22febbraio2009

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Settegiorni dagli Erei

al Golfo

Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

Poste Italiane

S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 7 Euro 0,80 Domenica 22 febbraio 2009 Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email settegiorni@diocesiarmerina.it In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi

sovraffollamento

scuola

Le carceri italiane di nuovo al collasso. Denuncia del sindacato di Polizia penitenziaria di Donato Capece

Editoriale

Le tre conversioni

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ei polvere e in polvere devi tornare” sono le parole che Dio rivolge ad Adamo dopo il peccato. Più che un castigo queste parole dicono che cosa è l’uomo se guarda se stesso senza una Parola che ne sveli il significato nascosto. Se osserva soltanto la propria esistenza, che altro può dire un uomo? È un vivente che, come ogni altro e proprio perché vivente, è destinato a morire. Ricordare che siamo polvere è già una prima conversione, capace di liberarci dalle molte arroganze che riempiono la vita, illudendoci di dare un senso a noi stessi senza Dio. “Il ricco, quando muore, con sé non porta nulla”, dice l’antica saggezza. E ancora: “Non irritarti per chi ha successo; ancora un poco e scompare, cerca il suo posto e più non lo trova” (Sl 37). Lo sguardo disincantato di chi ricorda la propria caducità, libera dall’arroganza, dalle invidie e, persino, dalla paura dei potenti. È vero: l’uomo è polvere e le sue arroganze sono così ridicole! Ma se la liturgia delle Ceneri invita l’uomo a ricordarsene, è per aprire lo spazio all’ascolto della Parola di Dio che gli indica un ben altro destino. Solo se si prende coscienza della propria caducità, lo sguardo si fa pulito in modo d’essere capace di scorgere la potenza salvifica dell’amore di Dio. “Che cosa è l’uomo?”, si chiede il salmista (Sl 8). Intelligentemente non pone la domanda a se stesso, né agli altri uomini, ma a Dio. Per conoscersi guarda in alto. Chiedesse soltanto a se stesso la propria identità, concluderebbe semplicemente di essere polvere. Guardando invece verso Dio si accorge con stupore di una verità: “Quando contemplo i cieli, opera delle tue dita, che cosa è l’uomo, perché ti ricordi di lui, un figlio d’uomo perché te ne prendi cura?”. Se lo confronti con l’immensità del firmamento noi potremmo dire se lo misuri con il tempo, la morte, con il susseguirsi delle generazioni, con il numero sterminato degli uomini che nascono, vivono un’esistenza che pare insignificante, che muoiono - viene spontaneo pensare “che cosa conta un uomo?”. Eppure Dio si ricorda di lui. L’uomo è sospeso alla memoria di Dio e qui trova la sua grandezza nonostante la piccolezza, qui trova la consistenza e la durata nonostante la sua precarietà. Cambiare la direzione dello sguardo è la seconda conversione. Una considerazione analoga si legge anche in Isaia (40,6): “Ogni carne è come l’erba e ogni sua gloria è come un fiore del campo... L’erba secca, il fiore appassisce, ma la Parola del nostro Dio dura per sempre”. C’è dunque un modo per sfuggire alla precarietà: poggiare la propria esistenza sulla Parola di Dio, affidandosi alla sua fedeltà. L’uomo che confida in se stesso è polvere, ma non l’uomo che confida in Dio. Il prologo di Giovanni va oltre le parole del profeta: “E la Parola si è fatta carne” (1,14). Non soltanto la Parola salva la nostra caducità, ma è entrata nel mondo della nostra precarietà, in tal modo condividendola e salvandola. Fatto uomo, il Figlio di Dio ha condiviso la morte dell’uomo, mostrando che non è più un cammino verso la polvere, ma verso la risurrezione. Lasciare che la pasqua del Signore imprima senso e direzione alla nostra esistenza è la terza conversione, verso la quale tutta la quaresima è orientata. Ma non senza un’ultima precisazione: con la sua vita e la sua morte Egli ha mostrato che non ogni modo di vivere vince la precarietà, ma soltanto una vita orientata al dono di sé. È l’amore che vince la morte. È il Crocifisso che è risorto. Bruno Maggioni

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Chiesa

I dati dell’insegnamento della religione in diocesi di Ettore Bartolotta

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spiritualità

Il Messaggio del Papa per la Quaresima Riscoprire il digiuno

Gli esiti del convegno delle Chiese del Sud di Giuseppe Savagnone

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Redazionale

Monaco a Fini Non lasciateci soli

on lasciate sola la provincia di Enna, non lasciate sola la Sicilia”. È il presidente della provincia, Pippo Monaco, che non ha esitato dinanzi alla sua Giunta al completo, ai venti sindaci dei comuni ennesi e ai consiglieri provinciali, a lanciare questo accorato appello alla terza carica dello Stato. Un presidente della provincia che non ha nascosto al presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Enna per una “lectio magistralis” all’Università Kore sull’Unione europea e poi in visita alla Provincia, le difficoltà in cui versa la provincia di Enna. “Difficoltà che innanzi tutto sono infrastrutturali - ha detto - come la rete stradale, la viabilità, la rete ferroviaria che è obsoleta”. Monaco ha toccato anche il problema del federalismo fiscale che, a suo giudizio, “si pone a vantaggio delle regioni più ricche”. “Perché noi - ha sottolineato - non abbiamo un’economia capace di creare grandi ricchezze, perché la nostra si basava soprattutto sulle miniere che hanno chiuso e sull’agricoltura che è in crisi”. Quindi, ha posto il problema del precariato e della disoccupazione. “Vogliamo avere la possibilità - ha aggiunto - di potere crescere, di potere arginare con l’occupazione dei giovani il problema della criminalità, dell’illegalità, della mafia. Solo così i giovani non possono essere attirati dalla illegalità”. È così che si può riassumere l’intervento di Monaco al quale ha poi risposto Fini che ha puntato sulla necessità che le istituzioni collaborino, al di là delle maggioranze e delle opposizioni, che in una logica di normale dialettica però devono essere uniti nell’affrontare i problemi. Riferendosi poi alla legalità e al federalismo fiscale, Fini ha detto: “La grande questione connessa alla cultura della legalità non può essere utilizzata da una parte politica contro un’altra e non ci può essere né diritto né prerogativa esclusiva di alcuno”. Sul federalismo fiscale, Fini è stato chiaro: “Non si possono creare ulteriori lacerazioni. O l’Italia tutta esce dalle condizioni in cui si trova, o pensare che una parte possa uscirne a scapito di un’altra, significa non soltanto andare contro il principio dell’unità nazionale, ma significa non fare l’interesse dell’Italia che si rappresenta. Il federalismo fiscale è una grande sfida, una grande storica opportunità per uscire dall’assistenzialismo. Dobbiamo puntare sulla capacità del Meridione di essere virtuoso di essere positivo e propositivo, di essere garanzia di efficienza dei servizi quanto, se non più, di altri parti d’Italia. È una grande sfida che so che il Meridione è in grado di vincere, perché ha già vinto altre sfide di questo tipo”. Intanto, sul federalismo fiscale anche nella nostra provincia la politica torna a infiammarsi, a coinvolgere e a tenere inchiodato per ore il pubblico. È avvenuto la settimana scorsa alla sala Cerere di Palazzo Chiaramonte, dove

in un convegno organizzato dall’Udc la gente si è sentita rappresentata, ha percepito la passione, si è riconosciuta nell’analisi onesta non asservita agli interessi dei capi. Il presidente dei senatori Udc a Palazzo Madama, Gianpiero D’Alia, l’ex presidente della Regione, on. Calogero Lo Giudice, e il dirigente regionale Mimmo Di Carlo, in sintonia sulla frequenza del buon senso, hanno parlato di federalismo fiscale, ma anche di etica e moralità in politica. Sul federalismo, il senatore D’Alia ha fatto un’ampia analisi dei problemi che ha portato l’Unione di centro a votare no in Senato (ha votato sì la Lega e il centrodestra, mentre il Pd e l’Idv di Di Pietro si sono astenuti). “In alcune sue parti - ha detto D’Alia - appare in contrasto con la Costituzione e dà una delega in bianco al governo per scrivere norme che stravolgono i rapporti finanziari e istituzionali tra Stato, Regioni e Autonomie. In altri termini, non è ancora chiaro – ha spiegato D’Alia - cosa dovrebbe fare lo Stato e cosa le regioni e le autonomie locali e chi debba farsi carico dell’ingente debito pubblico nazionale. Non vorremmo che dietro a complessi di norme ci fosse la volontà di dividere il Paese in ragione della capacità fiscale dei suoi abitanti, aumen-

tando il divario tra Nord e Sud”. Per l’on. Lo Giudice, “il federalismo fiscale impone un sostanziale cambiamento di mentalità e di cultura, un nuovo modo di governo della pubblica amministrazione”. “Se non c’è questo adeguamento - ha sottolineato - se le risorse pubbliche devono continuare a servire esclusivamente a gruppi e lobby della politica, per il Mezzogiorno sarà un disastro”. Lo Giudice va poi oltre e punta sulla questione etica e morale della politica in provincia di Enna: “Non è possibile - ha detto - che in tutto il Paese si parla che si deve affermare un nuovo principio morale, un nuovo rapporto tra etica ed economia, di nuove regole, e a Enna parlare di queste cose è diventato un problema serio. Quando parliamo di problemi di ordine morale, non ci riferiamo a problemi giudiziari, non siamo contro qualcuno. Ne parliamo perché vogliamo affermare una visione della politica, dell’amministrazione che sia legata a regole e principi. E questo perché vogliamo costruire una realtà nuova che non prevede i vizi del passato. Questa è la vera ragione”. Giacomo Lisacchi

Nessun pericolo chiusura per il Bellini di Mazzarino

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l Consiglio provinciale di Caltanissetta nella seduta del 16 febbraio ha dedicato un ampio dibattito all’Istituto musicale “Bellini” di Mazzarino circa il destino di tale sezione staccata. Sull’argomento ha polemizzato il capogruppo Udc Petralia, che ha denunciato la falsità di alcune notizie riportate da organi di informazione circa il destino “segnato” di tale struttura. Nel ricordare le

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assicurazioni date sull’argomento sia dall’assessore Milano che dallo stesso presidente Federico, che avevano già parlato di inesistenza del problema e anzi di volontà di potenziare la struttura, Petralia ha rimarcato come fosse strano che il fatto della chiusura della classe di pianoforte venisse fuori solo ora, sulla scia di una nota inviata dal comune di Mazzarino all’Ap, a distanza di ben un anno

e mezzo dal provvedimento, e si è chiesto se per caso non c’entrasse in tutto ciò la questione dei sorveglianti richiamati alla sede centrale: e a tal proposito ha auspicato una più generale verifica per valutare il reale fabbisogno di unità in tutte le sedi distaccate dell’Ente. Quanto all’Istituto di Mazzarino, Petralia ha aggiunto di avere avuto modo di appurarne la pie-

na funzionalità, per cui non esiste su di esso alcun allarme ed il polverone sollevato, ha concluso, è stato volutamente strumentalizzato. L’assessore Milano ha confermato in aula l’inesistenza di progetti di ridimensionamento, mentre la sussistenza o meno di classi rimane demandata ai programmi didattici dell’Istituto che ormai viaggia verso la completa autonomia gestionale.


