terza Pagina n.30 Gennaio-Marzo 2012

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EDITORIALE

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risi è la parola d’ordine di questi ultimi anni. È stata analizzata. Sviscerata, rivoltata in ogni modo. Tutti ormai sappiamo che in cinese la parola “crisi” (Wei-ji) è un ideogramma composto attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità. Un significato portato all’attenzione del pubblico mondiale per la prima volta nel 1959 da John Fitzgerald Kennedy, nel suo discorso ad Indianapolis il 12 aprile. Tutti abbiamo capito che aggrapparsi all’ideogramma cinese è meglio che lasciarsi prendere dallo sconforto. Lavoro poco e mal pagato, pensioni misere e che andranno ad immiserirsi progressivamente, produzione industriale in stagnazione, senso di precarietà diffusa. Senza parlare del drammatico capitolo dei suicidi, non solo tra chi ha perso il lavoro, ma anche tra imprenditori costretti a licenziare operai che fino al giorno prima erano quasi una famiglia. La “crisi” (o meglio, le tante crisi ravvicinate) che ci ha investito ha cambiato volto e umore del Paese e dell’Europa. Terza Pagina dedica questo numero di inizio anno al rapporto che abbiamo costruito con la precaria condizione economica del mondo in cui viviamo. Non a caso l’articolo di apertura riguarda un libro dal titolo emblematico “Come sopravvivere alla crisi e vivere meglio”, un vademecum per non lasciarsi travolgere dal gorgo. E c’è spazio anche per storie di riscatto. Una su tutte, quella di Steve Jobs che in un momento di profonda crisi professionale e personale (era stato sbattuto fuori dall’azienda che aveva creato lui stesso) diede vita alla Pixar, la casa di animazione autrice dei maggiori successi degli ultimi anni. Grandi sociologi ci aiuteranno a capire come sta cambiando la società, e come si sta modificando il nostro rapporto con lo Stato. Senza dimenticare uno spazio per la cultura e per l’editoria in particolare, un settore già messo in difficoltà dai “tempi moderni” e che soffre di una carenza strutturale di investimenti. Flaminia Festuccia TERZA PAGINA  marzo 2012

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IN QUESTO NUMERO

TERZA PAGINA

SOMMARIO

Direttore Responsabile Rino Sciarretta Vicedirettore Flaminia Festuccia Redazione Patrizia Angelozzi Marianna Cozzi Paolo Cremisini Antonia Del Sambro Elsa Emmy Fabiola Giuliani Paola Meschini Daniela Molina Felicia Nascone Lucia Pasquini Silvia Pingitore Laura Russello Maria Antonietta Sinceri Angela Abagnale Vincenzo Paradiso Giorgia Biolghini Sergio Iacometti Sara Pessina Progetto grafico Matteo Bellisario

ECONOMIA E SOCIETÀ  Come sopravvivere alla crisi e vivere meglio . . . . . . . . 5 LAVORO  Qualità per sfuggire alla crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 CULTURA  Per Libr...arsi sulla crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 CINEMA  Ispirazione Animata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 ECONOMIA E SOCIETÀ  Piccoli lussi per non pensare alla crisi . . . . . . . . . . . . . 16 ECONOMIA E SOCIETÀ  Vademecum filosofico per epoche di crisi . . . . . . . . . . 19 ECONOMIA E SOCIETÀ  Questione fiscale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 ECONOMIA E SOCIETÀ  Dopo la crisi. Una nuova società possibile . . . . . . . . . 23

Impaginazione studiografica@alice.it Comitato Scientifico Edmondo Coccia Costantino Forti Francesco Gigliotti Carlo Lazzari Salvatore Merra Carmen Molonia Francesca Falchieri Renzo Pavese Stefania Sacripanti Adriana Soldini Giancarlo Ottaviani

EDITORIALE  La crisi economica è crisi di cultura? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 DONNE  8 marzo. Lettera aperta agli uomini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 RECENSIONE  Il noir italiano tra la provincia e il West . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

Comitato d’onore Sergio Calligaris Aldo Di Lello Maria Ida Gaeta Pietro Innocenzi Fortunato Pasqualino Giuseppe Romaniello Giorgio Romano

