LUGLIO 2004

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Notiziario Periodico dell’AMO - Associazione Malati Oncologici dei Nove Comuni Modenesi dell’Area Nord

Camposanto

SPAZIOAMO

San Prospero

Anno I - N° 1 - Luglio 2004

“Ti ho posto in mezzo al mondo, perchè di qui potessi più facilmente guardare attorno a quanto è nel mondo” dal “De Hominis Dignitate”- discorso di Dio all’uomo di Giovanni Pico della Mirandola Cavezzo

Concordia sulla Secchia

LA DIGNITA` DEL MORIRE IN LETTERATURA

“Ivan Il’ic disse a Gerasim di sedersi, mentre gli teneva i piedi e cominciò a parlare con lui. Cosa strana, gli sembrava davvero, di stare meglio, mentre Gerasim lo reggeva cosi’.” “Il tormento maggiore di Ivan Il’ic era la menzogna, quella menzogna da tutti accettata, secondo la quale egli era soltanto ammalato e non moribondo ed era sufficiente che egli se ne stesse tranquillo e si curasse, perchè tutto tor nasse come prima. Mentre egli sapeva benissimo che qualunque cosa facesse, non ne sarebbe venuto fuori nulla, tranne sofferenze ancora maggiori e morte. Solo Gerasim non mentiva, era sicuramente l’unico a capire tutto, nè si preoccupava di nasconderlo. Anzi una volta disse addirittura, mentre Ivan Il’ic insisteva perchè’ andasse a riposare: -Tutti moriremo. Perchè non dovrei farlo?Intendendo con ciò che la sua assistenza non gli pesava proprio, perchè la offriva ad un uomo che stava morendo, nella speranza che per lui, un giorno, qualcuno avrebbe fatto la stessa cosa.”

Tratto da: “La morte di Ivan Il’ic” di Lev N. Tolstoj Traduzione di: Erica Klein; ed. BUR

San Possidonio

Medolla

Mirandola

Finale Emilia

AMO NOVE COMUNI MODENESI AREA NORD

Chi siamo

e dove vogliamo andare

San Felice sul Panaro

Cure palliative: una sfida alla moderna medicina Quando la malattia neoplastica raggiunge uno stadio “avanzato” solitamente si dice che non c’è più niente da fare ed il malato viene definito “incurabile”. Niente di più falso: c’è ancora da fare, e da fare tanto! Le Cure Palliative sono nate per sfatare questa convinzione e per restituire alla medicina quel volto umano che aveva progressivamente perduto nel secolo scorso. Questo “movimento” che interessa in maniera trasversale tutti i settori medici, sta raggiungendo una crescente notorietà anche in ambienti non sanitari precedentemente non coinvolti nella storia di questa disciplina. All’origine di questo movimento, rapidamente diffusosi in tutto il mondo, sia pur con interpretazioni diverse, è la storia della straordinaria esperienza di Cicely Saunders narrata da Shirley du Boulay adesso anche in edizione italiana(Cicely Saunders: l’assistenza ai malati “incurabili”, Jaka Book, Milano 2004) Cicely Saunders, infermiera, assistente sociale e poi medico, ebbe l’intuizione e il coraggio di realizzare il primo Hospice della storia moderna come luogo per la cura dei malati “incurabili”. segue a pag. 3

Pinacoteca di Mirandola, 9 maggio 2003 (Foto: D. Novi)

