Sicilia in Rosa

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SICILIA ROSA IN

www.siciliainrosa.it

Anno IV - N. 32 - Luglio 2015 - Domenica 5 luglio a Catania e provincia e da lunedì 6 luglio nelle altre province in abbinamento con il quotidiano LA SICILIA a t 1,30

ci piace LA “CAVALIERA” GUIA IELO

attualità DONNE&CALCIO «DRIBBLIAMO I PREGIUDIZI» «COSÌ FACCIAMO SPOSARE I MAHRAJÀ» CATANIA RACCONTATA DALLE CATANESI

siciliane VIRGINIA TOMARCHIO

modablog I PANTALONI DELL’ESTATE

fashion PLASTIC MOOD

Valeria Bilello

«LA MIA FIABA AL CINEMA»


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lug 2015

In copertina Valeria Bilello (intervista a pag. 16) ph Getty Images

5 detto tra noi

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12 34 blogshooting

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i pantaloni dell’estate

7 quellocheledonne... 9 jelodicoaguia

38 moda plastic mood

10 ci piace

40 stylist

12 donne&sport

42 beauty

«dribbliamo i pregiudizi»

16 da donna a donna valeria bilello «la mia fiaba al cinema»

18 wedding stories «così facciamo sposare i futuri maharaja»

22 il matrimonio di... eva spampinato

26 il libro le donne raccontano il fascino di catania

28 siciliane Anna valle alberta santuccio donne “risorse smart” aurora quattrocchi

30 virginia Tomarchio «amici mi ha dato una nuova fiducia»

32 tendenze la moto è donna

Antonio Attisano

make-up ad alta resistenza

45 esteticamente 46 petcare 47 pollice verde

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48 arredo l’estate a tavola

50 designcorner giovanni cardinale le forme dell’istinto

52 parola di chef 53 l’arte del dolce 54 globetrotter Costa Smeralda non solo movida

56 happy hour 60 amore che viene amore che va 62 l’oroscopo

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detto tra noi

PAROLE_

PAROLE

1 di una donna 2 3 4 L 5 6 7 ph Bernardo Reale

SILOS&STREET-ART C’È PURE LO ZAMPINO

CI ACCUSANO DI AVERE FATTO UN COLPO DI STATO. INVECE QUESTA SI CHIAMA DEMOCRAZIA

Alexis Tsipras, Ansa, 29 giugno 2015

QUELLO DI OGGI È UN GRANDE PASSO NELLA NOSTRA MARCIA VERSO L’UGUAGLIANZA. LE COPPIE GAY E LESBICHE ADESSO HANNO IL DIRITTO DI SPOSARSI, COME CHIUNQUE ALTRO Barack Obama, Twitter, 25 giugno 2015

SOGNAVO LA FAMA. ADESSO, SE AVESSI UNA BACCHETTA MAGICA, CANCELLEREI TUTTO Sara Tommasi, Corriere.it, 22 giugno 2015

a parola con cui vogliamo aprire questo numero è silos. Come i “giganti” del porto di Catania che in questi giorno sono stati oggetto di un’operazione artistica di un certo impatto. Per il festival superpluridisciplinare iArt sono stati chiamati a Catania alcuni street artist con l’incarico - assolutamente gratuito - di lasciare il loro segno (omeglio di-segno) sui i grandi silos della granaglie che da sempre si ergono sulla banchina occidentale dello scalo marittimo. In fondo questi silos hanno un po’ la forma di scatolame o forse proprio di tante bombolette spray e quel grigio verde che li accompagna anonimo e un po’ triste da troppo tempo aveva bisogno di una ventata di colore. Così eccoli qua, in questi giorni gli spagnoli Okuda e Rosh333, gli italiani Microbo, Bo130, Danilo Bucchi e Vlady Art, il duo ucraino Intersni Kazki - invitati da Giuseppe Stagnitta, curatore del progetto artistico per conto del Comune di Catania e del direttore artistico degli eventi catanesi del Festival I ART, Giovanni Anfuso - si sono dati da fare per inaugurare questa sessione di “silos art”. Quello che ci fa più piacere e che poco si dice - glissiamo su alcune polemiche che non condividiamo scoppiate su Facebook proprio sulla decisione di dipingere i silos - è che tra gli otto artisti c’è una donna. Tutti parlano infatti di un catanese, Vlady Art (bella idea la sua “buatta” di coda di sirena di mare in stile wharoliano), senza mai dire che di catanese nel gruppo ce n’è un’altra, Microbo, catanesissima che vive ormai a Milano ed è apprezzata anche su scala internazionale, chiamata a dipingere nel suo inconfondibile stile anche a New York. A noi fa ancora più piacere perché questa minuta donna piena di energia riesce a fare delle cose di grande valore artistico. Anche per questo le avevamo dedicato un’intervista di un paio di pagine su Sicilia in Rosa di agosto 2014. Quindi, in gamba e bravi tutti. E speriamo che i silos siano l’inizio di un percorso che permetta alla street art (di qualità) di diventare un tratto distintivo della città

UN SOGNO CHE HO È QUELLO DI FARE UN LUNGO VIAGGIO. DA SOLO O CON QUALCUNO, NON IMPORTA. VORREI STARE VIA DUE O TRE MESI, PORTANDO CON ME UNA CHITARRA Cesare Cremonini, Tv Sorrisi&Canzoni, 26 giugno 2015

HO AVUTO UNA MAMMA CHE MI HA ROVINATO, PERCHÉ ERA DI QUELLE CHE TI DANNO DUE SBERLE E SUBITO DOPO TI FANNO UN REGALO MERAVIGLIOSO Daria Bignardi, D Repubblica, 9 maggio 2015

È VERO CHE CORONA HA FATTO CRETINATE INSPIEGABILI E SMARGIASSATE INFINITAMENTE STUPIDE. LA GIUSTIZIA, PERÒ, L’HA TRATTATO IN MODO ASSURDO Don Mazzi, Famiglia Cristiana, 25 giugno 2015

CREDO SIA IMPORTANTE ACCETTARE IL NOSTRO CORPO DOPO CHE HA AFFRONTATO “LA BATTAGLIA” DI METTERE AL MONDO UNA NUOVA VITA Hilaria Baldwin, Instagram, 25 giugno 2015 SICILIA INROSA

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quellocheledonne(non)dicono

CONTRO CORRENTE

di paola pasetti

FAMILY DAY, UN’OCCASIONE PERDUTA ertamente non un milione, ma erano comunque tante le persone che lo scorso 20 giugno si sono date appuntamento a Roma per il Family Day. Una manifestazione, negli intenti degli organizzatori, a difesa della famiglia, contro la legge sulle unioni civili e contro l’ideologia gender nelle scuole. Che in una società civile si scenda in piazza per manifestare il proprio pensiero è sempre cosa buona. Un diritto che hanno anche i cittadini cattolici, quei laici (intesi come “non-chierici”) che specialmente a partire dal Concilio Vaticano II sono stati chiamati ad agire anche nel tessuto sociale in cui sono immersi. Molti cattolici, dunque, hanno deciso di raggiungere piazza San Giovanni per manifestare legittimamente il proprio pensiero. Parecchi di loro, probabilmente, convinti che così facendo stessero compiendo il proprio dovere di buoni cristiani. Per molti altri cattolici, che non erano in quella piazza, il Family Day è stato invece un fallimento. Anzitutto sul piano della comunicazione: ciò che è venuto fuori da quella manifestazione è stata la proposizione di una logica di contrapposizione che è quanto di più lontano possa esserci dai valori cristiani, primo fra tutti l’accoglienza; un “noi contro loro” che suona come una barricata inutile e perniciosa. Peggio: il Family Day è stata l’ennesima occasione, servita su un piatto d’argento ai suoi detrattori, per dipingere la Chiesa come un monolite, prigioniero del peggiore immobilismo dottrinario. Niente di più sbagliato, perché la Chiesa è una realtà in costante cammi-

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no, dove trova posto una grande varietà di opinioni e di istanze; ma dal 20 giugno sarà molto difficile farlo comprendere a chi ha osservato dall’esterno piazza San Giovanni. Il messaggio che è passato è stato quello di una contrapposizione inaccettabile e insensata, la formula “famiglia contro gay”. Come se esistesse una relazione tra i diritti della famiglia e quelli degli omosessuali o di chi, più in generale, immagina una società fondata su valori diversi da quelli cristiani. La crisi della famiglia, specchio di una più ampia crisi della società, non può essere attribuita a un fantomatico nemico esterno. Né, d’altro canto, si può pensare – come vorrebbe una certa deriva laicista - che il “modello famiglia” sia da rottamare solo perché profondamente ferito. Non esiste la famiglia perfetta: come ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la 49° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, non bisogna avere “paura dell’imperfezione, della fragilità”, né “dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva”. La famiglia “non è un terreno sul quale combattere battaglie ideologiche, ma un ambiente in cui si impara a comunicare nella prossimità”. Non c’ero a Roma per il Family Day. Ci sarò un giorno, forse, quando sarà davvero una festa della famiglia, quella reale, e non il simulacro ipocrita che qualcuno si ostina a rappresentare. Quando cammineremo tutti, fianco a fianco, anche con i nostri fratelli gay e lesbiche, con chi è credente e chi non lo è, per celebrare la famiglia quale luogo di crescita e amore, ma che conosce anche conflitti, scontri e fughe. In ogni caso, un luogo in cui, ogni volta, poter ritornare.

MUMBLE MUMBLE di Maria Enza Giannetto

CATANIA, CITTÀ PER BAMBINI? IL PARCO GIOENI DI CERTO NON LO È

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bambini dovrebbero passare più tempo possibile a giocare all’aria aperta. Ripetendomi questo mantra e armata di tutta la buona volontà necessaria a una madre lavoratrice che in un tardo pomeriggio di giugno se ne starebbe volentieri spiaggiata su una poltrona, decido invece di portare mia figlia a giocare al Parco Gioeni. Per me è una novità. Finora avevamo frequentato il Giardino Bellini e la sua bella e nuova bambinopoli. Stavolta però, trattenuta dalla distanza e dal problema del parcheggio in centro, decido di avventurarmi in quest’area verde che domina la città e che, ammetto, avevo visitato solo qualche volta, di sera, in occasione di concerti e festival. Arrivate all’ingresso, intravedo un gruppo di sportivi che fanno Pilates (o forse era Capoeira!) sulla terrazza che si affaccia su Catania. E penso, “che bello, allora questo parco è davvero vissuto”. Con la biciclettina di Masha e orso sotto il braccio destro e la bambina che mi stringe la mano sinistra mi avventuro su per il “sentiero” seguendo le indicazioni “area gioco bambini”. Nel mio immaginario ho davanti, se non proprio un parco giochi simile alla bambinopoli di Villa Bellini, almeno qualcosa che ci somigli, o comunque uno scivolo, un’altalena e qualche cavalluccio dignitoso. Durante il percorso, noto con piacere che esiste un’area cani recintata, ma lasciandomela sulla sinistra non posso non pensare che, a giudicare dal fetore, non viene pulita da qualche settimana. Mi ritrovo a percorrere, almeno 100 metri (ma credetemi mi sono sembrati molti di più) tra impervietà, buche di 15 centimetri, vetri rotti e sterpaglie bruciate. Vado avanti comunque e, grondante di sudore, mi dico che la fatica sarà ripagata quando vedrò la mia bambina volteggiare sull’altale-

na o scendere giù veloce dallo scivolo. Purtroppo però, quello che mi si para davanti all’arrivo all’area gioco va ben oltre la più catastrofica delle previsioni: un’altalena lercia e due giochini “altalenanti” circondati da “vegetazione” e incuria. Incredula, penso di aver sbagliato strada e, a dire il vero, anche mentre scrivo mi dico che forse dovrei andare a ricontrollare perché devo aver sbagliato strada. Ad ogni modo, fresca di questa avventura al Parco, ho accolto con piacere, qualche giorno fa, l’invito all’assemblea aperta “Catania, città dei bambini”, organizzata dal gruppo “Catania in movimento”, per parlare dei più piccoli e di come offrire loro una migliore vivibilità dello spazio urbano. Prima di avviare un dibattito aperto a cittadini e associazioni, il gruppo si è dotato di un documento da cui partire per avviare azioni condivise sul territorio e occuparsi di spazi pubblici, mobilità sostenibile e welfare municipale. Ispirandosi alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e al documento dell’UNICEF “Costruire città amiche delle bambine e dei bambini”, l’assemblea (che si è già data un secondo appuntamento a settembre) intende avviare un processo partecipato in cui associazioni e cittadini possano portare le proprie proposte. L’idea è quella di invitare l’amministrazione comunale - il portavoce in tal senso sarà il consigliere Niccolò Notarbartolo - ad analizzare la situazione attuale in cui versano spazi pubblici, parchi, asili e strutture dedicate all’infanzia per poi elaborare una strategia che permetta, davvero, di fare di Catania una città a misura di bambino. Intanto, sulla pagina facebook “Catania, città dei bambini” è possibile postare segnalazioni. Ovviamente, io l’ho già fatto.

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Chi dice donna... di karen basile

FRANCE TERRE D’ACCUEIL rancia terra d’accoglienza”. Sono cresciuta con questa definizione e sono stata svezzata al suono di “Liberté, Egalité, Fraternité”, il motto della Repubblica Francese. Sempre scritto in maiuscole, perché non elenca mere astrazioni, ma afferma valori universali ed assoluti. La Francia è la Patria di mia madre, i suoi valori sono i miei perché intrecciati al mio Dna. Perché è così e non può essere altrimenti. Il francese è la mia lingua materna, la lingua di famiglia, accolta con amore e parlata benissimo anche da mio padre che è palermitano. Francese è il passaporto con cui viaggio, francesi gli unici familiari da cui mi sia mai sentita amata. Sono stata educata alla multicultura per parlare e capire nonni, zii e cugini. Ne ho imparato i codici comportamentali, diversi da quelli del sud Italia. Non per scelte progressiste ma perché è nella natura dell’umanità doversi confrontare e cercare di

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capire l’altro. Perché le frontiere sono roba da Stati, la comprensione è roba da Esseri Umani. Con orgoglio ho vissuto la promozione sociale di chi emigrava in Francia per sfuggire alle dittature ma anche alla fame nera, presenti nel mondo intero, contribuendo a fare di questo Paese un modello di opportunità e crescita. E non è un paradosso se la più diffusa delle “bandes dessinées” francesi è firmata da una coppia di matti, Albert Uderzo e René Goscinny – il primo figlio d’italiani, il secondo di ebrei polacchi - e celebra l’insolente grandezza dei Galli sulla cialtroneria invasiva dei Romani. Sulle avventure di Asterix e Obélix si sono contorte dalle risate generazioni di lettori del mondo. Davanti alla tristezza dei migranti disperatamente abbarbicati sugli scogli tra Ventimiglia e Menton e respinti dalla Gendarmerie, non mi è difficile parafrasare “sono pazzi

ozlandia di cinzia Zerbini

UN ORDINARIO RISVEGLIO DEL LUNEDÌ n comodissimo nonché economico specchietto ingrandente e con ventosa mi permette l’estirpazione delle sopracciglia che, com’è noto, crescono più velocemente della gramigna. Detto specchietto è appiccicato al vetro della cucina che s’affaccia sulla chiesa di uno dei santi più miracolosi di tutto il sistema santificato che ogni giorno con la sua spada sguainata e un cucciolo di drago o cane estinto o altro ma non l’ho mai capito, sotto i piedi, mi ricorda che lassù qualcuno mi ama. Quando mi stacco per vedere il risultato sempre disastroso del disegno che ho creato a forma di ali di gabbiano ubriaco, vedo la seguente scena: il giovane di colore, colore scuro ovviamente, insegue un tizio che ha trovato posto e sono sicura ritiene questo avvenimento un miracolo trattandosi di piazza di fronte a luogo di culto durante il culto, appunto. Gli apre lo sportello e gli chiede i soldi del posteggio che gli vengono dati nonostante l’asfalto sia dipinto di strisce blu ma il blu è un colore che non si addice alla ricerca delle schede parcheggio che si trovano a ben 15 metri dalla sua auto. Nel frattempo arriva un’altra macchina e l’immigrato, perché di immigrato si tratta, corre come un pazzo per non perdere l’obolo. Poi, dall’altra parte dello spazio in una cornice di palazzi di 10 piani con pomelie ancora da sbocciare, una signora sta entrando nella sua 500 e lui si precipita ancora e percorrere i circa 200 metri con scatto felino e passo sostenuto. Un fischio del compare che scorgo seduto sui gradini della chiesa su cui per anni Mattarella il presidente ha posato i piedi (ma io non l’ho mai visto e penso che forse dovrei andarci in quella chiesa dove il prete è di colore come il posteggiatore ma assolve dai peccati e c’è anche un oratorio dove i bambini giocano a calcio e gli adulti diventano amanti) rappresenta la vedetta con cappello munito per ottenere l’elemosina di chi al mattino è andato a pregare. E’ un moderno gps umano che scorge chi si affretta a fuoriuscire dal parcheggio e chi vi entra. Questo, penso mentre depongo la pinzetta e gusto il caffè, dura tutto un giorno, anche se io non posso saperlo visto che l’estirpazione si conclude in pochi minuti ma sono certa che dovrei impiegare un po’ più di tempo ed acquisire l’arte dell’ asportazione pilifera e già che ci sono dovrei anche imparare a mettere lo smalto e smettere di bere tisane drenati. Questo elaboro alle 7.50 del lunedì mattino mentre calcolo il guadagno di un posteggiatore abusivo magrissimo confermando ulteriormente la certezza già radicata in me che sia la corsa, comunista ed egualitaria davvero che non tiene conto della pigmentazione, l’unico sport che fa eliminare le calorie inserite.

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questi francesi”, roteando l’indice alla tempia. Non è questo il mio Paese, non lo riconosco. La sua memoria è diventata cortissima, avendo rimosso con apparente disinvoltura il pesante ruolo ricoperto nella fine del regime di Gheddafi, da cui ha tratto gran beneficio proprio il traffico di esseri umani. Da qualche settimana manifesto la mia piccola dissidenza nei confronti del governo francese boicottando i prodotti d’Oltralpe. E mi riesce difficile perché la moutarde, lo chèvre, lo Chablis, il beurre de baratte, sono i miei conforti alimentari e ritrovarli sui banchi del supermercato mi fa sentire accanto alla mia famiglia lontana, alla mia infanzia ancor più lontana. “..Sopra i miei rifugi infranti / sopra i miei fari crollati / ricomincio la mia vita / Sono nato per conoscerti / Per chiamarti / Libertà”. (“Liberté” da “Poésie et Verité”- Paul Eluard 1942)

DE GUSTIBUS di rita la rocca

LA CARITÀ PELOSA NON AIUTA LA FAMIGLIA

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nche i magnati (a volte) hanno un cuore. Lo ha di recente dimostrato Richard Branson, tycoon del colosso multinazionale Virgin Group, che ha annunciato di voler concedere ai propri dipendenti ben dodici mesi di congedo parentale a stipendio intero. Tra le motivazioni di questa svolta familyfriendly, il troppo tempo trascorso da Branson lontano dai propri cari. L'improvvisa “voglia di famiglia” dell'imprenditore gli è però valsa una valanga di critiche: c'è infatti chi vi ha visto una pelosa strategia di marketing, soprattutto alla luce del fatto che, date le limitazioni imposte, a beneficiare del congedo parentale sarebbero non più 140 lavoratori su 50.000. Tra le dichiarazioni “alla Mulino Bianco” di Branson e il feroce cinismo della stampa, ci si è però dimenticati di analizzare un altro limite della nuova policy della multinazionale britannica. Chi è rientrato da un lungo periodo di congedo parentale sa bene che l'ostacolo più difficile da superare non è riuscire a conciliare lavoro e famiglia, bensì riprendere le fila di un'attività professionale che è andata avanti senza aspettare nessuno, rimettersi al passo con colleghi pronti ad approfittare del minimo segno di debolezza, riconquistare le posizioni perse nella scalata alla carriera. Quindi, per quanto allettante possa apparire, concedersi il “lusso” di dedicarsi per un anno intero alla famiglia sarebbe un vero e proprio suicidio in termini professionali. Lo stesso Branson oggi probabilmente non sarebbe il leader di una multinazionale se per dodici mesi si fosse occupato esclusivamente di pappe e pannolini. Perché, dunque, piuttosto che proporre soluzioni che inaspriscono ancora di più la dicotomia tra vita privata e professionale, privilegiando l'una a discapito dell'altra, non si incentivano strumenti quali ad esempio nido aziendali, bonus baby-sitter, permessi retribuiti o telelavoro, che consentirebbero ai due ambiti di convivere più agevolmente? Forse perché è più facile finire sui giornali con dichiarazioni struggenti e iniziative tanto grandiose quanto limitate, piuttosto che con piccole, ma concrete agevolazioni ai lavoratori. Ma queste sono solo le riflessioni di una cinica malpensante.


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jelodicoaguia

«Se la redazione mi ha invitato a rispondere alle vostre lettere immagino sia perché conosca la mia sensibilità e il mio culto per il prossimo. Ma, forse, non sa quanto io sia tollerante con l’umanità. L’uomo è fragile ed è per questo che va seguito e sostenuto dagli angeli che possiamo esser tutti, cioè gli altri; nella sua fragilità c’è la forza! Con tutto il mio cuore, sempre». Guia

la posta di guia jelo scrivete a lettere@siciliainrosa.it fax 095.432304

L’ISTINTO MATERNO ASSOLUTO È UN DONO SOLO DEGLI ANIMALI

UNA DONNA FA I CONTI CON LA SUA VOLONTÀ DI NON AVERE UN ALTRO BAMBINO E IL DESIDERIO DEL MARITO DI DARE AL PRIMOGENITO un fratello ara Guia, sono una donna di 38 anni, madre di uno splendido bambino di 5. Ovviamente lo amo con tutta me stessa, ma devo confessarti che io non volevo figli e che mi sono fatta convincere da mio marito che all’inizio, come me, diceva di non volerne, ma poi ha cambiato idea. Vengo al problema: ora dice che sarebbe giusto dare al primogenito un fratello. Tutti mi dicono che sarebbe altruistico, ma io proprio non lo voglio un altro figlio, non ce la faccio a pensare di rivivere tutto e ho paura che stavolta potrei non amarlo come è accaduto con il primo. Tu che faresti al mio posto?

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“Ovviamente lo amo" riscatta e ti salva dal giudizio dei lettori! Comunque, non dal mio (io sono, è noto, incapace di giudicare e voglio e so solo amare). Amica cara, fortunatamente io non sono e non vorrei mai essere al tuo posto e quindi mi è difficile mettermi nei tuoi panni, come candidamente mi chiedi! È come chiedere al sole di essere la luna, intendendo che siamo entrambi donne ma diverse... E se tu sei la luna, non è male, no? È fredda, bianca, ma

mondo, ma quello di te stessa e della tua anima, di una te stessa che ti porta a dire addirittura che forse non lo ameresti un figlio. Forse, sì forse, un figlio? Prova a dirlo a mia madre che ha perso il mio adorato fratello a soli 23 anni, con una fine devastante! Prova a chiederle se e come si possa non amare un figlio in eterno! E allora, concludo drasticamente: tu non sei spietata e nemmeno una “medea” non mi avresti scritto, non avresti avuto remore e pensieri! Tu hai paura e in questo, ti capisco e condivido, l’unico vero motivo per cui si può fortemente non desiderare un figlio è la paura del suo futuro e l’atroce terrore delle sue avversità! Ciao! Adottalo! Deve essere meraviglioso poterlo fare! Ma guarda che queste cosiddette paure non mutano! Rimangono! Col cuore! Guia

Università, la scelta è dei figli, ma il parere dei genitori può contare

dà candore e sicurezza e ha tanto fascino! E, infatti, tesoro, non avrai il senso materno, orrore per la società e i luoghi comuni, ma non per me se pur possedendolo a iosa (e dopo?), ma chi sa quante essenze, realtà e doti possiedi! Io non giudico, te lo ripeto, ma mi emoziono negativamente, con dispiacere però, se una cosa mi turba e ciò lo è di per sè turbante! Questo lo capisci! E allora il problema non è il giudizio del

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entile Guia, sono una ragazza di 18 anni e sto per affrontare la maturità e poi mi iscriverò all’università. In realtà io vorrei diventare una stilista ma i miei genitori mi stanno spingendo verso la facoltà di ingegneria perché dicono che una con i miei voti (ho sempre preso 9...) sarebbe sprecata senza una laurea vera. Io ho già ceduto per le superiori e ho fatto lo scientifico come volevano loro, ma ora vorrei ribellarmi. Come faccio?