Notizie dai Comuni

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

polizia penitenziaria A giorni sarà superata quota 60 mila presenze. Il sindacato chiede misure

Torna l’emergenza nelle carceri “S È l’allarme che lancia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di categoria dei “Baschi Azzurri”, che per tutta la settimana terrà in Campania decine di riunioni ed incontri sindacali con il personale in servizio nei penitenziari della Regione. Ministero della Giustizia e Governo devono adottare con urgenza provvedimenti concreti per deflazionare le strutture penitenziarie del Paese. È davvero necessario ricostruire il sistema carcerario del Paese, a cominciare dalle espulsioni dei detenuti stranieri che sono ancora numericamente insignificanti. Ma è necessario farlo presto, in tempi rapidi. Si rendano stabili le detenzioni dei soggetti pericolosi e si affidino a misure alternative al carcere la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità so-

ciale, potenziando quindi l’area penale esterna e prevedendo per coloro che hanno pene brevi da scontare l’impiego in lavori socialmente utili all’esterno del carcere con l’introduzione del sistema di controllo del braccialetto elettronico in dotazione al Corpo di Polizia penitenziaria. Una nuova politica della pena, che preveda un ‘ripensamento’ organico del carcere e dell’Istituzione penitenziaria con al centro un nuovo ruolo professionale ed operativo della Polizia penitenziaria, adottando eventualmente anche procedure di controllo mediante dispositivi tecnici come il braccialetto elettronico, è necessaria e indifferibile. Ed è assolutamente urgente, viste le ormai quasi 60mila presenze nei nostri penitenziari. Dr. Donato Capece Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

presenze e capienze in sicilia per istituto di detenzione e sesso

Istituto

Agrigento Augusta Barcellona Pozzo di Gotto Caltagirone Caltanissetta Castelvetrano Catania Bicocca Catania Piazza Lanza Enna Favignana Giarre Marsala Messina Mistretta Modica Nisocia Noto Palermo Pagliarelli Palermo Ucciardone Piazza Arnerina Ragusa San Cataldo Sciacca Siracusa Termini Imerese Trapani Totale Regione

mazzarino Organizzata dall’Università popolare del tempo libero

Tavola rotonda sul disagio psichico I

n Italia una persona su 5 sistema nervoso centrale soffre di depressione, in che degenerano in schizototale 7-8 milioni di persofrenia (deliri, psicosi, allune pari al 12% della popolacinazioni)”. zione. Come intervenire? “Il Il sac. Giuseppe D’Aleo, disagio psichico si può predopo aver sottolineato venire e curare attraverso l’importanza del contribula conoscenza delle cause e to della ricerca scientifica l’informazione sugli effetti”: nel trovare soluzioni avanquesta la strada suggerita zate e nel diagnosticare dai relatori del convegno sul ogni singola malattia men“Disagio psichico nella sotale, ha illustrato il problecietà moderna” organizzama sotto una veste filoto dall’Università Popolare sofica, sociopsicologica e del tempo libero, sabato 7 psicoreligiosa, richiamanpresso il teatro comunale di La prof. Antonietta Castrogiovanni, don Pino D’Aleo. do il concetto di “società Mazzarino. il dr. Filippo Caraci e l’Ass. Vincenzo Marino liquida” di Bauman. “Oggi Dopo il saluto della pre- spiega padre D’Aleo sidente Antonietta Castrogiovanni l’Alzeimher, considerata la malattia nulla è stabile e fisso (dal lavoro ai e dell’assessore Vincenzo Marino sociale del 2030”. Come intervenire? sentimenti), tutto fluttua, anche le - lo psicoterapeuta dott. Filippo Ca- “Gli strumenti a disposizione van- singole personalità, ciò genera uno raci ha presentato il punto di vista no dal colloquio clinico agli antide- stato di ansia e paura, depressione, scientifico dell’argomento. “Oggi pressivi, dalla risonanza magnetica tristezza, incapacità di fare progetti rispetto a un tempo - spiega il dott alla psicoterapia e psicoeducazione. a lungo termine. Il male sociale che Caraci - conosciamo le basi neurop- Importante è, inoltre, assicurare la causa tutto ciò è l’invidia. Dobbiamo sichiche della malattia, poiché siamo conoscenza del problema. Una fa- ritrovare noi stessi, trovare calma in grado di “vedere” il cervello uma- miglia informata è un alleato impor- e pace interiore, anche attraverso no e studiarlo. Il disturbo di diversa tante nella cura del proprio familiare la preghiera e la fede in Dio e nelle natura (dall’ansia allo stress, fattori e nell’efficacia della terapia, questo cose semplici”. genetici, eventi della vita come i lut- perché purtroppo gli effetti positivi La serata (organizzata col patroti, l’abuso di sostanze) genera varie degli antidepressivi non sono così cinio del Comune e sponsor della forme di depressione che si mani- rapidi quanto gli effetti collaterali. locale Banca di Credito Cooperatifesta con atteggiamenti di chiusura Inoltre bisogna ‘informare corretta- vo) si è conclusa con lo spettacolare alla realtà, umore basso prolungato, mente’ i ragazzi che fanno uso di so- trattenimento musicale a cura del incapacità di reagire positivamente stanze stupefacenti. La cannabis che fisarmonicista siciliano Nunzio Bela uno stimolo che per tutti è piace- oggi consumano non è quella di una fiore. vole. La depressione non trattata volta, è tante volte più pericolosa aumenta il rischio di demenze come e crea danni enormi al cervello e al Concetta Santagati

Capienza Regolamentare D U Tot.

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40 220 260 0 329 329 0 216 216 0 75 75 0 185 185 0 58 58 0 164 164 12 233 245 13 107 120 0 95 95 0 59 59 0 35 35 44 239 283 0 16 16 0 35 35 0 43 43 0 73 73 4 995 999 0 419 419 0 45 45 18 128 146 0 118 118 0 92 92 25 284 309 0 77 77 20 304 324 176 4.644 4.820

20 0 0 0 0 0 0 21 9 0 0 0 38 0 0 0 0 26 0 0 7 0 0 0 0 21 142

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a batteria, come tutti gli strumenti musicali, ha bisogno di tante cure ma soprattutto di essere accordata in modo perfetto per riportare un giusto suono che appaghi la qualità ed anche il gusto musicale. Esistono vari metodi per accordare la batteria. Dipende sia dall’attrezzatura che abbiamo a disposizione, sia dal tipo di pelle che usiamo, e da altri vari fattori. Qui ci occupiamo, in linea di massima, dell’accordatura più utilizzata e consigliata dagli esperti. Accordare la batteria, oltre che per curare il suono, serve anche per fare in modo che le due pelli, sia il battente che la risonante,

portate a tensione, producano un suono più forte possibile. Un consiglio importante è di non tenere i tamburi in braccio ma appoggiati a terra, mettendo un cerchio tendi pelle a terra e l’altro rivolto verso di voi. Quando inserite la nuova pelle fate molta attenzione a come l’avvitate: bisogna inserire le viti una per volta senza stringere, ma che tocchino leggermente il cerchio tendi pelle. A questo punto inserite la vite corrispondente alla parte opposta, e così via. Ovviamente, cercate di tendere la pelle con lo stesso giro di vite, volta per volta. Durante l’accordatura dobbiamo controllare varie cose, ma le più importanti sono la risonanza del tamburo ed il livello di ten-

432 452 550 550 272 272 233 233 244 244 107 107 237 237 407 428 162 171 139 139 55 55 38 38 413 451 43 43 51 51 68 68 76 76 1145 1171 700 700 77 77 210 217 104 104 104 104 461 461 126 126 438 459 6.892 7.034

maltempo La stima è dell’Ufficio tecnico del Comune

A Mazzarino danni per 7 milioni

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danni subiti dalle strutture comunali ammontano a oltre 7 milioni di euro. Sei milioni è il costo per interventi da effettuare a medio e lungo termine e un milione di euro è quello relativo a interventi urgenti da effettuare nell’immediato. È quanto emerge dalla stima effettuata dall’ufficio tecnico del Comune, sui danni causati dalle piogge eccezionali verificatesi nel trimestre novembre 2008 – gennaio 2009 e inviata all’amministrazione comunale. La giunta municipale, sulla base di tali dati tecnici, ha deliberato di avanzare la richiesta, alle autorità competenti, dello stato di calamità naturale. Dalla stima dei 7 milioni di euro sono da escludere i danni subiti dai privati, sia negli immobili che nei fondi agricoli. Nello specifico, si legge nella relazione dell’Utc, nella viabilità interna ed esterna si sono registrati danni per €. 2.200.000,00 mentre i costi da sostenere a difesa dei terrapieni sono di 880.000,00 euro. Alcuni interventi specifici da realizzare nelle strade esterne comportano una spesa di 990.000,00 euro. Uguale somma a quella da sostenere per riparare i danni verificatisi negli immobili comunali. 175.000,00 euro è la spesa da sostenere per riparare la pubblica illuminazione mentre le costruende strutture comunali della zona industriale e della pista di atletica

music’@rte Accordiamo la batteria

Detenuti presenti U Tot.

Situazione al 31/1/2009 - Fonte D.A.P.

ono settimane, mesi, anni che denunciamo come la mancanza di una strategia d’intervento sul sistema penitenziario nazionale avrebbe riportato in poco tempo le carceri italiane a livello allarmanti di affollamento. Con la costante media di circa 1.000 ingressi al mese, tra poche settimane avremo nei nostri penitenziari 60mila detenuti e organici del Corpo di Polizia Penitenziaria carenti ben oltre le 5mila unità. Il Governo vorrebbe risolvere il sovraffollamento penitenziario costruendo nuove carceri, ma questo vuole dire necessariamente assumere nuovo personale, di Polizia e del Comparto Ministeri (oggi entrambi nettamente sotto organico). Vuol dire stanziare fondi e risorse. Se le attuali dotazioni organiche sono già insufficienti per gestire l’esistente, chi metteranno a lavorare nelle nuove strutture penitenziarie?

sione della pelle. Per quando riguarda la prima operazione, basta colpire il tamburo al centro della pelle con delle bacchette o con le mani fino a trovare il massimo punto di risonanza. Per quando riguarda la seconda invece, bisogna colpire il tamburo nella parte vicino all’anello tendi pelle in modo da produrre un suono uguale in tutti i punti del tamburo. Appena finito con la parte del battente, si può passare alla pelle risonante. Essa si può accordare o più acuta del battente, in questo caso il volume del tamburo scende subito dopo la percossa, o in modo più grave, in questo caso il volume sarà ampio ed il suono povero di armoniche. Nel caso in cui facessimo l’accordatura uguale a quella

per essere rimesse a posto necessitano di una spesa di 1.430.000,00 euro. Infine sono 250.000,00 i danni verificatesi nella via San Francesco di Paola, nella zona Canale e nel costone nord-est dell’abitato. Uguale spesa a quella per riparare i danni urgenti nei corsi fluviali. “Il maltempo di questi ultimi mesi - afferma l’assessore ai Lavori Pubblici Rino Calì - ha flagellato il nostro territorio comunale, con danni veramente ingenti. Chiederemo lo stato di calamità naturale, mentre per i primi immediati interventi, stiamo facendo il possibile per recuperare alcune somme del bilancio comunale che, purtroppo, sono veramente poche”. Intanto l’ufficio del Genio Civile di Caltanissetta ha disposto la esecuzione dei lavori di somma urgenza per il consolidamento del versante della zona “Canale” di Mazzarino. I lavori dell’importo di 200 mila euro sono stati affidati dall’ingegnere capo Antonio Castiglione alla ditta Vincenzo Ferrigno di Mazzarino. Saranno realizzati dei muri di sostegno in cemento armato e su pali oltre a gabbionate, per eliminare lo stato di pericolo per la pubblica e privata incolumità. Paolo Bognanni

di Maximilian Gambino del battente, il suono sarà pieno di armoniche. Questo metodo è utilizzato per quasi tutte le parti dei tamburi della batteria, ma nello specifico dobbiamo parlare dei tom e del timpano. Per quando riguarda la grancassa si può utilizzare lo stesso metodo ma con degli accorgimenti particolari, anche perché è un tamburo che suona a frequenze basse che vanno dai 30Hz a circa 200Hz, ma preferisco parlarne nel prossimo articolo anche perché dei tamburi c’è molto da specificare circa il rullante, che è reputato lo strumento a pelle tra i più difficili da accordare. maxmusicartextreme@libero.it