RECENSIONE  Vita, morte, miracoli di un uomo qualunque . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

Editore Sovera Multimedia s.r.l

L’ANGOLO DELLA POESIA  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Amministratore Unico Claudia Iacometti

POESIA  Intervista a Renzo Piccoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

Direttore Editoriale Salvatore Merra

RECENSIONE  I bambini di Padre Domenico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47

Autorizzazione Tribunale di Roma 153/2004 dell’8/04/2004

RECENSIONE  Raccontami di te, un amore infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49

Amministrazione e redazione Sovera Multimedia Roma - Via Leon Pancaldo, 26 tel. 06/5562429 - Fax 06/5580723 Modalità di pagamento: • versamento su ccp n. 58596008 intestato a Sovera Multimedia srl Via Leon Pancaldo, 26 - 00147 Roma • assegno bancario o bonifico intestato Sovera Multimedia srl Monte dei Paschi di Siena, agenzia 11 - Roma, ABI 01030, CAB 03211 c/c 8554/46 Un numero e 6,00 Abbonamento annuale e 20,00 Numero arretrato e 8,00 e-mail: info@soveraedizioni.it Stampa: C.S.R. - Roma

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CINEMA  Ma che siamo in un film di Nanni Moretti? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 INTERVISTA  Intervista a Maria Cecchini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

RECENSIONE  Per la balbuzie a scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 ARTE  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 LEGGETE CON NOI  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 CINEMA  Alejandro Amenabar, l’ultimo spettacolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 INTERVISTA  Intervista a Nicolò Amato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 INTERVISTA  Intervista a Silvano Vinceti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73


ECONOMIA E SOCIETÀ

COME SOPRAVVIVERE ALLA CRISI E VIVERE MEGLIO

Premessa

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n questo articolo vengono ripresi temi, sviluppati più diffusamente e con ricchezza di riferimenti, nel libro dal titolo omonimo della Collana di Autoaiuto. Si riportano gli elementi generali delle grandi crisi economiche nella storia, dalla fine del Medioevo a oggi, focalizzando sugli aspetti psicologici che accompagnano, in parte determinano, lo sviluppo d’una crisi. Nella parte conclusiva si riportano alcune difese e risorse, disponibili a tutti o alla maggior parte delle persone, per reggere alla crisi economica. Se possibile, farne lo stimolo per un migliore stile di vita.

Si dice che la salute è tutto. L’esperienza personale dimostra drammaticamente la verità. La cultura della civiltà occidentale, in particolare quella attuale, condiziona i singoli e la società a pensare che il denaro è tutto. O quanto meno il fattore principale della felicità e del benessere. La perdita della salute provoca sofferenza e disagio, ma viene vissuta come evento spesso irreparabile, per il quale si ha poca o nessuna responsabilità. La risposta più frequente è la rassegnazione. Raramente viene meno la solidarietà delle persone care o dei conoscenti. Anzi, spesso aumenta la loro vicinanza e l’intervento a favore. La crisi del benessere economico scatena una serie di TERZA PAGINA  marzo 2012

