Sikania 252

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Rubriche Surveys pag. 2 In breve > Briefly

Fuoco ardente su rami di smeraldo Blazing fire on emerald branches

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pag. 14 Libri > Books

Week-end

Salvatore Cuffaro Pensieri sparsi di fine d’anno Scattered thoughts at the end of the year

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Serre di Ciminna e Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella Riserve Naturali Orientate Special Nature Reserves

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pag. 63 Capodanno sul vulcano > New Year’s Eve on the volcano pag. 64 I Tre Re a Canicattì > The Three Kings in Canicattì

I consigli di Sikania Sikania advices pag. 66 Dove dormire > Where to sleep

Sciacca La “fabbrica” dei carri The “factory” of carnival floats

pag. 62 Fra presepi e storia > Cribs and history

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pag. 68 Dove mangiare > Where to eat pag. 69 Vino > Wine Sole di Sesta 2004 - Cottanera

Le filastrocche nella tradizione popolare siciliana Nursery rhymes in the Sicilian folk tradition

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Tesori nascosti Hidden treasures Santa Maria del Bosco di Chiara Alaimo

pag. 54

Attualità News La Sicilia è meglio delle Bermuda > Sicily is better than Bermuda di Emilia Gatti pag. 58 Copertina > Cover: Fatòs Vogli > Santa Maria del Bosco

L’Oste e il Sacrestano

pag. 72 Albergo > Hotel Hotel Ucciardhome

Il mito in Sicilia Myth in Sicily (VIII) di Maria Lohman

pag. 70 Ristorante > Restaurant

pag. 74 Lo scaffale di Sikania Palermo felicissima… atto secondo di Gaetano Basile Errata Corrige Nello scorso numero di Sikania, il servizio su Mistretta conteneva alcune inesattezze relativamente al museo, delle quali ci scusiamo e che qui rettifichiamo: la corretta intestazione è infatti Museo Regionale delle Tradizioni Silvo Pastorali Giuseppe Cocchiara. In the previous issue of Sikania, the feature on Mistretta contained some inaccuracies regarding the museum, for which we apologize and which we will now rectify: the correct name is Giuseppe Cocchiara Regional Museum of Woodland and Pastoal Traditions.


IN BREVE>BRIEFLY

Le pratiche teatrali nella tradizione dell’Est Il programma del mese natalizio del XXII Festival di Morgana contiene delle proposte interessanti che ci accompagneranno fino alla conclusione del festival con lo spettacolo di marionette russe Kukly Delitto e Castigo, in scena il 21 e il 22 dicembre alle 21, il 23 alle 17. Stessi orari per i giorni 14, 15 e 17 per il Bunraku giapponese dal titolo Hidakagawa Iriaizakura Shinreiyaguchi no watashi. Informazioni allo 091 328060 del Museo delle Marionette, in piazzetta Pasqualino, 5 a Palermo oppure su www.museomarionettepalermo.it

Theatrical practices in the eastern tradition > The programme of the Christmas month of the 23rd Morgana Festival includes some interesting proposals that will accompany us to the end of the festival with the Kukly Russian marionettes performing Crime and Punishment on 21 and 22/12 at 9 pm, and on 23/12 at 5 pm. The times are the same on 14, 15 and 17/12 for the Japanese Bunraku with the title Hidakagawa Iriaizakura - Shinreiyaguchi no watashi. Info call 091 328060 Marionette Museum, at Piazzetta Pasqualino, 5, Palermo or go to www.museomarionettepalermo.it

Bevi qualcosa? > È questo il titolo della mostra che la Galleria Fiaf - Le Gru organizza con le fotografie di Mario Caramanna, artista di cui ha detto Silvano Bicocchi: «Davanti all’obiettivo Mario Caramanna fa comparire solo quei simboli forti che egli ritiene siano l’anima del suo soggetto». La mostra è visitabile dal 14 dicembre all’11 gennaio presso la galleria di corso Vittorio Emanuele, 214 a Valverde (CT). Informazioni: www.fotoclublegru.it

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Something to drink? > This is the title of the exhibition that the Fiaf-Le Gru Gallery is organizing with photographs by Mario Caramanna, an artist of whom Silvano Bicocchi has said: “In front of his lens Mario Caramanna shows only those strong symbols that he believes are the soul of his subject. “The exhibition is open from 14 December to 11 January at the gallery in Corso Vittorio Emanuele, 214 to Valverde (CT). Information: www.fotoclublegru.it

Con i camperisti alla volta di Sutera e del suo presepe vivente Come primo appuntamento del nuovo anno, la Federcamperisti non poteva scegliere méta migliore che Sutera, città-presepe nissena che organizza uno dei più affascinanti presepi viventi tra gli antichi vicoli e i dammusi delle case in gesso del quartiere del Rabato. Tutte le informazioni per partecipare alla gita del 5 e 6 gennaio possono essere chieste allo 095 222264 della Federazione oppure al cellulare 347 3383613. Il sito è su www.acticatania.com With the camper van people to Sutera and its living crib > As the first event of the new year, Federcamperisti could not have chosen a better destination than Sutera, a crib town in Caltanissetta province that in the Rabato quarter organizes one of the most fascinating living cribs, among the old alleys and the dammusi of the gypsum houses. All information about the trip on 5 and 6 January by calling 095 222264, the number of the Federation, or mobile phone 347 3383613. The site is on www.acticatania.com 2



IN BREVE>BRIEFLY

Una Melato “da bere” Sola me ne vo’ è il titolo dello spettacolo portato in giro per l’Italia da Mariangela Melato in questo ultimo scorcio del 2007 e che approda, fino al 23 dicembre, al Teatro Al Massimo di Palermo. Una veste insolita questa cucita addosso alla grande attrice teatrale dagli autori Michele Serra e Riccardo Cassini, una veste ironica, leggera, spensierata come la Milano “da bere”, tutta giocata nella incredibile bravura della protagonista. Informazioni: tel. 091 589575 - www.teatroalmassimo.it

Melato to drink > Sola me ne vo (I’ll go away alone) is the title of the show taken around Italy by Mariangela Melato in this last part of 2007 and that until 23 December will be at the Teatro Al Massimo in Palermo. It is an unusual dress that has been sewn on the great theatrical actress by the authors Michele Serra and Riccardo Cassini, an ironic dress, light and happy-go-lucky like the Milan “to drink”, all played out in the unbelievable cleverness of the protagonist. Information: tel. 091 589575-www.teatroalmassimo.it

A Catania, Don Paco e “la” chitarra I latini attribuiscono l’appellativo “don” solo a chi merita grandissimo rispetto. E Paco de Lucia, non c’è dubbio, merita il più grande rispetto tra i chitarristi. Sarà la sua musica a richiamare il numeroso pubblico di estimatori al Metropolitan di Catania il prossimo 17 dicembre, quando il principe delle Asturie delle Arti (raro riconoscimento istituzionale) salirà sul palcoscenico del Catania Jazz. Se gli chiedete, lui vi dirà di essere soltanto un suonatore di flamenco... Informazioni: tel. 095 7225340 www.cataniajazz.com

In Catania, Don Paco and his guitar > The Latins attribute the appellative “Don” only to those that deserve great respect. And Paco de Lucia undoubtedly deserves the greatest respect among guitarists. It is his music that will draw a big and appreciative audience to the Metropolitan in Catania next 17 December, when the prince of the Asturias of Arts (a rare institutional recognition) will climb onto the stage at Catania Jazz. If you ask him, he will tell you he is only a flamenco player... Information: tel. 095 7225340-www.cataniajazz.com

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Festival corti teatrali Fino al 30 dicembre è possibile iscriversi alla terza edizione del Festival dei Corti Teatrali, manifestazione che si svolgerà in giro per l’Italia tra febbraio e marzo 2008, aperto sia ai professionisti già conosciuti, sia ai non professionisti. Il bando, il modulo di iscrizione e tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.inbreve.org

Festival of theatrical shorts Until 30 December it is possible to enrol in the third Festival of Theatrical Shorts, an event that will take place around Italy between February and March 2008, open both to professionals who are already known and to non-professionals. The regulations, the enrolment form and all information are available on the site www.inbreve.org



IN BREVE>BRIEFLY

In viaggio con Ron, tra suoni naturali e canzoni sempre nuove

«Un nuovo tour è un nuovo viaggio, verso il quale ci si incammina con la voglia di rimettersi in gioco, provare nuove emozioni e rinnovarsi. Era da tempo che avvertivo questa esigenza e urgenza di ritrovarmi in una "scatola sonora" a me più consona, e soprattutto vibrante di suoni naturali, come i legni e le corde degli strumenti suonati dalla straordinaria orchestra che mi accompagna, come il suono puro che rimbalza tra il palco e le mura dei teatri che mi ospitano (...) Ho voglia d’incontrarvi e di raccontarmi, attraverso le mie canzoni, e in questo modo, ancora una volta, farvi viaggiare con me». Così Ron si presenta per questo suo nuovo spettacolo, prodotto da Friends&Partners, che in Sicilia sarà al Metropolitan di Catania il 28 e all’Impero di Marsala il 29 dicembre. Informazioni: TicketOne tel. 892.101

Travelling with Ron, amid natural sounds and songs that are always new > “A new tour is a new trip you set out on with the desire to get playing again, to feel new emotions and to renew yourself. For a long time I had felt this need and urgency to find myself once again in a ‘sound box’ that was better suited to me, and above all vibrating with natural sounds like the woodwind and the strings of the instruments played by the remarkable orchestra that accompanies me, or like the pure sound that reverberates between the stage and the walls of the theatres that host me... I want to meet you and tell my story, through my songs, and in this way, once more, to make you travel with me.” Thus Ron presents himself for his new show, produced by Friends&Partners, which in Sicily will be at the Metropolitan in Catania on 28 December and at the Impero in Marsala on 29 December. Information: TicketOne tel. 892.101

Scommetti sull’emozione, vieni all’ippodromo.

Ippodromo della Favorita Dove la natura fa spettacolo


Tre date con Biagio Antonacci e il suo Vicky Love Tour Al Palasport di Palermo il 13 e il 14 dicembre e l’indomani al Palasport di Acireale: queste le tappe della nuova tournée di Biagio Antonacci, l’occasione per ascoltare i suoi nuovi successi come Lascia stare e Sognami, ma anche per riascoltare i brani che hanno decretato il grande successo dell’artista: Liberatemi, Se io se lei, Non è mai stato subito, Quanto tempo e ancora e tanti altri. Cinque i musicisti sul palco con Antonacci, che ha preferito accostare alle atmosfere iper-tecnologiche del megaschermo montato alle sue spalle un clima minimal per coreografie e scenografie che, seppur sempre di grande impatto, manterranno al centro dello spettacolo il cantautore, la sua musica e il suo pubblico: «Lo spettacolo lo faccio insieme al mio pubblico - dichiara il milanese - questa è per me la scenografia migliore, la più bella e la più importante di tutte». I biglietti sono disponibili presso tutte le rivendite autorizzate e presso il circuito TicketOne (tel. 892.101 - www.ticketone.it).

Three dates with Biagio Antonacci and his Vicky Love Tour > At Palasport in Palermo on 13 and 14 December and the next day at Palasport in Acireale: these are the concerts of the new tour by Biagio Antonacci, an opportunity to hear his new hits like Lascia stare and Sognami, but also to listen again to the songs that have made the artist successful: Liberatemi, Se io se lei, Non è mai stato subito, Quanto tempo e ancora and so many others. Five musicians will be on the stage with Antonacci, who has preferred to set alongside the hyper-technological atmospheres of the giant screen behind him a minimal climate for choreographies and backdrops that, though always having a big impact, will keep at the centre of the show the singer-songwriter, his music and his audience: “I do the show together with my public,” declares the Milanese singer, “and for me this is the best scenography, the most beautiful and the most important of all.” Tickets are available at all authorised sale points and on the TicketOne circuit (tel. 892. 101 - www.ticketone.it).

I percorsi di Ahasvero Quattro artisti in mostra - Andrea Buglisi, Andrea Salvatori, Asriano Persani, Nicola Vinci -per i quattro differenti iter della mostra Ahasvero, curata da Alberto Zanchetta e Federico Lupo. Sono “percorsi che gettano uno sguardo in avanti e all’indietro, perché (...) ogni camminamento è un nuovo, caparbio, ricominciamento”. Da Zelle Arte Contemporanea, via Matteo Bonello,19 a Palermo, fino al 22 dicembre. Informazioni: tel. 339 3691961 www.zelle.it The pathways of Ahasvero > Four artists will be on display - Andrea Buglisi, Andrea Salvatori, Asriano Persani, Nicola Vinci - for the four different pathways of the exhibition Ahasvero, organised by Alberto Zanchetta and Federico Lupo. They are “pathways that they glance forwards and backwards, because... every pathway is a new, stubborn, start.” At Zelle Arte Contemporanea, Via Matteo Bonello, 19 in Palermo, until 22 December. Information: tel. 339 3691961 - www.zelle.it

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IN BREVE>BRIEFLY

“Otello ama una donna da cui è riamato, Otello non viene comandato, ma comanda, Otello non crede a tutti questi privilegi che lo investono. Per amare il prossimo egli deve amare sé stesso, cosa che non gli riesce appieno e che genera i mostri dell’inconscio in cui Iago ha facile accesso, ingenerando nella sua mente la quasi certezza che tutti quelli che lo stimano, lo sopportano e lo odiano, e tutti quelli che lo amano, lo tradiscono. Tragedia di un Io diviso fra il desiderio di credere e la certezza che chiunque lo apprezzi sia più conquistato dalla sua forza, che dal suo cuore”. Così il regista Giancarlo Sepe presenta Otello, in scena al Teatro Garibaldi di Modica (RG) il 19 dicembre, con Andrea Giordana nel ruolo del moro. Informazioni: tel. 0932 759315

Otello, la tragedia dell’Io diviso

Othello, the tragedy of the divided self > “Othello loves a woman who loves him back. Othello is not commanded, but commands. Othello does not believe in all these privileges that affect him. To love his neighbour he has to love himself, which he does not fully succeed in doing, and this produces the monsters of the unconscious to which Iago has easy access, generating in his mind the near-certainty that all those that esteem him, support him and hate him, and all those that love him, betray him. It is the tragedy of a self divided by the desire to believe and by the certainty that anyone who appreciates him is conquered more by his strength than by his heart.” Thus the director Giancarlo Sepe presents Othello, being staged at the Teatro Garibaldi in Modica (Ragusa province) on 19 December, with Andrea Giordana in the role of the Moor. Information: tel. 0932 759315

Gea Casolaro, Bruna Esposito + Enzo De Leonibus, Christoph Fikenscher, Marzia Migliora e Joachim Seinfeld: sei artisti a confronto con un edificio significativo della città di Alcamo, il castello dei Conti di Modica, per scovare l’anima di questo luogo così profondamente mutato nel corso dei secoli. La mostra, curata e ideata da Emilia Valenza per il progetto “Artisti x Alcamo” e nell’ambito della rassegna Il fondo dell’anima, rimarrà aperta fino al 30 dicembre, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Ingresso libero.

L’anima del castello nelle opere di sei artisti internazionali The soul of the castle in the works of six international artists > Gea Casolaro, Bruna Esposito + Enzo De Leonibus, Christoph Fikenscher, Marzia Migliora and Joachim Seinfeld: six artists facing up to a significant building in the town of Alcamo, the castle of the counts of Modica, to discover the soul of this place that has changed so deeply over the centuries. The exhibition, conceived of and organised by Emilia Valenza for the project “Artists for Alcamo” and in the sphere of the festival The bottom of the soul, will be open until 30 December, from 9.30 to 12.30 and from 4.30 to 7.30 o’clock. Admission free. 8



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Ultimi concerti prima delle vacanze natalizie al Ridotto dello Spasimo per il cartellone Blue Brass dell’omonima fondazione palermitana. Sul palco, dal 14 al 16 dicembre, la “formidabile tromba” di Andy Gravish (in foto), musicista statunitense “dotato di un fraseggio lucido e aggressivo”. Il nuovo anno, invece, comincia il 10 gennaio al Teatro Golden con il concerto delle Puppini Sisters, “suggestioni jazz, cori a cappella, nonché classici del pop stravolti”. Informazioni: tel. 091 6166480 - fax 091 6171274 - www.thebrassgroup.it

Jazz, per finire e cominciare Jazz, to end and begin > There are the last concerts before the Christmas holidays at the foyer of the Spasimo for the programme of Blue Brass in Palermo. On the stage, from 14 to 16/12, there will be the “formidable trumpet” of Andy Gravish (in the photo), an American musician “endowed with lucid and aggressive phrasing”. The new year, instead, begins on 10 January at the Teatro Golden with a concert by Puppini Sisters, with “jazz promptings and a cappella choirs, as well as classics of pop turned upside-down.” Information: tel. 091 6166480 - fax 091 6171274 - www.thebrassgroup.it

Dioscuri a Tindari Si specchia nelle acque del Golfo di Patti il Centro Servizi Turistici dei ‘Dioscuri’ a Tindari, nuova struttura del consorzio intercomunale ‘Tindari-Nebrodi’. Il CST contiene 15 salette, una sala congressi di 100 posti fornita di strumentazioni, una area di back office e accoglienza ed un corner riservato all’esposizione di prodotti tipici. Informazioni: www.consorziopatti.me.it

Dioscuri at Tindari In the waters of the Gulf of Patti there is mirrored the ‘Dioscuri’ Tourist Service Centre at Tindari, a new structure of the ‘Tindari-Nebrodi’ inter-municipality consortium. The centre contains 15 little rooms, a congress room of 100 places with instruments, a back office and reception area and a part reserved for the display of typical products. Information: www.consorziopatti.me.it

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Valderice, luoghi di incanto I luoghi dell’archeologia e della fatica, i luoghi di delizia e di culto, i luoghi della memoria e del relax, i luoghi degli eventi e del silenzio, i luoghi che fanno incantevole Valderice, cittadina da scoprire nel trapanese, sono i protagonisti del 54° documentario sui paesi della Sicilia del regista Giovanni Montanti che, unendo la bellezza del luogo con la propria sensibilità, ci restituisce una storia non solo da ascoltare ma anche da vedere. Per informazioni e prenotazioni del video Valderice, luoghi di incanto: tel. 091 543506

Valderice, places of enchantment > The places of archaeology and toil, the places of delight and cult, the places of memory and relaxation, the places of events and silence, the places that give enchantment to Valderice, a village to be discovered in Trapani province, are the protagonists of the 54th documentary on the towns and villages of Sicily by the director Giovanni Montanti, who, blending the beauty of the place with his own sensitivity, gives us a story not only to listen to but also to see. For information and bookings of the video Valderice, places of enchantment: tel. 091 543506


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Lucio Dalla e il tour teatrale Il contrario di me Prima le grandi regie teatrali, poi la collaborazione con le grandi orchestre come Royal Philarmonic o la Ciaikovskij di San Pietroburgo, e poi ancora i mega-raduni per fare musica nei grandi spazi. Adesso, Lucio Dalla ritorna in teatro, all’interno di uno spazio più intimo “per potersi rivolgere al suo pubblico direttamente, faccia a faccia, occhi negli occhi, con scenografie teatrali, musicisti a 360 gradi e alcuni momenti di vera e propria recitazione ‘musicalizzata’, con brani scritti da lui stesso e recitati dall’attore Marco Alemanno”. Tutto ciò per ripercorerre le tappe più indimenticabili di una lunghissima carriera che con il successo del nuovo Il contrario di me sembra proseguire al di là del tempo e delle mode, tanto che risulta impossibile riuscire a mettere in ordine cronologico i suoi tanti, tantissimi brani cult. Il cantautore emiliano sarà l’11 dicembre al Teatro Golden di Palermo, il 12 al Teatro Metropolitan di Catania e il 13 al Teatro Duemila di Ragusa. Informazioni: tel. 095 7222382