Notizie dai Comuni

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

gela Lo Statuto della Regione prevede una tassa per le imprese di raffinazione

Federalismo alla siciliana

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el 1812 nasce la Costituzione siciliana. Nel 1947 nasce la Costituzione italiana. Dunque la Costituzione siciliana nacque ben 135 anni prima di quella italiana! Essendo quella italiana nata dopo ed avendo “inglobato” quella siciliana al proprio interno, la Costituzione siciliana è, a tutti gli effetti, legge! L’art. 36 dello Statuto siciliano recita: “al fabbisogno finanziario della Regione si provvede (…) a mezzo tributi, deliberati dalla medesima”. Il successivo art. 37 prevede che “per le imprese industriali (…) che hanno sede centrale fuori dal territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti e impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota da attribuire alla Sicilia”. Dalla combinazione dei due articoli si evince che è fondatissima, da parte della Regione Sicilia, la richiesta alle imprese produttrici e di raffinazione del petrolio, di pagare una tassa ambientale a compensazione dell’ormai irreversibile inquinamento che hanno prodotto alla Sicilia. Tale richiesta, inoltre, può e deve essere estesa alle accise che tali imprese pagano allo Stato. Ma i presidenti dei 56 governicchi siciliani che si son succeduti, hanno dolosamente dimenticato questi articoli, anzi, hanno volutamente e indiscrimi-

natamente evitato di far valere lo Statuto nella sua interezza! Nell’anno 2000, è stata emanata una legge che prevedeva il ritorno dello 0,3% delle accise sulla produzione e sulla raffinazione del greggio in quelle città dove insiste una raffineria. Per Gela, a occhio e croce significherebbe raddoppiare il bilancio comunale! Adesso non sto a farvi l’elenco di ciò che si potrebbe fare con quei soldi (qualche politico farebbe scorrere acqua potabile da tutti i rubinetti che non sapremmo più dove metterla...), ma posso solo dire che l’allora Presidente Ciampi firmò la legge, ma questa non divenne esecutiva perché doveva essere emendata da una concertazione Stato-Regione: quella concertazione non si è mai svolta! Nel 2004 a Gela si era avviata una raccolta di firme per sollecitare il Capo dello Stato ad avviare la concertazione ma, per dirla alla Shakespeare, “Tanto rumore per nulla…” Da quando è diventato assessore regionale all’industria, l’on. Pippo Gianni ha sposato questa battaglia. Ma dovrà avere il sostegno del governatore Lom-

bardo affinché chieda, come deve, gli importi relativi ad accise e a tasse ambientali, facendo valere quella legge emanata nel 2000 e il nostro Statuto. Ma tutto ciò può essere anche impugnato davanti alla Corte di Giustizia di Lussemburgo perché il Governo centrale non può superare i limiti dello Statuto! Perché lo Statuto è legge… Naturalmente tutto questo non può essere il cavallo di battaglia di una classe politica siciliana priva di orgoglio… e di attributi! E cosa succederà adesso che il Governo centrale, con l’imminente entrata in vigore del federalismo fiscale, determinerà che ogni Regione si tratterrà la maggior parte

giovani I dati Eurostat: in Sicilia il 32,7% dei giovani è senza lavoro

Disoccupazione piaga del Sud L

a disoccupazione giovanile in Italia in questi ultimi tempi è alquanto dilagante soprattutto al sud della nostra penisola. Secondo Bruxelles, infatti, tra le dodici regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, sei sono del sud dell’Italia. Secondo l’Eurostat, l’ufficio europeo di statistica in una tabella riguardante l’anno 2007, la Sicilia ha un tasso del 32,7% di giovani dai 15 ai 24 anni senza lavoro. Questi dati alquanto preoccupanti dovrebbero far riflettere abbastanza soprattutto il Ministro del lavoro, gli Enti locali e i vari organi competenti, perché un ragazzo/a che ha voglia di lavorare non riesce a inserirsi pienamente nel mondo del lavoro, ed è costretto a emigrare al nord oppure all’estero. Dietro a tutto questo c’è da fare anche i conti con la piaga del lavoro nero, che soprattutto in un periodo di crisi economica aumenta sempre di più, costringendo migliaia di persone adulte, giovani e molto spesso minori a

lavorare con ritmi e orari che sfiorano le 12-15 ore al giorno, altro che paga sindacale, sicurezza… ecc. Il Governo assieme all’Unione Europea davanti a tale panorama dovrebbe prendere coscienza che il sud dell’Italia è sempre più agonizzante, fornendo a sua volta tutti gli strumenti necessari che possano incoraggiare i giovani a crearsi un lavoro magari con la creazione di piccole e medie imprese che operano in diversi settori sociali. Il meridione se vuole uscire dal tunnel della disoccupazione, dal lavoro nero e vuole arrestare l’irrefrenabile fenomeno emigratorio che va ad arricchire sempre più il nord dell’Italia deve cambiare mentalità in ambito lavorativo, solo così si potrà ottenere un vero e proprio rilancio economico del sud del Paese, guardando al futuro con ottimismo. Massimiliano Aprile

delle imposte dando scarso spazio al principio di solidarietà tra regioni ricche e regioni povere? È dunque di vitale importanza che questa battaglia venga condotta senza arretrare di un millimetro e, finalmente, facendo valere il peso specifico maggiore del nostro Statuto rispetto alla Costituzione italiana! La Sicilia raffina il 50% degli idrocarburi destinati al resto dell’Italia, ed esporta il 40% di energia elettrica. E che cosa ne abbiamo in cambio? Tumori, malformazioni, inquinamento, falde acquifere in cui ormai si riscontrano tracce d’acqua… e politici che usano tutto questo come ufficio di collocamento! Basta con i silenzi e con le frasi di circostanza. Basta con i convegni fini a sé stessi. Ci hanno zittiti con una fontana alle porte della città, con un campetto di calcio e con un dissalatore. E continuano a trattarci come se avessimo l’anello al naso! Gianni Marchisciana

Caltanissetta, ridateci i soldi per la viabilità

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l Consiglio provinciale di Caltanissetta ha approvato il 10 febbraio scorso la mozione riguardante la riduzione operata dal Governo nazionale dei finanziamenti per l’ammodernamento e il potenziamento della viabilità secondaria provinciale. L’approvazione è venuta al termine di un ampio dibattito, che ha visto sostanzialmente l’aula convergere sulla necessità di richiedere il ripristino dei fondi Fas già destinati per tali strade a Sicilia e Calabria (inizialmente 1.500 milioni di euro, poi cospicuamente ridotti per finanziare altre iniziative). Intervenendo a conclusione, il presidente Federico, dopo aver ricordato che la prima annualità dei fondi Fas è stata già garantita, ha convenuto sull’utilità del documento, sul quale – a sua detta - andrebbe anche condivisa l’attenzione dei consigli comunali del territorio per creare un più compatto fronte di rivendicazione, così come anche sulle problematiche di altre infrastrutture andrebbe maggiormente sollecitata la sensibilità dei sindaci: “non sfugge a nessuno, ha aggiunto, che il Governo ‘spinge’ verso il Settentrione, e per questo dobbiamo essere ancora più uniti nella nostra azione per non rimanere periferia della periferia”. L’assessore alla viabilità Salvaggio ha anch’egli riconosciuto la valenza del documento, così come il vicepresidente Milano ha rimarcato la necessità del coinvolgimento della deputazione nazionale e regionale, specie quando certe situazioni di emergenza del territorio richiedono più che mai un’intesa che prescinda dai colori politici.

sicurezza nelle scuole Avviato dalla Provincia di Caltanissetta

Monitoraggio negli istituti scolastici

A

vviare uno speciale checkup di tutti gli edifici scolastici provinciali per verificarne le condizioni profonde in modo da evidenziare l’eventuale esistenza di rischi; predisporre un piano decennale di edilizia scolastica per prevedere sia i lavori da compiere che le somme necessarie; attivare tutte le azioni possibili e indispensabili per reperire i fondi necessari per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici e per la costruzione di nuove scuole; sollecitare gli stessi istituti sulla tematica della sicurezza nelle scuole: sono alcuni degli impegni contenuti nell’ordine del giorno che il Consiglio provinciale di Caltanissetta ha votato all’unanimità nella seduta di martedì 10 febbraio. La trattazione è stata preceduta - afferma una nota della Provincia - dalla relazione dell’assessore provinciale all’edilizia Giovanni Scaglione che ha fatto un quadro

completo dell’attuale situazione degli istituti superiori del territorio. Sono trenta quelli di competenza dell’Ap, ma nel corso dei vari anni non in tutti sono stati fatti i necessari interventi e molti di essi oggi, pur essendo agibili, non hanno formalmente l’agibilità e si tratta soprattutto di quelli all’epoca transitati dalle competenze comunali a quelle provinciali. Dopo aver fatto l’anagrafe scolastica, ha aggiunto l’assessore, si sta ora lavorando alla messa in sicurezza degli impianti elettrici, mentre in alcuni plessi (Gela, Mussomeli) sono in corso interventi di ristrutturazione. È stata inoltre prevista la costruzione di tre nuovi istituti e si conta di reperire i necessari finanziamenti, così come si è in attesa dei fondi ministeriali per le altre opere di messa in sicurezza per le quali già si stanno predisponendo i progetti. G.R.

pietraperzia Dopo anni di assenza per carenza di impianti sportivi, finalmente è di nuovo calcio a undici

Quando la passione per lo sport supera ogni ostacolo…

P

arlare di sport a Pietraperzia da qualche anno è quasi sempre sinonimo di critiche e accuse, il più delle volte, purtroppo, non del tutto ingiustificate. Ma stavolta no! Non cediamo alla tentazione… diamo piuttosto spazio alla positività, a un’esperienza reale, fatta di sogni e volontà, di entusiasmo e testardaggine, soprattutto di ottimismo… finalmente… in un panorama giovanile che troppo spesso si piange addosso… Parliamo di una squadra maschile di calcio a 11 nata due anni fa all’interno dell’ASD Comunità Frontiera. Questa squadra, a causa della impraticabilità del campo sportivo, non ha potuto finora, iscriversi ai normali campionati FIGC, che implicano partite fuori e dentro casa. La squadra ha invece partecipato a tornei amatoriali con fasi provinciali, regionali e nazionali del CSI, al quale l’associazione è affiliata, facendo trasferte ogni settimana, raggiungendo ottimi risultati, senza però poter godere del dovuto riconoscimento e perché no, di un po’

di meritata popolarità tra i coetanei pietrini, per non parlare dei costi economici di un campionato in perenne trasferta! Hanno deciso allora di lottare: supportati dai responsabili della comunità, ma sempre loro in prima persona, sono riusciti ad ottenere, finalmente, l’uso del nuovo campo sportivo di via Caltanissetta. Superando le iniziali remore del comune, dovute alle condizioni non del tutto idonee del campo, si sono assunti essi stessi l’onere di sistemare e rendere praticabile il campo e i relativi spogliatoi. Nei giorni precedenti la prima partita hanno pulito, riparato, tracciato il campo e fatto quant’altro era necessario. E finalmente sarà torneo! Alle autorità comunali e in particolare al sindaco Bevilacqua e all’assessore Di Gloria, il riconoscimento di avere dato fiducia a questi giovani, di aver visto in essi una reale e seria possibilità di ridare vita al calcio pietrino, nonostante la precarietà delle strutture, mettendosi costantemente a disposizione per venire incontro alle esigenze ma-

nifestate. Ma soprattutto a questi giovani il merito di aver riportato il calcio a Pietraperzia, dopo anni di solo calcetto... A loro va il merito di affrontare con serietà e impegno questa esperienza, che non è solo sportiva, ma di vita. Infatti i ragazzi oltre ad allenare il fisico, allenano anche la mente e lo spirito, con degli incontri mensili di formazione tenuti da p. Giuseppe De Stefano, che costituiscono un momento essenziale di confronto e crescita e ai quali l’associazione riconosce un’importanza primaria. Una piccola storia, che però è seme di speranza, in un terreno troppo spesso arido e incolto, e che perciò merita oggi cura e attenzione a tutti i livelli, perchè nessuno domani abbia sulla coscienza di avere soffocato i sogni di tanti giovani, sogni che sono altrettante possibilità di contribuire

a creare a Pietraperzia un clima di ottimismo e vivacità di cui c’è un assoluto bisogno. Giusi Monteforte

La squadra di calcio a 11 costituita all’interno dell’ASD Comunità Frontiera con l’Ass. Filippo Di Gloria e il Direttore tecnico Franco Cigna (ultimi due in piedi a destra)


Vita Diocesana

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni Settegiorni dagli dagli EreiErei al Golfo al Golfo

scuola L’Insegnamento della religione cattolica: valida proposta educativa. I dati della diocesi

