N Grotte e sistemi carsici d’Italia
Grotte e sistemi carsici d’Italia Un grande teatro naturale delle differenze ipogee Leonardo Piccini, Jo De Waele
L
a penisola italiana presenta una eccezionale varietà geologica e morfologica; questo si riflette non solo sulla varietà di paesaggi ma anche sulla variabilità dei tipi di grotte presenti sul territorio e sulla natura dei fenomeni carsici. La maggior parte delle rocce carbonatiche presenti in Italia si è formata lungo i margini continentali europeo e africano durante l’era Mesozoica, con l’accumulo di potenti serie calcareo-dolomitiche di piattaforma. L’orogenesi alpina prima e quella appenninica poi, hanno sollevato queste serie carbonatiche dando forma ad estese catene montuose (le Alpi e
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gli Appennini). A queste serie francamente marine, si affiancano affioramenti di rocce carbonatiche di ambiente costiero o strettamente continentale, come i travertini, anch’esse oggetto di rilevanti fenomeni carsici. Fenomeni carsici sono ben sviluppati anche nelle formazioni gessose triassiche e messiniane, legate queste ultime al noto disseccamento del Mediterraneo occidentale, che affiorano soprattutto nell’Appennino Settentrionale, in Calabria e in Sicilia. Sulle Alpi le formazioni carsificabili si spingono sino a 4000 m di quota, ma di fatto i principali sistemi carsici si sviluppano a quote inferiori, con
Nell’estremo lembo orientale della catena alpina si trova l’area del Monte Canin, i cui versanti presentano grandi altopiani calcarei ricchi di pozzi carsici. Nelle aree meno interessate dalle coperture detritiche si trovano gli ingressi di vasti sistemi sotterranei con profondità intorno a 1000 m, sul lato italiano, e oltre 1400 metri m su quello sloveno. Nella foto il Monte Canin visto dal sentiero del Foran del Muss. (Foto S. Sedran)
le aree di assorbimento localizzate in genere tra 1500 e 2500 m di quota e caratterizzate da cavità verticali attive. Le zone delle risorgive si trovano invece a livello del fondovalle, con cavità a sviluppo orizzontale, anche molto estese, tuttora attive. Alcune di queste sorgenti sono state esplorate da spe-