Lucio Dalla and the theatrical tour Il contrario di me > First big theatre directing, then collaboration with great orchestras like the Royal Philharmonic or the Tchaikovsky in St. Petersburg, and then mega-assemblies to make music in big spaces. Now Lucio Dalla is returning to the theatre, inside a more intimate space “so as to be able to face his audience directly, face-to-face, looking them in the eyes, with theatrical backdrops, musicians all round and some moments of real ‘musicalized’ recitation, with pieces written by himself and recited by the actor Marco Alemanno.” All of this serves to go over the most unforgettable stages of a long career that with the success of the new Il contrario di me seems to continue beyond time and fashions, so much so that it proves impossible to succeed in putting in chronological order his many, many cult pieces. On 11 December the singer-songwriter from Emilia will be at the Teatro Golden in Palermo, on 12 at the Metropolitan in Catania and on 13 at the Teatro Duemila in Ragusa. Information: tel. 095 7222382


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Gabriele Lavia al Biondo con Misura per Misura Gabriele Lavia, che nei classici trova il fondamento della modernità, intravede in questa dark comedy shakespeariana dal carattere irrisolto i germi della contraddizione della contemporaneità. L’estrema complessità dell’universo umano descritto nel testo, la duplicità che caratterizza i personaggi, rendono la sfida per il regista e protagonista - costretto a vivisezionare un testo sfuggente anche alle stesse definizioni di genere - ancor più serrata. Misura per misura, infatti, nonostante il lieto fine e la risoluzione misericordiosa dei conflitti, è intriso di situazioni dalla conflittualità marcata, di vicende e personaggi poco limpidi. L’aria di sensualità malata e violenta, l’estremismo delle posizioni espresse ne fanno un’opera cupa, dolorosa e stridente. Al Teatro Biondo di Palermo dall’11 al 16 dicembre. Informazioni: tel. 0917434395 - 0917434300 - www.teatrobiondo.it

Gabriele Lavia at the Biondo with Measure for Measure > Gabriele Lavia, who in the classics finds the foundation of modernity, in this Shakespearian dark comedy of an unresolved character glimpses the germs of the contradiction of contemporary life. The extreme complexity of the human universe described in the text, the doubleness that connotes the characters, makes the challenge for the director and protagonist - also forced to vivisect a text whose very genre is difficult to define - even tauter. In this connection, Measure for measure, despite the happy ending and the merciful resolution of the conflicts, is drenched in situations with marked confliction, vicissitudes and characters that are not very clear. The air of sick and violent sensuality and the extremism of the positions expressed make it a dark, painful and harsh work. At the Teatro Biondo in Palermo from 11 to 16 December. Information: tel. 0917434395 - 0917434300 www.teatrobiondo.it

Natale a Caltagirone > A Caltagirone è imperdibile il 29 e il 30 dicembre la III edizione del Presepe Vivente nei carrugi, e fino al 31 gennaio si potrà ammirare il Presepe nella Grotta in via SS. Salvatore oppure, fino al 15 gennaio, la mostra Venite Adoremus presso il museo internazionale del presepe “Luigi Colaleo”, in via Luigi Sturzo 19/b. Il programma completo degli appuntamenti è disponibile sul sito internet www.comune.caltagirone.ct.it/index_1384.html (ph. andrea annaloro) Christmas at Caltagirone > Not to be missed in Caltagirone on 29 and 30 December is the 3rd the Living Crib in the carrugi, and until 31 January The Crib in the Cave can be seen in Via Santissimo Salvatore or, until 15 January, the exhibition Venite Adoremus at the Luigi Colaleo International Museum of the Crib, in Via Luigi Sturzo 19/b. The complete programme of events is available at the internet site www.comune.caltagirone.ct.it/index_1384.html

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LIBRI>BOOKS

Alexander Stille

Nella terra degli infedeli Mafia e politica Sigma edizioni 534 pagg. 16,60 € All’indomani della cattura di uno dei più noti e pericolosi boss mafiosi, Salvatore Lo Piccolo, vale la pena leggere il poderoso saggio di Stille. L’arresto del latitante, infatti, sembra proprio confermare la teoria di fondo su cui si impernia questo libro e cioè che, poiché la storia degli ultimi 50 anni dimostra che lo Stato vince sempre quando combatte la mafia con forza e tenacia, la mafia deve essere necessariamente un problema politico, una scelta politica. Il libro inizia dalla “nascita ufficiale” della mafia come fenomeno malavitoso (cronologicamente collocata nel 1838, quando per la prima volta se ne parla in tribunali siciliani) per arrivare fino al dicembre del 2006 (la prefazione, peraltro, è datata aprile 2007), e ne ripercorre con il puntiglio d’uno storico tutto lo sviluppo. Da questo saggio che, a dispetto dell’argomento non facile, si legge come un romanzo, è stato tratto In un altro paese di Marco Turco, miglior documentario italiano al 46° Festival dei Popoli.

Giacinta Caruso

Il quadrato magico di Dürer Dario Flaccovio Editore 248 pagg. 14,50 €

È sempre un grande maestro della pittura il protagonista del più recente romanzo di Giacinta Caruso che, forte del successo di Il giardino delle delizie (che si ispira all’omonimo dipinto di Hieronymus Bosch) e Il Triangolo di Rembrandt (già tradotti in cinque paesi stranieri), si cimenta adesso con un mistero torbido che lega il 1514, quando Dürer esegue la celebre incisione Melanconia I, ai giorni nostri. I protagonisti sono Celia Swinton, avvocato londinese, e Duncan Beck, esperto d’arte, che per dimostrare di non avere commesso un omicidio, devono inseguire i veri assassini, finendo al centro di un intrigo che coinvolge Pitagora, la massoneria e l’Ordine dei Rosacroce. Non solo: per salvarsi dovranno risolvere un enigma legato al grande pittore di Norimberga.

Fu Minicu, “il più fantasioso dei contadini” che lavoravano sulla terra del nonno, a narrare al piccolo Andrea Camilleri la storia del viddrano che riusciì a sposare una sirena. Una favola che oggi l’autore rielabora liberamente, mandando in libreria, nella forma del “cunto”, un romanzo assai diverso dai precedenti. Siamo sempre a Vigàta, la cittadina che in tanti abbiamo imparato a conoscere attraverso le vicende del commissario Montalbano. Ma la storia è molto diversa, anche per l’epoca - fra l’Ottocento e il Novecento - ed è quella di Gnazio e Maruzza, una ragazza “strana” dalla voce ammaliante e tanti segreti. Romanzo fantasioso, intenso, scritto in una lingua siciliana a volte ostica, intreccia mito, storia e altre scienze in un insieme poetico che riecheggia l’Odissea (del quale riporta i versi, in greco, che Maruzza usa per comunicare con la bisnonna) e la Lighea di Tomasi di Lampedusa.

Andrea Camilleri

Maruzza Musumeci Sellerio 151 pagg. 10 €

Si prenda un anno, in questo caso il 1982. E si prenda adesso una persona che proprio quell’anno vide sulla propria testa i primi capelli bianchi. Una persona, un uomo, che a vent’anni e più di distanza decide di indagare, di capire perché mai i suoi capelli siano diventati bianchi proprio in quell’anno. E così Roberto Alajmo mette uno dietro l’altro eventi, ricordi, pensieri. Nel 1982 è morto John Belushi. Ed è nato Ian Thorpe. Nel 1982 è stato ucciso Pio La Torre, il 30 aprile. Appena pochi giorni prima aveva sfilato alla testa del corteo dei manifestanti che protestavano contro la realizzazione della base missilistica Nato a Comiso. E poi ci sono i dischi, i telefilm, un po’ di tutto. Perché frugando nella memoria, per scoprire il perché dei capelli bianchi, vengono fuori tante, tante cose - e di molte ci ricordiamo anche noi.

Roberto Alajmo

1982 - Memorie di un giovane vecchio Editori Laterza 167 pagg. 9 €


Conoscere e amare la Sicilia > To know and love Sicily Sikania non è una semplice rivista! Ogni numero è un volume da collezionare e da consultare più volte.

Sikania is not a mere magazine! Every issue is a volume to collect and to consult again and again.

Una vera biblioteca sulla Sicilia, la sua storia, i suoi ambienti naturali, la cultura, l’arte, il folklore.

It is a true library on Sicily, its history, its natural environments, culture, art and folklore.

Le splendide foto, i testi semplici, accattivanti e mai banali vi trasmetteranno l’immagine più sincera della Sicilia, con tutti i suggerimenti per visitarla al meglio, anche nelle sue zone più sconosciute.

The splendid photos, the clear texts, captivating and never banal, will convey to you the sincerest image of Sicily, with all possible suggestions about the best way to visit it, including its least known areas.

In 23 anni non siamo mai mancati al nostro appuntamento mensile in edicola e ciò ci rende orgogliosi per il primato raggiunto nel campo dell’editoria siciliana.

In 23 years we have never missed our monthly appointment at newsagents’ and this makes us proud of the record reached in the field of Sicilian publishing.

I numeri di Sikania costano molto poco, ma valgono tanto!

The issues of Sikania do not cost very much, but they are worth so much!

Vi offriamo la raccolta di tutti i numeri ancora disponibili (150) con l’abbonamento per un anno a Sikania (11 numeri).

We are offering you the collection of all the issues still available (150) with a oneyear subscription to Sikania (11 numbers).

Una biblioteca sulla Sicilia A library on Sicily

140 € 165 €

Italia > Italy estero > abroad (+ 6,88 spese di spedizione)

(+ spese di spedizione con corriere espresso > courier express expenses)

Sul sito www.sikania.it è possibile consultare l’elenco completo degli arretrati disponibili. On the site www.sikania.it it is possible to look up the complete list of available back numbers. Piazza Don Bosco, 6 - 90143 Palermo Tel. 091 543506 - Fax 091 6373378


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La capitale della cultura

Siracusa sarà teatro, per il secondo anno consecutivo, di un cartellone di eventi, mostre, concerti e conferenze legate dal filo “rosso” della “Luce”, elemento fortemente caratterizzante l’Identità religiosa, storica e, perché no, paesaggistica della nostra Città. “Luci a Siracusa” rappresenta un esperimento riuscito che crea condizioni di intrattenimento culturale non soltanto per i cittadini, ma anche per il grande numero di viaggiatori che scelgono la nostra Città per trascorrere le festività natalizie. Il prestigioso ‘prologo’ della manifestazione si è svolto in piazza del Duomo con una esibizione, prima assoluta in Sicilia, dei Dervishi Rotanti, spettacolo di confine tra la rappresentazione religiosa legata alla tradizione Sufi, la danza e lo spettacolo tradizionale. La grande mostra di Francesco Trombadori alla Galleria civica “Montevergini”, insieme a quella di arte contemporanea di Michele Ciacciofera allestita nei saloni della Provincia regionale in via Roma, rappresentano certamente una straordinaria offerta legata all’arte moderna e contemporanea. Il tema del Viaggio e dell’Avventura caratterizzerà, invece, il prestigioso Salone del Libro di Viaggio e d’Avventura allestito, in collaborazione con l’Associazione degli editori siciliani e mediterranei, all’ex Convento del Ritiro; dopo lo straordinario successo della mostra sulle avanguardie russe, la Galleria di Palazzo Bellomo allestirà parte

della sua straordinaria collezione permanente. Sarà Antonella Carbonaro, pittrice siracusana, ad offrire altresì una sua importante antologica nella stessa location. Vasto, poi, il programma del Circolo delle Conversazioni, con tre appuntamenti prestigiosi sui temi della “Luce in San Paolo”, della “Luce e il Mare” e della “Luce e la Scienza”, e con una conferenza finale sulla nostra Città e sul suo nuovo modello di sviluppo che vedrà protagonisti i vertici istituzionali, religiosi, culturali e accademici. In cartellone anche due incontri con autori di rango del genere fantasy: Licia Troisi, il 15 dicembre, e Daniele Nadir, il 21 dicembre. Il 21 e 22 dicembre l’intero tessuto del centro storico sarà interessato alla Festa della Luce, con un ricco cartellone di eventi legati alla musica, al cinema, al teatro, all’arte e ai giochi di luce. Numerosissimi altri eventi di grande qualità caratterizzano il cartellone, compreso il grande concerto di Capodanno che l’Orchestra dell’Opera del Teatro biellorusso terrà nella nostra Cattedrale. ‘Luci a Siracusa’ riproporrà quindi Siracusa come capitale di cultura. Una Storia antica e unica che, dal 734 a.c., diffonde la sua ‘luce’ nella storia della Civiltà Occidentale.

Fabio Granata Assessore alle Politiche culturali


Comune di Siracusa Assessorato alle Politiche Culturali

Calendario Eventi 2007/08 fino al 13 Dicembre

15 e 21 Dicembre

Mostra “I luoghi dell’assenza: prigionieri e deserti” di M. Ciacciofera Palazzo del Governo, Via Roma, 31

“Spaghetti Fantasy” I giovani protagonisti del Fantasy all’Italiana, in collaborazione con la giovane casa editrice “Verbavolant”. Incontri con gli autori Licia Troisi sabato 15 e Daniele Nadir venerdì 21

fino al 16 Dicembre Mostra Francesco Trombadori - Galleria Montevergini

17-18-19 Dicembre 21 Dicembre - 10 Gennnaio Mostra “Un viaggio in Sicilia tra Classicismo e Barocco: Pantalica, Siracusa e le città del Val di Noto Patrimonio dell’Umanità” Organizzata dal Centro Internazionale di studi sul Barocco col patrocinio della Facoltà di Architettura di Siracusa e del Consorzio Universitario Archimede presso la Galleria di Palazzo Impellizzeri

6-14-21-28 Dicembre

“Lo schermo illuminato” Rassegna cinematografica al Museo del Cinema lun. 17: “Luci della Città” di Charles Chaplin; mar. 18: “Luci della ribalta” di Charles Chaplin; mer. 19: “Luci d’inverno”, di Ingmar Bergman

17 - 19 Dicembre Concorso Lirico Internazionale “Voci del Mediterraneo”, Seconda Edizione Premio Archimede Presso l’Istituto Musicale Privitera, e la finale presso il Club degli Amici di Siracusa.

Concerti musica classica - Chiesa dell’Immacolata

19 Dicembre - 8 Gennaio 10-14 Dicembre Salone del Libro di Viaggio e d’Avventura presso l’Ex Convento del Ritiro di Siracusa. “Viaggio ideale” nella letteratura, nell’architettura e nelle tradizioni popolari della Sicilia antica, moderna e contemporanea. Presentazione, inoltre, giorno 14, del romanzo “Siracusa. Il romanzo di una grande città del Mediterraneo” del dott. Carlo Augusto Monteforte.

Mostra Istituzionale della Marina Militare modelli navali, la tecnologia, gli uomini Palazzo del Governo, Via Roma, 31

21 - 22 Dicembre Festa della Luce Eventi di musica, cinema, teatro, arte, acrobati e giochi di luce Ortigia - Centro Storico


20-21-22 Dicembre

1 Gennaio 2008

Festival del Paesaggio IV edizione Si svolge quest’anno ad Ortigia, cuore di Siracusa, dichiarato “Patrimonio Unesco” nel 2005. L’evento, nato nel segno di un Paesaggio Umano millenario, è legato alla figura della sua Santa, quella Lucia che presiede alla sacralità del “passaggio di luce” nel periodo del solstizio invernale. Attraverso queste suggestioni i diversi appuntamenti intrecceranno recitazione, arti visive, cinema e installazione.

Concerto di Capodanno Con l’Orchestra Bielorussa di Brest a cura della Fondazione Teatro Lirico Siciliano. Cattedrale

14-22-28 Dicembre 2007 - 05 Gennaio 2008 Circolo della Conversazione Incontri con illustri professori sui temi della Fede, della Scienza, del Mare, Siracusa Luci e Ombre.

5 Gennaio Performance Teatrale “Il bianco Mare di mezzo” A cura della regista Giannella D’Izzia Presentata dalla Ass. culturale Italo-Araba di Siracusa. Antico Mercato d’Ortigia.

6 Gennaio Lo Stomachion di Archimede Il Club delle Donne presenta un’iniziativa volta a divulgare il gioco rompicapo ideato dal grande scienziato Archimede. Un torneo aperto ai cittadini che si vorranno cimentare nel provare una delle 17152 combinazioni che lo stomachion consente. Piazza Duomo

REGIONE SICILIANA

REGIONE SICILIANA

Assessorato Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione

Assessorato Turismo, Comunicazioni e Trasporti

ARCIDIOCESI DI SIRACUSA

CENTRO INTERNAZIONALE STUDI SUL BAROCCO


ph: CranRob

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Fuoco ardente su rami di smeraldo Blazing fire on emerald branches

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Anche se proviene dal lontano Oriente, l’arancio è senza dubbio una delle piante che con maggiore efficacia rappresentano il Mediterraneo. In Sicilia, poi, è una delle specie vegetali più diffuse, un patrimonio straordinario di oltre 100mila ettari da un capo all’altro dell’Isola. E, visto che i frutti iniziano a maturare all’incirca in novembre, ecco che le arance diventano il più classico dei frutti natalizi, pronti a illuminare ogni tavola con la loro scorza dorata, e a profumare ogni casa con la loro inconfondibile fragranza. La storia delle arance si perde nella notte dei tempi e affonda saldamente le proprie radici nella mitologia: la dote di Hera, quando andò in sposa a Zeus, era composta proprio da alberelli di arance, simbolo di fertilità e amore (ancora oggi si usa adornare le spose di fiori di arancio, la zagara, in segno beneaugurale). Il padre degli dei, per evitare che qualche malintenzionato potesse rubarli, decise di piantarli in un magnifico giardino alle pendici del Monte Atlante e pose a guardia dello stesso le ninfe Esperidi e un drago, Ladone. Ercole, tuttavia, riuscì a eludere la loro sorveglianza, ed è lui, dunque, che dobbiamo ringraziare se oggi anche l’umanità può apprezzare la dolcezza delle arance (il frutto, peraltro, tecnicamente, viene chiamato “esperidio” proprio in ricordo delle citate ninfe). 22

Though it originates from the Far East, the orange tree is without doubt one of the plants that represent the Mediterranean most effectively. Then in Sicily it is one of the commonest plant species, with an extraordinary patrimony of over 100,000 hectares from one end of the island to the other. And, considering that the fruits begin to ripen more or less in November, oranges become the most classical of Christmas fruits, ready to illuminate every table with their gilded peel, and to perfume every house with their unmistakable fragrance. The history of oranges is lost in the mist of time and is firmly rooted in mythology: the dowry of Hera, when she was married to Zeus, was made up precisely of orange saplings, a symbol of fertility and love (still today there is a custom of decorating brides with orange blossoms, as a sign of good luck). The father of the gods, to avoid some wicked person stealing them, decided to plant them in a magnificent garden on the slopes of Mount Atlas and set the Hesperides nymphs and a dragon, Ladone, to guard them. Nevertheless, Hercules succeeded in slipping past them, and it is therefore he that deserves our thanks if today all humanity can appreciate the sweetness of oranges (the fruit is also technically called hesperidium, precisely in memory of the nymphs mentioned.)