Tutti gli studenti scelgono l’ora di religione I

dati significativi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della diocesi di Piazza Armerina, nell’ultima rilevazione CEI (anno scolastico 2008-09) rivelano e confermano che si tratta di una valida proposta educativa sia nei contenuti che nella mediazione laica e culturale per i 39.893 alunni su 40.750 che frequentano le 1.974 classi del territorio diocesano dall’infanzia alle secondarie. Cioè il 97,89% degli alunni della scuola statale del nostro territorio ha scelto nell’anno 2008-09 di avvalersi dell’IRC. Un dato sorprendente che rivela la richiesta, il ruolo educativo e la forza della stessa disciplina, proposta con professionalità e specializzazione e apertura interculturale dai 125 docenti specialisti di religione cattolica che operano nel territorio. Dai dati si evince che i genitori come anche gli alunni delle secondarie ritengono questo insegnamento utile non solo nella formazione storico-religiosa, ma anche nella prospettiva formativa umana, artistica, democratica e sociale. Ciò non contrasta assolutamente con la laicità della scuola, in quanto l’insegnamento della religione cattolica non è catechismo, né professione religiosa, bensì proposta educativa aperta ad ogni mediazione; è esercizio di vera libertà in un contesto pluralistico e ricerca dei valori comuni della convivenza. La Chiesa locale, attraverso gli insegnanti di religione, si pone in dialogo con il 18% della popolazione diocesana (39.893 alunni su 225.000 abitanti). Certamente, come per ogni proposta

educativa, la ricaduta non è nell’oggi, ma nel futuro. I dati rilevano e confermano l’impostazione e le scelte degli anni scolastici precedenti con lievi flessioni dovute al continuo calo demografico e in qualche caso alla poca sensibilità e motivazione religiosa, giusta la secolarizzazione imperante. Nel particolare gli alunni nella scuola dell’Infanzia sono 6.160 di cui 6.078 avvalentisi (98,67%), mentre quelli della scuola Primaria sono 12.640 di cui 12.378 avvalentisi (98,21%), una percentuale altissima. La maggioranza delle famiglie non cattoliche o dichiaratesi lontane dalla Chiesa chiedono comunque l’insegnamento della religione, riconoscendogli una valenza formativa insostituibile. Nella scuola Secondaria di 1° grado gli alunni sono 8.527 di cui 8.326 avvalentisi (97,64%), mentre quelli della scuola Secondaria di 2° grado sono 13.423 di cui 13.111 avvalentisi (97,68%). Chi, nella scuola Secondaria, ha scelto di non usufruire dell’insegnamento della religione cattolica per il 25,7% svolge altre attività didattiche e formative, per l’1,8% svolge studio individuale assistito, per il 30% svolge studio individuale non assistito e per il 42,5% esce dalla scuola. Certamente il dato dei non avvalentisi che escono fuori dalla scuola è preoccupante; l’ora alternativa non può trasformarsi nel niente. La scuola deve essere in grado di proporre insegnamenti alternativi. Relativamente agli insegnanti di religione, la rilevazione mostra che la presenza degli insegnanti specialisti nella

scuola Primaria e dell’Infanzia è in continuo aumento. La bontà, la professionalità, la piena integrazione dello specialista ha soppiantato quasi completamente la disponibilità degli insegnanti titolari ad impartire la religione cattolica nella loro classe. Il dato è visto positivamente non solo dagli insegnanti dichiaratisi non disponibili, ma anche dalle Dirigenze che possono fruire di una risorsa maggiore e un arricchimento interdisciplinare. Tutto ciò fa lievitare le ore e le risorse umane nell’organico della scuola. Nella stessa bozza di regolamento, in fase di approvazione e di aggiustamenti in applicazione all’Intesa concordataria tra Ministero della Pubblica Istruzione e CEI, della riforma Gelmini, l’insegnamento della religione supera l’istituto della compresenza e diviene forza ed esigenza nell’economia didattica dell’organico. Ciò non toglie nulla al “maestro unico o prevalente” se l’IRC viene impartito dallo specialista, infatti le due ore di religione verranno spese dal maestro prevalente per l’eventuale arricchimento o per l’insegnamento alternativo a favore degli stessi alunni. In conclusione, nella crescente convinzione che l’emergenza educativa, culturale e sociale, debba essere affrontata da tutti, l’insegnamento della religione cattolica costituisce già di fatto esperienza di azione sinergica tra istituzioni, famiglia e Chiesa. Don Ettore Bartolotta Direttore Ufficio Scolastico della Diocesi

icone Il vescovo a Mosca con una delegazione per presentare le nostre immagini

L’arte salverà il mondo N

el quadro del le Vittorie dialogo indi P. Armeterculturale tra la rina e della diocesi Armerina Madonna e l’Associazione d e l l ’A l e “Russia Cristiana”, manna di il vescovo, mons. Gela. ReMichele Pennisi, latori del ha guidato una dec o nv e g n o legazione diocesail prof. Mina a Mosca, dove chel Berè stato ospite del ger, franceNunzio Apostolise, esperto co, mons. Antonio di storia Mennini, ed ha d e l l ’A r t e tenuto una “Lecbizantina; Mons. Pennisi con il Nunzio mons. Mennini, tio Magistralis”. due prof. la prof. Parravicini, don Bartolotta e mons. Scarcione L’evento è stato sse esperte organizzato dall’Università statale di Mosca di Storia dell’arte dell’Università di Mosca; e dal Centro “Biblioteca dello Spirito”. Il pro- Mons. Michele Pennisi per le tradizioni, la gramma dell’incontro prevedeva la visita del- storia, il culto popolare, la teologia e l’analisi la Cattedrale, in cui recentemente ha avuto estetica dell’icona della Patrona della città e luogo l’insediamento del nuovo Patriarca Or- della diocesi Armerina; mons.Grazio Alabiso, todosso Kirill, con la triplice proclamazione relatore, per gli aspetti socio-antropologici di “degno” (acsios), una giornata di accoglien- e la devozione all’immagine della Patrona di za, dialogo e amicizia da parte del parroco Gela. Traduttori, in simultanea, due profesortodosso Leonid Griliches, decano della Fa- sori, di cui una, la dottoressa Giovanna Parcoltà di Biblistica dell’Accademia Teologica, ravicini, componente dell’Ufficio per i Beni al complesso storico-parrocchiale di Ostrov; Culturali del Vaticano. il convegno sulle antiche icone dell’Italia del Al termine dei lavori, sono state donate al Sud, in particolare quelle della Madonna del- Nunzio Apostolico e al Centro Culturale, a

Pianeta Giovani

Giovani e lavoro. Non solo parole!

L

a questione sociale emergente è certamente il precariato giovanile. A tal proposito, la scorsa settimana, la pastorale giovanile nazionale ha realizzato un laboratorio di formazione per proporre all’attenzione delle chiese diocesane la riflessione sulle nuove istanze che vengono dal nostro territorio. In particolare il sud è interessato dalla nuova e grande emigrazione dei giovani che non riescono a pensare a un progetto nella nostra terra. E’ tempo che la nostra chiesa locale, che s’interroga sulla formazione dei teenagers, instauri un percorso dal grande respiro progettuale (da non limitare ai raduni), che realizzi spazi di condivisione per un’azione pastorale che stimoli alla cooperazione sociale nel territorio. Una vera imprenditoria giovanile deve sostenere e sviluppare le potenzialità professionali e le risorse del territorio per rilanciare una cultura del lavoro. Durante l’incontro di formazione ho ascoltato diversi animatori del progetto Policoro ed ho molto apprezzato l’idea fondamentale che sottendeva alla loro proposta: il lavoro, prima di essere un’occupazione per la garanzia del proprio benessere, è soprattutto una cultura che partecipa allo sviluppo del territorio. In effetti solo in una prospettiva di solidarietà può nascere la volontà di cooperare e creare impresa. Il segno della comunità cristiana rimane il modello descritto dagli Atti degli apostoli, secondo lo stile di mettere in comune i propri beni, le proprie risorse a favore della crescita della comunità. La produttività è insita nel modello biblico ed è a favore di quanti si trovano nel bisogno. L’assistenzialismo, che, invece, ha creato forme di dipendenza, ci ha abituati ad un assoggettamento nei confronti della politica quasi sia il destino irrevocabile dei nostri conterranei. Il riscatto di un giovane si ha se e quando si pongono le condizioni favorevoli per lo sviluppo integrale, che consiste nella possibilità di intraprendere percorsi di realizzazione coerenti con le proprie attitudini e le proprie capacità. Una società fonda su queste opportunità il valore della civiltà. In principio Dio “lavora” e crea il mondo; nel libro della genesi la prima pagina inizia con questo incipit su cui la comunità credente è chiamata a meditare perché diventi prassi del nostro credere. Un giovane, che è accompagnato dalla parrocchia nella conoscenza dell’amore di Cristo, trova in essa la disponibilità generosa e disinteressata dell’accompagnamento alla propria realizzazione, che non consiste nel reperimento di canali che favoriscano la politica clientelare della “raccomandazione”, ma nella possibilità effettiva di sperimentare la fatica di costruirsi il futuro con le proprie mani (la creatività dell’imprenditoria). Un vera rivoluzione culturale parte dal vangelo come provocazione e si realizza nell’agire di una comunità cristiana forte, che, assumendo atteggiamenti concreti, contrasti i modelli negativi che costituiscono la cancrena del nostro tessuto sociale.

nome del sindaco di Piazza Armerina, prof. Fausto Nigrelli, una copia dell’icona della Madonna delle Vittorie ed un’altra copia della Madonna dell’Alemanna. Il libro-calendario, invece, con le più belle immagini della Vergine con bambino, impreziosite da cenni storici essenziali, commenti e comparazioni in russo, inglese, tedesco, francese ed italiano, è stato regalato al numeroso e attento pubblico presente. Visto l’alto indice di gradimento, da parte degli intervenuti, si può affermare, a buon diritto, che “l’arte salverà il mondo”. È stato sottolineato, altresì, durante i lavori del convegno, che “elementi bizantini ed aspetti tipici della spiritualità e devozione del cattolicesimo occidentale si uniscono qui in una percezione “ecumenica” in cui, ad onta degli scismi, la santità di Oriente e Occidente coesistono in un linguaggio espressivo di grande efficacia e bellezza”. Nei giorni successivi la delegazione, costituita da don Ettore Bartolotta, mons. Antonino Scarcione e mons. Grazio Alabiso ha potuto visitare, grazie alla guida della prof. ssa Parravicini, la Galleria “Tret’jakov”, dove

sono custodite le più importanti iconi russe. L’originale esperienza riveste il carattere di un promettente scambio interculturale e di amicizia tra Italia e Russia. Mons. Antonino Scarcione Prevosto della Cattedrale di Piazza Armerina

L’Unitalsi celebra la giornata del malato all’insegna della musica

L’

11 febbraio, nella chiesa di S. Antonio a Piazza Armerina, in occasione della celebrazione della giornata del malato, Tiziana, un’associata disabile dell’Unitalsi, ha ricevuto il sacramento della cresima. La messa solenne è stata officiata da don Pasquale Bellanti, assistente spirituale della sottosezione di Piazza Armerina. La cerimonia della cresima è stata celebrata da mons. Zagarella, delegato dal vescovo. Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili e militari e i presidenti delle altre due associazioni che si occupano

dei disabili della città, Agedi e Aias. Gli associati dell’Unitalsi hanno voluto dedicare la messa alla giovane e promettente cantante siciliana Mara Eli, sostenitrice dell’Associazione, scomparsa due mesi fa in un tragico incidente stradale. I “Taverna Umberto I” hanno chiuso la cerimonia con un concerto che ha spaziato dalla musica sacra a quella leggera. Il pubblico presente ha partecipato con emozione all’esibizione ed ha avvolto in un caloroso abbraccio i fratelli Giuseppe e Gianfilippo Santangelo, da lungo tempo amici dell’Associazione.

di don Giuseppe Fausciana

La presidente Alfina Castro ha espresso la gioia di condividere con i disabili, i volontari e i sostenitori dell’associazione la giornata in cui ricorre l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes. Ha, inoltre, invitato tutti a partecipare al primo pellegrinaggio dell’anno in corso, che si svolgerà a maggio, per accogliere insieme, nella semplice e magica atmosfera di Lourdes, la Vergine che si presenta a noi. Dina Mariggiò Tiziana con i padrini prima della Cresima

Avviso Rinvio data

L’

incontro della commissione diocesana della Caritas previsto per il 28 febbraio prossimo è stato rinviato a data da destinarsi. La riunione era programmata per decidere le iniziative diocesane in vista della Quaresima di Carità che si svolge tradizionalmente la quarta domenica di quaresima. La nuova data sarà comunicata tempestivamente agli interessati.


