20settembre2009

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Settegiorni dagli Erei

al Golfo

Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 31 Euro 0,80 Domenica 20 settembre 2009 Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email settegiorni@diocesiarmerina.it In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Pietraperzia

enna

Malumori per il trasferimento dell’anagrafe dal centro storico di Giuseppe Rabita

Editoriale

Rispetto del creato un fatto di cuore!

S

i avvicina la festa di S. Francesco e si moltiplicano le iniziative per sensibilizzare credenti e non credenti sui temi dell’ecologia e del rispetto della natura. Purtroppo però i segnali che ci vengono dal territorio mostrano che si tratta solo di un argomento romantico-bucolico senza ricadute pratiche nei nostri stili di vita. È di questi giorni l’inquietante rivelazione di un collaboratore di giustizia, poi confermata dalle ricerche effettuate, della nave dei veleni che giace al largo del porto di Cetraro in Calabria. Si tratta a mio giudizio dell’episodio più eclatante della violenza che stiamo continuando tutti ad infliggere alla natura e di conseguenza anche alla nostra salute, con i nostri comportamenti e stili di vita “comodi” che non vogliamo modificare. Basta osservare il modo di gestire la raccolta dei rifiuti nel nostro territorio. La raccolta differenziata che non riesce a decollare mentre le discariche sono al collasso, le strade dei nostri comuni che sono sempre più sporche, l’abusivismo edilizio che continua a deturpare le nostre coste e i nostri centri storici, il vergognoso malcostume di riempire i greti dei torrenti o delle strade di campagna di carcasse di elettrodomestici e i cigli delle strade di quantità industriali di bottiglie di alcolici, gettate impunemente dai finestrini delle auto. I politici locali, da sempre latitanti, sono affaccendati con i loro giochetti di potere a sistemare parenti e amici in posti di stipendio (non di lavoro), mentre il territorio, quando va bene è in preda all’anarchia, altrimenti può essere gestito tranquillamente dalle organizzazioni malavitose (è il caso citato della nave dei veleni). Sembra che la “cultura verde” abbia ormai esaurito la sua carica emotiva, ma ho l’impressione che da noi questa sensibilità non ci sia mai stata. Forse una sana ecologia dovrebbe farci rivedere i modelli sui quali abbiamo impostato il nostro modo di vivere. Le leggi del consumismo ci impongono di consumare continuamente (bisogna far girare l’economia) in una spirale di consumo che a mio giudizio non può continuare all’infinito. La filosofia dell’usa e getta ci ha portato a produrre quantità tali di rifiuti che da qui a non molto sarà impossibile gestire. Le nuove generazioni, nate e cresciute in questo stile di vita, neppure si rendono conto della necessità del cambiamento, o quando lo fanno si trovano smarriti ed impari di fronte ad un sistema più grande e più forte di loro. Eppure è necessario invertire la rotta altrimenti la natura si ribellerà e ci tireremo addosso le conseguenze del nostro egoismo senza lasciare alle generazioni future la possibilità di godere della bellezza del creato. Occorre riscoprire l’ecologia di san Francesco che non nasceva da una necessità pratica, ma era la manifestazione esterna di un cuore pacificato. Una pace interiore anzitutto con Dio, poi con se stesso e di conseguenza con il mondo che lo circondava, compresa la natura. S. Francesco veniva “ascoltato” dalle creature e dalla natura, perché si sentiva fratello di ognuna di esse nel creato. Bisogna ripartire dal cuore! Giuseppe Rabita

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Conversioni

Monaco denuncia la paralisi dell’attività amministrativa di Giacomo Lisacchi

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musica

Dalle notti in discoteca al convento di Concetta Santagati

Al via le selezioni regionali per il “Festival Pub Italia”

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di Angelo Franzone

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Immigrati respinti: Sono rifiuti pericolosi? L’ammonimento dell’Onu sui respingimenti richiama responsabilità nazionali ed europee

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migranti non possono essere respinti senza controllare se si tratta di profughi. É l’ammonimento che è arrivato il 14 settembre da parte dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay che ha condanno chi respinge coloro che tentano di sfuggire spesso dalla guerra e dalla fame per raggiungere altri Paesi dove vivere una vita più tranquilla. La Pillay ha citato il recente caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra Italia, Libia e Malta: “in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi”, ha affermato. Alle parole della Pillay non si è fatta attendere la risposta da parte della Farnesina che in una nota sottolinea che “non possiamo che condividere la giusta preoccupazione che le animano, relativa al rispetto della sacralità della vita umana. Tanto la condividiamo - aggiunge la Farnesina - che l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, e per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all’ Italia”. Secondo il Ministero degli Esteri Italiano le regole del diritto internazionale costituiscono “il caposaldo dell’azione del Governo italiano, che promuove ed auspica un impegno comune affinché vengano da tutti rispettate e tutti facciano la loro parte” ribadendo che l’Italia “ha fatto e continuerà a fare la sua parte”. “C’è bisogno di una strategia eu-

ropea per affrontare le migrazioni, perché esse riguardano tutti gli Stati membri, non solo quelli che hanno confini esterni all’Ue”, ha affermato Jacques Barrot, commissario alla giustizia, libertà e sicurezza dell’Ue , intervenendo nell’emiciclo di Strasburgo sottolineando la necessità del “rispetto delle regole” “così come del principio di solidarietà”. Secondo Barrot è “necessaria una cooperazione fra tutti i paesi che avvenga su base volontaria. Ma che sia comunque reale ed efficace”. Il rappresentante Ue ha quindi ribadito che “le regole comunitarie vietano il respingimento alle frontiere o sulle coste, negando soccorso ha chi ne ha bisogno e l’eventuale diritto di asilo a chi ne può fare richiesta”. “Occorre dare protezione ai profughi e a quelle persone che nel loro paese potrebbero essere sottoposte a misure coercitive contrarie ai diritti umani”, ha poi aggiunto specificando di aver inviato una lettera alle autorità italiane a luglio sui respingimenti: “ora abbiamo ricevuto una risposta ufficiale che stiamo attentamente studiando”. Naturalmente le questioni connesse ad immigrazione illegale, respingimenti, soccorso in mare devono essere affrontate in un’ampia prospettiva che tenga

conto del quadro normativo di riferimento, in cui sono ricomprese anche le fonti di altri ordinamenti. Costituisce necessaria premessa la Convenzione di Montego Bay del 10 dicembre 1982 (UNCLOS), fonte primaria del diritto internazionale del mare, in base alla quale ogni Stato obbliga i comandanti delle proprie navi a prestare assistenza a naufraghi trovati in mare. Tutti gli Stati provvisti di litorale marittimo sono inoltre tenuti a creare e mantenere un servizio di ricerca e salvataggio intervenendo “senza tener conto della nazionalità o della condizione giuridica” e portando le persone soccorse in un “porto sicuro”, che non è necessariamente quello più vicino. Caposaldo della protezione internazionale dei rifugiati è il principio di non-respingimento affermato all’art. 33 della Convenzione relativa allo status dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28

luglio 1951, che vieta agli Stati contraenti di espellere o respingere un rifugiato verso le frontiere dei luoghi in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate per ragioni di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale, opinioni politiche. Il divieto di respingimento verso una situazione di pericolo di persecuzione si riferisce non solo al ritorno nel Paese d’origine o, nel caso di una persona apolide, nel Paese di precedente residenza abituale, ma anche a qualsiasi altro luogo in cui una persona abbia motivo di temere minacce per la propria vita o libertà, in riferimento a una o più delle fattispecie elencate nella Convenzione del 1951, o dal quale rischi di essere inviata verso un simile pericolo. Raffaele Iaria

piazza armerina Figura poliedrica per interessi, ha dato un apporto notevole alla cultura in provincia di Enna

Deceduto Gianfilippo Villari Soprintendente di Messina

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ianfilippo Villari, 63 anni, soprintendente ai Beni culturali di Messina, si è spento il 14 settembre scorso nella sua casa di Piazza Armerina per un tumore che nell’ultimo anno lo ha costretto a logorante terapia. I funerali sono sati celebrati a Piazza Armerina martedì nella Basilica Cattedrale. Fino all’ultimo ha cercato di darsi coraggio e di trovare le energie per coltivare il suo hobby preferito: scrivere. Ma, dopo il congedo dai Beni culturali, avvenuto il primo settembre, è stato un precipitare giorno dopo giorno che lo ha immobilizzato a letto senza scampo. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, nel messaggio che gli aveva fatto pervenire in occasione del suo prematuro pensionamento aveva sottolineato l’ottimo lavoro svolto da Villari in 40 anni

al Servizio dei Beni culturali: “Gianfilippo Villari ha dimostrato, nei suoi quaranta di attività lavorativa, come sia possibile coniugare professionalità e amore al lavoro, senza soggiacere a condizionamenti sia interni che esterni all’amministrazione. La Regione non potrà più contare sulla sua indiscussa competenza e sulla sua dedizione”. Nato a Piazza Armerina, il 25 ottobre 1946 frequenta il liceo Classico “Cascino” e consegue con ottima votazione la maturità classica. Fa parte e anima i circoli di Azione Cattolica della parrocchia S. Maria d’Itria, divenendo prima delegato e successivamente, presidente degli Juniores. Si laurea brillantemente in Scienze politiche, presso l’università di Catania. Si specializza in seguito in Beni cultucontinua in ultima...


Notizie dal Territorio

Domenica 20 settembre 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Settegiorni dagli Erei al Golfo

pietraperzia L’anagrafe trasferita alla Delegazione distante circa due km dal centro storico

Traslochi di uffici tra malumori L unedì scorso 14 settembre gli impiegati del Comune di Pietraperzia hanno trovato ad attenderli gli operai e i mezzi di una ditta di traslochi. Ha avuto inizio infatti una serie di trasferimenti degli uffici comunali da un edificio all’altro. L’ufficio anagrafe è stato trasferito nei locali della Delegazione comunale ubicata in contrada Madonnuzza distante circa due km dal centro storico, mentre l’ufficio per i servizi sociali è stato riportato nei locali dell’ex convento dei domenicani sito in piazza Matteotti, sede storica del Municipio. Inutile dire che il fatto ha creato malcontenti tra gli impiegati e suscitato non poche perplessità tra i cittadini. “È un’idea balorda - commenta l’ex sindaco avv. Luigi Palascino - che scontenta tutti gli impiegati. Senza contare il disagio che dovranno affrontare gli anziani, sprovvisti di mezzi di trasporto, per raggiungere gli uffici dell’anagrafe tanto distanti soprattutto dai quartieri più alti del paese”. Da noi interpellato, il sindaco Caterina Bevilacqua giustifica il trasferimento con la necessità che il responsabile del personale, il comandante della Polizia Municipale che ha la sua sede presso la Delegazione, possa controllare più da vicino le attività. “I locali dove si trova l’anagrafe - ha dichiarato Caterina Bevilacqua - sono insufficienti e non idonei, necessitando di lavori di adeguamento. Abbiamo in progetto di effettuare dei lavori di bonifica dopodiché vedremo come utilizzarli al meglio”. Incalzata sui disagi che