Così, le arance (e gli agrumi in genere) si diffusero in tutto il mondo, dal Mediterraneo alla Cina, e proprio in questo paese sono stati rinvenuti documenti dai quali si evince che le arance erano presenti alla corte dell’imperatore Tayu, fra il 2205 e il 2197 a.C. In seguito, fra i dignitari imperiali fece la sua comparsa un funzionario esclusivamente addetto al controllo dei tributi in “Kan”, termine con il quale si identificavano mandarini, arance e altri agrumi. Il che ci fa supporre che la coltivazione di questi frutti fosse particolarmente importante. Peraltro, secondo gli scienziati è proprio in Cina che fa la sua comparsa, per la prima volta, l’arancio dolce, forse frutto di una mutazione dell’arancia amaro. A riprova, in un certo senso, di questa teoria, si può addurre che ancora oggi per produrre un alberello di arancio dolce bisogna porre nella terra il seme di un arancio amaro e poi innestare con estrema delicatezza le pianticelle. Gli Arabi, quando giunsero in Sicilia, vi portarono per l’appunto alberi d’arancio amaro, che utilizzavano come piante ornamentali uso che è ancora ampiamente diffuso: a Siviglia, ad esempio, gli aranci orlano le piazze e le strade più importanti del centro storico. Erano i protagonisti dei loro giardini, e ancora oggi i siciliani chiamano “giardini” gli agrumeti (il più importante e vasto dei quali, per molto tempo, fu quello intorno a Palermo, talmente lussureggiante da aver dato il nome alla zona: la Conca d’Oro). D’altronde, lo spettacolo di un aranceto - con gli alberi snelli ma vigorosi, le robuste chiome tondeggianti di foglie smeraldine, l’accendersi inter-

Thus oranges (and citrus fruits in general) spread all over the world, from the Mediterranean to China, and in the latter country documents have been found from which it is deduced that oranges were present at the court of the emperor Tayu, between 2205 and 2197 BC. Subsequently, among the imperial dignitaries there appeared an official exclusively employed to check the tributes in “Kan”, a term with which mandarins, oranges and other citrus fruit were identified. This suggests that the cultivation of these fruits was particularly important. Moreover, according to scientists it was precisely in China that there first appeared the sweet orange, perhaps the result of a mutation of the bitter orange tree. This theory is proved to some extent by the fact that still today to produce a sweet orange sapling it is necessary to place the seed of a bitter orange tree in the soil and then to graft the

Arance frutto della salute Le arance contengono soprattutto vitamina C, tanto che ne basta una sola per soddisfare il fabbisogno quotidiano. Questa vitamina, che ha importanti effetti antiossidanti, contribuisce al potenziamento del sistema immunitario, e si accompagna ad altre vitamine, in particolare A, B1, B2 e PP, nonché a sali minerali e zuccheri. Alle arance sono attribuite altresì proprietà dietetiche, cosmetiche e curative, fra le quali perfino una apprezzabile azione di prevenzione nei confronti dei tumori. Ecco perché le arance sono protagoniste di una delle campagne dell’AIRC per la raccolta di fondi per la ricerca scientifica: “Le arance della salute” torna nelle piazze italiane nel prossimo mese di gennaio.

Oranges, healtly fruits > Oranges contain above all vitamin C, so much so that one of them is enough to satisfy the daily requirement. This vitamin, which has important antioxidant effects, contributes to the expansion of the immune system; it is accompanied by other vitamins, particularly A, B1, B2 and PP, as well as mineral salts and sugars. Oranges are also credited with dietary properties, as well as cosmetic and curative ones, even including appreciable action of tumour prevention. This is the reason why oranges are the protagonists of one of the AIRC campaigns for fundraising for scientific research: “The oranges of health” will be back in Italian piazzas in January. 23


mittente dei lucidi globi dorati - è uno dei più superbi che la Natura possa offrire allo sguardo, e ben si comprende lo slancio poetico che fece dire a ‘Abd Ar-Rahmàn, uno dei migliori poeti musulmani di Sicilia, che “gli aranci superbi sembran fuoco ardente su rami di smeraldo”. Il povero Rahmàn, purtroppo, non poté spingersi oltre nell’apprezzamento degli aranci, perché i loro frutti, come dicevamo, erano inesorabilmente amari. Per

ph: CelestialSpirit13

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seedlings extremely delicately. The Arabs, when they came to Sicily, brought precisely bitter orange tree, which they used as ornamental plants - a custom that is still widespread: in Seville, for example, the orange tree edges the plazas and the most important streets in the historic area. They were the protagonists of gardens, and still today Sicilians call their citrus orchards “gardens” (the most important and biggest of which, for a long time, were the ones around Palermo, so luxuriant as to have given the name to the area: Conca d’Oro or “Golden Basin”.) Besides, the spectacle of an orange grove - with the slender but vigorous trees, the strong round head of vigorous leaves, the intermittent glimmering of the shiny gilded globes - is one of the most superb that Nature can offer the gaze, and one well understands the poetic impetus that made ‘Abd Ar-Rahmàn, one of the best Muslim poets in Sicily, say that “the superb orange tree looks like blazing fire on emerald branches. ”Unfortunately, poor Rahmàn could go no further in the appreciation of the orange tree, because their fruits, as mentioned, were inexorably bitter. For the sweet varieties it was necessary to wait for the Portuguese, who imported them to the south of Italy in the 16th cen-


le varietà dolci bisognerà aspettare i portoghesi, che le importarono nel meridione d’Italia nel XVI secolo, ancora una volta dal lontano Oriente. In compenso, a partire dal Cinquecento, la coltivazione delle arance crebbe in quantità e qualità, giungendo a caratterizzare interi territori isolani. È il caso, ad esempio, della vasta area a Sud dell’Etna, che è il regno delle arance rosse di Sicilia, una delle prime IGP d’Italia, dalla polpa rossa e succulenta. Le varietà sono tre: la Moro è la più rossa di tutte, per via della notevolissima pigmentazione, ed è molto ricca di vitamine e antiossidanti; la Tarocco, con la polpa ambrata e striata di porpora, è la più diffusa; la succosa Sanguinella è ideale per le spremute. Le arance bionde, dal canto loro, che prendono nome dal colore dorato della polpa, regnano sovrane nel Sud della Sicilia, soprattutto nella zona intorno a Ribera, dove si sviluppano le squisite Washington Navel, grandi e dorate, prive di semi e con il caratteristico “ombelico” prominente sulla parte inferiore, talmente ricche di succo profumato che sembra di poterle bere. Le arance Ribera di Sicilia (o Riberella) sono anch’esse tutelate da IGP. (testo > chris j. raeli)

tury, once more from the Far East. In exchange, beginning from the sixteenth century, the cultivation of oranges grew in quantity and quality, coming to characterize whole island territories. It is the case, for instance, of the vast area south of Etna, which is the kingdom of red oranges in Sicily, one of the first protected geographical indications in Italy, with red and juicy pulp. There are three varieties: the Moro is the reddest of all, because of its marked pigmentation, and it is very rich in vitamins and antioxidants; the Tarocco, with amber pulp and purple striations, is the most widespread; the juicy Sanguinella or blood orange is ideal for orange squashes. “Blonde” oranges, for their part, take their name from the gilded colour of the pulp; they reign supreme in the South of Sicily, especially in the zone around Ribera, where the delicious Washington Navel oranges, big and gilded, develop without seeds and with the characteristic “navel” prominent on the lower part, so rich in scented juice that you seem to be able to drink them. Ribera di Sicilia (or Riberella) oranges are also protected by a geographical indication. (text > chris j. raeli) 25


Pensieri sparsi di fine d’anno Scattered thoughts at the end of the year Chiacchierando con Salvatore Cuffaro, Presidente della Regione Siciliana A chat with Salvatore Cuffaro, President of the Sicilian Region

È arrivato il mese degli auguri e dei buoni propositi. Argomento che discutiamo, brevemente, con il Presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, che precisa all’inizio dell’intervista come «Dicembre sembra sempre arrivare all’improvviso. Per tutti. Con il suo fascino inalterato, i suoi regali e i suoi bilanci personali, familiari e professionali». È vero. Allora...

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The month of best wishes and best intentions has arrived. This is a topic that we briefly discussed with the President of the Sicilian Region, Salvatore Cuffaro, who specified at the start of the interview that “December always seems to arrive all of a sudden. For everybody. With its unchanged charm, its gifts and its personal, family and professional summing up.” It is true. Then...


A sinistra, il Palazzo Reale, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, visto da Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza e dell’ufficio del governatore Salvatore Cuffaro (foto a desta) > Left, the Palazzo Reale, where the Assembly of the Sicilian Region (the regional parlement) meets, seen from the Palazzo d’Orleans, seat of the president Salvatore Cuffaro (right)

A mezzanotte del 31 dicembre, cosa lasciare all’anno vecchio e cosa tenere per l’anno nuovo? «Dell’anno vecchio lascerei, sempre e comunque, le incomprensioni sterili, non costruttive, e soprattutto le strumentalizzazioni politiche. Vorrei, invece, poter riaffermare con la stessa intensità il mio desiderio di vedere crescere la Sicilia, superando, una volta per tutte, alcuni luoghi comuni che la rappresentano come terra “d’emergenza”, isola di solo mare o di sola mafia. Posso senz’altro affermare che è stato un anno di qualità, cui do - però - un valore più alto rispetto a quello di altri anni perché ogni cosa fatta a sostegno della nostra economia e della nostra comunità, dalla più piccola alla più grande, è stata ottenuta attraverso una lotta serrata, senza tregua, puntuale, spesso estenuante e mortificante per noi siciliani. Eppure, al di là degli ostacoli e degli impedimenti i risultati sono sotto gli occhi di tutti, per quanti naturalmente hanno voglia di vederli. Non sono io a dovere tirare le somme di un anno di attività, frutto comunque di una vecchia semina, ma gli altri. Incensarsi, dicendo di sé di avere prodotto qualità, vale ben poco se non c’è nessuno che te ne attribuisce il merito. Certo non posso nascondere la mia soddisfazione nel leggere che il National Geographic, il prestigioso periodico americano, promuove la Sicilia ai primi posti tra le 111 isole paradiso prese in esame da 522 esperti di turismo sostenibile. Ecco, questo è il bilancio che preferisco, fatto da qualcun altro per me. Mi basta per poter affermare cosa manterrei nel 2008: senz’altro il mio legame verso la Sicilia e i siciliani, così radicato e profondo da accompagnarmi in tutti questi anni saldo e immutato, come il primo giorno della mia attività politica, e che mi ha consentito di sviluppare con la mia giunta di oggi e quella di ieri un vero percorso di sviluppo per la nostra terra».

At midnight on 31 December, what would you leave in the old year and what would you keep for the New Year? “Of the old year I would leave, absolutely, sterile incomprehension, which is unconstructive, and above all political exploitation. I would like, instead, to be able to reaffirm with the same intensity my desire to see Sicily grow, overcoming, once and for all, some commonplaces that represent it as a land 'of emergency', an island only of sea or only of mafia. I can certainly affirm that it has been a year of quality, to which I give - however - a higher value in comparison to that of other years because everything done in support of our economy and our community, from the smallest to the biggest thing, has been obtained through a hard struggle, without truce, punctual, often wearying and mortifying for us Sicilians. Yet, over and above the obstacles and the impediments, the results are there for everybody to see, naturally for those that want to see them. I am not the one who should weigh up a year of activity, the fruit at all events of old seeding, it is the others. Getting worked up, saying you have produced quality, is worth very little if there is nobody that attributes the merit for it to you. I certainly cannot hide my satisfaction on reading that the National Geographic, the prestigious American periodical, promotes Sicily to one of the first places among the 111 paradise islands examined by 522 experts on sustainable tourism. There, this is the summing up that I prefer, done by somebody else for me. It is enough for me to be able to affirm what I would maintain in 2008: certainly my bond with Sicily and the Sicilians, which is so rooted and deep as to have accompanied me through all these years firm and unchanged, as on the first day of my political activity, and has allowed me to develop with my junta today and yesterday a true pathway of development for our land.” 27


Il buon proposito per il 2008? «Tenere sempre ben salda e radicata la mia fede cristiana sopratutto nel mio ruolo istituzionale, applicando i principi di pace, giustizia e legalità, da cui non può prescindere una qualsiasi società civile sana. Principi da tutti invocati, ma che in molti paesi sono ancora miraggi. C’è ancora molta povertà, insicurezza del posto di lavoro, giovani che non hanno un futuro garantito, a cui si aggiungono i problemi più recenti legati al fenomeno dell’immigrazione e che hanno bisogno di risposte urgenti e responsabili». Quale sarebbe il regalo più gradito per questo Natale? «Tutto, secondo me, si muove attorno all’amore e all’affetto che ti offrono incondizionatamente la tua famiglia, i tuoi amici più cari. A volte, anche la gente che t’incontra per la prima volta e senza esitare ti abbraccia e ti fa gli auguri con lo stesso calore di un vecchio amico. Questo è il Natale che mi riempie». Di quale regalo vorrebbe disfarsi? «Non ho l’abitudine di disfarmi di nessun regalo. Dietro c’è sempre un pezzettino di cuore, un ragionamento e una preparazione, dalla scelta all’acquisto fino al momento del dono». Quale regalo vorrebbe poter fare e a chi? «Un sorriso e uno strumento concreto per un progetto di vita sana e giusta a chi non ne ha mai ricevuti. E sono convinto che sono in tanti». (emilia gatti) 28

The resolution for 2008? “To always keep my Christian faith very firm and rooted, above all in my institutional role, applying the principles of peace, justice and legality, which cannot be ignored by any healthy civil society. These are principles invoked by everyone, but which in many countries are still mirages. There is still a lot of poverty, job insecurity, young people that do not have a sure future, to which there are added the most recent problems linked to the phenomenon of immigration and that which urgent and responsible responses.” What would the most pleasant gift be for this Christmas? “Everything, in my opinion, rotates around the love and affection that your family, your dearest friends, unconditionally offer you. At times, also the people that you meet for the first time and that without hesitating embrace you and express their wishes to you with the same warmth as an old friend. This is the Christmas that I like.” What gift would you like to get rid of? “I am not in the habit of getting rid of any gift. Behind a gift there is always a little piece of a heart, a reasoning and a preparation, from the choice to the purchase, down to the moment of the giving.” What gift would you like to be able to give and who to? “A smile and a concrete instrument for a project of healthy and correct life to those that have never received any. And I am convinced that there are a lot of them.”


Tramonto sulle Eolie > Sunset on the Eolie Islands

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Riserve Naturali Orientate

Serre di Ciminna Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella

Rocce preziose che brillano al sole, sculture antiche che gli elementi hanno modellato, graffiato, perforato, rendendo di grande interesse scientifico pareti a strapiombo e picchi, coperti di vegetazione particolare e abitati da eleganti esemplari di fauna siciliana (e non solo). Panorami antichi di oltre 6 milioni di anni, oggi aree protette: sono le Riserve Naturali Orientate “Serre di Ciminna” e “Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella”. Precious rocks that shine in the sunlight, ancient sculptures that the elements have modelled, scratched, pierced, conferring major interest scientific on sheer walls and peaks covered with particular vegetation and inhabited by elegant exemplars of Sicilian (and other) fauna. Panoramas over 6 million years old, today protected areas: these are the Serre di Ciminna and Cefalà Diana and Chiarastella Baths Special Nature Reserves.

Provincia Regionale di Palermo Assessorato alle Politiche dell’Ambiente, Difesa del Suolo, Aree Protette, Riserve Naturali, Polizia Provinciale


La strada statale 121, ovvero quella che collega Palermo con Agrigento, riserva molte sorprese paesaggistiche, sorprese che non sempre si ha la fortuna di saper riconoscere. Accettate, allora, questo consiglio: superato l’abitato di Villafrati (in direzione per Agrigento), guardate alla vostra sinistra per ammirare l’imponente scenografia della Riserva Naturale Orientata Serre di Ciminna. Si tratta di un vero e proprio bastione, che si erge fino a 800 metri slm, composto di formazioni rocciose evaporitiche risalenti al Miocene (tra i 24 e i 5 milioni di anni fa), e più precisamente al Messiniano (dai 6 ai 5 milioni di anni fa). Qui è possibile ammirare una delle più “straordinarie” espresioni del carsismo di superficie e sotterraneo, insieme con un panorama vegetale e animale di gran rispetto. Lasciando la piccozza e la mineralogia ai geologi, invitiamo i visitatori a focalizzare l’attenzione sulle piante e sugli animali, lasciando che le rocce ci impressionino per il loro luccichio al sole, scintillio (dei cristalli di gesso) che ci fa tornare alla mente le ali brillanti delle fate. Fate qui non ce n’è, ma possiamo andare alla scoperta della flora. Tra gli endemismi ricordiamo il giacinto siciliano, la biscutella marittima, le violaciocche (di Metlesics e minore), le Euphorbie (cornuta, bivonae) che si inseguono tra le ginestre ed orchidee e tra queste l’ofride pallida, l’ofride 32

State highway 121, which connects Palermo to Agrigento, holds in store a lot of surprises regarding landscapes, surprises that one is not always fortune enough to be able to recognize. So accept this piece of advice: after the village of Villafrati (heading for Agrigento), look to your left to admire the imposing scenography of the Serre di Ciminna Special Nature Reserve. It is a real bastion, rising up to 800 metres above sea level, made up of evaporitic rocky formations dating from the Miocene (between 24 and 5 million years ago), and more precisely from the Messinian (from 6 to 5 million years ago). Here it is possible to admire one of the most “extraordinary” expressions of surface and underground karst phenomena, together with a very good plant and animal panorama. Leaving the pickaxe and mineralogy to the geologists, we invite visitors to focus their attention on the plants and the animals, letting the rocks impress us with their shimmering in the sunlight, a sparkle (of chalk crystals) that brings to mind the bright wings of fairies. There are no fairies here, but we can go and discover the flora. Among endemic plants we can mention Sicilian hyacinth, maritime Biscutella, stock (Metlesics and sad), the euphorbia (horned, Bivonae) which follow one another among the broom and orchids, the latter including pale ophrys, Palermitan ophrys, raised ophrys, ophrys with an acute beak and three-toothed orchid.


> In queste pagine, da sinistra, in senso orario, la violaciocca minore, l’orchide screziata (ph. Alastair Rae), euphorbia arborescente (ph. Vince.h), lo strillozzo (ph. Julio Caldas) e il falco lanario > On these pages, from left clockwise, the sad stock, the three-toothed orchid (ph. Alastair Rae), tree spurged (ph. Vince.h), the corn bunting (ph. Julio Caldas) and the lanner falcon


> In queste pagine, dall’alto e in senso orario, la steppa ad ampelodesma, l’orchidea ofride maggiore, una donnola, l’elegante biacco e una poiana (ph. Julio Caldas) > On these pages, from above and clockwise, the steppe of Mauritanian grass, the sawfly orchid, a weasel, the smart dark-green whip snake and a buzzard (ph. Julio Caldas)



> A sinistra, un maschio di passero solitario e un’istrice > Left, a male blue rock thrush and a porcupine

palermitana, l’ofride elevata, l’ofride a becco acuto e l’orchidea screziata. Le sorprese, però, non sono finite qui. Il mondo animale spiega le ali del falco lanario, che ha qui una delle sue rare stazioni nidificanti, del gheppio e del suo simile, ma ben più raro grillaio, della poiana, del rondone e del “padrone di casa”, il passero solitario. Importante, questo è un sito storico e potenziale per la nidificazione del capovaccaio, rapace gravemente minacciato di estinzione. I mammiferi volpe e istrice si aggiungono al panorama faunistico. Conosciuta dai turisti per la presenza dei cosiddetti Bagni Arabi, edificio termale di origine musulmana o più probabilmente romana-imperiale, la Riserva Naturale Orientata Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella custodisce un peculiare percorso idrologico termale che, contestualizzato in un’area di grande valenza paesaggistica, fa di questa un’area da conoscere prima di tutto nel suo complesso, anche se non si può fare a meno di sostare nei tanti punti panoramici che si allargano tra queste colline, offrendoci una visione della riserva, per così dire, “a volo d’uccello”. Praterie steppiche e lembi di macchia mediterranea contrastano con nude pareti calcaree, vero 36

The surprises, however, do not end here. In the animal world the lanner falcon spreads its wings, having here one of its rare nesting stations, as does the windhover and the similar but much rarer lesser kestrel, the buzzard, the swift and the “landlord”, the blue rock thrush. Importantly, this is a historical and potential site for the nest-building of the Egyptian vulture, a bird of prey seriously threatened with extinction. Regarding mammals, the fox and the porcupine are part of the faunistic panorama. Known to tourists because of the presence of the so-called Arabs Baths, a thermal establishment of Moslem or more probably Roman-imperial origin, the Cefalà Diana and Chiarastella Special Nature Reserve contains a peculiar hydrological thermal itinerary that, set in an area of great landscape value, makes this area one to be known as a whole, although one cannot do without stopping at the many panoramic points that spread out among these hills, offering us, so to speak, a “bird’s eye” view of the reserve. Steppe-like grasslands and stretches of Mediterranean maquis contrast with bare calcareous walls, a true impassable limit for Mauritania vineweed. Among the endemic species there is Sicilian snap-


limite invalicabile per l’ampelodesma. Tra le specie endemiche, la bocca di leone siciliana, il giacinto siciliano, il colchico di Bivona, il ciombolino siciliano, l’Euphorbia cornuta e diverse ofridi tra cui l’ofride elevata, l’ofride a becco acuto, l’ofride pallida, l’ofride palermitana e l’ofride screziata. Nella zona a macchia tra le rigogliose euforbie arborescenti, ricrescono, grazie agli interventi di rinaturalizzazione, giovani esemplari di lecci. Rara è la palma nana all’interno della riserva. Anche qui la fauna annovera i suoi esemplari più spettacolari tra gli uccelli: insieme con i rapaci gheppio e falco lanario, svolazzano e nidificano la passera di Malta, lo strillozzo, la cappellaccia, il beccamoschino, oltre a merli, cardellini e occhiocotti. A terra corrono volpi e donnole, mentre biacchi e natrici strisciano timide e veloci verso anfratti riparati. Oltre a tutto ciò, sotto lo sguardo severe della torre del castello che svetta a Sud-Est di Cefalà Diana, l’edificio con le terme, con i suoi magnifici archi stretti alla volte a botte, le vasche per i bagni termali e, all’esterno, la fascia con una misteriosa scritta in caratteri cufici che, purtroppo, il tempo rende sempre più indecifrabile. A questo punto, ci piace pensare si tratti della formula magica della bellezza.

dragon, Sicilian hyacinth, Bivona’s colchicum, Sicilian cymbalaria, horned euphorbia and various types of ophrys, including pale ophrys, Palermitan ophrys, raised ophrys, ophrys with an acute beak and three-toothed orchid. In the maquis area among the luxuriant tree spurge, there are once again growing, thanks to specific nature recovery actions, young exemplars of ilex. There are rare dwarf palms inside the reserve. Here too the fauna has its most spectacular exemplars among the birds: together with birds of prey like windhovers and lanners falcons, there fly and nest the Malta sparrow, the corn bunting, the crested lark, the fan-tailed warbler, as well as blackbirds, goldfinches and Sardinian warblers. On land there run foxes and weasels, while dark-green whip snakes and grass-snakes creep fast and timidly towards sheltered ravines. In addition to all this, under the severe gaze of the tower of the castle that soars up southeast of Cefalà Diana, there is the building with the thermal baths, with its magnificent arches clinging tightly to barrel vaults, the tubs for the thermal baths and, on the outside, the strip with mysterious writing in Kufic characters that unfortunately time is rendering more and more illegible. At this point, we like to think it is the magic formula of beauty.

