INDICE Presentazione…………………………………………………………………………………………pag 3 Il Semenzaio
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Il lumacaio……………………………………………………………………………………………….pag 22 Scienziati e architetti …………………………………………………………………………pag 35
Presentazione Sono stati giorni pericolosi e lenti, intrisi di attesa, di preoccupazione e di deprivazione. Il coronavirus, in maniera altamente democratica, ci ha portato via i tasselli più importanti della nostra vita di comunità scolastica e li ha temporaneamente derubricati dal nostro quotidiano, mettendo a dura prova i legami e la quotidianità dei nostri bambini. La scuola per vivere ha bisogno di pelle e di sensi, di corpo e di condivisione, la lontananza invece smarrisce, cancella ricordi, le distanze sono nemiche di qualsiasi rapporto, creano ponti sempre più difficili da attraversare e, soprattutto, toglie la voglia di volerli attraversare. Ma noi non potevamo permetterlo. È quindi partita immediatamente una riflessione per capire come noi docenti pur essendo così lontane, potevamo essere vicine e presenti nella vita dei bambini e delle famiglie. Per la prima volta la scuola doveva affrontare un “rischio educativo” imprevisto e mai affrontato prima. È stato importantissimo recuperare l’idea di una educazione che cura ciò che è veramente essenziale nell'esistenza ovvero le relazioni, come beni irrinunciabili della vita umana.
Ma come potevamo attuarlo? La necessità di questo tempo ci ha portato nuovi sistemi, nuove connessioni, nuovi dispositivi, nuove forme di dialogo. Ciò che siamo state chiamate a fare è stato intensificare quei dialoghi, moltiplicare quelle forme, quella rete a sostegno di una responsabilità pedagogica diffusa. I bambini si sono “adattati” a questi nuovi dispositivi immediatamente ma siamo noi, scuola e famiglia insieme, che dovevamo farci nuovamente “comunità educante” per la comunità stessa. E così siamo state chiamate a rendere educativi, nonostante tutto, tali dispositivi. Nonostante il tempo abbia stravolto le nostre vite, nonostante sia difficile sostare in questo tempo, nonostante i limiti a volte ci facciano sentire in gabbia, abbiamo provato a sconfinare, anche solo con il pensiero, con il “sentire” in comune, con la valorizzazione dei ricordi, con la costruzione di nuove strade attraverso le quali ritrovarci, a distanza, ma ritrovarci, gli uni per gli altri. E forse ci siamo concesse la possibilità, non ancora di ritrovarci, ma di sentirci “meno persi e di guardare in faccia un tempo da abitare, da governare, da re-inventare.
“Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti, pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più… Teoricamente ogni masso di pietra
Può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece di aggiungere Vuol dire riconoscere l’essenza delle cose E comunicarle nella loro essenzialità. Questo processo Porta fuori dal tempo e dalle mode… La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.
Bruno Munari
Il ventidue aprile ricorre il cinquantesimo anniversario della “Settimana della Terra” istituita per porre l’attenzione sul nostro pianeta e sui suoi innumerevoli cambiamenti. LONTANI… MA VICINO è stato realizzato attraverso la didattica a distanza, nasce dall’esigenza di lasciare un segno in questo periodo di incertezza, difficoltà e di gran confusione, fuori c’è il coronavirus. Tutti i lavori proposti hanno come obiettivo di promuovere, anche a distanza, l’edcazione alla sostenibilità.
Il Semenzaio La realizzazione di un semenzaio è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, i bambini devono osservare, toccare e annusare. Solo attraverso un’azione concreta imparano una serie di concetti e a rispettare ed amare l’ambiente naturale. È un ottimo imput per sperimentare concretamente come l’apprendimento avvenga in itinere sperimentando attraverso le mani.
“Facciamo natura� scopriamo, piantiamo e innaffiamo. Scopriamo la terra attraverso una libera manipolazione . Si apre una bustina e si scoprono i semi, piccolipiccoli.