verranno alla popolazione, il sindaco ha affermato che l’Amministrazione “sta cercando di istituire l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) che dovrà provvedere a pianificare le cose in modo da non recare disagi alla popolazione”. Il consigliere di minoranza Giuseppe Amico ha studiato più a fondo la problematica: “Gli uffici del Comune nel suo complesso - afferma - vanno risistemati e ricollocati. Gli impiegati nelle scorse settimane mi hanno presentato problematiche concernenti l’insufficienza degli arredi e la scarsa idoneità dei locali. All’anagrafe poi c’erano disagi che impedivano la tutela della salute degli impiegati stessi. Ho studiato - continua Amico - le varie normative che disciplinano la tutela della salute dei lavoratori negli uffici pubblici e ho verificato che nel nostro comune sono molto carenti: non si effettuano le visite periodiche degli impiegati, addirittura non esistono piani di evacuazione e piani antincendio. Inoltre il modo in cui sono organi z z ati gli uffici nel vecchio convento non consente la tutela della

privacy, né l’accesso dei disabili. La soluzione era quella di mettere insieme l’ufficio anagrafe e l’ufficio elettorale, e questo mi sembra azzeccato; ma questo crea un grande disagio alla popolazione anziana perché i locali sono ubicati a quasi due km dal centro abitato. L’ideale sarebbe stato - conclude Amico - il ripristino dell’ex scuola Carmine o del Toselli che sarebbero stati certamente più idonei. Purtroppo i finanziamenti per queste strutture non sono stati richiesti da questa Amministrazione, così come tante altre opere quali il completamento dei lavori della chiesa del Rosario o del Palazzo del Governatore e così i fondi previsti sono andati perduti”. Intanto la gente manifesta qualche malumore, ma anche una certa rassegnazione. Da lungo tempo ormai a Pietraperzia si sta verificando un progressivo

abbandono e quindi l’avanzare del degrado nel centro storico. I monumenti, le chiese, i bei palazzi, segni di un passato glorioso, giacciono in uno stato precario e poco o nulla si è posto in essere per una politica di ripopolamento, di tutela e di conservazione. Non esistono movimenti di pressione da parte dei cittadini sulla politica che così si sente autorizzata a fare e a non fare a suo piacimento. È difficile trovare giovani sensibili che, animati dall’amore alla propria città, si appassionino alla soluzione dei problemi che sono sotto gli occhi di tutti, ma che tutti continuano a guardare, pronti solo a criticare, senza poi essere disposti a muovere un solo dito per risolverli. Giuseppe Rabita

A sinistra la vecchia sede del Comune. In basso la nuova Delegazione in contrada Madunnuzza

“Aiutatemi a ritrovare mio papà”

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IN GIRO NEL WEB: I SITI CATTOLICI

www.smariafiducia.it

È

un piccolo ma funzionale sito dedicato alla Madonna della Fiducia. Questo bel sito rispecchia l’attività della omonima parrocchia romana affidata agli “Oblati figli della Madonna del Divino Amore”. Attualmente il parroco è don Vincenzo Pallippadan ed è coadiuvato da tre viceparroci e da un diacono permanente. Il sito fa conoscere ai

Riapertura della Ss. 190 Con provvedimento del dirigente del settore viabilità della Provincia Regionale di Caltanissetta è stata disposta la riapertura al transito veicolare del tratto della strada provinciale n. 190 compreso tra il km. 1+720 e il km. 3+000. L’arteria si trova nel territorio di Gela al confine con quello di Mazzarino. La chiusura s’era resa necessaria per consentire lo svolgimento dei lavori di manutenzione straordinaria appaltati per tale strada ed ora completati dall’impresa aggiudicataria Sala srl di Milazzo, che ha provveduto alla bonifica del terreno di fondazione e alla formazione del nuovo capostrada.

Pirateria informatica Il sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro si è rivolto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Gela, attraverso un esposto presentato ai carabinieri, per far luce sulla irruzione abusiva informatica effettuata sul sito internet ufficiale del Comune di Mazzarino: www.comune.mazzarino.cl.it. Le presunte intromissioni potrebbero arrecare grave pregiudizio all’intero sistema informatico del Comune, perciò il sindaco ha disposto il cambiamento delle password di accesso. Un’indagine interna al Comune è stata affidata al Direttore generale dell’Ente, dott. Pietro Amorosia.

Scavi a Sofiana

villarosa Appello della figlia di Giuseppe Bruno scomparso misteriosamente da 5 anni

Francesca ha nove anni ed ha scritto una lettera per ritrovare suo papà che è scomparso misteriosamente da Villarosa cinque anni fa. Giuseppe Bruno, ex autotrasportatore di Cacchiamo, frazione di Calascibetta, aveva comprato una rivendita di tabacchi a Villarosa dove ll 27 maggio 2004 aveva trascorso tutta la giornata. Quella notte non Il sindaco Zaffora (in piedi) interviene nel corso è rientrato a casa e il suo telefonino acceso della conferenza. non rispondeva alle chiamate dei familiaA fianco lo scomparso Giuseppe Bruno ri. Al negozio l’impianto d’allarme non era inserito e la saracinesca era abbassata ma i prego aiutatemi a ritovare mio papà, non chiusa a chiave. All’interno c’erano tutte Giuseppe Bruno. Io non vedo mio le cose da cui Giuseppe Bruno non si separapapà da cinque anni, mi manca tanto, ho bi- va mai: la valigetta con i documenti, il portasogno di lui. Mi mancano i suoi abbracci, mi fogli, il cellulare e le pillole da prendere quotimanca giocare con lui, mi mancano le sue dianamente. La sua auto è stata ritrovata due coccole. Era tanto buono con me e io lo ri- giorni dopo dai Carabinieri in una piazzola voglio. Vi prego potete dire alle persone che di sosta sull’autostrada, in direzione Catania. lo conoscono, che sanno cosa gli è successo Era chiusa regolarmente e all’interno c’erano di aiutarmi a ritrovarlo? Nel mio cuore spero le chiavi della tabaccheria. L’auto ritrovata che sia vivo. Papà ritorna da me ti aspetto. Mi potrebbe essere stata portata sul luogo da una manchi così tanto, non ce la faccio più senza persona diversa da Giuseppe Bruno. I Carate. Con amore la tua Francesca”. binieri sarebbero convinti che si tratti di un

in Breve

caso di lupara bianca, ma la moglie dell’uomo scomparso ancora oggi non riesce a spiegarsene le ragioni e non si rassegna. A questo proposito, proprio nel mese di agosto, Penelope, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse, alla presenza di numerose istituzioni civili e militari, ha organizzato una manifestazione per testimoniare solidarietà alla famiglia di Giuseppe Bruno. Presenti, oltre alla moglie di Bruno, Carmela Sauro e i figli Sonia, Damiano e Silvia, la presidente nazionale e la presidente della Puglia di Penelope, on. Elisa Pozza Tasca, e Annalisa Loconsole, i sindaci di Villarosa e Calascibetta Gabriele Zaffora e Piero Capizzi, il presidente del Consiglio comunale di Villarosa altre autorità civili e militari, amministratori e consiglieri comunali. Nel ringraziare l’associazione Penelope e l’on. Pozza Tasca per la sua presenza, il sindaco Zaffora nel corso dell’incontro ha sottolineato l’importanza della manifestazione fortemente sostenuta dai due comuni. “Noi abbiamo l’obbligo come istituzioni - disse Zaffora - di difendere la frontiera della legalità e soprattutto contrastare il concetto che il territorio può essere di chi se lo prende. Il territorio è della stragrande maggioranza dei cittadini rispettosi delle regole e non dobbiamo lasciare assolutamente il campo a forze che non rappresentano l’interesse collettivo”.

visitatori i diversi gruppi che gravitano in parrocchia fornendo anche gli orari dei loro incontri. Tra questi gruppi sono presenti la comunità Neo-Catecumenale, la comunità “Famiglia di Nazaret”, la comunità “Gesù Risorto”, il gruppo “Padre Pio” e il gruppo Caritas. Il sito informa sugli orari della mensa parrocchiale, aperta a tutti, che distribuisce giornalmente pasti caldi. Inoltre, è possibile conoscere gli orari delle Messe di tutte le chiese collegate alla parrocchia, posizionate, dal sito, su un comodo stradario. Il sito indica la presenza di un oratorio per i ragazzi del

(Pabo) Da circa due settimane presso l’area archeologica di Sofiana è stato avviato un programma di studio, ricognizione e scavo a cura di un gruppo di archeologi guidato dal prof. Francesco La Torre, dell’Università degli studi di Messina, e dalla prof.ssa Kimberly Bowes, della Cornell University. Il gruppo di studiosi è stato ricevuto dal sindaco Vincenzo D’Asaro che si è reso disponibile a “volere promuovere il territorio di Mazzarino”. Il gruppo di studiosi è composto dagli specialisti Emanuele Vaccaio, Maria Elena Ghisleni e Marina Congiu della Soprintendenza di Caltanissetta. Inoltre vi fanno parte gli studenti Lucia De Gregorio, Maurizio Cannatà, Fabrizio Andreacchio, Annalisa Amico, Luca Zambito, Tiziana Taliani, Stefano Ricchi e Andrea Patacchini.

A spiegare la manifestazione nel corso del suo lungo intervento è stata la presidente Pozza Tasca: «Sono iniziative che svolgiamo in molte città d’Italia e in molti comuni dove ci sono persone scomparse. Questo perchè vogliamo che una persona scomparsa non venga dimenticata né dalla comunità, né dalle istituzioni, nè tanto meno dalla famiglia. Vogliamo coinvolgere tutti nella ricerca e nel ricordo della persona che scompare. Perchè quando una persona scompare non sono sufficienti le forze dell’ordine e l’impegno della magistratura se non c’è la collaborazione e l’aiuto dei cittadini che hanno visto e che sanno. Quello che noi chiediamo alla fine è che alla famiglia, se lo scomparso è morto, venga restituito un corpo per avere una pace e una rassegnazione cristiana”. Giacomo Lisacchi

catechismo e possiede un forum per il dialogo diretto con i sacerdoti, i fedeli e i visitatori che si sono per l’occasione iscritti. Il Sito informa sui pellegrinaggi organizzati dalla parrocchia e ha, inoltre, una piccola galleria fotografica con foto riguardanti, le attività pastorali. Sull’home page viene riportato il collegamento con il sito ufficiale del Vaticano e con il portale della diocesi di Roma. a cura dei Giovani Insieme (www.movimentomariano.org) e-mail: giovani.insieme@movimentomariano.org


Notizie dal Territorio

Domenica 20 settembre 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

enna provincia Il Presidente Monaco denuncia la paralisi dell’attività amministrativa