Un’associazione di volontariato che opera in campo oncologico per “l’umanizzazione dell’assistenza”, in ospedale e a domicilio. L’Amo Nove Comuni Modenesi Area Nord è un’Associazione che opera in campo oncologico. Nasce giuridicamente a Mirandola nel gennaio 2004.L’associazione conta quasi 1.000 soci sostenitori. Il presidente, il dott. Paolo Rebecchi, medico di medicina generale (MMG) e’ stato eletto in rappresentanza di tutte le realtà che compongono l’associazione (pazienti, ex-pazienti, famigliari, cittadini, infermieri, medici ospedalieri e medici di famiglia di cui 25 sono tra i soci fondatori in rappresentanza di tutti i 65 medici di famiglia dei Nove Comuni). L’obiettivo dell’Associazione e’ quello di consentire un miglioramento dell’assistenza rivolta ai pazienti oncologici ed ai loro famigliari, sia in ospedale che a domicilio, prefiggendosi come fine interventi in campo palliativo ,ovvero miranti a migliorare la qualita’ della vita, sia dei pazienti in terapie oncologiche attive, che in fase avanzata di malattia. Il terreno storico da cui ha preso origine l’Associazione e’ la forte cultura del territorio, che, nei nove comuni modenesi area nord, ha generato una stretta integrazione con l’ospedale, in particolare con i professionisti disposti ad “uscire” ed affiancare i MMG nelle visite domiciliari (oncologi, anestesisti, pneumologi, chirurghi). Questa consolidata realta’ di integrazione ospedale /territorio sviluppatasi negli ultimi otto anni in particolare sul fronte degli interventi oncologico/palliativi, ha fornito la base per la nascita di questa nuova realta’ del terzo settore che mira a sostenere i tanti ed articolati interventi richiesti per poter potenziare questa rete di servizi dedicata al paziente oncologico che dall’ospedale prosegue al domicilio.

Associazione Malati Oncologici

NOVE COMUNI MODENESI AREA NORD - ONLUS

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI: DOVE: presso il Day Hospital Ospedale S. Maria Bianca Via Fogazzaro, 1 Mirandola (Mo) A CHI: ai volontari presenti presso il Day Hospital, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00; ai medici di famiglia, soci fondatori TELEFONI: 0535.20807 cell. 329.1696515 - 329.1696530 e.mail: amonovecomuni@virgilio.it PUOI VERSARE IL TUO CON TRIBUTO CON BONIFICO BANC A R I O SUL C/C n° 5201- ABI 6375 CAB 66850 - Cassa di Risparmio di Mirandola (le offerte son deducibili dal proprio reddito)

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GLI EVENTI DEL 2003 . . . “I DOTTORI E GLI INFERMIERI PER LA SOLIDARIETA’” Serata di canti e recite di poesie dialettali allestita da un nutrito gruppo di medici ed infermieri in Piazza della Costituente

“BUFFET CONCERTO SERATA A VILLA DELFINI. Presentazione dell’intento palliativo dell’Associazione nella cornice della settecentesca villa con l’accompagnamento di canti Goospel, alla presenza dei sindaci dei nove comuni, dei medici (MMG ed ospedalieri), infermieri e cittadini

PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE AI CITTADINI DI S. FELICE con la presenza del sindaco, assessore ai servizi sociali, medici ospedalieri, MMG, infermieri, ex-pazienti nel Teatro Comunale di San Felice.

“LA RICERCA SCIENTIFICA IN EMATOLOGIA COME MEZZO PER MIGLIORARE IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE EMOPATICO” seminario tenuto dal Preside della Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia e l’equipe del reparto di Ematologia sperimentale del COM. Museo Civico di Mirandola

Al tabarr (pallium=mantello=tabarro= tabarr)

Srâ su ‘d tramès al stanghi tropp larghi d’ un baròss, a vdìva un sumar bols... un tabarr frust adòss par tgnìral arparâ, sott al piuàl al fuma par vìa dal sudor ch’ al l’ ha imbibî da s’ciùma. Al par dentr’ un spatéss ch’ al la tìan su ad pés invéci d’ èssar lu ch’ al-s trazza ‘drìa cl’ arnés, sensa gnanch la forsa ad tirar su la tèsta s’ a-gh pióv in cô tropp fort un qualch gran ad timpèsta..... _____________

Mirandola 18 Luglio 2003

Cavezzo 25 Settembre 2003

San Felice s/Panaro, 23 Ottobre 2003

22 Novembre 2003

...E QUELLI DEL 2004 “SERATA DI PRESENTAZIONE ROTARY CLUB” DI MIRANDOLA

UN MOMENTO D’INCONTRO SPORT E SOLIDARIETA’ CON 200 RAGAZZI DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI POESIE “IL CANTO DELLA RANA” di ELISEO ed EMMA PELICIARDI (ricavato interamente devoluto all’Associazione)

