatta di foglie al compagno per ringraziarlo della sua gentilezza e lui ricambiava con una gonna fatta con le spighe del grano. Si sposarono, ma Lion andò in guerra per diventare capo della savana, ma purtroppo morì. Mia pianse, per fortuna dopo poco nacque un bel cucciolo e lei fu felice. Giorgio e Daniel cl. 2° L’AVVENTURA DI CRI Tanto tempo fa, nella foresta incantata di Polverics, viveva uno gnomo, Cri. Cri era sempre felice e sicuro di sè. Era anche forte rispetto alle sue dimensioni piuttosto piccole. Un giorno però, mentre lavorava in mezzo al bosco buio e umido, incontrò uno stregone malvagio e cattivo che gli disse: - Domani ci incontreremo davanti al castello dei Rubini. Combatterò contro di te per ottenere il libro della saggezza, l’unico che mi renderà forte e potente, così potrò comandare il mondo intero! Il giorno dopo Cri andò al castello come previsto. Lì incontrò lo stregone che gli disse: -Siccome so che tu hai il libro della saggezza prima combatterai contro il mio aiutante, cioè la macchina infernale. Se vincerai contro di lei terrai il libro se no il libro sarà mio! – Alla fine del combattimento il piccolo gnomo uscì vincitore. Chi lo avrebbe mai detto? Lo stregone, arrabbiato e stupito, cercò di ucciderlo ma Cri scappò utilizzando una barca. Lo stregone infuriato fece una magia talmente potente da creare un’onda alta venti metri. La barca si rovesciò e Cri finì sott’acqua. Fortunatamente però, lì trovò una chiave magica, salì a galla e la scagliò contro lo stregone che divenne cenere all’istante. Finalmente Cri era libero e al villaggio di Polverics ritornò la pace. Da quel momento vissero tutti felici e contenti. Oscar Piazza cl. 3° LA MIA PRIMA COMUNIONE Io domenica scorsa ho fatto la Prima Comunione e ho provato tante emozioni, è andata così. La mattina ero molto agitata e mentre la mamma si truccava, il papà ha aiutato me e mia sorella a vestirci, poi siamo partiti da casa e ci siamo fermati a Foppiano per far salire anche la mia nonna. Quando siamo arrivati a S. Anna la mia mamma mi ha portata in chiesa per cambiarmi, lì c’erano anche i miei compagni, poi quando eravamo tutti pronti la messa è cominciata. All’inizio Don Francesco ci ha rivolto delle domande e poi siamo andati sull’altare. Man mano che la messa continuava la mia agitazione saliva sempre di più perché sapevo che io dovevo leggere un pezzo piuttosto lungo, però sono riuscita a mantenere la calma e ce l’ho fatta benissimo.

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Poco dopo, alla fine della messa, siamo usciti dalla chiesa e Don Francesco ci ha dato del pane benedetto da dividere con i nostri cari. Verso mezzogiorno io e la mia famiglia siamo tornati in macchina perché dovevamo andare a festeggiare a Mori insieme a mio cugino Alessio che ha preso la Prima Comunione insieme a me e per questo c’erano anche i suoi parenti. Quando siamo arrivati i camerieri avevano preparato due tavoli, uno per i bambini e uno per gli adulti. Abbiamo ordinato cotoletta con le patatine e pasta al ragù per i bambini, mentre per gli adulti un antipasto e del risotto. Poi finalmente è arrivato il momento migliore di tutti, quello della torta. Era buonissima piena di panna e di fragole con sopra un calice di cioccolato bianco. Per tutto il tempo, mia cugina Chiara, ha continuato a fare foto. I nonni e gli zii mi hanno dato dei regali, cioè: un orologio, quattro paia di orecchini, due giochi, un braccialetto, una catenina e il mappamondo. Sono rimasta stupita perché non mi aspettavo proprio tutti questo ed ero molto felice. Questa è stata la giornata migliore della mia vita! Siria cl. 4° VACANZE IN SARDEGNA Durante le vacanze di Pasqua io, Nina, i miei genitori e il nonno siamo andati in Sardegna. Io e Nina abbiamo perlustrato il traghetto su cui siamo saliti a Livorno finché abbiamo trovato una sala giochi e ci siamo messi a giocare, poi abbiamo guardato un film. Purtroppo siamo arrivati in Sardegna in ritardo perché era brutto tempo e quindi siamo andati in un porto più protetto. Da qui siamo saliti in macchina e siamo partiti verso Sassari dove vive mia zia Forica. Da lei abbiamo dormito e la mattina seguente, mentre Nina era ancora a letto, siamo andati al bar a comprare le brioches, poi abbiamo chiamato il nonno e siamo andati da Maria, la zia del mio papà a salutarla. Poi abbiamo gironzolato per la città di Oristano tutto il giorno e la sera abbiamo mangiato in un ristorante. Dopo abbiamo preso due camere e abbiamo dormito e la mattina seguente siamo andati al mare a fare il bagno. Lì io ho anche pescato, ma non ho preso niente, allora siamo andati in centro a fare acquisti e ci siamo mangiati un panino al formaggio. Poi ci siamo avviati in un paese lì vicino per cercare un posto per accamparci e una volta trovato siamo andati a dormire, io nel furgone e gli altri in tenda. La mattina dopo molto presto abbiamo pescato, ma c’era il mare mosso. La sera siamo andati con i nostri parenti Marcello, Forica, Patrizia, Stefania e Gianluca a mangiare la farinata. Io ho giocato con Francesco, poi siamo andati da Forica a dormire.

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L’ultimo giorno ci siamo recati al mercato, poi abbiamo fatto il bagno e dopo viaggiato lì intorno. La sera abbiamo mangiato la pizza da mio cugino, poi ho giocato con lui e siamo andati a dormire a mezzanotte. Il giorno dopo alle undici siamo ripartiti per tornare a casa; mia mamma e il nonno hanno dormito tutto il viaggio mentre noi guardavamo un film. Dopo io e Nina avevamo fame, quindi abbiamo pranzato, ci siamo riposati un po’ e subito dopo siamo arrivati, io mi sono divertito molto. Noè cl. 4° AVVENTURA D’ AUTUNNO Cloè si alzò presto e si incamminò per raggiungere la baita del nonno che si trovava in un praticello in montagna. Entrò nel bosco e imboccò il sentiero che portava sul monte Zugna dove si trovava la baita . L’ aria profumava di terra e di fresco. Le foglie scricchiolavano sotto i piedi di Cloè. L’autunno era meraviglioso, pensava . Si fermò per riposare e si sedette sul muschio morbido come una coperta a mangiare una succosa mela dalle sfumature gialle. La ragazza osservò a lungo le eriche viola ballare insieme al vento e ascoltava la sua melodia. Si ricordò quando l’ anno prima assieme al nonno aveva raccolto licheni proprio lì. Cloè si incamminò di buon passo. Arrivò al rifugio a qualche chilometro dalla baita del nonno. Si mise a osservare la valle ricoperta da una macchia di tanti colori sfumati: giallo, verde, marrone e arancione. Si sentiva libera e felice, il vento le faceva il solletico e le muoveva i capelli. Passo dopo passo Cloè si trovò davanti due strade diverse , lei prese la strada a sinistra e circa dopo un quarto d’ora cominciò a piovere a dirotto. Non sapeva più cosa fare, c’era anche la nebbia che da lontano sembrava neve sporca. Cloè si accucciò un attimo, vide una casetta ma non sapeva di chi era così andò a vedere. Bussò, ma non rispose nessuno, quindi si sedette su una panchina che il nonno aveva fatto per lei, era grigia con delle macchie di tanti colori. La ragazza si addormentò. Quando il nonno tornò, la vide, la prese in braccio e la mise nel suo letto, caldo e soffice. Senza saperlo né volerlo era arrivata a destinazione. Che avventura aveva vissuto quell’ autunno Cloè, non se la sarebbe mai dimenticata! Merine cl. 5° UDANKA RAGAZZA PREISTORICA “Oh che bei tempi quando ero giovane!” “Dai nonna racconta, su!” “Va bene adesso comincio”. Sono Udanka e sono nata sotto la luna piena in un inverno gelido che si abbatteva su di me come una mano di ghiaccio. Quando nacqui ero magrolina – magrolina, e tutti pensavano che sarei morta: ”Oh cielo, cosa possiamo fare con te? Ripeteva sempre mia madre, invece no, sopravvissi al gelo e alla fame . Avevo i capelli neri e due occhi azzurri come diamanti. Passarono sette lunghi inverni e io nel frattempo mi ero fatta grande . In quella primavera mio padre mi regalò un arco: ”Sei tagliata per la caccia, me lo sento” disse con tanto orgoglio. Un giorno, mente vagavo per il bosco, sentii uno spaventoso rumore provenire alle mie spalle: era un orso. Cercai il mio arco, una freccia , chiusi gli occhi e tirai. Avevo il cuore in gola. Riaprendo gli occhi vidi l’orso steso a terra, ad un tratto crebbe in me un senso d’ orgoglio. Mio padre aveva ragione. Scuoiai l’orso per prenderne la pelliccia e usarla per fare un mantello. Non dissi che ero stata io, al villaggio non mi avrebbero creduto mai, era inutile tentare; lo scoprì solo mia madre ma anche lei non lo disse a nessuno, eccetto forse a mio padre. Tutti credono ancora che un cacciatore lo abbia lasciato lì perché sentiva la presenza di altri orsi.

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DALLE SCUOLE

Quando ebbi otto anni mia madre mi fece una tunica di pelle di lupo, era soffice, bianca, non me ne separavo mai . Un giorno, mentre andavo nel bosco, trovai un lago e dato che ero molto curiosa mi avvicinai per vedere. Mi misi su di un sasso e, vedendo che c’erano tanti pesci ,decisi di pescare; mi slacciai dalla cintura il coltello e iniziai a pescare. Cominciavo a prendere alcuni pesci, ma per me erano troppo pochi così mi sporsi e….splash! Ero nell’ acqua, io non sono mai stata una grande nuotatrice e in quel momento avevo una paura che non potete immaginare, picchiai la testa su di un masso; l’ acqua mi aveva appiccicato la tunica alla pancia ,ero terrorizzata, scuotevo le braccia più che potevo sperando invano che qualcuno mi vedesse anche se sapevo che ero sola. D’ improvviso mi passò nella mente un pensiero che mi fece venire i brividi, fermai le braccia ,alzai lo sguardo e vidi proprio quello che pensavo: scuotendo le braccia ero arrivata in mezzo al lago. Ok ,ora ero davvero terrorizzata ,mi stavo per far prendere dal panico quando pensai alle parole del nonno: ”Se sei sola in mezzo all’oceano ,in montagna ,o nel deserto cerca qualcosa che ti aiuti e troverai la via di casa! “ e seguii il suo esempio: cercai e vidi un tronco, mi misi sopra al tronco e con i suoi rami mi spinsi fino a riva . Arrivata a terra ero felicissima e scoppiai in una risata fragorosa, stavo morendo dal freddo quindi mi misi addosso la pelliccia d’ orso che avevo lasciato a terra, accesi un fuoco con i rami del tronco e prima di andare ringraziai lo spirito della foresta. Passarono gli anni e io divenni sedicenne: era tempo di sposarsi. Una mattina trovai ai piedi del mio letto una valanga di regali, significava che Uban aveva chiesto di sposarmi e così avemmo molti figli di cui voi siete i discendenti . “Ricordate bambini che questa è un storia di preistorico al top”. Enrica cl. 5° LEONIDA, DA SEMPLICE RAGAZZO DI SPARTA A CAPO MILITARE Un ragazzo spartano di nome Leonida si trovava in un accampamento militare da sette anni. Lui, con il duro allenamento che faceva ogni giorno per diventare militare, era diventato bravo e forte. Un giorno il cielo era scuro e Leonida aveva compiuto vent’anni ed era diventato capo dell’esercito quando da una spia spartana seppe che l’esercito persiano di Dario, formato da trecentomila guerrieri fortissimi, voleva conquistare la Grecia. Leonida decise di fermare l’esercito di Dario nella pianura di Maratona. Leonida, con il suo esercito, si incamminò verso la pianura dove incontrò l’esercito di Dario e urlò: ”All’attacco!” Iniziò subito uno scontro pauroso. Leonida vide tanti suoi amici cadere morti a terra. Tempo dopo l’esercito greco sconfisse quello persiano che dovette arrendersi. L’esercito greco tornò a casa vittorioso ma Leonida sapeva che i Persiani non si sarebbero arresi facilmente. Samuele cl. 5° UN AUTUNNO TEMPESTOSO. Era un autunno tempestoso, si sentiva il fischio del vento che correva velocemente verso il bosco, dopo pochi secondi iniziò a piovere e si creò una tempesta. Il vento forte fece cadere molti alberi e le abbondanti piogge facevano straripare i torrenti. Il paesaggio era irriconoscibile: alberi caduti, acqua e fango ovunque. Una frana raggiunse il paese, tutto era ricoperto di melma. Le persone stavano rinchiuse in casa ad osservare la potenza dell’acqua: tanta tristezza nei loro volti. Mancava l’elettricità e nelle case si viveva come molti anni passati, con una candela accesa, senza musica e televisione. Solo dopo tante ore la tempesta lasciò il posto ad un meraviglioso arcobaleno che dava un po’ di conforto alla gente e al paesaggio distrutto. Christian cl. 5°

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DALLE SCUOLE

Io cresco con gli altri in armonia con la natura Scuola dell’Infanzia S. Anna

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l progetto che ha guidato il nostro “fare” in questo anno scolastico si intitola: “IO CRESCO CON GLI ALTRI IN ARMONIA CON LA NATURA”. Inizialmente sono state privilegiate tematiche di tipo relazionale per stimolare nei bambini sentimenti di empatia e sensibilizzarli nel riconoscere e rispettare bisogni, stati d’animo, sentimenti, emozioni, esigenze e opinioni diverse dalle proprie. Successivamente sono stati introdotti laboratori che riguardano il legame con il territorio attraverso attività proposte a scuola con la presenza di persone esterne in qualità di “esperti” (apicoltore Mattia di Camposilvano) e anche visite guidate in luoghi particolari (esempio Muse) nei quali i bambini hanno potuto avvicinarsi concretamente a tematiche scientifiche. In questa ultima parte dell’anno è stato proposto l’orto didattico, dove i bambini hanno sperimentato attraverso una serie di attività didattiche: misurazioni, comparazioni, riflessioni relative alla loro crescita, al cibo, all’alimentazione, all’anatomia di alcune parti del corpo, ai cambiamenti climatici, alla semina e crescita di piantine, acquisendo consapevolezza su aspetti

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molto importanti di sè stessi e della natura circostante. Come ogni anno è stato affrontato anche il progetto di “educazione stradale” realizzato con i bambini grandi della scuola dell’Infanzia di Raossi e grazie alla collaborazione con i vigili urbani Walter e Vigilio che hanno proposto giochi ed attività sulla sicurezza dei piccoli pedoni e ciclisti. I bambini augurano a tutti voi una felice estate!