Certo io non sono caparbia e stretta nella morsa delle mie opinioni, anzi mi critico sempre e pondero, medito e oltre a tollerare errori o comportamenti lontani dalla mia etica, valuto l’opinione del questionante (che, sempre tra le righe anche nascoste emerge) di chi chiede il parere o ancora più forte, il consiglio. E questa volta, più che mai non vorrei “dettare sentenza” tesoro mio, non sono mica Zarathustra! No. Oh Dio, com’è difficile rispondere a questa lettera! Sono, infatti, tra due fuochi: da una parte vorrei mandare a quel paese i tuoi genitori che già ti hanno imposto una prima importante scelta, poichè la vita è tua, tanto tua! E la libertà nelle strade da percorrere (anche se in salita e impervie) deve essere tua, come l'arbitrio è e dovrebbe essere sacro! Ma dall’altra, li amo e condivido (scusa!) le idee dei tuoi genitori! E penso con passione e coinvolgimento non emotivo, ma razionale, a quanto c'hanno ragione nel desiderare e auspicare un futuro di forte, grande slancio evolutivo per il gioiello della mente della propria figlia e allora: mia cara ingegnere (magari Dio! Che ben venga!). Lo so, l’arte della moda è meravigliosa ed è (se dura e non ce lo fregano totalmente i cinesi, i giapponesi e gli americani!), un nostro vanto! Ma tu sei sicura che seresti speciale (come lo sei!) o forse puoi sospettare che a Napoli tutti vogliono cantare e in Italia tutti vogliono fare gli stilisti? Beh, che dire? Mi sono buttata! Auguuuri!Guia

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CI PIACE

CAVALIER

GUIA

L’ATTRICE CATANESE CHE TIENE LA RUBRICA DELLA POSTA SUL NOSTRO MAGAZINE HA RICEVUTO L’ONORIFICENZA. «PER ME - DICE QUESTO È UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA» di giorgia lodato ttrice apprezzata e donna stimata professionalmente e umanamente. Sono forse proprio queste caratteristiche, oltre alla sua intensa carriera fra film e teatro, ad averle fatto guadagnare il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica. Il 2 giugno scorso, in occasione dell’anniversario della proclamazione della Repubblica, l’attrice catanese Guia Ielo ha infatti ricevuto ufficialmente la pergamena del Cavalierato dal prefetto di Catania Guia Federico. È stato l’atto ufficiale che sancisce il provvedimento con cui lo scorso dicembre il presidente Napolitano le ha conferito l’onorificenza, assieme a cinque altre donne catanesi: Alfia Milazzo, Raffaella Barbone, Lucia Auteri, Sebastiana Calmante.

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Il cavalierato a Guia Ielo ci fa particolarmente piacere perché Guia fa parte della “squadra” di Sicilia in Rosa, con la sua rubrica fissa sulla “posta del cuore” che in ogni numero “apre” il giornale. Un titolo onorifico che l’attrice catanese si dice pronta a ricoprire nel migliore dei modi, questa volta però dietro le quinte e lontana dal palcoscenico. «Porterò il titolo di Cavaliere con onore e rispetto – spiega Guia -. Il conferimento dell’onorificenza è per me anche una catarsi, perché mi ha aiutata a superare alcuni momenti negativi della mia vita. Per questo mi dedicherò ad attività umanitarie e di volontariato. Per esempio, ho già in mente una serata per promuovere la donazione del sangue». Consideri questo riconoscimento un punto di arrivo nella tua vita e nella tua car-

CERIMONIA. Nella foto grande Guia Ielo con la pergamena del titolo onorifico; sotto, con i familiari

riera o uno stimolo per fare sempre di più? «Quando ho saputo che qualcuno aveva richiesto l’onorificenza per me e, soprattutto, quando ho saputo che il Presidente Napolitano l’aveva accettata, ho pensato con gioia, orgoglio e - lo dico con onestà – con un po’ di pavoneggiamento, che era un punto di arrivo per la mia carriera. Ma appena sono diventata realmente Cavaliere ho capito che è un punto di partenza. Ciò vuol dire che la fragilità e l’insicurezza, che mi hanno tormentato da quando sono piccola, devono cessare. Adesso ho un’arma in più per chiedere la giusta considerazione nella mia carriera e sul lavoro». Una donna da fare invidia, ma per Guia l’invidia è un sentimento sconosciuto. «Da vero Cavaliere posso dire che non credo all’indivia, è un sentimento che raramente ho conosciuto. Ci sarà certamente qualcuno che prova questo impulso negativo, ma io voglio pensare che la gente sia benevola nei confronti degli altri e dei loro successi. Ciò non toglie che dipendiamo sempre, come diceva Seneca, da qualcuno che ha poteri decisionali nei confronti della nostra vita professionale e a volte questo mi ha provocato delle difficoltà: ma non aver mai ceduto a compromessi, mi ha insegnato a lottare sempre e ad affrontare ogni fatica fisica e psicologica per andare avanti. E i risultati che ho raggiunto li devo soltanto a chi ha creduto in me e nelle mie qualità artistiche e professionali». Ti cambierà il titolo di Cavaliere? «Con il Cavalierato riparto con una nuova versione di me stessa, che deve essere più sicura di sé e pronta ad agire, dedicandosi anche ad attività umanitarie. Voglio prepararmi a farlo nel migliore dei modi. Mi piacerebbe occuparmi di animazione per i bambini che stanno con le loro madri nelle carceri femminili e chiederò quindi l’autorizzazione per poter iniziare un progetto con loro». E l’amore? Hai trovato l’anima gemella? «Che l’amore arrivi nella mia vita mi sembra difficile, ma sono fiduciosa del fatto che mi abituerò a convivere con questo ‘status vivendi’ ed essere serena con me stessa, anche perché ho il culto della libertà. Oggi l’uomo è imbottito di ansie e di insicurezze nei confronti del futuro e non si vuole impegnare. Gli uomini più importanti della mia vita sono mio figlio, mio fratello e mio padre. Per me rappresentano la perfezione, sono la mia “Trinità”, perché mio padre era di una bellezza e di un’onestà irraggiungibile, mio fratello era l’esagerazione della bontà e della simpatia, un vero mito, e mio figlio è “chiu beddu u munnu e malandrino”».


QUOTEROSA a cura dell’avv. elisabetta sciotto

SIRACUSA, PIAZZETTA “VITTIME DI FEMMINICIDIO” stata inaugurata lo scorso 24 giugno, su iniziativa di Raffaella Mauceri (giornalista, editrice, formatrice) e delle volontarie della Rete Centri Antiviolenza di Siracusa. Si chiama “Piazzetta Vittime di femminicidio”, proprio così, ed è la prima in Sicilia dedicata alle vittime di femminicidio. «Sono 17 le vittime di femminicidio della nostra provincia - ha detto Raffaella Mauceri all’inaugurazione della piazzetta -. Più di un centinaio ogni anno in Italia. Donne accoltellate, sfregiate con l’acido, incinte e soffocate perché portavano in grembo bambini indesiderati dai loro padri, donne massacrate insieme ai figli piccoli, donne crocifisse e torturate, donne decapitate … Viviamo in un paese dove troppi uomini odiano le donne. Un paese che ha il primato del femminicidio in Europa, e dove si producono leggi-spazzatura che non riescono ad arginare questo infinito orrore. Un paese dove tutti dovrebbero farsene carico e dove invece si fa vigliaccamente finta di nulla. Ecco perché questa targa. Perché in questa città prima di negare un rifugio a una donna in pericolo, prima di lasciare che la polvere si depositi sulle sue denunce, prima che il suo grido di aiuto si spenga nel frastuono generale, qualcuno si ricordi che anche qui a Siracusa, le donne muoiono ammazzate. Ecco - ha aggiunto la Mauceri - il perché di questa targa: per ricordarle, per non abituarci, perché questa barbarie ci riguarda tutti». Questo comunque è solo un primo passo. Infatti le 24 associazioni che fanno parte del coordinamento regionale – CDS – hanno già l’obiettivo di replicare l’iniziativa ognuna nelle proprie città. A Siracusa, Raffaella Mauceri era già riuscita a fare intitolare due via ad altrettante donne, una alla regina Damarete e una a Rita Atria.

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Naomi Klein in Vaticano, l’insolita vicinanza con Papa Francesco per salvare il pianeta aomi Klein, la giornalista e attivista autrice del famoso libro “No-Logo” e più di recente di “This Changes Everything (Una rivoluzione ci salverà)” è stata invitata in Vaticano, nei giorni scorsi, dal cardinale Peter Turkson per una conferenza sull’ambiente insieme con ecclesiastici, scienziati e attivisti. La conferenza aveva un titolo eloquente: “Le persone e il pianeta al primo posto: l’imperativo di cambiare rotta” ed è evidentemente il frutto delle posizioni assunte da Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si”. Un invito “a sorpresa” per il Vaticano quello alla Klein, viste le posizioni della giornalista canadese, che si batte per una riforma globale del sistema finanziario e capitalistico, come base su cui progettare il contenimento al cambiamento climatico. È chiaro che posizioni espresse su questo tema da Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si” - che pone l'ambiente, la natura e il rispetto del creato al centro del dibattito tra laici e religiosi, e in generale in cima all'agenda delle priorità da affrontare dalla società per non autodistruggersi - sono ritenute vicine a quelle della giornalista canadese. «Il fatto che mi hanno invitato - ha detto la Klein - indica che non si stanno tirando indietro. Molte persone credono che Papa Francesco quando parla di economia non dica sempre cose esatte, ma io credo che abbia ragione». Insomma, c’è sintonia. Il Papa cerca sponde sul fronte laico e sembra trovarle. D’altronde Francesco resta fermamente convinto della necessità di questa battaglia per il pianeta, nonostante le critiche ricevute da certi ambienti. E infatti il Papa a settembre volerà a New York per partecipare all’assemblea generale delle Nazioni Unite, rafforzando il suo messaggio verso i paesi più colpiti dal cambiamento climatico. Un gesto che per la scrittrice segna un cambio di passo nel mondo dei negoziati sul clima. A noi, tutto ciò, “ci piace”.

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DALL’UNIONE EUROPEA UNA NUOVA DEFINIZIONE DI FAMIGLIA All'indomani del referendum irlandese che ha dato il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, il Parlamento Europeo muove i primi passi per il riconoscimento di maggiori diritti per le coppie omosessuali, fondato su una nuova - e più ampia - definizione di famiglia. Nell'ambito dell'approvazione del rapporto quinquennale sull’uguaglianza di genere nell’Unione, il Parlamento approva con 341 voti favorevoli, 281 contrari e 81 astensioni, un documento in cui - testualmente - si “prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia”. Anche se la relazione non contiene elementi vincolanti per gli Stati membri, il Parlamento raccomanda “che le norme in ambito familiare (compresi i risvolti in ambito lavorativo come i congedi) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l'omogenitorialità”. Le aperture Ue sulle famiglie gay si inseriscono in una risoluzione sulle nuove strategie sulla parità di genere in cui si invita anche la Commissione Ue ad adottare azioni specifiche non solo per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, delle madri single e delle lesbiche e transgender, ma anche per contrastare nuove forme di violenza come le cyber-molestie, il cyber-stalking e il cyber-bullismo. Già in precedenza, l'Unione europea, in altri importanti pronunciamenti, aveva considerato le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso un diritto umano. Tra questi, il punto 7 della risoluzione sulla “Parità dei diritti fra uomo e donna”, approvato dal Parlamento nel marzo del 2012 ed espressione di un principio fondamentale: “il diritto va applicato senza discriminazione sulla base di sesso o orientamento sessuale, in conformità della Carta dei diritti fondamentali”.

A CATANIA LA PRIMA UNIONE OMOSESSUALE Si è celebrata a Catania la prima unione civile tra due persone dello stesso sesso. L’11 giugno al Castello Ursino si è tenuta la cerimonia che ha suggellato l’iscrizione nel Registro delle Unioni Civili di una coppia di donne siciliane, una di loro catanese, delle quali non faremo i nomi per rispetto della loro privacy. Si tratta della prima iscrizione non eterosessuale nel registro delle unioni civili, da quando è stato istituito, l’anno scorso. A “celebrare” questa unione è stato il sindaco Enzo Bianco. Nel Registro sono finora otto le unioni annotate, compresa quella che si è appena celebrata. Quest’ultima, però, è la prima unione omosessuale che viene registrata. In precedenza erano state registrate solo unioni eterosessuali. In corso ci sarebbe effettivamente la registrazione di un’altra unione fra una coppia omosessuale, ma è in via di perfezionamento perché mancherebbe ancora un requisito tra quelli richiesti. In un mondo in cui le nozze gay trovano sempre più riconoscimenti, nel nostro piccolo ci sembra una buona notizia per Catania.

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le donne del calcio

Michela Esposito (foto Eliana Messina) giocatrice della San Pio X e oggi insegnante nella scuola calcio. A sinistra le ragazze della Ludos Palermo e la presidente Cinzia Valenti

«Dribbliamo I PREGIUDIZI»

entrano in campo

PIENE DI ENTUSIASMO E SI ALLENANO TRA SACRIFICI E OSTACOLI. LE CALCIATRICI SICILIANE RIVENDICANO IL LORO DIRITTO A PRATICARE UNO SPORT CHE NON HA ALCUN SESSO «COME GLI UOMINI, SUDIAMO, CORRIAMO E FACCIAMO GOL MA NON ABBIAMO NEANCHE RIMBORSI SPESE E SI PARLA DI NOI SOLO PER DENIGRARCI» 12

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di MAria Enza Giannetto

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l sudore, l’impegno, la passione sono gli stessi. Così come le regole, i sogni, l’ansia e il divertimento. Se c’è una cosa che distingue le undici donne di una squadra di calcio dai corrispettivi uomini è sicuramente il compenso riconosciuto a questi ultimi. Assieme alla visibilità di media, sponsor e pubblico, che contribuiscono a mettere in ombra le donne del calcio. Donne che si allenano di sera, dopo il lavoro o la scuola. Donne che amano il calcio e lo hanno scelto tra tanti altri sport che qualcuno giudica “più adatti a loro”. Donne che vanno avanti, nonostante i pregiudizi, alimentati anche da chi, invece, dovrebbe sostenerle: come nel caso dell’ormai nota frase sessista dell’ex presidente (ora sfiduciato) Lega nazionale dilettanti, Felice Belloli che ha, testualmente, detto: “Basta non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche...”. Un’affermazione che ha spalancato una grande finestra sulla questione dell’appartenenza del calcio femminile alla Lega Dilettanti e sui tanti pregiudizi che circondano il calcio femminile italiano.

Ma c’è di più. Scarsa attenzione, scarsa visibilità (basti pensare che proprio oggi si chiude in Canada il settimo Campionato mondiale di calcio femminile - cui la nazionale italiana non si è qualificata - e nessuno ne parla) si traducono in scarsi fondi per permettere alle calciatrici di dedicarsi in modo esclusivo alla carriera, dovendosi dividere tra lavoro e allenamenti. Eppure le donne del calcio non mollano. Tra sacrifici, impegni familiari e tanta fatica, dribblano i pregiudizi di chi le “vedrebbe meglio in sport da ragazze”. «Lo sport non ha sesso - dice convinta Aurora Calanna, 17 anni, capitano del Catania Calcio femminile -. Non siamo tutti uguali e grazie al cielo possono esserci uomini che amano la danza e donne che amano il pugilato. Quel che conta è la passione e se ce l’hai nulla può fermarti. Io ho cominciato a giocare a sei anni e mezzo e oggi ci sono ancora persone che mi chiedono come mai abbia scelto il calcio, definendolo uno sport da uomini. Ma non mi lascio demotivare e continuerò a giocare finché ne avrò le forze. Tra un mese parto per la Danimarca, per un anno di studio all’estero con Intervita, e ho già preso contatti con una squadra del posto per continuare ad allenar-


mi. Non potrei mai abbandonare il pallone. A dirla tutta, il mio sogno sarebbe proprio quello di essere presa in una squadra all’estero e poter vivere di questo sport a livello professionistico. Purtroppo in Italia so già che non sarà realizzabile facilmente quindi dovrò dedicarmi allo studio e vedere dove mi porta, ma senza mai abbandonare il calcio». Prima di partire, Aurora ha ceduto la fascia da capitano alla sua compagna di squadra Miriana Maggio, 21 anni. Anche lei cresciuta a pane e pallone. «Ho cominciato a giocare da piccola a calcio a 5 a Nicosia, il mio paese, poi sono stata notata dall’allenatore del Capo D'Orlando (ora Nebrodi) che mi ha voluta nella sua squadra. Avevo 15 anni ma, appoggiata da mamma e papà, non ci ho pensato due volte a trasferirmi da sola a Capo D’orlando e condividere un appartamento con altre 5 ragazze che venivano da tutta Italia. Diciamo che il calcio mi ha fatto crescere e mi ha svezzata perché, pur di inseguire la mia passione, ho dovuto imparare a far tutto in casa e a badare a me stessa. Dopo due anni al Capo d’Orlando, in serie A2, sono arrivata al Camaleonte (dalle cui ceneri è poi nato il Calcio Catania), e ora mi accingo ad affrontare un nuovo campionato di serie B in una fase molto particolare, in cui pare che finalmente la Figc si stia aprendo alla possibilità che le squadre maschili “sostengano” quelle femminili con delle affiliazioni. Speriamo bene». Certo è che la bufera che si è appena abbattuta sul Catania Calcio (maschile) non aiuterà particolarmente le catanesi in termini di visibilità. «Purtroppo - continua Miriana - si parla del calcio femminile solo quando accadono episodi spiacevoli, proprio come nel caso della frase sessista di Belloli. Per quanto mi riguarda io non ho mai dovuto affrontare pregiudizi di alcun genere ma ho sempre trovato molta curiosità intorno a me e alla mia passione per il pallone». Ad affrontare qualche preconcetto è invece abituata Michela Esposito, 23 anni, ex giocatrice della San Pio X (Catania) che insegna anche in una scuola calcio. «Sentire dire certe cose proprio da chi dovrebbe conoscere il nostro mondo, come il presidente della Lega, fa dav-

CINZIA VALENTI, PRESIDENTE LUDOS PALERMO: «L’AFFILIAZIONE CON I CLUB MASCHILI PUÒ FARCI CRESCERE» Cinzia Valenti, presidente della Ludos Palermo, è l’unica donna siciliana a capo di una squadra femminile tra quelle che disputano campionati nazionali. La sua squadra è stata molto attiva nel momento in cui si era deciso di scendere in piazza contro le frasi di Belloli. «All’inizio eravamo in 13 poi siamo rimaste in 4 perché, man mano, ci sono stati segnali di avvicinamento da parte della Federazione. La manifestazione, infatti, non era solo un modo per protestare contro la frase di Belloli ma anche un modo per chiedere più dignità, rispetto e visibilità per il calcio femminile, promulgando e stimolando questo avvicinamento tra noi e il calcio maschile. La Figc ha infatti diffuso dei comunicati in cui si spiega che fin dalla stagione che sta per iniziare, i club maschili sono obbligati a tesserare nel proprio seno una ventina di under dodici. Solo che il calcio femminile non è fatto solo di nuove leve e, per quanto riguarda le squadre già esistenti non sono previsti obblighi da parte del maschile ma solo la “possibilità” per i club maschili di fare tre tipologie di accordi con quelli femminili. Ma senza obbligo, dubitiamo molto che ci siano squadre pronte a rilevare o a fare delle affiliazioni. Tutto viene lasciato alla lungimiranza del presidente di turno della società professionistica. E se si pensa che il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha già affermato che non intende fare comunella con i club femminili, per quanto ci riguarda non giochiamo su un terreno facile». Ai terreni diffiicili Cinzia Valenti, prima giocatrice e da vent’anni presidente, è abituata e ha imparato a confrontarsi con un “mondo maschile” o se vogliamo maschilista come quello del calcio. «In questi anni sono stati fatti passi in avanti ma siamo ancora lontani dall’essere considerate alla stregua degli uomini. La cosa che però fa più pensare è che il maschilismo non si incontra sul campo da gioco, perché all’atleta uomo non interessa se sta giocando contro un uomo o una donna. La cultura maschilista è tra chi sta a guardare».

vero male. In fondo, però, mi rendo conto che Belloli ha solo avuto il coraggio di dire, con parole discutibili, quello che purtroppo pensano in tanti. Noi siamo circondate dai pregiudizi. Come gli uomini, sudiamo, ci alleniamo, corriamo, facciamo gol e ci sacrifichiamo e, ovviamente tutto senza neanche un rimborso spese. Eppure quello per cui si parla di noi è sempre e soltanto la questione di genere. Io mi scontro con questi pregiudizi soprattutto quando arrivano da me, per la prima volta, i ragazzini di 10 o 12 anni e scoprono che sarà una donna a farli allenare. La battutina è subito servita. Poi, però, quando si inizia a correre

e ad allenarsi, i ragazzi hanno sempre molto rispetto per l'allenatore sia donna sia uomo. Alla fine, per tutti, quello che conta è il piacere di condividere l’amore per questo sport». Condividere e sacrificarsi per le compagne di gioco sono tra gli insegnamenti fondamentali di chi gioca a calcio. Ne è convinta Veronica Privitera, 26 anni, attaccante in forza all’Acese calcio, appena promossa in serie A. «Il calcio mi ha insegnato l’affiamento di squadra - dice -. Inoltre, sono convinta che in campo venga fuori la vera indole di ognuna di noi. Diciamo che se hai carattere nella vita ce l'hai anche sul terreno di gioco. Questo sport mi ha formato

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le donne del calcio SIMONA MARLETTA DIRETTORE GENERALE DEL SIRACUSA: «SUL LAVORO MI COMPORTO DA UOMO»

Da sopra le ragazze dell’Acese Calcio, promossa in serie A. È l’unica squadra siciliana nella serie più alta. In B ci sono Nebrodi, Catania Calcio e Ludos Palermo. Nella seconda foto le ragazze del Catania Calcio durante l’allenamento. A sinistra le ragazze e lo staff tecnico della San Pio X (serie C fino al 2014) allenata da Armando Drago

perché ho iniziato da piccolina: andavo spesso a vedere mio fratello giocare e una volta, avevo sei anni, dopo una partita, entrai in campo e comincia a fare qualche tiro con lui in porta; il suo allenatore mi vide e mi chiese di entrare nella scuola calcio. Diventai l’unica femminuccia dei Pulcini, ma questo non mi ha mai ostacolato. A dire la verità, spesso mi sento dire da chi viene alle nostre partite che vede solo delle belle ragazze che giocano bene a calcio. Questo mi fa piacere perché è una controprova del fatto che le ragazze del calcio non perdono la loro femminilità e non fanno uno sport da maschio ma solo lo sport che amano». Un amore decennale per il calcio è anche quello di Barbara Forte, 33 anni, geologa, che ha giocato prima tra le fila del Camaleonte ed è stata poi capitano della San Pio X. «Purtroppo - spiega - le difficoltà economiche non hanno permesso, lo scorso anno, di riformare la squadra e io mi sono dedicata, almeno per tenermi allenata, al calcio a 5. La questione dei soldi è per il nostro sport un grosso problema perché è difficile trovare sponsor. Siamo discriminate, è inutile negarlo, mentre le nostre colleghe all’estero vengono seguite e supportate. Noi gio-

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La catanese Simona Marletta è, da appena un mese, la nuova direttrice generale del Siracusa. Un incarico, a detta di molti, prettamente maschile. «Me lo dicono tutti spiega - e io l’affronto come ho sempre affrontato questo mondo, ovvero parlando e agendo come se fossi un uomo e mettendo da parte in modo assoluto il fatto di essere una donna perchè nel lavoro questa distinzione non deve esistere. Certo non è sempre semplice perché, soprattutto dalle nostre parti, quando mi interfaccio con qualcuno vivo la difficoltà di far comprendere che devono guardarmi in modo diverso rispetto a come sono abituati a vedere le donne, ma ammetto che dopo 40 secondi al massimo, se hanno un neurone che funziona capiscono che devono mettere da parte i pregiudizi». Comportarsi da uomini non significa però rassegnarsi al fatto che le donne “certe cose” non possono farle. «Bisogna far capire all'uomo - continua - che il fatto di essere donna non può essere un deterrente per certi incarichi. Poi se parliamo di capacità fisiche, io per prima credo che sia normale che ci sia una grossa differenza tra calcio maschile e femminile perché una donna, per quanto allenata, non potrà mai raggiungere i livelli di un uomo al pari allenamento. Prendere consapevolezza di queste differenze non significa che il calcio femminile debba, però, essere messo in ombra o che si possano pronunciare frasi sessiste come quelle che ha pronunciato Belloli. A gente così andrebbe subito tolto qualunque tipo di incarico».

chiamo gratuitamente e solo quando le cose vanno davvero bene è previsto un rimborso spese. E come se ciò non bastasse dobbiamo anche sentirci insultare e denigrare. Io sono arrivata al calcio dopo anni di pallavolo e anche qui ho trovato solo un ambiente sano, positivo, in cui si creano gruppi affiatati. Ben lontano dagli scandali che avvolgono il calcio maschile». Preparatrice dei portieri della San Pio X è stata, fino allo scorso anno, una veterana del calcio: Pina Loritto, 58 anni e una vita passata a parare gol. «Sono un’ex calciatrice, o meglio un portiere - racconta - e, l’anno scorso, il mister Armando Drago, dopo che le nostre due ragazze in porta si erano infortunate, mi ha fatto disputare le quattro partite che mancavano alla fine del campionato. Probabilmente è stata solo fortuna ma, da allora, abbiamo ricominciato a pareggiare e a vincere. Quest’esperienza mi ha inorgoglito perché per me il calcio è sempre stato tutto, sin da quando ho cominciato negli anni ‘70. Le mie prime parate risalgono ai pomeriggi passati con mio fratello che, avendo una disabilità, poteva usare solo un piede e allora mi metteva davanti alla saraci-

nesca di un garage e cominciava a calciare. Quando a Lentini, la mia città, si formò una squadra femminile, sempre mio fratello mi portò li per farmi giocare. Ci rimasi per due anni, poi arrivai a Catania in un periodo in cui c'era gente che credeva nel calcio femminile e ci investiva sul serio. Ho giocato tra le fila della Jolly Componibili e nel 1978 siamo state campionesse di Italia. Da lì ho cominciato a girare per l’Italia e per l’Europa dove il calcio femminile è sempre stato rispettato. I vertici continua - non sanno quanti sacrifici fanno le donne per allenarsi e che spesso devono rinunciare perché non possono permettersi di perdere il lavoro. Per quanto mi riguarda, ad esempio, io che ho sempre lavorato non vedo l’ora, adesso, di andare in pensione per potermi dedicare solo all’allenamento dei portieri, maschi e femmine, senza alcuna discriminazione. Quel che mi auguro è che si smuova qualcosa perché le società femminile hanno bisogno della Federazione. A dire il vero, tutto lo sport femminile ha bisogno di più attenzione. Lo sport è educazione, vita sana, equilibrio: a tutti dovrebbe essere garantita la possibilità di praticarlo».