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ECONOMIA E SOCIETÀ eventi che portano alla privazione di beni e confort prima ritenuti indispensabili. Induce senso di frustrazione, di avvilimento, di perdita dell’autostima e senso di inutilità. Il ruolo economico e quello lavorativo e professionale quasi sempre coincidono. Almeno ai tempi attuali. Qualora uno sia personalità prestigiosa e con meriti, se questo non si trasforma in benessere economico, induce diffidenza e giudizi negativi. Poiché non è stato in grado di valorizzare le qualità possedute. La perdita o calo del benessere economico comporta ancor più la crisi nei rapporti familiari e relazionali. È noto da sempre che chi perde la ricchezza, perde gli amici e la considerazione sociale. La Parabola del Figliol Prodigo ne è il miglior quadro. La crisi economica è alla base di quasi tutti i rivolgimenti sociali noti nella storia. Rivoluzioni, cambiamenti di regime, guerre, emigrazioni epocali, trasformazioni della struttura sociale sono generate quasi tutte da fattori di crisi economica. Quanto avviene sotto i nostri occhi in Italia e in Europa, come prima in America e altrove, è il segno di ciò. Contro la sofferenza e la privazione, l’uomo si è dato strumenti di difesa. A livello individuale sono l’amore e l’affetto con le persone cui si è legati. A livello più generale, c’è il rifugio nella religione, principale ancora di ogni società passata; c’è la filosofia come conforto ed elevazione personale e riferimento per tutti; c’è l’arte che celebra il bello e che trascende la pura materialità e lascia traccia duratura di sé; soprattutto in tempi recenti, viene in soccorso la medicina e la psicologia come supporto contro la crisi ed esaltazione del benessere psicofisico. Questo libretto non ha la pretesa di sanare le profonde ferite inferte dalla crisi economica e sociale attuale ai singoli, alle famiglie e a un popolo avvezzo da millenni a sopportare le calamità provocate dagli uomini e dalla natura. È un lenimento, un conforto minimo, ma prezioso, per una riflessione e un’evoluzione interiore, che porti a valorizzare di più i fattori non materiali e non effimeri. A salvaguardare il proprio benessere individuale o familiare, senza detrimento della solidarietà verso coloro che sono ancora più in difficoltà. Aspetti comuni e generali che caratterizzano le crisi. La ciclicità delle crisi è uno di tali aspetti. Come in un organismo vivente esse sopraggiungono inevitabilmente, anche se non con regolarità. Crescita e involuzione si alternano nell’arco dei secoli. Con il passaggio all’economia capitalistica e ancor più all’attuale era tecnologica, i cicli appaiono ravvicinarsi. Il meccanismo di espansione economica e di successiva contrazione sembrano quasi rispondere a una necessità interna,

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piuttosto che al cambiamento radicale di fattori esterni. Comunque, a ogni rialzo segue il crollo. La crescita, legata al valore di una merce che viene quantificato in denaro (valore virtuale non reale), dopo settimane o mesi o pochi anni si svincola del tutto e risponde esclusivamente a fattori psicologici, in primis l’aspettativa di un arricchimento facile e sicuro. Il crollo avviene, a sua volta, ancora più precipitosamente dopo che si è innescato il meccanismo della paura. L’aspettativa positiva si trasforma in percezione che si è superato ogni limite di riferimento economico. Il bene è stato sopravvalutato. Si scatena il panico ribassista. I valori scendono molto al di sotto di quelli di partenza del rialzo. Senza che vi siano ragioni economiche a giustificarlo. Si potrebbe parlare con termini che appartengono alla psicologia e alla sociologia di “formazione reattiva” o di “burn-out”. Le crisi del passato insegnano poco o nulla alle generazioni successive. Come se agisse un meccanismo di rimozione, tipico dell’essere umano, che non conosce o non fa buon uso della storia. Comunque, le crisi del passato non sono state preventive di una nuova crisi. I rimedi presi per arginare le crisi o per superarle rispondono quasi sempre a un eccesso di difesa. A volte, si rivelano un rimedio peggiore del male. Raramente coloro che hanno innescato o provocato la crisi pagano i propri errori. Il carico maggiore ricasca a catena sugli anelli più deboli di una società, impoverendo drasticamente interi ceti sociali, spesso già indigenti o di medio benessere. Difese e rimedi messi in campo contro la crisi. La religione è stata nella storia dell’uomo il principale ancoraggio contro ogni sofferenza. In primis, la morte, le malattie, le perdite dei cari e le privazioni di beni necessari all’esistenza. Verso la ricchezza le religioni hanno un giudizio di svalutazione, se non di aperto disprezzo. La considerano un fattore secondario, se non un ostacolo della felicità dell’uomo, al quale propongono l’elevazione dello spirito come meta principale. La ricchezza può essere tuttalpiù un utile strumento per offrire a dio e ai propri simili parte di quanto si possiede. “Il denaro è lo sterco del diavolo” secondo il pensiero della Chiesa, ripreso poi da Lutero. Ancora più efficacemente, Gesù afferma: “ È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”. Nel Discorso della Montagna, forse la più poetica pagina dei Vangeli, proclama: “Beati gli umili, beati i poveri…” Si sa quanto la storia della Chiesa sia contraddittoria rispetto alle verità del Fondatore. All’inizio c’è la condivisione dei beni nelle prime Comunità Cristiane.


