Nino & David Solari

Page 1

Nino e David Solari più che una semplice passione Articolo di Vini Ciccarello

Quando Nino Solari arrivò ad Adelaide nel 1955, era un giovane di 18 anni e mai avrebbe immaginato che i Solari sarebbero diventati leggenda nel South Australia. Nino e suo figlio David sono diventati leggende nel mondo dello sport del ciclismo. Il Comitato Olimpico del South Australia ha insignito Nino dell’Ordine al Merito e David ha ottenuto probabilmente ciò che mai nessuno era riuscito a far prima diventando l’unico ciclista della storia ad aver vinto nello stesso anno il titolo nazionale Juniores sia in Australia sia in Italia.

che lo avrebbe portato in giro per il mondo, ebbe inizio in maniera del tutto casuale. Viveva in una casa davanti al famoso Velodromo di Norwood, costruito per commemorare l’incoronazione della Regina Elisabetta II. Norwood, che oramai è considerato uno dei quartieri periferici più alla moda del South Australia, all’epoca era come molte vecchie periferie dei quartieri poveri di tutto il paese, che forniva alloggi economici alle migliaia di migranti che avevano lasciato un’Europa devastata dalla guerra e le sue ampie e vecchie case potevano ospitare fino a venti persone.

Nino è nato a Sulmona in Abruzzo, una regione dell’Italia. Come molti prima di lui, le sue prospettive all’arrivo ad Adelaide rispecchiavano le stesse idee di chi l’aveva preceduto: lavorare sodo e risparmiare per poi tornare in Italia, riuscendo così a ristabilirsi serenamente nella propria terra natia.

«C’erano un sacco di nuovi emigranti Europei allora», ricordò Nino, «non c’era nulla da fare per loro, c’erano il pugilato e il ciclismo. Gli italiani non sapevano dove andare o cosa fare, tutti i bar chiudevano alle 18, così il venerdì sera andavamo al Velodromo Norwood, che era sempre pieni di gente».

Tuttavia le cose non funzionarono nella maniera in cui si aspettava e la sua carriera ciclistica,

È difficile ora immaginare che ci fu un periodo in cui il giovane rappresentante della comunità

di Norwood nonché futuro Premier del South Australia, Don Dunstan (Premier del South Australia tra giugno 1967 e aprile 1968, e di nuovo tra il giugno 1970 e il febbraio 1979) era impegnato a difendere i giovani uomini migranti dall’arresto per vagabondaggio, quando si riunivano in gruppi per le strade a chiacchierare, come da loro cultura e tradizione. Nino, che in Italia aveva guidato soltanto bici da donna, fu spinto a darsi alle corse dai suoi coinquilini Frank Piro e Marino Canala, corridori anche loro, con una bicicletta raffazzonata per lui. In seguito sua madre gli spedì dall’Italia una bicicletta Bianchi, «Ho cominciato nel 58-59 e non ricordo quando ho smesso. Il ciclismo aveva appena cominciato a essere molto popolare; lo era molto quando il Velodromo era a Norwood». Il successo arrivò presto per Nino non appena cominciò a gareggiare in Australia sia su pista sia su strada, specializzandosi nelle Sei giorni. Nel 1962 vinse