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da donna a donna

«LA MIA

fiaba

AL CINEMA» Valeria Bilello Volto storico

DI MTV, L’ATTRICE NATA A SCIACCA, OGGI SI DIVIDE TRA TANTI SET. «MI SENTO MOLTO FORTUNATA, PERCHÉ MI CIMENTO IN RUOLI MOLTO DIVERSI E LAVORO CON GRANDI PROFESSIONISTI». E DEL RAPPORTO CON LA SUA BELLEZZA DICE: «MI TROVO PIACEVOLE QUANDO NON MI MASCHERO TROPPO, MA AMO VESTIRE IN MODO ECCENTRICO» di Maria Enza Giannetto

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n volto da ragazzina. Quasi acqua e sapone. Occhi grandi, vispi e luminosi che rivelano un’indole caparbia e testarda. E di determinazione, l’attrice siciliana - di Sciacca, in provincia di Agrigento - Valeria Bilello deve averne avuta davvero tanta per poter vantare, a 33 anni, un curriculum che spazia già dal mondo della moda a quello della musica, da quello televisivo a quello cinematografico. Per non dire delle collaborazioni, nazionali e internazionali, con Gabriele Salvatores, Pupi Avati, David Frankel e Giorgio Armani. In questi giorni al cinema con “Io, Arlecchino” di Giorgio Pasotti e Matteo Bini, accanto a Lunetta Savino e Roberto Herlitzka, Valeria è anche la protagonista, insieme con Michele Alhaique di Monitor, opera prima di Alessio Lauria. E poi ci sono le serie tv, Squadra mobile, al fianco di Giorgio Tirabassi e Daniele Liotti, dove interpreta la commissaria di polizia D’Amato in prima linea contro lo stalking e in autunno sarà anche su Rai 1 con Il Sistema accanto a Claudio Gioè. Valeria, stai vivendo un periodo molto intenso di lavoro tra cinema e tv. «Sì, mi ritengo molto fortunata. Negli ultimi anni sono riuscita a variare sempre con i personaggi e a interpretare ruoli molto diversi. In “Io, Arlecchino”, ad esempio, sono

Cristina, una maestra che nel tempo libero fa anche teatro. Nulla a che vedere con il mio personaggio, il commissario D’Amato, nella serie tv “Squadra mobile”. Si tratta di una storia che parla di origini e di radici e che sa di fiaba. I luoghi, poi, sono quelli di quel Nord Italia così poco raccontato nel cinema ma che offrono davvero una dimensione fiabesca». Vj, modella, attrice. Come ami essere definita oggi? «Credo mi definisca quello che faccio, ormai in modo continuativo, da qualche anno. Ormai passo da un set all’altro, dal cinema alla televisione, quindi anche volendo, al momento, non avrei tempo per fare altro». Come sei arrivata dagli spot al cinema? «Ho iniziato giovanissima con spot e moda. A 17 anni, dopo un provino, ho cominciato a lavorare per Mtv per approdare poi, nel 2010, a “Non solo moda”. Per quando riguarda il cinema, nel 2008 dopo aver studiato regia e in maniera collaterale recitazione sono stata notata prima da Pupi Avati per “Il papà di Giovanna” e poi da Gabriele Salvatores per “Happy Family”. Si è trattato di un continuo accavallarsi di cose, un po’ come accade spesso a tutti i giovani. Mi sono ritrovata in un continuo intrecciarsi di percorsi e a provare a fare delle cose che lì per lì non avevano nulla di definitivo, ma che si sono poi ri-


DALLA MODA ALLO SCHERMO. Nata a Sciacca il 2 maggio del 1982, Valeria Bilello è cresciuta a Milano dove i suoi si sono trasferiti quando era ancora piccola. Dopo l’esordio in tv come vj di punta di MTV Italia e poi per l’emittente All Music, Valeria Bilello si è dedicata, ormai, completamente al cinema e alla tv. Gabriele Salvatores e Pupi Avati l’hanno notata e creduto in lei, affidandole dei ruoli importanti rispettivamente per “Happy family” e “Il padre di Giovanna”. Ed è con Happy family che ha vinto il Premio come Miglior Attrice al festival International du film de Boulogne – Billancourt. Successivamente sono arrivati il film “I soliti idioti” con Biggio e Mandelli, “Come non detto” di Ivan Silvestrini. Giorgio Armani l’ha scelta come volto worldwide per la campagna di una delle fragranze Armani ampliando anche la sua popolarità a livello internazionale. Una prestigiosa collaborazione che ne ha generate altrettante. Non solo l’ha notata David Frankel regista de “Il diavolo veste Prada” che l’ha voluta in “One chance”, come unica italiana in un cast internazionale, anche Anna Wintour, nel dicembre 2013 le ha dedicato la rubrica di chiusura di Vogue America, Steal of the month per la quale è stata fotografata da Sebastian Kim

velati la punteggiatura della storia che si sta scrivendo». Cosa sognavi di diventare da piccola? Hai realizzato i tuoi desideri? «Non ho avuto molto tempo per fantasticare perché ho cominciato davvero da giovanissima. Forse i miei sogni sono rimasti quelli della dodicenne. Di certo non pensavo di fare spot televisivi per tutta la vita». I tuoi genitori ti hanno assecondato oppure ostacolato? «Entrambi. Mi hanno assecondata e aiutata all’inizio, quando tutto sembrava più leggero. Poi, quando hanno visto che diventava un impegno più importante e che mi portava più lontano da casa, non l’hanno presa benissimo. A volte mi sembra che anche ora nutrano qualche dubbio...». Parliamo dalle tue origini. Che rapporto hai con la Sicilia? Ci vieni spesso? «In questo momento sono in Sicilia, a Portopalo (Siracusa, ndr), per una pausa di relax. Ci vengo regolarmente, comunque. Non l’ho mai visitata, l’ho sempre vissuta e ci ho passato lunghi periodi negli anni dell’adolescenza. Il mio rapporto con questa terra è viscerale, parla dei miei genitori, del mio modo di essere. Io non sono “di origini siciliane”, sono siciliana». Se i tuoi non si fossero trasferiti a Milano, dove sei cresciuta, pensi che avresti avuto

«io mi sento

UNA SICILIANA DOC. IL MIO RAPPORTO CON QUESTA TERRA È VISCERALE, PARLA DELLE MIE RADICI. TRA I MIEI SOGNI C’È QUELLO DI AVERE, UN GIORNO, UN POSTO TUTTO MIO SULL’ISOLA»

le stesse opportunità rimanendo a Sciacca? «Forse all'inizio, nel capitolo pubblicitario e televisivo, no. Probabilmente le opportunità sarebbero state diverse e sarebbe stato più duro farsi notare. Per quanto riguarda, invece, il cinema e la tv, mi rendo conto che esiste una caratterizzazione della sicilianità che al cinema viene notata e valorizzata. Ci sono tanti colleghi siciliani bravissimi che continuano a vivere qui e che hanno avuto grandi opportunità». Tu puoi già vantare collaborazioni internazionali di spicco. Cosa distingue il cinema italiano da quello americano?

«Quel che è diverso è il meccanismo, la macchina del cinema che c’è in America. Loro hanno Hollywood, ma non è detto che un film con minor budget abbia minor valore. E poi il nostro cinema sa essere internazionale, basta pensare a Sorrentino e Garrone». A proposito di grandi registi, con chi ti piacerebbe lavorare? «L’unico di cui sono davvero sicura è Paul Thomas Anderson perché racconta delle storie intense, struggenti e magnifiche e lo fa con una sensibilità rara e speciale». Qual è il tuo rapporto con la bellezza? «Mi trovo piacevole quando non mi maschero molto. Se non c'è l’esigenza di truccarmi, quindi nella vita di tutti i giorni mi trovo ridicola se mi trucco troppo. Non mi riconosco. La bellezza, per me, ha a che fare con qualcosa di naturale, per questo scelgo solo cose che assecondano la mia personalità». E con la moda? «Con la moda è tutta un’altra cosa. Non mi sento mai ridicola e non ho problemi a vestire anche in modo eccentrico. Anzi, a volte credo di azzeccare il giusto mood quando indosso un vestito da sera in pieno giorno o viceversa». Come ti vedi tra vent'anni? «Con figli già belli e cresciuti. E poi mi piacerebbe avere anche un posto tutto mio qui in Sicilia».

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wedding stories

«COSÌ FACCIAMO SPOSARE I FUTURI MAHARAJA» matrimoni da favola. FINO A TRENTA GIORNI DI FESTEGGIAMENTI

IN CUI I REALI E I MAGNATI DEL RAJASTHAN DANNO SFOGGIO DELLE PROPRIE RICCHEZZE. A CURARNE LA REGIA UNA FAMIGLIA CATANESE, GLI ALFINO, DIVENTATI WEDDING CREATOR NELL’OPULENTO NORDOVEST DELL’INDIA di Paola Pasetti biti elegantissimi, impreziositi di ricami luccicanti e passamanerie; danze, fuochi d’artificio, giochi di luce da favola. Tutt’intorno, oro e argento a profusione. Sembrano immagini rubate su un set di Bollywood, a uno di quei coloratissimi film che anche in Occidente abbiamo imparato ad apprezzare; ma l’album che abbiamo davanti è quello del matrimonio, tutt’altro che cinematografico, di uno dei rampolli del Rajasthan, la favolosa terra dei Maharaja.

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Centinaia di invitati, esponenti del jet set internazionale; magnati, divi americani, popstar. La sposa, avvolta nel sari matrimoniale, viene portata a spalla come una santuzza, in trionfo su una vara d’argento: i suoi piedi, riccamente decorati con l’henné, non devono toccare terra fino alla celebrazione del rito, così come quelli del suo promesso, che arriva a cavallo come il più classico dei principi azzurri. È l’altra faccia dell’India, lontana centinaia di chilometri dalla povertà delle baraccopoli metropolitane. Da questa regione del nordovest del paese partono i giovani delle famiglie reali per andare a studiare negli Stati Uniti o a Londra; qui, ancora

una volta, tornano, per celebrare il proprio matrimonio prima di tornare alla loro vita occidentale. Un’occasione unica, per le famiglie, per fare sfoggio delle proprie ricchezze: fino a trenta giorni di festeggiamenti, dal fidanzamento al matrimonio, in cui lo sfarzo sembra essere l’unica certezza, oltre al rispetto delle antichissime tradizioni induiste. Si fatica a immaginare che dietro a tutto questo possa esserci la regia di una famiglia siciliana. Una storia che sembra frutto della fantasia di uno sceneggiatore hollywoodiano: da qualche anno, infatti, il fiorista catanese Rosario Alfino, con le figlie Vittoria e Roberta, è wedding crea-


In queste pagine, le immagini di alcuni dei matrimoni indiani organizzati dalla famiglia catanese degli Alfino. Qui a snistra, Vittoria Alfino, prepara l’allestimento di una tavola Nella foto d’apertura, le danzatrici si esibiscono per gli sposi: lo sposo è l’erede del magnate dei diamanti Kothari

tor al servizio di principi e re del Rajasthan. «Disegnavo per un’azienda indiana che produce carte e tessuti decorativi – racconta Alfino - . Un giorno, grazie alla proprietaria, Alka Pandey, nipote del re di Jodphur, sono stato invitato al compleanno del Maharaja, Shriji Hazur Arvind Singh Mewar, di Udaipur. Ho realizzato una composizione floreale alta quanto lui per fargliene dono; quando gli uscieri gliel’hanno consegnata, mi ha voluto conoscere per ringraziarmi. Poco dopo, un nobile mi si è avvicinato e mi ha chiesto di diventare il wedding designer per il matrimonio di sua figlia». La richiesta era più bizzarra di quanto possa apparire: il matrimonio, infatti era già stato organizzato in ogni dettaglio. Ad Alfino era richiesto di “fingersi” lo stilista italiano che si era occupato di tutto: «Per lui era una questione di prestigio – continua il fiorista catanese – perché poteva vantarsi di essersi affidato a un designer

italiano, peraltro apprezzato dal re. In India l’Italia è ancora sinonimo di stile, di buon gusto; in fatto di moda, arte e cultura siamo considerati i numero uno». Decisione non facile da prendere, ma alla fine Rosario Alfino ha deciso di accettare. Da quel momento in poi di intraprendenza ne ha avuta, e non poca: dopo aver fatto da comparsa a quel primo matrimonio, ha deciso di studiare le tradizioni indiane, ha osservato le feste nuziali che si celebravano tra Jaipur, Udaipur e Jodphur, e ha dato il via a una inaspettata carriera indiana. «Siamo riusciti – dice orgoglioso - a organizzare persino il matrimonio del figlio di uno degli uomini più ricchi del mondo, il magnate dei diamanti Kothari». Papà Alfino è ormai affiancato dalle sue figlie, Vittoria e Roberta, entrambe laureate in giurisprudenza, che hanno deciso di rinunciare alla carriera forense e di dedicarsi all’attività di fa-

miglia. «Il vero motore di tutto è nostro padre – dicono -. È una forza della natura, è lui il creativo, ha idee sempre nuove, ma è anche molto aperto alle nostre proposte. E poi sa tenere tutto sotto controllo». Agli Alfino è affidato ogni aspetto dei festeggiamenti: il tema di ogni serata, l’allestimento, il cibo, persino gli abiti che dovranno indossare i membri delle famiglie degli sposi. Papà Rosario schizza meticolosamente ogni particolare, dalla mise en place delle tavole ai gazebo e le altre strutture che fa realizzare appositamente dalle maestranze locali. «Per organizzare questo tipo di eventi dobbiamo appoggiarci ad agenzie indiane, ormai abbiamo artigiani che conosciamo e con cui lavoriamo benissimo. Prevedere ogni dettaglio è fondamentale: dobbiamo gestire feste con centinaia, anche migliaia di invitati, il che vuol dire coordinare decine di persone che lavorano per noi e che si muovono su un’area

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Sotto, il fiorista catanese Rosario Alfino durante uno dei principeschi matrimoni indiani, di cui è wedding creator. Con lui le sue figlie (in basso a destra), Roberta e Vittoria, che lo affiancano nell’attività di famiglia. Qui a sinistra uno degli allestimenti indiani e il bozzetto preparatorio

molto estesa». A decidere tutto sono le famiglie. Matrimoni combinati in cui gli sposi non hanno voce in capitolo, neanche per la data delle nozze, stabilita dai bramini di famiglia sulla base del movimento degli astri. «La parola d’ordine – dicono gli Alfino - è stupire. Ciò che per il gusto italiano sarebbe troppo, per loro non è abbastanza. I festeggiamenti che precedono le nozze sono un crescendo di bellezza e opulenza, anche

«la parola d’ordine

È STUPIRE. NOI SIAMO RIUSCITI A PORTARE NEL MATRIMONIO INDIANO ANCHE UN PO’ DI TRADIZIONE SICILIANA E DEL GUSTO ITALIANO» perché, a differenza del giorno del matrimonio, che è organizzato dal padre della sposa, le feste che lo precedono sono responsabilità del padre dello sposo, che fa di tutto per superare, in sfarzo, la festa del futuro consuocero. E per far questo, i dettagli, come i nomi delle star internazionali invitate ad esibirsi, sono tenuti nascosti sino all’ultimo istante». Un grande happening che dura fino a un mese, dove i balli e le musiche sono protagoniste. Di giorno si fanno le prove, la sera si va in scena, tra centinaia di invitati, che diventano sempre più numerosi man mano che il giorno delle nozze si avvicina. «Non solo il numero, ma anche il livello e la provenienza degli ospiti fanno la differenza. Per convincere gli invitati a partecipare al matrimonio, i padri degli sposi inviano loro dei regali, che per gli ospiti di riguardo possono consistere anche in gioielli straordinari o in quindici-venti monete d’oro».

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Nulla, comunque, rispetto al regalo che la futura sposa fa avere al fidanzato: «Va molto di moda regalare una supercar, del valore di diverse centinaia di migliaia di euro», dicono Roberta e Vittoria, mostrando la foto di una Ferrari infiocchettata per l’occasione. Capricci impensabili per i comuni mortali. Eppure in questa specie di olimpo indiano la famiglia Alfino è riuscita a portare alcuni elementi della tradizione italiana. «La prima volta – ricordano – abbiamo realizzato un allestimento tutto in bianco. Una scelta tradizionale per noi italiani, ma assolutamente innovativa in India, dove si punta tutto sul colore. Noi, invece, abbiamo voluto giocare sul contrasto tra la luminosità e il candore del bianco con gli abiti e le stoffe sgargianti degli invitati. Una soluzione che è piaciuta tanto, così come quella di realizzare allestimenti a cielo aperto, contrariamente all’abitudine indiana di creare coperture di stoffa». Gli Alfino hanno portato tra i nobili indiani lo spirito conviviale del tipico matrimonio siciliano: «Alle feste indiane normalmente non ci sono tavoli, se non quelli dei buffet; gli ospiti mangiano su divani, cuscini o in piedi. Noi siamo riusciti a mettere a sedere 350 invitati, cosa assolutamente inedita per loro, tant’è che abbiamo dovuto dare istruzioni spiegare attraverso gli altoparlanti che avrebbero dovuto prendere posto e che sarebbero stati serviti». Il prossimo matrimonio dei nobili del Rajasthan è già in agenda: pare che il principe in questione, questa volta, abbia espresso il desiderio di sposarsi in Europa. E chissà che non possa essere proprio l’Etna a fare da testimone alle nozze blasonate, come ha fatto qualche mese fa, in assoluta riservatezza, una coppia di ricchi iraniani. Gli Alfino ci stanno già lavorando.

Il magnate dei diamanti Navratan Kothari durante le nozze del nipote Sotto, un momento dei festeggiamenti

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il matrimonio di...

Fabio Ruggiero, Eva Spampinato e il testimone della sposa, Giuseppe Bicceri, apprezzato hair stylist a New York. Ha curato il look beauty della sposa, dal trucco alla realizzazione della veletta interamente “hand made”.

UNA CERIMONIA NON CONVENZIONALE eva spampinato e fabio ruggiero. PER IL LORO PARTY GLI SPOSI HANNO MESSO INSIEME TUTTE LE ECCELLENZE SICILIANE MA ANCHE IL MEGLIO DAL VENETO E DALL’EMILIA ROMAGNA, A PARTIRE DAL CATERING STELLATO di paolo parisi

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uando è la musica a far scoppiare l’amore, non può essere che la musica ad accompagnare anche le nozze. Ed è così che gli scontati schemi delle feste di matrimonio vengono abbattuti, anzi demoliti, da una coppia catanese che è riuscita a realizzare il matrimonio a cui tutti vorrebbero partecipare: fresco, gioioso, informale, ricco di musica e libertà di movimento per gli ospiti. E’ quello che è accaduto a fine maggio in Sicilia, nell’ottocentesca dimora estiva dei monaci di Belfiore, a Valverde, nel catanese, adesso ribattezzata Lunario, in occasione del matrimonio della giornalista Eva Spampinato, penna delle cronache mondane e de La Sicilia e volto del telegiornale regionale di Antenna Sicilia, e Fabio Ruggiero, imprenditore nel mondo dell’intrattenimento e dello spet-

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tacolo, voce storica di Radio Luna 88 (radio che a Catania segnò un’epoca tra gli anni ’80 e i primi anni ’90) e dj del gruppo Discoring del Ma di Catania, che si divide tra Catania e Verona. Fuori dagli schemi comuni e ingessati dei classici matrimoni “seduti”, Eva e Fabio volevano realizzare il matrimonio perfetto in termini di accoglienza, styling, decorazioni, outfit, intrattenimento musicale. Bellezza. E pare ci siano riusciti, anche a giudicare dagli scatti del team di fotografi Giancarlo Comparotto e Serena Grigoletti da Verona e Mario Avellina da Catania.

FUORI DAGLI SCHEMI FAVOLE, MUSICA, BUON CIBO, DIVERTIMENTO: A MOLTI OSPITI IL RICEVIMENTO SEMBRAVA UN VERO E PROPRIO SET CINEMATOGRAFICO

Lo sposo è arrivato a bordo di una vespa del 1956 accompagnato da una canzone degli Smiths. Sotto, Marco Selvaggio con il suo particolarissimo Hang.

Divertimento la parola d’ordine. Musica esclusiva, buon cibo, cultura e scenario da fiaba (che a molti degli ospiti sembrava il set di un film) per il loro party gli sposi hanno messo insieme tutte le eccellenze che la Sicilia può offrire, ma anche il Veneto e l’Emilia Romagna, a partire dal catering stellato realizzato da Domenico Colonnetta e Francesco Patti (ristorante Coria di Caltagirone, stella Michelin), passando per gli allestimenti curati dai catanesi Luca Melilli e Franco Cannata di Panta Rhei. Accuratissima la ricerca di stile seguita a chilometri di distanza e sei ore di fuso orario (New York-Catania) dal testimone e hair stylist della sposa, Giuseppe Bicceri, professionista di Butera, catanese d’adozione, stella nascente degli shooting di moda nella grande mela per impor-

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il matrimonio di...

Il taglio della torta. Particolarissima scelta per il taglio della torta a tre piani, semplice ed elegante, posizionata su una altalena.

Fabio Ruggiero e mamma Elda Nardone mentre camminano verso l’altare del rito civile.

Eva al braccio di papà Lorenzo Spampinato, mentre camminano verso l’altare del rito civile

Ancora un dettaglio della torta sull’altalena. I colori della torta richiamano i colori del vestito della sposa.

colori pastello

POUF SUL GIARDINO, TAZZE DA THE APPESE AGLI ALBERI, DUE GRANDI CORNICI VUOTE PER LE FOTO E UN ATTORE CHE RECITAVA SONETTI D’AMORE DI SHAKESPEARE

Gemellaggio musicale Sicilia - Emilia Romagna.. La Joe Billy Band incontra i Montefiori Cocktail

Tra amiche. Un momento di relax per la sposa, seduta su una panchina con le amiche

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tanti riviste come L’Officiel. Catanese anche lo stilista, Marco Strano, che ha rimodellato per Eva i vestiti nuziali appartenuti alle mamme (romanticismo e tradizione) perfettamente a tema con il matrimonio in stile shabby chic. Entrambi corti, il primo più formale, per la cerimonia, indossato dalla mamma dello sposo, Elda, per le sue nozze, in raffinatissimo pizzo pugliese, di Putignano, di metà anni ‘60. Il secondo è il vestito nuziale della mamma della sposa, Lina: un tripudio di fiori color pastello nel corpetto, che richiamavano i colori dell’allestimento. Colori pastello. Pouf sul giardino, panchine con cuscini colorati, tazze da the appese sugli alberi, due grandi cornici vuote per gli shooting fotografici degli ospiti, un attore che declamava sonetti d’amore di Shakespeare, Claudio Mazzenga, e poi l’altra grande protagonista del #weddingday: la musica di qualità. Fabio è arrivato a bordo di una vespa del 1956 accompagnato da una canzone degli Smiths, mentre per il suo ingresso Eva ha scelto She di Charles Aznavour. Il rito civile, celebrato dal sindaco di Sant’Agata Li Battiati, Carmelo Galati, è stato accompagnato dalle vibrazioni magiche dell’Hang suonato da Marco Selvaggio, uno dei pochi suonatori al mondo di questo rarissimo strumento a forma di ufo e in questi anni sta portando in giro per l’Europa la sua arte e il buon nome della Catania musicale. Le melodie e le vibrazioni dell’Hang hanno contribuito al crescere delle emozioni nel giardino all’inglese durante cerimonia, i discorsi dei testimoni, Giuseppe Bicceri e

Giancarlo La Bozzetta e le promesse degli sposi. Dopo lo scambio degli anelli al via un piccolo festival di musica dal vivo e dj set immortalato negli scatti dei fotografi Giancarlo Comparotto e Mario Avellina. Due band, cinque elementi, una decina di strumenti e una consolle. Lo spazio sopra la piscina si è trasformato in un palco per l’esibizione dal vivo della Swing band di Emilio Catera, storico batterista dei Boppin Kids che per l’occasione ha proposto il repertorio Swing, Rockabilly e Jumpin Jive, generi profondamente amati da Eva e Fabio. Ma il momento clou dell’esibizione musicale, quello esclusivo perché dato dall’unicità dell’incontro, è arrivato quando la band di Emilio Catera ha iniziato una jam session con i Montefiori Cocktail, duo di Forlì che ha scritto la storia della musica italiana contemporanea, padri di moltissimi degli arrangiamenti delle hit house degli anni Novanta. Francesco e Federico Montefiori suonano musica itlaiana lounge ed easy listening, le loro composizioni sono state utilizzate per numerosi spot pubblicitari, jingle, sigle radiotelevisive, colonne sonore di film, da L'ultimo bacio alla serie Sex and the City. Alla performance musicale improvvisata si sono poi uniti anche i beat di un orgoglio della Sicilia musicale all’estero, Leo Lippolis, atterrato poche ore prima da New York City, dopo diversi mesi di performances a Miami e dintorni. Un momento unico per gli ospiti della festa che con Leo Lippolis in consolle hanno rivissuto i magici momenti delle estati a Stromboli, isola dove è nato anche l’amore tra Eva e Fabio.