ECONOMIA E SOCIETÀ Esempio di un comunismo reale e sublimato. Poi è noto come l’esibizione di fasti e ricchezze divenga il simbolo della potenza e autorità dei rappresentanti di Cristo. Con lodevoli eccezioni. Le comunità monastiche, al di là di degenerazioni, hanno preso a modello i primi cristiani. Austerità e condivisione dei beni. Preghiera e lavoro. Il ciclone Francesco di Assisi riporta la povertà di Cristo come pratica quotidiana ed esempio. Il digiuno quaresimale, che precede nei quaranta giorni prima della Pasqua, e l’astinenza dalle carni il venerdì, sono i residui d’un precetto dell’astinenza dagli eccessi. Come l’obbligo di aiutare i poveri e i sofferenti. Tra le altre religioni sono l’Induismo e il Buddismo che esaltano la privazione dei beni come via verso la perfezione. Il principe Siddharta Gautama, detto Budda o Illuminato, lascia la reggia, la famiglia e gli agi per insegnare la pratica dell’astinenza e del sacrificio, come fonte del benessere dell’anima.

L’Islam ha un rapporto meno rigido verso il possesso dei beni. Ciò che si possiede viene dalla benevolenza di Allah. È disdicevole l’esibizione della ricchezza. Tra i cinque pilastri del buon musulmano c’è il precetto di aiutare i poveri. La ricchezza è benvenuta a patto che serva ad alleviare lo stato di miseria degli altri. Come meta per il superamento delle privazioni terrene le religioni propongono una vita eterna oltre la morte, che è di premio per chi si è comportato secondo i precetti ed il castigo per i malvagi. La Divina Commedia di Dante è la più sublime costruzione di un al di là ripartito in Inferno e Paradiso, con il Purgatorio come stazione intermedia per i buoni con colpe lievi da espiare. Il Buddismo propone la reincarnazione e la trasmigrazione dell’anima fino al Nirvana. La filosofia ha tra i presupposti della propria esistenza la ricerca dell’elevazione dell’anima e della mente, come antidoto alla sofferenza e ai mali del corpo. I beni

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ECONOMIA E SOCIETÀ materiali vengono visti o come una zavorra che appesantisce lo spirito o come una necessità per continuare il processo di perfezionamento. Non è vietato godere dei beni materiali. È prescritta la moderazione, solo in casi rari una rigorosa astinenza. Tra le filosofie note è lo Stoicismo che di più propugna l’astinenza e la moderazione dagli eccessi di qualunque tipo. Il fondatore Zenone, come i successori, tra cui Seneca, filosofo e drammaturgo, precettore di Nerone, propugnano un equilibrio da raggiungere attraverso l’astinenza da ogni eccesso. Vi sono molte affinità con il buddismo. Anche le filosofie si propongono come rimedio contro l’angoscia di morte e le sofferenze. Senza negare l’esistenza di una vita ultraterrena, per lo più propongono il raggiungimento della serenità dello spirito in questa terra. Un termine che rappresenta questa condizione è atarassia. L’Arte rappresenta un altro fondamentale veicolo per superare le crisi dell’esistenza umana e contrastare il senso di finitezza. Non è qui il contesto per enumerare le forme artistiche e i benefici che arrecano all’uomo, attraverso il meccanismo di sublimazione della creatività. Si fa riferimento al testo dello scrivente sul tema “Estasi e Pathos – saggi sulla creatività”, Editore Armando, 2000. La Medicina e la Psicologia nei tempi recenti assumono sempre più un ruolo preminente nell’alleviare i momenti di crisi sia del benessere fisico che morale dell’uomo. L’aspetto sano e prestante è il segno del successo economico. Molte risorse vengono impiegate per ritardare i segni dell’invecchiamento o correggere i difetti fisici. La medicina instilla il mito dell’eterna giovinezza o di una fiorente longevità senza limiti. Anche