Mirandola, 12 Febbraio 2004

“SERATA DI PRESENTAZIONE LIONS CLUB” DI FINALE EMILIA

Auditorium Biblioteca San Felice s/Panaro, 5 Giugno 2004 San Felice s/Panaro, 16 Maggio 2004

“CONCERTO DEL COMPLESSO LATO B SU MUSICHE DEI NOMADI E RECITA DEL DOTT. DORIANO NOVI CON LA COMPAGNIA TEATRALE LA MASCHERA”

“FESTA ALLE PISCINE DI MIRANDOLA”

Finale Emilia, 12 Marzo 2004

5 Giugno 2004 Teatro Comunale, San Felice s/Panaro, 22 Maggio 2004

“FESTA DI PRIMAVERA”

La poca lus dla sìra la fà ‘sta cambra scura... a i-ho calmâ al dulor adèss, con ‘na puntura, l’ è ‘l mè tabarr tropp frust da bon vigliàcch mo ‘d cùar, a un che dì par dì con un brutt mal al mùar... pòvar sumar bols, ormai sol pèll e oss, srà su ‘ d tramèss il stanghi dal lètt cme d’ un baròss, col fiâ chi èn sol i séns d’ un péss sovra la sabbia ch’ al na scuàttla più con i so sguiss ad rabbia par far savér a tutt d’ èssr’ incora viv.... E a vìan da dir di volti che Dio l’ è catìv! Mo fin un Dio catìv o anch sol sbadâ che ad tutt i nostar mai al na s’ n’ è mai adâ, aviâ cum a sém stâ a dars’ a dl’ importansa, al-t lassa in fond al cùar l’ arzùi a d’na speransa: che quèll al-s tucarà, basta ch’ a ‘spetéma... o ch’ a psém dir-Gh’ ad no, pr’ argói, con ‘na biastéma... e ‘csì a lughém la pòra d’na dmanda più precisa: ch’ al voia dir stal mal che Dio al na gh’ è brìsa...

RECITA DELLACOMPAGNIA DIALETTALE “Le Roncole” _____________

Saura Mattioli e Valeria, 9 anni, la piu’ giovane volontaria dell’Associazione Medolla, 21 Marzo, Piazza Roma

O invéci d’ èssar Dio sommia mì ‘l sbadâ, che par ‘na mala nott, tropp tard am som dasdâ? e con i occ taclént... acsì an n’ ho brìsa vìst che, sensa far di strèpit, è ‘drìa a murir Crìst...

Teatro Comunale San Felice s/Panaro, 22 Maggio 2004 Piscina di Mirandola, 5 Giugno 2004

Doriano Novi Pagina 2


La medicina palliativa, tanti attori un unico protagonista: l’unità paziente/famiglia IL VOLONTARIO

IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE [MMG]

Sono stata per parecchi anni la coordinatrice del N.O.DO. ( nucleo operativo oncologico domiciliare). Quando mi hanno chiesto di organizzare questo servizio non sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro: forse a qualche cosa che mi avrebbe travolto oppure conquistata. Sono stata conquistata ed è cominciata la più bella esperienza lavorativa della mia vita. E’ partita una preziosa collaborazione e integrazione tra Ospedale e Territorio fornendo una buona assistenza domiciliare ai malati cronici e terminali, tenendo sempre al centro il malato e la sua sofferenza, ma non dimenticando anche quella dei famigliari, degli amici e di tutti quelli che stanno accanto a chi è duramente messo alla prova dalla malattia. .Si può fare di più e si deve fare di più ed è per questo che una parte del mio tempo libero la dedico all’ AMO in qualità di volontario presso il Day Hospital di Mirandola. Che cosa fanno i volontari all’ interno di un Day Hospital? Si collabora con il personale infermieristico affinchè l’accoglienza sia la più cordiale possibile. Con un bicchier d’acqua, un caffè un sorriso cerchi di stabilire un dialogo, una relazione di fiducia che faccia sentire le persone malate considerate nella loro interezza con sentimenti ed emozioni. Stiamo loro vicini perchè a volte ciò che chiedono al di là della prestazione professionale è semplicemente un sorriso, una croce che le rassicuri o uno spazio per poter parlare, confrontarsi perchè le domande delle persone che soffrono non finiscono mai...

