FASSA_Nov2022

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FARE RISTORAZIONE Autrice: Marina Caccialanza

Una gastronomia prettamente padana, con qualche influsso veneto ed emiliano, fatta di condimenti generosi e salumi intensi, addolcita da prelibatezze come la zucca, accompagnata da vini schietti. La cucina mantovana presenta un profilo morbido, un mosaico di sapori che nascono dalla campagna e si trasformano in specialità dall’identità ben delineata: i tortelli di zucca, la mostarda di mele, solo per citarne alcuni. L’abbraccio dei laghi ha protetto Mantova, è ancora l’antica capitale dei Gonzaga e lo scorrere del tempo non sembra averla scalfita. L’impronta della dinastia è ben evidente: pare che ai piaceri della vista - e le opere d’arte e l’architettura ne sono l’esempio – affiancassero quelli del gusto, lasciando ai posteri ricette ineguagliabili come i risotti, le paste ripiene, le carni saporite. Non dimentichiamo che le prime coltivazioni di riso nella zona risalgono al periodo di Federico II Gonzaga, nella prima metà del 1500. L’attribuzione di Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ottenuto nel 2008, è espressione e testimonianza di un tessuto urbano che conserva le sue caratteristiche e la sua cultura. Qualcosa si muove, in sordina, in questo panorama apparentemente integro; nuove aspirazioni, stili che mirano a intraprendere itinerari inesplorati. È una Mantova giovane che avanza, nel rispetto del retaggio ma in cerca di espressione, cresce e si afferma.

Mantova, due volti e un’unica identità

Circondata dall’acqua, ricca di opere d’arte, Mantova è l’antica terra dei Gonzaga e ne tramanda la storia, il retaggio e la cultura culinaria, che non dimentica ma proietta nel futuro

La tradizione si respira, si gusta e si vive Chi entra a Il Cigno, Trattoria dei Martini, si immerge nella storia di Mantova. Qui, tra le mura cinquecentesche di una dimora nobiliare, si può respirare la Mantova dei Gonzaga, essere circondati dalla familiarità confortante di un’ospitalità matura e raffinata che non punta all’apparenza ma vive dell’incanto e del fascino rassicurante della concretezza. Gaetano Martini e sua moglie Alessandra sono i custodi di un passato glorioso che incanta e accoglie, e lo mantengono vivo e vibrante. “Viviamo in un luogo magico che mi piace definire ‘approdo gustoso’ – racconta Tano Martini – e vogliamo preservarne i valori e trasmetterli ai nostri ospiti. È questo che cercano quando vengono da noi e li accontentiamo. Non so come si interfacciano col resto del mondo i miei colleghi ristoratori, so che io amo conservare la cucina di tradizione integra delle sue caratteristiche perché credo che ciò sia importante”. 38

| novembre 2022


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