Speleologia n. 2 - dicembre 1979

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mente saldata per ottenere due semi­ contenitori che si chiuderanno ad in­ castro e saranno tenuti insieme dagli elastici da bicicletta. Prima di passare alla piegatura delle lamiere è preferibile aver praticato tut­ ti i fori da 3,5 mm e le finestrelle rela­ tive alle letture del contagiri. Queste potranno essere realizzate mediante una serie di fori molto vicini uno al­ l'altro e poi rifinite a lima. Sopra di es­ se incolleremo poi con adesivo epos­ sidico il trasparente in vetro (più diffi­ cile da lavorare, ma preferibile) o in plexiglass, che avremo tagliato in pre­ cedenza a misura, lasciando una ec­ cedenza di alcuni mm per lato. La fase successiva è il montaggio del contagiri nelle staffe di fissaggio; di­ pende essenzialmente dal tipo di con­ tagiri trovato, poiché il bloccaggio del contagiri in alcuni tipi è ottenuto me­ diante un pernetto di plastica sporgen­ te dall'ultima rotellina, in altri è una laminetta per ciascuna rotella (contachilometri auto), per cui le staffe sa­ ranno come in fig. 4.

Nel caso quindi di rullino di tipo uno, le squadrette di fissaggio saranno due indipendenti, una delle quali col foro di blocco. Nel caso del rullino di tipo due, la squadretta di fissaggio sarà un pezzo unico come in fig. 5. La cava sarà sempre praticata con una serie di fori da 2,5 mm molto ravvici­ nati e rifinita poi a lima. Per montare il rullino contagiri dentro

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bene, vedremo pian piano incremen­ tarsi i numeri del contagiri. TARATURA

la squadretta sarà necessario togliere il perno centrale; comunque consiglio di montare la o le squadrette sul con­ tenitore e rivettarle prima di montare il rullino contagiri. Ciò fatto, passiamo a preparare le fri­ zioni, per realizzare le quali useremo parte del lamierino da 1 mm di cui al punto 6. Ne ricaveremo due squadret­ te come in fig. 6, sulle quali incollere­ mo con la colla cianoacrilica due pez­ zetti di gomma (p.to 2) come in fig. 7. Nella gomma praticheremo poi un ta­ glio a 30°, con un leggero svaso ini­ ziale per facilitare l'introduzione del filo. Il doppio frizionamento in gomma ga­ rantisce che il filo sia sempre in ten­ sione quando si avvolge sulla puleggia calibrata, cosa questa essenziale per l'accuratezza delle misure. E passiamo quindi ai due occhielli passafilo, che realizzeremo in filo di rame e salderemo poi nel contenitore in modo che il filo arrivi correttamen­ te sulla prima frizione (fig. 8). L'occhiello sarà aperto alla sommità per poter introdurre facilmente il filo, senza peraltro poterne fuoriuscire una volta in tensione. Attenzione a monta­ re per primo il primo occhiello, che deve distare almeno 15 mm dal roc­ chetto per consentirne l'inserimento. Per sorreggere il rocchetto mi sono giovato di un tondino di alluminio da 9 mm, che si inserisce un po' forzato nei rocchetti standard da 1000 yd. Se dovete cambiare tipo di rocchetto, ba­ sta aggiungere qualche giro di nastro adesivo per adeguarsi ad una diametro leggermente maggiorato. Il supporto del rocchetto è costruito come in fig. 9; attenzione a rivettare molto bene, eventualmente aggiungere colla, perchè il rocchetto non deve assolutamente ruotare, nè ovviamente sfilarsi, e nemmeno inclinarsi appoggiandosi su una qualsiasi parete. Con questo il montaggio è ultimato; possiamo prendere il filo, passarlo nei passafili in rame, nella prima frizione, avvolgerlo due volte sulla rotellina ca­ librata, quindi passarlo nella seconda frizione e attraverso il foro d'uscita. Proviamo a tirare e, se tutto è andato

Per tarare il topofilo conviene parago­ narlo con una buona fettuccia metri­ ca. Bisogna eseguire molte prove, an­ che in giardino, su distanze diverse e facendo attenzione a mantenere co­ stante la tensione del filo ed omoge­ neo lo svolgimento. Si troveranno er­ rori non tutti uguali, nemmeno in per­ centuale, da cui si ricaverà un errore costante che si somma ad una parte casuale. La prima deve essere eliminata o sosti­ tuendo la rotella con una più precisa, oppure correggendo a tavolino tutte le misure che si prendono rilevando. Della seconda si terrà il debito conto calcolando gli errori del rilievo. Eventualmente occorrerà aumentare il numero di spire di filo avvolto sulla rotellina calibrata per evitare lo slitta­ mento.

CON CLU SION E Naturalmente quello qui presentato non è che uno dei molteplici approcci possibili al problema. La discussione di altre e migliori soluzioni, di modifi­ che, ecc. sarà sempre la benvenuta. Con questo ho concluso: buon lavoro!


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