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il libro

IL FASCINO DI CATANIA

RACCONTATA

dalle sue donne PAOLA MAUGERI, FRANCESCA PARISI, RITA BOTTO, MARELLA FERRERA, LAURA MANCUSO, ALICE VALENTI, LE MALMARITATE, ANTONELLA LEONARDI, MARIA CARUSO, ANGELA BONANNO, MONICA CONSOLI, GABRIELLA FERRERA, ANNA CAVALLOTTO, LUCIA SARDO, LE MONACHE BENEDETTINE, DONATELLA FINOCCHIARO E CARMEN CONSOLI HANNO RIVELATO LA LORO CITTÀ AL GIORNALISTA DOMENICO MARCELLA IN #ZERONOVECINQUE, SIGNORE CATANESI RISPONDONO di danila giaquinta immine putenti, favolose ragazze” che raccontano o trasmettono Catania attraverso la penna di un calabrese. La prefazione di Catena Fiorello dice e anticipa tanto rispetto a #ZeroNoveCinque. Signore catanesi rispondono, l’opera prima del giornalista Domenico Marcella, edita da Carthago, uscita a maggio. In poco meno di 100 pagine, l’autore s’infila nella città e tira fuori i suoi quartieri, storia, lava, dna, raggi e bui attraverso le vite di alcune sue figlie, e che figlie, tutte creative, andate, tornate e che, anche quando non ritornano, catanesi restano e catanesità diffondono: Paola Maugeri, Francesca Parisi, Rita Botto, Marella Ferrera, Laura

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Mancuso, Alice Valenti, Le Malmaritate, Antonella Leonardi, Maria Caruso, Angela Bonanno, Monica Consoli, Gabriella Ferrera, Anna Cavallotto, Lucia Sardo, le Monache Benedettine, Donatella Finocchiaro e Carmen Consoli. Tutto cominciò per caso, nel bel mezzo di una gita scolastica. «Avevo 12 anni e rimasi folgorato, abbagliato dalla sua bellezza. Erano gli anni Novanta e Catania era la Seattle d’Europa. Tornai altre volte in vacanza finché mi resi conto che tutte le strade mi portavano lì. Il fermento culturale e soprattutto la musica mi tenevano agganciato alla città: Franco Battiato, Mario Venuti, Carmen Consoli. Ad un tratto ho voluto renderle omaggio ma non volevo scrivere la sua storia in modo banale. Ho scelto le donne perché a Catania c’è una forte identi-

Domenico Marcella


tà femminile, a partire da lei che per me è una signora, per continuare con Sant’Agata e l’Etna invocata sempre come una mamma. Come nel caso di Laura Mancuso, la moglie di Angelo D’Arrigo, che vive proprio vicino al vulcano e ogni mattina si affaccia, lo guarda e capisce se è la giornata giusta per volare o sciare». Un anno di lavoro tra incontri e chiacchierate con quelle catanesi di nascita o d’adozione il cui filo rosso è l’amore per una città che a volte scoppia di contrasti e fa arrabbiare ma rimane bella, lascia il segno e inchioda. «Per loro è croce e delizia – riflette Domenico – qualcuna ne parla benissimo, come Carmen Consoli che pensa che Catania sia un paradiso e che non ci sia un posto migliore dove vivere. Altre aprono delle parentesi e formulano delle critiche sacrosante dettate dall’amore come Donatella Finocchiaro che racconta delle passeggiate che faceva da bambina a piazza Europa e di quell’odore, oggi dissolto dall’inquinamento, magicamente ritrovato sul set di Terraferma. O come la pittrice Alice Valenti e il suo quartiere fatto di muri scrostati, spazi verdi abbandonati come pure della rara bellezza di un palazzo liberty e del profumo dei cacocciuli arrustuti». Da una pagina all’altra, sopra e sotto le righe di quelle testimonianze, ne viene fuori una città bella, che stuzzica tutti i sensi, in cui s’impara ad essere forti, in un certo senso duri e ostinati, come la pietra lavica o gli scogli. Sorride lo scrittore: «È come se ognuna di loro avesse voluto mandare la cartolina di un luogo, di un ricordo, di un odore o un sapore. Come nel caso di Monica Consoli che, attraverso la sua Cucina del sole, racconta la storia familiare e quella degli arancini. La città è un po’ come un essere umano, non può non avere problemi e tutto sommato Catania è sorridente e le sue ombre non riescono ad offuscarne il fascino. Vivere al Sud è una condanna ma anche un privilegio e dà quella forza necessaria per rincorrere fino a realizzare un sogno. Quelle del libro sono tutte storie di vite positive, che vorrei graffiassero l’anima del lettore. Alcune sono legate a vicende drammatiche di violenza come quella raccontata da Lucia Sardo rispetto a una sua zia o dalle Monache Benedettine su Sant’Agata, ma restano storie di donne che, desiderando, partendo e ritornando, hanno sfondato il loro soffitto di cristallo». Devozione a parte, chi meglio di un occhio esterno, poco oltre lo Stretto, può definire il codice genetico catanese? “Nel viso di queste donne (…) troverai niuru di La Muntagna, celesti d’un cielu sempri beddu, e russu, comu la passione ca l’accumpagna”. Parola di Catena Fiorello, per Domenico: «Beh, una perso-

Carmen Consoli

Paola Maugeri

Donatella Finocchiaro

Marella Ferrera

Rita Botto

Lucia Sardo

Donatella Finocchiaro

LE INTERVISTATE HANNO UN ELEMENTO IN COMUNE: HANNO SCELTO QUASI TUTTE DI ABBANDONARE LA LORO TERRA E QUASI TUTTE DI TORNARE. LA PREFAZIONE DEL LIBRO È AFFIDATA A CATENA FIORELLO: «NEL VISO DI QUESTE DONNE (…) TROVERAI NIURU DI LA MUNTAGNA, CELESTI D’UN CIELU SEMPRI BEDDU, E RUSSU, COMU LA PASSIONE CA L’ACCUMPAGNA». nalità vulcanica e determinata. Parliamo di una terra piena di minerali che forgia il carattere, come il contrasto tra fuoco e mare. E un senso di rinascita, come quello di Laura Mancuso che ha portato in volo donne in difficoltà affinché si liberassero e vedessero il mondo da un’altra prospettiva». Le catanesi di Domenico hanno un altro elemento comune, hanno scelto quasi tutte di abbandonare la loro terra e quasi tutte di tornare. Per poi prendere Catania e la Sicilia e farne il motore centrifugo del proprio lavoro. «Non riescono a starne lontano. Come dice Lucia Sardo, si torna quando si è consapevoli che nessuno potrà ferirci, di essere così forti che quando ci si infetta, ci si ripulisce. O, come nel caso della “cantantessa felice”, per ritrovare il calore della propria gente. Una volta a casa, danno quello che hanno imparato, mettono a servizio dei concittadini le proprie esperienze e, attraverso il proprio talento, esportano Catania nel mondo, come la Ferrera con i suoi ricami, la Maugeri che con i suoi “Las Vegans” ha reinventato piatti della tradizione sici-

liana, la Parisi che con la sua Casa Eoliana dà spazio a icone e artigianato locali, la Botto con i suoi ritornelli, la Bonanno con i suoi versi». A questo punto non resta che spostare l’obiettivo, inquadrare lui e vedere Catania dentro i suoi occhi. L’innamoramento di quel bambino in gita è diventato amore? «Prima di fare le interviste ho voluto preparami, ho girato per la città – conclude Domenico. Avevo fame di conoscere Catania. Sentivo sempre parlare della festa di sant’Agata, avevo visto qualche servizio televisivo. L’avevo immaginata, ma non bene. Viverla è stata un’esperienza sensoriale fantastica: il sacro e il profano, la devozione e quel sacco bianco che rende tutti uguali. E poi gli odori, il torrone caldo, le olivette. Catania è un luogo a dimensione umana. In generale si sta meglio al Sud per il grande cuore che abbiamo, perché resistono ancora valori e tradizioni. Certo, viviamo in un mondo frenetico, dalla cultura fast: spesso corriamo e ci dimentichiamo di alzare gli occhi e vedere cosa c’è sopra, come quei vostri meravigliosi balconi. Non vivo a Catania ma torno per fare il pieno di energia, di cannoli e arancini. La frutta buona la mangio lì».

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SICILIANE

people

IL NOSTRO ZOOM SUI TALENTI NOSTRANI, DONNE CHE SI SONO DISTINTE PER I RISULTATI E I SUCCESSI OTTENUTI NELLA PROPRIA PROFESSIONE, NELL’ARTE, NELLE SCIENZE X

ANNA VALLE Quaranta anni e non sentirli. Anna Valle ha da pochi giorni varcato la soglia degli “anta” e ha festeggiato con estrema riservatezza. Per niente social, niente scandali o foto osé, pochissima mondanità, l’ex Miss Italia 1995 in una recente intervista al settimanale “F” ha commentato con il consueto stile sobrio: «I miei primi quarant'anni? Non ci penso. Ma era così anche a 18 anni. Non ho mai sentito certe scadenze. Ho sempre vissuto la mia età in modo relativo. Non festeggio mai i miei compleanni. Non mi piace essere al centro dell'attenzione». Mora, bella, elegante e di una certa timidezza, dopo il titolo di Miss Italia, Anna Valle spicca il volo nel mondo del cinema e delle fiction. Nel frattempo si sposa con un avvocato e diventa mamma di due figli. Auguri.

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ALBERTA SANTUCCIO Catanaese, classe 1994, Alberta Santuccio è una delle quattro schermidrici azzurre ad aver conquistato la medaglia di bronzo nella spada femminile ai Giochi Olimpici Europei di Baku, lo scorso 26 giugno. Alberta è stata la protagonista della finale per il terzo posto, perché è stata lei a chiudere gli “assalti” e a conquistare, al termine di una gara tese a spettacolare contro Anna Sivkova, i punti preziosi per avere la meglio sulle forti e quotatissime avversarie russe. «Una mdeglia di bronzo che vale tanto e che cancella in parte l’amarezza per aver fallito la corsa al podio nella competizione individuale», ha detto Alberta, la più giovane delle azzurre. Resta questa grande soddisfazione per la spadista allenata da Mimmo Patti, che al termine della gara ha lasciato esplodere un’esultanza contagiosa. (La foto a fianco è di Augusto Brizzi) X


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AURORA QUATTROCCHI Ancora una conferma e una soddisfazione per l’attrice palermitana, classe 1943. Aurora Quattrocchi, infatti, è nel cast del pluripremiato “Anime Nere” di Francesco Munzi che è stato il “miglior film” al David di Donatello 2015, conquistando ben otto statuette (miglior regista, canzone originale, produttore, fonico di presa diretta, fotografia, montatore, sceneggiatura, musicista) e che ha ricevuto pure tre Nastri d’Argento al Taormina Film Fest (miglior produzione, il miglior montaggio e migliore sceneggiatura). L’attrice siciliana ha una carriera divisa tra cinema tv e teatro. Sul grande schermo ha lavorato in “Mery per sempre” di Marco Risi, “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore, “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, “Nuovomondo” di Emanuele Crialese, “Viola di mare” di Donatella Maiorca, “È stato il figlio” di Daniele Ciprì e in ultimo è tra gli interpreti del film di quest’anno “Fuori dal coro” di Sergio Misuraca.

LE DONNE DI RISORSE SMART Due agronomi (Roberta Selvaggi e Mariagrazia Signorello ), una giornalista (Grazia Sicali) e un architetto (Marilù Federico). Sono le quattro donne che hanno “inventato” Risorse Smart, una nuova startup nata in Sicilia per creare opportunità di incontro tra domanda e offerta di scarti e sottoprodotti agricoli e agroindustriali. Allo stato attuale, la destinazione dei sottoprodotti dei processi di trasformazione agroalimentare (molitura olive, spremitura agrumi, pigiatura uva ed altri) spesso non soddisfa le esigenze dei trasformatori: essi vengono gestiti come se fossero un “problema”, ma in realtà sono risorse. L’obiettivo della neonata azienda siciliana tutta al femminile è proprio quello di favorire l’incontro, all’interno di un network digitale, tra chi dispone di queste risorse e chi le potrebbe impiegare in processi di valorizzazione. L’idea della piattaforma informatica permetterà di convogliare l’offerta frammentata e lontana geograficamente delle diverse biomasse, per soddisfare le richieste delle imprese dislocate su tutto il territorio nazionale, ma anche all’estero.

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siciliane la ballerina

SICILIANA VINCITRICE DELLA SEZIONE DANZA DEL TALENT DI MARIA DE FILIPPI HA OTTENUTO UN CONTRATTO CON IL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA. «SPERO DI DIMOSTRARE A ELEONORA ABBAGNATO, CHE MI HA PREMIATO, DI SAPER LAVORARE SODO»

Virginia Tomarchio

«AMICI MI HA DATO UNA NUOVA FIDUCIA» di Ornella Ponzio

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on ho scelto io la danza, lei ha scelto me. Sono una ballerina sempre. Ho costantemente la testa persa nei passi e i piedi che vanno da soli». Virginia Tomarchio, 19 anni, vincitrice della sezione danza dell’utima edizione di “Amici”, ha già tutte le carte in regola per diventare una étoile. «Il primo impatto con la sala però è stato strano, avevo molto paura. Quando entrai per la prima volta in sala per ballare avevo già dieci anni, ero con bambine più piccole di me che però sapevano muoversi, provai tanta ansia perché loro erano in grado di di fare tante cose rispetto a me, mi sentivo insicura».

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Poi però le cose cambiano ed è tutto un crescendo. È partita dal suo paesello con una valigia piena di scarpette, scaldamuscoli e di sogni, approdando a Roma alla corte della signora Maria De Filippi. Virginia “da Trecastagni” è stata scelta tra migliaia di aspiranti e ha dimostrato di saper tracciare il suo sentiero. La sua è la classica fiaba della bambina che scopre dentro di sé una passione tanto forte da decidere presto di diventare una danzatrice e di trasformarsi magari in una stella. Da piccola venne portata dai genitori a vedere un balletto classico e per lei fu una folgorazione: la musica, il teatro, i tutù… capì che quella sarebbe stata la sua vita. Decise già in quell’occasione che voleva fare la ballerina trovando subito il consenso dei genitori.

«Con grandi sacrifici anche economici - dice la mamma Antonella - per gli studi prima a Catania, poi i corsi, le masterclass con grandi étoiles; e anche vivere a Roma è molto costoso». Mamma e papà Matteo vivono a Trecastagni, persone semplici e con i piedi ben piantati a terra; consapevoli del valore della figlia, non lesinano energie per fornirle gli strumenti per un percorso ottimale. Ha vinto numerosi premi e stages, dall’infanzia ha rivelato un grande istinto al movimento, al quale sapeva abbandonarsi con facilità grazie all’agilità del suo corpo, alla flessibilità e versatilità che sembravano ascoltare e rispondere al ritmo interiore. E poi Virginia ha il senso del sacrificio: «Sono abituata lavorare. Fin da ragazzina ho partecipato a molti concorsi e provavo tutti i


giorni fino allo sfinimento. Per migliorare, perché devi sempre fare meglio. Ho un carattere sensibile e questo credo che si veda». Emotiva. Un elemento importante che le ha dato le mille sfaccettature dei personaggi in cui si è calata. Una peculiarità che le ha permesso di interpretare i vari ruoli con un piglio da artista consumata. Anima sensibile corredata da un’espressione corporea e da una mimica che la rendono speciale. Un metro e settanta per 49 chili di talento. «Mi sono buttata a capofitto per entrare in quei personaggi di cui dovevo vestire i panni. Senza stancarmi mai». La sacra adrenalina che la faceva svegliare prima di tutti al mattino, non sentire la fatica ed interiorizzare tutto per poi farlo riemergere in scena. C' è stato qualche periodo particolarmente difficile? «Di recente. Avevo 18 anni, ero nella compagnia di Raffaele Paganini. Avevamo fatto la stagione ma non intravedevo nulla di concreto nel mio futuro. Andavo a studiare, ad allenarmi ma non intravedevo nessuna prospettiva, ero sfiduciata; per un anno non ho fatto niente se non andare a lezione, ma senza un obiettivo. Non c’erano praticamente audizioni, né concorsi di un certo livello. Mi chiedevo “cosa farò adesso? Non ho nulla in mano in questo momento”. Mi sentivo confusa. Autostima sotto i tacchi». Poi la svolta.. «Sì, grazie al mio maestro di danza le cose hanno cominciato a girare. Un’audizione con un coreografo molto bravo che avrebbe potuto darmi una chance. Mi ha visto ballare... il resto lo sapete». Ad Amici. Quando sei approdata all'ago-

con i fan. A sinistra, Virginia Tomarchio si presta a farsi fotografare con una delle sue ammiratrici. Sotto, con il suo ragazzo Christian, ballerino siciliano e concorrente di “Amici”

gnato “serale” come ti sei sentita ? «Emozione al massimo. Ero attiva già dal primissimo mattino. Mi sentivo carica, le prove non mi stancavano mai. In “casetta” (l’alloggio in cui i concorrenti di una squadra vivono insieme fino alla finale, ndr) gli altri mi dicevano: ma dopo quasi quattro ore, sei ancora così “up”?». Ad Amici ti sei esibita con star internazionali. Hai fatto venire la pelle d’oca a Ricky Martin... «È vero, l’ha detto. Nek si stupiva a vedermi tanto energica durante le prove; mi ha fatto tanti complimenti». Adesso qual è la tua giornata tipo? «La mia giornata inizia presto; mi alzo alle 6. Faccio velocemente colazione e scappo subi-

to a prendere il treno. Allenamento e poi gli appuntamenti con tutti i fan. Viaggio tutti i giorni per ore. Si corre da un centro commerciale ad un locale, da un posto all’altro per incontrare persone, per firmare autografi e naturalmente raffiche di selfie». Oltre al premio di 50mila euro, ad “Amici” ti è stato offerto un contratto di un anno con il teatro dell’Opera di Roma. Una grande opportunità. «Un grande privilegio. Ad Eleonora Abbagnato, nuova direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma, spero di poter dimostrare di saper lavorare sodo». Un periodo positivo. La tua storia con Christian Lo Presti, ballerino siciliano e concorrente di “Amici”, ha appassionato i vostri fan. Come vanno le cose tra voi? «A gonfie vele. Lui è eccezionale. Pragmatico nel lavoro. Sa gestirsi a meraviglia. Spesso lavoriamo assieme ed è una cosa molto bella». Christian sarà con Virginia, naturalmente, nella serata dedicata alla talentuosa dancer nel cartellone estivo del comune di Trecastagni il prossimo 16 luglio. Presenti Amilcar, Graziano e altri “Amici”. Con qualche sorpresa: ci si chiede già se in quell’occasione si potrà ammirare Virginia danzare sulle sue gambe da gazzella».

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tendenze

La moto È DONNA

sono sempre di più NEL MONDO LE DONNE CHE SI MUOVONO

IN MOTOCICLETTA. UN TREND CHE TOCCA ANCHE L’EUROPA E L’ITALIA, SEPPURE RIMANGA UN DIVARIO TRA NORD E SUD DEL PAESE. OGGI MODELLI E ACCESSORI STRIZZANO L’OCCHIO AL PUBBLICO FEMMINILE

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onostante la motocicletta sia sempre stata in genere un “affare” da uomini, sempre più donne scelgono di passare dal posto passeggero al posto guidatore e di guidare in prima persona il loro mezzo a due ruote. Secondo lo UK Statistics On Bikes And Motorcycle Licence Holders, ci sono 5 milioni di motociclisti nel Regno Unito e di questi più di mezzo milione oggi sono donne. Un sondaggio presentato dalla Harley Davidson dice che le donne che guidano la motocicletta negli Usa hanno un stile di vita meno streassato e più rilassato. Addirittura Claudia Garber, direttore del Women’s Outreach perr Harley Davidson ha affermato che «andare in moto è l’ultima forma di libertà e di espressione della propria personalità, per questo le donne che guidano la moto si sentono più felici e soddisfatte».

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Certo, sentirlo dire da un’esponente della Harley fa sospettare che il giudizio sia un po’ interessato, ma in generale il numero di donne che si mettono in sella e mettono mano all’acceleratore è in aumento un po’ ovunque. Anche perché le case di produzione hanno sfornato modelli più a “misura di donna”, meno alti e più maneggevoli e perché anche l’abbigliamento da moto - visto che per le donne la sicurezza e la protezione sono elementi di primaria importanza - oggi è abbondantemente disponibile anche in versione femminile. Qualcuno sostiene anche che l’incremento delle donne-centauro sia dovuto all’effetto simulazione di alcune celebrità ritratte in sella, come Angelina Jolie o, qualche anno fa, Cher o ancora Victoria Beckham. Se poi si considera che Lauren Hutton, sportiva e attrice, è la vice presidente del Guggenheim Museum Motorcycle Club, questa tesi può an-

che essere valida. C’è da chiedersi se anche in Italia questo trend sia confermato. A sentire alcune rappresentanti del club motociclistici femminili assolutamente sì. Come afferma un’indagine del Corriere della Sera dello scorso autunno. Su questo fronte anche il portale di annunci Subito.it qualche anno fa (era il 2009) aveva fatto un sondaggio fra i suoi utenti: il 18,4% delle donne lombarde aveva dichiarato di possedere un mezzo a due ruote, seguita dal 11,8% delle siciliane. Un risultato che evidenzia una certa distanza tra Nord e Sud, come rilevato anche da altre indagini condotte per esempio da “Motocicliste”, il club dedicato alle donne appassionate di moto, nato nel 1998, e che oggi conta oltre 11.000 motocicliste iscritte. nel complesso, però, il “movimento” cresce esponenzialmente e le due ruote portano in sella sempre più donne.


rider. Rossana Turrisi ad Acitrezza in sella a una Mash, moto di stile vintage, di piccola e media cilindrata, comoda e maneggevole, adatta anche al pubblico femminile. L’imprenditrice etnea sta lanciando anche questo marchio nel suo “MotoeShop” a Giarre

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e due ruote nel cuore e nel DNA. Non importa se siano moto, scooter o biciclette. Per Rossana Turrisi le due ruote sono le uniche «capaci di liberare la città dall’invasione delle auto. Se ci fosse una maggiore mobilità a due ruote le nostre città sarebbero molto più vivibili e meno inquinate». Figlia d’arte – il papà è uno storico rivenditore di motociclette a Mascali - Rossana è una cresciuta a pane e motori. Sin da quando aveva cinque anni ha avuto tra le mani carburatori e pistoni invece delle bambole, andava con papà alle gare, alle fiere internazionali in cui venivano presentati gli ultimi modelli provenienti dalle case giapponesi, amica sin da piccola dell’ingegner Taglioni, l’uomo che ha “inventato” il motore Ducati desmodronico. Ha sempre vissuto in questo ambiente, ovviamente è sempre stata in sella a una moto, ma quello che emerge quando si scambiano due chiacchiere con lei è che proprio ama il mondo delle due ruote. Ne conosce i minimi dettagli, i particolari meno noti, modelli e prestazioni, novità e personalità dei centauri: in pochi secondi, dal tipo di moto che possiedi, riesce a tracciare il tuo profilo caratteriale “motociclistico”. Di recente è stata definita “la signora catanese delle moto”, anche se a lei sarebbe piaciuto di più “la lady catanese delle moto”. Ma il senso è quello, visto che è anche la presidente dell’associazione Ancima, che mette insieme 30-40 concessionari in tutta Italia uniti da una visione comune: l’intento di stimolare il mercato delle due ruote e contrastare i premi troppo alti delle polizze assicurative. Rossana è una che ci crede e fa il suo lavoro con amore. E ha una credibilità costruita prima di tutto sulla competenza. Qualche anno fa ha deciso di smarcarsi da papà, “mettersi in proprio” e aprire la sua azienda a Giarre, in Via Don Luigi Sturzo 34: MotoeShop (www.motoeshop.com). Una visione nuova della “concessionaria”, uno store multibrand tarato a misura di cliente. Con formule innovative sul fronte della vendita e su quello delle polizze assicurative. «Nel 2010 ho lanciato il sistema “Idea MotoeShop”, che è una forma di sharing economy», spiega Rossana. È il modo più innovativo di acquistare una moto scegliendo il veicolo nuovo ma pagandolo come fosse un usato, tutto questo con quote mensili basse: «È la formula che ci sta dando molte soddisfazioni – aggiunge Rossana - e che applico su tutti i modelli più desiderati». L’altro “fronte” di novità Rossana l’aperto sul fronte assicurativo, il punto dolente dove troppo spesso si infrangono le decisioni di acquisto a causa dei premi troppo elevati richiesti dalle compagnie. «Abbiamo deciso di combattere le grandi lobby assicurative e dal 1° marzo ci siamo affiliati a “Moto Platinum”, la prima assicurazione al giusto prezzo solo per due ruote – spiega Rossana -. Un’assicurazione molto conveniente perché non scarica sui clienti il costo dei sinistri automobilistici, come accade invece per le altre compagnie». Svelato l’arcano, Rossana s’è fatta portavoce di questa novità che piace

Rossana Turrisi

LA “LADY” SICILIANA DELLE DUE RUOTE

l’appassionata imprenditrice PUNTA

SU NOVITÀ E ASSICURAZIONI AL “GIUSTO PREZZO” tanto al mondo dei centauri. E lo ha fatto con tutta la sua carica comunicativa, con l’esperienza di chi già dal 2009 si è affidata alle campagne su Google e gestisce diverse pagine Facebook come “BMW moto catania”, “Motoeshop”, “minicar”, “bici elettriche catania”. Nel suo negozio è sempre pronta a lanciare le novità. Come le Mash, marchio francese importato dalla storica Fantic Motor con moto dallo stile vintage, personalizzabili, di piccola e media cilindrata, ideali per le donne perché moto leggere e dai prezzi accessibili. «In Francia e Gran Bretagna stanno spopolando – spiega Rossana - e sono sicura che anche qui avranno lo stesso successo». E se vuoi sapere quanto costa l’assicurazione, basta dirle numero di targa e data di nascita. Ed è subito fatto, senza tante carte da firmare. Prezzo competitivo e via col vento in faccia.