DALLE SCUOLE

Buona Pasqua con i nonni Scuola dell’infanzia Raossi

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l giorno 17 aprile i bambini della scuola materna di Raossi sono stati invitati a festeggiare la Pasqua con i nonni della casa di riposo. Quale sorpresa nello scoprire che ci avevano preparato una divertente “Caccia alle uova “ nel giardino all’aperto con tanto di mappa del tesoro, orecchie buffe da coniglietto per tutti e cestino di ovetti come premio! Bambini e nonni hanno trascorso un momento di allegria, si sono scambiati gli auguri di Pasqua salutandosi con un gran sorriso e il cuore pieno di serenità.

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DALLA CASA DI RIPOSO

Comunità accogliente

È

bello immaginare un luogo dove la solidarietà, la vicinanza e il rispetto trovano forma. Una Comunità all’interno della quale le persone si riconoscono come tali, si identificano, hanno i loro punti di riferimento e, talvolta, anche le loro origini.

Pomeriggio a Foxi, estate 2018

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“Comunità accogliente” è il titolo di un progetto promosso dal Servizio di Animazione dell’A.p.s.p. don Giuseppe Cumer volto a valorizzare le sinergie virtuose fra gli anziani della Casa di Riposo e la comunità di Vallarsa. Il Progetto prevede una serie di azioni finalizzate a stimolare l’interazione sociale, l’accettazione e l’interdipendenza fra le diverse generazioni presenti sul territorio. “Comunità accogliente” si sviluppa in “tappe” progettuali; sono previsti degli incontri con la popolazione, in cui i nostri anziani si recano nei vari paesi a far visita agli abitanti, oppure altri, in cui, la Casa di Riposo, apre le sue porte alla Comunità per stabilire forme di contatto con essa. Durante la scorsa estate, i nostri residenti sono stati coinvolti in varie gite ed uscite, tra le quali dedicate ai paesi “natali” di alcuni di loro. In queste occasioni gli abitanti delle varie frazioni e chi è solito stabilirsi lì per le vacanze estive si sono mobilitati organizzando delle vere e proprie feste, nelle quali, si poteva “toccare con mano” la gioia di rincontrarsi. Siamo stati invitati per il tradizionale pranzo offerto dal Comune in frazione Anghebeni, presso la sede del Movimento Anziani e Pensionati. Successivamente ci siamo recati a Valmorbia, dove abbiamo consumato la merenda, davanti alla Chiesa, assieme alle signore del paese e ai loro

Pomeriggio a Valmorbia, estate 2018

familiari. In agosto abbiamo fatto visita alla frazione Costa per la S. Messa di S. Lorenzo; dopo la funzione religiosa i paesani ci hanno coinvolto nella loro sagra, brindando e conversando con i nonni della Casa di Riposo. Sempre in agosto siamo stati invitati a Foxi per uno spuntino in allegria; qui abbiamo passato un meraviglioso pomeriggio nella piazza del paese. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le persone che ci hanno dedicato il loro tempo e che hanno reso l’estate 2018 così speciale. A partire da dicembre scorso, invece, sono stati accolti in Casa di riposo i bambini dell’asilo e delle elementari in un’ottica di sensibilizzazione ai valori del rispetto e del riconoscimento del ruolo sociale dell’anziano. Ad aprile 2019, con l’aiuto dei nostri volontari, è stata organizzata, nel giardino della nostra struttura, una divertente “caccia alle uova” per i bambini della Scuola dell’Infanzia di Raossi. I prossimi incontri con le generazioni “più piccole” saranno il 21 giugno e il 12 luglio, per delle letture dedicate all’infanzia organizzate in collaborazione con la biblioteca Comunale di Vallarsa. Al 9 di agosto, visto il successo della precedente edizione, rinnoviamo il nostro invito ai bambini della valle a partecipare ad un pomeriggio di musica, baby dance e “trucca bimbi”. Gli eventi aperti al pubblico, presso la Casa di Riposo, saranno pubblicizzati sul calendario eventi “Vallarsa estate” del Comune e sul sito internet della nostra struttura, all’indirizzo: www.apspvallarsa. it, nella sezione “Calendario Eventi”. Ci auguriamo che queste proposte possano essere utili all’interscambio generazionale e soprattutto a favorire la piena integrazione nel tessuto comunitario dei nostri residenti. Ringraziamo tutti i cittadini per l’aiuto offertoci, il movimento anziani e le istituzioni scolastiche di vario livello, per l’interesse dimostrato nei nostri confronti e tutti i bambini che sono venuti a trovarci. Vi auguriamo una buona estate! Non dimenticate di farci visita!


DALLE PARROCCHIE

Per un’estate di svago e impegno don Francesco Scarin

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a lunga e – speriamo – calda estate vallarsera anche quest’anno sarà arricchita dalle proposte dell’Unità Pastorale Vallarsa, a favore, in particolare, dei nostri bambini e ragazzi. Ormai è tradizione che nel periodo estivo non manchino iscritti al GREST e al CAMPEGGIO: due esperienze di vita, nella condivisione del tempo: gioco, preghiera, riflessione, pasti, piccoli servizi, gite, compongono un mix di simpatia e allegria, proprio quello che ci vuole per un’estate indimenticabile. Ingredienti necessari per la buona riuscita sono sicuramente bambini e ragazzi, ma non possono mancare animatori (più navigati ed esperti o ancora alle prime esperienze), e adulti che si mettono a servizio per la cucina, per l’animazione e per quei preziosi servizi, che rendono ancora più comunitaria l’avventura,

come le pulizie prima, durante e al termine dell’avventura. Così sperimentano come è, o meglio dovrebbe essere sempre, la Chiesa: nell’imparare a stare insieme, dialogare, rispettare l’altro, gustando la compagnia e vincendo la solitudine. Le risate, gli urli, così come i canti, le preghiere e i giochi, rendono l’ambiente vivace e “frizzante”. I bambini e i ragazzi partecipano volentieri, in quanto, soprattutto nel gioco, possono dare libero sfogo alla loro vivacità e allegria. Giornate piene di attività, con anche momenti di riflessione e gioco libero, rendono questa proposta allettante e altamente educativa. Suggerisco in particolare il valore portante della condivisione per crescere verso l’età adulta: ogni piccolo gruppo è composto da età diverse, nelle quali il più “anziano” aiuta il più giovane. Anche per gli animatori sono

occasioni importanti per mettersi in gioco, gustare la gioia di fare qualcosa di gratuito per gli altri e credo anche scoprire le proprie doti e qualità, conoscersi meglio: tutto ciò può alimentare l’autostima e favorire la crescita della propria personalità. È bello vedere come anche in questo tempo in cui si parla tanto di volontariato, ma poi - si sa - chi fa volontariato dice: “Siamo sempre i soliti a lavorare”, è un segno di grande speranza vedere adolescenti e giovani che si preparano al meglio per offrire esperienze belle e arricchenti. Ultimo ingrediente: il tempo. Se fa bello, tutto è più semplice. Si sta all’aria aperta, a stretto contatto con la natura, si godono gli stupendi scorci e paesaggi che la Vallarsa sa regalare, a chi sa riconoscere nella bellezza del creato la sapiente mano di Dio. Non mi resta che dire... buona estate a tutti!

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ORIGINI, STORIA, ATTUALITÀ

Lo svuotamento della diga della Busa

Foto di Gigliola Prezzi.

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ffacciarsi sul dosso del Parmesan e non vedere lo specchio d’acqua che riflette in fondo alla valle fa il suo effetto. La diga di Busa, il più piccolo dei bacini artificiali che interessano il torrente Leno di Vallarsa, è stato svuotato per lavori di messa in sicurezza. La tempesta Vaia di ottobre 2018 ha portato del materiale a valle del rio Piazza che ha ostruito lo scarico di fondo. L’Agsm di Verona ha quindi chiesto al Ministero delle infrastrutture e all’Agenzia Provinciale Risorse Idriche ed Energetiche di essere autorizzata a svuotare il bacino per metterla in sicurezza. È stato quindi presentato un piano di lavoro che è stato discusso dai vari servizi provinciali competenti, assieme a Comune e associazione pescatori. I lavori autorizzati consistevano nello svuotamento del bacino con delle idrovore per tutelare il torrente, l’intubazione del torrente per evitare fuoriuscita di limo, l’apertura dello scarico di fondo, la rimozione di circa 10 mila metri cubi di materiale de-

stinato ad una bonifica agraria in località Poiani. I lavori iniziati a gennaio avrebbero dovuto concludersi ad aprile. Il cantiere ha interessato Agsm e la ditta incaricata per un periodo più lungo, a causa di imprevisti sul cronoprogramma dei lavori. A inizio aprile, con la piena dopo un lungo periodo di siccità, Agsm è stata costretta ad aprire lo scarico di fondo per evitare danni agli impianti. Ciò ha portato a una fuoriuscita di materiale lungo il torrente Leno, con limo e materiali in alveo per diversi chilometri. La Provincia ha quindi subito sospeso i lavori chiedendo un sopralluogo e un nuovo progetto che è in fase di approvazione. Tali lavori prevedono di liberare lo scarico di fondo e lo scarico di esaurimento (più basso dello scarico di fondo) realizzando una protezione per prevenire crolli futuri. Contestualmente verrà rimosso il materiale organico (limo) e la ghiaia presente in fondo al lago, completando la bonifica a Poiani. I lavori dovrebbero concludersi in autunno. Aldilà dell’iter dei lavori che

hanno avuto anche alcuni intoppi e conseguenze evidenti sul torrente, il fascino di vedere il lago svuotato, cosa che non accadeva da decenni, è senz’altro da cogliere. Attraversando il ponte dei Bruni, sul sentiero che porta a Riva, si vede la forra che il Leno si è scavato nei secoli e che solitamente è riempita d’acqua. Emergono poi manufatti di un tempo, come un grosso muro a secco che presumibilmente era l’argine del fiume. Appena dietro la diga, il rio Piazza che scende crea una suggestiva cascata che non esisterebbe con il lago pieno. E lo stesso massiccio muro che è la diga, solitamente non visibile nella sua altezza perché stretto in una forra, mostra la sua schiena ed è quasi raggiungibile all’asciutto. Il lago ha sempre il suo fascino, in cinquant’anni è entrato a far parte dell’immagine della Vallarsa ed è un’icona del nostro territorio. L’occasione quindi di vederlo vuoto e di poter cogliere qual era la forma del torrente prima della costruzione della diga è comunque un momento speciale per conoscere il nostro territorio.


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La farmacia si rinnova Farmacia Rigon

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ono quasi quaranta gli anni di apertura della Farmacia Rigon nella nostra

valle. È stata istituita, infatti, nel lontano luglio del 1980 nell’allora prima sede nella ex scuola di Anghebeni. Sono state le volontà dell’allora medico condotto e ufficiale sanitario della Vallarsa, l’indimenticabile Dott. Mario Egidio Guerriero e l’interessamento dell’Amministrazione Comunale di quegli anni, che hanno reso possibile questo progetto proponendo alla dottoressa Luciana Rigon Stoffella, giovane laureata e da poco residente in Vallarsa, di aprire la nuova farmacia. Con entusiasmo, ma anche con tanti timori, è iniziata l’avventura. Dopo dieci anni la sede è stata trasferita a Raossi per essere così più vicina all’ambulatorio medico e agli altri servizi presenti nel capoluogo. Nel 2011 è entrata nell’organico della farmacia anche la dottoressa Giulia Stoffella e c’è stata l’opportunità di aprire un Dispensario Farmaceutico nel Comune di Trambileno, in località Moscheri, da anni carente di questo servizio.

Ormai da 39 anni quindi la Farmacia Rigon offre ininterrottamente il suo servizio alla valle; a parte i giorni festivi non sono mai state fatte chiusure. Unica eccezione è stata la chiusura di fine ottobre 2018 per l’esecuzione di alcuni lavori di ristrutturazione e rinnovo dell’arredo dei locali con l’intento di dare un volto nuovo alla farmacia migliorando l’esposizione e aumentando i servizi. Nel corso degli anni l’obiettivo principale della farmacia è stato quello di andare incontro alle esigenze degli abitanti della Vallarsa cercando di soddisfare le loro richieste e necessità evitando la scomodità di dover scendere in città per l’acquisto dei farmaci e di altri prodotti per la salute. In farmacia è possibile misurare la pressione; è da poco attivo anche il servizio di autoanalisi per il controllo di alcuni parametri come colesterolo, trigliceridi e glicemia e si può eseguire, su prenotazione, il test per le intolleranze alimentari. La farmacia partecipa costantemente a campagne di sensibilizzazione e screening per la prevenzione di importanti pa-

tologie come il diabete, l’ipertensione arteriosa e la fibrillazione atriale. C’è anche la possibilità di noleggio della bilancia pesa-neonati e di un fasciatoio da utilizzare per allestire un “baby-point” in occasione di feste di paese o altri eventi. Gli orari di apertura al pubblico sono il mattino dalle 8,30 alle 12,30 e il pomeriggio dalle 16,00 alle 19,00 con turno di riposo il giovedì e il sabato pomeriggio. Un ringraziamento va fatto all’affezionata clientela che da anni frequenta la farmacia dimostrando fiducia nell’operato di chi ci lavora con passione, entusiasmo e soddisfazione.