la psicologia e la psicoterapia vengono a supporto dell’uomo moderno. Per migliorare le performances lavorative e la resa; per un recupero dalla fatica e dallo stress; per un utilizzo piacevole del tempo libero; per un appoggio nei momenti di crisi sia determinati da fattori psichici personali, che dovuti a perdite di livello economico. La crisi economica come stimolo per un migliore stile di vita. Si accenna a quanto verrà sviluppato nel libretto di Autoaiuto già citato, cui si rimanda il lettore desideroso di approfondimenti. Come si è visto, la crisi economica incide pesantemente su tutti i livelli del benessere, quello individuale, familiare e del vivere sociale. Con un calo di disponibilità di beni e una maggiore difficoltà a soddisfare esigenze spesso ritenute inderogabili. La compensazione o persino l’evoluzione positiva può avvenire colmando le penurie e offrendo alternative. Un esempio illuminante. La grave crisi petrolifera degli anni ’70, determinata dalle nazioni arabe contro Israele e l’Occidente, costrinse le popolazioni occidentali e gli italiani incalliti “quattroruote” a ripescare sia l’uso dei mezzi pubblici, che di altri veicoli più salutari come la bicicletta, che del piacere di andare a piedi. Un elemento che viene valorizzato al massimo è il tempo libero. Essere costretti all’inattività induce a riprendere abitudini come la lettura, la pratica di hobbies, gli intrattenimenti di società, con minore incidenza economica. Indubbiamente viene facilitata la socializzazione. Anche trascorrere più tempo con i propri cari è uno dei benefici. Chi è predisposto si dedica a opere solidali. Quello che va maggiormente valutato è la trasformazione a livello globale, un reset delle abitudini e delle relazioni, determinato dalla crisi economica. Una vera rivoluzione culturale che si diffonde da un paese agli altri, a catena. Chiaramente ciò non vuole sottostimare e parere provocatorio verso i singoli che si trovano a lottare per arrivare a fine mese, pagando le bollette e onorando la rata del mutuo, per evitare l’ipoteca bancaria. L’auspicio è che la rivoluzione culturale, determinata dalle gravi crisi economiche, sia sufficiente a esorcizzare i rischi di una rivolta devastante di popolo. La Grecia sta dando il segno di un simile rischio. Dalla Grecia attuale, rievocando la gloriosa cultura ellenica, gli uomini stiano attenti al mito del Re Mida. Trasformare tutto in oro alla fine riduce alla fame. Salvatore Merra

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LAVORO

QUALITÀ PER SFUGGIRE ALLA CRISI

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dati sulla disoccupazione in Italia sono decisamente sconfortanti. Specialmente per quanto riguarda i giovani. Secondo le ultime analisi Istat, a fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre trimestri del 2011, l’occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5% (circa 80 mila unità). Nello stesso tempo, il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Ancora peggio se si considera la fascia di età 15-24 anni, come proposto dall’Unione europea: la disoccupazione allora sale al 31%, la più alta dopo la Spagna. Situazione poco rosea anche e soprattutto per le donne, che oltre a una disoccupazione più alta hanno anche un considerevole tasso di inattività (non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano). In uno scenario come questo, parlare di successo professionale potrebbe sembrare superfluo, quasi derisorio. Eppure non possiamo lasciarci pervadere dallo sconforto, e iniziare a pensare che uscire dalla crisi passa anche per il miglioramento, per il fatto di puntare in alto e non arrendersi, non accontentarsi. A questo può servire un manuale come “Il successo professionale (2.0)” di Edoardo Giusti e Andrea Pagani, che, anche se pensato per le professioni cosiddette “d’aiuto”, come psicoterapeuti, counselor e coach, contiene consigli utili per qualsiasi carriera. “I cambiamenti occorsi negli ultimi anni hanno portato a modificazioni sostanziali del mercato e di conseguenza a una modificazione delle strategie di inserimento nella libera professione. Coloro che hanno visto