Il vuoto della cultura politica orse è arrivato il momento di cambiare registro. Qualche mese fa, proprio sulle pagine del nostro settimanale, avevamo scritto che “in questa sfortunata provincia sulla politica si può fare poco affidamento: litigiosità, interessi personali, approssimazione, scarsa preparazione”. Che è una provincia dove “la classe politica, fatta da troppi nani e ballerine, ha superato il limite della decenza, tanto da destra quanto da sinistra”. Per questo crediamo che non si possa restare indifferenti di fronte a fatti come quello denunciato dal presidente della provincia Monaco (nella foto) e non si possa evitare di chiedersi: a chi giova impedire l’attività dell’amministrazione provinciale e quindi lo sviluppo dell’intera provincia? “È con dispiacere, ma con altrettanta onestà intellettuale, che prendo atto dello sfaldamento che caratterizza già da qualche settimana la coalizione di centrodestra. Da tempo assistiamo inerti ad un innegabile vuoto di cultura politica ormai così generalizzato nel nostro Paese da avere contagiato le periferie e quindi anche il nostro territorio con conseguenze deleterie per tutti. È infatti impensabile che uomini politici, chiamati dall’elettorato ad assolvere un compito così delicato e prestigioso come quello di consigliere e, come tali, potenzialmente seri e responsabili, possano ostacolare l’attività politico-amministrativa dell’Ente Provincia rallentan-

do e quindi compromettendo il rilancio socioeconomico di questo territorio per il quale non solo mi sono impegnato dinnanzi agli elettori ma continuerò a farlo, costi quel che costi”. Dunque, il presidente Monaco affida ad un comunicato il suo messaggio ai consiglieri visto quanto sta accadendo in Consiglio provinciale dove spesso si gioca al tiro alla fune sulla pelle della provincia. “Sono fortemente convinto – si legge nella nota - che il compito di un Presidente di Provincia sia prioritariamente quello di amministrare con scrupolo impegnandosi per far crescere e migliorare ulteriormente le condizioni del proprio territorio. Se qualcuno viceversa pensa, sbagliando grossolanamente, che il presidente abbia come sua attività principale e preminente quella di rispondere quotidianamente al soddisfacimento di richieste e/o interessi personali o

di gruppo da parte di soggetti che, pur di raggiungere tali obiettivi, sono disposti a paralizzare l’attività amministrativa dell’ente laddove soprattutto il presidente si dimostrasse poco “sensibile” o per niente succube a quanto sopraddetto, beh, allora intendo sin da subito ed in modo assolutamente inequivocabile chiarire un concetto: da oggi in poi non è più mia intenzione curarmi di istanze o richieste di singoli o gruppi che non abbiano un’esclusiva ed edificante valenza politico-amministrativa tesa all’attuazione del programma elettorale ed al raggiungimento di obiettivi utili al rilancio del nostro territorio”. Quindi, avverte: “Chi, da questo momento in poi, eletto all’interno della coalizione che mi ha fedelmente sostenuto, dovesse, senza motivazioni serie, concrete ma semplicemente per ostruzionismo, rendersi responsabile in consiglio provinciale della bocciatura di atti amministrativi, tesi alla crescita economica e infrastrutturale del nostro territorio, e comunque contrari al programma per il quale sono stati votati, non dovrà di tutto ciò rispondere più a me ma esclusivamente ai propri elettori”. Un punto e a capo importante quello messo dal presidente Monaco che sottolinea come abbia “il dovere morale, anche se la coalizione di centrodestra dovesse in alcuni suoi settori mantenersi ancora incerta e fibrillante, di proseguire nel mandato” che dagli elettori gli “è stato affidato in uno alle for-

ze politiche ed a tutti q u e i consiglieri che hanno mantenuto e continuano a mantenere fede, con grande dedizione, lungimiranza e lealtà, al progetto per il quale hanno ricevuto la fiducia di tanti cittadini di questa provincia”. E non saranno sicuramente – puntualizza - le bizzarrie o i non condivisibili comportamenti di pochi a potere minimamente scalfire la mia ferma e ferrea volontà di perseguire il raggiungimento degli impegni già assunti. Mi rendo conto che per taluni pensare, come me, che la politica debba essere intesa come servizio e non come occupazione istituzionale fine a se stessa, diventa oltremodo difficile, ma da questo indiscutibile principio, del quale ho fatto per tutto la mia vita punto di riferimento, non intendo assolutamente recedere. La grave crisi economica che attraversa il nostro paese ed ancora di più la nostra provincia non mi permette, non mi può permettere in alcun modo, di sprecare tempo ed energie in banali beghe di bottega”. Infine, auspica che possa “aprirsi una stagione politica nuova nella quale tutte le forze politiche, non solo quelle ancora fedeli di centrodestra, ma anche quelle di opposizione, possano dare responsabilmente il loro contributo ad un azione politica tesa unicamente allo sviluppo vero ed irreversibile delle grandi potenzialità inespresse della nostra terra”. Giacomo Lisacchi

aidone Consegnate anche le benemerenze a 33 donatori aidonesi di sangue

Nasce la sezione junior dell’Avads L

a 16a “Festa del donatore e del soccorritore”, organizzata dall’Avads “Rosario Gallotta”, di Aidone quest’anno ha assunto una particolare atmosfera perché ha visto la nascita della sezione “Avads” (Amici volontari aidonesi del sorriso) junior. La cerimonia di inaugurazione si è svolta, presso la chiesa di santa Maria La Cava, in occasione della consegna delle benemerenze ai donatori di sangue, che, quest’anno, sono stati in totale 33. Presenti, fra gli altri, il sindaco di Aidone Filippo Gangi, il dirigente scolastico del comprensivo “F. Cordova” prof. Luigi Minacapilli, il socio onorario dell’Avads Ferruccio Cristofari, giunto appositamente dal Trentino, e numerosi volontari dell’Avads, coordinati dal presidente, la dott.ssa Lucia Schilirò e dal direttore sanitario, il dott. Filippo Prestifilippo. “Il volontariato è un valore al quale crediamo fortemente ed è per questo che lo vogliamo trasmettere alle nuove generazio-

ni. Questa iniziativa, che vede la nascita dell’Avads junior, è un momento che vogliamo condividere coi ragazzi”- ha detto la dott.ssa Lucia Schilirò. Nel trascorso mese di maggio, l’Avads ha indetto un concorso, rivolto agli alunni della scuola media, per creare il logo della sezione appena inaugurata. “Un ringraziamento, per questo - ha sottolineato la Schilirò - va al dirigente scolastico che ha cavalcato questa nostra idea e ai docenti che, con discrezione, ma fattivamente, hanno aiutato i circa 120 alunni, che hanno avuto appena 15 giorni di tempo per realizzare il logo”. Vincitrice, è risultata l’alunna Marina Perdichizzi, che ha raffigurato una mongolfiera, che trasporta un ragazzo nel cielo e accompagnando questo momento con la scritta: “Librati nel cielo”. Tutti gli alunni che hanno partecipato al concorso hanno ricevuto una maglietta col logo ed un libro. “La scuola - ha detto nel suo intervento il preside Minacapilli -

ha il compito di raccogliere le istanze territoriali. Credo che le associazioni di volontariato abbiano un compito delicato e nobile mettendosi a disposizione della collettività”. “Aidone - ha dichiarato il sindaco Gangi - dimostra una sensibilità verso questo spirito di volontariato ma la cosa più straordinaria è che i bambini ci insegnano la generosità che poi da grandi smarriamo”. Le benemerenze, per le donazioni di sangue, sono andate: con 5 donazioni a: Santa Concetta Calvagna, Epifanio Di Salvo, Stefano Guccio, Angelo Papola, Salvatore Prestifilippo, Filippo Trummino, Aldo Drago, Orazio Oieni. Con 10 donazioni a: Fabrizio Calì, Giuseppe Orazio Milazzo, Concetto

Montalbano, Angelo Randazzo, Massimiliano Sabella, Angelina Gravina, Giuseppe Matrascia, Gaetano Guccio. Con 15 donazioni a: Gaetano Calì, Angelo Gallotta, Aldo Laniera, Santino Raccuglia, Rosario Filiddani. Con 20 donazioni a: Rosario Guttadoro, Carmelo Misuracca, Rosario Scivoli, Sebastiano Spagnolo, Rosalio Calcagno. Con 25 donazioni a: Paolo Scriminaci. Con 35 donazioni a: Gaetano Gugliara, Cateno Scriminaci. Con 40 donazioni a: Sergio Calì e padre Felice Oliveri. Angela Rita Palermo

Di Martino chiama le forze sane di Niscemi a far fronte contro la mafia

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opo gli ultimi progetti criminali che avevano come obiettivo l’uccisione di due bambini e di una giovane, figli e parenti di due collaboratori di giustizia e per fortuna sventati dalle Forze dell’Ordine locali e territoriali, il sindaco di Niscemi G. Di Martino ha indetto una riunione con i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, del Consiglio comunale, delle

associazioni di volontariato e organizzazioni sindacali, ecclesiali, culturali e sportive, e tutta la parte sana della società civile. “Niscemi - si legge in un comunicato stampa del Comune - si indigna e si ribella alla mafia ed esprime il suo appoggio verso ogni iniziativa che si muove a difesa e riconoscimento della dignità umana di ogni cittadino.

L’incontro è anche un invito ai cittadini a manifestare, in qualsiasi forma, solidarietà e vicinanza alle donne, madri, sorelle e mogli dei due collaboratori di giustizia”. Per il 6 ottobre è stata organizzata una pubblica manifestazione cittadina che coinvolgerà tutta la comunità per ribadire ancora una volta il No alla mafia. Salvina Farinato

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I retroscena

a tempo ha dovuto assistere a comportamenti a dir poco disdicevoli nei suoi confronti, sia sul piano politico che sul piano amministrativo, e perché no, anche sul piano personale, lesivi della sua dignità di presidente. Ma cosa ha spinto il presidente della provincia, Pippo Monaco, a una così dura presa di posizione nei confronti di alcuni consiglieri della sua stessa coalizione e non solo? La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto avvenuto all’ultimo consiglio provinciale dove si doveva approvare una delibera di variazione di bilancio che - secondo il responsabile degli Uffici finanziari, Giocchino Guarrera - doveva essere approvata in due minuti”. E invece è stata l’ennesima occasione per attacare l’assessore alle Finanze, Ilaria Di Simone, e dare un affondo all’Amministrazione Monaco sia da parte di alcuni consiglieri del centrodestra che del centrosinistra. La variazione di bilancio approvata di 403 mila euro serve per rendere esecutiva e cantierabile, attraverso il personale tecnico della provincia, la progettazione delle opere che riguardano la viabilità provinciale, di cui entro ottobre deve arrivare il decreto di finanziamento di 38 milioni di euro. L’accusa all’assessore Di Simone e, dunque, all’amministrazione è di sottrarre risorse dal povero bilancio provinciale per pagare prestazioni professionali di soggetti esterni all’amministrazione. Cosa non vera perché, come ci conferma il dirigente Guarrera, “i 403 mila euro (diritti tecnici) non vengono sottratti dal bilancio, ma sono somme vincolate in aggiunta al finanziamento dei 38 milioni che serviranno per la manutenzione delle strade provinciali per rendere, tramite il personale tecnico della provincia, i progetti esecutivi e cantierabili”. Dunque, una variazione che, secondo Guarrera, “si è resa necessaria in considerazione che - anche nei casi in cui la spesa trova la sua fonte di finanziamento nello Stato e nella Regione - la mancata iscrizione in bilancio, prima dell’ordinanzione della spesa, genera debiti fuori bilancio”. In poche parole, prima di conferire l’incarico bisogna aprire un apposito capitolo in bilancio. “Le risorse oggetto di variazione - sostiene ancora Guarrera - non possono essere utilizzate per incarichi professionali esterni perché il finanziamento è stato concesso con il vincolo dell’utilizzo per incarichi di progettazione interna (cioè a dire del personale dello stesso ente), come chiaramente si evince dalla proposta di deliberazione che imputava la previsione della spesa al personale e dunque a spesa corrente. Eventuali incarichi esterni vanno imputati agli investimenti”. A questo punto viene spontaneo chiedersi se i consiglieri provinciali che sono intervenuti polemicamente in consiglio hanno letto la delibera o invece hanno voluto creare l’ennesima Torre di Babele.