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Sopravvivere al Vajont di Maurizio Panizza Maurizio Panizza © Il Cronista della Storia maurizio@panizza.tn.it © Copyright - Maurizio Panizza 2019. Tutti i diritti riservati. La riproduzione, la pubblicazione e la distribuzione, totale o parziale, del testo e/o delle fotografie originali sono espressamente vietate in assenza di autorizzazione scritta.

La notte del 9 ottobre del 1963, una frana gigantesca si staccò dal Monte Toc piombando nel bacino della diga del Vajont. In pochi minuti quasi duemila persone vennero travolte da un’enorme massa d’acqua, sassi e fango. I pochi che si salvarono dovettero lottare tutto il resto della vita per non morire “dentro”. Il trentino Rinaldo Aste, che perse moglie e figli, era uno di loro.

A Sant’Anna, nell’unico bar della minuscola frazione di Vallarsa, Guerrino Aste stava aspettando da un quarto d’ora la telefonata del figlio Rinaldo. Negli anni del primo dopoguerra i telefoni erano una rarità in Trentino e per questo i bar dei piccoli paesi fungevano da “posto telefonico pubblico”. Chi doveva parlare con un amico o un parente, chiamava il bar e il gestore andava poi ad avvisare il destinatario che qualcuno lo cercava e che di lì

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a poco sarebbe arrivata una telefonata per lui. Il giovane Rinaldo era giunto alla fine del periodo di leva nei carabinieri e adesso era sua intenzione lasciare l’Arma per ritornare al suo paesello. E questo, appunto, era il motivo della sua telefonata. “Ma che razza di idee ti vengono in mente?” - rispose nervoso il padre, dopo avere ascoltato alla cornetta non più di trequattro parole. “Non lo sai che qui in Vallarsa non c’è lavoro per nessuno? Ah, vuoi lasciare i carabinieri? Bene, allora torna pure in paese e avrai due sole alternative: andare al pascolo con le capre, oppure rifare la valigia e partire per le miniere del Belgio o della Francia. Vedi tu, cosa è meglio per il tuo futuro.” Rinaldo, sopraffatto dalla disapprovazione del padre, era rimasto senza parole. Certo, il modo era stato piuttosto brusco, ma le argomentazioni del “vecchio” sembravano un reale dato di fatto per chi si fosse messo in cerca di un lavoro in quei tristi anni del dopoguerra. A pensarci bene, lasciare un’occupazione sicura, pure discretamente retribuita, per andare a scavare carbone a mille metri sotto terra, non pareva adesso neppure a lui un’idea da prendere in seria considerazione. Così, Rinaldo, ritornò sui suoi passi e rimase nell’Arma, inconsapevole, allora, che quella scelta gli avrebbe cambiato completamente la vita. Passati più di dieci anni da quella conversazione, dopo

diversi cambi di sede l’appuntato Rinaldo Aste era giunto nella valle del Piave. Si stava bene lì, a Longarone, un paese noto in quegli anni per via della sua diga costruita da poco, un capolavoro della tecnica dicevano, una delle più grandi d’Europa. Un posto tranquillo a 18 chilometri da Belluno, un posto dove portare anche la famiglia. Difatti, assieme alla moglie Pia e al piccolo Graziano di due anni, Rinaldo aveva preso affitto in via Marconi, nella parte alta del paese. E lì, in quel piccolo, ma grazioso appartamento, nel febbraio del 1963 era poi nato anche il secondogenito, Stefano. Il 9 ottobre di quello stesso anno, accadde l’imponderabile. Quella sera si giocava la finale di Coppa dei Campioni tra il Real Madrid e il Glasgow Rangers e nei paesini veneti della valle del Vajont i pochi appassionati che possedevano il televisione guardavano la partita in casa, gli altri, invece, gremivano le piccole sale dei bar della zona. Erano passate da poco le 20.00 e a casa Aste i bimbi dormivano già. Mamma Pia era occupata a riassettare la cucina. Papà Rinaldo era in pigiama e, stanco per la giornata, stava già per mettersi a letto. Qualche avvisaglia di ciò che sarebbe poi successo, per la verità c’era stata. Ripetuti allarmi da giorni arrivavano alla stazione dei carabinieri: era necessario scongiurare un grave pericolo che incombeva sulla diga del Vajont, che si trovava proprio lì, in faccia


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Era bella Longarone!

La diga del Vajont poco prima del crollo del Monte Toc (sulla destra)

a Longarone. Già da parecchio tempo - si può dire sin dall’inizio dell’invaso, nel 1960 - tutti gli abitanti della valle avevano avuto sentore che il monte Toc era diventato instabile al punto che ormai veniva chiamato da molti la “montagna che cammina”. Dal versante di sinistra del bacino, infatti, frammenti sempre più grossi di montagna scivolavano nel lago. Le infiltrazioni d’acqua avevano messo a nudo una montagna dai piedi d’argilla, instabile e molto pericolosa: spesso la terra tremava, nel terreno si aprivano fenditure e le porte delle vecchie case non riuscivano più a chiudersi. L’Enel, titolare della diga e dell’impianto idroelettrico, per mesi aveva minimizzato il pericolo, nascosto e alterato le perizie geologiche: evidentemente il business dell’energia era talmente ghiotto da poter mettere a rischio pure la vita di quei “poveri montanari”. Alla fine, i dirigenti dell’azienda, non potendo più prendere tempo, inviarono un telegramma il giorno precedente la tragedia, ma ormai era troppo tardi. Quella sera il campanello di casa Aste suonò concitato per alcune volte: era il carabiniere Francesco D’Arrico che portava l’ordine del comandante la stazione di Longarone di raggiungere al più presto la stra-

da per le frazioni di Dogna e di Provagna e di chiuderla alla circolazione. Pur avendo finito il suo turno di lavoro alle 18.00, gli ordini non si potevano discutere per cui Rinaldo si rimise in fretta la divisa. Alla moglie che lo pregava di fermarsi giusto il tempo per prendere un caffè, l’uomo rispose solo con un cenno del capo e con un sorriso che voleva essere rassicurante. Poi le diede un bacio e uscì di casa dicendole che sarebbe tornato presto. Quelle sarebbero state le ultime parole fra loro. Prima delle 21.00 la strada era stata bloccata, ma alla gente dei paesi non venne dato alcun avviso di evacuazione semplicemente perché non esisteva nessun ordine in tal senso. Un’ora dopo, esattamente alle 22.39, all’improvviso un cupo e lungo boato spezzò il silenzio in cui era avvolta la valle. Un’enorme frana staccatasi dal pendio che occupava da millenni, scese rapidissima verso il lago artificiale, creando un’ondata gigantesca. In pochi attimi la tragedia: l’onda d’acqua e fango, alta più di 200 metri, oltrepassò la diga - che resistette all’urto - piombando sulla valle, distesa lungo il Piave, come a straziarne il corpo e l’anima. Rinaldo Aste, che assieme al

collega stava quasi sotto la diga, per prima cosa vide un grande bagliore che illuminò la notte per alcuni secondi, causa i tralicci da 220 mila volt spazzati via come fuscelli. Poi dalla diga scese un vento fortissimo e iniziarono a piovere pietre e alberi che costrinsero i due carabinieri a correre per cercare riparo. Infine arrivò l’onda terribile, tragica, incontenibile che passò sopra di loro, miracolosamente. I due carabinieri videro solo la loro camionetta trascinata via dalla marea scura, mentre giù lungo la valle, nel giro di un minuto, venivano travolte e sepolte quasi 2000 persone. Ma i due carabinieri dal punto in cui si trovavano non potevano vedere nulla, non potevano sapere, perché dopo l’acqua fu il buio più nero a calare su Longarone. Rimasero lì fino all’alba per paura dei fili dell’alta tensione e di altre frane, poi scesero verso il paese, o meglio verso quello che ne rimaneva. Durante la notte, intanto, la

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Il Telegramma giunto al Sindaco di Erto, comune confinante col bacino del Vajont, il giorno prima del disastro

Mattina del 10 ottobre 1963: nella Valle del Piave i superstiti si aggirano fra le macerie

notizia del disastro aveva fatto il giro del mondo. E in quell’alba livida del 10 ottobre 1963, il Messaggero Veneto era appena uscito in edizione straordinaria con un titolo sbagliato: “Sfondata la diga del Vajont da una valanga di fango e acqua”. Ma la diga non era caduta, aveva fatto sino in fondo il suo dovere resistendo a quell’immane forza distruttiva. Era caduta, invece, la fiducia negli uomini delle istituzioni e forse anche quella in Dio per quell’atroce sciagura annunciata. I giornalisti del Messaggero Veneto furono i primi ad arrivare in valle e a comunicare all’Italia quanto era successo: “La strada per Longarone era bloccata da una fiumana di detriti. Lasciammo l’auto e proseguimmo a piedi o approfittando di qualche passaggio su mezzi di soccorso. Arrivammo a Longarone che era ancora buio, carabinieri e genieri avanzavano con le fotoelettriche. Trovammo un deserto di ghiaia: la cittadina era stata spazzata via, restava solo una striscia di case nella parte alta”. Poi la cronaca prosegue: “Poche persone, sfuggite al disastro, si

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aggiravano mute fra le macerie, lo sguardo lontano, quasi inconsce, quasi come personaggi senza volto che il destino avesse lasciato lì, in mezzo al fango, ai sassi, all’acqua”. E l’inviato del giornale “L’Adige” scriveva: “Un capitano dell’esercito ci ha raccontato questo episodio: accorso per estrarre dal fango alcune persone rimaste uccise all’interno della loro casa, mi sono imbattuto in un appuntato dei carabinieri e l’ho invitato a seguirmi perché eventualmente potesse identificare i cadaveri. L’appun-

tato mi ha risposto: «So già chi essi sono: mia moglie e i miei due bambini» e senza profferire parola il povero uomo si è staccato allontanandosi da quella che era stata la sua casa nella quale aveva trascorso ore felici”. Quell’appuntato era Rinaldo Aste, ma i cadaveri non erano dei suoi famigliari. Quelli, purtroppo, non sarebbero mai più stati ritrovati. Infatti, dopo essere sceso a valle col cuore in gola, Rinaldo era corso affannosamente in paese, verso la sua casa dove la sera prima aveva lasciato la moglie e i due


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a del costruzione della dig la r pe i or lav i ti ra l’avara montagna Dieci anni erano du ziata voleva indurre an fin va ve l’a i Ch estitori. Ma poi, Vajont. alti profitti per gli inv di e ric at ns pe dis costoro avevano ad essere silenzi e menzogne n co ia, riz pe im e ormi per la per avidità sabilità e pericoli en on sp re i av gr ire pr a nel posto iniziato a co a, era stata costruit nz sta so in a, dig poi presa popolazione. La pochi minuti si era in a, gn ta on m la sbagliato e così qua aveva tolto la norme massa d’ac ’e Un . ta et nd ve ce un’atro 95 per cento della cui 487 bambini, il fra e, on rs pe 17 19 Solo poche case vita a e dei paesi vicini. e on ar ng Lo di e risparmiate dal popolazion o miracolosamente er nn ve e alt più dolore, non nelle zone perstiti, inebetiti dal su i rte po e ell qu su cataclisma. E o salvezza. dire o maledire la lor ne be se più no va pe sa

figlioletti. Ma lì non c’era più nulla: era rimasta solo un’enorme, indistinta spianata di fango e ghiaia. Come in un incubo, l’uomo iniziò allora a girovagare, disperato e stordito sulle macerie del paese. Lo fece per alcune ore, poi sfinito dal dolore si accasciò a terra, venne quindi soccorso e portato in ospedale. Per alcuni giorni fu ospitato in casa di parenti a Rovereto, per riprendersi dallo scock. Poi volle ritornare a Longarone a cercare ancora nel fango almeno un corpo su cui piangere. E nel vagare a fianco di altri superstiti venne riconosciuto e accusato da quei compaesani di avere saputo e taciuto. Ma come avrebbe potuto mante-

nere in quel posto la sua famiglia se mai avesse saputo del pericolo che incombeva su di loro? “Io ho eseguito solo gli ordini” - rispose a chi voleva chiamarlo in causa. “Guardatemi, sono un povero disgraziato come voi, rimasto solo, maledettamente solo”. Rinaldo Aste impiegò diversi anni per riuscire a dormire la notte: infatti l’incubo di quell’immane tragedia lo accompagnò per molto tempo, né riuscì mai a cancellarlo del tutto. Nei mesi successivi l’Arma dei Carabinieri lo trasferì in Trentino, dove in seguito conobbe Mercede, una gentile signora che anni dopo sarebbe diventata la sua seconda moglie. Più avanti nacque anche

un figlio che venne chiamato Stefano, come il secondogenito perito nella tragedia a soli otto mesi. Rinaldo aveva così ricevuto dal destino una seconda possibilità, ma aveva anche dovuto imparare a convivere con la disperazione, la rabbia e la paura. Del suo dramma non ne parlava mai volentieri perché è la gioia che si deve condividere non tanto il dolore. Tuttavia aveva avuto il coraggio di iniziare una seconda vita, anche se i lucidi fatti di quella notte, i visi e l’amore di Pia e dei loro due bambini non sarebbero mai più scomparsi dalla sua memoria. Vivere con il cuore nei ricordi belli e tentare, per quanto possibile, di rimuovere con la mente la tragedia del 9 ottobre 1963 fu per lui un duro esercizio di vita. E la nuova famiglia lo aiutò molto in questo. Rinaldo Aste morì a 81 anni, nel 2005 a Mori, dove tempo prima si era trasferito. Fra i pochi sopravvissuti del Vajont aveva trovato un nuovo futuro grazie ad una vita intensa, fatta di lavoro e di affetti. Nel 1985 la sorte lo aveva costretto nuovamente a rivivere - con altrettanta rabbia e sbigottimento - un altro analogo dramma: quello del disastro di Stava, stavolta accaduto nel “suo” amato Trentino. Anche in quel caso, dove morirono 268 persone innocenti, furono interessi economici e irresponsabilità umana a causare il crollo di un bacino e a spazzare via case e persone. Rinaldo lo sapeva bene che quella era una storia molto simile alla sua. Un’altra storia di avidità e criminale leggerezza che pur nel dolore non doveva essere dimenticata, ma rimanere come monito a insegnamento per le future generazioni.