La fantasia non manca, piantiamo nel portauova di cartone
Nei vasetti
nei gusci delle uova
Con la semina i bambini scoprono i segreti della natura, vermi e lombrichi sono nascosti sotto la terra. Le piante sono esseri viventi, nascono
e si nutrono. I bambini innaffiano con impegno e dedizione
Da un seme cresce una piantina
osserviamo i primi germogli
decoriamo i vasetti,
Le parole dei bambini M: «Sotto la terra ci sono i semini che stanno facendo la nanna, poi con l’acqua e il sole crescono e sbocciano tanti fiorellini, abbiamo piantato anche la calendula, crescono perché nella terra c’è la pappa e loro devono sbocciare…. se no poi le farfalle e le api come fanno senza fiori? Le api prendono il nettare e fanno il miele, così poi la camomilla è più dolce». V: «Sotto la terra ci sono i vermi, mangiano la terra, le piante crescono perché stanno al sole». E: «Sotto terra ci sono i vermetti e le piante crescono perché ci sono i semi». L: «Sotto alla terra ci sono le formiche, ma la terra è anche nello spazio, il pianeta Terra. Sotto terra ci sono animali che dormono e mangiano. Le piante crescono perché sono nel terreno, si annaffiano ogni giorno, bisogna proteggerle e tenerle al sole. Si scava una buca e si fa cadere dentro il seme, si ricopre con altra terra, si annaffia e si mette al sole». I: «Le piante crescono perché fanno tanta nanna». V: «Sotto terra ci sono i vermi e le formiche, i vermi tagliano le piante, le piante crescono perché le innaffiamo».
A: Sotto la terra ci abitano le talpe‌ .poi si piantano i semi che annaffiandoli tutti i giorni diventano fiori rosa, gialli blu o fuschia
I nostri elaborati grafici
IL LUMACAIO La realizzazione di un lumacaio vuole promuovere nei bambini il prodigarsi per un animale domestico come cibare, inumidire tenere compagnia ma, in particolare fare acquisire il valore della lentezza. Nel nostro mondo tutto è in iper movimento, non si ha il tempo per soffermarsi, pensare e riflettere sul proprio operato per cercare di fare le cose per bene. La lentezza deve essere vissuta non come un limite ma come un valore che permetta di produrre cultura. La lumaca in quanto piccola e lenta rischia di passare inosservata, tutto questo ci deve portare a riflettere sulla nostra società basata su modelli sempre piÚ stereotipati.
Nel paese del dente di leone vive una colonia di lumache, si riposano sotto un albero di calicanto. Mai si sono allontanate da qui. Stanno bene, il miglior riposo del mondo. C’è una lumaca senza nome che domanda sempre:<< Perché sono lenta?>> Va a chiedere al gufo: <<Perché sono lenta?>> Il gufo risponde:<<Non so, troverai la risposta da sola>>. <<Perché sono lenta? >> Chiede alle altre lumache. Lumaca senza nome decide di partire perché vuole trovare la risposta. La lumaca incontra una vecchia tartaruga saggia che la chiama RIBELLE. La tartaruga porta Ribelle oltre il prato; c’è una strada scura dove le macchine vanno veloci. Gli uomini hanno coperto il prato con l’asfalto e costruito case. Ribelle ha paura, una mattina scopre che la tartaruga non c’è più. Ribelle resta da
sola, vuole avvisare le lumache del pericolo, lungo la strada avvisa le formiche, i bruchi e la talpa. Tutti scappano perché gli uomini copriranno il prato con l’asfalto. È notte le lumache attraversano la strada nera, alcune vengono schiacciate, hanno paura. Ribelle trova rifugio in una grotta. Arriva il gufo, Ribelle è contenta, il gufo prende il legno con gli artigli e vola. Il gufo atterra in un bosco verso un nuovo paese. È autunno, comincia il freddo, le lumache si nascondono sotto le foglie, Ribelle sceglie un rifugio per il letargo, dopo tanto tempo si svegliano. Sono in un prato pieno di denti di leone, hanno trovato una nuova terra.
Andiamo alla ricerca di lumache e Realizziamo un lumacaio
Inseriamo in una scatola, terra, insalatina e nostre amiche lumachine.
le
G: «Le lumache vanno piano perché sono viscide».