Vita Diocesana

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

butera A 5 anni dalla sospensione consegnati i lavori per S. Francesco

Riprendono i restauri I

l 9 febbraio scorso la vicinanza al castello arabopresso la chiesa di san Frannormanno era chiamata “Sancesco a Butera ha avuto luogo la ta Maria prope Castrum”. A liconsegna dei lavori di restauro vello storico ed architettonico della stessa chiesa alla presenza riveste singolare importanza: della Soprintendenza di Caltanel tempo è stata officiata prinissetta rappresentata dall’arch. ma dai Cistercensi e successiAlessandro Ferrara e dal geom. vamente dai Francescani ConAntonino Ristagno, nonché della ventuali che l’hanno adornata ditta aggiudicatrice, la CO.REA.L. di pregiate tele raffiguranti la di Bompensiere (CL). Erano previta di San Francesco. In essa senti anche il sindaco Luigi Casisi pure vi sono altre tele di pree lo scrivente parroco nella qualità giato valore, delle quali alcune di rettore della chiesa di san Fransono state restaurate dalla Socesco. printendenza di Caltanissetta. Esprimo il mio ringraziamento La chiesa è stata un centro di e la mia gratitudine al Soprintenpastorale giovanile; in essa si dente dott.ssa Rosalba Panvini e celebravano la festa solenne La chiesa di S. Francesco come si presenta attualmente di San Francesco, la quindiin particolare all’arch. Alessandro Ferrara e tanti altri amici per l’incina della Madonna Assunta, di Caltanissetta e al vescovo di Piazza teressamento avuto nel portare a comle funzioni liturgiche della settimana Armerina, segnalando che “a causa del pimento i lavori di restauro della chiesa santa, la novena dell’Immacolata con la mancato completamento dei lavori di di San Francesco dopo il finanziamento partecipazione massiccia del popolo di restauro, ulteriori gravi danni si stavaottenuto dall’Assessorato Regionale ai Butera ed altre manifestazioni, per cui il no verificando all’interno della chiesa, Beni Culturali di 628.263,00 euro. Purrestauro sta molto a cuore a tutta la coper la intrusione in essa di ignoti e per troppo sono passati circa dieci anni dalla munità buterese. la presenza di centinaia di colombi, eschiusura della chiesa. I lavori del primo Con l’auspicio che la nuova ditta inisendo state alcune finestre lasciate aperfinanziamento, iniziati nel novembre zi i lavori di restauro della chiesa per te da chi aveva eseguito i primi lavori 2002, dopo qualche anno furono soportarli al più presto a completamento, di restauro… e che sul tetto e sui muri spesi perché fu riscontrata la necessità e in attesa di riprendere le attività paperimetrali della chiesa erano cresciute di eseguire altre opere non previste nel storali in detta chiesa, ringrazio coloro erbacce di ogni tipo, le cui radici si incuprogetto principale, per cui era necesche hanno collaborato e preso a cuore la neavano ovunque”, per cui chiedevo un saria una perizia suppletiva. Dal 2004 la causa della salvezza di questo bellissimo urgente intervento per la eliminazione suddetta chiesa è stata completamente monumento storico. degli inconvenienti sopra descritti. abbandonata e, per non peggiorarne il La chiesa di San Francesco è la più don Filippo Provinzano degrado, nel luglio 2006 feci una comuantica del centro storico di Butera. Per Parroco e rettore nicazione urgente alla Soprintendenza

roma In collaborazione con l´Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro

983 mila euro dalla Cei per acquistare l’ex Chiello

L’

ultimo scoglio è stato superato per l’acquisto dell’ex convento S. Francesco, per anni sede dell’Ospedale “Chiello” di Piazza Armerina. Dopo la firma del preliminare di compravendita il 13 gennaio scorso tra la diocesi di Piazza Armerina, rappresentata dal vescovo mons. Michele Pennisi e l’Ausl n. 4 di Enna, rappresentata dal direttore generale dr. Francesco Iudica, il 5 febbraio scorso, la Conferenza Episcopale italiana, per mezzo del suo presidente il cardinale Angelo Bagnasco ha emanato il decreto di un finanziamento per complessivi 983.000,00 euro con i fondi dell’8 per mille, per l’acquisto dell’intero immobile che sarà destinato a Curia diocesana, vescovado e casa canonica per gli addetti ai servizi di Curia e della Cattedrale. La diocesi, che aveva già anticipato la somma di 100 mila euro, per arrivare a coprire l’intera cifra per l’acquisto dell’immobile (1.377.240,00), dovrà accendere un mutuo. Naturalmente, dopo il lungo periodo di abbandono dell’ex convento dovranno essere affrontati onerosi lavori di restauro e di adeguamento della struttura. Anche per questa operazione il vescovo ha inoltrato una richiesa di contributo alla Conferenza episcopale italiana. Carmelo Cosenza

Ritiro di inizio quaresima per i preti del Rinnovamento

Terzo laboratorio di Pastorale Giovanile sul “Policoro” I

I

l laboratorio che si è svolto a Roma dal 13 al 15 febbraio ha avuto lo scopo di individuare alcuni passi concreti con i quali affrontare una questione importante per il mondo giovanile italiano; il tema sta a cuore a molti vescovi italiani ed è stato più volte affrontato. La partecipazione dei direttori diocesani di pastorale giovanile, degli animatori di comunità del “progetto Policoro”, e degli operatori del mondo del lavoro, ha consentito di affrontare ad ampio raggio la questione dell’occupazione, soffermandoci sulla questione sociale emergente del precariato giovanile e delle opportunità che il territorio è in grado di offrire attraverso l’imprenditoria delle proprie

Roma - Un momento del dibattito tra i relatori intervenuti al laboratorio

risorse. La Chiesa elabora un orientamento culturale sulla questione occupazionale, promuovendo un’azione concreta di accompagnamento e di sostegno dello spirito cooperativo - imprenditoriale gio-

vanile. Per tale ragione urge una pastorale d’intesa degli uffici diocesani che si occupano della scuola, dei giovani e del lavoro, al fine di riflettere sulla operatività di una chiesa che sia credibile nei gesti concreti. La nostra diocesi ha realizzato, grazie alla spinta pastorale del vescovo, alcuni progetti che rispondono a queste attese, a questo punto diventa opportuna la creazione di una rete che consenta d’interagire con le forze disponibili del territorio affinché si capitalizzi quanto già di buono messo in atto. don Giuseppe Fausciana direttore pastorale giovanile diocesana

sacerdoti, diaconi e religiosi della Sicilia che partecipano attivamente al Rinnovamento nello Spirito si incontrano per un ritiro spirituale il 23 e 24 febbraio presso l’Oasi francescana di Pergusa. Don Fulvio Di Fulvio, membro del Comitato nazionale del Rinnovamento e p. Giovanni Nobile, vice assistente spirituale regionale, guideranno le meditazioni. Il tema è “Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo” (1Cor 2,16b) che aprirà la prima meditazione biblica ed introdurrà quelle successive, tratte dal cap. 3 della prima lettera ai Corinzi. L’iniziativa è stata programmata, come da lunga consuetudine, dal comitato regionale RnS, presieduto da Ignazio Cicchirillo.

Nomine di parroci

L’

11 febbraio scorso, a seguito della scadenza novennale, il vescovo ha confermato don Gaetano Condorelli parroco del S. Cuore e don Salvatore Pepi parroco di S. Giuseppe, nella città di Niscemi. Entrambe le nomine avranno validità a tempo indeterminato.

Commento alla Liturgia domenicale

I Domenica di Quaresima - B a quanto dice Marco: Gesù non andò in Giudea, né a Gerusalemme, ma nella Galilea dei gentili. E predica la buona novella del regno dei cieli. Per quanto io mi ricordo, non ho mai sentito parlare del regno dei cieli nella Legge, nei profeti e nei salmi, ma soltanto nel Vangelo. Convertitevi e credete al Vangelo: non credete più alla Legge, ma al Vangelo, o meglio, credete al Vangelo per mezzo della Legge, così come sta scritto: di fede in fede (Rm 1,17). La fede nella Legge rafforza la fede nel Vangelo (Girolamo, Commento al Vangelo di Marco). L’episodio del vangelo di oggi si colloca subito dopo l’evento della voce che dal cielo aveva detto: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). L’invito alla contemplazione di Gesù come Figlio unico ed amato che si lascia immergere nella storia umana continua nel racconto della sua prova nel deserto. Gesù, Figlio di Dio, come figlio amato è messo alla prova perché riveli ad ogni uomo che da lui si lascia coinvolgere la possibilità di rimanere fedeli e stabili nella

Lampada per i miei passi è la tua Parola... 1 marzo 2009 Gen 9,8-15 1 Pt 3,18-22 Mc 1,12-15

D

opo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea. Domenica scorsa dicemmo che Giovanni è la Legge, mentre Gesù è il Vangelo. Il paragone tra Giovanni e Gesù è il paragone tra la Legge e il Vangelo. Dunque, Gesù si reca in Galilea perché Giovanni è stato chiuso in carcere. La Legge è rinchiusa, non ha più la passata libertà: ma dalla Legge noi passiamo al Vangelo. State attenti

fiducia a Dio Padre anche nelle avversità della vita, quando Dio sembra essere lontano e silenzioso anche di fronte all’invocazione dell’uomo. Nella prova di Gesù - che consiste nell’essere posto di fronte all’avversario, satana, cioè a un pensare antitetico a quello di Dio, non riportando Marco le tre prove di cui parlano gli altri sinottici - si compiono le parole antiche della profezia e della sapienza: «Se non rimanete stabili, non sarete fedeli» dice Isaia al re Acaz nel famoso brano della profezia dell’Emmanuele (Is 7,9b); «Figlio, se hai nel cuore di servire il Signore, preparati alla prova» rivela il saggio Ben Sira ai suoi discepoli (Sir 2,1). Il tempo della prova è dunque il tempo della stabilità, della fermezza, in cui si impara la fedeltà al Signore come risposta alla sua fedeltà, perché il Signore è degno di fede, non viene meno alla sua parola. È il tempo in cui si apprende a servire il Signore con cuore libero da ogni forma di idolatria. Gesù è il nuovo Israele che diversamente dall’antico rimane fedele al Padre perché ad egli si affida. Infatti, se si legge il brano di Marco insieme a quelli di Matteo e Luca, si apprende perché il Figlio Gesù rimane fedele: non “fa” che le pietre diventino pane, ecc. Cioè non si oppone all’avversario con la sua

a cura di don Angelo Passaro potenza, ma si affida alla potenza del Padre: «Sta scritto… Non tentare Dio...». Figli nel Figlio impariamo perciò a confidare nel Padre nel tempo della prova, quando l’oscurità sembra impossessarsi dell’esistenza, quando le domande della vita non sembrano trovare risposte adeguate e sufficienti. Questo tempo è tempo di grazia, è tempo in cui si sperimenta la vocazione a diventare persone nuove in Cristo, perché egli, fedele nella prova, è il nuovo Adamo, è l’immagine dell’uomo nuovo ridonata all’uomo che si apre alla misericordia di Dio padre («stava con le fiere e gli angeli lo servivano»). Il tempo della prova è quello in cui risuona l’annuncio della buona notizia: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato. Convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). La buona notizia è questa: Dio padre non attende che l’uomo si converti per avvicinarsi a lui; Dio, invece, in Cristo si china sulla storia umana perché essa si lasci convertire dall’esperienza del suo amore! In questo modo il cammino della storia umana e al suo interno della comunità credente, è tracciato quanto alla sua origine: l’amore di Dio, da cui nulla, come dice l’Apostolo, potrà separarci, perché esso è la natura stessa di Dio che il Figlio è venuto a rivelarci.