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DALLE ASSOCIAZIONI

Un nuovo progetto per i bambini in valle Il Tucul

Marta Stoffella

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o scorso marzo è partito il progetto TESFA’, servizio di anticipo e posticipo per i bambini iscritti alle scuole materne di Raossi e S. Anna gestito dalle Suore Cappuccine presenti a Parrocchia di Vallarsa. TESFA’, che in tigrino significa SPERANZA, è un progetto di volontariato ideato per dare risposta all’esigenza di alcuni genitori lavoratori fuori valle di poter affidare i propri figli prima o dopo gli orari di apertura e chiusura dei due asili, i quali, dato il numero non sufficiente di richieste, non prevedono tale servizio. Il centro apre ogni mattina alle 6.45, nei giorni di apertura delle due scuole materne: i bambini possono giocare, alcuni fanno colazione, altri addirittura finire di vestirsi con l’aiuto delle brave Suore che, poco dopo le 8, escono per accompagnarli all’asilo. Accompagnano al pulmino di

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linea che passa da Parrocchia i bambini iscritti alla materna di Raossi; fino a S. Anna con il furgone del Tucul grazie ai nostri volontari-autisti quelli che frequentano la materna di S. Anna, stessa cosa nel pomeriggio per il posticipo. Un grazie speciale a questi bravissimi volontari, Giancarlo, Dario e Maurizio, che stanno dedicando il loro tempo a favore di questo progetto! Alle famiglie è richiesto un contributo orario da elargire direttamente alle Suore, mentre dal Comune di Vallarsa è arrivato un contributo finanziario al progetto. Speriamo che questo servizio possa aiutare anche altre famiglie in difficoltà, che abbiano quindi l’occasione di conoscere le Suore Cappuccine presenti in Vallarsa: Suor Lem Lem, Suor Saba e Suor Amleset. La loro presenza sul territorio sta diventando sempre più preziosa per molti: per gli ospiti ed il

personale della Casa di riposo di Raossi, dove le Suore operano ogni giorno, ma anche per i tanti anziani e malati della Valle che ricevono la loro visita e la loro dolce compagnia. Grazie di cuore a Voi, care Sorelle, che siete venute in mezzo a noi, a portare sostegno, gesti di gratuità, a portare TESFA’.


DALLE ASSOCIAZIONI

Compie 30 anni la Ganzega del Bosco Camposilvano è …

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el 2019 la festa la Ganzega del Bosco compie 30 anni! Un traguardo invidiabile che l’Associazione “Camposilvano è...” si appresta a festeggiare con i soci, amici e simpatizzanti che da sempre collaborano. La Ganzega, tuttavia, non è l’unica festa dell’anno per l’Associazione. Come da tradizione per l’Epifania, anche quest’anno all’imbrunire, la vecchina e il suo asinello sono giunti fino a Camposilvano: accolti da numerosi bambini accorsi da tutta la valle e dalle zone limitrofe, hanno portato loro calze piene di doni. A fare da cornice i fuochi d’artificio, il brulè, le caldarroste degli amici della Sat Vallarsa, panettoni, pandori e cioccolata calda offerti dai volontari e amici dell’Associazione. A riscaldare l’atmosfera e rendere ancora più magica la serata, l’immancabile “falò dela vecia”. Domenica 2 giugno invece l’Associazione ha riproposto per il quarto anno di fila il suo evento più atteso: “Maggiociondolando a Camposilvano”, passeggiata enogastronomica intorno e all’interno dell’abitato di Camposilvano. Prima del giro tra le prelibatezze preparate da soci, volontari, amici e dal Gruppo Alpini, è stato possibile iscriversi alla passeggiata organizzata dall’Associazione Nordic Walking ANWI; come accompagnatori alcuni membri della Sat e l’amico ex custode forestale Giorgio Broz che ha fatto da cicerone alla scoperta di meravigliosi scorci nei dintorni di Camposilvano. All’edizione 2018 di “Maggio-

Ilaria Stoffella

ciondolando”, il successo è stato strepitoso: ben 200 iscritti, sei tappe con piatti tipici accompagnati da un diverso bicchiere di vino ad ogni stazione. Tanta buona musica ha allietato inoltre gli ospiti, in particolare in Piazza della Chiesa e al prato del Rocolo: alcuni componenti della Banda Musicale di Trento si sono infatti esibiti per l’occasione, mentre alla Casetta del Parco Giochi la band Red Solution ci ha fatto ballare al ritmo ska&soul chiudendo così la festa. Per l’Associazione sarà dunque un ricco 2019 da festeggiare tra ricordi e ringraziamenti per chi c’è sempre e per chi non c’è più ma senza i quali la Ganzega non si realizzerebbe. Non è facile proporre ogni anno qualcosa di nuovo: se però ciò accade da 30 anni è grazie alla passione e alla volontà che soci, amici e paesani mettono nella manifestazione. L’impegno è sempre maggiore. Non si tratta di esserci solo nei giorni della festa, si lavora da un anno all’altro: ci sono burocrazia, permessi, richieste, attrezzature da predisporre, legna da preparare, contatti da cercare, idee da mettere in pratica e volontari da arruolare. Sforzi e sacrifici che alla fine (vuoi anche il tempo che ci ha spesso favoriti) portano una gran soddisfazione visto l’usuale successo. L’introduzione della Miniganzega dal 2016 ha aggiunto valore all’offerta per i più piccini che possono divertirsi non più solo il sabato con la gara di disegni, la merenda e l’intrattenimento ma anche la domenica mattina. A

farla da padrone però sono le tradizionali gare dei boscaioli: da qualche anno sono sempre di più le squadre che si sfidano e sempre più competitivi i partecipanti (anche le squadre femminili!). Vedere tanti giovani che ancora si approcciano a quest’attività anche nel quotidiano ci rende orgogliosi. Dal 01 al 26 luglio, inoltre, la Casetta del Parco Giochi sarà la base della Colonia Estiva dei bimbi dai 3-11 anni: il meraviglioso panorama delle nostre montagne e le attività che l’Associazione Energie Alternative proporranno, faranno sì che i bambini non si annoieranno facilmente. A tal proposito ricordiamo che la Casetta di Camposilvano è usufruibile previa richiesta scritta (camposilvanoe@ gmail.com - pagina Facebook “Camposilvano è”) per feste di compleanno, battesimi e altri eventi con l’utilizzo o meno della cucina. Insomma… a Camposilvano non c’è che l’imbarazzo della scelta per far divertire sia grandi che piccini! Vi aspettiamo numerosi a festeggiare insieme!

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DALLE ASSOCIAZIONI

Gli Stati Generali della Montagna Marco Angheben

Sat Vallarsa

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el mese di aprile la nostra Sezione è stata convocata agli Stati Generali della Montagna, iniziativa promossa dalla nuova amministrazione provinciale per volontà del presidente Fugatti. Riprendendo un interessante concetto di rappresentanza di tutti i ceti sociali in vigore nello Stato francese prima della Rivoluzione del 1789, la Provincia Autonoma di Trento ha convocato degli incontri a livello di Comunità di valle nel tentativo di coinvolgere tutte le realtà esistenti ed operanti sul territorio e comprendere quali siano le priorità da mettere in campo per sostenere la montagna, nella sua accezione più ampia. La prima impressione è stata di contrasto, fra la bontà dell’idea di fondo e la goffaggine con cui la convocazione è stata effettuata: pochissime le amministrazioni coinvolte, poche associazioni (eccezion fatta per le Sezioni SAT, presenti in gran numero), qualche rappresentante delle attività produttive e alcuni operatori turistici, in un gruppo di persone che appare difficilmente rappresentativo della società trentina. Oltre a ciò, tempi strettissimi e la piena delega data ai presenti, sia in termini di organizzazione del gruppo di lavoro che in termini di documentazione da produrre, rende difficile un lavoro di approfondimento e concretezza che in iniziative di questo genere sono necessari per poter giungere a risultati efficaci e tangibili. Detto ciò, come SAT Vallarsa

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l’iniziativa, assieme gli incontri tra le Sezioni SAT coinvolte, è stata l’occasione per intavolare una riflessione su quale siano i ruoli primari della nostra associazione, e come questi si intreccino con la realtà quotidiana di molti di noi, soci e abitanti della valle. L’articolo 1 del nostro Statuto propone di favorire e incentivare l’alpinismo, la conoscenza della montagna e la tutela del suo ambiente naturale e, infine, il sostegno alle popolazioni di montagna. E se per i rappresentanti ed i soci di Sezioni che si limitano a frequentare la montagna questi obiettivi rappresentano una dimensione distinta dal quotidiano (ma più legata a passioni o tempo libero), nel nostro caso ci scopriamo a tenere il piede in due scarpe, partecipando all’associazione che opera per la montagna ma anche vivendo la montagna stessa ogni giorno, confrontandosi con gli aspetti positivi e negativi di una realtà come la nostra. Abbiamo così cercato di portare l’attenzione su alcuni degli elementi che in questo periodo stanno rendendo meno agevole abitare una zona come la nostra, elementi che visti con l’occhio del territorio urbanizzato e/o turistico sembrano di poco conto. E così, abbiamo ricordato come il fatto che la chiusura dei piccoli esercizi commerciali, risibili in un’ottica di grande distribuzione, rende meno agevole il quotidiano per chi non ha la possibilità di muoversi autonomamente; o che il servizio di trasporto pubblico, nono-

stante l’utenza ridotta che lo frequenta, è mezzo quasi indispensabile per la mobilità di determinate categorie fra cui sicuramente i minorenni e gli anziani. O ancora il fatto che la mancanza della celebrazione delle messe nelle frazioni periferiche comporta che uno dei pochi appuntamenti fissi per incontrarsi venga a sparire, e con esso una parte dell’essenza di comunità. O di come la prevenzione per gli attacchi da parte dei grandi carnivori tuteli sì i grandi allevatori ma non contempli chi per passione costruisce un recinto in cui allevare qualche capra. Ad uno sguardo poco attento potrebbero sembrare cose di poco conto, ma sappiamo tutti bene che alcuni di questi possono essere dettagli che fanno la differenza tra il rendere piacevole e attrattiva una località come luogo da abitare, piuttosto che avviarla verso un processo di progressivo abbandono in favore di realtà dove molte cose risultano molto più semplici. Non è certamente un percorso facile, e forse gli Stati Generali della Montagna non saranno lo strumento risolutivo, ma sono quantomeno un’occasione per renderci consapevoli della peculiarità degli ambienti che viviamo ogni giorno, e portare all’attenzione pregi, problemi e opportunità di una realtà come la nostra, forse minoritaria in termini demografici ma certamente fotografia della montagna abitata che continua, come già ha fatto nei secoli precedenti, a caratterizzare la nostra Provincia.


DALLE ASSOCIAZIONI

Vent’anni col maestro Ivan Cobbe Coro Pasubio

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l trascorrere degli anni in un’associazione comporta, inevitabilmente, il popolarsi dell’elenco delle ricorrenze. Tra queste, nel 2019 il Coro Pasubio festeggia con grande soddisfazione il ventesimo anno di direzione del proprio maestro Ivan Cobbe, il quarto nell’ultradecennale storia dell’associazione. Nel 1998, al termine di un periodo particolarmente difficile anche per i rapporti interni non più sereni e poco costruttivi, il sodalizio era rimasto senza maestro. Ivan, neo diplomato al conservatorio C. Pollini di Padova e già entrato a far parte del sodalizio nei tenori primi l’anno precedente, sembrava essere il candidato perfetto per ripartire ma, in esito ad un primo “sondaggio” interno su questa possibile soluzione, la compagine non si era espressa positivamente. Trascorso purtroppo senza successo un periodo di assemblee e riunioni per cercare di ritrovare una convergenza sui modi per uscire dallo stallo, Ivan aveva accettato la guida del sodalizio operando però un avvicendamento dei coristi definibile “storico”. Molti dei ragazzi ai quali aveva fatto da animatore nell’estate precedente erano infatti entrati a far parte del sodalizio portando una ventata fresca all’età media del gruppo. Nell’entusiasmo della ripartenza era ben noto, soprattutto alla parte “anziana” del coro, che la totale inesperienza del neo maestro e dei molti nuovi coristi richiedeva un notevole sforzo per rimettere in carreggiata il sodalizio e, così, è iniziato un lungo periodo di prove, prove e ancora prove per accrescere il feeling tra i componenti del gruppo. Ricordo ancora i primi incontri quando Ivan ci chiedeva: “che segno vi faccio per terminare?” oppure “che segno vi faccio per rallentare?” Forse questo è il principale segreto dell’affiatamento che si è formato e che ancora regna nella nostra associazione. L’esser partiti da zero e l’aver, di fatto, ricostruito un coro, ha consolidato quello che oggi è un grande rapporto di stima e fiducia reciproci. Ora, vent’anni dopo, il coro ha maturato una

Daniel Cobbe

propria identità riguadagnando prestigio e affermandosi tra le realtà associative più longeve e vitali della nostra valle. In questo lungo processo è stato determinante il lavoro del maestro Ivan che nel corso degli anni ha sviluppato una vena compositiva degna di nota, mettendo in musica storie e scorci del nostro amato territorio. Quello che all’inizio sembrava quasi un gioco si è trasformato in un successo nazionale con formazioni corali che eseguono i “nostri” brani e cantano le nostre storie. Non può mancare certamente il ringraziamento a tutti i coristi che con serietà e disponibilità hanno supportato il lavoro impostato dal maestro Ivan, perseguendo un fine comune di miglioramento, affermazione e distinzione nell’ambiente corale. Nei vent’anni trascorsi assieme sotto la sua direzione, abbiamo inciso sei dischi e ci stiamo preparando per il settimo, abbiamo collaborato in spettacoli di prestigio, partecipato a molte rassegne in tutto il centro-nord Italia ed organizzato numerosi concerti e rassegne. L’auspicio è che l’affiatamento attuale possa rinnovarsi per molti anni/decenni continuando a regalare alla nostra valle e alla nostra coralità questa fantastica avventura.