> Sotto, il colchico di Bivona e un primo piano di falco grillaio (ph. Attie) > Bottom, the Colchicum Bivonae and a close-up of a lesser kestrel



Sciacca, la “fabbrica” dei carri Sciacca, the “factory” of carnival floats Sciacca è davvero una delle città di mare più belle della Sicilia occidentale: in posizione felicissima, guarda da una lieve altura il Canale di Sicilia e ogni tanto aguzza la vista per scrutare un po’ meglio l’orizzonte, forse nella speranza che un giorno Ferdinandea, l’isola che non c’è, torni a riaffiorare dal mare, per riprendere quel gioco a nascondino che le piace fare ogni tanto dal 1831. La città è distribuita su tre livelli: giù al mare c’è un piccolo porto peschereccio e le vecchie case dei pescatori, in mezzo l’intricatissimo centro storico, pieno ad ogni passo di sorprese preziose, e più sù - oltre le mura cinquecentesche - i nuovi quartieri. Alle pendici meridionali del Monte di San Calogero si susseguono ininterrottamente fenomeni a carattere carsico e flussi vaporosi fuoriescono dalle cavità rocciose, facce inquietanti di saraceni dai grandi copricapo variopinti si affacciano a spiare ad ogni angolo dalle botteghe dei “mastri ceramisti”. Sciacca è una città dall’atmosfera misteriosa, ed in questo periodo vi si respira un clima di segreto e cospirazione che corre per le strade, aumenta in ogni caffè, ad ogni cenno di saluto fra gruppi di cittadini che ammiccano con circospezione “nni videmu dda stasira” (ci vediamo là stasera). Tutta la città si organizza in un brulicare crescente di gruppuscoli di amici, di cittadini di ogni sesso ed ogni età che nell’andirivieni quotidiano continuano mille volte al giorno a darsi appuntamento alla sera, ed ogni gruppo guarda l’altro con circospetto timore.

Sciacca is indeed one of the most beautiful sea towns in western Sicily: in a happy position, it looks down from slightly raised ground onto the Straits of Sicily and sometimes sharpens its sight to scrutinize the horizon a little better, perhaps in the hope that one day Ferdinandea, the island that does not exist, will re-emerge from the sea, starting again that game of hide-and-seek that it has sometimes played since 1831. The town lies on three levels: down by the sea there is a small fishing port and the old fishermen’s houses, in the middle the tangled historical centre, full at every step of precious surprises, and further on - beyond the sixteenth-century walls - the new districts. The southern slopes of Monte San Calogero are uninterruptedly followed by karst phenomena and vaporous flows emerge from the rock cavities, and disturbing faces of Saracens with big multicoloured turbans look out spying at every corner from the workshops of the “master potters.” Sciacca is a town with a mysterious atmosphere, and in this period it has a climate of secrecy and conspiracy that runs through the streets, increases in every café, every hint of greeting between groups of townspeople circumspectly winking as if to say “nni videmu dda stasira”(see you there tonight). The whole town gets organized in a growing teeming of little groups of friends, local people of all sexes and ages that in the daily bustle continue a thousand times a day to arrange meetings for the evening, while every group looks at the others with mistrustful fear. 39


Il carnevale di Sciacca inizia almeno tre mesi prima delle sfilate, quando si comincia a lavorare la carta pesta, gli scheletri in fil di ferro, quando si preparano, in gran segreto, le miniature, indispensabili “bozze” per i grandi carri di febbraio > The carnival of Sciacca starts at least three months before the parade, when people start to work on papier mâché, on the iron skeletons, and secretly prepare the miniature models of the February floats

Sciacca non è una città di sette segrete: “dda stasira” (là stasera) vuol dire al capannone, nella vecchia fornace dei “mattonacci”, nel vecchio magazzino o nell’officina dimessa dove pezzo dopo pezzo, striscia su striscia, pennellata dopo pennellata, dopo una gestazione di poco più di tre mesi nasce uno dei più bei carnevali d’Italia. Tutta la città prende parte senza risparmio all’evento, i saccensi si organizzano in gruppi che lavorano alacremente in gran segreto, ognuno nella speranza di tirare fuori dai capannoni a lavoro finito il carro più bello che potrà vincere il concorso indetto

Sciacca is not a town of secret sects: “dda stasira” (there tonight) means the shed, in the old kiln of the “mattonacci” (bricks), in the old store or in the disused workshop where piece after piece, strip after strip, brushstroke after brushstroke, after a gestation period of a little more than three months one of the most beautiful carnivals in Italy is born. The whole town takes part in the event without sparing any effort of expense, the people of Sciacca are organized in groups that briskly work in top secret, each in the hope of bringing out of the sheds at the end of the work the most beautiful float, so as to win the contest

...nel vecchio magazzino o nell’officina dimessa dove pezzo dopo pezzo, striscia su striscia, pennellata dopo pennellata, dopo una gestazione di poco più di tre mesi nasce uno dei più bei carnevali d’Italia... ...in the old store or in the disused workshop where piece after piece, strip after strip, brushstroke after brushstroke, after a gestation period of a little more than three months one of the most beautiful carnivals in Italy is born...

dall’Amministrazione comunale. Guai a farsi rubare l’idea o a cedere informazioni al “nemico”: bisogna avere il copione più spiritoso, la satira più pungente, lo sberleffo più audace contro il politico locale, l’amministratore o l’amico che tutti conoscono. E così da 108 anni i saccensi vanno appresso a Peppi Nappa, lo straniero che venne dal mare con le maniche a penzoloni perché la giacca gliela avevano prestata, un po’ tonto e un po’ ubriacone, 40

organised by the town administration. You have to beware of letting anyone steal the idea or of giving information to the “enemy”: you must have the wittiest script, the most biting satire, the most audacious joke against the local politician, the administrator or the friend that everyone knows. And so for 108 years the people of Sciacca have followed Peppi Nappa, the foreigner that came from the sea with dangling sleeves because the jacket was


che ha dato piglio allo sberleffo e che ne è stato oggetto, per le strade, per le osterie, lungo le stradicciole del porto dove si salavano le acciughe. Da 108 anni carri coloratissimi alti più di 15 metri fanno la carruzzata (sfilata) seguiti da migliaia di maschere che cantano e ballano sul tema scelto, poiché ogni carro ha il suo “poeta” che scrive un inno e prepara una messa in scena. Un corpo gigantesco, il carnevale di Sciacca, ma l’anima è in quei capannoni dove i vecchi carristi da anni lavorano la cartapesta, incollano saldano, dipingono: tutti danno una mano, i più piccoli imparano con fierezza e impegno, i ragazzi aiutano gli anziani a tenere gli occhi aperti sui temi d’attualità più caldi per il territorio (è il loro modo di fare politica), in ogni capannone c’è una cucina arrangiata alla buona, ma non mancano mai il vino e la salsiccia; vicino alla porta una griglia sempre pronta perché a Sciacca in ogni momento può bussare il pesce fresco, e così per mesi portano avanti un carnevale privato fatto di allegria autentica, di amicizia, di collaborazione, insomma, ogni sera uno schiticchiu (grande abbuffata) tra amici. Il carro è un segreto, ma se raggiungerete i capannoni di contrada Muciara i carristi vi diranno allegramente “non si può,

lent to him. He is a little thick and a bit of a drunkard, who has given rise to the joke and has been the object of it, in the streets, at taverns, along the roads in the port where anchovies were salted. For 108 years coloured floats over 15 metres high have done the carruzzata (procession) followed by thousand of masked people that sing and dance on the chosen theme, since every wagon has its “poet” that writes the song and prepares the staging. The Sciacca carnival is a gigantic body, but the soul is in those sheds where the old float constructors for years have worked with papier mâché, have glued, soldered and painted: everyone gives a hand, the smallest learn with pride and commitment, the boys help the elderly to keep their eyes open for the most topical themes for the territory (it is their way of doing politics), in every shed there is a rough-and-ready kitchen, and there is never a lack of wine and sausages; near the door there is a brazier always ready because in Sciacca at any moment fresh fish can arrive, and so for months people have a wholly private carnival made up of authentic cheerfulness, friendship, collaboration, and in short every evening there is a schiticchiu (big nosh-up) among friends. The float is a secret, but if you go to the sheds in the Muciara area the float makers will happily say to you “we can’t, it is a 41


è un segreto, non si può vedere prima di carnevale, ma ormai sei qui… Lo facciamo vedere solo a te”. Fanno entrare tutti, loro sono così: cordiali e contenti di vedere la gente che guarda da dentro il loro lavoro, solo che è obbligatorio accettare di bere insieme, perché anche a Sciacca, si sa, come in tutta la Sicilia, “l’acqua fa mali e lu vinu fa cantari” (l’acqua fa male e il vino fa cantare). (foto e testo > anna gelsomino)

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secret, it can’t be seen before the carnival, but now you are here… we’ll show it only to you.” They let everyone in, that is the way they are: cordial and happy to see the people that look at their work from inside, except that it is mandatory to drink together, because in Sciacca too people know, as in the rest of Sicily, that “l’acqua fa mali e lu vinu fa cantari” (water is bad and wine makes you sing). (photos and text > anna gelsomino)


A Sciacca c’è da vedere

Things to see in Sciacca

• • • •

• The • The • The • The

Il Duomo La Chiesa di Santa Margherita Il palazzo Steripinto La grotta di San Calogero Eremita.

Si può arrivare da Palermo seguendo la A29 Palermo - Mazara del Vallo, uscendo a Castelvetrano e proseguendo sulla SS 115 per Sciacca.

Cathedral Santa Margherita church Steripinto building cave of San Calogero the Hermit.

You can get there from Palermo following the A29 Palermo-Mazara del Vallo motorway, going off at Castelvetrano and continuing on the SS 115 for Sciacca.


Una breve incursione nel mondo affascinante del dialetto siciliano: ecco il primo degli appuntamenti con la ricercatrice di tradizioni popolari Sarà Favarò > A short foray in the fascinating world of Sicilian dialect: here’s the first appointment with the popular traditions’ researcher Sara Favarò

Le filastrocche si possono ascoltare cliccando > You can hear the nursery rhymes by clicking on

www.sikania.it

Le filastrocche nella tradizione popolare siciliana Nursery rhymes in the Sicilian folk tradition

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Le filastrocche, spesso, ci appaiono come un accostamento disordinato di parole, frutto, talvolta, più della casualità fonetica che di un intrinseco significato. Ciò nonostante, esercitano un particolare fascino e il mio ricordo personale, legato all’infanzia, le voleva utilizzate sia come accompagnamento ritmico di un divertimento che come gioco di abilità.

Nursery rhymes often appear to us a messy jumble of words, due, sometimes, more to chance phonetic affinity than to an intrinsic meaning. Nevertheless, they exert a particular charm, and my personal memories, linked to infancy, saw them used both as a rhythmic accompaniment of fun and as a game of skill.

La filastrocca “più difficile” da ripetere era Tulì, tulì, tulì. Era molto lunga e conteneva dei vocaboli caduti in disuso. Con i compagni di gioco la declamavamo a turno, e vinceva chi riusciva a dirla tutta d’un fiato. Nel caso di parità era favorito chi riusciva a ripeterla più velocemente. Ogni volta che, per un qualsiasi motivo, ci s’interrompeva, bisognava ricominciare daccapo. Tale filastrocca, con lievi modifiche, sia nel testo che nel titolo, è presente in tutta la Sicilia. Giusto per fare alcuni esempi: a Sciara è intitolata A talì, talì, a Cerda Tirenanna, e si usa cantarla così come ad Alia; a Lercara Friddi Tarì, tarì, tarì e via di seguito. Anche nella raccolta di Canti Popolari Siciliani di Giuseppe Pitrè se ne possono leggere due versioni, una proveniente da Prizzi e intitolata Turullà e turullì, e l’altra proveniente da Palermo e intitolata Olì olì olì!

The “most difficult” nursery rhyme to repeat was Tulì, tulì, tulì. It was very long and it contained some words no longer in use. My playfellows and I declaimed them in turns, and the person that won was the one who succeeded in saying the rhyme all in one breath. In the case of equality the person who succeeded in repeating it fastest won. Every time that, for any reason, you stopped, you had to start again. This nursery rhyme, with slight changes, in the text and in the title, is present all over Sicily. Just to give some examples: at Sciara it is called A talì, talì, at Cerda Tirenanna, and people sing it as Alia and at Lercara Friddi at Tarì, tarì, tarì and so on. In the collection of Canti Popolari Siciliani (Sicilian Folk Songs) by Giuseppe Pitrè you can also read two versions of it, one from Prizzi called Turullà e turullì and the other from Palermo called Olì olì olì!


Tulì tulì tulì Tulì tulì tulì setti fimmini p’un tarì. Un tarì è troppu pocu setti fimmini p’un vraccocu. U vraccocu è troppu duci setti fimmini pi ‘na nuci. A nuci è troppu dura setti fimmini pi ‘na mula. A mula jetta cauci setti fimmini pi ‘na fauci. A fauci havi lu pizzu setti fimmini p’un marvizzu . U marvizzu havi l’ali setti fimmini p’un canali. U canali jetta l’acqua setti fimmini pi ‘na vacca. A vacca havi li corna setti fimmini pi ‘na donna. La donna voli cacari supra li spaddi di mastru Natali. Mastru Natali c’u spitu ‘n coddu passa lu ciumi e si stocca lu coddu.

Tulì tulì tulì Tulì tulì tulì / seven females for a coin / A coin is too little / seven females for an apricot / The apricot is too sweetseven females for a walnut / The walnut is too hard / seven females for a she-mule / The mule kicks / seven females for a scythe / The scythe has a tip / seven females for a thrush / The thrush has wings / seven females for a gutter / The gutter bears water / seven females for a cow / The cow has horns / seven females for a woman / The woman wants to climb / on the shoulders of Master Christmas / Master Christmas has a spit on his neck / passes the river and breaks his neck I remember a nursery rhyme that urged you to be silent, promising very unpleasant feelings for anyone that did not: Under the bed of aunt Cicca Under the bed of aunt Cicca / there is a very thin cat / and the cat will lick the first one that speaks You could save yourself from the “prediction” by quickly answering: 45


Tulì tulì tulì Tulì tulì tulì / sette femmine per una moneta / una moneta è troppo poco / sette femmine per un’albicocca / L’albicocca è troppo dolce / sette femmine per una noce / La noce è troppo dura / sette femmine per una mula / La mula dà calci / sette femmine per una falce / La flace ha la punta / sette femmine per un tordo / Il tordo ha le

ali/sette femmine per una grondaia / La grondaia porta acqua / sette femmine per una vacca / La vacca ha le corne / sette femmine per una donna / La donna vuole salire / sulle spalle di mastro Natale / Mastro Natale ha lo spiedo al collo / passa il fiume e si rompe il collo Mi ricordo di una filastrocca che invitava al silenzio, promettendo sensazioni molto sgradevoli per chi lo avesse infranto: Sotto il letto di zia Cicca Sotto il letto di zia Cicca / c’è una gatta magra magra / chi per primo parlerà / la gatta leccherà Ci si poteva salvare dalla “predizione” rispondendo prontamente: sono figlia di farmacista / posso ridere e posso parlare. Particolare fascino hanno le filastrocche cantate. Esse hanno, di solito, un unico disegno melodico composto da quattro battute musicali per verso, che si adegua al testo poetico, a prescindere dalla sillabazione dello stesso. Tra le più popo46

Sutta u lettu d’a za Cicca Sutta u lettu d’a za Cicca c’è ‘na jatta sicca sicca cu’ parra prima s’a va licca. Sugnu figghia di spizziali pozzu arridiri e pozzu parrai.

I am the daughter of a pharmacist / I can laugh and I can speak. Particularly charming are sung nursery rhymes. They usually have a single melodic line made up of four musical beats per verse, adjusted to the poetic text, regardless of the division into syllables of the verse. Among the most popular there was Today is Sunday, which people declaimed while turning in a circle, just as in the well-known “Ring-a ring-a roses.” Today is Sunday Today is Sunday / we’ll cut Domenica’s head off / Domenica isn’t here / we’ll cut the king’s head off / The king is sick / we’ll cut the soldier’s head off / The soldier is at war / We’ll fall bottom first on the ground This nursery rhyme is still common today. At Vicari I have heard children add the followings verses: on the ground there is a little nail / and we’ll prick our bottoms.” There was another nursery rhyme that was very popular among children: Rosa pitosa. In it the sex-


lari vi era Oggi è duminica, che si declamava mentre si girava in cerchio, proprio come si faceva con il ben noto “Giro, giro tondo” italiano. Oggi è domenica Oggi è domenica / tagliamo la testa a Domenica / Domenica non c’è / tagliamo la testa al re / Il re è malato / tagliamo la testa al soldato / Il soldato è alla guerra / e cadiamo con il sedere per terra

Rosa pitosa Rosa pitosa fimmina di casa veni to maritu ti pizzica e ti vasa ti jetta ‘n capu u lettu e ti sona u friscalettu ti jetta ‘n capu a cascia e ti sona la grancascia.

Tale filastrocca è comune anche ai nostri giorni. A Vicari ho sentito dei bambini aggiungere i seguenti versi: “‘Nterra c’è un chiuviddu / e ni puncemu lu culiddu” (a terra c’è un chiodino / e ci pungiamo il culetto” Vi era un’altra filastrocca che riscuoteva grande successo tra i fanciulli: Rosa pitosa. In essa i riferimenti sessuali erano più che un semplice riferimento, ed erano anche il motivo per cui i ragazzi di solito stavamo attenti a non cantarla davanti ai “grandi” che, se li avessero uditi, li avrebbero redarguiti.

ual references were more than simple allusions, and were also the reason why children were usually careful not to sing it in front of the “grownups”, who, if they had heard, would have told them off.

