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Forza fenicotteri azzurri!

La prima Nazionale Csi attesa in Francia dall’amichevole con i transalpini. In campo con le stampelle ad Annecy il 27 aprile

di Danilo Vico

Prima volta in campo internazionale per una Nazionale targata Csi. La neonata Nazionale di Calcio Amputati dal 26 al 28 aprile è attesa a la Balme de Sillingy, dipartimento Alta Savoia in Francia per giocare un’amichevole con l’analoga rappresentativa transalpina. Non lontano da Lione nella regione del Rodano-Alpi la gara si giocherà sabato 27 ad Annecy, la cittadina capoluogo del dipartimento. Quindici i convocati agli ordini dei tue tecnici emiliani Renzo Vergnani e Paolo Zarzana. Allenati al punto giusto dopo i 4 raduni effettuati in inverno: il primo nella presentazione ufficiale in maglia azzurra, ad Assisi nel dicembre 2012, quindi a gennaio a Fano e ancora in febbraio a San Donnino, in provincia di Modena, e l’ultimo richiamo effettuato a Gabicce Mare il 9 e il 10 marzo. Sarà ovviamente in campo capitan Francesco Messori, il 14enne di Correggio, che ha avuto il merito di accendere con una scintilla il motore arancioblu, sognando ad occhi aperti: “Vorrei fondare una squadra di giocatori con le stampelle”. C’è Luca: un anno e mezzo fa vittima di un incidente in scooter. Poi Stefano: a 11 anni il tumore da combattere e ora ne ha 29. E Davide: ancora incidente e il basket in carrozzina, anche se il calcio è sempre il calcio. Un bel gruppo, di ogni età, insieme per giocare a calcio senza una gamba. Dopo la trasferta transalpina il progetto prevede l’ingresso nella World Amputee Football Federation (Waff) e incontri con analoghe rappresentative di Germania, Gran Bretagna e Giappone.

Da Lecce la storia di Roberto

«Era una mattina di settembre, guardavo il tg della mattina, stavo per spegnere la tv e uscire di casa per recarmi al lavoro, quando trasmettono il servizio più importante: il raduno della Nazionale Amputati! Non credevo ai miei occhi, una squadra di ragazzi, che, spogliatisi dai chili di troppo delle protesi, giocano in piena libertà correndo sulle stampelle. Mi è sempre piaciuto il calcio, ma avevo potuto praticarlo solo come tifoso dalla poltrona o allo stadio, con mio padre e i miei fratelli. In un attimo però era cambiato tutto, ora potevo accarezzare il sogno di giocare realmente... Generalmente a 31 anni un calciatore è quasi a fine carriera, ma non io. Per me quello era un nuovo inizio, un’opportunità che non potevo non cogliere. Detto fatto, contatto i ragazzi tramite il gruppo di Facebook e il 2 dicembre ero uno di loro a Reggio Emilia, in campo per la prima volta. In quell’occasione ebbi modo di conoscere tra gli altri Francesco, sua mamma Francesca, mister Renzo e Anna Maria, che mi hanno illustrato e subito fatto sentire parte di questo grande progetto del CSI. Ora però avevo bisogno di allenarmi, corro ad iscrivermi in palestra, ma un calciatore, si sa, ha bisogno di un pallone. Non avevo idea di chi potesse concedermi lo spazio e il tempo per allenarmi, quando Veronica, la mia ragazza, mi disse: “Il Csi sta sostenendo un’intera squadra Nazionale, prova a contattare i responsabili locali!” e così feci. Scrissi una email al presidente Marco Calogiuri, che nel giro di pochi giorni mi chiamò mettendomi in contatto con gli amici del centro San Giovanni Maria Vianney: Ninì Marzo e il mister Armando Pesce. La disponibilità di queste persone è stata a dir poco sorprendente: hanno da subito messo a mia disposizione la struttura e loro stessi. Armando sta dedicando il suo tempo libero per allenarmi e in ogni occasione dimostra un entusiasmo per lo meno pari al mio per questa neonata squadra di fenicotteri. Circondato da tutte queste persone che si dedicano così tanto alla mia “carriera di calciatore”, al di là di ogni mia capacità tecnico-tattica, mi sento spronato a profondere il massimo impegno per mettere in pratica tutti i loro preziosi insegnamenti e continuare a crescere come sportivo e come uomo. Prossimo obiettivo con gli amici del Csi di Lecce ed Anna Maria è portare la Nazionale nel nostro amato Salento».

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