due corse nella Sei Giorni di Adelaide, con Giuseppe Ogna, e con il leggendario Sid Patterson nel 1963. Nino era solito elogiare in particolare uno dei suoi compagni: «Per quanto mi riguarda Sid Patterson era il migliore ciclista su pista al mondo, ha vinto due Campionati del mondo in due diverse specialità, Velocità e Inseguimento, qualcosa che nessuno ha mai fatto, qualcosa di impossibile! Era imbattibile, per me è stato il più grande e sono molto orgoglioso di aver vinto con lui». Nino riconosce come il ciclismo sia cambiato molto da quando lui aveva iniziato a gareggiare. «Le biciclette sono molto diverse e ci sono stati cambiamenti nei metodi di allenamento; adesso hanno dei tecnici che non avevamo mai avuto allora, facevamo tutto da soli. Alcune persone sapevano un po’ più di altri. Colin Shaw era il mio mentore». Il suo successo continuò e Nino divenne noto come il miglior amatore in tutte le specialità del ciclismo nel South Australia. Il suo amico Barry Skinner, ex presidente della Lega del Ciclismo Professionistico Australiano, disse riguardo Nino «Aveva la capacità di farsi male e stoicamente continuare a pedalare nonostante il dolore». Lo conferma quanto riportato dalla rivista sportiva Advertiser il 7 dicembre 1963 «Il ciclista tascabile Italiano Nino Solari è tornato a gareggiare alla Sei Giorni che si sta svolgendo al Velodromo di Norwood pur avendo una clavicola rotta... soffrendo e continuando a pedalare con un solo braccio, Solari è rimasto in pista per permettere alla sua squadra di poter portare a termine la gara... un vero eroe». La sua fortuna fu di aver lavorato con persone come Colin Shaw e Charlie Walsh (quest’ultimo recentemente ammesso nella

cevole è dovuto al fatto che il mio migliore amico cadde al primo giro subito dopo la riga del 1Km e questo ha significato non poter ripartire e concludere la gara al 6° posto e, ironia della sorte, se ciò non fosse accaduto avremmo potuto gareggiare contro l’Australia. Quell’incontro avvenne ugualmente, l’anno seguente a Lione, quando battemmo l’Australia per la medaglia di bronzo». Hall of Fame del South Australia), che l’hanno aiutato ad affinare le sue capacità e gli aprirono una nuova fase della sua carriera. Nino ha un’ottima reputazione nella crescita dei giovani avendo guidato i talenti australiani dal 1987 al 2001. Molti ragazzi i cui nomi sono una leggenda nel ciclismo sono cresciuti sotto la sua ala. «Ho allenato Stuart O’Grady quando era juniores e per quanto mi riguarda, era il n. 1», Nino racconta. Successivamente la sua reputazione lo ha spinto ad accettare una richiesta per rilanciare il programma Juniores su pista in Italia che ha portato a medaglia la nazionale italiana con Elia Viviani, dopo un periodo di magra di ben otto anni. Aggiunge con una certa fierezza «Il ciclismo è stato la parte migliore della mia vita; sono stato a diverse Olimpiadi con la Nazionale Italiana e parte della delegazione di Sydney 2000 ed è sempre richiesta la mia partecipazione quando gli Italiani vengono in Australia». David Solari che ha la doppia cittadinanza ha avuto anche il privilegio di essere un membro della Nazionale Italiana a Seoul. Quando gli fu chiesto come si sentisse rispose: «È stato sia memorabile che spiacevole, perché ovviamente correre alle Olimpiadi è stata un esperienza indimenticabile. L’evento spia-

David ha iniziato la sua carriera ciclistica all’età di 12 anni, quando al Velodromo di Norwood gareggiava da juniores come eventi spalla alle gare ufficiali, e dove ha visto il ritorno di suo padre verso la fine degli anni 70. «Mi piaceva molto ciò che vedevo al Velodromo di Norwood. Era fantastico. Mi sono innamorato all’istante. Mio padre mi ha insegnato le basi, come la gestione, l’azione della pedalata sicura e omogenea. È molto importante in tutti gli sport poter apprendere i fondamenti fin dalla giovane età». Nino prosegue: «Quando David mi chiedeva di poter gareggiare dopo aver visto dei ragazzi che correvano al Velodromo, l’ho avvertito senza mezzi termini di quanto il ciclismo fosse uno sport duro e rigoroso». Come suo padre, David ottenne subito successo. Gareggiava dividendo il suo tempo tra Italia e Australia dal 1981, vincendo il suo primo campionato italiano al Velodromo Vigorelli di Milano nel 1984. Nel 1985, David raggiunse il primato di essere l’unico ciclista nella storia a vincere il campionato nazionale di Inseguimento Juniores sia in Italia sia in Australia nello stesso anno, poiché aveva la doppia cittadinanza. Fu in quel periodo che David dovette prendere una decisione sul