Cultura e Società

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni Settegiorni dagli dagli EreiErei al Golfo al Golfo

chiesa Con un nuovo protagonismo ecclesiale e politico del laicato

Il Sud da problema a risorsa I

l Mezzogiorno non è un problema, ma una risorsa per il Paese. E le Chiese del Sud possono contribuire in modo decisivo ad attivare questa risorsa. È il messaggio che emerge dal Convegno delle diocesi meridionali, svoltosi a Napoli il 12 e 13 febbraio, per iniziativa del card. Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza episcopale campana, insieme agli altri presidenti delle Conferenze episcopali lucana, pugliese, calabra e siciliana. Il Convegno è stato pensato - come ha spiegato il card. Sepe introducendo i lavori - in occasione del ventesimo anniversario del documento della Conferenza episcopale italiana “La Chiesa italiana e il Mezzogiorno”, pubblicato nel 1989. In un momento storico in cui la “questione meridionale” sembra essere scomparsa dall’agenda dei nostri governi e dall’attenzione dell’opinione pubblica, oscurata dall’esplodere della “questione settentrionale”, la Chiesa italiana - attraverso gli episcopati del Sud - sente il bisogno di riaffermarne l’urgenza, purificandone la formulazione dalle scorie di un meridionalismo assistenzialistico e paternalistico che in passato l’ha solo aggravata. In primo piano, nel Convegno, la lezione della realtà. Innanzitutto una domanda: esiste il Mezzogiorno? Oggi c’è chi lo nega, invocando una pluralità di “Mezzogiorni” difficilmente riconducibili ad unità. Ma proprio questa varietà è una caratteristica propria del Meridione, che non ne elimina i tratti unificanti. Anzi, preci-

samente questa apertura alla diversità ne costituisce un modello significativo anche per altre aree del Paese. Non solo: oggi si recupera anche il senso della specificità che lo sviluppo dovrebbe avere nel Mezzogiorno, in rapporto a un patrimonio di tradizioni e di valori che lo rendono irriducibile a un modello univoco importato dall’esterno e ne escludono una interpretazione angustamente economicista. Anche sotto questo profilo la riflessione sul Mezzogiorno può dire qualcosa di significativo per il resto d’Italia e trasformare quest’area, da “problema”, in

tendenza a intendere il federalismo in una prospettiva che mortifica la solidarietà e la stessa unità del Paese. Ma evidenziano anche l’urgente necessità che il Mezzogiorno, da parte sua, si congedi definitivamente dalla logica perversa della ricchezza senza la produttività, del “posto” senza il lavoro, della politica senza la prospettiva del bene comune. Si esige un profondo rinnovamento della classe dirigente, specialmente di quella politica e, più a monte, della società civile di cui esse sono espressione. È qui che il ruolo della Chiesa può risultare deter-

Gli arcivescovi Superbo, Mondello e Sepe

fecondo laboratorio di nuovi modelli, da fardello opprimente in risorsa per tutti. Non si tratta di chiudere gli occhi sui problemi più concreti. Nessun vago idealismo, nei lavori del convegno, nessun moralismo: in primo piano, i fatti. E i fatti, come è stato detto chiaramente dalle relazioni di Piero Barucci e di Sandro Pajno, parlano di una consistente disparità di trattamento, in termini finanziari, fra Nord e Sud, a danno del secondo, nonché di una

minante a patto che essa riesca a ritrovare la carica profetica che le è propria, uscendo dal recinto del tempio e valorizzando l’impegno dei laici nell’esercizio di una cittadinanza consapevole e responsabile. Per questo è necessaria, come è emerso nella relazione di Carlo Greco, una profonda trasformazione della pastorale. Di essa si è molto parlato, in questi vent’anni, anche sull’onda del documento della Cei del 1989. Si sono cele-

+ famiglia

brati convegni, si sono pubblicati documenti, si sono fatti appelli. Si sono dette anche cose molto profonde e molto coraggiose. Spesso queste elaborazioni sono rimaste sul “piano nobile” frequentato da una èlite di preti e laici “impegnati”, senza mai arrivare a incidere in modo significativo su quel “pianterreno” che nella Chiesa è costituito dalla grande maggioranza del popolo di Dio. Per risolvere i suoi problemi il Meridione ha bisogno di una comunità cristiana che sia capace di operare non solo al primo livello, ma anche al secondo, incidendo sulla realtà. Ma ciò richiede iniziative concrete, che scendano sul terreno della pratica pastorale ordinaria, e soprattutto un impegno di formazione permanente, che dia un volto nuovo alle nostre parrocchie. Un segno di speranza che il rinnovamento sia possibile è il “progetto Policoro”, che coniuga efficacemente una sana laicità, una costruttiva proiezione nel futuro e una forte solidarietà tra tutte le Chiese, incluse quelle del Nord. In questa rinnovata strategia si inserisce la prospettiva, indicata da mons. Agostino Superbo, di un Meridione dove finalmente la politica non sia più dominata dal clientelismo ma dalla logica del bene comune. In questa battaglia, i cristiani del Sud, come ha detto lo stesso card. Angelo Bagnasco, non sono sole: le Chiese d’Italia sanno che non cresceranno se non insieme. Giuseppe Savagnone

meter Nuove iniziative e progetti messi in campo dall’Associazione per i prossimi anni

Bilancio di 11 anni di attività contro la pedofilia

N

el corso dell’undicesima giornata “Meter”, tenutasi ad Avola (Sr) lo scorso 15 febbraio, sono stati presentati i temi e le attività dell’associazione nella lotta alla pedofilia e pedopornografia. Da uno spazio su Facebook per incontrare i cittadini del cyberspazio, al disegno di legge contro la pedofilia culturale presentato al Parlamento e il contributo alla stesura della nuova legge antipedofilia che presto sarà votata dal Parlamento giapponese. Il presidente dell’associazione, don Di Noto ha voluto sottolineare le attività della sua associazione: “Cerchiamo di fare del nostro meglio – si legge in un nota - mettendo il nostro tesoro a servizio del mondo”. Infatti su Facebook, è nato uno spazio per incontrare ancora più cittadini. Inoltre l’associazione ha anche presentato alle Camere un disegno di legge per la lotta alla “pedofilia culturale”, la nuova veste assunta dai pedofili in nome dell’“amore” per i bambini. L’undicesima giornata Me-

ter, ha visto l’annuncio di interessanti novità. “È nata una collaborazione con la polizia giapponese - continua don Di Noto - per conoscere meglio il fenomeno pedopornografico online, e a breve il Parlamento giapponese voterà la nuova legge per il contrasto alla pedopornografia sulla falsariga dell’esperienza italiana”. Per il prossimo giugno don Di Noto sarà in Vaticano per il convegno delle Conferenze Episcopali Anglofone in qualità di relatore. Nel corso della giornata è stato fatto il punto della situazione sull’attività dell’associazione e i suoi progetti futuri. 2.850 segnalazioni effettuate, ben 440 di esse da semplici internauti entrati in contatto con l’Associazione attraverso il portale www. associazionemeter.org; gli Sportelli con incontri, conferenze, manifestazioni; il progetto “Meter adotta una scuola”, l’ottimizzazione del monitoraggio dei siti web sospetti. Naturalmente non mancano i progetti futuri come la co-

IN GIRO NEL WEB: I SITI CATTOLICI www.religionecattolica.it

È

un sito molto bello dedicato agli insegnanti e ai genitori. La sua semplice struttura permette una facile ricerca anche da parte dei ragazzi. Gli argomenti sono divisi in base alle classi d’appartenenza e quindi per ciascuna età si può avere una specifica scheda didattica. Molto interessante è il racconto di alcuni episodi della Bibbia attraverso 45 cartoni animati. A questi, si aggiungono due cartoni dedicati ai fioretti di S. Franscesco d’Assisi. Nella rubrica “Video” sono accolti dei preziosi documentari che riguar-

struzione della “Casa di Meter”, una struttura per accogliere e avviare un percorso terapeutico per i bambini vittime dell’abuso e i loro genitori.

di Ivan Scinardo

“Chiesa nel Sud, Chiese del Sud” Non è vero che la Chiesa è malata e non è vero che i sacerdoti sono lontani dalle problematiche quotidiane della gente. Occorre ripartire dal titolo che ha generato il documento finale, al termine del convegno che ha visto radunati i vescovi del meridione d’Italia. “Uomini e donne del Sud, non nascondiamo le difficoltà del tempo presente nella congiuntura delicata che attraversiamo, e sappiamo che tali difficoltà si aggiungono alle storiche ferite del Meridione”. Questo è l’incipit che i presuli hanno voluto sottoscrivere per essere vicini alle comunità ecclesiali. “Queste ultime sono pienamente attraversate dalle storie dei singoli e dalle vicende dei nostri popoli visitati dalle crisi economiche, affettive e sociali, che arrivano a mettere in ginocchio la fiducia dei genitori, dei giovani e dei lavoratori. Ogni giorno in tanti bussate alle nostre porte per ritrovare la parola persa del conforto e del significato dei nostri giorni, scrivono i vescovi. La vostra mancanza provoca il nostro cuore perché incapaci di moltiplicare il pane delle mense”. Quanta bellezza e quanta umanità è racchiusa in queste frasi. E ancora: “vorremmo che la speranza del Sud - affermano i vescovi - fosse la speranza del Paese. Per ritrovare pienamente noi stessi bisogna però correggere alcune distorsioni, insinuatesi nei nostri stili di vita: la fede deve essere nettamente coerente con la vita. Perciò, “i laici che vivono le nostre comunità e le nostre associazioni dovranno maggiormente dare ragione della speranza che è in loro nei posti che quotidianamente vivono, uscire cioè dalle mura del tempio per incarnare nella società il Vangelo di Cristo”. Uno sguardo poi alla realtà del Sud: “Parrocchie vivaci, associazioni, movimenti e volontariato generoso e attivo, una parola che ancora unisce gran parte della popolazione in una società che tende alla disgregazione”. “Questo - sostengono - è il nostro patrimonio. Per costruire insieme un mondo migliore per i nostri figli è necessario che la generosità che come meridionali ci caratterizza, passasse dall’emozionale ad una costante strutturale”. Ogni ulteriore riflessione risulterebbe banale a chi ha la possibilità di leggere integralmente questo documento. Personalmente l’ho trovato di una bellezza straordinaria. In esso sono racchiuse tante risposte, prima fra tutte il dramma di migliaia di famiglie del sud che sentono forte il peso schiacciante di una crisi che divora ogni giorno la serenità di tanti padri di famiglia, costretti a fare più lavori per portare a casa uno stipendio dignitoso. Sono altresì infastidito e indignato dalle dichiarazioni dei politici che parlano tutti di crisi, ma i loro portafogli non sono gli stessi di un operaio che si alza all’alba. Purtroppo è proprio la famiglia, soprattutto quella meridionale, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto. Pazienza, consoliamoci con il festival di Sanremo, ammireremo il suo conduttore Paolo Bonolis, (poverino), per 5 giorni si porterà via un compenso di 1 milione di euro. Non male per “il senso della vita” … la sua! info@scinardo.it

Carmelo Cosenza

Premio letterario Mario Giuseppe Restivo Servo di Dio

G

iunge alla 23a edizione il premio letterario internazionale “Amicizia - Mario Giuseppe Restivo”. Bandito dal Centro studi “Mario Giuseppe Restivo” di Palermo, il premio si articola in tre sezioni: A. Poesia inedita in lingua italiana; B. Poesia riservata ai giovani; C. Narrativa inedita. Il 30 aprile scadrà il termine per l’invio delle opere che dovranno esse-

re inoltrate presso il Centro studi “Mario Giuseppe Restivo” C.P. 145 - 90133 Palermo. Il centro studi è dedicato al Servo di Dio Mario Restivo giovane poeta e scout ed ha come obiettivo la diffusione del messaggio evangelico testimoniato nella sua breve vita dal giovane Restivo. Questi nasce a Palermo nel 1963. A 9 anni compone la

dano la Bibbia, l’alleanza, il tempio di Gerusalemme ed in più vi è un raro video su Martin Luther King intervistato da Ruggero Orlando, corrispondente Rai in America, nel 1966. Il sito propone, anche, delle costruzioni in carta riguardanti l’Abbazia di Monte San Michele (Francia), il Duomo di Firenze e la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Le suddette costruzioni, consigliate agli alunni di IV e V elementare, sono guidate da schede in inglese e richiedono anche l’aiuto dei genitori. La rubrica del sito dal titolo “Panoramiche” accoglie le spettacolari immagini a 360 gradi del Santo Sepolcro in Gerusalemme, della basilica di San Marco in Venezia e della piazza di Santiago di Compostela. Il sito possiede, inoltre, una mappa del mondo sulla qua-

sua prima poesia dedicata alla mamma. Nel 1974 il padre da’ alle stampe la prima raccolta di poesie del figlio intitolata: “La mia aurora”. Lo scoutismo cattolico fu il suo più forte ideale nel quale espresse il suo impegno di apostolato. Morì il 19 Agosto 1982 in seguito ad un incidente automobilistico, mentre si recava a Taizé. Nel 2006 il vescovo di Cefalù ha insediato il Tribunale ecclesiastico per il processo di beatificazione. C. C.