Cosa s’intende per cure palliative? O meglio che significato ha la cosiddetta “medicina palliativa”? Innanzi tutto bisogna sgomberare il campo da un comune equivoco sul significato negativo spesso dato al termine palliativo, quando inteso come un rimedio di scarsa efficacia; al contrario, la medicina palliativa è efficace nella cura dei sintomi, quindi è efficace nella difesa della qualità della vita del paziente; ma non solo, quando la cura (in senso stretto) della malattia non è più possibile, è nostro compito “prenderci cura”, ciò significa avere di una visione “olistica”, cioè complessiva, dei bisogni del paziente, che tenga conto di tutti gli aspetti fisici, psicologici e sociali del paziente. Nel “prenderci cura” del malato oncologico noi MMG ci poniamo come prioritari i seguenti obiettivi: 1) Aiutare il paziente a difendere la vita fisica; 2) Aiutare il paziente ad alleviare le sofferenze psichiche, avendo sempre ben presente il fatto che il paziente oncologico affina una peculiare sensibilità per tutto ciò che lo circonda; 3) Aiutare il paziente a salvaguardare la propria dignità; in ultima analisi tutti i nostri sforzi sono finalizzati ad aiutare il paziente oncologico a combattere le due cose che teme maggiormente: LA SOFFERENZA e LA SOLITUDINE. Per tendere a tali obiettivi da anni ci attiviamo per rendere disponibili al paziente tutti i possibili aiuti socio-sanitari presenti sul nostro territorio e tale esperienza ci ha portato alla consapevolezza del fatto che i bisogni dei pazienti oncologici sono molto importanti ed in numero così elevato che nessun SSN al mondo è in grado di soddisfare in maniera esaustiva; ciò ha fatto sì che la quasi totalità dei MMG dei nove comuni s’impegnasse con entusiasmo per la nascita dell’AMO Nove Comuni Modenesi Area Nord, avendo sempre ben presente il nostro unico ed importantissimo fine: AIUTARE IL MALATO ONCOLOGICO ED I SUOI CARI. Da più di un anno, oltre che sul campo, tutte le figure professionali (MMG, Infermieri, Assistenti Sociali) dei nove comuni, si stanno aggiornando in maniera intensiva sulle cure palliative con incontri con i maggiori esperti per poter accompagnare in maniera sempre più umana il malato oncologico ed i familiari durante tutto il “percorso”. Infine, ritengo che, nel nostro territorio, il contributo dell’AMO per raggiungere, in modo completo, tali nobili obiettivi sia già importante, importanza che sicuramente è destinata ad aumentare negli anni a venire, grazie all’aiuto certo di tutti i soci! Dr. Mauro Marazzi

Vanna Corazzari.

Sull’argine del fiume

IL FAMILIARE

Seguendo il sole segue da pag. 1

Iniziò ad assistere questi malati fin dagli anni ’50, quando nessuno (se non ospedali e istituzioni religiose) se ne occupava, e introdusse un approccio scientifico nelle terapie della condizione clinica avanzatissima. Osservò e realizzò che il dolore e la dispnea, così come altri sintomi, potevano essere controllati mettendo in atto le nuove scoperte della farmacologia. Per prima suggerì la somministrazione a orari fissi degli oppiacei, eliminando la somministrazione al bisogno, che arrecava un modesto e temporaneo sollievo al paziente. Introdusse anche il concetto di “dolore globale”, riaffermò l’unità psichica e fisica della persona e promosse con forza la costituzione di luoghi che, nella cura dei malati, tenessero conto di tutti gli aspetti della sofferenza umana. Il maturarsi dell’idea di occuparsi di questi malati, fino alla creazione del St. Christopher’s Hospice a