IL LIBRO

F

Gela in Tasca

di Emanuele Zuppardo

Betania Editrice 2006 pp. 119 - € 7,50

U

na nuova guida arricchisce il panorama informativo di Gela. Il testo presenta ai lettori la storia della città, l’archeologia; un itinerario religioso di visita a chiese e parrocchie; un stradario urbano ed extraurbano; itinerari turistici con fotografie; una carta toponomastica della città in allegato; una presentazione del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” presente a Gela da diversi anni che opera nel campo della promozione culturale. Il testo presenta anche una raccolta di libri editi dalla stessa editrice Betania, diverse poesie composte da Salvatore Zuppardo ed infine i numeri utili di emergenza. Emanuele Zuppardo, originario di Gela, cura per il nostro settimanale l’angolo della poesia ed è autore di diversi testi e curatore di varie antologie poetiche.


Vita Diocesana

Domenica 20 settembre 2009 Settegiorni Settegiorni dagli dagli EreiErei al Golfo al Golfo

barrafranca Testimonianza sul risveglio religioso in Lituania a vent’anni dal crollo dell’URSS

Crollato il regime rinasce la fede U na libertà condizionata dal regime comunista con le difficoltà di una chiesa cattolica che ha resistito a tanti soprusi con sofferenza ma con grande voglia di professare la parola del vangelo in Lituania. Questi alcuni tratti della conferenza in cui un sacerdote lituano ha evidenziato nel salone della chiesa Madre, la cui tematica era “Chiesa e ideologia in Lituania”. Ad organizzare l’iniziativa è stato don Luca Crapanzano, studente assieme a don Ramunas Norkus del pontificio istituto “Giovanni Paolo II” dell’università lateranense di Roma Barrafranca - Don Ramunas con don Luca che ha coinvolto alcune associazioni e due suore Clarisse apostoliche locali come l’Azione Cattolica, l’Unio- al termine della conferenza ne cattolica italiana insegnanti medi (Uciim) e l’Unione cattolica stampa itasembra essere rinata da un’ideologia che liana provinciale (Ucsi). “opprimeva” il cammino della Chiesa. “La libertà nel senso ampio della paIl territorio della Lituania ha sette diorola era ridotta - afferma don Ramunas cesi con 4,2 milioni di abitanti. L’82% - perché il regime comunista controllava sono cattolici, 11% di fede luterana, 6% anche gli introiti della Chiesa così anche ortodossi mentre 1% di diverse profescome il sistema scolastico e universitasioni religiose anche se i praticanti si atrio. Anche il sistema di voto era conditestano soltanto al 10 %. Il simbolo della zionato perché si doveva votare davanti Lituania è la collina delle croci testimoad una commissione senza poter andare nianza del cristianesimo radicatosi in in una cabina esprimendo così il diritto questo territorio. di un voto libero e segreto”. Don Ramunas Norkus, 29 anni, è staLa Lituania da venti anni è diventata to ordinato sacerdote nel giugno del una repubblica autonoma e dopo la ca2007 nella diocesi di Telsiai il cui vescoduta del muro di Berlino la fede cristiana vo è mons. Jonas Boruta. “L’esperienza

di don Ramunas è stata importante – afferma don Luca Crapanzano perché ha fatto sentire dalle sue parole la sofferenza di un popolo che non emerge dai libri di storia. Nel collegio dove studiamo siamo sacerdoti che provengono da tante diocesi e stiamo tanto tempo assieme dialogando. Anche se le nostre esperienze sono diverse così come le lingue, ci unisce la fede e la preghiera perché innamorati di un unico Dio”. Ma qualche diversità tra la Lituania e l’Italia don Ramunas la coglie nella grande forza associativa che è quella dei volontari italiani. “La differenza tra Lituania e Italia in generale - continua don Ramunas - è la grande forza del volontariato, forse non riusciamo a spiegare bene ai laici nel mio paese che anche loro devono essere al servizio della chiesa”. Don Ramunas nella permanenza a Barrafranca ha incontrato il vescovo mons. Michele Pennisi ed ha incontrato tanti giovani pregando con loro nella chiesa Madre durante la veglia per un giovane barrese Angelo Tambè, che ha subito un grave incidente stradale. Renato Pinnisi

Gela L’Associazione Progetto H promuove l’accoglienza tra giovani diversamente abili e volontari

Un progetto per scoprire i sapori S

tare insieme ‘A caccia di sapori’. Questo è il tema del progetto di integrazione scelto quest’anno dall’associazione “Progetto H”, che prosegue nell’obiettivo di promuovere la crescita dell’accoglienza e della convivenza fra i giovani diversamente abili ed i volontari, che da anni persegue con tenacia. Il progetto, finanziato interamente dal CESVOP si articola in cinque giornate che prevedono con laboratori, visite guidate al Biviere e con la vendemmia che vedrà in prima linea i partecipanti nella raccolta dell’uva e della relativa pigiatura. Personale del CNOS dell’Opera salesiana e esperti esterni si prenderanno cura dei partecipanti per tutta la durata delle giornate comunitarie. Dieci volontari, provenienti da diverse esperienze saranno continuamente a

fianco di otto soggetti diversamente abili con i quali condivideranno i vari momenti della giornata. Tutte le attività saranno riprese al fine di realizzare un cortometraggio dell’esperienza. I responsabili del progetto sono Anna Condello coordinatrice e Carmelo Martines psicologo. “La diversità di un essere umano è quasi sempre condizione emarginante anche se non vi sono atteggiamenti ostili e di intolleranza e per questo il diversamente abile spesso non riesce a condurre una vita “normale” tra gli altri. “Il progetto mira all’integrazione del diversamente abile ribaltando il concetto di integrazione - dice il presidente dell’Associazione Pino Valenti - per integrazione si intende creare l’abitudine nei normodotati ad accettare i diversabili e a condividere momenti della

vita quotidiana. Si vuole offrire l’opportunità di stare insieme nella condivisione di momenti diversi durante l’arco delle giornata e della settimana all’interno di una struttura ricettiva situata nei dintorni di Gela”. Gli obiettivi sono: l’educazione all’accettazione delle diversità e al lavoro di gruppo, educazione alla tolleranza e alla solidarietà, educazione alla comunicazione, conoscenza di alcune tecniche di animazione, educazione al rispetto dell’ambiente. L’esperienza vuole sollecitare riflessioni nei partecipanti che magari non hanno mai avuto l’occasione di vivere gomito a gomito con un diversamente abile e a comunicare con loro. Il tutto avverrà presso la scuola alberghiera del CNOS in contrada Passo di Piazza a Gela dotata, di cucina professionale e di sala

ristorazione per i laboratori e di altri locali per le attività previste in progetto. La struttura si trova al centro di una vasta tenuta di oltre 30 ettari. I soggetti coinvolti sono: 8 diversamente abili, 10 volontari, un psicologo, un capo campo, un animatore, un contadino, un cuoco, un caposala, un animatore sportivo ed un accudente. I laboratori prevedono animazione (canti popolari e teatro dialettale), orticoltura e giardinaggio, cucina e sala, attività sportive. I laboratori sono frequentati a gruppi per permettere a tutti di fare l’esperienza dei singoli laboratori. I partecipanti faranno la vendemmia con la raccolta dell’uva nei campi e la relativa pigiatura, è prevista una visita al lago Biviere per ammirare quello che la zona offre. Liliana Blanco

Gela I festeggiamenti patronali occasione per un rilancio della città. Franzone: “Gela sia provincia”

I problemi della gente restano. Appello alla politica

G

rido d’allarme e appello alla politica da parte del vicario foraneo di Gela mons. Grazio Alabiso in occasione delle manifestazioni per la festa patronale che ha avuto il suo culmine l’8 settembre scorso: “Il malessere c’è, lo sappiamo tutti, però come sempre, tutti guardiamo dall’altra parte”. Anche l’intervento del vescovo mons. Pennisi durante l’omelia per il giorno della festa è una denuncia dei problemi dei quali soffre la città di Gela: l’acqua, la sicurezza, le cure per la salute, il lavoro: “In questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città, la diminuita fiducia nel futuro accompagnata dalla crescita del senso dell’insicurezza, la presenza della criminalità mafiosa, la disoccupazione e la precarietà nel mantenere il posto di lavoro che sta riguardando anche diversi operatori della scuola, la mancanza della cultura del lavoro e della cooperazione, la carenza di strutture sanitarie qualitativamente efficienti a misura d’uomo, che possano garantire ai cittadini il diritto alla vita e alla salute e siano vicine ai bisogni delle persone malate”.

Queste parole sono state lo spunto per Filippo Franzone, presidente del Comitato “Progetto Provincia” per lanciare il suo “je accuse” contro un “mondo politico inquinato”: “La popolazione, la gente comune - si legge in un comunicato stampa del comitato - inizia a perdere interesse per la propria città, non perché non la ama, ma perché vede, nelle persone scelte per far progredire la comunità, molto disinteresse e lo si può notare anche nel modo di votare dei gelesi”. In effetti questo disinteresse è emerso con il grande astensionismo alle ultime europee (61%), e il perché secondo Franzone è chiaro: “I gelesi si sentono abbandonati, non tutelati nei loro bisogni. Difatti, i problemi restano sempre gli stessi”. Ecco allora che Franzone, denunciando l’assenza della politica gelese nella lotta per l’autonomia e l’efficienza dell’ospedale, continua a ribadire la necessità di creare la decima provincia siciliana, unica soluzione per realizzare gran parte dei problemi nella città del Golfo. Carmelo Cosenza

Tra le righe

don Giuseppe Fausciana

La cultura consumistica

L

a vita di un consumatore, la vita di consumo, non consiste nell’acquisire e possedere. E non consiste nemmeno nel liberarsi di ciò che era stato acquisito l’altro ieri e orgogliosamente ostentato ieri. Consiste piuttosto, in primo luogo e soprattutto, nel rimanere in movimento. Se aveva ragione Max Weber affermando che il principio etico della vita di produzione era (e doveva essere sempre, se lo scopo era una vita di produzione) il rinvio della gratificazione, allora la linea-guida etica della vita di consumo (se l’etica di una vita simile può essere presentata sotto forma di un codice di comportamento prescritto) dev’essere il rimanere insoddisfatti. Per un tipo di società che dichiara la soddisfazione del cliente come sua unica motivazione e suo scopo fondamentale, un consumatore soddisfatto non è né la motivazione né il fine, ma la più terribile delle minacce. Ciò che vale per la società dei consumatori deve valere anche per gli individui che ne fanno parte. La soddisfazione dev’essere un’esperienza momentanea, e se dura troppo a lungo è da temere e non da desiderare ardentemente; la gratificazione durevole, una-volta-per-tutte, deve apparire ai consumatori una prospettiva tutt’altro che attraente, anzi una catastrofe. Come afferma Dan Slater, la cultura del consumo «associa la soddisfazione alla stagnazione economica: i bisogni non devono avere fine […]. Essa richiede che i nostri bisogni siano insaziabili, ma che per soddisfarli si guardi alle merci». O forse potremmo metterla in questo modo: veniamo spinti e/o trascinati a cercare soddisfazione senza sosta, ma anche a temere il tipo di soddisfazione che ci farebbe smettere di cercare… La principale preoccupazione della società dei consumatori non è la creazione di nuovi bisogni. L’economia dei consumi e il consumismo sono mantenuti in vita in quanto i bisogni di ieri sono sminuiti e svalutati, e i loro oggetti ridicolizzati e sfigurati come ormai obsoleti, e ancor più è l’idea stessa che la vita di consumo debba essere guidata dalla soddisfazione dei bisogni a essere screditata. Il trucco beige, che la scorsa stagione era segno di sicurezza, ormai è solo un colore che sta passando di moda, spento e brutto, e per giunta un marchio di disonore, segno di ignoranza, indolenza, inettitudine o complesso di inferiorità; l’atto che fino a poco tempo fa denotava generalmente ribellione e azzardo e confermava che si era «un passo avanti a chi fa tendenza» diventa ben presto sintomo di pigrizia e codardia, segno che ci si trova ormai in coda, che si è persino al verde… Ricordiamoci del verdetto della cultura consumistica: gli individui che si accontentano di avere un insieme finito di bisogni, che agiscono solo in base a ciò di cui pensano di avere bisogno e non cercano mai nuovi bisogni che potrebbero suscitare un piacevole desiderio di soddisfazione sono consumatori difettosi, vale a dire il tipo di emarginati sociali specifici della società dei consumatori.

