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La Piramide

Eppure, nonostante la convinzione che in tutti questi anni nulla sia cambiato da queste parti, Presti si sente nel complesso più amato che sottovalutato o invidiato. Sa di essersi preso le sue belle soddisfazioni, soprattutto contro la mafia e contro il potere. In cosa crede? “Nella possibilità di nutrire lo spirito e colmare un vuoto.

Dio è una disciplina, che ciascuno può trovare”. In quest’ottica, la Piramide assume proprio l’accezione di un “tempio laico” pronto ad offrire ancora una volta la spiritualità agli uomini che l’hanno negata. E con quel candore grazie al quale solo gli artisti sanno rendere naturali i concetti più inafferrabili, l’uomo Presti sottolinea che l’unica cosa che un po’ lo preoccupa è il non sapere ancora a chi affidare la continuità dei suoi progetti… si vedrà. Intanto quel che è certo è che le delusioni in lui “non hanno ucciso il sogno”, che è l’unica cosa di cui non potrebbe proprio fare a meno. Ma non quel sogno che è un mero progetto da realizzare. Quel sogno che è “progettare il futuro, essere altro da sé, utopia”. Perché “sogno è continuare a sognare, declinare all’infinito”. Parola di un artista.

La “Piramide – 38° Parallelo” è l’ultima opera, in ordine di tempo, fortemente voluta da Antonio Presti. Realizzata dall’artista Mauro Staccioli, questa piramide del XXI secolo alta 30 metri nasce per testimoniare “l’emergenza”, nella duplice accezione del termine: costruita interamente in acciaio corten (lo stesso materiale usato nella costruzione delle navi), materia che sposa la natura ferrosa del terreno, “emerge” in maniera organica dalla montagna che la ospita e della quale costituisce anche la cima, mancante in natura: da lei, dalla montagna, “nasce” dinamicamente grazie al fatto che uno degli spigoli è più lungo degli altri. Emergenza come “urgenza”, inoltre, di restituire alla società, attraverso la politica del dono e dello sviluppo, valori inestimabili che si stanno perdendo irrimediabilmente. Il titolo indica l’esatta collocazione geografica del punto in cui è stata costruita. “Dalla parte opposta del globo c’è il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, terra di conflitti mai risolti. La bellezza che noi abbiamo voluto da questa parte restituisce un equilibrio universale che manca ormai da troppo tempo” (A. Presti). In senso orario: La materia poteva non esserci, Labirinto di Arianna, Antonio Presti con Mauro Staccioli, l’interno della Piramide e in basso il 38° Parallelo

Inaugurata il 21 marzo scorso, data dell’equinozio di primavera, sarà riaperta al pubblico soltanto una volta all’anno, a partire dal prossimo 21 giugno. La scelta del solstizio d’estate come ricorrenza-evento non è casuale. Al suo interno la piramide presenta una feritoia rivolta verso Nord-Ovest dalla quale in quel giorno dell’anno la luce del sole entra a sconfiggere il buio per più ore: “Un rito di luce che è una scelta di bellezza. Da lassù l’uomo è invitato a rivolgere lo sguardo verso l’alto, e non alle miserie di una società che sta in basso e che, rinunciando alla bellezza, ha scelto come metro di esistenza la mediocrità. E gli uomini mediocri non possono progettare il futuro” (A. Presti).


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