Chiunque abbia vissuto a stretto contatto con un malato terminale sa cosa significa pregare ogni giorno Dio perchè conceda al proprio caro di porre fine a così tanta sofferenza da rendere inumane la condizione fisica e la dignità del malato stesso. Io ho accompagnato il lento degrado di mia madre vedendola sfiorire giorno per giorno sino a divenire poco più di un vegetale. Credo che ognuno di noi abbia diritto ad una morte dignitosa, senza accanimenti terapeutici che prolungano in alcuni casi solo la sofferenza del malato. La P ALLIAZIONE dà la possibilità al malato di mantenere questa dignità concedendo tregua al corpo e alla mente facendo tacere il dolore. Ringrazio Dio che ha concesso alla mia adorata mamma di raggiungerlo con l’anima abbandonando un corpo malato che rappresentava ormai solo una dolorosa zavorra che l’ancorava ad una vita pressochè insostenibile. Michela. Londra, avvenne nell’affrontare circostanze e situazioni che, all’inizio, le sembrarono negative e sfavorevoli, ma che in un secondo momento si rivelarono provvidenziali. La sua crescita personale e professionale avvenne attraverso il contatto con situazioni drammatiche, fino alla storia commovente dei tre uomini che conquistarono il suo cuore e che svolsero un ruolo determinante nella realizzazione del suo progetto. Da notare che i primi due, David ed Antoni, erano stati da lei incontrati perché gravemente ammalati e quindi bisognosi di cure. L’amicizia straordinaria che ne nacque non rappresentò soltanto la possibilità di maturare la sua ispirazione iniziale ma anche una modalità totalmente nuova di vivere il rapporto col malato: non una fredda prestazione tecnica ma il totale coinvolgimento affettivo e umano fino a soffrirne fortemente al momento della perdita. In Medicina oggi si parla spesso di vivere un giusto dis-

tacco, di non lasciarsi coinvolgere troppo dalle persone che curiamo ma quanto questo “non coinvolgimento” è utile alla nostra professione? L’esperienza di Cicely dimostra che solo se il rapporto col paziente è reciprocità può trasformarsi in un reale “prendersi cura” perchè è sempre un arricchimento, un guadagno personale: abbiamo bisogno degli altri per essere noi stessi, non per sentirci “buoni”. C’è un aiuto al nostro essere uomini che ci raggiunge proprio attraverso il rapporto con le persone più bisognose, aiuto che tante volte non è espresso, e che può essere una implicita provocazione alla nostra vita, al suo significato, quasi un accenno. L’ “umanizzazione” della medicina non consiste solo nel creare ambienti confortevoli ed accoglienti (l’abbellimento degli ambienti deriva da una concezione della persona più profonda) ma avviene quando il medico, l’infer-

I colori delle stagioni

L’ EX PAZIENTE Quando un medico scuote la testa e dice: ”Mi dispiace”, d’un tratto non si è più normali ma “malati”! All’ improvviso la vita cambia radicalmente, l’intero io si incrina, irrompe la depressione, non sei più in grado di reagire, sei diosorientato, in balia degli eventi, ti senti vinto, al tappeto, scippato della tua vita e percepisci solo la sofferenza della tua anima, ti sforzi di mantenere integra la tua personalità pur dovendo cedere all’ inferno della malattia. Di fronte a té c’è il tuo dottore e la tua fortuna più grande è d’incontrarlo disposto ad ascoltarti, a risponderti in un linguaggio comprensibile, attento alle tue reazioni, alla tua sensibilità, un medico che vada oltre la terapia, perchè lui riconosce che ogni caso clinico ha un volto, un nome, un passato e vorrebbe avere anche un futuro. lo ho avuto questo privilegio. Nel mio percorso ho incontrato medici completi, bravi professionisti con il vantaggio di avere dentro di loro quello che la scienza medica non può insegnare: una grande umanità! Mariangela