in diocesi Pellegrinaggio a Piazza di Alleanza Cattolica Alleanza Cattolica in Sicilia organizza un pellegrinaggio ad inizio del nuovo anno sociale 2009-2010 per domenica 27 settembre prossimo al santuario di Maria Ss. di Piazza vecchia a Piazza Armerina (En). L’appuntamento è fissato alle ore 10,30 al Santuario stesso. Dopo il S. Rosario, sarà celebrata la S. Messa da mons. Michele Pennisi. Dopo il pranzo presso il vicino Seminario estivo di montagna Gebbia sarà proposta una riflessione sull’enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI.

Terza edizione del premio Mazzarinese nel mondo

Foto Cirignotta

Martedì 22 settembre presso il Teatro comunale di Mazzarino alle ore 20,30 avrà luogo la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio “Mazzarinese nel mondo”. Il riconoscimento sarà conferito al dr. Giovanni Catanzaro, presidente del Consip. Il Consip è una società per azioni del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF). La sua missione è gestire e sviluppare i sistemi informativi del Ministero fornendo consulenza tecnologica, organizzativa e processuale. Inoltre, gestisce il Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella Pubblica amministrazione. Nato a Mazzarino nel 1944, laureato in Sistemi informativi e Intelligenza artificiale, Giovanni Catanzaro dal 1995 è Presidente del consiglio d’amministrazione della A.Y.C. Immobiliare S.p.a. Tra le altre attività svolte in passato quella di Amministratore della S.A.I. Assicurazioni. Dal 1980 al 1992 ha rivestito incarichi nella Finanziaria e nella Società Pozzi Ginori.


Vita Diocesana

Domenica 20 settembre 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

mazzarino La storia della conversione di suor Anna Nobili, premiata alla Madonna del Mazzaro

Da cubista a danzatrice per Dio I l premio “Basilica Maria Ss. del Mazzaro 2009” è stato conferito a suor Anna Nobili, suora operaia della Santa Casa di Nazareth, ospite a Mazzarino nel mese mariano dei festeggiamenti della Patrona. Il premio, giunto alla sua 3° edizione è un’idea del rettore della Basilica don Carmelo Bilardo, ed è un riconoscimento a chi ha sperimentato in maniera forte l’amore e la presenza di Dio nella propria vita, a chi ha fatto una scelta di vita particolare testimoniando con la nuova vita il Vangelo. Toccante la testimonianza della suora insieme al suo gruppo di danzatori (della sua scuola Holydance di Palestrina) sabato 12 settembre, il giorno della consegna del premio da parte del vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò. “Abbiamo voluto premiare - afferma don Carmelo - l’operato evangelico di suor Anna che alternando la danza alle parole e alle immagini ci ha comunicato come l’amore di Dio l’ha conquistata facendola scegliere di fronte a un bivio”. Mons. Staglianò aggiunge: “la bellezza di madre Nobili è visibile nella luce dei suoi occhi, splendore che molti giovani oggi non hanno, la sua conversione è un

segno di speranza, poiché riesce a farci vivere la straordinaria opera che Dio è in grado di fare nella vita di ogni uomo. La sua conversione è nel suo nome “Anna” che in ebraico vuol dire l’atto di piegarsi di Dio che ha misericordia del suo popolo, e questo Anna lo ha rappresentato con la danza”.

Suor Anna, come è cambiata la sua vita? Prima ero alla costante ricerca dell’amore che non avevo in famiglia, sono cresciuta tra i litigi e le botte, cercavo l’amore di mio padre nei ragazzi. Dopo la separazione dei miei genitori mi trasferii a Milano dove cominciai a frequentare le discoteche. Una vita tra alcol e sesso. Un giorno incontrai una coreografa di Canale 5 e iniziai a frequentare la danza che ho sempre amato. Angoscia e solitudine erano sempre all’erta quando rientravo a casa. Quando ero nel mezzo del mio vizio mia madre la sera veniva da me, mentre mi truccavo, con la Bibbia in mano e mi diceva di andare in chiesa, rispondevo che erano cose da vecchi e respingevo seccata i suoi inviti. Lei allora per 2 anni cominciò a pregare per me.

Una vigilia di Natale mi ritrovai a messa, era bello, e da lì inizia il mio cambiamento.

È stato un cambiamento sofferto? È stato doloroso, nonostante iniziai a frequentare la chiesa e a partecipare alle adorazioni eucaSuor Anna durante la danza. ristiche mi ritroLa consegna del premio da parte del vescovo vavo sempre sui di Noto mons. Staglianò, cubi, piangevo padre Bilardo e il sindaco Vincenzo D’Asaro continuamente, avvertivo che Dio stato doloroso perché ho mi amava, ma continuavo a fre- capito che Gesù ha patito ed quentare le discoteche. Allora un è morto per me. giorno dissi a Dio: “se ci sei la mia vita deve cambiare!”. Tutto avvenne Cosa rappresenta quedalla contemplazione di un paesagsto premio “Basilica Madonna gio durante un ritiro ad Assisi: lì ho del Mazzaro”? sentito forte la presenza di Dio denRingrazio la Madonna per avertro di me, il mio tesoro era Gesù. mi fatto conoscere suo Figlio Gesù, Da allora dissi “no” al mio passato, mi rivolgo ai giovani, dico loro di ad ogni tentazione. Gesù era forte, fidarsi di Dio, il peccato più grande in quel momento aveva guarito il sta proprio nel non rivolgersi a Lui. mio cuore, mi ha ridato l’anima che Ringrazio padre Bilardo per questo non conoscevo, tutto il percorso è premio e tutta la comunità di Maz-

zarino. Oggi il mondo viaggia a cavallo dell’erotismo, io ho sperimentato il vero amore quello di Dio che mi ha dato un carisma, la danza, e continuerò a pregarlo e manifestare il mio amore per Lui attraverso questo dono. Concetta Santagati

gela Il medico ennese scrive ai suoi sostenitori del Cesma

Riesi Si rinnova l’annuale appuntamento della Comunità Famiglia di Nazaret

uovi orizzonti per la missione di Cristina Fazzi in Zambia, sostenuta dal Cesma e dalla parrocchia Regina Pacis di Gela e dal suo parroco Angelo Strazzanti. Il medico ennese ha scritto ai suoi sostenitori facendo il punto su quanto realizzato grazie ai progetti di giovani e fedeli: “Abbiamo costituito un’associazione giovanile che si occupa di lavori socialmente utili, tra cui volontariato negli ospedali per l’assistenza agli ammalati senza parenti e per la pulizia degli ambienti sanitari. I ragazzi selezionati con i corsi di

a comunità “Famiglia di Nazaret nello Spirito Santo” di Riesi, guidata da p. Giuliana, organizza presso l’Oasi Ss. Trinità nei giorni 19 e 20 settembre, il XVI Convegno carismatico sul tema: Anno Sacerdotale - “Dovete considerarci come ministri di Cristo ed amministratori dei misteri di Dio” (1Cor 4,1). Sono invitati quanti, singoli o gruppi, vogliano vivere la spiritualità della gioia, del frutto e dei carismi dello Spirito Santo. Nei due giorni si alterneranno sacerdoti, ospiti e testimoni, insieme ai tanti provenienti da diverse province per lodare il Signore. Il convegno, che sarà concluso dalla celebrazione eucaristica presieduta da mons. Michele Pennisi, prevede momenti di preghiera, confessioni, momenti

Avanza il progetto di Cristina Il 19 e 20 all’Oasi il 16° convegno carismatico L N formazione, sono motivati: si riuniscono nella tenda da campo donata. Il nuovo progetto prevede un centro sociale in città per le attività del gruppo giovanile e per i corsi di formazione. Abbiamo avviato una produzione di polli, ortaggi e miele ed abbiamo messo in funzione il mulino. Il programma nutrizionale prosegue assistendo bimbi mal nutriti ed abbandonati sia nel bosco che nelle baraccopoli. I nostri risultati sono sempre ottimi, grazie agli alimenti che possiamo acquistare con le donazioni provenienti dai nostri amici

italiani e spagnoli. Abbiamo avviato un programma scolastico per i giovani meritevoli che non possono pagare le tasse scolastiche o acquistare libri con una biblioteca a Silangwa. Stiamo promuovendo “Income generatfng Activities”, attività che producono guadagno cioè stiamo aiutando la gente ad intraprendere attività commerciali o agrarie che permettono l’autonomia economica. Abbiamo aiutato ad avviare una sartoria, una bottega alimentare, un pollaio ed un’azienda agricola”. Liliana Blanco

di fraternità, adorazione e meditazione, preghiere di liberazione e guarigione. Sono inoltre previsti vari insegnamenti a cura di don Emanuele Casola, parroco, p. Gaudio, o.f.m. esorcista e dello stesso don Giuseppe Giuliana. Sarà inoltre fatta memoria di alcune figure sacerdotali: mons. Luigi Accogli, Nunzio Apostolico, Angelo Pasqualino, don Salvatore Arena, don Salvatore Talio, don Francesco Parisi, don Angelo Lana. Informazioni e prenotazioni: 0934.922383.

LUTTi Il 18 agosto è deceduto a Mineo il papà di don Carmelo Umana. Il 24 agosto è deceduto a Genova il sig. Alfonso Pisano, fratello di don Rocco. Il 2 settembre e deceduto a Mazzarino Luigi Bognanni fratello di don Filippo.