le è riportata la nascita e lo sviluppo di tutte le religioni. L’area dei genitori contiene “quattro motivi per scegliere la religione cattolica” e gli “ obbiettivi specifici d’apprendimento” inoltre è riportato, in questa rubrica, il messaggio della presidenza della CEI. Il sito conclude con l’area degli insegnanti che segnala tanti siti utili per l’attività, siti d’alcuni insegnanti di religione e i siti degli uffici diocesani per l’insegnamento di religione in Italia. a cura dei Giovani Insieme (www.movimentomariano.org) e-mail: giovani.insieme@movimentomariano.org


Chiesa e Società

Domenica 22 febbraio 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

caso englaro Mentre Eluana era ancora nella camera mortuaria in attesa della sepoltura

R

iporto questa notizia perché mi sembra importante e perché nascosta per vergogna da quasi tutti i giornali alla faccia dell’etica professionale. “Un ricco catering nella sua villa seicentesca - quella dove nonni, genitori e poi i figli hanno studiato da avvocati camerieri in guanti bianchi, i migliori vini friulani: Eluana attendeva ancora sepoltura, ieri sera, quando nelle campagne fuori Udine l’avvocato Campeis, il legale udinese della famiglia Englaro, ha imbandito la sua tavola per i giorna-

listi. «So già che mi mancherete molto; con questa cena vi voglio ringraziare per la vicinanza e la collaborazione che ci avete dato...». C’erano quasi tutti i colleghi della carta stampata, accolti con raffinatezza nel lusso di Villa Campeis. C’era finalmente Daniele Renzulli, figura storica del socialismo

friulano, dicono il protagonista occulto dell’intera vicenda. In alto i calici: impresa giunta a buon fine. La festa è andata avanti fin quasi all’alba, poi tutti a letto, sazi, ma qualcuno anche turbato: «Ci siamo andati racconta il collega di un grande quotidiano -: effettivamente era qualcosa

di surreale». Al mattino, viso stanco e occhiaie per tutti: bisogna correre a Paluzza, oggi si seppellisce Eluana”. p.s.: Al ricco catering non sono ovviamente stati invitati i giornalisti di Avvenire e Sat2000. I quali comunque - va da sé - non avrebbero partecipato. Ma è chiaro che non è questa la notizia. da Avvenire del 12 febbraio a firma di Lucia Bellaspiga

mosca Il vescovo intervistato dall’Agenzia di informazione religiosa Blagovest sul caso Englaro

Mons. Pennisi: “Siamo custodi della vita” I

ntervista a mons. Michele Pennisi da parte di Giulia Zaizeva per l’Agenzia Informazione Religiosa ‘Blagovest’ di Mosca Oggi 10 febbraio è arrivata la notizia della morte dell’italiana Eluana Englaro che da diciassette anni si trovava in coma. Come sappiamo lei è morta dopo che è stata interrotta l’alimentazione, a seguito della sentenza della Corte d’Appello italiana. Eccellenza, come ha reagito a questa notizia? La morte di Eluana ha colpito molte persone in Italia. Quando abbiamo saputo in quale stato si trovava, noi abbiamo pregato per questa ragazza affinchè potesse continuare a vivere. Adesso che è andata al Padre celeste, ci sentiamo vicini a lei e alla sua famiglia con la preghiera. Ma pensiamo che questo era un fatto grave, la ragazza è morta perché le hanno tolto acqua e cibo. Questo è un cattivo segno, che dimostra come è possibile introdurre l’eutanasia quando si presentano situazioni drammatiche. Per questo è importante che questo caso faccia riflettere: chi governa e le persone comuni - affinchè venga protetta la vita umana, in modo particolare quella delle persone gravemente ammalate, che si trovano nella fase terminale, per accompagnarle verso la morte con cristiana devozione e non interrompere in modo artificiale la loro vita soprattutto senza togliere acqua e cibo. Noi ci auguriamo che ci siano persone che difendano la vita e lavorino per essa, dal concepimento fino all’ultimo respiro. Chi vuole introdurre l’eutanasia spesso sostiene di avere pietà non solo verso i malati ma anche verso i loro familiari. Chi si oppone all’eutanasia quali argomenti, in questo caso, può rivolgere ai non credenti? Io affermo che il valore della vita è un valore per tutti, sia per i credenti che per i non credenti. In Italia molti laici, non legati alla chiesa, volevano che Eluana continuasse a vivere, che la sua vita finisse senza nessuna

violenta intromissione. Certo bisogna sempre pensare alla situazione difficile che vivono i familiari e dare loro l’aiuto: sostenerli, stare loro vicini affinchè abbiano la forza per badare ai loro cari malati. Io conosco molte persone semplici che hanno curato fino all’ultimo i loro cari con generosità. È probabile che la morte di Eluana dia il via all’introduzione dell’eutanasia in Italia come già in Olanda? La mia impressione riguardo alla storia di Eluana è che si sia approfittato di questo sciagurato caso per creare un precedente giuridico, così tramite la procedura legislativa, poter approvare l’eutanasia. Questa campagna mediatica intorno ad Eluana ci fa pensare che è nata non per la pietà verso Eluana e la sua famiglia, ma per manipolare la coscienza della società a favore dell’eutanasia. Come può la Chiesa contrapporsi oltre quello che annunzia dal pulpito? L’omelia cristiana non è da poco. Ma ci sono azioni concrete da fare, attraverso quali, la Chiesa fa capire che la vita anche di un grave ammalato, di un handicapato ha valore. Per esempio in Italia esiste il Cottolengo, ospedale fondato da un sacerdote, che accoglie persone inguaribili. Si prendono cura di questi malati con amore e dedizione. Questo è segno di compassione cristiana e di questo sono testimoni i fatti ed il lavoro concreto. In Italia esistono strutture cattoliche che aiutano i malati di AIDS e di molte altre malattie. Come aiutare queste persone che sono sottoposte a questa prova, che devono curare per tanto tempo malati così gravi? È vero che loro possono conquistarsi grandi benefici spirituali? Ho visto le persone che tramite la sofferenza si sono avvicinate a Dio e convertite al cristianesimo. Per noi la sofferenza è uno strumento con cui Dio ci chiama alla conversione e compassione.

IL LIBRO

Campeis offre una cena per ringraziare i giornalisti

C

to la sua parola alta, virile, inesausta a tutti i figli del mondo, arrivò al punto di non poter quasi più parlare e - una volta in pubblico - ne ebbe un gesto di stizza. Ma quante parole volarono dentro quel gesto istintivo! Anche una creatura del nostro tempo, viva e felice nei suoi anni verdi, piombò a causa di un grave incidente in un coma senza segni di reazioni nervose, senza parola, senza “anima”. Vegetò per diciassette anni di silenzio che colpì e commosse le persone sensibili che si presero cura di lei. Il lungo silenzio di Eluana Englaro. Ma che cosa c’è stato “dentro” quel grande silenzio? E si volle spegnere quel silenzio, ma lo si fece nel clangore, nel vocio sconcio, nella rissa polemica e di parte, nell’invasione del frastuono; cioè nella peggiore maniera possibile. Ora di nuovo silenzio: la neve copre la sua tomba e dove c’è neve c’è silenzio. E noi diciamo insieme con Hölderlin: ascoltai il silenzio di un cielo tempestato di stelle, entrai nel silenzio delle grandi distese di neve e vi lessi la summa di tutti i poemi mai scritti e che mai forse saranno scritti con parole umane. Queste saranno spesso balbettii monchi, ma anche cenni e segnali di messaggi imperdibili, quasi mani tese a indicare il densissimo silenzio dell’essere.

Costruire il dialogo educativo con le nuove generazioni

di Giuseppe Savagnone e Alfio Briguglia

Elledici 2009, pagg. 112, € 7,00

In questo agile saggio Savagnone e Briguglia si rivolgono a tutti gli educatori, dai genitori agli insegnanti, alla comunità ecclesiale. «Sì, educare è possibile - affermano - ma a certe condizioni, che riguardano soprattutto gli educatori. Le si potrebbe riassumere dicendo che educare si può se si rivalutano in famiglia, nella scuola e nella comunità quattro coordinate: l’essere, l’essere-da, l’esserecon e l’essere-per, e se in esse si riscopre, rispettivamente, il significato di un educare alla cura del “volto” (cioè della propria identità profonda), alla cura dell’origine, alla cura dell’altro, alla cura del senso e a quella di Dio». Ne emerge un originale itinerario di riflessione e proposta che non perde mai di vista le questioni concrete (sia Savagnone sia Briguglia sono docenti nei licei statali). E che, oltre a poggiare sull’esperienza in prima persona e su un’inappuntabile bibliografia filosofica e di settore, non si sottrae alle suggestioni e al confronto con la cultura contemporanea meno “accademica”, dalla potenza introspettiva di Georges Bernanos agli spaccati familiari del film American Beauty, dalle intuizioni di R. Pirsig ne Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta al romanzo “La strada” di Cormac McCarthy.

Ho fatto le visite pastorali, ho incontrato molte famiglie che, senza clamore curano i loro malati dimostrando compassione e conforto. Perché per noi cristiani la vita è un dono di Dio e non possiamo fare di questa vita ciò che vogliamo. Siamo semplicemente custodi della vita che abbiamo ricevuto in dono. Conosce di qualcuno che dopo un coma profondo durato diversi anni, si è svegliato per tornare ad una vita normale? No, ma ho letto e conosco da altri che alcuni si sono svegliati dopo un lungo coma, e sono tornati alla vita in un certo senso normale, mentre le condizioni generali di altri sono migliorate.

La parola e il silenzio di Sergio Sciciot, filosofo e scrittore ome visse Friedrich Hölderlin? Il più grande poeta lirico tedesco e il più grande ispirato dell’Europa romantica nacque nel 1770 nel Wurttemberg. A venti anni era già “magister philosophiae” nella grande università di Tubingen. Lì divenne amico dei maggiori filosofi dell’Idealismo tedesco, Hegel e Schelling, suoi coetanei. Fu in solidale amicizia con Fichte e Schiller, conobbe Goethe, Herder; visse in un paradiso terrestre di tensione intellettuale ed artistica come pochi nella storia d’europa. Nel 1805 la sua salute peggiorò. Ormai fuor di mente venne affidato a un falegname perché lo assistesse e lo sorvegliasse. Restò a Tübingen, abitando nella torre del falegname fino alla morte avvenuta nel 1843, offrendo della sua persona fisica una immagine che faceva grande pietà e raggelava il sangue. Questo autentico Genio scriveva nel 1798, a ventotto anni: “Compresi il silenzio del cielo, le parole degli uomini non le ho comprese mai”. La sua fu una delle tante parabole di esseri viventi eccezionali: soggetto al ciclo dell’evoluzione della vita, testimoniò a quali alte intensità possa pervenire la vita cosciente umana quando attinge nell’arte il suo vertice cosciente ed ispirato; “rivelò” altissime verità e, poi, ricadde su sé stesso e languì. Papa Karol Wojtyla che aveva porta-

Il coraggio di educare

Traduzione dal russo di don Miroslaw Janiak a cura di Emanuele Zuppardo

Maria Cernigoi Maggio

M

aria Cernigoi Maggio è di Muggia, un bellissimo paese in provincia di Trieste. È sposata e scrive in versi da alcuni anni. Ha pubblicato nel 2001 “El calendario poetico pittorico per el 2002… e oltre”, nel 2002 la raccolta di brevi dialoghi in dialetto maggesano “Soto el leon de Muia” e nel 2003 la raccolta poetica “Noi cercatori d’oro”. Quest’ultima raccolta è divisa in sei momenti diversificati, ma in tutti questi momenti vi è l’atteggiamento del cercatore d’oro, poiché la parola essenziale del vedere dentro le cose è l’elemento più prezioso della vita. Pubblichiamo due liriche: la prima, come dice l’autrice, è la storia dei cercatori d’oro che scrutano la terra per trovare il cielo, mentre la seconda accenna ai tristi ricordi della storia triestina con le sue foibe, grotte naturali dove sono stati occultati uomini, uccisi per rappresaglia nella seconda guerra mondiale.

Noi cercatori d’oro Noi cercatori d’oro, mani rosse, cuori screpolati, piedi scalzi, noi cercatori d’oro

dal mattino, fino alla conclusione della vita. Noi cercatori dell’amore, infaticabili cercatori d’oro.

