Natta N
I
l nome di Giulio Natta è largamente noto per le sue ricerche nel campo dei polimeri che lo portarono al premio Nobel: il 2 Maggio 1994, le Poste Italiane gli dedicarono anche un francobollo. Invece è quasi del tutto ignorata la sua attività speleologica, così abbiamo ritenuto che valesse la pena di riportare qui alcune notizie su questo illustre “collega”, assieme ad alcuni ricordi personali di uno di noi (AAC) che ebbe la fortuna di incontrarlo.
Breve biografia: la carriera scientifica Giulio Natta nacque ad Imperia il 26 Febbraio 1903. Nel 1924 si laureò in Chimica Industriale presso il Politecnico di Milano dove nel 1927 conseguì la libera docenza. Nel 1933 passò all’Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, come professore ordinario con l’incarico di direttore dell’Istituto di Chimica Generale. Nel 1935 ebbe la cattedra di Chimica Fisica all’Università di Roma e dal 1936 al 1938 passò al Politecnico di Torino quale direttore dell’Istituto di Chimica Industriale. Successivamente ritornò al Politecnico di Milano quale direttore dell’Istituto di Chimica Industriale. In questa sede studiò la produzione della gomma sintetica che, all’epoca, rivestiva una grande importanza strategica. Prese parte alle ricerche sul butadiene, composto di base per la gomma sintetica, e fu il primo ad ottenere la separazione del butadiene dal 1-butadiene mediante un nuovo procedimento di estrazione per distillazione. Le ricerche sui processi di catalisi e sulla polimerizzazione di macromolecole organiche ad alto peso molecolare, iniziate in quegli anni, gli consentirono nel dopoguerra di produrre un materiale termoplastico, il polipropilene isotattico che dopo il 1957 venne immesso sul mercato col nome di Moplen. Mediante l’analisi con i raggi X riuscì ad identificare l’esatta disposizione delle catene nella struttura del nuovo polimero che aveva scoperto.
Più tardi le sue ricerche lo condussero a realizzare la sintesi di nuovi elastomeri mediante diversi procedimenti. Infine, nel 1963, gli fu attribuito il Premio Nobel per la chimica. Morì a Bergamo nel 1979.
L’attività speleologica Nella prima metà degli anni ‘20 Giulio Natta si dedicò all’esplorazione delle aree carsiche a cavallo tra il Piemonte e la Liguria e precisamente da Tenda fino al Finalese. Una descrizione esauriente di questa attività si ritrova in un articolo da lui pubblicato sulla rivista della S.U.C.A.I. del Marzo 1925 (Fig. 2). Ma già l’anno precedente il Nostro aveva pubblicato insieme a Mario Gianoli e Rinaldo De Giacomi il resoconto di una loro esplorazione della Grotta della Capanna Rosalba o Grotta SUCAI (Fig. 1). Questa grotta non è più accessibile come è stato descritto esaurientemente da Cella et al. (1990). Intanto a Milano, nel 1923, si era costituita la Sezione Speleologica della S.U.C.A.I, che subentrava e assumeva le funzioni in precedenza svolte dall’antica Commissione Speleologica del C.A.I. Milano fin dal 1897. La presidenza della neonata Sezione venne affidata proprio a Giulio Natta che la mantenne fino al 1926 quando questa Sezione Speleologica si trasformò nel Gruppo Grotte del C.A.I.-Milano col presidente Prof. Ernesto Mariani e Direttore Scientifico il Prof. Ardito Desio (Nangeroni, 1958; Cigna, 2002). È interessante notare che, quando nel 1958 venne pubblicato un numero speciale di Rassegna Speleologica Italiana dedicato ai 60 anni di vita del Gruppo Grotte Milano, venne redatta una bibliografia speleologica dei soci (Cigna, 1958) senza che, tuttavia, si potesse allora rintracciare alcun lavoro di Natta. Nel 1957 la Società Italiana di Scienze Naturali stampò una pubblicazio-
Giulio Natta chimico e speleologo Giovanni Badino, Arrigo A. Cigna
La busta del primo giorno di emissione del francobollo dedicato a Giulio Natta
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