Rosa pitosa Rosa pitosa femmina di casa / viene tuo marito e ti pizzica e ti bacia / ti butta sul letto / e ti suona il fischietto / ti butta sulla cassa / e ti suona la grancassa

Rosa pitosa Rosa pitosa a housewife / your husband comes and pinches you and kisses you / he throws you on the bed / and plays you the whistle / it he throws you on the chest / and plays the big drum to you

A Lercara Friddi si aggiungono altre due versi: “Ti vasa lu viddicu / e ti spunta un pedi di ficu” (Ti bacia l’ombellico e ti spunta un albero di fichi).

At Lercara Friddi two other verses are added: “He kisses your belly button / and a fig tree sprouts from you”.

Oggi è duminica Oggi è duminica tagghiamu a testa a Minica Minica nun c’è tagghiamu a testa ô re. U re è malatu tagghiamu a testa ô surdatu. U surdatu è a la guerra e sbattemu u culu ‘n terra.

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Il mito in Sicilia Myth in Sicily Su Corinto si abbatté una violenta pestilenza, spiegata dall’oracolo di Delfi come vendetta di Poseidone, che avrebbe avuto fine solo se l’assassino di Atteone avesse pagato per il suo reato... Il tempio di Apollo a Delfi > The Apollo temple in Delphi

Corinth was struck by a violent plague, explained by the oracle of Delphos as the revenge of Poseidon, that would only end if the assassin of Actaeon paid for his crime...

Che strane le storie che si intrecciano nei miti. Sono storie che sembrano parlarci di mondi antichissimi, di mondi che nulla hanno a che fare con il nostro, ma… Ma ci sono miti che sembrano scritti dagli sceneggiatori di moderne soap-opera. Anzi, no. Perché nelle soap, anche le più “moderne”, certe storie non si possono ancora raccontare. “Certe” storie ce le racconta ancora soltanto la cronaca, la cronaca nera. Plutarco, che è nato all’incirca nel 50 d.C. e che è morto tra il 119 e il 125 d.C. (in entrambi i casi, un vero record di anzianità) ha fatto giungere fino a noi una di queste storie, quella di Archia. Ricco e potente uomo di Corinto, Archia apparteneva alla famiglia dei Bacchiadi - che vantavano discendenze eraclidee - che per molto tempo aveva regnato sulla città. Siamo nel 735 a.C. (giorno più, giorno meno), e il potente ebbe la ventura di incontrare tale Atteone, giovin figlio di Melisso. Atteone era bello, anzi bellissimo, ed era dolce e pudico, qualità che fecero perdere la testa al potente Archia che, pur di ottenerne i favori, fece ricorso persino alla forza. Dice il mito che dopo una notte di bagordi, Archia - inferocito 48

How strange the stories that are interwoven with myths are. They are stories that seem to speak to us of ancient worlds, of worlds that have nothing to do with ours, but… But there are myths that seem to be written by the scriptwriters of modern soap operas. No, not really. Because in the soaps, even the most “modern” ones, certain stories cannot yet be told. “Certain” histories are still only in chronicle, crime chronicle. Plutarch, who was born in about 50 AD and died between 119 and 125 AD (in either case, a true record of longevity) handed down to us one of these stories, that of Archias. A rich and powerful man of Corinth, Archia belonged to the family of the Heraclids (or of the Bacchiads) who for a long time had reigned over the city. We are in 735 BC (one day more, one day less), and the powerful man had the good luck to meet one Actaeon, the young child of Melissus. Actaeon was handsome, very handsome, and was sweet and chaste, qualities that caused the powerful Archias to lose his head, so that, to obtain his favours, he even resorted to force. The myth says


Dafni e Cloe, statua in marmo al Louvre > Daphnis and Cloe a marble statue in the Louvre

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dalla passione (e dalle libagioni, certamente) si recò a casa di Melisso pronto a rapire il giovinetto che, purtroppo, perse la vita quella notte stessa. La leggenda dice che morì a causa dei colpi presi durante il feroce litigio tra Archia e i suoi amici contro il padre e gli uomini di casa, ma il padre ne diede tutta la responsabilità al potente signore di Corinto. Certo che Archia non avrebbe pagato per il suo delitto proprio grazie alla sua

that after a night of carousals, Archias - furious with passion (and with libations, certainly) - went to the boy’s house ready to abduct him, but unfortunately the boy died that very night. The legend says that he died because of the blows he suffered during the fierce attack by Archias and his friends on the boy’s father and the men of the house, but his father gave the whole responsibility for it to the powerful gentleman of Corinth. Certain that Archias would not pay for his crime thanks to

“Il trionfo di Bacco” di Velasquez > “Bacchus’ triumph” by Velasquez

posizione sociale (che tempi barbari, quelli!), Melisso portò il corpo del figlio in piazza e chiese il sostegno di tutta la cittadinanza affinché il colpevole pagasse il giusto fio. Nessuno, però, espresse altro che un sentito cordoglio. Disperato, avvilito dalla cocente impossibilità di ottenere giustizia, il padre in lutto maledisse tutta la stirpe di Archia e si uccise, lanciandosi giù da una rupe. Forse in conseguenza della sua maledizione, su Corinto si abbattè una violenta pestilenza, spiegata dall’oracolo di Delfi come vendetta di Poseidone, vendetta che avrebbe avuto fine solo se l’assassino del giovane Atteone avesse pagato per il 50

his social position (what Barbaric times they were!), Melissus took his son’s body to the square and asked for the support of all the citizen so that the guilty man would pay the correct penalty. However, no one expressed anything but heartfelt grief. Desperate, disheartened by the blistering impossibility of getting justice, the mourning father cursed the whole stock of Archias and killed himself, throwing himself down from a cliff. Who knows whether as a consequence of his curse Corinth was struck by a violent plague, explained by the oracle of Delphos as the revenge of Poseidon, revenge that would only end if the assassin of the young Actaeon paid for his crime.


Siracosion, nome preso dalla vicina palude Siriaca, divenne la ricca Siracusa della Magna Grecia... Syrakosion, a name taken from the nearby Siriaca swamp, became the rich Syracuse of Magna Graecia...

La Pizia, sacerdotessa di Apollo a Delfi > The Pithia, priestess of Apollo in Delphi

suo reato. Archia, quindi, fu costretto a lasciare la città e, fatta rotta verso la Sicilia, sbarcò alla foce del fiume Anapo. Con il suo seguito militare fece piazza pulita degli abitanti indigeni, fece schiavi i Siculi, e pensò bene di fondare una “sua” città. Prima di dare il via alle operazioni, come vuole consuetudine, interrogò gli oracoli, che gli chiesero di scegliere tra una città ricca e una salubre. Archia, ovviamente, decise per la ricchezza. Siracosion, nome preso dalla vicina palude Siriaca, divenne ben presto la ricca Siracusa della Magna Grecia, ma Archia venne ucciso da lì a poco da tale Telefo, un suo parente - e per giunta uno dei capi della spedizione - ingelosito da qualche “vanteria” inopportuna del potente corinzio. Proprio di fronte alla foce dell’Anapo si allarga un’isoletta, Ortigia, a cui il mito assegna il ruolo di rifugio per la ninfa Asteria, la solita ninfa molestata dal solito Giove che, pur di possederla, prese le fattezze di un’aquila. Asteria gli diede

Archias, therefore, was forced to leave the city and, having set out for Sicily, disembarked at the mouth of the river Anapo. With his military retinue he wiped out the native inhabitants, enslaved the Siculi, and decided to found a city of his own. Before starting the operations, according to the custom, he questioned the oracles, which asked him to choose between a rich city and a healthy one. Archias, obviously, opted for wealth. Syrakosion, a name taken from the nearby Siriaca swamp, very soon became the rich Syracuse of Magna Graecia, but Archias was soon killed by one Telephos, a relative of his - and too boot one of the leaders of the expedition - who had been made jealous by the inopportune “boasting” of the powerful Corinthian. Right opposite the mouth of the Anapo there is an islet, Ortygia, to which the myth assigns the role of being a refuge for the nymph Asteria, the usual nymph molested by the usual Jupiter that, in order 51


Il tempio di Apollo a Siracusa > Apollo’s temple in Syracuse

così un figlio, Ercole Tirio, e ciò fu sufficiente a far sbollire il potente dio che, forse per non pagare alimenti (più probabilmente per non far saper nulla alla gelosissima Giunone), trasformò la concubina in quaglia. La pennuta, spiegate le ali, poté raggiungere solo la vicina isoletta. Sempre all’interno del territorio di Siracusa si conserva la memoria di Dafni, il pastorello figlio di Mercurio che pascolò le sue greggi lungo la costa tirrenica della Sicilia. Il padre, però, scelse di onorarlo qui (facendo sgorgare una sorgente di acqua limpida che prese nome, appunto, di fonte Dafni) proprio perché Siracusa fu una delle città più ricche - anche di gloria - della Magna Grecia. Un’altra fonte, questa più famosa, è quella dedicata alla ninfa Ciane, ma noi qui, però, vogliamo occuparci di una sua omonima, la figlia di Cianippo, sacerdote del divino Bacco proprio a Siracusa. Una notte, durante un festeggiamento, costui perse completamente il controllo di sé: violentò la figlia Ciane, offendendo così il dio del vino. Ora, che Bacco si sia offeso perché un suo sacerdote si sia ubriacato oltre ogni limite può essere argomento di appassionate discussioni su “metodo e opportunità”, fatto sta che il figlio di Zeus e 52

to possess her, also took on the features of an eagle. Thus Asteria gave him a child, Hercules Tirius, and this was enough to calm down the powerful god that, perhaps so as not to pay alimony (more probably so that jealous Juno would know nothing), turned his concubine into a quail. The bird, opening its wings, could only reach the nearby islet. Also inside the territory of Syracuse there is preserved the memory of Daphnis, the little shepherd, a son of Mercury, who grazed his flocks along the Tyrrhenian coast of Sicily. His father, however, chose to honour him here (making a source of clear water gush out that took the name spring of Daphnis) precisely because Syracuse was one of the richest cities - also in glory - in Magna Graecia. Another source, this one more famous, is the one dedicated to the nymph Cyan but here, however, we want to deal with a namesake of hers, the daughter of Cyanippos, priest of the divine Bacchus in Syracuse. One night, during a celebration, he completely lost control of himself: he raped his daughter Cyan, thus offending the wine god. Now the fact that Bacchus was offended because a priest of his was intoxicated beyond all limits can be a subject of impassioned discussions on


Myth in Sicily

Il mito in Sicilia di Semele scatenò contro Siracusa una violenta pestilenza che, come confermato dalla bocca dell’oracolo, sarebbe terminata solo dopo aver sacrificato al dio proprio il suo sacerdote, Cianippo. La leggenda ricorda fin troppo bene quella di Archia, almeno fin qui. Perché Cianippo non venne esiliato, ma “sacrificato agli dei” proprio dalla figlia Ciane che poi, per il dolore, la vergogna e l’umiliazione, si uccise a sua volta, gettandosi nello stesso fuoco che ardeva il corpo del padre. Esiste anche una seconda versione della stessa leggenda, in cui Cianippo, ostile al culto del divino Bacco, ma certo non allergico al suo distillato, una notte, ubriaco fradicio, violentò la figlia Ciane. La ragazza, nella lotta, riuscì però a sottrarre un anello dalle dita del suo aggressore, strumento che le avrebbe garantito una veloce identificazione. Così, l’indomani, riconobbe il proprio violentatore nel padre. Mentre cercava soluzione al suo indicibile dolore, l’oracolo di

“method and appropriateness”, but at all events the son of Zeus and Semele instigated against Syracuse a violent pestilence that, as confirmed by the mouth of the oracle, would only end after the sacrifice of the priest Cyanippos to the god. The legend is all too reminiscent of that of Archias, at least so far. For Cyanippos was not exiled but “sacrificed to the gods” by his own daughter Cyan, who then, out of grief, shame and humiliation, killed herself in turn, throwing herself into the fire that was burning her father’s body. A second version of the same legend also exists, in which Cyanippos, hostile to the cult of the divine Bacchus but certainly not allergic to its distillate, one night, blind drunk, raped his daughter Cyan. The girl, in the struggle, succeeded however in taking a ring from the finger of her aggressor, which would make sure she identified him quickly. Thus the next day she recognized her own violator in her father. While she was seeking a solution

L’isola di Ortigia e una quaglia, animale in cui venne trasformata Asteria > The island of Ortigia and a quail: Asteria was turned into such as a bird

Apollo sentenziò che per fermare la pestilenza causata da Bacco - proprio per punire Cianippo si sarebbe dovuto ricorrere ad un sacrificio umano, e che il figlio di Giove avrebbe gradito il sacrificio di un violentatore. A Ciane si offrì in questo modo la soluzione alle sue preghiere, ma la fanciulla, non resistendo né alla vergogna dell’accaduto né al dolore per la perdita, si uccise a sua volta. (maria lohman - VIII continua)

to her inexpressible grief, the oracle of Apollo sentenced that to stop the pestilence caused by Bacchus - precisely to punish Cyanippos - a human sacrifice would be necessary and that Jupiter’s son would appreciate the sacrifice of a violator. Cyan was thus offered the solution to her prayers but the young girl, unable to bear her shame at what had happened and her grief at the loss, killed herself in turn. (maria lohman-VIII to be continued) 53


tesori nascosti>hidden treasures


TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES

Santa Maria del Bosco Un’abbazia nel cuore di un “delizioso giardino” > An abbey in the heart of a “delightful garden”

L’Abbazia di Santa Maria del Bosco è certo il più celebre tra i monasteri olivetani della Sicilia. Attorno ad essa si estende una grande riserva che occupa la porzione sud-occidentale della regione sicana, quella che declina verso le aree collinari dell’agrigentino, vasta più di 2500 ettari fra i territori dei comuni di Contessa Entellina, Giuliana e Sambuca di Sicilia. Una riserva istituita nel luglio del 1997 con il preciso intento di conservare e proteggere una serie di ambienti di rilevante interesse naturalistico e paesaggistico come il Bosco

di Santa Maria di Calatamauro, nel quale ai valori direttamente connessi alla flora (e in particolare alla vegetazione della macchia mediterranea) e alla presenza di una interessante fauna, se ne aggiungono altri correlati sia ad alcuni ambienti umidi, sia alle particolari caratteristiche geologiche di tali luoghi. Questo importante “sistema naturalistico” è poi integrato da un “sistema culturale” di altrettanto pregio: nell’area insistono infatti sia il sito archeologico grecopunico di Adranon sia, appunto, l’abbazia

The Santa Maria del Bosco abbey is certainly the most famous of the Olivetan monasteries in Sicily. Around it there is a big reserve occupying the south-western portion of the Sican region, which slopes down towards the hilly areas of Agrigento province, with a surface area of more than 2500 hectares in the territories of the communes of Contessa Entellina, Giuliana and Sambuca di Sicilia. The reserve was founded in July 1997 with the precise intention of preserving and protecting a series of environments of remarkable interest in terms of nature and landscape like the

Santa Maria di Calatamauro Wood, in which to the values directly linked to the flora (and particularly to the Mediterranean maquis vegetation) and to the presence of interesting fauna, others are added that are related both to some wetlands and to the particular geological characteristic of this places. This important “natural system” is then integrated by a “cultural system” of no less merit: in the area there is both the Adranon Greek-Punic archaeological site and, precisely, the sixteenth-century Santa Maria del Bosco abbey, a massive and imposing dark grey structure, so

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TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES

La cupside del campanile della chiesa e un fregio nell’abbazia > The top of the bell tower of the church and a friese in the abbey

cinquecentesca di Santa Maria del Bosco, mole massiccia e imponente di colore grigio-scuro, tanto suggestiva da sembrare quasi sospesa sulla sommità del colle verdeggiante. La grande costruzione, dalle antiche origini medievali, si affaccia su un panorama verde vastissimo e superbo che domina il triangolo occidentale della Sicilia, chiamato un tempo “bosco di Calatamauro” dal nome dello storico castello che si scorge non molto lontano. In un manoscritto del 1590, opera di frate Olimpio da Giuliana, il bosco è così descritto: “È coperto da annose e grossissime querce nei cavi delle quali le api mellificano, si estende come un delizioso giardino nel quale vi abbondano lepri, pernici, daini, beccacce, capri e cinghiali. “. Nella profonda e selvaggia quiete del bosco si ritirò sul finire del XIII secolo una comunità di eremiti che, stando alla leggenda, trovò nel tronco di una quercia secolare una icona della Vergine, e per questo dedicò il romitorio al culto di Santa Maria del Bosco di Calatamauro. Nel 1318 l’eremo divenne monastero dei Benedettini, la cui predicazione si diffuse ben presto oltre i confini del territorio. Ebbe inizio così la serie di beneficenze che, susseguendo56

si per diversi secoli, gettò le basi della fortuna di questa Casa Monastica. Nel 1401 una bolla pontificia erigeva in Abbazia il priorato di Santa Maria del Bosco, e nel 1491 un’altra bolla lo univa in perpetuo alla Congregazione di Monte Oliveto. L’Abbazia divenne quindi il caposaldo economico della Congregazione Olivetana nell’Italia Meridionale. L’immensa mole del monastero sorse nel breve spazio di un cinquantennio, divenendo la più imponente e nobile delle abbazie olivetane. Di notevole pregio i due grandi e affascinanti chiostri rinascimentali, attorno ai quali si articolano i vari ambienti del convento annesso alla chiesa; di quest’ultima, oggi in gran parte in cattivissimo stato di conservazione a seguito del disastroso terremoto del 1968 e dei seguenti crolli, rimangono soltanto la facciata e il bellissimo campanile. Si racconta inoltre che la stessa Santa Rosalia si sia fermata nella tenuta di Santa Maria del Bosco ad incontrare i monaci e gli eremiti. A tal proposito, e nel ricordo di questo avvenimento, venne eretta una piccola cappella nel bosco consacrata al culto della santa, ancora oggi visitabile. (testo: chiara alaimo > foto: fatòs vogli)


TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES

fascinating as to appear almost suspended on the summit of the verdant hill. The big construction, with distant medieval origins, looks out on a vast and superb green panorama dominating the western triangle of Sicily, once called “Calatamauro wood” from the name of the historical castle that can be perceived not far off. In a 1590 manuscript by the monk Olimpio da Giuliana, the wood is described as follows: “It is full of big old oaks in the hollows of which bees make honey; it spreads out like a delightful garden in which hares, partridges, fallow deer, woodcocks, goats and wild boars abound.” To the deep and wild quiet of the wood towards the end of the 13th century there withdrew a community of hermits that, according to legend, found in the trunk of centuries-old secular oak an icon of the Virgin, and for this reason devoted the hermitage to the cult of Santa Maria del Bosco di Calatamauro. In 1318 the hermitage became a monastery of the Benedictines, whose preaching very soon spread beyond the confines of the territory. There thus began a series of beneficences that lasting for several centuries laid the

foundations of the fortune of this monastic house. In 1401 a papal bull raised to the rank of abbey the Santa Maria del Bosco priory, and in 1491 another bull perpetually joined it to the Olivetan Congregation. The abbey thus became the economic fulcrum of the Olivetan Congregation in Southern Italy. The massive structure of the monastery rose in the brief space of about fifty years, becoming the most imposing and noble of the Olivetan abbeys. Outstanding features are the two big and fascinating Renaissance cloisters, around which there are set the various parts of the monastery attached to the church; of the latter, today to a large extent in a very poor state of conservation as a result of the disastrous earthquake of 1968 and the ensuing collapses, only the façade and the beautiful bell tower are extant. It is also recounted that Santa Rosalia herself stayed on the estate of Santa Maria del Bosco to meet the monks and hermits. For this reason, to commemorate this event, a small chapel was built in the wood consecrated to the cult of the saint, which is still visitable. (text: chiara alaimo > photo: fatòs vogli)