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Mauro Picone: un matematico prestato alla Grande Guerra Ettore Zendri

Pasubio 100 anni

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’associazione PASUBIO 100 ANNI, nell’ambito delle iniziative del centenario della Grande Guerra, la scorsa estate al Museo della Civiltà Contadina a Riva di Vallarsa ha organizzato una conferenza dal titolo Mauro Picone: un matematico prestato alla Grande Guerra. Picone, classe 1885, è il protagonista di un capitolo del libro Storia Umana della matematica dove l’autrice, Chiara Valerio, narra di alcuni tra i più grandi matematici della storia con le loro vicende umane. Matematico, originario di Palermo e docente all’Università di Torino, Mauro Picone era stato chiamato alle armi e catapultato in Vallarsa fra le asperità del monte Pasubio nel 1916. Il suo comandante, il Col. Baistrocchi, alle prese con un grosso problema di inefficacia delle artiglierie, gli aveva ordinato di studiare l’unico manuale di balistica a disposizione per rivedere le tavole

di tiro in quanto, fino a quel momento, erano adatte ad un’artiglieria per le battaglie di pianura com’erano state tutte le guerre fino all’Ottocento. Correggere il tiro parabolico delle artiglierie italiane contro l’esercito austro-ungarico in ambiente montano, con diverse quote altimetriche e ostacoli visivi nel mezzo era tutt’altra

cosa. Sovente, i fanti e gli alpini italiani mandati all’attacco, cadevano a migliaia sotto il fuoco amico. Picone si ritrova dunque con un grosso problema da risolvere. Ha un mese di tempo per rifare i calcoli balistici delle tavole di tiro per l’utilizzo delle artiglierie pesanti in montagna e alla fine, grazie ad

una rigorosa modellizzazione matematica e all’applicazione di tecniche di analisi numerica, ci riesce. Con la nuova controffensiva italiana sferrata dalla 1^ Armata in Pasubio, nei mesi di settembre e ottobre 1916 contro la linea nemica del Pasubio i reparti italiani iniziano a centrare il nemico austro-ungarico che si trova in posizioni dominanti, meglio fortificate e a quote più elevate (oltre i 2.000 m.) riuscendo ad impadronirsi dell’Alpe di Cosmagnon, (non invece del Dente Austriaco e del Roite). Non solo di battaglie si è parlato durante la serata ma anche della vicenda umana di un

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uomo che non aveva, e probabilmente non avrà, mai sparato un colpo in vita sua. Chiara Valerio, vive e lavora tra Venezia e Roma per Marsilio Editore. Laureata in matematica, scrittrice tra le più in vista a livello nazionale, direttore di numerose fiere del libro e dell’editoria, nonché sceneggiatrice di importanti film italiani, ha tenuto la conferenza incantando il numeroso pubblico presente. L’introduzione storica curata da Gregorio Pezzato, ha percorso i fatti più salienti tra il 1915 e il 1916 fino all’esodo della popolazione civile che ha lasciato la valle alle libere devastazioni dei due eserciti belligeranti che contavano complessivamente uno stanziamento di circa 80.000 soldati.

L’evento, nato da un’idea di Loretta Giordani e presentato da Ettore Zendri e da Lucio Angheben dell’associazione Pasubio 100 anni, ha visto la partecipazione di appassionati di storia ma anche di letteratura, molti dei quali giunti appositamente per conoscere di persona la scrittrice, accompagnata dalla Libreria Arcadia di Rovereto. Il Trio Broz, composto dai tre fratelli, Barbara - violino, Giada - viola e Klaus - violoncello, ha curato l’accompagnamento musicale con musiche di Johann Sebastian Bach, dando il giusto tocco di colore per regalare ai presenti una serata indimenticabile. Al termine, i ringraziamenti ai protagonisti dell’evento

nonché al Centro Studi Museo Etnografico di Vallarsa per l’ospitalità presso il Museo della Civiltà Contadina e al Comune di Vallarsa che sono stati omaggiati delle tre stampe dell’artista Renato Restelli raffiguranti la guerra, l’esodo dei civili e il ritorno della popolazione. Opere realizzate in serie numerata di 99 esemplari, stampate a mano utilizzando il sistema di Gutenberg (caratteri mobili e torchi) su carta realizzata secondo l’antico metodo artigianale con graticci e filigrane di pregio a cura dei tipografi del Laboratorio Arte Grafica della biblioteca civica Girolamo Tartarotti di Rovereto.

NUOVO DIRETTIVO PER I POMPIERI Vigili del Fuoco Volontari Vallarsa Da metà marzo il nostro corpo ha un nuovo direttivo. Infatti, come ogni 5 anni, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche. Rieletto all’unanimità il comandante uscente Enrico Zendri, mentre il ruolo di vice sarà ricoperto da Maraner Thomas. Confermato anche il capoplotone Mariech Paolo, mentre i capisquadra saranno tre: Lorenzi Walter, Maraner Luca e Arlanch Andrea. Cassiere sarà ancora Morin Oscar, il segretario Si-

meoni Mattia e il magazziniere Lorenzi Manuel, aiutato in questo compito da Cobbe Nicolò, Nave Massimo e Cobbe Giorgio. Un ringraziamento al segretario uscente Plazzer Massimo. In questi 5 anni, fra i risultati più importanti raggiunti, c’è stata l’assunzione di 8 vigili effettivi, che hanno fatto aumentare l’organico a 23 vigili. Altro risultato importante l’ampliamento della nostra caserma: in questi giorni stanno partendo i lavori. Per quanto riguarda l’interventistica, gli ultimi mesi del 2018 hanno visto protagonista il maltempo con piogge copiose, mentre il 2019 è cominciato con siccità e carenza idrica. Siano stati impegnati nel rifornimento con autocisterne dell’acquedotto della sinistra del Leno. Inoltre, un incendio boschivo ad Albaredo, ci ha fatto lavorare per parecchie ore, con l’ausilio di parecchi corpi del nostro distretto con una cinquantina di pompieri. Nei mesi di marzo e aprile abbia-

mo organizzato una serata per tutte le associazioni riguardante le nuove normative in materia di sicurezza antincendio nelle varie manifestazioni, relazionata dal nostro ispettore Carrara Piergiorgio. In un altro momento formativo c’è stata la partecipazione, di una dozzina di pompieri, al corso BLSD per l’utilizzo del defibrillatore, organizzato dall’Orsa Maggiore. Nel corso del 2018 il vigile Costa Roberto ha raggiunto i 35 anni di servizio. Tutti noi gli facciamo i complimenti, sperando che in molti possano eguagliarlo. Con l’occasione ricordiamo a chiunque abbia voglia di entrare a far parte del nostro mondo, che le iscrizioni sono sempre aperte a chiunque abbia compiuto i 18 anni. 51


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L’unione fa la forza Hugo-Daniel Stoffella

Associazione Culturale “Gruppo Costumi Storici Valli del Leno” – Laimpachtaler Zimbarn

È

probabilmente una delle più giovani associazioni in valle ed ha da poco compiuto i primi 5 anni della sua vita, ma in questo primo lustro si è dimostrata collante della Comunità che accomuna e unisce. Stiamo parlando dell’Associazione Culturale “Gruppo Costumi Storici Valli del Leno – Laimpachtaler Zimbarn”. Infatti, seguendo il motto “l’unione fa la forza” e mettendo in pratica il principio di “fare rete”, fin dalla sua fondazione non si è limitata al territorio comunale, ma ha voluto ricomprendere l’intero territorio delle Valli del Leno. Fin dall’inizio ha voluto curare i rapporti, oltre che con le tre amministrazioni comunali di Vallarsa, Trambileno e Terragnolo, anche con le relative istituzioni: dalle biblioteche alle scuole del territorio, donando ad esempio copie del “Dizionario cimbro delle Valli del Leno” e organizzando lezioni inerenti la cultura cimbra con la storia, le tradizioni, i balli popolari e, prima di tutto, l’antico dialetto cimbro caratteristico del nostro territorio. Al primo posto vi è il coinvolgimento, oltre delle istituzioni, anche delle associazioni, sempre a favore della Comunità. Un esempio ne è l’antica Festa del Corpus Domini con solenne celebrazione e processione eucaristica, fatta ri-

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vivere proprio dalla Associazione Culturale Valli del Leno, alla quale hanno aderito il Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari insieme al Gruppo Allievi con i ragazzi da 12 a 17 anni, nonché l’equipaggio dell’associazione di soccorso “Orsa Maggiore”, due importanti sodalizi, ai quali si è aggiunta la rifondata compagnia sizzeri. Mentre l’anno scorso la Solennità del Corpus Domini è stata l’occasione per festeggiare i 40 anni di sacerdozio di don Armando nonché il 50° di sacerdozio di don Cornelio Campagna, l’anno prima è stata l’occasione per celebrare il 10° anniversario dell’istituzione dell’Unità Pastorale Vallarsa. La Festa del Corpus Domini, dunque, è divenuta nuovamente un importante annuale punto d’incontro per l’intera Comunità, come lo è stato per secoli. L’Associazione Culturale Valli del Leno ha istaurato rapporti, relazioni e amicizie anche oltralpe: ben tre Gruppi Costumi Bavaresi hanno già fatto visita alla nostra valle, ed è stata l’occasione per collaborare con le altre realtà associative presenti in valle, come il Circolo Lamber, l’Associazione Rio Romini e Pasubio 100 anni, per citare alcuni esempi. L’anno scorso si è aggiunta un’ulteriore prima importante collaborazione, precisamente con il nostro Museo Etnografico, organizzando insieme un ciclo di conferenze sulla storia delle Valli del Leno dal suggestivo titolo “Antico Leno”, un’iniziativa che prosegue anche quest’anno. Infine, da non dimenticare i rapporti di amicizia istaurati con il Gruppo di Danza Popolare di Ora che ha già partecipato alla nostra Festa del Corpus Domini – rapporti che proseguono, eseguendo insieme balli popolari, e fondati non solo sull’amicizia, ma anche su legami storici. Basti pensare che il loro presidente Rainer Cuel ha radici comuni, essendo i nonni oriundi di Folgaria come testimonia il suo antico cognome cimbro. Sono trascorsi, dunque, già cinque anni, da quando l’associazione è decollata ed essa vuole continuare su questa via per mantenere vive anche in futuro le radici e tradizioni culturali ritrovate a favore della propria Comunità.


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La festa del pensionato Movimento Pensionati e Anziani

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’attività dell’associazione per i primi 6 mesi dell’anno si conclude con un importante appuntamento. La festa del pensionato, manifestazione svolta in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, al primo sabato di luglio con il ritrovo dei numerosi soci, dei cittadini ultrasessantacinquenni residenti in Valle ma anche dei residenti all’estero che tornano per i mesi estivi. È una giornata speciale, una giornata di festa per tutti, dai volontari agli invitati, agli ospiti inaspettati. Tutti accomunati da un sentimento: l’amore per la Vallarsa. Saluti, abbracci e chiacchiere fra persone che non si vedono dall’anno precedente o forse da più tempo. La prima, nel 1993, era la festa dell’anziano, le successive erano la festa della terza età, poi

festa del pensionato fino a quella dell’anno scorso ma sempre bellissime feste piene di bella gente con tanta voglia di vivere, ma la prossima sicuramente sarà ancora meglio…anche con te se hai l’età per partecipare.

Ci sarà da festeggiare per traguardi importanti. Saranno ricordati gli amici che ci hanno lasciato. Ci saranno musica e divertimento e speriamo nel bel tempo. Appuntamento al 6 luglio 2019.

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Quarant’anni di ricerche, di studi, di attività museale e di didattica Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa

Giusy Daniele

La costituzione del “Centro Promozionale Vallarsa” risale all’agosto 1979 e venne annunciata dalla rivista “Voce della Vallarsa”1. L’articolo è stato scritto da Enrica Rippa, per “rendere noto a tutti che da poco tempo si è costituito il “CENTRO PROMOZIONALE VALLARSA”, sostenuto finora da un gruppo di volonterosi”.

La copertina della rivista LA VOCE DELLA VALLARSA di luglio agosto 1979 dove c’è l’articolo che riporta la costituzione del “Centro Promozionale Vallarsa”. (Cortesia di Aldina Martini).

Lo scopo era quello di “approfondire la conoscenza della nostra Valle in tutti i suoi aspetti, da quello storico, naturalistico, geologico a quello linguistico, culturale e di mettere il prodotto di questa ricerca a disposizione di tutti.” Il Gruppo Promotore ha sottoscritto l’articolo con i suoi componenti, Grazia Stoffella, Aldina Martini, Geremia Gios, Enrica Rippa, Camilla Rigo, Cristina Arlango, Maria Arlango, Sandra Arlango e Toni Bernardini. Rippa E. Ènato il “Centro promozionale Vallarsa”. In: Voce della Vallarsa 1979 (4) pag. 8.