Commento alla Liturgia domenicale

XXVI Domenica del tempo ordinario - B sere invitato a ciò che ancora non possiede. [Così anche] per quanto riguarda gli eretici e i cattivi cattolici, dobbiamo solennemente respingere non quelle credenze e quei sacramenti che essi hanno in comune con noi e non contro di noi, ma la scissione che si oppone alla pace e alla verità, per la quale essi sono contrari a noi e non seguono in unità con noi il Signore» (Beda il Venerabile, Commento al vangelo di Marco). Il brano evangelico di questa domenica presenta un insegnamento del Signore riguardo alla dimensione comunitaria dell’essere discepoli. Dopo la parola sulla partecipazione al destino del Figlio dell’Uomo, il discepolo è chiamato ad accettare un altro sovvertimento dei valori che strutturano l’esistenza, ad accogliere e fare sua una parola che lo mette in guardia da possibili eccessi quando l’efficienza del bene va a scapito delle persone. Le parole di Giovanni e il fatto raccontato nel Libro dei Numeri (cf. prima lettura) pre-

Lampada per i miei passi è la tua Parola... 27 Settembre 2009 Num 11,25-29 Gc 5,1-6 Mc 9,38-43.45.47-48

«G

iovanni, che amava con straordinario fervore il Signore, e perciò era degno di essere riamato, riteneva dovesse essere privato del beneficio chi non ricopriva un ufficio. Ma viene ammaestrato che nessuno deve essere allontanato dal bene che in parte possiede, ma piuttosto deve es-

sentano la stessa logica da cui Gesù invita a prendere le distanze. Come Mosè anche Gesù insegna quella vigile attenzione a cogliere la presenza dello Spirito che opera anche là dove si presume questo non possa accadere. Mosè comunica lo Spirito di Dio a settanta anziani, che erano usciti dal campo e si erano radunati presso la tenda. Costoro cominciano a profetare, «ma non lo fecero più in seguito» (Num 11,25). Lo Spirito però si posa anche su Eldad e Medad, che non erano usciti dal campo e anch’essi si mettono a profetare. A causa del tentativo di Giosuè di impedirlo, Mosè risponde a Giosuè, mostrando una essenziale libertà da ogni forma di monopolio del sacro o di gelosia per il proprio potere: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!» (11,29). Mosè è un credente che spera che lo Spirito informi l’esistenza di tutto il popolo, perché tutti e ciascuno possano manifestare la sua volontà. Nella situazione delineata dall’evangelista Marco si legge la storia di una comunità ormai strutturata, dove ognuno ha il suo ruolo e la propria responsabilità. Una storia però in cui non è prevista la novità: ogni cosa

a cura di don Angelo Passaro funziona così tanto bene che non c’è spazio per alcuno, neanche se la sua presenza e la sua attività portano frutti di bene: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri» (Mc 9,39). Si tratta di un sentimento di appartenenza che manifesta uno stile contrario a quello del Maestro; per questo è necessario vigilare e tener conto della severa parola del Signore: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» (9,42). Alle istanze autoreferenziali, all’egocentrismo religioso, alla efficienza “responsabile” che diviene intolleranza, alla pretesa di avere diritto di schiacciare qualcuno, sempre possibili nella comunità cristiana, il Maestro contrappone uno stile fatto di attenzione alle persone, soprattutto ai piccoli, a coloro che sono deboli: anch’essi sono salvati dalla grazia del vangelo e anch’essi sono testimoni dell’azione dello Spirito in loro. Riconoscersi con loro salvati dalla potenza di Dio, è aprirsi a una radicalità senza compromessi che dà forma all’avventura umana sostenuta dalla grazia di credere.


Cultura e Società

Domenica 20 settmbre 2009 Settegiorni Settegiorni dagli dagli EreiErei al Golfo al Golfo

Enna In occasione della XVI Giornata mondiale la sezione provinciale lancia una serie di attività

L’Aima in aiuto ai malati di Alzheimer F

inalmente anche in provincia di Enna un punto di riferimento per le famiglie che hanno un parente affetto dalla malattia di Alzheimer. Da alcuni mesi è stata costituita la sezione territoriale dell’A .I.M.A (Associazione italiana malattia di Alzheimer). L’associazione ha sede nei locali dell’U.V.A. (Unità Valutativa Alzheimer) presso il corpo F dell’ospedale Chiello di Piazza Armerina e-mail: aimaenna@ virgilio.it. Attualmente Aima è presente con associazioni e gruppi che operano in molte regioni italiane e ovunque cerca di realizzare quella rete di solidarietà e aiuto che, per le vittime della malattia, “fa la differenza”. Aima si è fatta conoscere con il lavoro sul campo, sempre a fianco delle famiglie, aiutandole come e dove possibile ad affrontare la tragedia della malattia: obiettivo è sostenere chi sta vicino al malato, informarlo e, non ultimo, “formarlo” perché unisca, all’amore per la persona colpita, la competenza necessaria ad affrontare tutti gli aspetti della malattia. Ri-

sponde la Sig.ra M. G. Inzana presidente di Aima Enna.

Da cosa nasce l’idea di far sorgere Aima ad Enna? Conosco da tempo l’associazione fondata nel 1985 dalla dott.ssa Patrizia Spadin, figlia di un’ammalata, che a tutt’oggi la presiede; ha condotto battaglie (per la visibilità del problema Alzheimer, per i farmaci gratuiti, per i servizi, per lo stipendio al familiare che cura, per l’uniformità di cura sul territorio nazionale, contro l’indifferenza), che l’hanno avvicinata, in misura sempre maggiore, alla società civile, e investita del ruolo di interlocutore delle istituzioni. Anche nella provincia di Enna è importante la presenza di Aima, vogliamo essere vicini ai malati e alle loro famiglie. Come intende essere presente sul territorio? L’Aima di Enna si prefigge di diffondere sull’intero territorio provinciale la cultura dell’assistenza socio-sanitaria al malato di

Alzheimer e alla famiglia, coinvolgendoli in tutte le più avanzate iniziative assistenziali, sperimentate a livello nazionale ed internazionale. L’Associazione si propone di stimolare e sensibilizzare tutti gli interlocutori istituzionali al problema della demenza e al sostegno ai familiari e vuole essere elemento critico e al contempo propositivo al fine della creazione di tutti quei servizi di rete che, fino ad oggi, sono mancati sul nostro territorio.

Avete in programma qualche iniziativa? In occasione della giornata mondiale Alzheimer giorno 20 settembre avrelo l’apertura straordinaria della linea verde Alzheimer 800 679 679 dalle 6 alle 24 mentre nei giorni successivi saremo presenti in diverse piazze dei Comuni della provincia per far conoscere la nostra associazione attraverso materiale informativo all’insegna del motto Aima: “Non Dimenticare Chi Dimentica”. Maria Teresa Ventura

Gangi Dal 25 al 27 settembre si rievoca la vita del Santo per l’ottavo centenario della Regola

“Vivere in Assisi” ai tempi di san Francesco

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uinta edizione di “Vivere in Assisi”, promossa dai Frati Minori di Gangi (Pa), in occasione della festa di san Francesco d’Assisi e in preparazione all’Ottavo centenario dell’approvazione della Regola. Si tratta di una manifestazione storica a carattere religioso che, già pienamente inserita nel panorama delle rievocazioni medievali della Sicilia, si svolgerà a Gangi il 25, 26 e 27 settembre prossimi. Essa nasce dall’audace progetto di far conoscere in modo immediato, tramite la rievocazione dell’ambiente assisiate, il messaggio del Poverello. Un corteo storico, composto da più di centottanta figure in abiti medievali, sfilerà lungo le vie

del centro engino, sotto il possente sguardo del castello medievale dei Ventimiglia. Immaginate di trovarvi nell’Assisi del 1200, oltrepassata la porta della città si verrà catapultati in un’altra dimensione, caratterizzata dalla fedele riproduzione delle botteghe degli artigiani (ebanisti, scalpellini, tessitrici, filatrici, calzolai, etc.) e tramite i cinque sensi si potranno rivivere frammenti di vita, odori e sapori, colori e suoni delle genti medievali del XIII secolo. I visitatori, come nella Commedia dantesca, verranno accolti da guide che li condurranno in un coinvolgente percorso, lungo il quale avverrà la narrazione dei momenti

cruciali del cammino spirituale del Santo. Una delle novità di questa quinta edizione sarà la rappresentazione scenica dell’incontro tra il sultano d’Egitto, Melek-el-Kamel, e Francesco, il quale è stato l’unico tra i suoi contemporanei che ha sentito l’esigenza di evangelizzare tutti gli uomini, anche i musulmani. Questo e molto altro ancora è “Vivere in Assisi”. Solo attraverso la partecipazione diretta si potranno provare sentimenti e sensazioni tali da trasmettere serenità all’animo umano, stanco e travagliato. Per ulteriori informazioni visitare il sito internet: www.vivereinassisi.it

Gangi - Un momento della IV edizione della manifestazione

Angelo Pinnisi terzo centenario di Barrafranca

D

opo Lorenzo Lo Presti, la comunità barrese festeggia un altro centenario. A rimarcare il simbolo della longevità a Barrafranca con tre generazioni davanti ai propri occhi con figli, nipoti, pronipoti e amici è stata la volta di Angelo Pinnisi. Un passato dedito al lavoro in campagna ma anche agli affetti familiari visto che il papà Luigi, morto all’età di 61 anni lasciò a lui il pesante fardello di adoperasi a fare il capofamiglia con 4 sorelle a cui biso-

gnava preparare anche la dote. Aveva soltanto sei anni quando scoppiò il primo conflitto mondiale e trent’anni quando cominciò il secondo. “C’era la fame - ricorda - niente a che vedere con la tecnologia di oggi. Posso dire che adesso siamo in paradiso per quello che abbiamo e quello che possiamo fare”. Angelo Pinnisi si sposò nel 1948 con Marianna Palmeri, che gli ha dato due figli: Luigi, 59 anni pensionato e sposato con Maristella Avola, e Giuseppina, 55 anni casalinga, sposata con Calogero Bartoli. “Mi sono sposato dopo la seconda guerra mondiale - continua il centenario barrese - e la gioia più bella, condivisa con mia moglie è stata la nascita dei miei due figli”. Il segreto della longevità per “non-

no” Angelo è stata tanta dieta mediterranea con verdure e prodotti del territorio provenienti dalla propria campagna. I familiari e gli amici hanno voluto festeggiare l’atteso compleanno in una villa di campagna della famiglia Ficarra, dove ha voluto essere presente il primo cittadino Angelo Ferrigno che ha consegnato una targa ricordo. A collaborare all’evento l’associazione locale “Maria Santissima della Stella” del presidente Pina Marotta. A Barrafranca sono attualmente tre i centenari: Lorenzo Lo Presti, che ha spento proprio alcuni mesi fa le cento candeline, la new entry Angelo Pinnisi e l’ultracentenaria Angela Ingria con 102 anni.