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I pantaloni dell’estate C’È CHI LI CHIAMA CAPI DA "ACQUA-INCASA", MA TRA I CAPRI E I CROP PANTS È TUTTA QUESTIONE DI LARGHEZZE. ENTRAMBI VESTONO TRA IL GINOCCHIO E LA CAVIGLIA, MA I PRIMI SONO PIÙ ADERENTI E DI RIGORE TERMINANO AL POLPACCIO, MENTRE GLI ALTRI HANNO LA VITA PIÙ ALTA E ASSOMIGLIANO A UNA GONNA A CAMPANA. DISEGNATI DALLA STILISTA SONJA DE LENNART, NEL 1948, SONO DIVENTANTI NEGLI ANNI DEGLI INDUMENTI MUST PER I LOOK VACANZIERI, GRAZIE ANCHE A TESTIMONIAL D’ECCEZIONE COME AUDREY HEPBURN, MARILYN MONROE E UMA THURMAN 1 a cura di Venera Coco

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1. La fashion blogger, Alessandra Fazio, autrice del blog God bless my new dress, abbina clutch Stradivarius a un total look Zara, composto da maglietta con scollo a barca, culotte pants con stampa vichy e sandali neri in suede 2. Per Federica Di Franco di Novemberain: top e pantaloni capri Motivi, hobo bag con frange e ballerine a punta blu elettrico H&M (ph. Simone Marchese) 3. Claudia Magro, fashion blogger di La Sciarpa Viola, punta su tinte nude, indossando blusa color cipria La Vie en Rose, sandali Mango, pantaloni capri Zara e minaudière pitonata Marina Romano 4. Alessia Gagliano, ceo del blog di Fashion is Passion. What else? compone il suo outfit mixando pantacapri gialli e crop top bianco e nero Zara, a sandali con plateau Primadonna 5. Anna Andrea Giuffrè, autrice del blog Andrea’s Swag, indossa un total look Luan, sandali bicolor L'Autre Chose, orecchini e cuff BySimon (ph: Salvatore Iannone)

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6. Simona Pastore, mente del blog The Red Moustaches, veste pantaloni cropped So Allure, camicia Dixie, decorata all over con panda, sandali con plateau Tipe e Tacchi, occhiali da sole Face a Face Paris e handbag Sofia Borse (ph. Daniele Onorato Klicku Productions) 7. Crop top New Look, capri pant e infradito con dettagli in metallo H&M per Giorgia Marino, curvy blogger di Morbida la vita 8. Per Manuela Muratore, fashion blogger di Unconventional Secrets: giacca in tweed Sakura, pantaloni capri bianchu Liu-Jo e décolleté Sergio Rossi 9. La blogger palermitana, Meryem Amato, ideatrice del blog Modemme, per il suo outfit opta per: crop pants Appeal, crop top con dettagli in pizzo Pacofrancisco, sandali Mango, clutch rossa Rigamo e orologio Daniel Wellington 10. Roberta Puglisi del blog Your Fashion Outfit coniuga: blusa Gaëlle Paris, jeans beiage Aniye By, sandali con dettagli shining Steve Madden, tracolla rosa Almala Bag e orologio Michael Kors (ph: Eleonora Aricò)

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11. Valentina Coco di Zagu Fashion per il suo summer look sceglie una felpa blu notte Stefanel, pantaloni capri gialli e camicia Zara, dĂŠcolletĂŠ a righe Sarenza, borsa Jessica Buurman, occhiali da sole Lolita Lempicka e collana Ottaviani

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12. Stefania Di Blasi, creatrice del blog Matter of Style, compone il suo outfit mixando: maxi gilet bianco Candida, crop top Bershka, crop pant Stradivarius, sandali neri Zara, pochette giallo ocra Rigamo e orologio Woodstar Milano

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BARBARELLA STYLE. LA MODA SPAZIALE IDEATA DA PACO RABANNE PER L’ATTRICE

JANE FONDA RITORNA IN AUGE. PVC, RESINA, CELLULOSA, PLEXIGLASS, NYLON, GOMMA E VINILE SCOPRONO UNA SECONDA GIOVINEZZA SU INFRADITO, BALLERINE, OROLOGI, BORSE E BIJOUX. RESISTENTI AD ACQUA DI MARE, SALSEDINE E RAGGI SOLARI

a cura di Venera Coco

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1. S’ISPIRANO ALLE SCARPE DEI PESCATORI DELLA RIVIERA FRANCESE, LE “ARANHA 1979” DI MELISSA; 2. FLASH SUN È L’OCCHIALE DA SOLE IN ACETATO TRASPARENTE CON LENTI COLORATE, BLUMARINE BY DE RIGO VISION; 3. COLOR VERDE ACQUAMARINA, L’OROLOGIO IN SILICONE “SHAPE”, HOOPS; 4. FASCETTE PIÙ SOTTILI E NUANCE DEGRADÈ PER L’INFRADITO “FLAT”, HAVAIANAS; 5. LORD È LA SLIP-ON TRAFORATA, RIVIERAS LEISURE SHOES; 6. PELLE, PVC E CRISTALLI SWAROVSKI PER LA CROSSBODY BAG “ACAPULCO FLOWERS GREEN”, SHOUROUK PARIS; 7. GALLEGGIA ED È RESISTENTE AI RAGGI UV, L’OROLOGIO OVERSIZE “TOYFLOAT” DI TOYWATCH; 8. VIOLATTA È IL SANDALO GLADIATOR IMPREZIOSITO DA PERLE, KARL LAGERFELD BY MELISSA; 9. SHOPPING BAG IN PLASTICA CON MANICI E BORDATURA IN PELLE, JUST CAVALLI; 10. ANA È LA BALLERINA A PUNTA CON INSERTI IN PVC TRASPARENTE E PELLE DI CAPRETTO MULTICOLOUR, CHARLOTTE OLYMPIA; 11. DI ARMANI JEANS LE INFRADITO IN PVC DECORATE CON FIOCCHI O CON STRASS; 12. ALTERNANO STRIPES IN PVC E PELLE LE DÉCOLLETÉ FIRMATE CHRISTIAN LOUBOUTIN; 13. SEMBRA UNA BUBBLE GUM LA MINAUDIÈRE “BIG BABOL TUTTI FRUTTI”, URANIA GAZELLI; 14. SEGUE LE FORME DEL CORPO IL MINI ABITO-SCULTURA REALIZZATO CON STAMPA 3D, IRIS VAN HERPEN; 15. PATTERN MARINI DECORANO LA SHOPPER “GIORGIA“, GABS FRANCO GABBRIELLI; 16. SUOLA A CARRARMATO PER I SANDALI A FIORI, VALENTINO GARAVANI

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IL GIOVANISSIMO E TALENTUOSO STILISTA LICATESE, SCOMPARSO A SOLI 16 ANNI, HA LASCIATO CENTINAIA DI BOZZETTI E DISEGNI DI MODA. GRAZIE A QUESTI “ESERCIZI” LA FAMIGLIA, DAL 2011, HA GIA’ REALIZZATO CINQUE COLLEZIONI, RIUSCENDO A FARLE SFILARE SULLE PASSERELLE DEL MADEINMEDI di Venera Coco a forza del tratto e del colore è potentissima, riesce a rimanere indelebile per sempre, anche quando si abbandona la vita terrena. La storia di Antonio Attisano ruota proprio attorno a pennelli, matite e schizzi e scuote gli animi, tracciandone un segno. Scomparso prematuramente nel 2010 a soli sedici anni, il giovane licatese, brillante studente del Liceo Classico “Linares”, era appassionato di tutto ciò che è bellezza, stile e armonia, lasciando un patrimonio ancora tutto da scoprire, fatto di scritti, poesie e duecento disegni di moda impressi su ritagli di carta e bigliettini, pronti per essere realizzati. Grazie a questi esercizi stilistici la famiglia Attisano è riuscita, dal 2011 ad oggi, a far sfilare sulle passerelle del Madeinmedi, le creazioni ideate dal figlio. Le varie collezioni non sono altro che una riflessione estetica sulla bellezza ed esaltano la silhouette femminile con linee essenziali che si curvano sinuose sul corpo delle donne e si affidano a ricche sfumature che si fanno energiche o si attenuano a seconda che si tratti di un vestito da sera o da cocktail. Il talento nascosto di Antonio di cui nessuno era a conoscenza, è stato quindi assecondato e sollecitato dai genitori, che raccontano: «quando si trattava di abiti la sua mano si trasformava. I tratti si facevano decisi, senza sbavature, senza tremori». Gli schizzi venuti alla luce quasi per caso, come un prezioso tesoro celato dagli abissi, sono serviti a tenere in vita il ricordo di Antonio, centellinando perle di stile che si tramutano, stagione dopo stagione, in “segni tangibili di una vita che continua.” In che modo siete venuti a conoscenza di questi bozzetti inediti dopo la scomparsa

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COSÌ RIVIVE LA bellezza di Antonio? «I bozzetti sono stati trovati su indicazione della sorellina Anna Maria che ci ha indicato una carpetta custodita in un cassetto nella stanza di Antonio. Sopra c’era scritto, “il meglio deve ancora venire"». Dal 2011 ad oggi, come mai avete voluto chiamare le collezioni “Sinfonie”? «Le collezioni chiamate “Sinfonia N°1, 2, 3, 4, 5” onorano la grande passione di Antonio per la musica. Lui suonava, infatti, il pianoforte e il suo artista preferito era Chopin». Siamo già alla “Sinfonia N°5”; quando gli

schizzi ritrovati finiranno, cosa pensate di fare? «Abbiamo materiale per innumerevoli “Sinfonie”, giacché i disegni sono oltre duecento e si prestano a molteplici interpretazioni e rivisitazioni, amalgamandosi perfettamente alle mode correnti». Che rapporto aveva Antonio con la moda e con la bellezza in genere? «Antonio amava tutto ciò che era bello (musica, arte, moda) e si sentiva gratificato dall'armonia e dalla perfezione estetica di ciò che lo circondava».


SINFONIA N. 5 ALCUNI CAPI DELL’ULTIMA COLLEZIONE “SINFONIA N° 5” PRESENTATA AL MADEINMEDI A INIZIO GIUGNO 2015. NELLA PAGINA ACCANTO, UNA FOTO DI ANTONIO ATTISANO E DELLA SORELLA ANNA MARIA CHE LO RAPPRESENTA IN OGNI SFILATA

Come mai vi siete affidati alla famiglia Ferrera, e nello specifico a Gabriella, per traslare su stoffa i modelli disegnati da Antonio? «E' stato un amico comune a farci conoscere Marella Ferrera che allora era assessore alla cultura del comune di Catania. La stilista catanese quando ha visto per la prima volta i bozzetti di Antonio ne è rimasta subito colpita, tanto da presentarci la sorella Gabriella, direttrice dell'Accademia di Moda “Euromediterranea”, la quale immediatamente ha accettato di realizzare la prima collezione (Sinfonia n°1), che ha sfilato alle Ciminiere di Catania nel giugno del 2011». Gabriella Ferrera si è attenuta fedelmente agli schizzi di Antonio? «La realizzazione degli abiti di Antonio avviene seguendo scrupolosamente i disegni originari da lui ideati». Quali sono state le difficoltà tecniche cui siete andati incontro? E come le avete superate? «Per questa domanda bisognerebbe chiedere alle sarte dell'Accademia e alla direttrice artistica Gabriella Ferrera, perché noi abbiamo sempre visto un lavoro finito e perfetto in ogni particolare». Come mai Antonio ha voluto dedicare alcune sue creazioni a Coco Chanel? «Antonio amava Coco Chanel sin da piccolo, era rimasto colpito dalla sua forza e dalla determinazione a superare le mille difficoltà della vita ma anche dal suo stile e dalla sua classe inconfondibile». “Era un talento prolifico ed eclettico che si dedicava anche alla scrittura e alla poesia” a tal punto da scrivere un romanzo ambientato in Terra Santa. Raccontateci qualche aneddoto riguardo questo racconto? «Antonio pensò al romanzo, ancora non pubblicato, al ritorno da un viaggio in Terra Santa che lo segnò profondamente: in pochi giorni scrisse di getto il suo “Jerusalem”, che narra la storia di un giornalista alla ri-

cerca di se stesso in quei luoghi ricchi di fascino e mistero». Cos’ha rappresentato per voi il Madeinmedi, kermesse dedicata alla moda che mette in risalto i talenti del Mediterraneo? Secondo voi, cosa avrebbe rappresentato per Antonio? «Il Madeinmedi è la riprova che anche con piccole risorse si possono fare grandi cose, riuscendo a far conoscere talenti altrimenti mai espressi. Grazie e questa manifestazione Antonio vive ancora e attraverso le abilità dei ragazzi dell’Accademia, che da un anno all’altro studiano e realizzano le sue creazioni, il suo spirito è presente in una comunione tra cielo e terra». Che consiglio volete dare ai testimoni di Antonio ovvero ai nuovi giovani designer che vorranno dare nuova linfa e nuova energia alla moda? «Di non lasciare i sogni in una carpetta custodita in un cassetto ma di osare come abbiamo fatto noi, che abbiamo creduto in un progetto sino a qualche anno fa impensabile». Una memoria di Antonio… «Il ricordo di Antonio è racchiuso in una frase: “ti voglio bene, mamma”». Fra gli stilisti di oggi quali sarebbero piaciuti maggiormente a vostro figlio, diventando sua fonte d’ispirazione? «Antonio amava Giorgio Armani e Dolce e Gabbana oltre che la sua musa Gabrielle Chanel». Vi saranno delle collaborazioni speciali per le prossime stagioni? Svelateci qualche anticipazione? «Noi siamo aperti a tutte le possibilità di sviluppo del progetto che ricordiamo, non prevede scopi di lucro, ma solo il desiderio di vedere animati gli schizzi di nostro figlio». Progetti futuri? C’è nell’aria l’idea di creare una fondazione a sostegno dei nuovi stilisti emergenti? «Probabilmente in futuro non escludiamo questa possibilità. Cercheremo comunque di rappresentare al meglio sia la Sicilia che i suoi nuovi talenti».

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beauty a cura di venera coco

NON SBAVA.

A prova di disastro, la matita gel ad asciugatura rapida Exaggerate Smoke n’ Shine di Rimmel London che non lascia macchie e imperfezioni. Da una parte c’è la mina automatica, dall’altra lo smudger che inspessisce la linea per uno smokey look

ANTI SBECCATURE.

Per unghie di mani e piedi, messe a dura prova da sabbia, scogli e ciottoli marini, lo smalto semipermanente Artistic Colour Gloss dura fino a tre settimane

Make-up a prova d’estate ILLUMINANTE.

ULTRA SOTTILE.

Ha uno spessore di 0,00876 mm, il pennello dell’ Ultrathin Liquid Eyeliner Pen – Eyeliner di Blinc. Ultra preciso e ad alta tenuta, la sua formula è resistente all’acqua, non sbiadisce e non sbava

Dura fino a 8 ore e non appiccica, il lipgloss Long Last Glosswear di Clinique, che contiene fattori idratanti per labbra senza screpolature. In dieci tonalità brillanti, dalla più trasparente fino a quella con copertura totale

alta resistenza. IMPERMEABILI, WATERPROOF E LONG LASTING. I COSMETICI CHE PERMETTONO DI AVERE UN LOOK “INDELEBILE” CAPACE DI RESISTERE AD ACQUA, CLORO E SALSEDINE

VELLUTATO.

Garantisce la tenuta del colore per tutto il giorno assicurando allo stesso tempo idratazione per ore, il rossetto ColorStay Ultimate Suede di Revlon, studiato per consentire una precisa applicazione grazie alla sua punta sagomata

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ZERO GRUMI.

Oltre a una tenuta long lasting e una formula oftalmologicamente testata, il nuovo mascara Art Design di Collistar cattura le ciglia superiori e inferiori una ad una, le modella, le separa e texturizza, creando volume e un effetto rinfoltente su tutta la lunghezza

BIFASICO. Rimuove anche il makeup waterproof più resistente il Super Struccante Occhi Waterproof di Sephora che contiene un complesso ricco di flavonoidi ed estratti di ulivo per rinforzare le ciglia. Adatto a chi indossa lenti a contatto e ha occhi sensibili

A PROVA DI MACCHIA.

Dalla texture fondente l’ombretto Aqua Matic di Make Up For Ever che rimane inalterato. La sua copertura non appesantisce la palpebra, l’applicatore automatico retraibile e la sua mina appuntita permettono di lavorare anche la linea delle ciglia inferiori e superiori


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hairstylist di antonio morici *

ICONE. Medusa e il bastoncino di bambù sono da sempre i simboli iconici di due grandi maison ma oggi si ritrovano anche nel pack in due nuove fragranze. Eros Pour Femme di Versace mescola il limone di Sicilia e il gelsomino al bergamotto di Calabria, mentre Bamboo di Gucci si affida agli accordi legnosi del sandalo, della vaniglia tahitiana e dell’ambra grigia

WET EFFECT..

BEAUTY DENIM. I jeans modellanti Spanx rivoluzionano il mondo dello shapewear perché utilizzano una tela denim extra elastica dalla tecnologia a tripla tessitura, che non costringe la silhouette ma anche una banda interna elasticizzata che amplifica l’effetto pancia piatta

ANTI-AGE.

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Un gel anti-età per le unghie di mani e piedi. Onicare di Galderma è formulato per ridurre l’ispessimento della lamina ungueale, la fragilità e lo sfaldamento, nonché per rendere la colorazione più uniforme e migliorarne l’ingiallimento

La tecnologia Aquaflex permette al nuovo spray trasparente Wet Skin di Piz Buin di “penetrare” le gocce di acqua marina o sudore e aderire perfettamente alla pelle bagnata, garantendo ugualmente una corretta protezione senza aspettare che l’epidermide si asciughi

COLORITO MARINIÈRE.

Chanel ha creato dei prodotti ad hoc per un incarnato luminoso e radioso. La nuova linea Les Beiges racchiude la cipria Harmonie Poudres Belle Mine Marinière, completa di filtri UVA e UVB e SPF15/PA++, e il fard in crema Stick Belle Mine Naturelle che si sfuma con la punta delle dita

CAPELLI PROTETTI CON OLIO DI COCCO orrereste il rischio di scottarvi, e così dire addio alla tintarella, perché non avete applicato il solare protettivo? E alla sera vi fareste mancare una doccia ristoratrice, seguita dalla piacevolezza di un prodotto reidratante e rinfrescante? Difficile pensarlo. Meno scontato è considerare le attenzioni che i capelli meritano al sole. Evitare le conseguenze alla fibra è impossibile. Possibile invece contenere l’aggressione estiva. Che, secondo gli specialisti, presenta il conto in autunno, non solo con aridità e perdita di lucentezza, ma anche con una caduta più abbondante di quella fisiologica. Preparate i capelli già da adesso con dei trattamenti nutritivi e rinforzanti! Sotto il sole cercate di proteggerli il più possibile come un foulard annodato a dovere in testa o un cappello di paglia. Spalmate sui capelli dell’olio di cocco: questo ingrediente è infatti in grado di garantire ai vostri capelli la giusta protezione dai raggi Uva e in più donerà alla vostra chioma un profumo irresisitibile. Infine dopo ogni bagno in mare ricordatevi di sciacquare via la salsedine dai capelli con una doccia fresca: il sale del mare è un’agente davvero aggressivo, che sfibra e indebolisce capelli e cuoio capelluto. Dopo l'esposizione al sole lavate accuratamente i capelli con uno shampoo delicato e leggero, che non aggredisca il cuoio capelluto concludendo con una maschera idratante.

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Morici è un hair stylist e look maker siciliano. * IlAntonio suo salone romano è frequentato da molte celebrities

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benessere

a cura di giorgia agosta

IL “CIRCOLO VIRTUOSO” DEL rolfing i benefici del metodo integrato LO SCOPO E’ RISTABILIRE UN MAGGIOR EQUILIBRIO NELLA STRUTTURA CORPOREA, PIU’ MOBILITÀ E LA POSSIBILITÀ DI UN’INTERAZIONE PIÙ FACILE E ARMONIOSA CON L’AMBIENTE. E A CATANIA, FINO AL 24 LUGLIO SI RIUNIRANNO ESPERTI DELLA DISCIPLINA PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO i chiama Rolfing Integrazione Strutturale e, attualmente, rappresenta uno dei metodi più efficaci contro alcune problematiche che ci colpiscono tutti i giorni: dallo stress al senso di stanchezza, dai dolori articolari al mal di schiena. Il Rolfing, deve la sua nascita alla Dottoressa Ida Paolina Rolf, bioochimica americana del Rockefeller Institute for Medical Research. La scienziata, nella sua appassionata ricerca di un approccio olistico, ovvero che tenesse conto della persona nel suo insieme e in rapporto all’ambiente, studiò un’ampia gamma di discipline, tra cui l’osteopatia, la chiropratica, l’omeopatia, lo Yoga. In seguito, negli anni sessanta, l'incontro a Esalen con Fritz Pearls, padre fondatore della Gestalt Therapy, fu uno stimolo fondamentale per costruire una sua scuola allo scopo di trasmettere il metodo di Integrazione Strutturale, successivamente chiamato Rolfing. «La radice della ricerca - spiega Marina Blandini, Rolfer e Rolf Movement practitioner, membro del Comitato direttivo dell’ERA, European Rolfing Association - di un approccio olistico nasceva dalla consapevolezza che, affinché gli effetti delle terapie siano duraturi nel tempo, è necessario che la persona venga osservata e compresa nella sua interezza, e in relazione con l'ambiente fisico, sociale e culturale in cui vive». Ogni elemento viene, infatti, considerato dal Rolfer in relazione al contesto, ogni parte del corpo in relazione alle altre, ogni “sintomo” che porta la persona a cercare una soluzione al proprio disagio o difficoltà di movimento, o dolore, viene valutata in rapporto allo stile di vita e alle abitudini che sono all'origine della questione: i gesti del quotidiano che avvengono nel campo vasto e permanente della forza di gravità. «Per questo chiarisce la specialista - il trattamento non può essere orientato al solo “sintomo”, ma ha bisogno di tempo e della partecipazione attiva e consapevole di chi riceve le sedute in modo che, nel momento in cui il corpo recupera, grazie al tocco mirato del rolfer e al pro-

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cesso di base delle 10 sedute, flessibilità ed un miglior potenziale di movimento, consentano di sviluppare nuove abitudini nell’agire quotidiano: il modo in cui si respira, si cammina, ci si siede». Quanto durano gli effetti del Rolfing ed un migliore potenziale motorio? «Gli effetti del lavoro del Rolfer sono studiati per durare nel tempo, ovvero per cambiare profondamente il livello e la capacità della persona di muoversi ed esprimersi con pienezza e agio. Questo sarà percepibile dopo ogni singola seduta, e rafforzato con la pratica di abitudini più funzionali ed economiche che verrà coltivata dalla persona che riceve il lavoro. Come un “circolo virtuoso” per migliorare progressivamente, in contrasto con il “circolo vizioso” che ha portato alla genesi del disagio o del sintomo». Quali sono i principi base di questo metodo? «Direi semplicemnte che il Rolfing tende a ristabilire maggior equilibrio nella struttura corporea, restituendo le capacità di una mobilità più funzionale e più dinamica, la possibilità di un’interazione più facile e più armoniosa con l’ambiente con cui ci relazioniamo». E proprio Catania sarà teatro di un’occasione unica per Rolfer internazionali; dal 14 al 22 luglio, nell’ambito del Training di Rolfing Avanzato verrà data la possibilità alle persone interessate a conoscere la metodologia di ricevere 3 sedute da Rolfer esperti provenienti da tutto il mondo. Che benefici si potranno ottenere con sole tre sedute? «Una maggiore facilità di movimento e di libertà articolare, il delinearsi di una struttura più eretta e aggraziata, ma soprattutto un’esperienza di maggiore sicurezza emotiva, che si riflette nei rapporti con l’ambiente circostante. Un corpo correttamente bilanciato può manifestare maggiore stabilità e prontezza nel rispondere ai diversi stimoli esterni». Info e prenotazioni: Marina Blandini 3492395596 Associazione Italiana Rolfing® infotraining@rolfing.it - 337222627

stili di vita IL CONCETTO OLISTICO DI SALUTE Come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la Salute è “uno stato di completo Benessere fisico, psichico, sociale e non la mera assenza di malattia o infermità”. Il Benessere dunque è un concetto molto più ampio rispetto ai semplici parametri medici: un difficile (ma possibile) stato di armonia fra Corpo, Mente e Spirito. Al giorno d’oggi gli aspetti fondamentali di questo equilibrio sono il fitness, l’estetica, la nutrizione, la dieta, le tecniche di rilassamento, la meditazione, l’educazione personale e i contatti sociali. A maggior ragione quindi il Benessere non è l’assenza passiva di qualcosa di spiacevole ma una ricerca attiva della migliore condizione di vita possibile. Si tratta, quindi, a tutti gli effetti di un nuovo stile di vita, in cui scegliere attivamente e consapevolmente di vivere bene arrivando a migliorare tutti gli aspetti del nostro essere: fisico, mentale e sociale. Purtroppo, o meglio per fortuna, tutto questo non è un prodotto che si può semplicemente acquistare o vendere in un negozio; occorre quindi prendere coscienza che godere di buona salute è di gran lunga il bene più prezioso, e ognuno di noi è in prima persona responsabile del proprio Benessere. Così ognuno di noi dovrebbe aspirare, tendere giorno per giorno verso la ricerca di questo equilibrio.


esteticamente

Il dottor Alfio Scalisi è specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Maxillo Facciale, Microchirurgo. 4spa medicalclinic Catania - Casa di Cura Di Stefano Velona

di alfio scalisi

“RITOCCHINO”

anche d’estate L’ESPERTO. QUANDO PALESTRA, DIETE E MASSAGGI NON BASTANO A SUPERARE LA PROVA COSTUME, SONO POSSIBILI ANCHE NELLA BELLA STAGIONE, ALCUNI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ESTETICO, COME FILLER, BIOSTIMOLAZIONE FACCIALE, LIPOSCULTURE, AUMENTO DEL SENO rriva l’estate ed è questo il periodo dell’anno in cui si pensa ad alcuni ritocchini estetici. La stagione lo richiede, ma vediamo come procedere e riflettiamo sulla questione, perchè gli interrogativi, in questo periodo sono sempre gli stessi: con i primi giorni di mare ci sentiamo a disagio per un seno troppo rilassato, o per la cellulite, o magari, per la presenza di adipe o ghiandola sul torace maschile. Vi state chiedendo se il seno così bello della vostra vicina di ombrellone o se il fondoschiena della vostra amica sia, come dice lei, il risultato di ore di palestra oppure del chirurgo estetico? Purtroppo, però, l’estate può essere il momento meno indicato per andare dal chirurgo plastico specie per interventi che richiedono grandi ferite e cicatrici, come lifting cosce, addominoplastiche o grandi riduttive mammarie. Questo è, invece, il momento giusto per andare dal chirurgo plastico per migliorare il viso con filler, biostimolazione, o una mastoplastica additiva sottomuscolare da eseguire in anestesia locale o levigare un cuscinetto trocanterico sempre in anestesia locale. Ci si spoglia e con la famigerata prova co-

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GINECOMASTIA ALCUNI UOMINI SI SENTONO A DISAGIO PER QUESTO INESTETISMO MOLTO FREQUENTE. ECCO LE TECNICHE PER UN TORACE PIÙ ARMONIOSO

stume si riaffaccia la buccia d’arancia. La cellulite è un problema metabolico; migliora solo con dieta proteica e ginnastica, sedute drenanti, carbossiterapia e cavitazione. Sono comparse altre rughe? Non saretedi certo invecchiate di 10 anni in un mese. La tintarella, si sa, se da un lato ci fa sentire meglio, dall’altro enfatizza rughe e rughette. Bevete molta acqua e usate più creme idratanti. Effettuate magari una seduta di biostimalazione

con acido ialuronico, vitamine e aminoacidi, o sedute con filler e botox. Girate in spiaggia con il pareo per nascondere dei cuscinetti ai lati delle cosce? Una leggera liposcultura è l’unico modo per eliminarli. Niente minigonne per colpa delle ginocchia troppo grosse? I massaggi e le creme, in questi casi, non funzionano; si riducono con lipolaser, o con liposcultura superficiale tridimensionale. Avete i fianchi troppo grossi e i glutei decisamente piatti? Con la lipostruttura il grasso può essere rimosso dai fianchi e trasferito nei glutei per aumentarli o sollevarli. Il risultato è definitivo. Vi imbarazza un seno piccolo, o forse un pò calante? Inutili gli esercizi in palestra, le creme rassodanti o riducenti, i massaggi o i macchinari che promettono miracoli. Una protesi mammaria o lipofilling con trapianto di grasso autologo per aumentare il decolletè, o una semplice mastopessi per rimodellarlo, rappresentano le uniche soluzioni. Ma l’estate è Il momento giusto per questi interventi? Direi di no. Se l'inestetismo non è un vero problema, ma se l'inestetismo crea imbarazzo, allora è il caso di agire. Molto spesso sento dire “non vado più al mare perché mi vergogno a mostrarmi in costume”. Il problema con l'avvicinarsi dell'estate per i maschi, invece si chiama ginecomastia, una patologia molto frequente. E’ normale che durante la pubertà ci sia uno sviluppo della ghiandola mammaria anche nell’uomo, che in condizioni normali, regredisce spontaneamente. Quando la fisiologica atrofia della ghiandola mammaria non avviene, si ha un aumento di volume che non comporta particolari conseguenze a livello fisico, ma molto imbarazzo e disagio a livello psicologico, perché compromette l’immagine di mascolinità e virilità. Prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico per ginecomastia il paziente deve fare una ecografia toracica, per una corretta valutazione, da parte del chirurgo, se si tratti di ghiandola, di tessuto adiposo o di entrambi. Generalmente, specie se la componente adiposa è prevalente, si fa una liposcultura superficiale, intervento che, se ben eseguito, consente una ottima retrazione cutanea, cicatrici invisibili, e una ripresa molto rapida delle normali attività. E’ necessario un day hospital, anestesia locale con sedazione e una guaina elastocompressiva, tipo gilet, da indossare per circa 10 giorni. Nel caso in cui sia interessata la ghiandola, può essere necessario effettuare una minuscola incisione a livello dell’areola per asportare la ghiandola e la cute in eccesso.