Particolare della facciata della chiesa > Detail of the façade of the church

Come arrivare > L’Abbazia è sita sui declivi del Monte Genuardo e si raggiunge uscendo dal paese di Bisaquino in direzione Santa Margherita Belice salendo, tra fitti boschi inteneriti da tappeti di muschio, ad una altitudine di 830 metri. La strada si arresta sul piazzale che lambisce la chiesa. L’abbazia è di proprietà privata, ma è possibile visitarla ed eventualmente soggiornarvi collegandosi al sito dell’abbazia: www.santamariadelbosco.it How to get there > The abbey is on the slopes of Monte Genuardo and to get to it you go out of the village of Bisaquino in the direction of Santa Margherita Belice climbing, amid dense woods softened by carpets of moss, to an altitude of 830 metres above sea level. The road stops in the square adjacent to the church. The abbey is privately owned, but it is possible to visit it and even to stay there, going to the abbey site: www.santamariadelbosco.it

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attualitĂ >news


ATTUALITÀ>NEWS

La Sicilia è meglio delle Bermuda Sicily is better than Bermuda Il National Geographic Traveller, nell’edizione novembre/dicembre 2007, pubblica la classifica delle migliori isole “turistiche” del mondo. Sono 111 le località selezionate, ovvero quelle che hanno raggiunto un gradimento minimo secondo un conteggio che assegna fino a 25 punti ai siti con soli giudizi negativi; da 25 a 49 punti alle isole in gravi difficoltà; da 50 a 65 ai luoghi i cui giudizi siano risultati mediamente negativi; da 66 a 85 a quelli con poche difficoltà; da 89 a 95 alle isole autenticamente piacevoli, e da 96 a 100 ai veri e propri “paradisi”. La Sicilia non solo rientra nell’elenco delle 111 destinazioni che hanno conquistato almeno 37 punti, ma si classifica al 46°

posto facendo segnare un punteggio pari a 68: davvero ottimo se consideriamo che il massimo, ovvero 87, è stato assegnato solo alle isole danesi Fær Øer. Torniamo alla Sicilia e, soprattutto al Mediterraneo, mare che ci riserva molte piacevoli - sorprese. Perché la “nostra” è addirittura la 4° isola del Mare Nostrum per bellezza, storia e qualità. Al primo posto si è classificata la greca Idra, “un buon esempio di piccola isola che preserva il patrimonio locale e l’attività di pesca. Una destinazione perfetta per quanti vogliono scoprire l’autentica, tradizionale essenza dello stile di vita greco”; mentre al secondo troviamo la Corsica, “che gran destinazione! la gente è amichevole e inte-

Ben 4ª tra le mediterranee, è 46ª nella classifica generale > At the 4th place in the Mediterranean it holds place 46 in the general list The National Geographic Traveller, in the November-December 2007 issue, publishes a classification of the best “tourist” islands in the world. 111 places were selected, i.e. those that reached a minimum level of appreciation according to a calculation that assigns up to 25 points to places only with negative judgments; from 25 to 49 points to islands in serious difficulty; from 50 to 65 to places whose judgments are on average negative; from 66 to 85 to those with few difficulties; from 89 to 95 to authentically pleasant islands, and from 96 to 100 to real “paradises.” Sicily is not only on the list of the 111

destinations that conquered at least 37 points, but is in the 46th place, with a score of 68: truly excellent, if we consider that the maximum score, 87, was only assigned to the Danish Fær Øer islands. Let us return to Sicily, and above all to the Mediterranean, a sea that holds a lot of pleasant surprises in store. For “our” island is actually the 4th island in the Mediterranean for beauty, history and quality. In the first place there was the Greek Hydro, “a good example of a small island that preserves the local patrimony and the fishing activity. A perfect destination for those who want to discover

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ATTUALITÀ>NEWS

Idra

ressante, il cibo ottimo, le spiagge scenografiche etc. Buone le infrastrutture - adorabile il viaggio in treno tra le montagne e le spiagge...”. Seguono al terzo posto ex-aequo Hvar, in Croazia, e la Sardegna, entrambe con un patrimonio paesaggistico da preservare, e, dopo la Sicilia sola al 4° posto, ecco che al 5° troviamo la parte turca di Cipro, “splendidi panorami, monti e spiagge”. Il sesto gradino lo dividono le greche Corfù e Creta, relegate nella seconda metà della classifica generale (65° e 66° posto) soprattutto a causa del turismo pensato come una macchina per

the authentic, traditional essence of the Greek style of life”; while in the second place we find Corsica, “what a big destination! The people are friendly and interesting, the food excellent, the beaches scenographic etc. There are good infrastructures - an adorable train trip between the mountains and the beaches....” Third together are Hvar, in Croatia, and Sardinia, both with a landscape patrimony to be preserved, and, after Sicily, alone in the 4th place, in the 5th we find the Turkish part of Cyprus, with “splendid panoramas, mountains and beaches.” The sixth place is shared by Greek Corfu and Crete, relegated to the second half of the general classification (65th and 66th places) mainly because of tourism thought of above all as a money machine; the 7th place instead goes to Santorin, also Greek, which needs protection against the “hundreds of thousands of visitors.” Alone in the 8th place we find Capri, “crowded with tourists insensitive to its beauties”, in the 9th Malta, “with almost 7000 years of history in 316 square kilometres, but the island seems to be geared to mass tourism...”, while in the 10th place we find together Spanish Majorca and Greek Mikonos, the former “dominated by international hotel chains”, the latter “with the beaches overcrowded from June to September, and with some

Il giudizio “Notevole per il paesaggio naturale, mare azzurro e siti storici e archeologici del periodo greco, romano e normanno, così come per l'arte e l'architettura barocca. I suoi centri di villeggiatura sono affascinanti e pieni di vita, mentre le isole più lontane offrono vacanze più riservate”. “Un'isola di considerevoli contrasti, con insediamenti umani che ne influenzano il territorio da migliaia di anni. Potete trovare una stazione petrolchimica accanto un antico anfiteatro”. “Pieni di storia e di tradizioni da scoprire. Paesaggio variegato, buon cibo, spiagge piacevoli. Soprattutto, un patrimonio estremamente ricco. Il turismo è ben organizzato. Hanno una piacevole qualità di vita, ma costantemente in contesa con la criminalità, dai borseggi a cose più serie. Inoltre, è un problema la povertà nelle aree urbane degradate”. “Gli effetti del turismo sono mitigati dall'attività dell'Etna”.

The judgment “Outstanding for the natural landscape, blue sea and historical and archaeological sites from the Greek, Roman and Norman periods, as well as for art and Baroque architecture. Its holiday resorts are fascinating and full of life, while the most distant islands offer more reserved holidays.” “An island of considerable contrasts, with human settlements that have influenced its territory for thousands of years. You can find a petrochemical station next to an ancient amphitheatre.” “Full of history and traditions to be discovered. Variegated landscape, good food, pleasant beaches. Above all, an extremely rich patrimony. The tourism is well organized. They have a pleasant quality of life, but constantly fighting against crime, from pickpocketing to more serious things. Moreover, poverty in the deteriorated urban areas is a problem.” “The effects of tourism are mitigated by the activity of Etna.”

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ATTUALITÀ>NEWS

soldi; il 7° posto invece è solo di Santorini, anch’essa greca, che necessita di protezione dalle “centinaia di migliaia di visitatori”. Solo all’8° troviamo Capri, “affollatissima di un turismo insensibile alle sue bellezze”, al 9° Malta, “quasi 7000 anni di storia in 316 km2, ma l’isola sembra orientata al turismo di massa...”, mentre al 10° posto troviamo, pari merito, la spagnola Maiorca e la greca Mikonos, la prima “dominata dalle catene alberghiere internazionali”, la seconda “con le spiagge super-affollate da giugno a settembre, e con alcuni luoghi in cui si è già perso il carattere greco”. A chiudere la classifica del Mediterraneo troviamo il lato greco di Cipro, disturbato da “centri storici in rovina e spesso disabitati”, che si attesta all’11° posto (95° in classifica generale), e - udite udite - la spagnola Ibiza chiude con la maglia nera non solo nel Mare Nostrum, ma anche in classifica generale, condividendo il 111° posto con l’isola di St. Thomas, nelle americane Isole Vergini. La motivazione non ammette repliche: “Ibiza non può più venir fuori dal circolo vizioso in cui è caduta. Feste e droghe coprono la maggior parte degli scenari offerti”. Piccole curiosità: le Hawaii sono solo al 50° posto, le Bermuda al 52°, Tahiti è 78°, Bali 83°, le Mauritius si trovano all’88° posto e la Giamaica al 108°. Quindi, venite in Sicilia, che è meglio. (emilia gatti) places in which the Greek character has already been lost.” To close the classification of the Mediterranean we find the Greek side of Cyprus, disturbed by “historic areas in ruins and often uninhabited”, in the 11th place (95th in the general classification), and - oyez oyez - Spanish Ibiza not only comes out top in the Mediterranean, but also in the general classification, sharing the 111th place with the island of St. Thomas, in the American Virgin Islands. The motivation admits no answer: “Ibiza can no longer get out of the vicious circle into which it has fallen. Parties and drugs cover most of the scenarios offered.” Little curiosities: Hawaii is alone in the 50th place, Bermuda in the 52nd, Tahiti is 78th, Bali 83rd, Mauritius in the 88th place and Jamaica in the 108th. So come to Sicily - it’s better. (emilia gatti)

Le più belle > Dopo le danesi Fær Øer (in alto), dove “i visitatori possono incontrare i contadini, girare l'isola, fare esperienze interessanti nei musei a cielo aperto sulle attività contadine di oggi, e gustare la cucia tradizionale”, al 2° posto della classifica generale troviamo le portoghesi Azzorre (al centro) “luogo bellissimo. Ambiente naturale in ottimo stato”, mentre al 3° si attestano le norvegesi Lofoten (in basso), dove, anche se “il tempo è spesso brutto, la bellezza del mare, delle rocce e delle case fa sempre primavera”. The most beautiful > After the Danish Fær Øer (top), where “visitors can meet farmers, go round the island, have interesting experiences in outdoor museums opened on today's country activities, and taste traditional cucia”, in the 2nd place of the general classification we find the Portuguese Azores (in the middle), “a very beautiful place. Natural environment in a good state”, while in the 3rd place there is the Norwegian Lofoten (bottom), where, although “the weather is often bad, the beauty of the sea, the rocks and the houses make it always like spring.”

Per saperne di più > To know more: www.nationalgeographic.com/traveler/

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WEEK END>

> Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

22-23/12 Fra presepi e storia Cribs and history

ph: www.flickr.com - krisdecurtis

Informazioni> Information: tel. 090 9746245 Dove dormire> Where to sleep Bioagriturismo Jalari (fraz. Maloto > Maloto area); tel. 090 9746245 BB a persona > per person 45 € Dove mangiare> Where to eat Salamone a Mare, strada panoramica > panoramic road, 36 - Milazzo; tel. 090 9281233 chiuso lunedì > closed on Monday; circa > about 40 €

Il parco museo Jalari, sulle colline alle spalle di Barcellona Pozzo di Gotto, è una struttura unica nel suo genere, nella quale arte, natura e tradizioni popolari si coniugano creando un percorso didattico e turistico. Diverse manifestazioni, nel corso dell’anno, offrono lo spunto per una visita al parco: nel mese di dicembre, in particolare, a partire dall’Immacolata, vengono allestiti i presepi. Vi suggeriamo di raggiungere il parco proprio pochi giorni prima di Natale: in questo modo potrete ammirare i presepi sistemati nelle botteghe degli antichi mestieri, tutte opere artigianali create con materiali di recupero e anche partecipare al “viaggio nell’emigrazione” organizzato per il 22 dicembre. Si comincia nel pomeriggio con la proiezione del film Nuovo Mondo di Emanuele Crialese, e di seguito si svolgerà il concerto Emigranti ‘nta me Terra del Gruppo Sikè di musica etno-mediterranea. L’indomani è la volta del presepe vivente (a partire dalle 17,30).

The Jalari park museum, on the hills behind Barcellona Pozzo di Gotto, is a structure that is unique in its kind, in which art, nature and folk traditions blend, creating a teaching and touristic itinerary. During the year various events afford reasons for a visit to the park: in December, in particular, beginning from the Immaculate Conception, cribs are set up. We suggest you go to the park just a few days before Christmas: in this way you can admire the cribs in the workshops of old crafts, all handicraft works created with recovered material; you can also participate in the “journey in emigration” organized for December 22. It starts in the afternoon with the projection of the film New World by Emanuele Crialese, and then there will be the concert Emigrante ‘nta me Terra and by the Sikè Group ethno-Mediterranean music. On the next day there is the living crib (beginning from 5.30 pm).

Come arrivare > How to get there: Si raggiunge da Palermo e Messina percorrendo l’autostrada che collega le due città fino all’uscita Barcellona Pozzo di Gotto > You can get to it from Palermo and Messina along the motorway that connects the two cities taking the Barcellona Pozzo di Gotto exit 62


WEEK END>

> Etna (CT)

29-30/12 Capodanno sul vulcano New Year’s Eve on the volcano Per passare gli ultimi giorni dell’anno sciando, chi non vuole raggiungere le rinomate stazioni alpine può vantaggiosamente ripiegare sull’Etna: qui vi sono scuole e impianti per lo sci, sui versanti Nord e Sud - e peraltro la neve è già caduta, facendo ben sperare per la stagione. Sul versante Nord la base è Piano Provenzana, con impianti di risalita fino a quota 2500 metri e due piste di media difficoltà (Monte Conca e Anfiteatro). Inoltre è presente un anello per lo sci di fondo e, presso il parcheggio Monte Conca, troverete una sezione della Scuola Italiana Sci e Snowboard Linguaglossa Etna Nord. Si possono prendere lezioni e noleggiare le attrezzature necessarie. Stesso discorso per Etna Sud, dove la stazione sciistica è quella della Montagnola, servita da funivia e seggiovia biposto. La pista è di media difficoltà, e anche qui è possibile prendere lezioni di sci, rivolgendosi alla Scuola Italiana Sci Etna, e noleggiare le attrezzature. Da segnalare, infine, la presenza di una pista artificiale, lo Skistadium, in territorio di Viagrande, per imparare in sicurezza (www.monteserra.it).

To spend the last days of the year skiing, those who do not want to go to the famous Alpine stations can advantageously fall back on Etna: here there are skiing schools and facilities on the north and south slopes - and besides snow has fallen already, holding out good hopes for the season. On the north slope the base is Piano Provenzana, with ski lifts up to 2500 metres above sea level and two pistes of medium difficulty (Monte Conca and Amphitheatre). Moreover, there is a ring for langlauf and, near the Monte Conca parking area, you will find the Linguaglossa North Etna section of the Italian Skiing and Snowboarding School. You can have lessons and rent the necessary equipment. The same goes for Etna South, where the skiing station is the Montagnola one, served by cableway and two-seater chair lift. The piste is of medium difficulty, and here it is also possible to take skiing lessons at the Etna Italian Skiing School, and to rent the equipment. Lastly, we can mention the presence of an artificial piste, the Skistadium, in the territory of Viagrande, where you can learn in perfect safety (www.monteserra.it)

Informazioni> Information: Ente Parco Etna > Etna Park Managing Body tel. 095 821111 www.parcoetna.ct.it Dove dormire> Where to sleep B&B Rapa Nui, via Gagliani,13 - CT; tel. 095 2861243; la doppia BB da > double BB from 70 € Dove mangiare> Where to eat La Tana del Lupo corso Ara di Giove 138, Pedara - Catania; tel. 095 7800303; chiuso martedì e a pranzo (non sabato e domenica) > closed Tuesdays and lunchtime (not Saturdays and Sundays 30 €

ph: www.flickr.com - 4ever30something

Come arrivare > How to get there I versanti dell’Etna si raggiungono facilmente da Catania, seguendo le indicazioni lungo la tangenziale che lambisce la città > You can easily reach the slopes of Etna from Catania following the signs along the bypass round the city 63


WEEK END>

> Canicattì (AG)

6/01/08 I Tre Re a Canicattì The Three Kings in Canicattì

ph: Agostino Greco - Fotoreporter

Informazioni> Information: Comune di Canicattì > Canicattì Council tel. 0922 856734 Dove dormire e mangiare> Where to sleep and eat Azienda Agricola > Holiday farm Mandranova c.da Mandranova, SS115 km 217, Palma di Montechiaro; tel. 091 6120463; la doppia BB da > double BB from 122 €

Grosso centro agricolo fra le province di Agrigento e Caltanissetta, Canicattì ci attrae in questo inizio d’anno con una celebrazione tradizionale toccante e pittoresca: la “festa dilli Tri Re”, la cui prima edizione risale al 1870, celebra i Re Magi e il loro viaggio alla volta della grotta di Betlemme. Tre uomini, vestiti con abiti che ne rappresentano le esotiche nazionalità - persiana, indiana e turca - nel pomeriggio del giorno dell’Epifania partono a cavallo dalle tre chiese di San Francesco, Santa Lucia e San Domenico, ciascuno con un corteo di scudieri e soldati abbigliati all’orientale e accompagnati dal suono delle zampogne. Per le vie del centro giungono in piazza Roma dove è sistemata la Grotta di Betlemme, non prima di una sosta alla corte del perfido Erode. La sacra rappresentazione, seguita sempre con grande partecipazione dai cittadini e dai visitatori, ricalca ogni momento del Vangelo, con l’offerta dei doni a Gesù Bambino, l’apparizione dell’Angelo a Giuseppe, la rievocazione della Fuga in Egitto ecc.

A big agricultural place between the provinces of Agrigento and Caltanissetta, Canicattì attracts us at the beginning of the year with a touching and picturesque traditional celebration: the “feast of the Three Kings.” First held in 1870, it celebrates the Magi and their journey to the cave in Bethlehem. Three men, dressed in clothes representing their exotic nationalities - Persian, Indian and Turkish - in the afternoon of the day of Epiphany set out on horseback from the San Francesco, Santa Lucia and San Domenico churches, each with a cortege of equerries and soldiers dressed in the oriental fashion and accompanied by bagpipes. Going along the streets in the centre they come to Piazza Roma, where there is the cave in Bethlehem, after having called in at the court of the perfidious Herod. The sacred representation, always followed with great participation by local people and visitors, evokes every moment of the Gospel, with the offer of gifts to Baby Jesus, the apparition of the angel to Joseph, the evocation of the Flight into Egypt and so forth.