+ famiglia di Ivan Scinardo

L’aborto fai da te

“P

er effetto di una nuova decisione tecnica ora anche il nostro paese può esibire la patente di modernità garantita secondo la prevalente ideologia libertaria”. Lo scrive il quotidiano dei vescovi Avvenire a proposito dell’introduzione della pillola abortiva. La Ru 486 si poteva fermare, secondo i vescovi, ma non tutti quelli che potevano si sono impegnati a farlo. L’attacco è rivolto sia ai politici che all’agenzia nazionale per il farmaco l’Aifa che, data la sua competenza esclusiva in materia, “porta per prima la responsabilità di una scelta grave e tutt’altro che necessaria”, così scrive l’editorialista del quotidiano cattolico. Il presidente della commissione Cei per la famiglia, mons. Giuseppe Anfossi, ha auspicato, in una intervista, che il governo blocchi la commercializzazione della pillola RU486, ma al tempo stesso, ha detto che è compito del governo investire in capillari campagne di prevenzione e informazione. A partire comunque dalla scuola dove stuoli di adolescenti sono pronti a invadere il mondo con il loro “carico sexy”. Voglio riportare una frase che mi ha colpito: “Adulti a 12 anni, bambini adulterati”. È l’allarme che l’APA (American Psychological Association) ha lanciato in questi giorni rivolgendosi soprattutto ai genitori nel non assecondare la cosiddetta “iper - erotizzazione” dei figli, che passa in maniera subliminale (sotto la soglia della percezione) attraverso campagne mediatiche fatte di spot pubblicitari ammiccanti, riviste e film. Qualcuno penserà come mai in questo articolo si sta parlando di pillola abortiva e di adulti a 12 anni? Semplice, la modernità passa dal grado di esposizione di alcune ragazzine alle pratiche sessuali e il rimedio, qualora dovessero rimanere incinte, qualcuno lo ha presto trovato: porta una sigla che sembra quella di un caccia bombardiere: Ru 486. Voglio però ritornare all’allarme adolescenti; in Inghilterra è stato da poco messo in commercio il nuovissimo reggiseno imbottito per adolescenti; non ci ha per nulla scandalizzato se all’esame di maturità si parlava, nel tema in classe, di seno finto e chirurgia plastica. Ma allora ci chiediamo le barby di una volta che fine hanno fatto? Come giocano le bimbe di oggi? Pardon forse è sbagliato chiamarle bimbe anche se ancora il loro seno non si è sviluppato, niente paura, possono trovare in commercio il reggiseno imbottito e somigliare così alle ragazze patinate messe in bella mostra in riviste per sole adolescenti come “Cioè” o “Ragazza moderna”. Qui l’unico imperativo è: essere sexy a tutti i costi. Sono devastato dal pensiero che mia figlia potesse indossare a 12 anni un reggiseno imbottito per attrarre un ragazzino che magari vuole dimostrarsi già adulto e che nell’intento di sballarsi si potrebbe ritrovare padre all’improvviso; ma tanto, dice qualcuno, c’è la pillola abortiva… Adesso sento di scrivere con certezza che questa è una società malata, priva di valori e contenuti; personalmente continuerò a combattere mode e tendenze tipiche del gregge senza un pastore e, peggio, senza una meta. info@scinardo.it

Renato Pinnisi

Settegiorni dagli Erei

a cura di Emanuele Zuppardo ~ centrozuppardo@tiscali.it

Pino Bevilacqua

I

l poeta Pino Bevilacqua è di Piazza Armerina. Ha al suo attivo parecchie pubblicazioni tutte realizzate dalla editrice “Il Lunario” di Enna: Convito di Ninfe, Erba e pietre, Fra cielo e mare, Ad un passo della luna e Stagioni. Recentemente ha anche pubblicato Aquiloni in cielo azzurro sul rapporto tra poesia ed infanzia. Collabora con artisti visivi e sue opere sono inserite in antologie poetiche e riviste specializzate. Certamente Bevilacqua con la sua poesia riesce a parlarci dell’uomo con tutte le sue ansie e le sue speranze, unitamente al suo rapporto

con la natura e con se stesso, in cui traspare la sua vibrante umanità e la sua ricerca delle cose semplici. Paolo Linares nella sua prefazione a “Stagioni” scrive che “un’ansia dolorosa costringe il cuore dell’autore ad interrogarsi, nel tentativo di ricomporre l’io nella sua dimensione metafisica. Poesia dunque sul destino dell’uomo, significante metafora della ricerca di un’anima che s’interroga sul senso della vita, entro cui, stagione dopo stagione, siamo trascinati”.

Siamo Siamo angeli. Siamo luce acqua e terra, foglie e rocce, fiori e prati mai uguali

nell’immoto mulinare delle ore. Oh la fuggevole bellezza del mondo, le cangianti stagioni della vita, il mutevole riflettersi in noi… di che? dei colori, delle forme, delle idee! La matassa degli eventi - quanti eventi! nell’immenso paesaggio dell’anima. All’inoltro più appena dei giorni dove adesso ci troviamo è autunno, primavera o che altro? Niente siamo nel continuo mutamento. Siamo tutto - tutto il mondo - se sappiamo d’esser niente, se sappiamo d’esser tutto in ogni istante!

Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

al Golfo

Direzione, Redazione e Amministrazione: Via La Bella, 3 ~ Piazza Armerina Tel. fax. 0935.680331 ~ email: settegiorni@diocesiarmerina.it Direttore Responsabile: Giuseppe Rabita Direttore Amministrativo: Salvatore Bruno Abbonamento ordinario € 30,00 Conto corrente postale n. 79932067 intestato a: Settegiorni dagli Erei al Golfo via La Bella, 3 ~ 94015 Piazza Armerina Editore e Proprietà: Opera di Religione della Diocesi di Piazza Armerina Partita IVA 01121870867 Autorizzazione Tribunale di Enna n. 113 del 24/02/2007 Chiuso il 16 settembre 2009 alle ore 16.30

Periodico associato

Stampa

via Alaimo 36/46 Caltanissetta Tipografia Edizioni tel. 0934.25965

Lussografica


Chiesa e Società

Domenica 20 settembre 2009 Settegiorni dagli Erei al Golfo

Speranza per la Chiesa piazzese, morì un anno dopo l’ordinazione

ANNO SACERDOTALE - FIGURE DI PRETI a cura di don Giuseppe Giuliana

Canonico Salvatore Scibona È

nato a Piazza Armerina il 4.3.1928 ed è morto il 5.5.1952 Nella sua foto di un mio album, e qui riportata, è scritto: “in perenne ricordo”. Lo ritrae in cotta di pizzo e stola, nella mano destra il Breviario, lo sguardo profondo dei suoi occhi scuri e dalle folte e nere sopraciglia. Alto, slanciato, longilineo, sportivo nei gesti. È scritto con un pennino ad inchiostro “Ordinazione sacerdotale il 29.5.1951 (dalle mani di Mons. Antonino Catarella), morto il 5.5.52 alle ore 7. Particolari ordinari, se non mi ricordassero l’emozione profonda, lo smarrimento che la sua morte, a meno di un anno della sua ordinazione sacerdotale, provo-

cò in tutti, dal vescovo ai sacerdoti, al popolo. Piazza Armerina aveva avuto una stagione di stasi nelle Ordinazioni, e la sua rappresentò un segno di ripresa, di riscatto. Ciò soprattutto per la sua statura morale. Di forte tempra, pieno di entusiasmo, fu inviato subito da mons. Catarella a risvegliare gli animi nella Cattedrale come Vicario cooperatore, Assistente dei giovani di A.C. Da studente di teologia nel 1948 era stato nominato Addetto corale del Capitolo Cattedrale, con il permesso della S. Sede. Gli attempati Canonici, l’anziano Prevosto mons. Giuseppe La Vaccara, la caratteristica della Catte-

drale, che rappresenta la punta più alta della religiosità dei Piazzesi, espressa in particolari circostanze e non sempre nella quotidianità, esigevano un forte impegno giovanile. Si impegnò con slancio, dedizione, intelligenza. Fu apprezzato da tutti, popolo e Clero, e non era difficile preconizzare più impegnative responsabilità. La morte lo colse fulmineamente, a meno di un anno dell’ordinazione, appena in tempo per suscitare grandi speranze. La commozione fu grande e così il rimpianto, mentre il dolore dei genitori restò incolmabile, fino all’estraniazione mentale della mamma. Da sportivo, quale era,

gli arrise la corona prontamente, lasciando tutti nella costernazione. La Diocesi in quegli anni aveva subìto lutti improvvisi di preti giovani e promettenti: p. Vincenzo Rindone, maestro di spirito in Seminario p. Francesco Bonincontro, Cancelliere vescovile, p. Giuseppe Carbone, parroco all’Itria di Piazza Armerina. Ancora un lutto sembrò di troppo e nell’imponderabile è lecito pensare ad un vuoto incolmato. Eventuali scritti e testimonianze su P. Scibona possono essere inviati a questo Settimanale

SiFIDAdiTE: Giovani dentro la città. Quali prospettive per il Policoro diocesano?

S

i è svolto a Trabia (Pa) dall’11 al 13 settembre scorso un interessante seminario sul tema: “Giovani e l’insegnamento sociale della Chiesa”. La Consulta regionale ha proposto un seminario di studi per equipe diocesane, responsabili di Movimenti, Associazioni e gruppi ecclesiali delle diverse diocesi siciliane. I lavori sono stati introdotti da mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta. Per la diocesi di Piazza Armerina ha partecipato Lucia Monteforte, animatore di Comunità del Progetto Policoro. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza. Quale fine si è prefisso il seminario? Rendere i giovani protagonisti delle proprie città, del proprio tempo. Particolarmente incisivo a tal proposito mons. Russotto che ha invitato i giovani presenti a “saper scrivere la propria vita all’interno della propria città”, “vivere pienamente il vangelo significa farsi carico dell’altro, della società in cui viviamo”. La finalità è contenuta nello slogan del semi-

nario “SiFIDAdiTE”, che ha in se un significato duplice: fiducia e sfida. Dio si fida dei giovani e contemporaneamente li sfida a vivere pienamente e concretamente la propria fede nella società, sfidando a loro volta il mondo degli adulti, compresi gli uomini di fede. Quali tematiche sono state trattate? Cittadinanza attiva, formazione: scuola e università, legalità, salvaguardia del creato e lavoro. Per ogni tematica i partecipanti sono poi stati distribuiti in diversi laboratori. A quale laboratorio hai partecipato? Naturalmente, in quanto animatore del Progetto Policoro, ho partecipato al laboratorio sul lavoro. A partire da un’indagine sulla realtà lavorativa siciliana, si è passati ad analizzare i problemi che incontrano i giovani nell’ambito del lavoro. È venuta fuori la necessità di una nuova cultura del lavoro: nella nostra terra si parla ancora troppo spesso di posto e poco di lavoro. Avete parlato anche di crisi economica?

Certamente. Ne abbiamo parlato in un ottica evangelica, che è anche quella che ispira il Progetto Policoro. In quest’ottica la crisi va vista non solamente come recessione, ma anche come momento di cambiamento. Come momento che responsabilizza tutti e noi cristiani in primo luogo. Le origini della crisi, infatti, non sono da addebitarsi solo al mercato, ma anche al culto del denaro e del potere e a quella cultura che identifica il successo individuale con una felicità e una ricchezza raggiungibili senza sacrificio e dedizione nel lavoro e nel dono di sé. Ma tu credi che questa logica sia comprensibile per un giovane disoccupato? Non è facile, soprattutto per i giovani non credenti, che cercano innanzitutto risposte concrete. Il Progetto Policoro non ha soluzioni per la crisi. Il suo scopo, come si evince dalla sua frase-icona: “Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno alzati e cammina!”,

esprime l’attenzione della Chiesa italiana verso i giovani disoccupati e si rivela come tentativo di farsi compagnia, farsi prossimo agli uomini in difficoltà nell’ambito della ricerca del lavoro, aiutare a credere di più nelle proprie capacità. Tuttavia in 14 anni di attività, il progetto ha promosso la nascita di oltre 400 esperienze lavorative (consorzi, cooperative, imprese..), che danno lavoro a oltre 3.000 giovani in tutto il mezzogiorno. Quali prospettive dopo questo seminario? Continuare con rinnovate motivazioni il lavoro del Policoro, per contribuire a promuovere un rinnovamento di mentalità. A tale proposito rinnovo l’invito a tutti i giovani a venire a trovarmi allo sportello aperto il giovedì presso la Caritas diocesana dalle ore 9.30 alle 12 e il martedì, mercoledì e venerdì presso il Centro Giovanile “Lillo Zarba” a Pietraperzia. Giusi Monteforte

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Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e v e n g o n o d i s t r i b u i t e t r a t u t t i i s a c e r d o t i , s p e c i a l m e n t e a q u e l l i d e l l e c o m u n i t à p i ù b i s o g n o s e , c h e p o s s o n o c o n t a r e c o s ì s u l l a g e n e r o s i t à d i t u t t i .