La foiba di Basovizza Una caverna bianca, un pino nano, intorno… un incendio di sommacco e più lontano il mare. Onda pietosa, greve di ricordi, puoi confortare con la tua dolcezza il lungo pianto di verità sepolte? Chinata sulla morte della Patria sento elevarsi fievoli preghiere dalla grotta profanata, ma solo il vento, custode d’ideali oggi cerca tra gli anfratti il vostro fiore.


Domenica 22 febbraio 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Settegiorni dagli Erei al Golfo

quaresima Mercoledì 25 inizia il tempo penitenziale

Il digiuno nel messaggio del Papa È

sulla pratica del digiuno che il Santo Padre si sofferma nel suo messaggio per la prossima Quaresima, invitando a riscoprire questa pratica penitenziale che si aggiunge alle altre due, preghiera ed elemosina, tanto care alla tradizione cristiana. Nel messaggio il papa esorta a riscoprire il valore e le ragioni profonde del digiuno cristiano e lo fa attingendo dalle Sacre Scritture e dalla stessa tradizione cristiana. L’insegnamento che ne viene fuori è che “il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso induce”. In tutta la storia della salvezza ricorre questo pressante invito. Dalla stessa creazione, con l’invito a non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, al viaggio di ritorno dall’esilio alla terra promessa al tempo di Esdra, e gli abitanti di Ninive che “sensibili all’appello di Giona al pentimento, proclamarono, quale testimonianza della loro sincerità, un digiuno”. Gesù stesso prima di intraprendere la sua missione, digiunò quaranta giorni nel deserto. Sempre attingendo dalla Sacra scrittura e in maniera particolare dal Nuovo Testamento il papa ricorda che il digiu-

no non è una semplice pratica moralistica con l’osservanza scrupolosa di una legge religiosa, con il cuore lontano da Dio, come facevano i farisei. Né si tratta di “una misura terapeutica per la cura del proprio corpo”, come impone una certa cultura “segnata dalla ricerca del benessere materiale”. “Digiunare - afferma il Papa - giova certamente al benessere fisico, ma per i cre-

denti è in primo luogo una ‘terapia’ per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio”. Per il papa, il vero digiuno è finalizzato a mangiare il ‘vero cibo, che è fare la volontà del Padre”. E citando sant’Agostino, ricorda che il digiuno è un arma efficace per “evitare il peccato e crescere nell’intimità con il Signore e per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi”. Per Benedetto XVI questa forma di mortificazione del proprio egoismo nutrita dalla preghiera e seguita dall’elemosina, apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo. Infatti, il digiuno non è fine sé stesso: è scegliere “liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri”. E nel messaggio del Papa c’è anche l’appello alle parrocchie e alle comunità ecclesiali a “mantenere vivo” l’atteggiamento di “accoglienza e di attenzione verso i fratelli” promuovendo “speciali collette” in Quaresima, per dare ai poveri quanto è stato messo da parte grazie al digiuno, in questo modo sottolinea il Papa - “mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo”.

enna Alla VI Edizione del Festival internazionale di musica folk acustica

I ‘Petri ca addumunu’ rappresenteranno la Sicilia

I

canti e i suoni dell’anima delle terre di zolfo, dell’entroterra agreste dell’Isola a tre punte, interpretati originalmente dal gruppo ennese di musica etnica e popolare i Petri ca addumunu sono stati scelti dall’associazione Darshan, ideatrice e organizzatrice della VI edizione del Meltin’Folk 2009 - Festival internazionale di musica folk acustica per rappresentare la Sicilia nel crogiolo di culture musicali che si consumerà durante un intero mese di Festival, avviato 13 febbraio scorso. Il gruppo ennese, composto da Antonella Barbera (fiati), Davide Campisi (tamburi a cornice, voce) e Vittorio Ugo Vicari (chitarra battente, voce) è andato in scena giovedì 19 febbraio all’ex convento San Placido - Cortile Platamone (Ct) - lo

storico edificio catanese d’impianto barocco che dopo i lavori di riqualificazione funzionale e di restauro è stato ribattezzato “Palazzo della Cultura”. Nell’opera di promozione delle connessioni esistenti tra il patrimonio culturale siciliano e quello del resto d’Europa, assieme a i Petri ca addumunu ci sono presenze nazionali e internazionali come gli Habbadam autori di un folk di origine celtica; i Pivari Trio, ricercatori delle tradizioni emiliane; le Witch, quintetto austriaco tutto al femminile che proporranno canti e danze della tradizione europea e gli Enerbia, suonatori del repertorio folk dell’Emilia Romagna. Laura Bonasera

gela Presso il bar “La dolce vita” gli scatti fotografici di Totò Licco

I catenacci dell’amore in Mostra

È

stata inaugurata, nello spazio espositivo del bar “La dolce vita” di corso Federico II di Svevia a Gela, una mostra del fotoamatore Totò Licco, in arte Toty Club. Tema della mostra “I catenacci dell’amore” che sarà visibile fino al 12 marzo. L’iniziativa è del Centro di cultura e spiritualità cristiana “Salvatore Zuppardo” presieduto da Andrea Cassisi. Una mostra interessante dove sono esposte foto di lucchetti e graffiti di giovani di Gela sul tema dell’amicizia e dell’amore. Una mostra interessante per il tema trattato dal fotografo ma anche per i cromatismi che le stesse foto presentano. Le foto, scattate nel porticciolo di Gela fanno riflettere sul modo di pensare e sul modo di essere del mondo giovanile. Toty Club è un fotografo molto noto a Gela. Quarantenne, ha fatto parlare di sé

per le sue gigantografie pitturate. Ha anche esposto a Milano e ad Atlanta negli Stati Uniti, riscuotendo sempre lusinghieri successi di critica e di pubblico. Le sue fotografie vogliono essere un genere nuovo, un nuovo filone artistico nel campo della fotografia d’arte. Lui passa molto facilmente dalla foto elaborata a quella documentaristica, recuperando anche antiche e ingiallite immagini di matrimoni d’altri tempi, recuperandole così dall’oblio. Toty Club è un artista intelligente. Un’intelligenza appassionata e scottante, una sorta di energia selvatica e spietata in questo suo troppo capire e in questo suo procedere ostinato di esperienza in esperienza, in questa sua febbrile aspirazione ad un’estrema purificazione del suo linguaggio e cioè della sua espressione.

Chiesto il raddoppio della Gela-Catania

I

l vicepresidente del Consiglio provinciale di Caltanissetta Vincenzo Cascino (La Destra), ha richiesto l’inserimento nell’agenda dei lavori del consesso di una mozione riguardante il raddoppio della 117 bis Gela-Catania. “Premesso che la Provincia regionale di Catania - è scritto nel documento, sottoscritto anche da altri consiglieri - ha approvato un ordine del giorno ove si chiede l’impegno della Regione siciliana per la messa in sicurezza della statale n. 417 ricadente per territorio nella provincia di Catania, mentre la ss. 117 bis ricade nel territorio di Caltanissetta interessando i comuni di Niscemi, Mazzarino, Butera e Gela, si sollecita l’impegno del Consiglio provinciale di Caltanissetta affinché si richieda alla Presidenza della Regione il raddoppio delle corsie e la messa in sicurezza della suddetta ss. 117 bis Gela-Catania, anche con l’utilizzo dei fondi Fas.

Emanuele Zuppardo

mazzarino Tre giorni di calcio nella città lombarda

Gemellaggio sportivo con Cinisello

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L’ASD Mazzarinese nella formazione iscritta al campionato 2008/2009 di Terza categoria

i intensificano i rapporti di gemellaggio tra Mazzarino e Cinisello Balsamo. L’associazione culturale “U Cannuni” dei mazzarinesi di Cinisello Balsamo presieduta da Peppe Seggio organizza con l’associazione sportiva dilettantistica “Accademia Mazzarinese” una tre giorni di calcio a Cinisello per l’uno, il due e il tre maggio prossimi. Da Mazzarino parteciperà la squadra allievi di terza catego-

ria (nati negli anni 92-93). La squadra avversaria di Cinisello Balsamo comprenderà ragazzi più o meno della stessa età. L’iniziativa è autofinanziata, mediante un sorteggio, dai ragazzi della stessa Accademia Mazzarinese e dagli altri dirigenti della squadra mazzarinese Peppe Bonanno e Filippo Agnello. Paolo Bognanni

Conoscere l’altro

di Alberto Maira

La Iglesia ni Cristo

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on l’interesse per questa chiesa, ci occupiamo di quelle realtà spirituali fortemente legate alla presenza di immigrati nella nostra nazione. Si tratta spesso di poco conosciute minoranze delle minoranze ma che assumono importanza perché fanno proselitismo all’interno dei CPT, delle case di accoglienza per i profughi. Molti movimenti stanno infatti conoscendo un momentaneo exploit, grazie alla forte presenza di immigrati e all’attivismo dei nuovi movimenti religiosi, specie pentecostali. Felix Manalo Isugan (1886-1963) è nato all’interno di una famiglia cattolica, si è convertito dapprima al metodismo, quindi a una delle Chiese di Cristo di origine campbellita, e infine all’Avventismo del Settimo Giorno. Nel 1913 un’esperienza mistica lo convince ad abbandonare anche gli avventisti e a fondare una sua Chiesa, che registra presso il governo filippino il 27 luglio 1914 (data che - senza che Manalo lo sappia - coincide con l’inizio della Prima guerra mondiale, segno che ai suoi seguaci apparirà come profetico). Nonostante diversi scismi, la Chiesa si espande nell’intero arcipelago, dapprima lentamente, poi in modo rapidissimo dopo la II guerra mondiale. Oggi conta da tre a cinque milioni di membri secondo osservatori indipendenti, ma ne dichiara dieci milioni (in un paese dove la difficile situazione politica rende le statistiche poco affidabili) - ed è la terza denominazione cristiana delle Filippine dopo la Chiesa cattolica e il suo scisma fondato nel 1902 da Gregorio Aglipay e chiamato Chiesa Filippina Indipendente. In Italia - sede europea della Chiesa (presente anche in Spagna, Norvegia, Polonia, Svezia, Svizzera, Germania e Inghilterra) - la Iglesia ni Cristo si è radicata essenzialmente a partire dal 1985, tramite l’immigrazione di cittadini filippini giunti nella penisola alla ricerca di lavoro; in seguito, nel 1989, l’amministrazione centrale della Chiesa filippina ha inviato in Italia un ministro e un pastore, fino a che, nel 1994, la Iglesia ni Cristo ha ottenuto un primo riconoscimento giuridico da parte dello Stato. Così, al distretto Europa si è aggiunto il ministero per l’Italia con filiali tra l’altro, a Milano, Firenze, Lucca, Napoli, Torino, Bologna e Catania. Attualmente esistono in Europa cinquantanove sedi, organizzate da ministri e diaconi; i fedeli europei prevalentemente filippini e oriundi dello Sri Lanka - sono 5.300 e quelli italiani circa tremila, con presenze significative a Roma e Milano, che contano settecento fedeli ciascuna e, rispettivamente, cinque e tre aree territoriali. La Iglesia ni Cristo considera pericolosa la tradizionale rappresentazione cristiana della dottrina della Trinità, che porterebbe al “triteismo”. Benché tra diverse incertezze, i “manalisti” affermano di credere in Cristo, ma di non credere che sia ‘Dio stesso’. Per l’Iglesia ni Cristo Felix Manalo è l’“angelo che sale dall’Oriente” di Apocalisse 7,2-3. In un messaggio in cui confluiscono elementi del profetismo filippino tradizionale, Manalo è celebrato come il sugo, il “messaggero” ultimo e speciale di Dio. Da quando la missione di Manalo è iniziata, la Bibbia è “infallibile” ma solo se è accompagnata dall’interpretazione del sugo. Per salvarsi, è necessario aderire alla vera Chiesa che è la stessa Iglesia ni Cristo. Questo giustifica il grande sforzo proselitistico, esteso a tutto il mondo, e un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle Chiese cristiane storiche, particolarmente vivace contro la Chiesa cattolica, cui rispondono anche via Internet numerosi critici che accusano la Iglesia ni Cristo di essere una “setta”. Come la Chiesa Avventista del settimo giorno - di cui aveva fatto parte per qualche anno - Manalo insegna la dottrina del condizionalismo, secondo cui l’anima rimane “in sonno” dopo la morte e fino al giudizio. L’Iglesia ni Cristo attacca anche il consumo di dinuguan, una specialità culinaria filippina preparata con sangue cotto, che violerebbe la prescrizione biblica di non mangiare sangue. amaira@tele2.it

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