Come arrivare > How to get there La più vicina via di collegamento principale è la sv 640 Agrigento-Caltanissetta. Canicattì dista circa 35 km da entrambi i capoluoghi > The best road is the Agrigento-Caltanissetta superhighway 640. Canicattì is about 35 kilometres from both the chief towns 64



Dove dormire Where to sleep

I prezzi si intendono per doppia BB

Palermo & Provincia

Caltanissetta & Provincia

ASTORIA PALACE HOTEL **** Palermo - via Montepellegrino, 62 091 6280140 - fax 091 6371227 da 178 €

SAN MICHELE **** Caltanissetta - via Fasci Siciliani 0934 553750; da 120 €

HOTEL UCCIARDHOME **** Palermo - via Enrico Albanese, 34-36; 848 836766; da 160 €

A GRITURISMO PALLADIO Riesi - contrada Palladio, 0934 921305; 67 €

HOTEL CRYSTAL PALACE *** Palermo - via Roma 477/a; 091 6112580, da 130 € IL MEZZANINO DEL GATTOPARDO Palermo - via Alloro, 145; 333 4771703; da 110 €

Catania & Provincia LA VECCHIA PALMA *** Catania - via Etnea, 668 095 432025; da 100 €

ALBERI DEL PARADISO **** Cefalù - via dei Mulini, 18, 0921 423900; da 96 € (camera con finestra)

VILLA PARADISO DELL’ETNA **** S. Giovanni la Punta - via per Viagrande, 37 095 7512409; da 260 €

Agrigento & Provincia DIOSCURI BAY PALACE **** Agrigento - lungomare Falcone e Borsellino, 1 0922 406111; 170 € standard - 200 € deluxe HOTEL KAOS Villaggio Pirandello 0922 598622; da 130 € B&B LOCANDA DEL MORO Sciacca - via Liguori, 44, 0925 86756; 80 € AGRITURISMO CASALICCHIO Cammarata - contrada Casalicchio, 0922 908144; da 110 €

B&B RESIDENCE DELLE STELLE Caltanissetta - via San Giuliano, 27 0934 581819; 120 €

VILLA GUSSIO NICOLETTI Leonforte - c.da Rossi, SS 121 km 94,750 0935 903268; 110/256 €

B&B TALIA Modica - via Exaudinos, 9, 0932 752075; da 120 €

BAGLIO SAN PIETRO Nicosia - località San Pietro, 0935 640529; 76 €

B&B LA CASA DI MONTALBANO Via A. Moro, 44, loc. Punta Secca, Santa Croce Camerina 0932 655566; da 64 € (min. 2 notti)

Messina & Provincia EUROPA PALACE HOTEL **** Messina - loc. Pistunina, SS 114 km 5+470 090 621601; da 100 € VILLA MIRAGLIA ** Cesarò - loc. Portella Miraglia SS 289 095 7732133; HB 100 € VILLA DUCALE **** Taormina - via Leonardo da Vinci, 60; 0942 28153; da 130 € D’ORANGE ALCANTARA *** Francavilla di Sicilia - via dei Mulini, 14/16 0942 981374; da 80 €

Siracusa & Provincia HOTEL ROMA **** Siracusa - via Minerva, 10, 0931 465626, da 200 € HOTEL MEDITERRANEO *** Siracusa - via Tripoli, 40, 0931 445047; da 75 € B&B AL TEATRO Siracusa - via del teatro, 15, 0931 64674; da 50 € AGRITURISMO CASA DELLO SCIROCCO Carlentini - c.da Piscitello; 095 447709 - 338 1720112; da 38 €

B&B SOTTO IL VULCANO Nicolosi - via Monpilieri, traversa V, s.n. 095 914851; da 57 €

RESIDENCE VILLA FIORENTINO Lipari - via G. Franza, 9 090 9812136; appartamento da 60 €

B&B I RUSTICI Trecastagni - via Archimede, 2, 095 7809956; da 30/35 €

Ragusa & Provincia

Enna & Provincia

HOTEL VILLA CARLOTTA **** Ragusa - via Ungaretti, 0932 604140;120 €

GRANDE ALBERGO SICILIA *** Enna - piazza N. Colajanni, 7; 0935 500850; 91/120 €

HOTEL PALAZZO DEGLI ARCHI Ragusa Ibla - corso Don Minzoni, 6 0932 686021; da 90 €

B&B TRA CIELO E SABBIA San Vito Lo Capo - via del Secco, 44 +39 0923 972638 cell. +39 335 7488954; da 35 € www.tracieloesabbia.it

SELENE *** Piazza Armerina - via G.le Gaeta, 30/32 0935 683412; da 70 €

CAMBIOCAVALLO C.da Zimmardo - Pozzallo 0932 779118; da 110 €

KEMPINSKI GIARDINO DI COSTANZA *****L Mazara del Vallo - via Salemi km 7+100; 0923 907763; 339 €

Trapani & Provincia TORRI PEPOLI *** Erice - viale Conte Pepoli, 333 3010504; da 200 €

ASTORIA PALACE HOTEL, PALERMO. L’organizzazione di congressi perfetti

Il vostro prossimo congresso, sarà perfetto

via Montepellegrino, 62 - 90142 Palermo - +39 091 6280140 - fax + 39 091 6371227



Dove mangiare Where to eat

Palermo & Provincia CUCINA PAPOFF Palermo - via I. La Lumia, 32 091 586460, chiuso sabato a pranzo e domenica, 35 € SHAKESPEARE & COMPANY Palermo - Salita Artale, 5, 091 7495205, chiuso mercoledì, 40/45 € PIZZERIA LE PERGAMENE Palermo - piazza Marina, 48/49, 091 6166142; 20 € AL DESCO Palermo - via Judica, 23; 091 6090587, aperto solo a cena, chiuso domenica, 40 € FARO VERDE DA BENITO S. Flavia - largo San Nicolicchia, 14, Porticello 091 957977 chiuso martedì, 40 € IL BAVAGLINO Terrasini - lungomare Praiola, 2; 091 8681284, chiuso martedì, 18 €

Agrigento & Provincia LEON D’ORO Agrigento - viale Emporium, 102; 0922 414400, chiuso lunedì, 40 € VITTORIO Menfi - via Friuli Venezia Giulia, 9, loc. Porto Palo, 0925 78381 chiuso lunedì sera, 30 €

OSTERIA CACCIATORE Castrofilippo - c.da Torre, 0922 829824, chiuso mercoledì, 22 €

LA SCALA Caltagirone - scala S. M. del Monte, 8 0933 57781, chiuso mercoledì, 20 €

LA MADIA Licata - via F. Re Capriata, 22; 0922 771443, chiuso martedì e domenica sera in inverno, menù degustazione 40 €

IL GIARDINO DI BACCO San Giovanni La Punta - via Piave, 3 095 7512727, chiuso lunedì, a pranzo da martedì a sabato, gennaio, 35 €

VECCHIO FIENILE Scicli - loc. Playa Grande, SP 18 km. 4, 0932 930377, chiuso mercoledì, 30 €

Enna & Provincia

Siracusa & Provincia

ARISTON Enna - via Roma, 353, 0935 26038, chiuso domenica, prezzo medio 25 €

TAVERNETTA DEL PAPIRO Siracusa - via Tripoli, 6, 0931 461066, chiuso domenica e in agosto, 25/30 €

LA BRACE Calascibetta - SS. 290 km 46, 0935 34699, chiuso lunedì e agosto, 25 €

TAVERNA LA CIALOMA Pachino - piazza Regina Margherita, 23 0931 841772, chiuso martedì, 25 €

Messina & Provincia

MAURIZIO Porto Palo di Capo Passero - via Tagliamento, 22 0931 842644, chiuso martedì (mai in estate), ferie da fine ottobre a fine novembre; 30 €

ACQUARIUS S. S. di Quisquina - via L. Attardi, 62, 0922 982432, chiuso mercoledì, prezzo medio 25 €

Caltanissetta & Provincia VICOLO DUOMO Caltanissetta - vicolo Duomo, 5 0934 582331, chiuso domenica e lunedì a pranzo, 22/25 € L’ANGOLODIVINO Caltanissetta - via Di Cataldo, 0934 542983, chiuso lunedì e domenica sera, 25 € CASANOVA Gela - via Venezia, 89 0933 918580, chiuso domenica, lunedì a cena e dal 15 al 31 agosto, 30 € VILLA ROSANGELO Mazzarino - contrada Pileri, 0934 381437, chiuso lunedì, 20 €

Catania & Provincia L’AMBASCIATA DEL MARE Catania - piazza Duomo, 6, 095 341003; chiuso lunedì, 25 € OSTERIA ANTICA MARINA Catania - via Pardo, 29 095 348197; chiuso mercoledì, 30 €

Ristorante

REGINE Via Trapani, 4/a Palermo 091 58 65 66

DUE SORELLE Messina - piazza Municipio, 4; 090 44720, chiuso lunedì e in agosto, 25 € DON SANTO (TRATTORIA TIPICA) Floresta - c.da Favoscuro, 0941 662030; chiuso lunedì tranne luglio ed agosto; 20 € www.donsanto.it VILLA LA ROSA Filicudi (I. Eolie - ME) - via Rosa, 24, 090 9889965, prezzo medio 25 € vini esclusi; info@villalarosa.it www.villalarosa.it LA MACINA San Marco d’Alunzio - via Aluntina, 48 0941 797848, chiuso martedì, 25 €

IL CARATO Catania - via V. Emanuele II, 81 095 7159247, 35 €, menù degustazione 52 €, vegetariano 26 €

COVO DEL PIRATA Milazzo - lungomare Garibaldi (p.le Marullo) 090 9284437, chiuso mercoledì, 35 €

LA GROTTA Acireale - via Scalo Grande, 46, loc. Santa Maria La Scala, 095 7648153, chiuso martedì e due settimane in inverno, 35 €

Ragusa & Provincia

GALATEA Acitrezza - via Livorno, 146, 095 277913; chiuso lunedì e due settimane a novembre, 40 € ‘U TRAPPITU Militello Val di Catania - via Principe Branciforti, 125; 095 811447, chiuso lunedì, aperto a pranzo solo su prenotazione, 15 €

SERAFINO DAL 1953 Marina di Ragusa - lungomare A. Doria 0932 239522, aperto dal sabato di Pasqua al 30 novembre, 30 €

IL BAROCCO Palazzolo Acreide - via Duca d’Aosta, 27 0931 883266; chiuso martedì, 18 €

TRATTORIA DEL CROCIFISSO DA BAGLIERI Noto - via Principe Umberto, 48, 0931 571 151 chiuso mercoledì, 20 € Trapani & Provincia CANTINA SICILIANA Trapani - via Giudecca, 36 0923 28673, chiuso periodo natalizio, 30 € TAVERNA PARADISO Trapani - lungomare Dante Alighieri, 22 0923 22303; chiuso domenica, 30 €

DUOMO Ragusa - via Capitano Bocchieri, 31 0932 651265, chiuso lunedì e domenica sera, 60 €

LA PINETA DI ANGELO Castelvetrano - via Punta Cantone, località Marinella di Selinunte 0924 46820; sempre aperto (eccetto festivi), 30 €

LE MAGNOLIE Modica - via Gianforma, 179, loc. Frigintini 0932 908136, chiuso martedì, 25 €

EL PESCADOR DA PASQUALE Favignana - p.zza Europa, 38 0923 921035, chiuso mercoledì a pranzo (solo in inverno), 25/30 €

CUCINA E VINO Ragusa Ibla - via Orfanotrofio, 91 0932 686447, chiuso martedì, 20 €

PESCATORE Mazara del Vallo - via Castelvetrano, 191 0923 947580 chiuso lunedì, 35 €


L’ETICHETTA>THE LABEL

I Consigli di Sikania > Sikania advices

Sole di Sesta 2004 > Cottanera

Gradazione > Alcohol strength: 14 % vol. Da bere con > To be drunk with: perfetto con l’agnello al forno e con tutti gli arrosti di carne, ottimo anche con i formaggi stagionati > To be drunk with roast lamb and all roast meats, also excellent with seasoned cheeses

In enoteca > At the wine shop: 27-28 € Cantina > Production centre: contrada Iannazzo strada provinciale 89 > provincial highway 89 - Castiglione di Sicilia Visite su prenotazione > visits require booking: tel. 0942 963601

I vigneti corrono lungo la vecchia linea ferrata che collegava Castiglione di Sicilia a Randazzo, nel versante di Nord-Est dell’Etna. È un teatro naturale di straordinaria bellezza: 50 ettari impiantati lungo l’arco temporale degli ultimi 20 anni - vitigni autoctoni ed internazionali - che si slanciano verso il fiume Alcantara, tra coste di lava, terrazzamenti e antichi noccioleti. Siamo a Cottanera, nell’azienda agricola della famiglia Cambria, un marchio che firma tra i più interessanti vini dell’Etna, un territorio considerato, da intenditori e giornalisti, il nuovo eldorado del vino siciliano di qualità. Qui si è coniato il termine della “vulca-enologia” (l’enologia del vulcano) per sintetizzare un concetto essenziale: le condizioni pedoclimatiche che caratterizzano questo fianco dell’Etna sono molto simili a quelle espresse da territori viticoli di più alta latitudine, come il Piemonte o per alcuni versi molto vicini ad alcune regioni francesi, dando a questi vini una personalità ed una eleganza davvero uniche. Sole di Sesta 2004, Syrah in purezza, è un’etichetta che prova il valore di questo cammino verso l’eccellenza. Un grande cru rosso carico e sanguigno dai riflessi violacei, ai sentori varietali sposa note di frutta rossa, con una fresca nuance verde e un fondo di note speziate e floreali. Al gusto è suadente, pieno, equilibrato, ricco di polpa e di tannini nobili ben sostenuti da una buona acidità. (giancarlo lo sicco)

The vineyards race along the old railway line that connected Castiglione di Sicilia to Randazzo, on the north-eastern slope of Etna. It is a natural theatre of extraordinary beauty: 50 hectares planted in the last 20 years - with native and international vines - that rush towards the river Alcantara, among lava slopes, terraces and old hazelnut woods. We are at Cottanera, on the farm of the Cambria family, a firm producing some of the most interesting wines in the Etna area, a territory considered by connoisseurs and journalists the new Eldorado of Sicilian quality wine. This has led them to coin the term “volca-oenology” (oenology of the volcano) to sum up an essential concept: the soil and climate conditions that characterize this side of Etna are very similar to those expressed by vine-growing territories at higher latitudes like Piedmont and in some respects very near to some French regions, giving these wines a truly unique personality and elegance. Sole di Sesta 2004, monovarietal Syrah, is a label that proves the value of this pathway towards excellence. A big cru, red and sanguine with purplish reflections, with the varietal hints blends notes of red fruit, with a fresh green nuance and a background of spiced and floral notes. To the taste it is persuasive, full, balanced, rich in pulp and of noble tannins well supported by good acidity. (giancarlo lo sicco) 69


BUON APPETITO>ENJOY YOUR MEAL

I Consigli di Sikania > Sikania advices

L’Oste e il Sacrestano > Licata (AG) Una coppia di giovani appassionati di cucina e innamorati della loro terra è il “motore” dell’osteria L’Oste e il Sacrestano, nel cuore di Licata. Affacciata su una stradina chiusa al traffico che in estate, arricchita di piante, si trasforma nel dehor del locale, l’osteria è ospitata nella sacrestia della chiesetta di Sant’Andrea e offre appena 24 posti a sedere (la prenotazione è indispensabile).

Un piccolo regno, dunque, quello di Chiara Sabella e Giuseppe Bonsignore, dove l’impegno gastronomico si impernia su tre cardini essenziali: quel che offre il mercato, la stagionalità e il gusto personale. Ecco dunque arrivare in tavola pietanze che, pur basate sulla tradizione siciliana e su quel che proviene dalla terra e dal mare intorno al piccolo paese dell’agrigentino, nascono da una prepara-

L’Oste e il Sacrestano > Via Sant’Andrea, 19 - Licata (AG); tel. 0922 774736; chiuso lunedì e domenica sera (in inverno); prezzo medio 35 € > Closed on Mondays and Sunday evenings (in winter); average price 35 € A young couple with a passion for cuisine and in love with their land are the “motor” of the inn “L’Oste e il Sacrestano”, in the heart of Licata. Looking out on a little street closed to traffic that in the summer, enriched with plants, turns into the outside area of the place, the inn is in what was the sacristy of the little Sant’Andrea church and seats just 24 (booking is essential). So that of Chiara Sabella and Giuseppe Bonsi70

gnore is a little kingdom, where gastronomic commitment hinges on three main points: what the market offers, seasonality and personal taste. So to the table there come dishes that, though based on the Sicilian tradition and on what originates from the land and from the sea around the small town in Agrigento province, are the fruit of whimsical cooking and creative juxtapositions. A meal can start with grilled eggplant pie filled with ricotta, scented


la ricetta dello chef the chef’s recipe La Norma dell’Oste e il Sacrestano Ingredienti carote, sedano, cipolla, aglio, peperoncino, pomodoro fresco, basilico, olio extravergine, ricotta fresca e salata, melanzane, spaghettoni

zione estrosa e da accostamenti creativi. Un pasto può cominciare dal tortino di melanzane grigliate ripieno di ricotta, profumato di basilico e accompagnato da ciliegino caramellato (e che si chiama “mizzica”); proseguire con una “poesia di terre e di mare”, dove i tagliolini freschi artigianali tengono insieme un sughetto di gamberi e crema di zucchine profumato di zafferano, e con un fagottino di pasta sfoglia ripieno di pesce spada. Per finire con un “Simply Sicily” (che Giuseppe Bonsignore definisce “figlio del cannolo”) da gustare con vino passito, e con il caffè “corrotto” con zucchero profumato di sambuca e cioccolato amaro oppure con latte concentrato e crema di cioccolato purissimo. La carta dei vini comprende circa 200 etichette, prevalentemente siciliane (diversi i vitigni rari, come il Mamertino). (testo > chris j. raeli)

with basil and accompanied by candied cherry (called “mizzica”); to continue with a “poem of land and sea”, in which fresh handmade tagliolini hold together a broth of shrimps and cream of courgettes with a scent of saffron, and with a pastry wrapping filled with swordfish. You end with “Simply Sicily” (which Giuseppe Bonsignore defines a “child of cannolo”) to be tasted with passito wine, and with coffee “corrupted” with scented anisette sugar and bitter chocolate or with concentrated milk and pure chocolate cream. The wine list includes around 200 labels, primarily Sicilian (there are various rare vines like Mamertino). (text > chris j. raeli)

Soffriggere carota, sedano, cipolla, aglio e peperoncino. Unire il pomodoro già sbollentato e spellato, eliminando invece l’aglio. Aggiustare di sale e pepe e lasciare cuocere la salsa per 15 minuti. Mettere la ricotta nel mixer e frullarla con pepe nero, basilico e olio, e versare la crema ottenuta in una sacca da pasticcere. Tagliare le melanzane a fette sottile e porle per un po’ in uno scolapasta cospargendole di sale, perché perdano l’acqua di vegetazione. Friggerle in abbondante olio d’oliva. Frullare la salsa. Cuocere la pasta e riempire con essa uno stampino foderato con le melanzane. Capovolgere il timballino su un piatto, cospargerlo di ricotta salata e decorarlo con un ciuffo di ricotta fresca e basilico.

The Norma of the Oste e Sacrestano Ingredients carrots, celery, onion, garlic, chilli pepper, fresh tomato, basil, extra virgin oil, fresh and salted ricotta, eggplants, spaghettoni Brown the carrot, celery, onion, garlic and chilli pepper. Add the previously boiled and peeled tomato, eliminating the garlic instead. Adjust salt and pepper and leave the sauce to cook for 15 minutes. Put the ricotta in the mixer and beat it with black pepper, basil and oil, and pour the cream obtained into a confectioner’s bag. Cut the eggplants into thin slices and strain for a while, sprinkling them with salt, to lose the vegetation water. Fry in abundant olive oil. Whip the sauce. Cook the pasta and put it in a template lined with the eggplants. Turn the timbale upside-down on a dish, sprinkle it with salted ricotta and decorate it with a tuft of fresh ricotta and basil.