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petcare di simone di mauro

Il dottor Simone Di Mauro, medico veterinario. Medicina interna e chirurgia di cani, gatti ed animali esotici. www.simonedimauro.it

L’HABITAT IDEALE MITI DA SFATARE MUTO COME UN PESCE? Nell’antica Cina il pesce rosso veniva già attirato con campanellini per dargli il cibo quando in occidente tutti erano convinti che non ci sentissero. A dimostrare il contrario fu l’etologo Karl von Friesch: il suo pesce gatto obbediva al suo fischio. È vero, infatti, che al pesce manca un padiglione auricolare esterno, tuttavia anch’esso come tutti i vertebrati, percepisce il suono con l’orecchio interno. In molte specie la vescica natatoria , che ha il compito di principale di regolare il galleggiamento, funge da amplificatore del suono. Viene stimolata a vibrare dai suoni, in altre parole costituisce una sorta di timpano interno. Queste vibrazioni vengono poi trasmesse all’orecchio interno da membrane e fluidi oppure, con un sistema ben più efficace, attraverso un fila di ossicini più piccoli. Per quanto riguarda la riproduzione dei suoni diverse specie sono capaci produrre suoni. Non per niente la gallinella (nella foto) ha questo nome. Produce il suo suono grazie alla vescica natatoria che i muscoli fanno vibrare velocemente. Lo stesso avviene in molte ombrine boccadoro o tamburini, in cui il maschio produce suoni straordinariamente forti, simili ad un russare, un grugnire o un tambureggiare.

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per il Camaleonte L’esperto. I RETTILI DEVONO STARE IN TERRARI

A TEMPERATURA E UMIDITÀ CONTROLLATA ino a poco tempo fa la “gestione” dei rettili era prettamente ristretta in terrari costruiti con le classiche teche in vetro a forma di parallelepipedo, che non rispecchiavano assolutamente il loro ambiente naturale. Negli ultimi anni, per fortuna, le tecniche di allevamento si sono evolute per migliorare l’habitat rendendolo più idoneo possibile alla specie tenuta in cattività. Nel caso specifico la tendenza ad utilizzare i classici terrari in vetro è stata soppiantata da terrari tipo “voliera” detti in gergo “camaleontari”. Questo perché quasi tutti i camaleonti della sottofamiglia Chamaleoninae, hanno abitudini arboricole e quindi vivono in un ambiente molto ventilato difficile da riprodurre con i classici terrari. Non meno importante anche il fatto che si evita che l’animale si possa riflettere, cosa, per le specie in cattività, molto fastidiosa. Bisogna considerare che in questi terrari si ha una maggiore dispersione termica che viene subito tamponata con i sistemi classici di riscaldamento (lampade riscaldanti infrarossi, in ceramica, cavetti termici), possibilmente con l’aggiunta di una parete termica. Per quanto riguarda la luce ultravioletta è bene ricordare che questi terrari permettono di posizionare queste fonti all’esterno senza rischi di ustioni per i nostri pet. Un vantaggio importante dei sistemi a gabbia è la naturale evaporazione dell’acqua, evitando pericolosi ristagni d’umidità che possono portare ad aumentare la carica batterica ambientale, produzioni di muffe con la possibilità di far instaurare patologie respiratorie o cutanee. Inoltre si riescono a limitare gli effetti negativi delle alte temperature estive, in particolare per i camaleonti di montagna. Per evitare un evaporazione eccessiva è bene aggiungere piante e nel caso utilizzare saltuariamente degli umidificatori. I camaleonti sono insettivori, e devo-

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no quindi essere nutriti con grilli, cavallette, blatte e larve. Dato lo scarsissimo tenore in calcio contenuto negli insetti (il cui esoscheletro è costituito da chitina), bisogna alimentarli durante la stabulazione con cibo che contenga grosse quantità di calcio e poi poco prima della somministrazione, devono essere infarinati con una polvere a base di calcio e vitamine. Devono essere alimentati giornalmente. È bene non somministrare ai camaleonti vitamina A, poiché facilmente si possono manifestare segni di tossicità. Molti sauri segnalano il loro desiderio di accoppiarsi cambiando colore o attraverso dei rituali di corteggiamento. I camaleonti assumono colori più brillanti del normale e le femmine comunicano la loro disponibilità all’accoppiamento mostrando colori non presenti nella normale livrea. La maggior parte dei sauri è ovipara ma sono segnalati alcuni casi di ovovivipari e vivipari, come alcuni camaleonti della specie jacksoni e bitaeniatus. In questi animali le uova si sviluppano all’interno dell’utero e si aprono prima di essere deposte, in modo che vengano partoriti figli già completamente sviluppati. Le specie di camaleonti presenti in natura sono moltissime e la maggior parte richiedono condizioni di allevamento veramente particolari da affidare soltanto a mani esperte.


polliceverde di francesco borgese agronomo e paesaggista www.sciaraniura.com

Agapanthus o Agapanto o giglio africano, appartenente alla famiglia delle liliacee, ad è una pianta apprezzata per le belle fioriture estive e per il bel fogliame decorativo. Originario dal Sudafrica, l’agapanto è una pianta perenne molto facile da coltivare. Provviste di radice rizomatosa, queste piante formano dei veri e propri cespugli con foglie nastriformi, robuste, incurvate verso il basso, decidue o perenni. I fiori sono campanulati e riuniph Francesco Borgese ti in infiorescenze agli apici di lunghi steli fiorali, di colore azzurro, blu più o meno intenso, sfumati di viola o bianchi. Esistono diverse specie di Agapanthus, a foglia caduca come l’Agapanthus campanulatus e l’Agapanthus Inapertus o perenne come Agapanthus africanus o umbellatus e Agapanthus praecox, ma ancora più numerosi sono gli ibridi che rendono l’uso degli Agapanthus estremamente variegato. In Italia gli Agapanthus più diffusi sono quelli a foglia perenne con foglie e infiorescenze molto più grandi rispetto a quelli a foglia decidua. È importante sapere, al momento dell'acquisto, se si tratta L’AGAPANTO È di una specie a foglia decidua o perenne in modo da rendersi conto delle esigenze colturali della pianta per sistemarla nel modo giusto in quanto sono piante che non amano essere maneggiate. La pianta ha radici rizomatose che vanno poste nel terreno per buoni 8 cm di profondità sistemando un solo Agapanto in un vaso di 20 cm di diametro e non più di 2 in un vaso di 25 cm di diametro in quanto occorre tenere conto che la pianta attecchisce abbondantemente. In piena terra è bene piantarle a circa 25 cm. L’una dall’altra. Amano terriccio formato da una parte di terriccio fertile, una di torba e una di sabbia in parti uguali avendo cura di sistemare sul fondo del vaso numerosi pezzi di coccio per favorire il drenaggio dell'acqua di irrigazione. In genere posizioni soleggiate sono ottimali per la pianta di agapanto anche se durante le ore più calde della giornata non amano il sole diretto. L’Agapanthus durante il periodo vegetativo, quindi a partire dalla primavera e per tutta l'estate, và annaffiato con generosità ma evitando gli eccessi ph Francesco Borgese e aspettando che il terriccio si asciughi tra una ir-

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SE IL GIGLIO

è AFRICANO UNA PIANTA MOLTO DECORATIVA.

NE ESISTONO DIVERSE VARIETÀ DALLE BELLE FIORITURE ESTIVE BLU, VIOLA O BIANCHE rigazione e un'altra. Durante gli altri periodi le annaffiature vanno notevolmente diminuite, giusto il tanto da non fare seccare del tutto il terriccio, specie in vaso. A partire dalla primavera si somministra alla pianta un fertilizzante liquido diluito nell'acqua di irrigazione ogni 2-3 settimane fino alla nascita dei nuovi germogli. Per avere un'abbondante fioritura è importante fertilizzare la pianta ogni due/tre settimane fino alla comparsa dei boccioli che per la maggior parte delle specie avviene durante il periodo estivo. Gli Agapanthus si moltiplicano per divisione della pianta che va fatta in settembre/ottobre e in marzo/aprile - oppure per seme, ma in questo caso occorre tenere presente che occorreranno diversi anni prima che la pianta fiorisca. Non sono piante particolarmente soggette a malattie ed i nemici più frequenti possono essere le chiocciole e le lumache, che danneggiano le parti verdi della pianta divorando grandi pezzi di foglia.

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arredo

L’estate A TAVOLA via libera a colore e fantasia. RIGHE,

FIORI, PESCI E POIS: NELLA BELLA STAGIONE TOVAGLIE E ACCESSORI SI TRASFORMANO IN TAVOLOZZE D’ARTISTA, PER STUPIRE GLI OSPITI E DARE UN TOCCO DI ALLEGRIA

COME UN VASO. Da Ibride un servizio da tavola in melamina che gioca con le apparenze. I sei contenitori che compongono Ming (ciotole, insalatiere, piatto da portata, barattolo con coperchio) si possono impilare per formare un magnifico vaso ispirato alle porcellane cinesi. Il servizio comprende anche un cucchiaio da riso abbinato. Lavabile in lavastoviglie, è disponibile in quattro diverse decorazioni ispirate all’Asia - www.ibride.fr

TELA D’ARTISTA. Sembra un acquerello la tovaglia da tavola in lino Luovi di Marimekko, parte della collezione Mindscapes, ispirata alla forza della natura, ai colori degli oceani e ai fenimeni atmosferici. A fare da pendant la collezione di accessori Sääpäiväkirja, che comprende teiera, pentola, ciotole, tazze, caraffa, piatti. I bicchieri sono della linea Sukat Makkaralla - www.marimekko.com

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VIVACI. Colorati e spiritosi i vassoi in cartone laminato che Ikea propone per la tavola estiva. Tanti uccellini dai colori sgargianti su fondo bianco rallegrano Barbar, disegnato da Edholm& Ullenius. Quadrato, è disponibile anche con il motivo della frutta. Più ampio e circolare il grande vassoio Offentlig (diametro 43 cm, designer Lisa Bengtsson) - www.ikea.com


DUE IN UNO. Innovativo design per il set olio&aceto Orbit: un’ampolla in vetro soffiato ne contiene una più piccola. Perfetto per le insalate estive, è prodotto da XD Design - www.xddesign.com

AL MARE. Pesci, onde e barchette entrano in cucina. Da Bassetti il grembiule Aquarium. Coordinabile con gli accessori cucina della linea Life Bassetti. Nella pagina a fianco, la tovaglia Stromboli, di Granfoulard Bassetti wwwbassetti.it - Si chiama Onda la tovaglia da tavola di Quagliotti che richiama il mare e l’estate. In misto lino e cotone, ha i tovaglioli coordinati www.quagliotti 1993.it

GUSTO PROVENZALE. Raffinati effetti di ricamo e disegni ispirati alle cotonine provenzali chiamate “indiennes” s’incontrano nei runners di Le jacquard francais. In cotone pettinato a fibra lunga 100%, Provence Gariguette è l’ideale per chi ama il country chic www.le-jacquard-francais.fr

VISIONI TROPICALI. Dalla casa di design finlandese Marimekko la collezione coloratissima Merivuokko. A ideare le decorazioni Kustaa Saksi, che ha tratto ispirazione dai paesaggi sottomarini del Vietnam. In betulla laminata il vassoio (diametro 43 cm), mentre il piatto (20 cm) e la teiera sono in porcellana - www.marimekko.com

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design

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a cura di Venera Coco

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Le forme dell’istinto 5 1. DOLPHIN È IL DIVANO DUE POSTI CON STRUTTURA IN LEGNO ED IMBOTTITURA; 2. IN POLIURETANO ESPANSO E STRUTTURA IN LEGNO, LA POLTRONCINA ANGELINA; 3. GENERA UNA LUCE SOFFUSA LA LAMPADA DA TERRA PROGETTO 11000 CON STRUTTURA IN METALLO E DIFFUSORE IN TESSUTO; 4. INTERAMENTE IN ADAMANTX, CATODICO HA LE SEMBIANZE DI UN VECCHIO TELEVISORE E PUÒ FUNGERE SIA DA MOBILE CONTENITORE CHE DA COMODINO; 5. ISOLA FELICE È UN MOBILE-CUCINA IN LEGNO MASSELLO PLACCATO, LIBERAMENTE POSIZIONABILE E INDIPENDENTE; 6. COME LA VELA DI UNA VECCHIA IMBARCAZIONE INGLESE, LA LIBRERIA IN METALLO E TAMBURATO SAIL LIBRARY

GIOVANNI CARDINALE e è vero che il progettare - per dirla con Enzo Mari, uno dei designer più influenti del panorama italiano - corrisponde a una profonda pulsione dell’uomo, non c’è dubbio che sia puro istinto ciò che guida Giovanni Cardinale. Il creativo palermitano, classe 1977, considera il disegno industriale quasi un lavoro terapeutico, una valvola di sfogo: «La mia è una progettazione dettata dal momento - spiega - che però non tralascia i dettagli, la funzionalità, la scelta e la qualità dei materiali, ma anche la ricerca estetica ed ergonomica: tutti elementi imprescindibili per la buona riuscita di un prodotto». Per disegnare i suoi oggetti di design indaga la sfera dei sentimenti, delle emozioni e dell’ironia, in modo da generare pezzi d’arredo che possono divertire, provocare o far riflettere. «I manufatti di cui decidiamo di circondarci completano la nostra quotidianità e rispecchiano la personalità di chi ne fa uso. Cerco, quindi, di insinuare ca-

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rattere e storia negli oggetti che creo, in più ritengo che progettare in modo etico e responsabile debba essere uno dei tasselli per un futuro migliore». Questa visione consapevole e razionale è probabilmente scaturita dal luogo in cui il designer siciliano sviluppa abitualmente la sua attività progettuale, Isola delle Femmine, piccolo borgo marinaro in provincia di Palermo. Il contatto continuo con il mare ha spinto Giovanni Cardinale a intraprendere studi nautici, per poi specializzarsi in interior e yacht design, sviluppando progetti per la nautica da diporto e una floating house all'interno dello Studio “Inzerillo & Albeggiani Yacht Design”. Nel 2014 è entrato a far parte di “Studio 427” di Alfred von Escher dove ha disegnato arredi per interni ed esterni, mentre per “Fab-Lab Palermo” si è occupato di modellazione e stampa 3D. Oggi Cardinale collabora con varie aziende italiane tra cui Zad Italy, impresa giovane che realizza arredi con un materiale composito ottenuto dalla lavorazione di espansi rivestiti con resine speciali.


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paroladichef di marcello santocchini

BONTÀ di mare E PASTA CORTA

UN MONDO DI “SQUISILIA” Luglio 1975 è la data della mia nascita professionale, il luogo è l’hotel Eden Riviera. Quasi 4 decenni passati tra i fornelli e le sale di ristoranti dove ho accolto in tutti questi anni migliaia di clienti che regolarmente continuano a chiedermi “Marcello cosa ci fa mangiare oggi?”. Una lunga e appassionante esperienza che culmina con la voglia di trasferire le mie ricette a casa di tutte le persone che desiderano apprezzarle. Maggio 2014 è la data di nascita di Squisilia un piccolo universo gastronomico fatto di squisiti sughi, succulente salse e saporiti pesti creati per condire le straordinarie paste di semole rigorosamente siciliane sapientemente lavorate con trafile di bronzo. Un’emozione gastronomica che gradirei trasferire ai vostri palati.

la ricetta MEZZE MANICHE CON PESCE SPADA ALL’EOLIANA Ingredienti per 4 persone 400 gr di pesce spada, 350 gr di pasta corta, 200 gr circa di pomodorini ciliegini di Pachino, 2 cucchiai di olive taggiasche, 1 cucchiaio di capperi sotto sale, 1 cipollotto fresco (oppure uno scalogno), olio extravergine di oliva, un rametto di timo sale, peperoncino (a piacere), 1/2 bicchiere di vino bianco secco.

Preparazione 1. Pulite il pesce spada privandolo della pelle, delle parti scure e dell’osso centrale se presente, quindi tagliatelo a dadini di dimensioni regolari. 2. Mondate e tritate il cipollotto e fatelo appassire in una padella ampia con un filo di olio evo. 3. Aggiungete il pesce spada e fatelo rosolare a fuoco vivace,

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poi sfumate con il vino bianco. Quando l’alcol sarà evaporato, salate e aggiungete i ciliegini di Pachino tagliati grossolanamente. 4. Dopo qualche minuto, mettete le olive, i capperi dissalati, un pizzico di peperoncino (se vi piace) e le foglioline di timo. Terminate la cottura ancora per 10 minuti a fuoco moderato, in modo che il pomodoro si restringa leggermente. Non prolungate troppo i tempi perché il pesce spada rischierebbe di asciugarsi troppo diventando stopposo. 5. Mentre il sugo di pesce spada cuoce, portate a bollore abbondante acqua salata e lessatevi la pasta; vi consiglio di usare un formato corto, come le mezze maniche, le mezze penne o la calamarata. 6. Scolate la pasta al dente e versatela nel sugo di pesce spada. 7. Fate saltare la pasta con il condimento per 2-3 minuti, in modo che si insaporisca bene, quindi spegnete il fuoco e servitela ben calda, aggiungendo se volete dell’altro timo o del prezzemolo tritato.


l’artedeldolce* a cura dei fratelli neri

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FAMIGLIA DI PASTICCERI

Massimo (nella foto), fra tre, è il fratello che ha ricevuto il dono dell'arte della pasticceria dal padre e si occupa della produzione e della conduzione del laboratorio; Salvo cura i rapporti commerciali, Franco immagina e condivide i nuovi progetti, gestisce il marketing aziendale e promuove la “putia” ovunque: il “mokambo diffuso” ne è la prova... Ecco i protagonisti della Alfio Neri srl, marchio che nella pasticceria siracusana è sinonimo di qualità, tradizione e anche innovazione, nato dall’esigenza di riunire la famiglia Neri sotto lo stesso “brand” per mettere a frutto oltre 50 anni di esperienze artigianali e commerciali. Obiettivo conservare un importante campionario di ingredienti, metodologie, saperi e sapori di cui il capostipite, Alfio, era depositario. E intanto, arriva anche la terza generazione: Lorenzo è inserito a pieno titolo, Leandro inizierà tra poco il suo tirocinio, mentre il piccolo Enea dovrà aspettare ancora qualche anno.

la ricetta

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are amiche, cari amici, finalmente sono maturati i gelsi (detti neri oppure rossi a seconda del territorio di raccolta). E quindi è arrivato il momento di una fresca e genuina granita di gelsi, magari accompagnata con panna fresca, certificando il legame tra il nostro territorio, che ci fornisce le materie prime e il cibo. Per fare la granita di gelsi il gioco è abbastanza semplice: innanzitutto ci procuriamo gli ingredienti di base. Usiamo i gelsi neri raccolti alle pendici dell’Etna, ove i frutti sono giunti a maturazione in queste ultime settimane. Iniziamo con il procedimento: prendete i gelsi (dopo avere indossato dei guanti per evitare che le mani diventino, e rimangano, rosse), mettetele in un contenitore capiente (vi serve per miscelare), versate 300 grammi di zucchero bianco semolato e mescolate molto lentamente; dopo avere amalgamato ben bene zucchero e gelsi, coprite il contenitore e riponetelo in frigo. I gelsi, durante questo riposo, rilasceranno il rosso succo che è il punto forte della granita. L’indomani, mescolate bene e delicatamente 1 litro di acqua con 300 grammi di zucchero

Quel tocco DI PANNA

sui gelsi Una granita fatta in casa CON I FRUTTI RACCOLTI ALLE PENDICI DELL’ETNA. ECCO COME PREPARARLA e 400 grammi dei gelsi interi, conservati il giorno precedente; quindi riponete il tutto nel congelatore, all’interno di un contenitore basso in acciaio e avendo cura di mescolare delicatamente di tanto in tanto, senza spappolare i frutti, per evitare la formazione di ghiaccio; dopo circa tre ore potrete gustare la vostra granita di gelsi neri. Lo zucchero è fondamentale per mantenere la consistenza del “fiocco” di granita che altrimenti diverrebbe ghiaccio aromatizzato ai gelsi. Per finire ultragustosamente in bellezza, potreste servire ai vostri ospiti la granita di gel-

si appena preparata con panna montata fresca; in questo caso basta prendere mezzo litro di panna fresca pastorizzataz, versarla nel robot da cucina (modalità frusta), aggiungere 100/120 grammi di zucchero e fare girare, velocemente, la frusta sino alla montata; dopo, per presentare al meglio la vostra granita di gelsi con panna, mettete una piccola quantità di quest’ultima alla base del bicchiere, poi versate la granita di gelsi, quindi aggiungete la panna alla sommità del bicchiere. Infine, un gelso sulla panna decorerà al meglio l’ultima vostra gustosa creazione dolciaria.

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globetrotter

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di gi.pi.