suo futuro. Si stava allenando con l’Istituto Australiano dello Sport, ma il ciclismo in Australia all’epoca non aveva la popolarità che ha oggi. «Questo in linea di massima è la scelta che ho dovuto fare e l’ho fatta semplicemente perché allora in Italia questo sport era molto importante. Le cose sono cambiate ora, si hanno molte più opportunità in Australia». David si stabilì in Italia tra 1985 e il 1994 e in quel periodo collezionò due medaglie di bronzo nel 1986, un bronzo nel 1989 e tre argenti nel 1990, 91 e 92. Vinse inoltre otto campionati Nazionali Italiani su pista, oltre ad aver rappresentato l’Italia con successo in innumerevoli occasioni su strada, su pista e in gare motoristiche. Ha piacevolmente trascorso il suo periodo in Italia, dice: «Quel periodo nella Nazionale Italiana è stato probabilmente il più forte dall’epoca d’oro del ciclismo degli anni ‘60». David ha anche trascorso un periodo con uno dei suoi eroi, Francesco Moser, e, quando gli abbiamo chiesto se avesse imparato qualcosa da lui, ci ha risposto mestamente: «Ci siamo allenati con lui nel 1986 per una settimana. Non ho avuto il coraggio di chiedergli nulla. Andavamo soltanto ad allenarci

con lui e ogni giorno ci stracciava, è stato fantastico! ». Un’altra persona per la quale ha una grande ammirazione è Charlie Walsh: «Charlie è probabilmente il miglior allenatore al mondo in qualsiasi sport, senza dubbio. Ha cambiato il modo in cui le persone allenano. Ha infuso un’etica del comportamento nelle persone, la durezza, un uomo duro ma brillante, un grande, una persona eccezionale». Dopo il suo ritorno in Australia David raggiunse di nuovo il successo nel 1994 vincendo il Campionato Australiano di Inseguimento a squadre con Stuart O’Grady, Brett Aitkin e Tim O’Shannesey. Un altro ciclista, nonché amico, Pat Marcucci, egli stesso definito una forza della natura da parte di altri ciclisti per la sua grande abilità con David nel vincere una gara al Madison, dice di David: «Aveva un bellissimo stile, era un piacere guardarlo». La storia non finisce qui. Oltre al ciclismo e non è una sorpresa, data la popolarità del caffè nel giro dei ciclisti, Nino aprì una delle prime caffetterie a Norwood Parade, “L’Europeo”, che divenne una Mecca per la comunità locale italiana. Poi si trasferì

a Victor Harbour dove con sua moglie Angela gestì il celebre “Nino’s Restaurant” che ancora oggi porta lo stesso nome dopo 30 anni. Quando Nino decise di “andare in pensione” aprì il “Caffè Allegria” nel nord-est di Adelaide con David dove ancora serve ottime pizze e gelati. All’interno del locale potrete vedere le foto sulle pareti che ritraggono alcuni dei momenti più memorabili della loro carriera. Il caffè diviene un ritrovo per i ciclisti locali e internazionali quando il Tour Down Under (breve corsa a tappe nel territorio di Adelaide inserita nel calendario UCI World Tour) arriva ad Adelaide dato il forte legame di Nino e David con la Federazione Ciclistica Italiana. L’ultimo progetto dei Solari è la “Zecca”, un locale nella città in cui David e sua moglie Angeline sperano di offrire una diversa esperienza culinaria per la gente del posto. La tradizione sportiva della famiglia continua, tuttavia, non con il ciclismo. David e Angeline hanno tre figli, che si distinguono nel calcio. I gemelli John e Daniel hanno trascorso qualche tempo in Italia, dove sono stati invitati ad allenarsi con Real Vicenza. Ora di nuovo ad Adelaide, John si allena con la formazione dell’Adelaide United e sia lui che Daniel giocano con il White City. Il più giovane Alex nella formazione con l’Istituto Sportivo South Australia. Articolo tratto dalle pagg. 44-45 del periodico “Tempo - Summer 2012” (Italian Style in Australia) Traduzione a cura di Lorenzo con la collaborazione del ciclista Stefano


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.