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OSPITALITÀ>HOSPITALITY

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Hotel Ucciardhome > Palermo Quando, pochi anni fa, aprì i battenti, la scelta del nome di questo albergo, che richiama quello dell’Ucciardone, l’antico carcere borbonico di Palermo conosciuto come il “grand hotel della mafia”, non mancò di suscitare polemiche. Per nulla disanimati, i proprietari dell’Ucciardhome non hanno perso il gusto per i giochi di parole e hanno scelto come motto uno spiritoso “prigionieri del lusso a Palermo”. Un motto che ben riflette le caratteristiche di questo quattro stelle a pochi passi dalla centrale

via Libertà e dal porto di Palermo, un hotel di charme in cui ogni piccolo dettaglio è studiato per garantire all’ospite un piacevole soggiorno. Già nella piccola hall si scopre lo stile minimalista scelto per l’arredamento, con materiali pregiati e oggetti di design gradevolmente accostati agli elementi tradizionali dell’edificio. Una saletta per il relax e la lettura si apre con una vetrata sul movimento della strada, mentre oltrepassato il bar (con un’ampia scelta di vini, da degustare con gli stuzzichini della casa) si raggiun-

Hotel Ucciardhome > via Enrico Albanese, 34/36 - 90139 Palermo, tel. 8488.36766 (numero verde); la doppia con prima colazione da 130 €; www.hotelucciardhome.com > double with breakfast from 130 € When it opened a few years ago, the choice of the name of this hotel, reminiscent of that of the Ucciardone, the old Bourbon prison in Palermo known as the “grand hotel of the mafia”, did not fail to arouse controversy. Not at all discouraged, the owners of Ucciardhome did not lose their taste for plays on words and as a witticism chose to add “prisoners of luxury in Palermo.” This is a witticism that well reflects the characteristics of this four-star hotel a stone’s throw from the central Via Libertà and from Palermo harbour, a 72

charming hotel in which every small detail has been studied to ensure the guest a pleasant stay. In the small foyer you already discover the minimalist style chosen for the furnishing, with quality material and design objects pleasantly juxtaposed with the traditional elements of the building. A small room for relaxation and reading opens up with windows on the movement in the street, while after the bar (with an ample choice of wines, to be tasted with the house starters) you reach an inside garden in which to relax amid grass and


ge un giardino interno in cui rilassarsi fra erba e aiuole fiorite, una vera e propria oasi in piena città. Le camere sono 15, di diversa dimensione (anche se comunque la metratura è sempre piuttosto alta), e sono tutte arredate con cura, con ampi letti e mobili dal piacevole design, particolare attenzione all’illuminazione e ai colori - con ampia predominanza di raffinate tinte naturali e di bianco. Gli ambienti sono insonorizzati e climatizzati, gli ospiti hanno a disposizione, fra l’altro, connessione internet, tv con ricezione satellitare e un’ampia scelta di cd da ascoltare. In camera è possibile fare colazione, senza supplemento, ma anche pranzare o cenare con i cibi bio cucinati nel vicino ristorante (la struttura non dispone di ristorante proprio, ma solo di sala per la prima colazione). Dall’albergo si raggiunge in pochi passi un centro benessere convenzionato, così come la zona commerciale di Palermo. (testo: chris j. raeli > foto: luigi lazzaro)

flowerbeds in bloom, a real oasis in the heart of the city. There are 15 rooms, of different sizes (though all quite big), and they are all carefully fitted out, with big beds and furniture with pleasant design, particular attention to lighting and colours - with a big predominance of refined natural shades and white. The rooms are soundproofed and air conditioned. The facilities for guests include internet connection, satellite TV and an ample choice of CDs to listen to. It is possible to have breakfast in the room, without a supplement, and also to lunch or dine with the organic foods cooked at the nearby restaurant (the hotel has no restaurant of its own, but only a breakfast room). From the hotel you can get quickly to a wellbeing centre with an arrangement with the hotel, as well as the commercial area of Palermo. (text: chris j. raeli > photo: luigi lazzaro)

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ore antizi del cu z e p o a sciuti o ori port tici, cono luoghi fu te i, a n p io o z i o o dev , eroic oi splenattravers tutti i su ascinanti , ff n o a o it i c m g l g tà a a role non erson fuori d a socie gnia di p ove le pa Palermo rivere un a d c , p s e e e ri m d o i o re r c e m e e me solo atria in oggi, p e di ess rdi e le m igare co Storia P ieri e di re o fing tr i a a in d ll p Tra i rico , e a e o d s h a c rn ti a lt n olo p ni gio na vo quello vvenime credend vita d’og ancora u niente è te a e ll n e c e co. Gli a v e s s d o e n i d ri re tt , p Basile o nel plode co ta città Piccoli fa pitolo es i immers Gaetano i. E ques a , n rs c g a anonimi. to i o v n ti ta s o g n n tr e o a a ri i disinc oi abit e se da ce per ri, incub hi dei su le lieve e ro, anch ore finis c ti c tt ie dori, orro s o s le n n li Il o e g . p C che o fare iventi le cose. città. Ora lettura d sapevan rivelano n tempo truggente sa che la s ’u te , d e re " il p e ib ri a redim alcun "cuntasto . Senza questa ir iceversa ndo per v fo O ro . p to e a s cerale recchi. more vis ordi gli o s forza l’a e i, h c enuti cie sono div ditore ccovio E Dario Fla prezzo 15 € 4; pagg. 22


LO SCAFFALE DI SIKANIA >

In collaborazione con le case editrici, un appuntamento che propone pagine scelte da libri di recente pubblicazione.

Gaetano Basile

Palermo felicissima… atto secondo

itano , palerm no Basile i testi teatrali, ta e a G d re: > l’auto rnalista ed autore ppassionato e a io un’indoc, è g enogastronomo e alle spalle ma anch avvincente. Ha levisiva come te narratore ità giornalistica cultura siciliaè iv tensa att di tutto ciò che alermo, di cucire P divulgato tto di Sicilia e di storie, con toni cri na. Ha s valli, di Storia e riosi. e ca i d e a n nti, mai s una culra graffia e testimone di lo ta i, v lie to ria della n o e m tt e a m re Viaggiato , sa parlare alla reotipi e luoghi ca te tura anti scindendo da s ggere e amare le re gente, p capace di farsi non, toccando È ie i. n n a u ili ic m s o c i, ei lettori. i e piccin anima d da grand profonda dell’ ige la rivista di ir più la parte ora a Palermo, d collabora con e v Vive e la ologia “il Pitré” e estere. I suoi op li etnoantr testate naziona Flaccovio Edio e numeros ubblicati da Dari rmo. p le libri sono ioni Kalòs di Pa iz tore e Ed

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Palermo felicissima… atto secondo di Gaetano Basile

C

I “pizzini” di Santa Rosalia

ara Santa Rosalia, scusa se comincio così. Ma un “Gentilissima” mi sarebbe sembrato troppo terreno, fuor di luogo. Quasi formale. Ci sarebbe stato bene, magari, un vocativo tipo “Oh, Santa Rosalia!”, ma sapeva troppo di studi classici e di supplica. E la presente, con il dovuto rispetto, supplica non è. Ma andiamo al sodo. Neanche quest’anno farò l’acchianata a piedi, pur cosciente che «cu’ voli grazii a Munti Piddirinu, c’è Santa Rusulia ccu Cristu ‘mmanu». Perché? Lo sappiamo tutti: questi che viviamo sono tempi ruvidi e pesanti. Certamente aridi per i miracoli. Che pure si manifestano, ogni giorno, in ogni catoio del cosiddetto centro storico. Un esempio? Non ti pare miracoloso riuscire a tirare la mesata con 412 euro - beninteso lordi - di pensione al trattamento minimo? La za Cuncittina ci fa rientrare l’affitto (certamente in nero), qualche medicina non prescrivibile e il cibo, la luce, l’acqua, la tassa sulla “munnizza” e il telefono. E pure la bombola del gas quattro volte l’anno. È chiaro che, “assò tiempu”, l’oro fu già impegnato e là rimase. Di miracolo a metà, però, si tratta. Perché la za Cuncittina non riesce a vestirsi da due anni. E per i capelli ci pensa sua nipote, “apprendista esperta” parrucchiera, che glieli fa in casa. Come manicure e pedicure. Con tutto l’affetto di cui è capace, magari in cambio di un piatto di pasta coi “tinnirumi”. A cena, davanti alla tivvù. Scusa l’impertinenza, vorrei sapere se questi miracoli li fai proprio tu, Santa Rosalia? Oppure li scippa la za Cuncittina dal fondo della sua disperazione? Ma vogliamo essere più frivoli e sportivi? Il Palermo in serie A. Più miracolo di così si muore. Manco Spielberg nei film di fantascienza. Così credevo e ti attribuivo la “responsabilità” di questo portento. E invece no: illusione fu. Il miracolo è stato rivendicato da Musotto e Zamparini. Tie’! Fossi stato adolescente, ne avrei subito un trauma irreversibile. Per fortuna vado per i settanta, ho visto la guerra da piccolo, e non mi stupisco più di niente. Però, siccome la speranza è l’ultima a morire, i “divutieddi” non demordono. Anzi, pervicaci, insistono. E lasciano tracce delle loro povere speranze ai tuoi piedi. Tutti “pizzini” rimediati, scritti con incerta grafia e intessuti di accorati «ti prego… fai tu… ricordati… ci affidiamo a te per la grazia che ti abbiamo chiesto…». Non ho il cuore tenero, però mi si strizza la pancia quando leggo questi squarci di fiducia in una vita che non ne permette proprio. Fino a un «ti supplico, fai uscire Roberto…» certamente non fuori dai gangheri. Forse una madre o una moglie che vogliono Roberto accanto. L’italiano è quello che è, ma si capisce tutto. Ma tu li hai letti? E come ci sei rimasta? Forse neanche tu “ci

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puoi”? Perché se è così, Palermo se la vede proprio nera. Altro che peste… Forse non se ne sono accorti gli immigrati che credono di aver trovato proprio qui il Perù. Vladi chiede, con bella grafia: «ti prego farmi restare in questa città». Per scrivere una cosa del genere chissà da quale inferno sarà scappato, povero figlio. Chissà se avrà trovato un permesso di soggiorno. Certamente un’opportunità che noi non cogliamo più, ma che per lui è ragione di vita. E poi, scusa la petulanza: ti sei mai accorta di Sergio? Vende rose - i tuoi fiori, quelli a te dedicati assieme ai gigli - lungo la scalinata. Proprio quel ragazzo stempiato che fa su e giù con il suo mazzetto di rose che spesso gli resta invenduto. Ecco, proprio lui: è diplomato, ha trentatré anni come Cristo, ma è disoccupato da quindici. Il suo terrore? Quello di finire come il tizio dei lumini che sta lì da un’eternità. Forse un giorno partirà pure lui per “dda fuora”. Che bizzarra la vita, cara Santa Rosalia: gli stranieri si stipano in un barcone per venire da noi. Quando ci riescono. Noi, invece, popolo di mare, scappiamo via terra stipati in un pullman attraversando l’Europa fino al Mare del Nord. Il nostro Perù sta ad Amburgo, qualche volta. Oppure nella squallida periferia di Liegi. Ma niente niente sei emigrata pure tu? Perché, sai, cara Santa Rosalia, mi hanno detto che sei la patrona di Pegli, in Liguria. Lassù, l’Arciconfraternita di San Martino tiene vivo il tuo culto e, a quanto pare, i miracoli si sprecano. Pettegolezzi di gente di mare, voglio sperare. Però mi resta un dubbio: se qua è “sede vacante”, per grazie a chi rivolgersi? Scusandomi per l’impertinenza, sempre devotamente mi firmo tuo Gaetano

Per i miracoli, pagamento anticipato Diciamo pure che le statue di Sant’Antonio da Padova che si vedono in giro e che lo raffigurano giovane, con l’aria dolce, con Gesù Bambino in braccio e il giglio in mano, non gli rendono giustizia. Infatti fu uomo forte e intrepido, spietato addirittura verso oppressori, approfittatori, preti corrotti e miscredenti, tanto da essere stato definito “martello degli eretici”. Un fraticello francescano non tanto sprovveduto o ingenuo, giacché è annoverato fra i “dottori della Chiesa” per i suoi studi biblici. Inoltre più che “da Padova” fu di Lisbona, dov’era nato nel 1195. Morì ad Arcella nel 1231, ma Padova se ne impadronì solo per una questione di sepoltura. È forse il santo più amato dagli italiani, popolarissimo poi dalle nostre parti, dove finì vezzeggiato in Antonino. Che è nome di altri santi.

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Palermo felicissima… atto secondo di Gaetano Basile

Il professor Giuseppe Pitrè ci ricorda la “tredicina” che si faceva in suo onore quando «i campagnoli, i negozianti sensali, i misuratori di cibaie e cereali fanno ogni opera per tenersi propizio questo santo, e guardano attenti ed ansiosi alla campagna chiedendosi a vicenda come corrano in questo critico periodo le sorti di essa…». A Palermo è onorato con la severa chiesa che, nel 1630, fu costruita fuori Porta di Vicari, detta poi “Porta di Sant’Antonio dal vicino Convento e Chiesa di S. Antonio da Padova”. Da lì partiva «la strada vicina che fra verdeggianti alberi corre da detta Porta fino al Piano di S. Erasimo». La chiesa con l’annesso convento, destinato più tardi a usi militari, fu affrescata da Velasquez e da Borremans. Ospita l’ultimo drammatico Crocifisso di Fra’ Umile da Petralia che proprio in questa chiesa è sepolto. Il grande successo palermitano di questo santo portoghese è dovuto, con molta probabilità, a una sua permanenza nell’isola. A lui sono legati riti e credenze ancora vivi nel nostro mondo contadino e riferiti sempre dal succitato Pitrè: «In questo giorno è uso dei campagnoli appendere ai melogranati una certa erba la quale si crede che ne fecondi i fiori, come i fichi selvatici fecondano quelli domestici». Fu santo amato pure dalle nostre nonne che lo invocavano per trovare un marito, in comunione con lo specialista del settore che fu “Santu Nofriu lu pilusu”. Così recitavano al termine della famosa “tredicina”: «Sant’Antuninu mittitilu ‘n caminu / Santu Nofriu lu Pilusu / lu cercu beddu, picciottu e graziusu…». E non mancò pure una sorta di raccomandazione: “Sant’Antuninu summu, eu virginedda sugnu, vi precu cu affettu e amuri, di sìrimi prutitturi». A riprova si raccontava la storia di un «cavaleri sfurmàtu di manu e di peri» che ebbe la visione del santo e la promessa che lo avrebbe guarito qualora avesse impalmato una povera orfana. La madre, messa al corrente, si precipitò nella chiesa di S. Antonino a pregare. Fu allora che scorse una ragazza in lacrime che le confessò la sua disperazione per essere rimasta orfana e povera. La fanciulla venne trascinata di corsa da un notaio per il contratto di nozze e così «quannu lu cuntrattu fu finutu, lu cavaleri ‘n peri s’ha mittùtu!». Attenzione però: l’intercessione del santo non è gratuita e comporta sempre una promessa di offerta. Infatti, nelle chiese dedicate al santo c’è sempre l’apposita cassetta delle elemosine. L’obolo decorre dal momento dell’invocazione e non dall’ottenimento della grazia. Specifica una sua biografia che «a partire dal momento in cui il santo è stato evocato deve essergli attribuita l’offerta messa preventivamente in programma e deve essere effettuata integralmente». Chiaro? Molta attenzione va fatta al momento della scelta perché sono tanti i santi Antonio e Antonino. Il più recente, canonizzato nel 1950, è S. Antonio Claret, arcivescovo di Santiago di Cuba e fondatore dei Padri Claretiani. S. Antonio Daniel, un francese ucciso dagli indiani Irochesi in Canada nel 1648, fu canonizzato qualche anno prima, esattamente nel 1930. Un S. Antonino (Pierozzi di cognome) che si festeggia il 10 maggio fu il fondatore del famoso convento fiorentino di San Marco sponsorizzato da Cosimo dei Medici. S. Antonio Abate è più noto tra noi palermitani come “quello del porco”. Il 10 luglio si festeggia un altro S. Antonio, detto “delle Grotte”, perché attorno all’anno Mille visse da eremita nelle grotte dei Balcani, sulle rive del fiume Dniepr. Sfidando artrosi e reumatismi arrivò ai novant’anni. Un altro S. Antonino, che spesso viene confuso con il nostro, si festeggia il 14 febbraio. Fu abate di Montecassino dove si spense nell’830. È patrono di Sorrento e a lui si rivolgono speranzose le ragazze di quelle parti in cerca di marito. Si dice che «esse vengono esaudite d’un subito». Ma a patto che siano «vergini illibate». Le palermitane sono più fortunate giacché il nostro non bada a certi dettagli.

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Il Bingo celeste Maria Carmelina Leone, Venerabile Serva di Dio, è in lista d’attesa per la santità. Ci contano tanti palermitani: per avere un’altra santa fatta in casa, come fu per Santa Rosalia. Nacque nel 1923 all’Albergheria, in via Gesù e Maria, che è già quasi profetico. Primogenita di ben dieci fratelli, fece le elementari e poi il “corso Singer” che preparava al futuro da sartina. In via S. Isidoro alla Guilla, al numero 15, al primo piano, c’è la “Casa dei ricordi”, un santuario, con tanto di “Comitato d’onore - Sede provinciale” che si occupa di aprire ai numerosi visitatori. Due stanze, a cui è stato abbattuto il tramezzo, hanno le pareti rivestite di foto ed ex voto: dai classici “miracoli pittati” su faesite, con didascalie in quasi-italiano, a parti del corpo di cera o argento, abiti da sposa, stampelle, busti ortopedici, ecc. Numerose le grazie per: «concorsi vinti, scarcerazioni, ritrovamenti di persone e oggetti smarriti, trasferimenti di impieghi, fidanzamenti (a centinaia), matrimoni giunti a felice porto, riappacificazioni tra amici o coppie di sposi, provvidenze piovute inaspettatamente, ma opportunamente, assegnazioni di pensioni o di alloggi…», come si legge nella sua biografia. Insomma, tutti quei casi per i quali noi palermitani siamo sempre in lista d’attesa nel Bingo celeste, pur sapendo che il nostro nome non sarà mai estratto. Fra i vicoli del Capo tutti hanno vissuto sperando, ci sono abituati. Non a caso il Monte di Pietà stava proprio lì a due passi, per venire incontro a quelli che, in attesa di un miracolo, erano costretti a impegnare l’anello, i materassi, le lenzuola ricamate, per avere di che pagare la bombola del gas, l’affitto o la bolletta della luce. Di fronte al “Munti” c’è ancora la prima edicola votiva dedicata a Santa Rosalia. Poco oltre, la chiesa del miracoloso Sant’Onofrio lu Pilusu, quella dei Santi Cosma e Damiano, di Sant’Ippolito, di San Gregorio, dei Santissimi Quaranta Martiri, ma tutti quanti discretamente credono ancora ai Beati Paoli. Che da queste parti avevano sede e tribunale sotterraneo. «Non facevano miracoli», dice un arzillo vecchietto, «ma difendevano i deboli, punivano i prepotenti facendoci sognare il diritto alla giustizia». I “capiòti”, i veraci abitanti del Capo, “mussìanu” su quel santuario dei poveri. «In primis», precisa Ludovico Gippetto, «in quella casa ci abitava la mia famiglia; i Leone nel dopoguerra stavano al secondo piano. Si comprarono tutta la palazzina dopo il 1968, quando noi ci trasferimmo. La stanza della Venerabile fu quella di mio fratello…». Nel “Sancta Sanctorum” c’è un lettino in ferro con “tavuli e trispiti”, la Singer, un ferro da stiro in ghisa, un telaio tondo da ricamo, un torchio per fare la pasta in casa. Scarpe, guanti, qualche libro, tanti santini. In una vetrinetta piatti, posate, due bicchieri: le cose “a parte” di chi era “infettato” dalla tisi e considerato come un untore, come scrisse Gesualdo Bufalino. In vetrina anche un “vistino rosa”, uno «spolverino cioè cappottina fatto con le 100 lire di beneficenza di S.A.R. in visita al Sanatorio Ingrassia alla Rocca». In un angolo, chiusa in una teca, la sua “cascia di morto”. Che non supera il metro e quaranta. Poco per una ragazzina di diciassette anni, anche se tisica e probabilmente denutrita quando lasciò questa terra il primo ottobre del 1940. Non in questa casa ma al civico 98 di via Piave. Mentre piovevano bombe su Trapani e Palermo. Tre giorni prima, a Berlino, Germania, Italia e Giappone avevano firmato il “Patto Tripartito”, tracciando le grandi linee per la spartizione del pianeta. A Palermo, però, la gente - incurante dei sogni di gloria - pensava a “sfollare” cercando sicurezza in campagna. In città si viveva con la “carta annonaria”, tanta borsa nera e l’incubo degli allarmi. Fu il padre, Peppino Leone, a darsi da fare per fare riconoscere le tante virtù cristiane di quella piissima figlia che definì «anima gemella» di S. Rosa da Viterbo, pure lei diciassettenne. Divenne il suo primo “promoter”, annotando nomi e indirizzi di quanti venivano a chiedere grazie: tutti avevano figli, padri, fratelli in guerra. C’erano orbi e sciancati, ammalati senza mutua, sofferenti di mille mali del corpo e dell’anima che sono i mali più diffusi quando scoppiano le guerre. E quello scriveva, annotava richieste e casi risolti, mentre arrivavano candele, lumini, oboli... Creò un giornalino sponsorizzato dai commercianti del rione: in molti ci videro la sua fortuna. Naturalmente non solo la Chiesa, ma pure la stampa cominciò a occuparsi di quel “caso”. Spesso fra perplessità e scetticismi. «Le grandi cose del Regno di Dio non sono manifestate ai grandi, ai sapienti, ma Dio non si manifesta che ai semplici e a essi dà la sua grazia», commentò il cardinale Salvatore Pappalardo.

Per gentile concessione di Dario Flaccovio Editore

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