IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI

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139. Cosa ne sarà dunque, dopo lunghissimi tempi, del Nemico? Oh dì, caro Padre a me, alleggerisci il le pene che tengono ancora moltissimo il mio cuore infantile entro stretti confini, – o dillo, indurirà egli nella morte o soltanto invecchierà? Diventerà egli forse, dopo eternità, un essere migliore? La Tua Misericordia lo salverà dalla morte? Che cosa avverrà di coloro che egli ha rovinato? Oh, risorgeranno un giorno anche questi dalla morte? Ed esiste un tempo per misurare la durata dei tormenti? Oh dimmi Padre! Però non devi dimenticare quest’ultima cosa!».

140. [Il Signore:] «O caro Pathiel, tu innocente fanciullo! Nelle tue domande spunta amabilmente, già senza risposta, la più bella risposta. Qui, per determinare la durata, non serve come sulla Terra il tempo fuggevole [calcolato] in base a ore, giorni, mesi, capodanni; infatti qui non esiste il tempo, ma esiste invece la vita colmissima di diletto, secondo la quale viene fedelmente dato lo stato di misura della durata. Ora immaginati nel cuore che cosa può inventare l’Amore nel più alto diletto di vita, [e questo lo] annuncerà la misura della gioia: “La durata delle somme gioie viene qui misurata da un’azione nobile all’altra – e il nemico non viene dimenticato”.

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