il film Matrix ricorderanno la sequenza nella quale Morpheus fa scegliere a Neo, il protagonista del film, tra la pillola blu – “La tua vita andrà avanti come prima” –, e la pillola rossa – “Scoprirai la verità e ti farà male, lo so”. Questa ormai celebre scena cinematografica riflette il momento che viviamo come liberi professionisti: scegliere la pillola blu significa rimanere nel proprio campo d’interesse, approfondendo quanto si vuole la propria specializzazione professionale, ma senza tenere conto dei processi economici, dei linguaggi del web, della concorrenza presente in un mercato sempre più in espansione. Scegliere la pillola rossa vuol dire entrare in contatto con la varietà del mondo, attraverso un’integrazione che vada oltre la metodologia clinica tradizionale, e che coinvolga i diversi campi del sapere.” Una metafora postmoderna, quella di Matrix, che ben si adatta al nostro momento storico. Proprio perché stiamo andando incontro ad un mercato del lavoro sempre più chiuso, complicato, schizofrenico, è fondamentale sviluppare le proprie capacità anche in direzioni inaspettate. Ampliare la coscienza lavorativa, si potrebbe dire. Senza perdere di vista la propria professione, ma imparando a spaziare nell’universo lavorativo in modo da essere sempre pronti a nuove sfide, a mettersi in gioco anche su ruoli e posizioni diverse. Flessibilità come parola d’ordine, facendo sì che sia una flessibilità positiva dell’individuo, e non un vagare da un posto all’altro – quando c’è – senza una reale cognizione delle nostre possibilità La Redazione TERZA PAGINA  marzo 2012

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CULTURA

PER LIBR...ARSI SULLA CRISI

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el 2011 i furti di opere d’arte in Italia sono diminuiti del 25%. lo riferisce il Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri, che non imputa però questo calo a un maggiore controllo. Bensì alla crisi. La domanda di opere, anche sul mercato illegale, è decisamente in discesa, complice la congiuntura economica poco felice. E se il mondo dell’arte non sta bene, ancora peggio vanno editoria e cinema. Tante testate giornalistiche, in Italia e non solo, stanno facendo forti tagli. Alcune chiudono, come sta succedendo alla free press (il quotidiano gratuito City, di Rcs Mediagroup, era il sesto più letto in Italia: è da poco uscito con il suo ultimo numero, nonostante la quantità crescente di lettori e i recenti tagli per ridurre i costi di gestione), o al caso di Sardegna 24, durato appena 6 mesi. Mentre anche i colossi arrancano, sconfitti dall’informazioni digitale, in parte, ma anche da resistenze interne alla modernizzazione. Noi che ci occupiamo più da vicino del mercato libra-

rio, non possiamo che registrare per la piccola e media editoria un 2011 non certo positivo – ad eccezione del consueto recupero natalizio sulle vendite - segno che la crisi economica generale si fa sentire con forza anche nell’editoria. Le case editrici piccole e medie faticano, le librerie che non siano quelle di proprietà dei grandi marchi del libro arrancano e spesso sono costrette a chiudere i battenti. Sembra il solito ritornello di un settore strutturalmente poco redditizio, che per molti versi somiglia quasi a una vocazione: diffondere cultura che valga la pena di essere conosciuta, lottando fra canali di distribuzione un po’ troppo esclusivi e un pubblico sempre più ristretto. L’editoria piccola e media funziona grazie ai lettori appassionati, non a quelli distratti. Bisogna scovarla negli scaffali, senza farsi irretire dai banconi dei best seller, dagli espositori colorati in bella mostra. Ed è una festa quando un “piccolo” caso si fa sentire, esce dalla nicchia e conquista le classifiche. Qualche dato incoraggiante, però, arriva dalla Federazione Europea degli Editori, la Fep, che in Italia è rappresentata dall’Associazione italiana editori. Di recente ha diffuso la ricerca annuale sull’andamento del mercato editoriale europeo del 2010, in crescita rispetto al 2009, anche se di poco. E se si parla di Italia, il segno più nel mercato del libro sembra essere tornato dopo due anni di flessione. Un +0,3% che è poco, ma è comunque un sintomo di uscita dalla “recessione culturale”. Il Rapporto 2011 pubblicato dall’Aie ci restituisce un panorama meno fosco di quanto saremmo portati a credere, con una crescita esponenziale per quanto riguarda gli e-book, +122,9% tra il dicembre 2010 e il TERZA PAGINA  marzo 2012

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