IL MEDICO OSPEDALIERO Lenire il dolore rientra tra i doveri assolutamente prioritari di quanti hanno in cura pazienti neoplastici. Oncologi, Anestesisti, Terapisti del dolore, Palliativisti hanno elaborato con il contributo di Farmacologi e Psicologi strategie globali di lotta alla sofferenza che consentono oggi di ottenere sollievo e di migliorare la qualità di vita di molti pazienti. L’esperienza nell’ambito del trattamento a gradini (I° gradino antinfiammatori, II° gradino oppioidi deboli, III° gradino oppioidi forti) ha insegnato che il controllo del dolore nel paziente oncologico prevede molto frequentemente il ricorso agli oppiacei maggiori e che non vi è nessun motivo valido di confinare questi farmaci alla fase terminale di malattia costringendo il paziente ad un esercizio di “sola sopportazione del dolore”. Nonostante la ferma presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, cha ha indicato nella morfina il farmaco cardine nel trattamento del dolore oncologico, in molti Paesi (e l’Italia è tra questi) i pregiudizi sulla morfina sono tuttora radicati. Alle resistenze di tipo culturale e pregiudiziale si sommano le resistenze legate ad una legislazione restrittiva. Gli ultimi dati (2001) di cui si dispone vedono l’Italia tra gli ultimi paesi consumatori, dietro a Senegal e Zambia e davanti a Ecuador, Cina, Bolivia e Algeria. Rimangono pur sempre molti nodi da sciogliere. Innanzitutto è necessario colmare le carenze conoscitive sulla morfina; molti di questi nodi derivano dalla scarsa informazione sulle proprietà e sugli effetti di questo farmaco. Ben vengano quindi tutte quelle iniziative atte a informare correttamente sui vari aspetti del trattamento con morfina, su alcune delle problematiche che più generano resistenze all’impiego come la dipendenza, la “tolerance” e la depressione respiratoria, effetti collaterali minimi rispetto ai benefici ottenuti da un adeguato trattamento morfinico. Dott.ssa Maria Carla Guidi Resp.del modulo di Terapia Antalgica dell’Osp.di Mirandola e Finale E.

miere, il fisioterapista, il tecnico, accettano consapevolmente di ricevere qualcosa da coloro che aiutano, che non è appena la gratitudine ma qualcosa di più profondo e di più soddisfacente. Cicely ce ne dà una testimonianza eccezionale che può essere riassunta in una sua espressione riportata nell’ultima parte del libro: “Lavoro con i morenti e vedo continuamente la risurrezione”. La vita, dunque, è “rapporto” sia al suo inizio magari fragile ed indifeso che al suo termine nondimeno bisognoso e che eliminare questa struttura fondamentale della persona è irrealistico e riduttivo non solo per i nostri pazienti ma anche per noi poveri uomini che tutti i giorni cerchiamo di prenderci cura dei nostri simili. Dr.ssa Nunzia D’Abbiero Radioterapia Oncologica Arcispedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia

Estate

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L’AMORE PER LA VITA OLTRE LA MORTE Stasera non so cosa mi prenda è strano. E’ qualcosa di forte e molto dolce insieme che mi sale dal cuore e scalda la mia glaciale paura. Mi ritrovo qui, sola, a fare un bilancio della mia vita: un disastro, però voglio ancora vivere! Non riesco forse ancora a godere dei colori del mondo per chiudere gli occhi e rassegnarmi a un nero assurdo? Ma illudersi fa male, molto male quando non può esserci illusione alcuna ed è triste. E’ come un pozzo scuro, freddo e profondo in cui non ho scelto io di cadere. In alto, troppo in alto, una luce calda e sicura e in quella luce i volti delle persone che amo. Vorrebbero, lo so, aiutarmi ad uscire ma non hanno braccia così lunghe per riuscirci e io sono stanca di dibattermi inutilmente come un insetto infilzato in un crudele spillo. Mi aggrappo alla voce di un amore che non vuole arrendersi e spero almeno che le sue parole mi facciano compagnia. Non mi resta che sedermi in un angolo e aspettare abbracciata come una bambina ad una bambola vestita di speranza. E se anche non dovessi farcela e il buio riuscisse a entrarmi nel cuore per un amore grande i miei occhi avranno sempre un sorriso. Vorrei che tu ricordassi le mie parole, e continuassi a cercare quel sorriso negli occhi di chi ti vorrà bene: così mi avrai sempre vicino. Morena, 27 anni

... un riconoscimento speciale E’ stato attribuito all’unanimità da par te del Consiglio Direttivo il primo riconoscimento “Amico AMO” d’oro ad Otilio Sogari, titolare della fotolitotipografia Sogari di San Felice, per l’impegno e l’entusiamo profusi a sostegno dell’Associazione, per il prezioso supporto legato alla stampa di tutte le iniziative svolte compreso il presente giornale.

