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fitto e la concentrazione di stirolo salì a 0,64 mg/mc, scendendo poi sotto il limite di misurabilità al 37° giorno di quest’ultima prova. Anche indagini su ambienti costruiti, isolati con EPS, non hanno rivelato presenza di stirolo. Questi risultati sono stati confermati da un Comitato del Ministero Tedesco dell’Ambiente, Costruzione Urbanistica che afferma testualmente: “I materiali isolanti formati da espanso rigido di Polistirene prodotti in conformità della norma DIN 18164 possono, se non rivestiti immediatamente dopo la loro produzione, emettere piccole quantità di stirolo monomero. Nelle condizioni più sfavorevoli si possono avere valori di punta fino a 1/100 dell’attuale valore di soglia (420 mg/m = 100 p.p.m.). Anche a temperature elevate, insolite nei locali di abitazione, tali concentrazioni ammontano peraltro, dopo circa 10 settimane, a soli 1-2 millesimi del valore di soglia e si abbassano poi molto rapidamente sotto il limite di misurabilità. Le tracce di stirolo presenti in questi isolanti sono perciò senza importanza dal punto di vista sanitario”. Ogni dubbio sull’assenza di nocività dell’EPS dovrebbe quindi cadere e in effetti dubbi simili non sono mai affiorati in altri settori, p.es. quello degli imballaggi alimentari, che ammettono legalmente il Polistirene fra i materiali che possono venire a contatto con alimenti. Per completezza citiamo comunque anche le altre emissioni attribuite all’EPS per confusione con altri materiali (formaldeide, clorofluorocarburi, radon), che non possono sussistere semplicemente perché l’EPS non le contiene, né i suoi costituenti, carbonio e idrogeno, possono concorrere a formarle. b) Obiezioni legate alla struttura fisica dell’EPS L’EPS oppone una certa resistenza al passaggio del vapore; l’entità é caratterizzata dal vapore del coefficiente u, detto appunto “di resistenza al passaggio del vapore che rappresenta lo spessore di aria equivalente, dal punto di vista della diffusione del vapore, ad uno spessore unitario di EPS. Il valore u dell’EPS é dello stesso ordine di grandezza di quello dei materiali da costruzione tradizionali e non crea particolari problemi nel controllo dello scambio di umidità fra interno ed esterno attraverso pareti che comprendono uno strato di EPS. Si può dunque dire che una parete isolata con EPS “traspira” se non comprende altri strati di resistenza al passaggio del vapore molto maggiore (le cosiddette “barriere al vapore”). A questa permeabilità al vapore corrisponde una certa permeabilità all’aria, che si può ritenere circa dello stesso ordine di grandezza, quindi del tutto insufficiente, non solo ad assicurare, ma anche soltanto a contribuire in maniera apprezzabile al ricambio d’aria necessario per i locali; questo deve essere assicurato, in modo più o meno controllato, dalle aperture di cui dispone il locale. Accade tuttavia che si faccia confusione fra le due permeabilità, al vapore e all’aria, e si affermi che una parete con EPS non traspira; in realtà nessuna parete, di nessun genere, se ben fatta, contribuisce al ricambio d’aria e quindi questa osservazione é del tutto ingiustificata. Un’altra obiezione sollevata contro gli isolanti in genere é quella di costituire uno schermo ai campi elettrici e magnetici in cui vivremmo all’aperto; in realtà questi campi esistono e si producono anche all’interno (p.es. per effetto dei vestiti che indossiamo) e se anche avessero qualche influsso sulla salute, positivo o negativo, questo sarebbe ben difficile da mettere in evidenza, sovrapposto agli altri influssi (igrotermici, sonori, da inquinamento, ecc.), ben più importanti, cui siamo costantemente sottoposti. c) Comportamento in caso di incendio Il comportamento dell’EPS in caso di incendio può essere visto sia, sotto l’aspetto del contributo che esso può dare all’innesco e alla propagazione dell’incendio, sia per quanto riguarda l’emissione di sostanze pericolose durante l’incendio. La tossicità dei fumi é l’altro aspetto dell’incendio, che ha richiamato molta attenzione da qualche tempo, in particolare in relazione al comportamento di vari materiali plastici; ciò ha fatto sì che, anche per questo aspetto, pure l’EPS venisse accomunato ai materiali più pericolosi. In realtà esso risulta uno fra i materiali organici meno pericolosi; in quanto composto di solo carbonio e idrogeno (fig. 2), in presenza di sufficiente aria comburente, i suoi prodotti di comIL POLISTIRENE E L’IMPATTO AMBIENTALE

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