Costa Smeralda NON SOLO movida Acqua turchese, SPIAGGE BIANCHE, OTTIMO CIBO E RELAX. PARTENDO DA OLBIA IN DIREZIONE NORD SI VISITANO LE SPIAGGE CARAIBICHE DI MARINELLA E LA ZONA VIP DI PORTO ROTONDO. SE INVECE SI È IN CERCA DI TRANQUILLITÀ, MEGLIO RECARSI VERSO SUD E VISITARE LE BAIE DI PORTO ISTANA, L’ISOLA DEI CAVALLI E LA COSTA CORALLINA Non solo vita mondana e locali all’ultima moda in Costa Smeralda, basta scoprire deliziose località poco distanti dalle mete VIP, per godere del mare cristallino e della natura inconROTOLANDO taminata. Punto di partenza Olbia, affittate una macchina in aeroporto, e dirigetevi in VERSO SUD direzione Sud seguendo la strada Statale 125. Lungo il tragitto vedrete le Vecchie Saline di Olbia, fate una prima sosta a Porto Istana, una baia naturale con una splendida vegetazione dove il mare è turchese e la sabbia bianca, con vista sull’Isola Piana e sull’Isola dei Cavalli (chiamata così perchè venivano portati qui i cavalli per farli amoreggiare). Proseguite in direzione Costa Corallina, una baia più piccola che si raggiunge attraverso piccole stradine immerse nel verde. A pochi minuti di auto vi è Porto San Paolo, paesino che vanta ville arroccate sulla collina con vista mozzafiato sull’Isola di Tavolara (foto a fianco). Continuando in direzione sud arriverete a Porto Taverna, passerete per Punta Molara fino a giungere a Capo Coda Cavallo, qui seguite le indicazioni per il promontorio, arriverete in una piccola piazzetta in curva da cui si può godere di un panorama incredibile sulla costa e di un tramonto unico dalle sfumature rosa. Infine potrete andare ancora più a sud per giungere alla cosídetta Cinta, una lingua di sabbia che dà vita allo Stagno di San Teodoro dove vedere i fenicotteri (www.stagnodisanteodoro.it). Se da Olbia andate invece in direzione Nord, vi basterà seguire le indicazioni per la Costa Smeralda”. Una delle prime mete deliziose dove ammirare ville da sogno è Golfo Aranci (www.golfoaranci.sardegna.it), troverete poi le spiagge caraibiche della zona di Marinella per arrivare fino a Porto Rotondo, così chiamato proprio per la forma circolare del porticciolo. Fate una passeggiata lungo la marina, ci sono locali e negozi modaioli. Rimarrete però sorpresi dalla chiesetta del paese che sorge in una palazzina d’epoca ristrutturata. L’interno della chiesa è interamente di legno intagliato e l’altare ha alle sue spalle, una vetrata che sembra la vetrina di un negozio, si entra da una piccola porta nascosta tutta di vetro decorato, ammirate infine la torre del campanile di legno. Se proprio non resistete al richiamo VIP andate fino a Porto Cervo fate una passeggiata tra le stradine del centro con numerose cassette colorate, ammirate le barche lussuose e fermatevi per un aperitivo. Qui il modo migliore per scoprire il litorale è fare un’escursione in barca.

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Ogni angolo della costa nasconde spiagge e calette meravigliose, certamente meritano un bagno le acque della zona Capo Coda Cavallo (foto sopra - www.capocodacavallo.com), Cala Brandinchi (www.calabrandinchi.it), la Costa Corallina e l’Isola di Tavolara, riserva marina protetta come l’Isola di Molara (www.amptavolara.com/home-page). Tra le due isole c’è una zona chiamata “le piscine” per il colore cristallino dell’acqua. A Nord di Olbia rilassatevi sulla sabbia evanescente della Spiaggia Bianca nel Golfo Aranci e della Spiaggia di Marinella. Le spiagge sono tutte libere, ma se preferite potrete affittare sdraio e ombrelloni, spesso posizionati anche sul prato. Le auto possono essere parcheggiate in aree a pagamento e se avete voglia di una passeggiata indimenticabile, seguite a piedi i sentieri sulle rocce che costeggiano le varie calette, quasi tutte collegate tra loro. Infine sulle spiagge troverete anche dei botteghini dove prenotare escursioni in barca, affittare gommoni e l’attrezzatura per le immersioni (www.mediomare.com/index.htm; www.portospaolodiving.it/).

BAIE E CALETTE

PRANZO SUL MARE

Dopo tanto girovagare una sosta per gustare il buon cibo sardo è l’ideale. Bruschette con pomodoro e pesce alla griglia sono un must! Buonissima a colazione la brioche con uvetta passa e ricotta. A Porto San Paolo, percorrete la stradina principale, Via Pietro Nenni, e arrivate alla spiaggetta, alla vostra sinistra troverete un delizioso bar che a colazione serve anche torte fatte in casa; per la sera, dal lato opposto della spiaggia, provate il gustoso ristorante Il Portolano con tavolini sul mare! (www.ristoranteilportolano.it). Sulla spiaggia di Porto Taverna, potrete fare l’aperitivo a la Tavernetta comodamente sdraiati su grandi cuscini sulla sabbia ammirando il tramonto, per poi cenare al ristorante con pochi tavoli sul mare, assaggiate la tagliata di tonno con pomodorini e pepe (www.ristorante-latavernetta.it/index.asp). A Porto Rotondo un locale storico è il Tartarughino (www.tartarughino.com) dove si fa l’aperitivo prima di andare a ballare al Country (www.countryportorotondo.it). Se non volete la solita discoteca, andate a Baia Sardinia al Ritual (www.ritual.it), locale scavato dentro le rocce. Infine a Porto Cervo potrete gustare un aperitivo o una cena al famoso Phibeach (www.phibeach.com).

La zona di Olbia offre differenti tipologie di alloggi, potrete infatti scegliere tra agriturismi immersi nel verde come Lunibareddu (www.lunibareddu.it) a Monte Petrosu, località che sovrasta la baia di Porto Taverna; oppure potrete affittare delle case molto graziose, Tripadvisor ha un’ottima selezione di appartamenti con i giudizi degli utenti (www.tripadvisor.it/VacationRentals-g608916-ReviewsPorto_Rotondo_Province_of_Olbia_Tempio_Sardinia-Vacation_Rentals.html). Altro sito interessante per affittare un appartamento è quello de La Marineledda, (http://www.marineledda.it ), residence sul mare nel Golfo di Marinella. Se preferite alloggiare in albergo, l’Hotel Ollastu, in zona Costa Corallina, ha anche una spiaggia riservata (www.ollastu.it). Molto elegante il Park Hotel di Porto Istana (www.parkhotelportoistana.it) e l’Hotel Cala Cuncheddi nell’omonima località (www.calacuncheddi.com). Vicino Porto San Paolo, in zona Costa Dorata, troverete l’hotel Don Diego (www.hoteldondiego.com/). A Porto Rotondo scegliete l’Hotel Sporting Porto Rotondo (www.sportingportorotondo.net) e a Baja Sardinia, vicino Porto Cervo, l’Hotel La Rocca Resort (www.laroccaresort.com)

ALLOGGI E HOTEL

COME ARRIVARE

I traghetti dalla Sicilia per la Sardegna arrivano solo a Cagliari, quindi il modo migliore per raggiungere Olbia è con i voli diretti della compagnia Volotea da Palermo (www.volotea.com/it/voli-low-cost/palermo/olbia/). Concedetevi una pausa nel piccolo e nuovissimo aeroporto di Olbia Tempio al negozio KaraSardegna dove troverete tutti i prodotti tipici della regione, dalla pasta ai biscotti fino ai formaggi (www.karasardegna.it/default.asp?ver=it).

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happyhour TREWQE LET’S GO! KATY SAITTA: «MI INTRIGANO I RUOLI DRAMMATICI E DIFFICILI» Questa estate LA VEDREMO INSIEME CON SALVO ED EDUARDO IMPEGNATA NELLA

TOURNÈE ISOLANA DELLA COMMEDIA “I RUSTEGHI”. L’ATTRICE CATANESE CONFESSA, PERÒ, DI AMARE DI PIÙ LA SFIDA RAPPRESENTATA DAI PERSONAGGI DRAMMATICI uando la recitazione è nel Dna. Potrebbe essere questa la frase che identifica la vita e la carriera di Katy Saitta, attrice brillante della Compagnia “Il teatro dei Saitta”, nipote di Salvo e cugina di Eduardo e anima femminile di tanti spettacoli che la compagnia mette in scena da anni - al Teatro Erwin Piscator - regalando al pubblico momenti di evasione e di cultura. Questa estate la vedremo, insieme alla compagnia, nella versione siciliana di “I rusteghi” di Goldoni (1 agosto Arena di Letojanni; 8 agosto Teatro comunale di Riposto; 9 agosto Cortile Platamone di Catania; 10 agosto Giardino Corallo di Messina e il 13 agosto al Parco Comunale di Nicolosi). Katy, come si prepara al suo ruolo? «In realtà è uno spettacolo già rodato. Si tratta di una commedia divertente in chiave siciliana diretta da mio cugino Eduardo che piace molto al pubblico». Com’è nata la sua passione per il teatro? «Da noi è proprio una questione di famiglia. La compagnia esiste da 48 anni e io a 8 anni, mi sono ritrovata a interpretare il ruolo della bambina, la figlia minore, nel “Malato immaginario” di Moliére. Da allora ho cominciato a interpretare ruoli giovanali e intorno ai 17 anni anche ruoli più significativi. Mi si riconosceva una certa stoffa, per cui ho cominciato a cimentarmi con autori complessi e con personaggi comici ma anche tragici. Qual è il genere di ruoli che predilige?

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«Non ho grandi preferenze. Mi sento contenta e gratificata quando il pubblico si emoziona. È indubbio che un ruolo drammatico sia più emozionante per l’artista e di fatto riuscire a commuovere chi ci segue è una bella sfida». Come affronta la preparazione di uno spettacolo? «Sono un’attrice di istinto, non ho mai studiato recitazione e tutto quello che interpreto è frutto della mia concentrazione e della mia espe-

rienza e dello studio del personaggio». Come si divide tra teatro e la sua professione di insegnante? «È la passione che ci fa andare avanti tra tanti sacrifici. Io riesco a coltivare questo mio amore per il teatro anche grazie a mio marito che mi ha sempre sostenuto e aiutato nell’educazione dei nostri figli, non pensando che fosse solo il mio compito. E comunque ho sempre cercato di essere una madre molto presente e di portare spesso i miei ragazzi con me». Ci sono ruoli che più di altri le hanno dato soddisfazioni? «Quest’anno, in “Così è se vi pare”, ho interpretato la signora Frola, che non mi si addice fisicamente dato che io sono una persona piuttosto maestosa e lei è descritta come una vecchietta minuta ed esile. Devo però dire che chi ci ha visti mi ha poi confessato che sul palco io “ero” piccola piccola. È un grande complimento perché vuol dire che sono entrata totalmente in sintonia con il ruolo». Nella prossima stagione quale sarà il ruolo più impegnativo? «Sicuramente quello di Gasparina in “Ma non è una cosa seria” di Pirandello. Sarà una sfida perché devo trovare la chiave di interpretazione di questo personaggio. Per gli altri ruoli brillanti sento che posso affrontarli con una certa facilità, perché mi sono più consoni. Ma io amo la sfida».

24 -25 LUGLIO, CATANIA, PIAZZA UNIVERSITÀ COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA IN LAVA BUBBLES Dal progetto “Nella città, la danza” di Nello Calabrò e Roberto Zappalà, il 24 e il 25 luglio (ore 18) a Piazza Università a Catania, la Compagnia Zappalà Danza si esibirà in Lava Bubbles. "Nella città, la danza” è una nuova idea progettuale, che intende portare l’attenzione in maniera forte sul rapporto tra la performance e il territorio che la riguarda. Il progetto, in diverse città, prende un titolo che di volta in volta indica le specificità e le suggestioni della città “palcoscenico”. Per lo spettacolo-evento pensato per Catania e per il Festival I Art, si è pensato alle bolle di lava che oltre ad evocare, ovviamente, l’Etna, sono in questo caso la metafora di un magma, un ribollio incessante, di uno scorrere e scoppiare, ma anche di uno straordinario senso di rinascita che questa città esprime quotidianamente. Lo spettacolo, strutturato quasi come un happening che si accorda con il fluire quotidiano della gente nella piazza, prevede anche dei brevi interventi di alcuni esperti, sul tema dell’esilio in rapporto alle residenze artistiche. Gli interventi strutturati come una sorta di TED conference seguiranno senza soluzione di continuità la danza e faranno al contempo da cerniera con la performance che verrà ripetuta più volte nell’arco del pomeriggio.

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LIPARI, LA MOSTRA MARE MOTUS DAL 12 LUGLIO olie 1950/2015. Mare Motus. L’isola nell’arte contemporanea dalla Sicilia al Cile” è il titolo della mostra che a partire da domenica 12 luglio (fino al 30 settembre) apre al pubblico negli spazi dell’ex chiesa di Santa Caterina, nel Castello di Lipari. L’evento espositivo a cura di Lea Mattarella e Lorenzo Zichichi è parte integrante del più ampio progetto culturale di durata biennale Mare Eolie che vede interessata l’area della cittadella fortificata. L’idea è quella di individuare, attingendo al panorama nazionale e internazionale, un gruppo di circa quaranta artisti che possa affrontare per l’occasione o abbia già affrontato, il tema dell’isola. Partendo dal concetto espresso da Gesualdo Bufalino che la Sicilia sia un’isola plurale. Diversità supportata anche nella pluralità delle tecniche espressive utilizzate, pittura, scultura, video, fotografia, ceramica che, insieme all’allestimento dedicato, contribuiranno a sottolineare l’idea della modernità nell’ambiente antico, divenuto raffinato spazio espositivo. Non mancheranno, tra gli altri, i lavori dei grandi maestri del Novecento siciliano come Carla Accardi, Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Antonio Sanfilippo, Piero Guccione, Emilio Isgrò, Salvo, Pietro Consagra (sua la doppia bifrontale rossa in ferro, in foto).

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8-12 LUGLIO, FESTIVAL MACONDO, AL CASTELLO URSINO DI CATANIA, Il Festival Macondo, con la direzione artistica di Francesco Fazio, è un contenitore in cui le arti del Teatro di figura si fondono con azioni culturali sulla creatività e le produzioni per bambini e ragazzi. Al Castello Ursino di Catania, nell’ambito di I Art (www.i-art.it), dall’8 al 12 luglio si terranno spettacoli, workshop, mostre e laboratori con compagnie nazionali e siciliane in un programma, in cui saranno presentate le diverse tecniche, le poetiche e i linguaggi del teatro di figura: burattini, teatro attori e oggetti, muppets, teatro su nero, marionette da tavolo e infine la tecnica del cunto. Gli spettacoli sono gratuiti fino ad esaurimento posti. Non è possibile prenotare.

TAORMINA, 27 LUGLIO DAMIEN RICE LIVE

FANTASTICO DESTINO I CIAUDA IN TOUR ISOLANO

La frequenza con cui pubblica dischi è senza dubbio tra le più basse in circolazione (3 LP in 12 anni), ma certamente non si può dire lo stesso della sua attività live, perché Damien Rice non ha mai rinunciato a portare in giro le sue canzoni, anche quando non aveva album da promuovere. Il folk-singer irlandese sarà nella nostra penisola per in tre date, tra cui quella di lunedì 27 al Teatro Antico di Taormina.

Hanno presentato con grande successo il loro ultimo disco “unnè 3” al Cortile Platamone di Catania. Ora il gruppo guidato dal cantautore catanese Emanuele Di Giorgio è in tournée nazionale per fare ascoltare dal vivo le tracce dell’album che conclude la trilogia “Unnè”, che contiene le cover “Bussando alle porte del Paradiso”, “Il Vento porterà” oltre agli inediti Fantastico destino, Liaison, Anima nera, Gotita e Positive Energy. Prima di approdare ad Agosto al Milena Festival di Mondragone e al Puglia Sound festival in autunno, la formazione sarà il 9 luglio a Siracusa, il 10 a Nicolosi, l’11 a Scordia, il 24 a Favara. Poi il 10 agosto ad Agrigento, il 13 a Porto Empedocle e a Milena.

AL PLATAMONE, PASOLINI IN SICILIA

Il convegno “Qui il barocco pare di carne...” Pasolini in Sicilia - realizzato in collaborazione col DISUM (Univ.di Catania) e Naxoslegge (Festival della lettura e del libro), coordinato dalla responsabile scientifica del progetto Dora Marchese vuole celebrare il 40ennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini e analizzare il suo rapporto con la Sicilia (dove gira diversi film, vede messa in scena al teatro antico di Siracusa “Orestea” con Vittorio Gassman; intesse un rapporto epistolare con Leonardo Sciascia e partecipa al Premio Letterario “Brancati-Zafferana”). Studiosi, critici, giornalisti, registi e scrittori daranno vita ad un momento di studio e riflessione, impreziosito da proiezioni di filmati e documentari, dalla mostra d’arte contemporanea “Benedetto Poma e la Sicilia di Pasolini” curata dalla Galleria Koart, dalla presentazioni di libri, reading. L’attore Davide Sbrogiò terrà un workshop didattico-teatrale sull’Orestea pasoliniana rivolto agli studenti liceali ed universitari. Ospite d’eccezione del convegno Ninetto Davoli, a Catania per la messa in scena del Vantone di Pasolini, raffinata rielaborazione ispirata al plautino Miles gloriosus. Il convegno si terrà il 17 e 18 luglio al Cortile Platamone di Catania.

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MASCALUCIA CAPITALE DELBLUES

LIBRI LE STANZE DELLO SCIROCCO

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al 23 al 25 luglio, Mascalucia si conferma capitale del blues, con “Il Festival Etna in Blues” al Parco Trinità Manenti. Tre serate da non perdere con dieci band selezionate durante il concorso “On the road” e i big Delta Moon (in foto) e Peter Karp & Sue Foley direttamente dagli U.S.A. e i Niggaradio gruppo catanese che lo scorso primo maggio ha aperto il Concertone di piazza del Popolo a Roma. Il Festival organizzato dall’Associazione in Blues, presieduta da Rita D’Antoni con la direzione artistica di Corrado Zappalà, predispone anche un’area espositiva con artigianato locale. Ad aprire la prima serata, giovedì 23 luglio The Blues Father (Ct), Gorgo Blues Band (Ct), Hot Shanks Blues Band (Ct), Strimpella Bb (Ag) per lasciare infine il palco ai Niggaradio (Ct). Venerdi 24 Luglio sarà la volta dei I' Round The World (Me), Leakers Band (Ct), The Southern Gentleman (Rc) per riscaldare pubblico e atmosfera prima di lasciare la scena a Delta Moon (Usa). Sabato 25 Luglio apre Marco Corrao (Me) a seguire The Sperados (Pa), Walter Catania (En) e a concludere Peter Karp E Sue Foley (Usa).

LESTANZEDELLOSCIROCCO di Cristina Cassar Scalia Sperling & Kupfer Milano, 2015 pp 468

CD/DVD QUARTO ALBUM DEI FOALS

LE DONNE NON PERDONO IL FILO, APPUNTAMENTO A SETTEMBRE

TV

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RAITRE,,FABIOVOLO È HOST IN THE BOX Andrà in onda in seconda serata nel palinsesto 2015-2016 il nuovo format, Host in the box, che ha avuto molto successo in Germania e Spagna, ma che verrà declinato sulle esigenze italiane, anche nel titolo. Si tratterà del viaggio a sorpresa di un personaggio noto (Fabio Volo) in realtà lontane o molto particolari, italiane ed estere, che si trasformerà in un’indagine/reportage on the road.

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WHAT WENT DOWN cd audio Foals Warner music, 28 agosto

Anticipato, dall’uscita il 16 giugno, del singolo title track “What Went Down”, il 28 agosto esce il quarto lavoro dei Foals. La band britannica guidata da Yannis Philippakis ha rilasciato anche un teaser trailer per presentare l'attesissimo disco, che arriva a due anni di distanza dal precedente Holy Fire uscito nel 2013. Le registrazioni sono state effettuate in un mulino del diciannovesimo secolo situato nel Sud della Francia.

SHAUN, VITA DA PECORA

SHAUN THE SHEEP kock media, 2015 da luglio

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Per la V edizione di Naxsoslegge, il direttore artistico, Fulvia Toscano ha voluto un festival diffuso per l'intero mese di settembre, culminando nei giorni dal 25 al 30. Nella prima parte del mese di settembre, si terrà la sezione dedicata alle donne, “Le donne non perdono il filo”, una tre giorni, organizzata in collaborazione con altre associazioni del territorio, come l'Altra metà, ACVA di Giardini Naxos, Città delle donne, UNICEF. È in programma un gemellaggio con la Calabria, grazie al contributo di Angela Napoli, con cui si intende creare un tandem di donne in prima fila, in diversi ambiti, dalla lotta alla criminalità alla cultura, dall'imprenditoria all'artigianato. Saranno, infatti, realizzati dei confronti tematici che vedranno protagoniste donne delle due regioni. Sempre la Calabria sarà presente, in particolare con la città di Nicotera, alla presentazione di Sibille, il progetto editoriale, realizzato grazie alla editrice palermitana Arianna Attanasi. Anche quest’anno sarà consegnato il premio la Tela di Penelope, giunto alla sua II edizione.

Nel secondo romanzo di Cristina Cassar Scalia, due donne unite dal coraggio con cui affrontano le prove che la vita ha loro riservato. Vittoria, contestatrice e indipendente costretta a “vivere” in Sicilia e zia Rosetta, la cui apparenza mai lascerebbe intuire cosa nasconde il suo passato. Sullo sfondo di palazzi nobiliari e aspri paesaggi di campagna, le vicende di due famiglie colte in un importante momento storico (il ‘68) ci conducono attraverso una Sicilia indolente e sensuale.

multimedia

FEEDME APP, IL FOODSHARING A PORTATA DI SMARTPHONE Nell’anno di Expo, si va avanti a suon di sperimentazioni culinarie e nuovi ristoranti. Proprio in questo periodo è nata FeedMe App, la prima app di food-sharing che mette in contatto persone che vogliono conoscersi e condividere la cucina casalinga, compiendo nel contempo un piccolo viaggio culturale. FEEDME app è un’app sociale che si basa sulla cultura della condivisione di ospitalità, simile a trovare un divano su cui dormire o un passaggio in auto.

Mark Burton e Richard Starzack dirigono il film di animazione che riprende le divertenti avventura della pecora Shaun e del suo gregge. La pecora Shaun e i suoi amici decidono di prendersi un giorno di riposo alla fattoria e fanno addormentare il fattore. Ma la roulotte si avvia da sola e in seguito a una contusione l’uomo subisce un trauma che gli fa perdere la memoria. Shaun e le pecore faticano a trovarlo. Riusciranno a riportare il loro amico alla fattoria e a riprendere la loro routine?

cinema

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BEN STILLER E NAOMI WATTS IN GIOVANI SI DIVENTA Un’analisi spietata e divertente dell'incontro di due generazioni differenti. Diretto da Noah Baumbach, con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Charles Grodin, la commedia parla di una coppia che sembra avere tutto ma a cui manca l'accettazione del tempo che passa. Quando si imbattono in una coppia giovane e cominciano a uscire con loro, la vita cambia e si adegua allo stile esuberante degli amici.


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amorechevieneamorecheva

di marilina giaquinta redazione@siciliainrosa.it

inviateci LA VOSTRA STORIA D’AMORE E LA SCRITTRICE MARILINA GIAQUINTA LA TRASFORMERÀ IN UN racconto d’autore

Il signore delle telefonate ISPIRATO DA UNA LETTERA DI GIADA DA SCICLI (RG) era silenzio nella stanza. O forse era il telefono che era muto. Non aveva chiamato, eppure l’ora era passata, quella in cui lui era solito chiedere sue notizie, sapere se stava bene, cosa aveva fatto durante il giorno, o quello prima. Gli piaceva sentire la sua voce, le aveva detto. Stava in silenzio e ascoltava. Gli piaceva il tumulto delle sue parole, le aveva detto, quelle con cui lo travolgeva, riversandogli la rabbia della vita imbecille che la infuriava e “ci sei ancora?” gli chiedeva perché a volte il silenzio non sapeva di nulla, a volte non lo sentiva proprio il suo silenzio che, invece, un suono ce l'aveva, quello in cui lui si schiariva la voce, quel raschio di gola che gli usciva anarchico, forse solo per dire qualcosa, o forse perché doveva andare o forse perché voleva chiederle di spiegarsi meglio, di essere meno oscura, di specificare le ragioni di quella bufera che si abbatteva e faceva naufragare ogni possibilità altra, un perdono qualunque, la carità di una comprensione, il tentativo di conciliare una salvezza, cedere alla pietà di una scusa.