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La dissolvenza di una civiltà Con questa iniziativa, si continuò in maniera più strutturata a riportare alla conoscenza storica i valori umani, sociali, culturali che per secoli furono patrimonio comune di tutta la Valle. Questo prezioso patrimonio da sempre era lasciato alla tradizione, rimandato attraverso le generazioni che vissero nella Civiltà Contadina. In tempi in cui nel nuovo contesto sociale della Valle si stava sempre più imponendo la Civiltà Industriale e Tecnologica, tutto sarebbe stato destinato all’oblio. Non si vuole ritornare al passato “ma ricuperare oggetti, attrezzi, per allestire una mostra che dovrà essere completata dal racconto vivo sull’uso e sull’importanza che questi avevano.” “C’erano ancora persone che vissero in quei periodi, che erano in grado di ricordare ed erano disponibili per offrire testimonianze di prima mano.” Si è in questo modo evitato che oggetti, mobili, utensili che appartenevano alla scomparsa civiltà e che ancora si potevano reperire andassero altrimenti inesorabilmente perduti. I lavori di un tempo Con grande entusiasmo e con Il contributo maggiore dato dal “Movimento Pensionati” si iniziò la raccolta di vecchi oggetti delle case che erano un tempo contadine ed arnesi da lavoro obsoleti che si trovavano accantonati nei siti non più usati (cantine, volti, stalle). Dal 7 al 16 agosto 1984 fu organizzata la mostra “I lavori di

un tempo”2 presso la scuola elementare di Raossi. L’idea di prolungare la mostra e permettere anche ad altri di conoscere questi oggetti piacque. Il Comune dette in uso al “Centro Promozionale Vallarsa” la ex scuola elementare di Riva di Vallarsa e la collezione proseguì. Il “Museo della Civiltà Contadina della Vallarsa” fu aperto al pubblico nell’agosto del 19963

La pagina de l giornale “Alto Adige” e la notizi a della mostra “I lavori di un tempo”. Domenica 19 a gosto 1984 (Cortesia di Aldina Martini).

Il ritorno dei profughi in Valle Per ricordare il sessantesimo del ritorno dei primi profughi in Valle dopo la fine della Grande Guerra, mentre proseguiva la minuziosa raccolta e sistemazione degli oggetti per allestire la mostra e poi il museo, il neo-costituito “Centro Promozionale Vallarsa” aveva iniziato la raccolta di testimonianze direttamente dai sopravvissuti alla deportazione e di immagini relative a quei periodi. Tutto questo materiale fu ordinato Alla riscoperta della civiltà contadina. Alto Adige, 19 agosto 1984, pag. 9.

2

Inaugurazione “Museo della Civiltà contadina della Vallarsa”. Vallarsa Notizie n. 17, 1996. pag. 57. 3


DALLE ASSOCIAZIONI

ed esposto nella prima mostra del Centro, “La Vallarsa e la sua Gente” presso la scuola elementare di Raossi nei mesi di luglio e agosto 1981.4

La pagina del giornale “Alto Adige” e la notizia della mostra “ La Vallarsa e la sua Gente”. Mercoledì 12 agosto 1981. (Cortesia di Aldina Martini).

Iniziano le Pubblicazioni

ze e racconti di vita durante la Grande Guerra furono raccolte e pubblicate.6 Come viveva la Comunità di Vallarsa nel tardo Medioevo e nel Rinascimento L’interesse culturale degli studiosi permise di conoscere come durante il periodo della dominazione veneziana (dal 1439 al 1509) il governo di Venezia lasciò alla comunità della Valle l’indipendenza amministrativa e fece ulteriori concessioni di tipo fiscale ed economico.7 Ma in modo particolare, la comunità della Valle, oltre a gestire i beni collettivi (boschi, pascoli, strade), si fece interprete delle esigenze primarie della persona e lo sancì con apposito “regolamento” e così, quello che era stato “modo di vita” e veniva chiamato “antica consuetudine”, divenne “legge”.8-9

ha illustrato, dalla semina alla spiga ed alla farina, la preparazione del pane come si faceva in casa un tempo (1985). “Scavando nella Storia della Valle è stato rivisitato l’antico uso della fiera, profondamente legato alla terra che riserva doni in ogni stagione”, con il ritorno della Fiera di S. Luca nel 1987, iniziata nel 1764 e sospesa negli Anni ’60 del XX secolo.10 Sono state pubblicate anche le descrizioni delle fatiche dei contadini di un tempo e dei loro lavori per procurarsi le risorse alimentari, i ricordi dei lavori stagionali nei boschi, la scuola e la sua importanza nell’istruzione di base, l’antico fervore per preparare la sagra in occasione della festa patronale.11

La copertina del primo numero del la rivista “La Fiera di San Luca”. (Cortesia del Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa).

La prima di copertina del libro “La Vallarsa e la sua Gente. Testimonianze della Grande Guerra” (Cortesia di Aldina Martini).

Per conservare il patrimonio culturale altrimenti irrecuperabile del prezioso materiale esposto nella mostra, il Centro curò la pubblicazione “La Vallarsa e la sua Gente. Testimonianze della Grande Guerra.”5 riordinando i testi e le immagini in modo da essere editi a stampa. Ulteriori testimonian-

La prima di copertina del libro “Vallarsa. Il volto della Comunità. (Cortesia di Aldina Martini).

Le ricostruzioni degli aspetti di vita della civiltà contadina Alla mostra dei vecchi attrezzi agricoli è seguita quella che Martini A. Miorelli A. Una vitta nuova, in quieta e in soportabile. Longo Ed., Rovereto (TN), 1994. Pagg. 148.

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Martini A. Carta dei Privilegi. Fiera di San Luca 1988. Pagg. 20-21.

7

Martini A. Il volto della Comunità. In: Vallarsa. Il volto della Comunità. Longo Ed., Rovereto (TN), 1989. Pagg. 9-25.

Il “futuro” del “passato” Per i lusinghieri risultati ottenuti pure dal museo, con entusiasmo furono promosse ulteriori attività culturali e quello che per i fondatori del “Centro Promozionale Vallarsa” era il “futuro” da raggiungere, è divenuto l’attuale “presente” nell’espressione delle molteplici attività che il “Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa” porta avanti con apprezzati riscontri e con nuovi obiettivi.

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Molinari S. I terribili giorni di fuoco rivivono nelle vecchie foto. Alto Adige, 12 agosto 1981, pag. 8.

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Centro Promozionale Vallarsa. LA VALLARSA E LA SUA GENTE. Testimonianze della Grande Guerra. La Grafica Ed., Mori (TN), 1982. Pagg. 80. 5

Martini A. I secoli XVI, XVII e XVIII: l’autogoverno delle comunità. In: Le Valli del Leno, Vallarsa e valle di Terragnolo. Nuova Grafica Cierre Ed. Verona, 1990. Pagg. 75-83.

9

10 Martini A. Fiere e mercati. Fiera di San Luca 1987.

Martini A. Boninsegna A. Centro Studi Museo Etnografico Vallarsa. Attività culturale, di ricerca e didattica. 1979-2010. CLEUP Ed., Padova, 2011. Pagg. 14-22.

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DALLE ASSOCIAZIONI

Soccorso, Auto amica, soccorso piste

Ettore Piffer, presidente

Orsa Maggiore

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ostante l’attività dell’Orsa Maggiore, e quella che, e appena trascorsa è stata un’annata densa di impegni, lavoro e grandi soddisfazioni. L’Associazione infatti ha confermato e conferma la sua presenza operativa nel servizio in convenzione con l’APSS 118, ma soprattutto la sua presenza sul territorio. Infatti, quasi sempre, garantisce risposte in tempi brevi per le urgenze / emergenze in valle, rispondendo anche in fasce orarie non convenzionate. Nelle domeniche e nei festivi infrasettimanali, dispone un secondo equipaggio nell’evenienza in cui il primo venga richiesto per urgenze a Rovereto. Continua l’impegno dell’Auto Amica in convenzione con il Comune di Vallarsa, un servizio che ci risulta essere sempre più apprezzato con il passare del tempo e che ci vede sempre più vicini ai nostri concittadini. Prosegue anche la presenza del gruppo Soccorso Piste

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nel comprensorio sciistico di Polsa-San Valentino, una collaborazione che dura ormai da oltre cinque anni. Tutto quanto detto in precedenza è possibile grazie alla grande dedizione di tutti i Volontari ed i Dipendenti che operano nei vari ambiti. Proprio per questo il nostro sforzo formativo ha portato ad un nuovo corso dal quale sono usciti tredici soccorritori che attualmente stanno svolgendo la fase di tirocinio. Soccorritori che ci auspichiamo vorranno scegliere la via del Volontariato con Orsa Maggiore. Inoltre l’Associazione, da affiliata ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), ha anche iniziato a for-

mare un gruppo di operatori di Protezione Civile organizzati appunto da ANPAS. Ma l’impegno continua anche nel mantenere il livello del servizio offerto, attraverso il mantenimento e rinnovamento del parco ambulanze. È di fatto alle liste la sostituzione di una ambulanza, entro l’estate, con una nuova ambulanza, dopo che altre due sono state sostituita da altrettante acquistate usate in ottimo stato.


DALLE ASSOCIAZIONI

Sci, Yoga, balli e anche la palestra U.S Vallarsa Il 2019 è partito col botto per l’U.S. Vallarsa, che è finalmente riuscita a riproporre il corso di sci per bambini (venuto meno per un paio d’anni per via delle scarse adesioni). Una decina di bambini della Valle ha partecipato al corso che è stato organizzato – da gennaio a marzo – sulle piste del Comprensorio sciistico Folgaria/ Fiorentini, con partenza e arrivo a Serrada. A fine gennaio è ripartito il corso di Yoga, con una serie di lezioni dedicate a “Rilassamento, movimento consapevole e dinamico, concentrazione mentale e meditazione”. Sempre a gennaio è ripartito, dopo la pausa natalizia, il corso di balli di gruppo. Nel mese di marzo l’U.S. Vallarsa è riuscita a lanciare una novità, che ha avuto un notevole riscontro in termini di iscritti (tanto da dover prevedere due distinti corsi): è stato infatti proposto per la prima volta un corso di pilates posturale, focalizzato su “Tonicità e flessibilità muscolare per migliorare la postura e la consapevolezza corporea”. Ad aprile un dirigente dell’Associazione, Daniel Pinter, ha portato avanti l’iniziativa destinata a fare entrare la pratica dello sport nelle scuole: attraverso il progetto scuola e sport, per tutto il mese di aprile, Daniel ha insegnato alle classi seconde, terze, quarte e quinte della Scuola Primaria di Raossi F. Cavallin la pratica della pallavolo. L’iniziativa si è conclusa con una giornata finale allo stadio Quercia di Rovereto, che ha visto la presenza delle delegazioni di tutte le scuole della Vallagarina. Nella primavera del 2019 è entrata nel vivo la gestione della palestra GymValley di Par-

rocchia. Sono state introdotte delle novità volte a favorire l’adesione alla palestra e la sicurezza di chi si allena: è infatti ora possibile iscriversi alla palestra compilando la modulistica presso la biblioteca comunale di Vallarsa, ritirando la chiave di accesso che verrà attivata in base alla portata dell’abbonamento richiesto. È stato inoltre messo a disposizione di chi si allena un dispositivo tramite il quale si possano allertare i referenti della palestra in occasione di eventuali infortuni. Altre novità sono previste per l’estate, fra cui l’arrivo di nuovi macchinari. Per l’estate l’Unione Sportiva Vallarsa ha previsto una serie di eventi perseguendo da un lato la collaborazione con le altre realtà associative della Valle, e dall’altro la pratica di diversi tipi di sport. L’Associazione organizzerà, in collaborazione con il Movimento Pensionati e Anziani, un torneo di bocce nella giornata del 16 giugno 2019. Domenica 14 agosto l’Associazione organizzerà, in collaborazione con Kiosko dei Poiani, un torneo di calcio splash, mentre il 15 agosto l’Unione Sportiva Vallarsa riproporrà la classica partita fra scapoli e ammogliati. Il 31 agosto in collaborazione con la Schützenkompanie Vallarsa-Trambileno verrà riproposta la Tirolerfest dove a margine della festa ci saranno giochi e tornei di vario tipo, fra cui un torneo di calcio a 5. Per informazioni sui corsi attivi e per nuove proposte l’Unione Sportiva è raggiungibile ai seguenti recapiti: us.vallarsa@gmail.com – 349 3745858. Grazie a quanti sostengono l’Associazione, e buona estate a tutti!

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I NOSTRI STUDENTI

Dottore, dottore...

Prosegue la rubrica che dedica uno spazio a ogni nuovo laureato Vallarsa. Speriamo di non aver dimenticato nessuno, segnalateci i nuovi laureati all’indirizzo vallarsanotizie@comune.vallarsa.tn.it. Facciamo loro i nostri complimenti e dedichiamo loro alcune pagine per presentare le loro tesi di laurea.

LAURA RIGO Università degli Studi di Verona – Sede di Trento Corso di Laurea in Infermieristica Relatore: dott. Claudio Ramponi Correlatore: dott.ssa Stefania Armani Voto di laurea: 105/110

IL SOCCORSO AL TRAVOLTO DA VALANGA: COME RICONOSCERE E GESTIRE L’ARRESTO CARDIO-CIRCOLATORIO CAUSATO DA IPOTERMIA Vivere in montagna insegna quanto sia imprevedibile la natura e fa comprendere quanto sia importante agire con prudenza. Uno degli scenari più impressionanti che può offrire è sicuramente quello della valanga (facendo riferimento ad una valanga non programmata e controllata dall’uomo), che, in modo inaspettato e inarrestabile, con la sua potenza, travolge e spazza via tutto ciò che si trova sul suo percorso. Per quanto sia affascinante è una delle manifestazioni naturali più temibili per l’uomo, infatti la sopravvivenza in valanga sulle Alpi è pari al 90% dopo un’estricazione in 15 minuti, con un seguente calo drastico della stessa dopo questa tempistica. Per questo motivo l’emergenza in valanga è una delle più grandi sfide per i soccorsi di montagna ed i servizi di emergenza extra-ospedaliera, poiché richiede una grande preparazione del personale e una forte sinergia tra i vari organi di soccorso.