VITA DI VOLONTARIATO Servizio di trasporto dei malati oncologici a cura degli autisti volontari dell’associazione

Il gruppo degli autisti volontari e i loro mezzi

I SERVIZI DISPONIBILI 1) TRASPORTI: sono disponibili 3 automezzi e soprattutto 18 autisti per trasporti gratuiti dei pazienti. Alcuni numeri: Totale pazienti trasportati in 6 mesi: 75 Totale km percorsi: 30000 Viaggi effettuati: 700 2) SEGRETERIA ED ACCOGLIENZA: nella sala di attesa del Day Hospital, resa più accogliente grazie agli impianti di aria condizionata di filodiffusione e quadri, è disponibile un efficiente servizio di segreteria dove i volontari della nostra Associazione offrono informazioni ed accolgono i pazienti oncologici ed i loro famigliari. 3) GRUPPO DI AUTOAIUTO: Abbiamo istituito un servizio di sostegno psicologico per pazienti con nuova diagnosi di tumore ad opera di ex-pazienti e di una psicologa.

PER INFORMAZIONI IN MERITO AI SERVIZI RIVOLGERSI A: AMO presso Day Hospital Ospedale di Mirandola (Mo) ai numeri: 0535.20807 dalle ore 9.00 alle 12.00 Cell. 3392738457 oppure 3291696530 Il nostro Presidente consegna ad Otilio Sogari il premio “Amico Amo” d’oro Teatro Comunale di San Felice, 23 ottobre 2003

Ringraziamenti Un ringraziamento speciale per la sensibilita’ ed il tangibile sostegno dimostrato a coloro che ci hanno donato i due automezzi che hanno consentito di dare inizio al servizio dei trasporti, alla Sig.ra Magri Odette, ed ai Sig.ri Emilia, Carla e Silvio Calanca.

Le infermiere Rossella e Carla del Day-Hospital davanti al quadro donato da Marco

I PROSSIMI APPUNTAMENTI Settembre - Ottobre

I fratelli Giovanna e Luigi Giliberti di Mirandola ringraziano per le generose offerte a favore dell’Associazione in memoria della mamma, maestra Annamaria Belluzzi. Un ringraziamento sentito alla Dott.ssa Mirella Ungheri Direttore Sanitario dell’Ospedale S. Maria Bianca di Mirandola per l’attenzione ai temi dell’umanizzazione dell’assistenza. Un ringraziamento agli amici AMO di Carpi ed al loro presidente Dr. Fabrizio Artioli, per la collaborazione e l’attenzione prestata nel favorire la nascita della nostra Associazione. I pazienti, i parenti ed i colleghi ringraziano la Dott.ssa Marilena Cesari per la sensibilità e l’alta professionalità dimostrata nei sei anni di attività svolta presso il nostro Day Hospital. Un ringraziamento sentito e riconoscente a tutti coloro che con offerte di tempo e di denaro hanno contribuito alla nascita e stanno partecipando alla crescita della nostra associazione

SPAZIO AMO Periodico d’informazione dell’Associazione AMO Nove Comuni Modenesi Area Nord. Registrazione N. 1711 del 4 maggio 2004 presso il Tribunale di Modena

Direttore responsabile: Alberto Setti Progetto grafico: Gianni Pedrazzi Comitato di redazione: Doriano Novi, Elena Barbieri, Paolo Rebecchi, Carla Guidi, Mario Ferioli, Mauro Marazzi, Mario Rinaldi, Beatrice Menza, Luigi Benatti, Roberto Roccato. Stampa: Sogari Artigrafiche di Sogari Otilio Via dell’Artigianato, 213 41038 San Felice sul Panaro (MO) N. di tirature: 20000 Anno I - N° 1 - Luglio 2004

Il Presidente Pagina 4

Presentazione della nostra Associazione ai cittadini di Camposanto e Finale Emilia

1 Ottobre 2004 Cassa di Risparmio di Mirandola Galleria del Popolo ore 20.30 Seminario sulla Medicina palliativa

9 Ottobre 2004 Torino: Presentazione della nostra Associazione al III Convegno Nazionale delle associazioni di volontariato in ambito oncologico.

10 Ottobre 2004 Genova: Partecipazione alla sfilata delle associazioni italiane di volontariato.


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