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INNOVAZIONE Printing impossibile? AGEVOLAZIONI

Vi sfidiamo a trovare qualche cosa che non sia stampabile: le bevande? Non solo i contenitori... oggi si stampano i drink! I capelli? Si possono decorare con stampa diretta per una serata elegante!

#StampareNoLimits Printing impossibile?di Alexia Rizzi

Pensate a un ristorante affollato – anche se non è consueto in questi tempi – ordinate un drink e tarda ad arrivare. Avete sete. Vi spazientite e vi viene l’idea di stamparvi il vostro aperitivo. È successo così a Chris Kanik, fondatore di Smart Cups. In collaborazione con Mission Viejo e The Additive Advantage of North Reading, ha sviluppato la tecnologia di stampa di policapsule 3D che consente di stampare gli ingredienti nella tazza, trasformando un contenitore vuoto in una bevanda energetica. Per attivarla basta aggiungere acqua nel bicchiere e gli aromi depositati nel contenitore si trasformano rapidamente in un drink senza calorie, senza zucchero e senza bisogno di mescolare. Mentre le microcapsule proteggono gli additivi, la tecnologia brevettata fissa ai supporti attraverso un processo di stampa proprietario. Procedimento che per semplicità è definito stampa 3D, perché non esiste nulla di simile, anche se impiega una stampa tridimensionale che in realtà è un micro-incapsulamento. Tutto questo è #StampareNoLimits perché i gusti del printed drink possono essere infiniti, ma è anche estremamente ecologico in quanto la cup è biodegradabile, ma anche perché consente notevoli risparmi nel trasporto, riducendo significativamente le emissioni di CO2! Che dire? Calici alzati!

Vi sfidiamo a trovare qualche cosa che non sia stampabile: le bevande? Non solo i contenitori... oggi si stampano i drink! I capelli? Si possono decorare con stampa diretta per una serata elegante!

Belli i capelli… stampati!

Se vostra moglie dice di andare dal parrucchiere e va in tipogra a non vi sta nascondendo qualcosa: semplicemente signi ca che è molto aggiornata in fatto di digital hair style. L’ultima frontiera della tintura per capelli si fa con l’inkjet e il risultato è assolutamente cool. L’inventore di questa tecnica è Alexis Ferrer, hair stylist spagnolo che, nei suoi oltre 20 anni di specializzazione nelle acconciature, ha sviluppato una tecnica innovativa di stampa sui capelli. L’idea è nata nel 2012 ma solo oggi è stata perfezionata al punto da riuscire a trasferire sulle chiome disegni ben de niti, ricchi di colori e sfumature accattivanti. Naturalmente la stampa avviene su extension che vengono poi applicate alle capigliature delle modelle e delle clienti dell’hair artist. L’ultima collezione, diventata virale sui social media e che è valsa a Ferrer diversi riconoscimenti internazionali tra cui il titolo di Spanish Hairdresser of the Year, si chiama La Favorite. Il concept – si tratta di un vero progetto gra co – riprende motivi oreali ispirati agli abiti indossati dalla borghesia nel XVIII secolo. 23

La carne per la cena? Anche quella è stampabile!

Printed burger?!

Se tutti questi drink vi hanno dato alla testa è meglio prendere una pausa per mangiare qualcosa. Una bistecca, un kebap, una salsiccia? Purché siano stampati. La start-up Rede ne Meat ha creato la prima bistecca vegana stampata in 3D. Si chiama Alt-Steak è a base vegetale e riproduce la consistenza, il sapore e l’aspetto della vera carne. La base è una miscela di proteine di soia e piselli, grasso di cocco e olio di girasole, insieme a coloranti e aromi naturali che viene stampata attraverso una tecnologia in fase di brevetto. La macchina impiega quasi un milione di punti per costruire una bistecca grazie a una velocità che raggiunge i sei chili all’ora. Il risultato? Un taglio di carne ricco di proteine e senza colesterolo che ha l’aspetto e il sapore del manzo. Può sembrare avveniristico ma il progetto sta decollando: la bistecca vegana stampata vende molto bene nel food truck che Rede ne Meat ha allestito per fare assaggiare la Alt-Meats. La distribuzione su larga scala inizierà a breve in Israele attraverso il distributore di carne Best Meister, mentre il lancio globale è previsto per il 2022 con la distribuzione nei supermercati. Anche questo inedito progetto di creative printing ha l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali causati dagli allevamenti intensivi di animali da macello ed è anche cruelty free.

e poi… la musica? Perché no? È un veicolo di stampa anche il suono…

Sonolitogra a, stampa a ritmo di musica

Le vibrazioni del suono possono muovere e controllare in modo preciso il posizionamento di micro gocce secondo schemi precisi: è quanto indagato e sviluppato da un gruppo di ricercatori nel Regno Unito. Questa nuova tecnica si chiama “sonolitogra a” e ha dimostrato che è davvero possibile creare modelli precisi e predeterminati sulle super ci da gocce o particelle di sostanze utilizzando ultrasuoni controllati da computer. Si tratta di modellare su larga scala il materiale erogato dalla stampante attraverso il controllo algoritmico di come il materiale stesso prende forma. Questa tecnologia, che in apparenza può sembrare di ispirazione romantica, avrà sicuramente sviluppi importanti in ambito di stampa, soprattutto nei settori della medicina e dell’elettronica. 25

“Stampare” con le mani per sfidare l’omologazione data dalla digitalizzazione del mondo

Il lato umano della stampa digitale

Se le macchine prendono terreno nelle attività umane, il progetto The Human Printer propone l’esatto contrario. Ideata dalle designer Louise Naunton Morgan e Stina Pariente Gromark, che insieme hanno fondato a Parigi lo studio Stinsensqueeze, questa forma ibrida di servizio di stampa e performance art riproduce la tecnica della stampante a getto d’inchiostro mentre è al lavoro, con la cartuccia che si muove sulla super cie della pagina. L’immagine sorgente è generata da un software ma a depositare ogni goccia di inchiostro sul supporto, invece di una stampante sono una o più persone. Il concetto che sta alla base di The Human Printer è riprodurre le immagini digitali a mano, seguendo lo stesso processo a strati dei mezzi toni di una stampante digitale. Proponendo un’opera analogica all’interno di un’era digitale, secondo l’idea delle due designer, è un modo per s dare l’omologazione senz’anima determinata dalla digitalizzazione del mondo. Un modo per acquisire consapevolezza di processi tecnologici sempre più automatizzati rimettendo l’essere umano al centro dell’esecuzione di un’opera. Artefatto che se fosse realmente prodotto da una stampante sarebbe riproducibile all’in nito identico a se stesso, ma proprio perché prodotto manualmente diventa unico.