RECENSIONI
Il Buio nel Sacco
N
on è facile cimentarsi in un libro di narrativa speleologica: il rischio di cadere nella banalità o, all’opposto, negli eccessivi tecnicismi è sempre in agguato; al tempo stesso illustri opere in quest’ambito rappresentano “modelli” di grande notorietà e non è facile reggerne il confronto. Marco Bellodi, l’autore de “Il buio nel sacco”, per sua stessa ammissione non ha l’arte della scrittura insita nel DNA, eppure riesce a tessere uno stile molto personale – sia nel modo di interpretare la realtà e la vita, sia poi nel modo di descriverle – e mette insieme, pagina dopo pagina, una biografia che ripercorre i momenti più significativi o più inconsueti della sua irrequieta giovinezza. Superate le pagine iniziali, dove il presumibile intento di dare solennità all’incipit del volume si traduce in un linguaggio a tratti troppo ricercato, la narrazione diviene ben presto scorrevole e fluente, e il lettore viene metaforicamente condotto nel popolato mondo della Commissione Grotte “Eugenio Boegan”, sotto la tormentata superficie del Monte Canin, nelle profondità dell’abisso Sima GESM in Spagna e, ancora, in spedizione in
Cesare Battisti speleologo
C
esare Battisti trentino, politico, parlamentare, patriota. Impiccato dagli asburgici a Trento nel 1916: per gli austriaci un traditore, per gli italiani un martire irredentista. Questo libro ci parla però del Battisti meno noto al grande pubblico, e cioè del geografo, studioso in particolare delle grotte e del fenomeno carsico trentino. Aspetti su cui nessuno meglio di Riccardo Decarli, speleologo, bibliofilo e bibliotecario satino, poteva scriverne con maggiore incisività. Nel sottotitolo del libro è riassunto l’intento dell’autore che, attraverso una ricerca filologica sull’illustre figura, ricostruisce in parallelo il contesto in cui nasce e si sviluppa la speleologia del territorio trentino e di alcune aree limitrofe. Attingendo anche a fonti inedite e recuperan-
Caucaso in un’area destinata a regalare grandi abissi. Le vicende speleologiche narrate sembrano il manuale di tutto ciò che in grotta non andrebbe mai fatto perché rispecchiano una fase ancora giovanile dell’attività di uno speleologo, un periodo caratterizzato da competenze tecniche ancora non consolidate e capacità di valutazione non del tutto affidabili, ma al tempo stesso animato da un entusiasmo e una voglia di scoperta senza eguali. Forse proprio per questo le pagine dedicate alla speleologia tengono il lettore letteralmente “incollato” e, a tratti, ansioso di sapere la conclusione del racconto. Nella seconda parte del volume la narrazione si sposta nell’Himalaya nepalese, meta ricorrente dei viaggi di Bellodi in una fase della sua vita caratterizzata da un graduale, ma inesorabile, allontanamento dal mondo della speleologia.
Luana AIMAR Il buio nel sacco / Marco Bellodi. Luglio editore, Trieste, 2016, 335 p., ISBN 97888-6803-152-7, €15,00
do in prima persona documenti rari (incredibile la quantità di citazioni portate in appendice) Decarli tratteggia un vero e proprio affresco di Battisiti speleologo e così facendo compila inevitabilmente anche una sorta di guida territoriale dei fenomeni carsici osservati dallo studioso trentino. Nel lavoro di Decarli emerge anche il rigore scientifico con cui Battisti si approccia ai fenomeni che osserva, e che rielabora grazie anche alle nozioni attinte dai testi di Martel. Apprendimenti arricchiti inoltre dal costante confronto con Giovanni Trener, eminente geologo di Trento, con cui Battisti condivideva gran parte delle attività di ricerca, come ad esempio quelle idrologiche svolte sull’altipiano dei Sette Comuni, di cui già ipotizzava la presenza di un grande sistema sotterraneo.
Ma, se Battisti è ricordato - dagli speleologi - come una figura di primo piano, non succede quasi mai che la speleologia venga ricordata dai più come un’attività praticata da personaggi illustri. Mesta considerazione cui pure giunge Decarli in chiusura al libro. In conclusione non penso sia esagerato considerare questo testo come uno dei più rappresentativi sulla storia della speleologia nostrana. E assai utile sarebbe poter disporre di lavori così concepiti per ogni regione d’Italia.
Michele SIVELLI Nel mondo dagli occhi chiusi. Cesare Battisti e le origini della speleologia in Trentino / Riccardo Decarli, in collaborazione con Daniele Sighel. Società degli Alpinisti Tridentini, Trento, 2016, 224 p.
40 anni sottoterra
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n elegante pubblicazione prevalentemente illustrata da splendide fotografie, per celebrare i 40 anni dalla fondazione del Gruppo Speleologico Alguères di Alghero. Le sezioni iconografiche, accompagnate da estese didascalie (bilingue italiano - algherese), presentano le origini del gruppo, il territorio carsico algherese e le grotte più caratteristiche e celebri esplorate dal Gruppo, tra cui la Grotta di Nettuno. Da segnalare la pubblicazione dei rilievi delle grotte marine Galatea presso Punta Sant’Antonio e del lago terminale della Grotta Verde di Alghero. 40 anni sottoterra. La nostra storia, le nostre grotte 1976/2016 / Grup Espeleològic Alguerès. GEA, 2016, 74 p.
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Speleologia 75 dicembre 2016