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Difficilmente, dopo lunghi tempi di sepoltura il paziente è ancora in stato di vigilanza, per questo quello che ha stimolato la mia curiosità, è la gestione del paziente in arresto cardiaco da ipotermia accidentale. La complessità non è racchiusa solamente nelle tecniche precise di ritrovamento e disseppellimento che devono essere messe in atto dal personale tecnico-operativo del soccorso, ma anche dall’identificazione del paziente che è realmente in arresto cardiaco da ipotermia. Le cause di mortalità quando si viene sepolti da una valanga, sono principalmente l’asfissia (65%), i traumi (19%) ed altre cause, che ricoprono una piccola percentuale, il 6%. All’interno di queste vi è la morte per ipotermia, per annegamento o per arresto cardiaco. L’ipotermia è un abbassamento della temperatura corporea al di sotto della media fisiologica di 37°C, con conseguenti modificazioni metaboliche, circolatorie e neurologiche. Inizialmente vengono messi in atto dei meccanismi di compenso temporanei, che però non riescono a far perdurare a lungo il loro effetto per un periodo

protratto nel tempo: l’esposizione a temperature estreme per lunghi periodi comporta l’inefficienza dei meccanismi di termogenesi e di termoconservazione, portando ad una progressiva diminuzione della temperatura corporea, fino ad arrivare gradualmente ad una soppressione delle attività metaboliche, della funzione neurologica centrale e periferica e della funzione cardiocircolatoria, facendo sopraggiungere infine la morte. Basilare è saper identificare nel modo corretto il paziente in ipotermia rispetto ad altre condizioni cliniche, in quanto non tutti i pazienti freddi sono ipotermici. Se fosse in arresto cardiaco da asfissia con conseguente instaurarsi di ipotermia, non ci sarebbero chance terapeutiche da mettere in atto; nel caso invece di arresto cardiaco conseguente a ipotermia è consuetudine dire che “non è morto finché non è un morto caldo”, ovvero possono essere messi in atto interventi medici efficaci grazie al rallentamento delle funzioni metaboliche e al ridotto consumo di ossigeno a livello cellulare. Per poter identificare quindi il


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paziente in ACC da ipotermia e che può essere rianimato, si utilizzano quattro indicatori fondamentali: 1. Il tempo di seppellimento – possono esserci tempi molto lunghi di ritrovamento per le precarie condizioni climatiche ed ambientali. Secondo i più recenti studi il tempo massimo di seppellimento con sopravvivenza senza esiti neurologici è considerato di 35 minuti, a meno che non ci siano le vie aeree pervie con la presenza di una tasca d’aria. 2. La pervietà delle vie aeree e presenza di sacca d’aria – spazio libero davanti al naso e alla bocca che permette la pervietà delle vie aeree e uno scambio di gas. È molto complesso da comprendere in quanto è facile che i soccorritori distruggano la tasca durante le manovre di soccorso con il loro peso o lo spostamento della neve durante gli scavi. In caso di dubbio quindi è buona pratica iniziare una breve Rianimazione Cardio-Polmonare per valutare la possibile ripresa spontanea di circolo. 3. Temperatura corporea interna – il metodo più affidabile è la misurazione della temperatura interna sul territorio tramite l’inserimento di una sonda esofagea. Le raccomandazioni incoraggiano ad effettuare il massaggio cardiaco anche con temperature interne inferiori a 10°C. 4. Potassio sierico – è un indicatore di lisi cellulare e se vengono rilevati dei valori elevati significa che l’arresto cardiaco è dato da asfissia e non da ipotermia e quindi la rianimazione non deve

essere messa in atto perché non può esserci una ripresa delle funzioni vitali. Ancora prima di trovare il sepolto i sanitari hanno l’addestramento per iniziare a farsi un’idea sulle problematiche fisiche, e quindi sul tipo di trattamento del quale necessita il coinvolto, analizzando la tipologia di neve presente. Il ruolo del medico e dell’infermiere è quello di valutare lo stato di coscienza, mantenere la pervietà delle vie aeree e supportare la ventilazione, reperire un accesso venoso per la somministrazione di liquidi caldi a 42°C, mettere in atto il massaggio cardiaco manuale o meccanico tramite specifici dispositivi innovativi, e la defibrillazione (nei casi dove essa è indicata). Inoltre è importante saper come estrarre la vittima dalla neve e mobilizzarla nel modo corretto, in quanto si può facilmente andare incontro ad una condizione patologica chiamata afterdrop, ovvero la movimentazione del sangue freddo dalla periferia verso i distretti centrali, sangue che è ricco di sostanze tossiche, che comporterebbe un peggioramento drastico della condizione clinica. Per garantire delle buone possibilità di sopravvivenza ai travolti da valanga si deve cercare di ridurre al minimo il tempo di ricerca e di disseppellimento. È importante che tutti coloro che si cimentano negli sport in montagna siano addestrati a gestire i momenti di pericolo e devono essere equipaggiati dal kit di autosoccorso, ovvero: ARTVA, sonda e pala, oltre che ad un vestiario corretto. Possono essere utilizzati anche airbag (che riducono i traumatismi ed il rischio di asfissia facendo galleggiare la persona sulla neve della va-

langa) e boccagli (che permettono di far respirare sotto la neve della valanga riducendo il rischio di asfissia ed annegamento). Il paziente verrà trasportato in un ospedale in grado di mettere in atto la circolazione extracorporea con riscaldamento del sangue. La sopravvivenza da arresto cardiaco extraospedaliero per ipotermia accidentale è del 16,7% ma solo il 6,3% mostra un outcome favorevole senza danni neurologici a 3 mesi dall’incidente. Fondamentale è il primo soccorso da parte dei compagni di escursione, per questo è importante concentrare le risorse disponibili per la formazione e l’educazione all’utilizzo corretto degli strumenti e alle manovre da mettere in atto in situazioni di emergenza. Solo continuando con la ricerca, formando e responsabilizzando gli escursionisti (facendo conoscere la montagna e facendola rispettare, riducendo così anche la probabilità di formazione delle valanghe) e aggiornando continuamente il personale, si potrà andare incontro ad una reale diminuzione del tasso di mortalità da valanga, rendendo la montagna un luogo da vivere con consapevolezza e prudenza.

Soccorso piste – Orsa Maggiore

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LA VALLARSA IN LIBRERIA

La partenza di molti, il ritorno di pochi Il diario di Giulio Costa diventa un libro e una canzone

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a storia di prigionia di Giulio Costa, di Vallarsa, raccontata nel suo diario è diventata un libro. A fine marzo al teatro comunale di Vallarsa a S.Anna, il Coro Pasubio e il Comune di Vallarsa hanno presentato il volume che racconta il calvario del proprio concittadino reduce della seconda guerra mondiale. Una storia tragica, rimasta nei ricordi di Giulio, che nel 2000 è diventato un diario scritto a mano su un quader-

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no passato ad amici e vicini di casa. Oggi, grazie alla volontà dei familiari, allo stimolo del Coro Pasubio nel quale ha cantato diversi anni e con il sostegno economico del Comune di Vallarsa è diventato un libro edito da NewBook edizioni di Rovereto. Aveva 19 anni Giulio Costa quando il 3 gennaio 1941 si dovette consegnare al Distretto Militare di Trento, lasciando la sua casa a Costa di Vallarsa per andare in guerra. Dal Pasubio che lo ha visto nascere si è trovato sull’isola di Corfù l’8 settembre 1943 quando, tra il sentimento comune che la guerra sarebbe presto finita, è iniziato il suo calvario. Fatto prigioniero dai tedeschi era sulla nave “Mario Rosselli” quando fu silurata ed affondata e si salvò solo perché non sapendo nuotare rimase aggrappato ai pezzi della nave. Catturato, iniziò un lungo viaggio di lavori forzati, fame, violenza e soprusi che lo portò in Grecia, Ungheria Polonia, Russia, Lituania, Germania prima

del ritorno a casa a guerra finita. Strazianti le pagine del racconto che illustra la violenza gratuita che i soldati tedeschi avevano verso i loro colleghi ex alleati e ora prigionieri, già lasciati a lavorare di fatica nutriti solo da brodo di rape. Giulio Costa ha portato dentro se questa storia lui, partito ragazzo dal paesino di Vallarsa, si è trovato in mare e in giro per l’Europa potendosi salvare aiutato dalla fede e dall’esperienza dei lavori in malga che lo ha aiutato a sopravvivere nei momenti bui. Ancora oggi, a quasi 98 anni, ricorda quei giorni e li condivide con le nuove generazioni. Grazie al Coro Pasubio che con la biblioteca comunale e il Comune di Vallarsa hanno voluto fortemente questa pubblicazione, la storia di Giulio viene condivisa al pubblico ed è un messaggio per i ragazzi. Ed ora è anche una canzone. Ivan Cobbe, leggendo la storia ha scritto la canzone “Diario” che il suo Coro Pasubio sta proponendo nei propri concerti.


LA VALLARSA IN LIBRERIA

La cioccolata dei missionari Bestiame, frumento e l’eredità di Padre Kino nel Messico settentrionale e in Arizona

È

un libro di storia e ricette quello scritto da Elisabetta Giacon Arlanch. “LA CIOCCOLATA DEI MISSIONARI bestiame, frumento e l’eredità di Padre Kino nel Messico settentrionale e in Arizona” è l’appassionato racconto di un particolare ponte esistente tra l’Europa e l’America, e, attraverso la figura di “Padre Kino” (Eusebio Francesco Chini), fra il Trentino e la regione della Pimeria Alta, distesa tra l’Arizona e il Messico. Uno sguardo che non si limita all’aspetto religioso della vita del Gesuita e Missionario trentino, ma che si allarga all’aspetto alimentare e gastronomico e soprattutto sull’eredità da lui lasciata in quelle zone: dal prezioso materiale cartografico riccamente riproposto all’interno del libro, alle coltivazioni a quel tempo sco-

nosciute, all’allevamento di bestiame e costruzione di fattorie secondo i sistemi tipici della nostra regione. Al tempo stesso la possibilità di aver portato in Europa altrettanti alimenti a noi ignoti, ponendo l’attenzione soprattutto sul

cacao e la cioccolata. Il libro è arricchito da un corredo fotografico e da una serie di ricette dolci e salate. Per i lettori di Vallarsa Notizie che si rivolgono ad Osiride è previsto uno sconto del 10% sul prezzo di copertina.

FOLKLORE IN TRENTINO – STORIA E PROTAGONISTI Il costume e la sua Comunità “Folklore in Trentino – storia e protagonisti” si chiama il nuovo libro, scritto dal professore universitario Christian Arnoldi, studioso di antropologia alpina e ricercatore presso il Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina, insieme al dott. Roberto Bazzanella, storico ed etnografo trentino. La pubblicazione contiene la descrizione dei costumi dei vari territori provinciali. Significativa è l’analisi degli autori: “Il costume fa parte del territorio, del ‘noi’ e serve per dare corpo all’immagine collettiva di una comunità”. Un capitolo è dedicato anche al costume della Vallarsa, ossia l’abito festivo maschile con la caratteristica giacca rossa e quello femminile con il particolare cappello nero decorato con un cordone blu, definito “non un costume tipico o folclorico, ma un vero costume storico che alla base ha una vasta e dettagliata documentazione”. Infine, è contenuta una breve cronistoria dell’Associazione Culturale che ha fatto rivivere l’antico abito della nostra Comunità, il “Gruppo Costumi Storici Valli del Leno”.

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DAI LETTORI

100 anni fa in Vallarsa Comm. Arthur Stoffella

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ei primi mesi del 1919 i vallarseri tornano in valle, molti devono ancora vivere in baracche e incomincia la ricostruzione delle case distrutte. La frazione di Parrocchia è una di quelle più colpite. Tutte le case sono distrutte, compresa la chiesa e il cimitero. Un pittore di guerra austriaco nel 1916 ha realizzato un dipinto del cimitero. Nel quadro si nota una trincea nel mezzo e tutto il resto sconvolto dalle granate. L’autore scrive: “In Vallarsa nemmeno i morti hanno pace”. Il paese viene ridisegnato dalle autorità militari. Le case ricevono un tetto nello stile italiano, come scrive il grande scrittore trentino Aldo Gorfer nel suo libro “Il Trentino“. In Vallarsa vi è chi pensa a trasferire la parrocchia a Raossi, ma le autorità militari non lo acconsentono, in quanto non sarebbe opportuno avere un grande campanile (l’unica costruzione rimasta in piedi a Parrocchia) con vicino una piccola chiesa e cimitero. Anche il giovane S. M. trova il tempo di scrivere un diario sul periodo 1914-1919. Il racconto di questo giovane tredicenne è stato giudicato, da una commissione di esperti storici, scritto così bene, che è stato scelto per essere pubblicato nel libro “Gli spostati, profughi 1914-1919”, stampato nel 2015. Vediamo cosa scrive questo giovane (anche noi manteniamo la scrittura di allora): „La mattina del giorno 16 del suddetto mese di agosto 1914 il buon uomo pieno di dolore e con gli occhi velati di lacrima, baciava i suoi figli e la sua con-