Le parole dei bambini… E: «Gli occhi delle lumache sono le antenne, sono di colore marrone e per mangiare succhiano la roba senza i denti, il guscio è la casina». G: «Quelle grandi sono le antenne, servono come le orecchie per ascoltare, quelle piccole servono come il naso per annusare». A: «Le lumachine sono di un verdino chiaro chiarino, il guscio è marroncino, mangiano con una bocca piccolina mi sa che non si vede senza i dentini». C: «Gli occhi sono quelli in basso, le antenne sono quelle sopra, gli occhi servono per vedere, le antenne non fanno niente». M. «Secondo me sono gli occhi e la bocca delle lumache, quelle in alto sono le antennine, quelle in basso gli occhietti». A: «Quelle in alto sono le antenne con gli occhi, quelle sotto sono le mani, Anna, Alice e Martina sono i nomi delle mie lumache».
V. «I bastoncini lunghi servono per mangiare, le mie lumache sono scappate dalla scatola, dove siete andate lumache senza di me». V: «Le lumache sono di colore nero, mangiano pianino perché non hanno i denti, il guscio è la loro casina, dormono. Quelli sono gli occhi per vedere, hanno quattro occhi».
le lumache sono animali socievoli, si trovano spesso in gruppo, mangiano le foglie di insalatina e bisogna ogni tanto spruzzare acqua per inumidire.
I nostri disegni V: ÂŤSecondo me le lumache vanno piano perchĂŠ hanno la bava Âť.
M: ÂŤLe lumache sono lente, sono viscide, sotto, vanno pianino pianino, io vado piano per capireÂť.
Scienziati e architetti Scienziati e architetti è stato pensato con lo scopo di proporre ai bambini la realizzazione di giochi con l’utilizzo di materiale di riciclo, tutto ciò che trovano a casa, perché sono proprio i materiali più “poveri” che stimolano la creatività e possono essere riutilizzati per creare nuovi oggetti. In questa maniera i bambini riescono a dare vita ad una propria libera espressione,
prima
pensano
poi
progettano
ed
infine
costruiscono un oggetto mettendo in campo, anche, la capacità di probem solving. Il bambino impara facendo.
E: «Nell’officina si verniciano le macchine, si ripara tutto e si cambiano le gomme».
«Preparo la pasta di sale e la cucino nel forno poi assemblo le mie perline ed ecco il mio acchiappasogni».
M: «Acchiappa i sogni brutti e li trasforma in sogni belli. Mi fa sognare la mia famiglia mentre giochiamo sul prato dove ci sono tanti fiori e non c’è il virus e posso giocare con i miei amici e le maestre, con i sogni belli non ho paura di dormire nel mio lettino in cameretta».
V: «La casa delle bambole». V: «Vado in mare dai nonni
A: «Il villaggio di Frozen i
mi mancano tantissimo fino
personaggi vanno alla
alla luna».
bancarella o dormono o vanno a giocare nella scuola e vanno a vedere la fontana».
giochi da tavolo discriminiamo
i
sassolini per colore e proviamo a posizionare lungo le righe,
in
questa
maniera si affina la motricitĂ attiva
fine, lo
si
sviluppo
cognitivo e la capacitĂ della sequenza.
gestione
Cerchi concentrici colorati
Labirinto magico appoggiamo una calamita sotto il nostro labirinto e la graffetta si muoverĂ .
Marble machine
Pista con i tappini
Gioco dellâ&#x20AC;&#x2122;oca
Gioco o tinkering?
Penso e agisco con le mani
Dentro la mia piccola officina creata in un angolo del garage. C: «Ho usato una bottiglia di acqua, ho fatto il naso con la cannuccia, le orecchie con le lampadine, le ruote, ho fatto il buco per fare spuntare le lampadine, le antenne così prende meglio, ha le mani che si muovono e si piegano, prendono le cose, ha il cuore è un robot buono».
Le maestre ringraziano tutti i bambini della 4B e le loro famiglie che hanno permesso la realizzazione di questo libro grazie al costante invio di materiale fotografico e continuando a credere nel lavoro realizzato attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;utilizzo del digitale.
FINE