Speleologia n. 61 - dicembre 2009

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N Tempi solcati

Il XV Congresso Internazionale di Speleologia Kerrville, Texas 19-26 Luglio 2009

K

errville è un paesino a un’ottantina di chilometri da San Antonio dove, nel campus della Schreiner University, si è tenuto il 15° Congresso Internazionale di Speleologia. È il secondo incontro negli Stati Uniti (dopo il 1981 a Bowling Green in Kentucky) e la macchina organizzativa della National Speleological Society ha lavorato a pieno ritmo per 4 anni. Due fattori hanno pesato sul Congresso: la crisi economica e la White Nose Syndrom, l’epidemia che sta uccidendo milioni di pipistrelli. Siamo comunque circa 1.300 di cui 900 statunitensi e 400 provenienti da 48 paesi. Che l’evento sarà memorabile lo capiamo dalla borsa del Congresso: oltre 6 kg con tre volumi di proceedings di 2130 pagine e oltre 500 lavori pubblicati, uno splendido volume sulle grotte e le aree carsiche degli USA e, grazie al contributo economico della NSS, il CD con gli oltre 50 PowerPoint didattici che la SSI ha preparato con

Gruppo di italiani davanti alla sede del Congresso (foto G. Badino)

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uno sforzo corale durato oltre 3 anni e che ha suscitato apprezzamento dai congressisti entusiasti. La delegazione italiana è composta da 21 elementi (1,65% degli iscritti), la quinta per numero di persone dopo USA, Francia, Canada e Gran Bretagna, ma inferiore rispetto all’ultimo congresso (35 in Grecia nel 2005) e percentualmente la più scarsa di sempre (Stuttgart 1969, 16; Bowling Green 1981, 20; Pechino 1993, 18; Brasilia 2001, 15). Tra i congressisti c’è Arrigo Cigna, che per l’assenza dell’austriaco Hubert Trimmel, diventa forse l’unica persona al mondo ad aver partecipato dal II (Bari 1954) a tutti i Congressi internazionali (tranne quello in Cina nel 1993). Per la prima volta tutte le comunicazioni sono in inglese, gli italiani ne hanno presentate 39: un buon 8% dei lavori accettati. La presenza italiana si è vista anche in altri modi: una delle 4 conferenze plenarie di apertura è stata affidata a un nostro connazionale (25%), così come quattro chairman di sessioni (su 38 stranieri); infine il premio per il miglior poster è stato vinto da un lavoro italiano: Canevese E.P., Tedeschi R., Forti P. 2009 Laser scanning use in cave contexts: the cases of Castellana (Italy) and Naica (Mexico). Il Congresso rimarrà memorabile anche per l’eccezionale e perfetta organizzazione che ha permesso che i lavori fossero presentati sempre all’ora stabilita, in perfetto orario, in modo da rendere assolutamente agevole seguire interventi che venivano presentati in aule distanti anche 3-400 metri tra loro. Sarebbe davvero bello che anche da noi si imparasse questa

Gli incredibili “candelieri” di gesso della Lechuguilla (foto L. Plan)

chiara forma di rispetto per autori e ascoltatori. Le escursioni Il programma originario offriva una grande varietà di possibilità, ma purtroppo la White Nose Syndrom (WNS) ha costretto gli organizzatori a cancellarne alcune: tutti i partecipanti hanno ricevuto una lunga lista di prescrizioni obbligatorie per la disinfestazione personale e del materiale dopo ogni uscita in grotta. Comunque, l’offerta è stata ampia e un buon numero di italiani ha sfruttato l’occasione per conoscere meglio i fenomeni carsici statunitensi e dei paesi limitrofi. Molto apprezzato il “Coast to Coast” che in due settimane, intervallate dal Congresso, ha permesso di traversare tutto il continente nordamericano. Interessante anche l’escursione “Giant caves of northern Mexico” che ha portato i partecipanti a visitare alcune delle grotte più grandi del nord del Mes-


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