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on riusciva a distogliere lo sguardo. Qualunque scusa era giusta per tornare da quella parte, per raggiungere la scrivania dove lo aveva lasciato, spostare una carta, cercare una penna che non le serviva, pur di lanciare un’occhiata obliqua al telefono. Per controllare se, nella sua assenza, in quella breve distanza in cui aveva accudito all’impegno del giorno, o in cui si era lasciata distrarre lo sguardo dalla luce piena di mare che si stendeva, bianco di onde, al di là dei vetri, e di cielo che aveva perso l'ondulazione delle nuvole e mancava, per questo, della sua profondità, in quel tempo che era spazio, insomma, fosse rabbrividito e lei non avesse percepito il suo ronfare. A vol-

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te cercava di evocare la sua chiamata, come a convincerlo, con la forza o l’urgenza dello sguardo, a dare un segno della sua attenzione. Invece, il telefono giaceva buio, inerte, privo di qualunque solidarietà, e non sembrava tradire ansia o fremito o bisogno. Aveva pensato, ma non ne era sicura, perché non ne ebbe coscienza quando il pensiero attraversò lo sguardo, o viceversa, che, d'improvviso, l’orizzonte si era alzato. E lesse, in quella strana evaporazione della linea del reciproco confine del mare e del cielo, un segno fasto di fortuna, che la predisponeva fiduciosa, verso quel giorno inchiuso che ancora doveva definirsi, ad una previsione di buona sorte, come quando nella stanza entra il nero ronzio di un moscone, profugo dell’aria, che vola diretto e deciso verso la finestra e lì si ferma, sbrodolando un “bzbz” e sembra il pianto del cielo che non riesce a raggiungere, quel cielo e quella luce che gli sono cari, o necessari. L’orizzonte si era alzato e questo, pensò, di certo, significava qualcosa. Avrebbe aspetta-

to lo svolgersi del giorno e avrebbe atteso che accadesse per intero. i solito, non mancava un giorno. Come una medicina, telefonava “due volte al dì”: ricordò che nel ricettario di quel medico, dalle mani piccole e dai polsi sottili, che faceva scivolare le lettere sul foglio come volo di ali, inchiodato lui dietro una scrivania carica di penne e di malati, il giorno si accorciava in “dì”, era fatto di sole due lettere, come i cucchiai di sciroppo che la costringeva a inghiottire e che avevano un sapore marcio, dolciastro e ferroso. Come se anche il tempo si ingoiasse le ore, per far passare più in fretta la febbre, perché breve doveva essere la fatica della guarigione, mentre lei voleva farla durare, quella malattia che l'assopiva e la lasciava debole e la sveniva e le confondeva i sensi, sospesa la realtà, vero il sogno, in cui lei stava a guardare e non le succedeva niente. Bisognava vivere con quella malattia dentro, nutrirla, custodire quell’oriente, quel capogiro dei

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che lo circonda. Col tempo le aveva scritto, lettere infinite come quell’orizzonte storto che le si apriva davanti, alla fine di quel cielo in cui si era nascosto il mare. e aveva scritto. Sei un miscuglio irresistibile: mi piace il tuo modo contagioso di ridere, l’incedere del tuo sguardo, e di tutto il resto, la ragionata labilità del confine tra il bene e il male, la sofferta quiete dopo la tempesta, il fatto che per arcane ragioni mi vuoi bene. Ogni tanto ti chiamo, per concedermi la tua voce, che mi evapora negli orecchi come la pioggia d’estate, quando stilla e fuma, cadendo sulla terra calda. Ogni volta mi mancano le parole, e tu le capisci. La notte sarà lunga. I sogni non basteranno. Le aveva scritto. Se dovessi accostarti ad una pianta, penserei al fico che, nella mia contadina memoria, è pianta dalle molte virtù. Le sue foglie larghe che richiamano i pampini, famiglie però a quelle del ricino infestante, offrono riparo dall’onta del sole, come te che mi conforti lontana. Il suo frutto dolce regala energia a chi si spende nella fatica del coltro, come te che mi risollevi con la carità del sorriso e con la tua scellerata schiettezza. La freschezza dei suoi frutti, che i contadini colgono e consumano all’alba, quando i fioroni hanno rubato la notte, è come il tuo odore, che possiedo ancor prima di conoscerti, archiviato nell’ancestro della memoria, che non discerne il passato senza di te. La resina lattiginosa, che lenta si educe dal gambo, in dignitosa resistenza all’oltraggio dello strappo, è l’umore tuo che si infiamma e urtica. E può ferirmi. Lui le aveva scritto. E lei ci aveva creduto. Si sforzò di ricordare chi avesse detto che l’atto e la sua descrizione devono sembrare rubati, perché lei sentiva che, descrivendola, lui l’avesse rubata e a lei avesse lasciato solo la spoglia, la buccia, la semblamble di quel frutto che s'era preso per il suo bisogno e per la fame dei suoi giorni a venire. Pensava che quell’orizzonte non voleva proprio sentirne di raddrizzarsi, e per un istante dubitò che ci fosse mai stata una riga d’orizzonte, e che fosse quel maledetto bisogno di dividere, separare, distinguere, che ci serve per vivere sicuri e che ci fa credere che il cielo e il mare non possano confondersi, invadersi, mischiarsi, non possano cercarsi e sciogliersi, che niente e nessuno possa riuscire a farlo, che niente e nessuno deve farlo. Adesso era certa che il mare stava spostando la profondità della sua lontananza più in alto, chinandosi il cielo alla sua richiesta e abbassandosi a prenderlo, a raccoglierlo e che le nuvole non fossero altro che onde che increspano la voglia, implacata e inesausta, di infinito. Si mancavano, ma lei, che viveva in un'isola, sapeva abitare la separazione. Nell’isola il cielo e il mare sono dappertutto, non ci sono contorni, non c’è clausura di cime, non c’è sfida babelica di terra, solo confusione di blu, che nessuna parola nota sa dire, foschia di orizzonte, tetto di mare stellato e tormento di cielo, che a volte urla e impreca, e a volte prega sconfitto. C'era silenzio nella stanza. O forse era il telefono che rimaneva muto.

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sensi. Bisognava farla diventare dipendenza, e farsi prendere il respiro. i solito, si preoccupava per lei. Le chiedeva: “Tutto a posto?”, perché voleva che le cose fossero lì dove dovevano stare, al posto in cui lui le aveva lasciate e da dove potevano essere riprese. Sapeva che lei non era a posto, che non aveva mai avuto un posto, ma lui chiedeva lo stesso perché, quando parli con una che non vedi, devi sapere dove si trova. Non si deroga allo spazio: se non conosco il tuo luogo, come faccio a sentire la tua assenza? Diceva di volerle bene, che glielo aveva dimostrato - ah quante volte, santa pazienza! - ma lei era sempre distratta, irredenta, pensava ad altro insomma, con quell’eterno scompiglio tra i capricci del senso e la sua virtù. Diceva che a volte, molto a volte, sembrava una bambina cocciuta come il ciocco di legno che, attenta! finisce sempre in cenere e fumo, crepitio di polvere e fiammella che si langue. Le ripeteva, paziente e stanco, che la vita si usa con prudenza, che si legge il bugiardino e si evitano le sistoli del cuore, che la distanza trascurante non è solo geografica, ma delle complicanze ortogonali di due rette che si uniscono per sorte cartesiana e per deriva e che il disincanto è provvidenza. La rimproverava piano e l’ascoltava serio, il silenzio non lo ingombrava, lo lasciava durare, sciogliere, come mascara che piange salato sul prolabio e non è mare, quello che ora le stava ovunque. Sussurrava consigli antichi, con la voce quieta e blu, che la memoria, si sa, sbiadisce e si azzurra quando si volge e guarda glauca dove ormai non c’è più. Spanciava, con un dialetto amaro dalle “esse” sporche e le “ci” infilate dentro, parole rare che non volevano uscire dai denti, da quel chiostro che un tempo era stato generoso di lingua e baci. Di solito, non aspettava: il sobbalzo di tre squilli muti e lei rispondeva presto perché mancava il suo tono e il suo respiro all’elemosina del suo orecchio e perché poi chiudeva inesorabile e lei non poteva chiamare, perché il signore delle telefonate era lui.

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ensava che un giorno non ci sarebbe stato più, che quel numero conosciuto sarebbe divenuto segreto di remota vita, perché siamo come quella matita immersa in un bicchiere d’acqua, spezzati eppure interi, incidenti e rifratti e che il tempo non rimane per l’ultimo coseno di luce che rischiari i nostri intenti perduti e la voglia di bilico e di filo teso alle nostre vite salve, e alle nostre salve parole. Pensava che la parola per essere autentica dovesse contenere una forma di reticenza, di pudore, di cautela, una via traversa di fuga, diagonale al pensiero, che dovesse soffrire del timore nel dire per lasciare in chi ascolta la libertà di fraintenderla, una sorta di pietà dell’incomprensione, un transito confuso di ombre, come quelle nuvole che adesso stavano correndo nel cielo, un pozzo profondo, umido e buio in cui ci caliamo con la paura di non risalire, una eco che si torce, si attorciglia, si ingoia e si sputa e l’orecchio si tende e coglie solo pena di vocali. Pensava che, proprio per questo, ogni parola dovesse avere dentro un certo silenzio, una mancanza di suono, una perdita di segno, che dovesse fermarsi o magari qualche volta andarsene altrove e lasciare solo una traccia del suo passaggio, così che ognuno andasse a cercarsela nei luoghi più cari o solo più idonei, desiderando che lì rimanga per sempre e che il tempo non se la porti via. Per non sentire addosso il rimorso di non essere un’altra cosa, per essere tradita, contraddetta, menzogna di essere capita, dannata omissione di futuro. Pensava che lui parlasse con lei in quell’unico possibile modo, nonostante il quale, riuscivano a comprendersi e pensava alla volta in cui si erano incontrati. Lei lontana, a ridere con le colleghe, e lui di spalle a rivedere amici che la vita aveva perso per strada. E poi, d’improvviso, con quella torsione con la quale soleva muovere tutto il corpo - sembrava che lottasse con il suo baricentro per ottenere quella curva insinuante che metteva in pericolo lo spazio - si era girato e l’aveva guardata come per caso, nel più breve tempo in cui un uomo possa accorgersi di ciò

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IL SEGNO DEL MESE

l’oroscopo di LUGLIO/AGOSTO di lucia arena

www.luciaarena.com

d cancro PRIMA DECADE. Inizia da luglio un importante periodo che vi aiuterà in maniera indolore a togliervi di dosso una serie di fardelli. Saturno sarà un eccellente amico, fidato, che preparerà la strada verso un periodo più leggero, quello che dovrà essere attenzionato con estrema oculatezza, sarà l’aspetto economico, Giove quadrato non è il massimo nella gestione finanziaria. Dal 18 Venere in Vergine vi supporta, aiuta moltissimo quando assume nello zodiaco una posizione come questa; oltre a rendervi affascinanti e sensibili dona bellezza e armonia, sarete irresistibili. Marte nel segno non può che non essere vantaggioso, soprattutto quando si parlerà di tirare fuori gli attributi in maniera molto civile e determinata. Un mese da lasciar correre un pò, così come viene. Se proprio sarete messi alle strette, evitate le provocazioni e contate fino a dieci, riuscirete a salvare il salvabile. Se sarà il caso di difendere le vostre convinzioni, cercate un modo determinato e deciso, ma non lasciatevi andare in alterchi inutili e privi di fondamento. SECONDA DECADE. Fase di cambiamento care signore del Cancro. Il Sole e la Luna del 14 nel segno si oppongono a un deciso Plutone, che non ha intenzione di voler mollare il suo intento nel mostrarvi la strada giusta da intraprendere. Una sfida, forse arrivata al momento opportuno, per riscoprire cosa vi state perdendo dalla vita. State percorrendo un sentiero tortuoso, e se sarete incerti, non fermatevi, proseguite fino alla fine. Una bella storia d’amore sta assumendo toni piuttosto caldi; la vostra indecisione, ormai dura da troppo tempo. Adesso sarà il caso di dover riflettere, e prendere una decisione seria e responsabile. Il vostro modo di fare è attivato da un fare gradevole e irresistibile; vi rapportate con l’ambiente circostante in maniera vincente, grazie a dolcezza, serietà e grinta. Il Plenilunio di terra metterà a dura prova i vostri nervi… TERZA DECADE. Non ci saranno troppe alternative nel programma della prima settimana di luglio e il vostro spirito goliardico, sarà presto all’opera. Avevate fatto mille progetti nel trascorrere un mese in spensierata allegria e con persone che vi stanno particolarmente a cuore, e invece... arriverà qualche contrattempo. Non prendetevela più di tanto! Una disillusione d’amore, lascerà il passo a qualcosa di più concreto e importante, basta che siete disposti ad accettarla. Sempre lucidi e lungimiranti, quando si parla di programmazione e di produzione nel settore rappresentato. Ottimo il periodo, nel dover effettuare scelte importanti, relative ad attività di vostra appartenenza. Percezioni poco ottimistiche, da non considerare; la Luna di fine mese, metterà confusione. Ottima la forma fisica, siete affascinanti e suadenti. Marte e Saturno danno affidabilità, arriverà un incarico importante da un superiore. Quando il cuore batte la mente parte! Coltivate una nuova relazione. Cominciate a selezionare gli impegni, tenete quelli più proficui, non perdetevi in chiacchiere, andate al sodo.

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Inizia, per voi del segno, davvero un periodo importante di cambiamento. Ottima forma fisica, sarete affascinanti e suadenti. Favoriti i viaggi. Anche il cuore batte...

amore La poesia e il romanticismo faranno da protagonisti e non mancheranno le travolgenti braccia di chi amate a farvi perdere in passionalità a lungo sopite.

lavoro Provvedete voi con calma e soprattutto con diplomazia che, se volete, sapete gestirla a vostro pieno favore; è arrivato il momento di metterla in pratica

fortuna .

Niente male, siete ben protetti da Venere, la piccola fortuna, sempre meglio di niente. Se sarà il caso iniziate in questo mese una cura medica, vedrete ottimi risultati.

viaggi Mese strepitoso per le vacanze e le partenze. Non perdete tempo e organizzatevi, luglio vi riserva divertimenti e passioni, chi è alla ricerca di un periodo di relax potrà cominciare a chiedere le ferie o un anticipo di qualche giorno...


sotto il segno dei Cancro

Donald Sutherland (attore) 17/7/1935, Saint John (Canada) Ignazio La Russa (politico) 18/7/1947, Paternò (Ct) Ute Lemper (cantate) 4/7/1963, Munster (Germania)

LUGLIO/AGOSTO SEGNO PER SEGNO

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ariete

Ottimo inizio mese, non mancherà la grinta per affrontare quelle situazioni piuttosto complicate. Sarete lucidi nel fronteggiate ogni ostacolo. La vostra naturalezza sarà un’ottima valenza nel venire apprezzati da tutti. Sarete stupiti piacevolmente da inaspettate gratifiche, che arriveranno dalle alte sfere, l’importante sarà non montarsi la testa. In amore il sentimento vi prende totalmente, siete un tutt’uno con il partner. Continuate a scambiarvi carinerie e splendide effusioni, state vivendo un periodo fantastico. A metà del mese non lasciatevi andare in critiche gratuite e di poco conto, rischierete di alterare l’atmosfera...

amore Un incremento demografico in famiglia non dovrà confondervi! Per i single saranno favoriti i nuovi incontri.

lavoro Plutone spinge al rinnovamento e alla ricerca di una dimensione professionale che sia adeguata a ciò che vi prefisserete …

fortuna Le gratifiche sono promesse e non saranno le magnifiche Stelle a venir meno ai loro propositi che, senza dubbio, sono tutte a vostro favore.

viaggi Mese particolarmente favorito per i viaggi. Raggiunti i traguardi del primo semestre dell’anno le soddisfazioni diventano divertimento...

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toro

L’umore non sembra essere tra i più altisonanti. Inizierete il mese con una serie di pic-

coli intoppi domestici, che senza risparmio alcuno, tenteranno di farvi saltare i nervi rendendovi fastidiosi e pedanti, quasi insopportabili. Saturno ritornato opposto non renderà l’aria tanto leggera, questo è garantito! Una Luna Piena di terra renderà le storie d’amore ricche di profondo e sincero sentimento. Per i single le opportunità non mancheranno, sarete coinvolgenti e stuzzicherete l’interesse di chi avete appena conosciuto.

amore

amore L’ideale sarà fare in modo di essere presenti nella coppia più delle altre volte e rendersi utili anche nell’ordinaria amministrazione.

lavoro

Chi è single potrà abbracciare questo momento che sembra cadere a puntino dopo un periodo lungo e tortuoso.

lavoro

Spingete l’acceleratore perché le chiavi del successo è nelle vostre mani, solo voi potete riuscire a rendere ogni situazione grandiosa.

fortuna

Le buone occasioni arriveranno da diversi settori; contratti di prestigio: questa volta non sarà il caso di raccomandarsi a nessuna Stella.

fortuna Un vecchio credito sarà riscosso, si sbloccherà, come per magia, uno dietro l’altro tutto ciò che vi ha messo in difficoltà nell’ultimo periodo.

viaggi Dal 9 sarete favoriti negli spostamenti, anche un viaggio organizzato in fretta e furia potrà essere un piacevole fuori programma.

c

tirare fuori e da far conoscere solo a chi, per voi, veramente merita. Le tensioni non mancheranno nella coppia. Sarete talmente ispirati dall’atmosfera che penserete che sia arrivato il momento di parlare chiaro. Cominciano gli esami di coscienza, le grandi riflessioni...

gemelli

Siete proiettati verso un futuro piuttosto roseo, anche se, spesso, siete voi stessi che rischiate di cambiarne il percorso, con i vostri modi di fare eccentrici e in controtendenza. Ma siete simpatici e piacevoli, questa è la vostra forza. Riuscite nei vostri intenti proprio perché siete così come apparite, senza presunzione e falsa modestia, con tante doti da

Saranno giornate di grande effetto, non mancheranno le sorprese che arriveranno sin dalle prime giornate di luglio quando, durante una cena di lavoro, un incontro sarà determinante.

viaggi Il vostro Maestro Mercurio, vuole prendersi una pausa, e considerando che è il pianeta rappresentativo dei viaggi sarà meglio assecondarlo, perlomeno fino al 23.

e

leone

Vi brillano gli occhi; siete immersi in un mare di beatitudine. Avete risolto durante lo scorso mese, un fastidioso e pruriginoso problema, superato piccolo disturbo di salute, che ha inciso sul vostro umore. Da luglio sarete in perfetta forma, e così per tutta l’estate. Una benevola girandola di Stelle tutte a favore, renderà l’atmosfera gagliarda, Con la Luna Piena darete il via a ciò che vi sta più a cuore, “Nirvana dell’amore”. Con Venere e il sole nel segno, il cuore sarà colpito in pieno, traboccherà di

SICILIA INROSA

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l’oroscopo

di lucia arena

sentimento, fino ad annegare nell’oblio, di un’inconsueta relazione cerebrale, almeno per il momento. Le occasioni non mancheranno anche quando siete stracolmi d’impegni. Siete eccellenti nel selezionarle, ma soprattutto, siete ineguagliabili nell’affrontarle con sintesi ed estrema lucidità. Non cercate il pelo nell’uovo...

amore Vi siete convinti, a vostre spese, che i sentimenti sono delle piantine da coltivare, non possono essere abbandonate o lasciate...

lavoro Non ci saranno nell’immediatezza eccezionali soddisfazioni economiche ma sarete ben sostenuti da Stelle strepitose.

fortuna Un momento di ossigeno; la vicinanza di Giove e il Sole: effetti stellari dirompenti e favoriti.

viaggi Mercurio dal 23 verrà a farvi visita, ci sarà anche il Sole nel segno, grande esplosione di vivacità ed energia.

f\

vergine

Rientrerà nei vostri programmi, pre vacanzieri, un rassettamento generale della vita pratica; non sentirete il trasporto delle ferie e del tanto amato riposo, fino a quando non sarete sereni nell’aver sistemato dalla pompa del giardino alla cuccia del cane, alla tegola mancante del tetto, alla cantina, alla scarpiera da pitturare, all’armadio che non chiude. Nell’ambiente lavorativo sarà solo una vostra impressione quella di non essere ben accetti, nessuno ha mai dimostrato insofferenze. Brilla l’amore, tira aria di buone nuove...

contri per i giovani del segno.

Lavoro Chiarite una faccenda con un collaboratore, sistemate il tiro dove occorrerà, eviterete di impantanarvi in situazioni statiche.

Sarà un felice momento, lo definirei fortuito e propositivo; a breve il pianeta delle grandi fortune vi passerà sul sole…

viaggi Non avrete un momento per sedervi a tavolino; con Giove di transito sul vostro sole sarete più che favoriti...

g

bilancia

Sarete sereni e ottimisti. Un nuovo ciclo di vita si sta aprendo davanti a voi, siete intenzionati a dover sfruttare nei minimi particolari qualsiasi situazione possa presentarsi al vostro cospetto. Una serie di contatti che sembravano essersi arenati, qualcuno piuttosto importante, con l’ausilio del buon Mercurio prenderà una nuova energia, un nuovo colore. Tutto girerà a vostro pieno favore, saprete cavalcare l’onda. L’unica cosa che dovrete metterci da parte vostra, sarà serietà e impegno. Si parte! Momenti di verifica nella coppia, e non saranno neanche così tanto sporadici...

Amore Sarà il caso di dover agire nell’interesse della coppia, questo è il momento ideale; le unioni in crisi non aspetteranno più...

lavoro Momenti delicati per il settore professionale, occorrerà soffrire e farsi le ossa. Ma nello stesso tempo: le belle idee che avete nel cassetto?

fortuna

Novità sul cielo dei single, un amore farà saltare i soliti e indiscutibili schemi. Favoriti gli in-

Ancora qualche altro sforzo, resistete, il cielo di luglio vi darà una mano.

SICILIA INROSA

Se ci riuscirete o l’avete già programmato mettetevi in viaggio e assaporate una prima trance di vacanze: un viaggio servirà a staccare...

Fortuna

amore

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viaggi

h

scorpione

Vi siete un po’ montati la testa, non potete negarlo; una serie di circostanze vi ha esaltato. Adesso contenetevi, il vostro modo di fare potrebbe indisporre chi vi sta intorno. Lo fate per gioco e per darvi un ingenuo tocco di superiorità, ma i tempi sono cambiati e d’invidie ne avete tante, quindi godetevi il successo senza fare eccessivo con umiltà. Si parlerà di progetti a due; non solo il viaggetto vacanziero in programma, ma di mettere su famiglia. Anche se il primo passo sarà la convivenza, non escludetela a priori, sarà un’esperienza da fare. Notti d’incredibile eros, un partner non vi mollerà un minuto...

amore Un groviglio si sensazioni, emozioni che andranno a sfociare tra le calde lenzuola di chi ha la possibilità di prendersi cura...

lavoro Ottimo fiuto per gli affari, le Stelle prevedono un introito che verrà proprio da un’intuizione...

fortuna Ottima! Sarete rinfrancati da un cielo imponente, Venere in un segno d’acqua vi sostiene, a breve arriverà Giove in Vergine, favorevole.

viaggi Non addossatevi troppe responsabilità; avete bisogno di staccare la spina...

i

sagittario

Trigono di Sole, equivalente Astrologico:


leggi l’oroscopo anche su www.siciliainrosa.it energia invasiva ed esplosiva, tanta e tale, da non aver nessun limite nel dover affrontare volutamente nuove imprese, sia professionali sia personali. E con una spinta del genere, fatta di esuberanza ed entusiasmo, arriverete a vette altissime. Il successo è nelle vostre mani. Nell’ambito delle amicizie non mancheranno selezioni improvvise. Nettuno segnala nuovi incontri, flirt e avventure. Il trigono di Urano in quinta casa vi mette sulla strada di un nuovo partner: un amore a prima vista?

amore Per chi è single, una passione travolgente diventerà sempre più impetuosa, vivete il momento per quello che sentite…

lavoro L’autostima cresce sempre più; ottimo presupposto per prenderne atto sin dall’inizio di luglio quando vi troverete in una nuova impresa...

fortuna La vicinanza incalzante del Sole opposto gioca brutti scherzi, niente preoccupazione, Giove vi aiuterà a superare tutto. Abbiate fiducia.

viaggi I viaggi sono la vostra passione primaria, eppure troverete mille difficoltà per qualsiasi programma...

l

capricorno

Mese all’insegna dell’amicizia. Gli amici saranno un toccasana per ritemprarvi da un incessante lavoro, e da un “miraggio” chiamato vacanza. Organizzatevi sin dalle prime settimane del mese. Una tantum di allegria capita anche a voi, pur sempre ferrei e intransigenti Capricorno, godetevela tutta. Non ci sarà tempo da perdere, se vi accorgete che la vostra relazione sta sprofondando nella noia più totale. Il fine mese sarà l’ideale per un viaggio in località romantica, possibilmente in riva al mare. Una piccola magia sarà memorabile. Sommersi dal lavoro riuscirete a trovare nuove strategie per tirarvi fuori da confronti e inevitabili concorrenze. La vostra sete di pri-

meggiare non ha confini. Avete tutte le carte in regola per poterlo fare, ma state attenti alla mancanza di sincerità che aleggia in ufficio. Non tutti sono felici dei vostri successi...

Lavoro

amore

A breve l’opposizione di Giove si scioglierà, comincia per voi un momento favorito, recupererete in tutti i settori.

Non vi mancherà il coraggio e la decisione sarà netta, e soprattutto, non sarà inaspettata: chiuderete una relazione complessa e “parallela”.

lavoro Se siete agitati sappiate che non potrete più tornare indietro. Non dovete perdere la calma; prima della fine di luglio non ci saranno novità.

fortuna Luna Nuova in Acquario; un periodo eccezionale per i sentimenti...

viaggi Per i viaggi di piacere riservatevi il mese di agosto, sicuramente più propizio e meno contrastato.

m acquario Il benefico influsso di Giove dona benessere sia fisico sia mentale. Sarete uno schianto! Urano vi diletterà con tutto ciò che ci sarà di nuovo nella vostra vita, non vi farete scappare nulla, tutto sarà un divertente gioco di specchi. Un Novilunio magico rigenererà il vostro spirito, rendendolo più ancestrale del solito. Ottimo per chi scrive poesie o romanzi classici. Nettuno darà un senso di rinascita nelle relazioni di coppia, e prepara i giovani del segno a qualcosa d’importante e duraturo, soprattutto nell’amore quello che si presenterà dirompente e intenso. Qualche diatriba nell’ambiente lavorativo porterà piccoli malumori.

amore Forse un po’ più di fiducia in voi stessi vi darà quella spinta giusta per farvi procedere verso un rapporto di coppia stabile e continuo. Ora o mai più cari Acquario il momento è Stellare.

E’ arrivato il momento di dire quello che sentite e desiderate per il futuro professionale...

fortuna

viaggi Non vi verrà alcun disagio se sposterete una partenza ad agosto.

n

pesci

Annoiati ma solo per un paio di giorni; luglio inizierà lento ma pieno di aspettative, che verranno soddisfatte da una fantasmagorica giostra di pianeti come Venere, Marte, Mercurio e Plutone. Gli Astri oltre a dare infinite sensazioni, tireranno fuori quelle emozioni più recondite che albergano in voi e che gelosamente conservate. Adesso è arrivato il momento per viverle tutte intensamente. Il pianeta dell’amore, Venere, insieme al suo corrispondente Marte, procede per il loro cammino nella vostra casa delle relazioni …. Spargeranno buone nuove per i single e svolte importanti per chi è in coppia. Progetti e stabilità caratterizzeranno le relazione sincere.

amore L’innamoramento è un evento al quale non potrete sfuggire, anche se non durerà per l’eternità…

lavoro Preparatevi alle entrate di cassa. Un accordo con una persona che non vedevate da tempo si presuppone favorevole. Successi e gratifiche.

fortuna Non è ancora piena soddisfazione; mancano gli effetti del cielo di luglio, quel po’ di fortuna in più che renda stabile l’economia.

viaggi Non eccedete; un viaggio dovrà servirvi per riposarvi dal lungo e difficile primo semestre.

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Mario Ciancio Sanfilippo

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