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sorte per andare ove il destino lo guidava. La buona donna piangeva dirottamente quando il babbo saliva sul carro, che pure quello doveva consegnare assieme al cavallo al governo, e dato un altro saluto si mise in moto e partì. Lui mentre camminava voltava ogni qual tratto la testa, dava un ultimo saluto ai suoi cari che lasciava dietro di sé, finché il carro si perse nella strada e nelle svolte che non sono poche. Noi sempre fermi in un bel punto ove l’occhio poteva scrutare un bel tratto di strada su cui percorreva, tutti malinconici e silenziosi si attendeva che il carro esca da una grande svolta per osservarlo un’altra volta (…). Nell’estate del 1916 la buona donna (madre) teneva in vita i suoi cari genitori che trovansi in Corte nella paterna casa, infermi dalla vecchiaia dell’età già avanzata. Il pensiero le diceva di andarli a farli una visita prima di abbandonargli per sempre su questo mondo pieno di dolore. Con tanto pericolo della propria vita la sventurata coraggiosamente si mise in cammino verso il paese natio sicura di raggiungere i suoi cari. Fatti pochi metri, al restello (cancello) come lo chiamiamo noi quel punto, ove la donna trova ostacolo. Due R.R.C.C. (Regio Carabinieri) colà di sentinella, non le permisero di proseguire il suo cammino, e l’imposero di ritornare in dietro ed essa eseguì controvoglia tale ordine. Per tutta la mattina la poveretta pianse dirottamente, dicendo di non rivedere più coloro che l’hanno data la vita (…). Circa le otto di sera dello stesso giorno alcuni R.R.C.C. vennero

in casa dicendo di partire subito altrimenti avrebbero adoperato la forza. E dove andare? Disse la donna piangendo. Non è niente, risposero, e cosa di qualche giorno, poi ritornerete nuovamente alle vostre case. Per ora lasciate ogni cosa e andate al Piano, un paese lontano non più d’un chilometro. La buona donna non sapeva i suoi pensieri. Si slanciò in stalla staccò le bestie dalla mangiatoia dandole ampia libertà. Quelle povere bestie, dal mese di novembre che erano stallate e si credeva che andassero a rovinarsi in qualche precipizio, fecero bensì un galoppo uscite dalla casa, ma poi vedendosi sole, quei quadrupedi si fermarono in cortile come per aspettare qualcuno. Dalla stalla la mamma si recò in camera apri il tiretto del cassabancone, trasse tutti i documenti e gli oggetti d’oro che possedeva mettendoseli in seno. R.R.C.C. dissero di prendersi del mangiare per due o tre giorni, e la mamma aveva già preparato una bricolla con dentro una mezza pezza di formaggio. Io presi la bricolla e andai nella camera dei genitori e presi il miglior abito della mamma e lo misi nella bricolla, poi andai in cucina, tiro il tiretto della credenza e prendo delle posate ponendole assieme all’abito (…). Incomincia ad albeggiare, nuovi ordini di partire verso l’interno dello Stato giunse per tutti, qualcuno diceva di voler ritornare a casa a prendersi delle cose preziose che aveva lasciato, perché ebbe fiducia alle parole dei R.R.C.C. i quali hanno detto che sarebbe ritornati il giorno successivo e sarebbe inutile prendere la roba. Ma non


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gli permisero per nessun motivo poiché il nemico stava proprio alle porte del paese abbandonato. Tutti in fila indiana s’andava verso l’interno del Regno (…). I prati venivano sfruttati dalle bestie nella stagione estiva. E ora erano coperti d’uomini, tutto il terreno coperto di tende, di carri, e munizioni d’ogni specie. Quanti soldati, abbiamo detto! Erano fitti come l’erba spagna nei prati nel mese di giugno. (…) Dalla svolta della strada vicino al cippo di confine, si affacciano delle automobili, arrivano fino a noi e poi si fermano. Un tenente ci invita di salire. Si parte, per dove non si sa. I fanciulli come pure io non dispiace viaggiare poiché si riteneva come un divertimento. Il camion si ferma a Schio provincia di Vicenza. La notte si avvicina e non si sapeva dove prendere domicilio. In ultimo abbiamo dovuto accontentarci con un po’ di paglia stesa per terra sotto gli alberi che fanno ornamento alla piazza principale di Schio. (…) Alla fine del terzo giorno accompagnati sempre da militari ci siamo recati alla stazione. Io non avevo fino oggi visto un treno, lo sentivo nominare solo e avevo una voglia pazza di vedervi un treno o meglio di salirci sopra. Guardavo attentamente quelle grosse carrozze che stavano ferme con le ruote sopra alle rotaie davanti a me, entro le quali ci stava della paglia, e poco prima avevano scaricato le bestie buoi da macello, e cavalli per truppa d’artiglieria ecc. Io non vedevo l’ora di salirvi per essere da queste trasportato via (…). Il giorno dopo si ferma a Legnago, Provincia di Verona, colà bisogna scendere e seguire i nostri vigili, ch’erano soldati, ove ci condussero in una grande piazza fatta per farne la fiera delle bestie. Questa piazza circondata da una tettoia e dalle grosse piante, aveva l’aspetto d’un giardino pubblico. Per terra stava della paglia che aveva-

no dormito i militari forse fino il giorno prima d’arrivare noi. Ora partiti abbiamo noi occupato il loro posto. Ci furono distribuite delle tende da campo e due coperte ad uso militare. Quelli due o tre militari che ci hanno accompagnati, c’insegnarono e aiutarono a costruire le tende. Alcuni tra i quali anche la mia famiglia presero posto sotto alle tettoie. Pel vitto non occorre descriverlo poiché tra noi e i militari non c’era nessuna differenza come pure il trattamento. Alla mattina un po’ di caffè e una pagnoca che serviva per tutto il giorno; a mezzogiorno un po’ di riso o maccheroni, alla sera non ci si trova differenza a quella del pranzo. Dopo trascorsi pochi giorni tutti erano pieni di sporcizia pieni di pidocchi. Qualcuno si ammala poi non si vede più. I bambini piccoli di tenera età morirono quasi tutti in poco tempo (…). Verso le ore sei del secondo giorno il treno rasentava la spiaggia del mar Ligure. La meraviglia nostra era immensa vedere quel grande specchio d’acqua e sopra d’essa galleggiare delle barchette. Più lontano fuori fino dove l’occhio poteva vedere c’erano anche delle barche a vela, guardando bene sembrava di vedere un colombo bianco posato sull’acqua. (…) Tutto un tratto mi sento svegliare da un forte e assoluto scatto del treno, s’era fermato tutto in un colpo. I ferrovieri aprirono i sportelli e alcuni altri fermi a terra dicevano: Scendete e venite con noi. Era notte dove ci condurranno ora dicevo non vedendo nessun fabbricato vicino, e nemmeno una luce. Il detto paese di Bevilacqua era bagnato da un piccolo torrente. In questo ruscello c’erano molti pesci, e noi si dava la caccia con la lenza, tutti i giorni si portava a casa del pesce che serviva d’alimento migliore in quel luogo. Qualche soldo si prendeva di sussidio e con quello si comprava il pane. Il sussidio non sod-

disfava per comperare un po’ di vestiario e l’inverno ci colse più nudi che vestiti. Qualche buon signore ci offriva qualche panno e così si incominciò affrontare l’inverno. Ci condussero davanti un altro fabbricato pari al primo nominato e giunti in detto luogo ci dissero di prepararsi pronti per il bagno. Cert’uni, specie delle donne, non volevano farsi il bagno ma non bisognava dire di no, erano ordini assoluti e tutti in acqua ben calda e disinfettante abbiamo preso il bagno, nonché tutto il vestiario è stato ben disinfettato, incominciando da quello che si portava in dosso e finire in quello di riserva. Dopo fatto questo ci assegnarono i letti entro grandi camerate, ben illuminate da grandi finestre. Forse sarà bello qui, dormire sui letti, ci daranno anche le lenzuola? Si domandava, pure quelle dicevano certi. E dopo portarono pure le lenzuola. I letti erano di ferro verniciato con la rete pure metallica che faceva elastico. Dovevano pensarci prima a condurci qui dissi fra me, senza lasciarci otto mesi nelle temperie. In quel luogo chiamato Celle Ligure situato fra Genova e Savona, l’aria più mite che fredda ci lisciava la faccia, e per la prima notte dormi come un principe. Stanco del viaggio e un buon letto lascio immaginare a voi… come dormi bene. Quando mi alzai dal letto sentivo un continuo rumore negli orecchi e ascoltavo attentamente, per non essere ingannato da qualche dubbio. Per quanta attenzione, non riuscivo identificare cosa fosse quel continuo ed ininterrotto fruscio che mi veniva sempre più noioso. Mi affaccio alla finestra, e mi trovo in faccia ad un gran specchio d’acqua di non poter vedere la fine. Solo ora mi accorsi, che quel disturbo sopra scritto non era che le onde del mare. Al piano terreno s’erano riuniti tutti e man mano che si entrava

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MALGA BOVETAL Hugo-Daniel Stoffella Con grande interesse ho letto nell’ultima edizione di Vallarsa Notizie l’articolo dell’Associazione Zamberlan Arrampicata sul notevole successo del primo raduno boulder a Campogrosso con oltre 100 partecipanti e 400 spettatori. Complimenti e tanto di cappello! Mi permetto di segnalare che, probabilmente per una svista, è stato scritto erroneamente “malga Bovental” (e così l’evento è stato battezzato “Boventalblock”). Il nome corretto, invece, è “malga Bovetal” (scritto anche “Boffetal”), mentre nei documenti dell’Ottocento troviamo ancora il nome originale “Bolfetal” che in cimbro significa “valle dei lupi”. Se l’intenzione fosse quella di cambiare nome, allora almeno sarebbe opportuno tornare al nome originale.

in sala mensa da quel giorno conosciuta ci vuotarono un mescolo di minestra nella gavetta. Nella sala mensa c’erano dei lunghi tavoli nonché le relative panche per sedersi. Il pensiero correva allora al tempo passato quando quel po’ di mangiare, si doveva andare cercarsi una pietra, per sedersi, oppure mangiare alimpiedi. Costì c’erano i letti per dormire, mentre prima appena un po’ di paglia stesa sul terreno, e la riposava la nostra vita. Anche il mangiare si poteva distinguere poiché essendoci più comodità veniva cucinato meglio, non solo, che i cuochi non sono più militari ma bensì dei profughi stessi, dimodo che avevano più cura in ogni cosa. (…) Non tanto sufficiente era il rancio dopo alcuni mesi di permanenza in detto luogo, poiché diminuivano giorno per giorno. Nel bosco si trova delle piante di ghiande e io me ne servivo di queste per farmi passare il tempo e pure l’appetito, che me le faceva gustare bene (…). Sono lontano dalla casa natia e sono già tre anni di assenza e sempre mi si presenta la sua bella immagine anche di notte mentre dormo davanti agli occhi e sempre presente allo spirito la vita di sacrificio la strada del Calvario che abbiamo percorso con tanta rassegnazione. Sempre più peggio si presenta la scarsità d’ogni cosa, la miseria abbonda sempre più. Il pane appena si poteva vederlo, il rancio non cambiava mai, era sempre castagne secche e qualche volta riso cotto nel brodo delle castagne allessate poco prima, e sulla superficie di detto brodo, galleggiava una grande quantità di insetti viventi nelle castagne e dopo cotte rimanevano nel brodo. Non bisogna buttarlo per questo, solo prendere il cucchiaio e levarle piano piano (…). Ogni bocca gridava un’unica parola, la pace la pace, le campane di ogni campanile suonavano allegramente senza fine, per le strade file di uomini con bandiere e cantavano gli inni Patriotici per la Vittoria. Pure noi profughi siamo andati nel paese di Varazze a festeggiare questa festa solenne, festeggiare la parola pace. Non tutti però stavano

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con l’animo gioioso, nella gioia di tutti, nel cuore delle madri delle spose, giaceva un gelido di malinconia tristezza, qualche disgraziata piangeva e sospirava mentre per distrarsi teneva la corona del S. Rosario nelle mani e pregava. Pensavano al figlio, al marito morti sul campo d’azione, sul campo di tante vittime pieno di dolori, e inutilmente attendeva il loro ritorno (…). I paeselli lungo la Valle erano irriconoscibili tutte le case sembravano e avevano la forma di una massa di sassi e calce. D’ogni parte del terreno, c’erano certi buchi scavati in special modo da non credere siano staio i proiettili. Certe file d’articolati davano una brutta impressione come pure tante bocchette delle gallerie scavate nei monti. Vedere tutte queste cose nuove, non sembrava davvero fosse la terra d’una volta, ove si è nati e cresciuti. Lungo il cammino si vedeva Campi Santi, nei prati qua e là delle croci, segno che giaceva una salma di un eroe della patria. Nei boschi non esisteva nessuna pianta, tutto avevano tagliato. Qua e là per la campagna vedevasi dei camposanti militari, pure nei boschi si trovava delle tracce umane, teste abiti corpi e tante altre cose da impressionarsi …”. “S. E. Comm. Ferdinando Redolfi, Vescovo di Vicenza, emanò una lettera ai RR. Parroci della Diocesi dove, inneggiando all’ottenuta vittoria delle nostre armi, raccomandava la raccolta d’indumenti per i fratelli del veneto riconquistato e del Trentino, descrivendogli lo squallore in cui si trovavano quelle popolazioni. Il grido dell’illustre Presule fu accolto benevolmente dalle Autorità civili e militari ed oltre cinquantamila colli furono spediti ed in ciò non furono dimenticati quel di Vallarsa. Aggiungo che la mia iniziativa ha il gradito appoggio dei maestri della Vallarsa; essi con la loro fervente italianità pongono ogni cura ad educare i piccoli redenti nel più puro ideale della Patria creando così una nuova coscienza generazionale. Nel crudo inverno molte madri in Vallarsa non hanno da coprire i loro pargoletti… Questi maestri pionieri di civiltà, con dolore vedonsi spesso giungere nelle aule scolastiche dei fanciulli bisognosi di tutto e che rappresentano la miseria che serpeggia in alcune famiglie, il che non era prima della guerra. E perciò nostro dovere, non solo di vicini, ma di compatrioti, ad attenuare in qualche modo le loro tribolazioni, e render meno dura la acquistata libertà, onde possano sorridere al nostro tricolore e non rimpiangere il funereo vessillo austriaco…” Leggendo quello che cento anni fa hanno scritto, e dopo che anche in passato avevamo sentito dai nostri “veci”, certamente anche queste righe ci fanno meditare.


Camosci e malghe foto di Gigliola Prezzi

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