Nautilus viaggio al centro della salute - n°1 Gennaio/Marzo 2008

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Cultura

Nautilu Viaggio al Centro della Salute

Teatro alla Scala. Musica, ma non solo Musica e medicina: un legame antico e rinnovato M. Francesca Agus Fondazione Teatro alla Scala di Milano

La musica, il segno sublime della nostra transitorietà. Così fu definita da un illustre musicista e medico, Giuseppe Sinopoli, il 13 ottobre 2000 ai pazienti del Policlinico Gemelli di Roma. Non si può qui neppure lontanamente tentare il più profondo significato che la musica ha sull’animo umano. Forse, ad usar termine medico, «l’unico termometro della bellezza in musica è il grado di esaltazione cui l’anima è portata; mentre di un quadro di Guido [Reni] posso dire col sangue freddo: questa è pura bellezza», così scriveva Stendhal. Oppure, più recentemente, “La musica sveglia il tempo”, titolo di un bel libro del maestro Daniel Barenboim «per le menti curiose di scoprire le corrispondenze tra la musica e vita, e la saggezza che diventa comprensibile all’orecchio pensante»; titolo che echeggia la discussione in ambiente medico ne “La montagna incantata” di Thomas Mann («la musica sveglia il tempo, la musica sveglia noi al più raffinato godimento del tempo, e in quanto sveglia è morale. Morale è l’arte in quanto sveglia»). L’amore per la musica - e il teatro -, anche per il medico non può dunque essere ridotto a cultura d'erudizione: è amore per il bello e significante della vita stessa umana. E tuttavia, possiamo accettare, nel caso dell’amore di tanti medici per la musica, l’affermazione del celebre storico Arnaldo Momigliano, nel soffermarsi tra storia e medicina, di come «il fascino dell’erudizione è già, per i medici, un fenomeno antico (si veda per esempio la varietà di interessi antiquari di quel dottore

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Anno II - N. 1

Hermogenes di Smirne, Epigr. Greca, II sec. d.C. circa). Ma non è difficile capire perché i medici, abituati come erano all’osservazione minuziosa del lato patologico della vita quotidiana, si rivolgessero con qualche conforto all’aspetto sano di essa, per ricrearsi» . Recentemente, sotto un altro aspetto, Umberto Veronesi ha trattato egregiamente il rapporto ancor più stringente che una semplice passione, tra musica e medicina: “aiuta a guarire”. In un Convegno a Lucca, organizzato dall’Associazione Musicale Lucchese e dalla Fondazione Umberto Veronesi su “Musica, scienza, pensiero”, si è dato conto del rapporto profondo e ancora misterioso che lega la musica alla spiritualità e al pensiero umano. Certo, la musica può darci pace, o altre volte essere inquietante. Ma in generale già il legame storicamente forte tra musica e pensiero religioso produce un tramite facilitante il rapporto con Dio e un linguaggio privilegiato della preghiera collettiva. La musica di Bach da sola - le Cantate, Messe, Passioni…-, ne è testimonianza perenne. Il passo dall’anima alla psiche è d’altronde breve e la musica diviene a potenzialità terapeutica e va ad affiancarsi con successo alla psicologia e psichiatria; ed avere anche un ruolo di supporto a terapie standard come l’anestesia e la chirurgia. Oggi va perfino sviluppandosi la Musicoterapia, capitolo a sé nella scienza biomedica, con riscontri di letteratura scientifica e l’attenzione di riviste autorevoli come il British Medical Journal.


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