Speleologia n. 61 - dicembre 2009

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Notizie italiane PIEMONTE Ancora alla Mottera!

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La Grotta della Mottera (Val Corsaglia, Cuneo) torna a far parlare di sé dopo molti anni di silenzio. Tralasciando l’avvincente storia esplorativa, iniziata a partire dal 1963, anno della scoperta (e a cui si rimanda a un prossimo articolo), qui si dà notizia solo delle spedizioni effettuate nel secondo semestre del 2009. Tutto inizia con il campo di fine luglio alla capanna Guglieri Lorenza, presso l’ingresso basso (storico) del sistema Fantozzi-Mottera: sono coinvolti lo Speleo Club Tanaro, lo CSARI di Bruxelles e il Gruppo Speleologico Cycnus di Toirano. L’idea è di rivisitare le regioni estreme a monte del ramo Esselunga. Così, con il prezioso appoggio di un campo interno avanzato, l’attività si concentra in due punte che permettono di “riportare la luce” nel grande e misterioso affluente di destra, il lontano Meandro risotto. La nuova punta consente di topografare 750 m di condotte inesplorate e scoprire tre nuovi “fondi” che risalgono vicino all’esterno (70 m). Trovare un nuovo ingresso nella sovrastante superficie d’assorbimento Grotta della Mottera, condotta con approfondimenti vadosi nel ramo Nuovi Mondi (foto R. Chiesa)

Grotta della Mottera, accesso alla galleria Nuovi Mondi (foto R. Chiesa)

permetterebbe di ridurre i tempi di avvicinamento e facilitare la possibilità di svolgere nuove esplorazioni in questa interessante regione. Così, nella settimana di ferragosto, viene allestito il secondo campo dello Speleo Club Tanaro alla malga degli Stanti, situata nei pressi dell’ingresso alto del complesso (Fantozzi). In questa occasione sono riviste le zone del Rimbopozzo dove si esplorano e rilevano 240 metri di nuovi ambienti. Viene poi risalito un camino sopra il sifone terminale dei Rami di Claude, arrampicata che regala la Galleria dei Pulcini Abbandonati, 250 metri di un bel freatico percorso da violenta corrente d’aria. Poi, scendendo il Pozzo della Merdusa, viene esplorato l’inizio di un altro bellissimo meandro attivo e lasciati in sospeso molti altri punti interrogativi. La domenica seguente si torna a “inseguire” l’aria del meandro, ma dopo 320 metri di nuove diramazioni ci si ferma di fronte a un sifone. Le punte sempre più impegnative suggeriscono un periodo di “relax”; ci si dedica pertanto alle regioni più prossime all’ingresso basso del sistema. L’obiettivo è trovare il collegamento tra i rami di recente esplorazione e il Troppo pieno.

Questa giunzione non riesce, ma le attività permettono di rilevare altri 300 m. Sempre in queste zone ci si affaccia ai “Rami dei Perché” (altri 120 m di topografia) arrestandosi per mancanza di materiali a metà di un pozzo valutato 60-70 m di profondità, con un promettente camino parzialmente risalito in direzione opposta. Il 18 e 19 ottobre si organizza una spedizione in queste nuove diramazioni. Si esplorano due meandri che però chiudono su strettoie proibitive e anche l’arrivo a monte dopo circa cinquanta metri porta su piccolo sifone. Sulla via del ritorno, con lunghe “pive nei sacchi”, non si disarma completamente prima di scendere nella prima delle forre tralasciate ad agosto. E’ così che alle 2 del mattino del 19 ottobre 2009 nascono i Nuovi Mondi. Euforici corriamo in un grande ambiente franoso molto inclinato (Scistospazio) che verso monte si sdoppia in due grandi gallerie percorse da piccoli ruscelli. Ci arrestiamo su brevi e promettenti risalite. A valle, invece, seguiamo due grandi freatici nel calcare compatto. Il primo chiude su di un profondo sifone, l’altro prosegue ma ci fermiamo, ormai troppo stanchi e appagati, su un bel pozzo-cascata.

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