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Domenica 20 settembre 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Settegiorni dagli Erei al Golfo

musica Le selezioni saranno curate dal trio dei “SenzaRadio” per le province di Enna e Caltanissetta

Sbarca in Sicilia il “Festival Pub Italia” S i sono aperte Il Festival enl’1 settembre trerà nel vivo con e proseguiranno le selezioni, rigofino al 30 novemrosamente live, bre le iscrizioni al che inizieranno a concorso nazionadicembre contemle rivolto ai gruppi poraneamente in musicali e singoli tutta Italia. Un’alcantautori che tra rilevante nopossono vantare vità di quest’anno nel loro repertorio è rappresentata almeno un brano dallo svolgimento di propria compo- Davide Marrocco, Angelo Franzone, Andrea Lombardo delle selezioni live sizione. L’edizione per le province di negli studi di Radio Luce di quest’anno del Enna e CaltanisFestival Pub Italia programma televisivo “Inconsetta. Sarà lo scopsi presenta ricca di novità ed triamoci a Pub Italia” in onda piettante trio radiofonico dei opportunità soprattutto per su Sky a partire da dicembre “SenzaRadio” ideatori e conquanto riguarda i premi: Un 2009. Ed ancora la promo- duttori dello show radiofonipremio di 3.000 euro e l’orga- zione radiofonica supportata co “Shadows Light” in onda nizzazione di un tour promo- da grandi network. Queste le su Radio Luce Fm 99.200 zionale nei pub di tutta Italia premesse per una grande ma- 105.300 (il lunedì e il venerdì per il primo classificato, 1.000 nifestazione artistica che ve- in replica), ad occuparsi della euro per il secondo classi- drà selezionare per tutto l’in- direzione e conduzione delle ficato e 1.000 euro al terzo verno ed in tutto il territorio selezioni live per le provinclassificato. Inoltre, fra i par- nazionale i migliori artisti che ce del centro Sicilia (Enna e tecipanti al concorso, le for- si sfideranno nella finalissima Caltanissetta). Tutte le band o mazioni più interessanti sa- nazionale in programma per singoli cantautori iscritti proranno invitate a partecipare al l’estate 2010. venienti dalle due province

saranno dunque chiamati ad esibirsi di fronte ad una giuria tecnica composta da musicisti ed operatori del settore e una giuria popolare composta dal pubblico presente alle esibizioni. Attraverso i voti ottenuti durante le esibizioni verranno selezionati i vincitori delle selezioni provinciali che avranno accesso alla fase successiva del concorso, la finale regionale che decreterà l’artista o il gruppo che parteciperà alla finalissima nazionale prevista per la stagione estiva 2010. Le iscrizioni sono già aperte, per partecipare bisogna attenersi al bando ufficiale che è possibile scaricare dal sito www.viviantares.it o richiedere le informazioni necessarie inviando una e-mail al trio dei “SenzarRadio” all’indirizzo senzaradio@live.it . Angelo Franzone

piazza armerina Nella città dei mosaici le Giornate siciliane di psicotraumatologia

Quali gli effetti psicologici del trauma? S

i è svolta a Piazza Armerina al Teatro Garibaldi il 3-4 settembre la I edizione delle “Giornate siciliane di psicotraumatologia” patrocinate dal Comune di Piazza Armerina, l’Ordine degli psicologi della Regione Sicilia, la Protezione Civile della Regione e l’A .U.S.L. 4 di Enna. Il “trauma”, inteso come “ferita dei significati” ovvero come scacco delle proprie capacità di produrre senso e significato rispetto a particolare eventi critici che possono coinvolgere tutti gli esseri umani, è un tema che da lungo tempo è studiato in Psicologia. Il trauma, del resto, è un tema che interessa sempre più persone, in un mondo segnato dalla violenza, dall’angoscia e dalla paura. Le giornate siciliane di Psicotraumatologia, organizzate da Psicologi per i Popoli Federazione, avevano un obiettivo importante: realizzare due giorni di intensi confronti teorico-clinici su alcuni dei più impregnanti aspetti del “trauma”, portando per la prima volta nel cuore della Sicilia alcuni dei più noti ed importanti esponenti internazionali del dibattito psicotraumatologico. La prima giornata “Senso e significato del trauma psichico” si è focalizzata sulla vocazione della traumatologia come “cura

... segue dalla prima

delle relazioni e dei significati” spezzati dall’irrompere violento del trauma. Il costrutto del “trauma” è stato esplorato da alcuni dei più noti esperti continentali del settore, tra cui il decano della traumatologia mondiale Louis Crocq, in tutte le sue accezioni e articolazioni: dalla sua dimensione biologica a quella culturale, passando per quelle psicologiche, storiche e comunitarie. Nella seconda giornata “Azioni, Narr-azioni e Rel-azioni: l’intervento psicologico in emergenza” si sono approfondite le modalità di gestione del trauma e delle situazioni critiche. Azioni, Narrazioni e Relazioni sono le tre vie cardinali attraverso cui ci si può prendere efficacemente cura delle “ferite del senso”: prassi classiche e innovative, interventi psicoterapeutici e di supporto sono stati attentamente esplorati, assieme ad alcuni ben noti psicotraumatologi e psicologi dell’emergenza italiani ed europei. Moderatore delle giornate è stato il dott. Giuseppe Capizzi presidente dell’Associazione Psicologi per i popoli Federazione di Piazza Armerina.

Deceduto Gianfilippo Villari ...

rali, e alla Scuola classica del prof. Alberto Tinto, passando dalla funzione di Conservatore bibliografico al settore del Restauro e conservazione ambientale. Collabora, contestualmente, con l’Istituto per la Patologia del libro di Roma. Nel 1993 diviene soprintendente ai BB.CC. e AA. di Enna; dirige in seguito il Centro regionale per la Progettazione e il restauro di Palermo. Viene , quindi, nominato soprintendente ai BB.CC. e AA. di Messina. Docente di Museologia presso l’Università di Catania, è stato giornalista e saggista, collaborando a quotidiani, periodici, antologie e enciclopedie. Ha pubblicato centinaia di articoli e di saggi di carattere storico-culturale e archeologico, riguardanti la provincia di Enna e il territorio della Regione siciliana. Si è oc-

cupato anche di letteratura, pubblicando numerosi testi di narrativa e di storia. Ha svolto lodevole servizio alla dipendenza e direzione dell’amministrazione, contrastando in modo inflessibilie le varie forme di illegalità e di potere criminale e/o mafioso, che talvolta cercava di prevaricare le istituzioni e deturpare i mosaici della Villa romana del Casale, patrimonio dell’umanità con gravissimi episodi di danneggiamenti, accompagnati da minacce e intimidazioni alla sua persona. A quell’accanimento reagì con fermezza e grande dignità tenendo alto il senso dello stato, di cui fu sempre fedele servitore. Negli ultimi mesi, ancora in servizio, ha accettato con serena consapevolezza la virulenza del male che lo ha colpito. Durante il suo Calvario ha voluto dedi-

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Salvina Farinato

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care un agile essenziale biografia al padre Riccardo, preside per molti anni, al Liceo classico-scientifico, impreziosita da fotografie d’epoca, che fissano immagini indimenticabili di alunni, professori e personalità pubbliche del tempo. Ai genitori, inoltre, ha dedicato un affettuoso pensiero: la donazione, a perenne memoria, di un pregiato dipinto, raffigurante una Madonna con bambino del Settecento, alla parrocchia di San Pietro di Piazza Armerina. L’evento è stato programmato per il 21 settembre 2009, alle ore 19, a San Pietro. Ci sarebbe stato il suo personale intervento; l’inesorabilità del male non glielo ha permesso. La cerimonia, per suo espresso volere, sarà ugualmente celebrata. Antonino Scarcione

Conoscere l’altro

di Alberto Maira

Le nuove religioni giapponesi: Makoto no Michi Italia

M

akoto no Michi è un movimento spirituale costituito ufficialmente in Italia nel 1996 da Kaoru Kurihara - nato nel 1957 a Ibaraki - e dal leader del movimento stesso Shinmei Haghiwara, figlio del fondatore Makoto Haghiwara (1909-1981). La svolta nel cammino spirituale di Kurihara avviene durante un’esperienza mistica in Tibet nel 1988, mentre era tra la vita e la morte. In quel momento egli percepisce l’esistenza del “Mondo della Divinità” e l’importanza della propria esistenza come una parte della vita del cosmo. Quest’esperienza cambia completamente la sua vita. Kaoru Kurihara visita l’Italia per la prima volta nel luglio del 1990 e a settembre si stabilisce a Roma come insegnante di aikido (“via dell’armonia del ki”), un’arte marziale fondata da Morihei Ueshiba (1883-1969), già membro di Oomoto. Nell’ottobre del 1990 avviene il primo Misoghi in Italia sotto la cascata di Sassinoro-Matese, in provincia di Campobasso, sotto forma di semplice esercizio personale. Nel mese successivo, nello stesso luogo, avviene il primo Misoghi “ufficiale”, con la partecipazione di pochi allievi provenienti da Roma, Bari e Campobasso. Negli anni successivi si svolgono Misoghi anche in Campania, Sicilia, Piemonte e Veneto, e per un numero di allievi provenienti da tutta l’Italia Nel maggio 1992 giunge per la prima volta in Italia Shinmei Haghiwara, che esegue la cerimonia per la pace del mondo sulla cima del Gran Sasso e Misoghi alla cascata di Zompo lo Schioppo, riserva naturale in località Morino (L’Aquila). Nel maggio 1993 alcuni membri di Makoto no Michi Italia compiono un primo viaggio in Giappone; in questa occasione, è assegnato dalla “Scrittura automatica” a un membro di Civitanova Marche il compito di compiere “mille incensi” (cioè esercizi la cui durata è determinata dal tempo di consumo di un incenso) in un anno. Nel maggio 1994 Shinmei Haghiwara visita l’Italia con cinquanta membri giapponesi e compie cerimonie per la pace del mondo sul Gran Sasso e dentro la basilica di San Francesco ad Assisi, dopo di che - nel luglio 1995 - celebra a Tokyo il primo matrimonio fra membri di Makoto no Michi Italia e iniziano i lavori per la costruzione della sede di Makoto no Michi Italia. Attualmente i membri in Italia (kumite) sono circa un centinaio. Presentando l’insegnamento di Makoto no Michi, occorre premettere che secondo i suoi dirigenti non esiste nel movimento un insegnamento assoluto, fisso nel tempo e immutabile: pertanto, anche quanto si ricava da pubblicazioni del gruppo lo rappresenta in un momento determinato nella sua storia ed è suscettibile di mutamenti. È questo uno dei motivi per cui i membri di Makoto no Michi Italia lo percepiscono come un movimento spirituale e non come una religione, ritenendo possibile la “doppia appartenenza” a Makoto no Michi e a qualunque altra fede e religione. Secondo Makoto no Michi, l’universo - retto da leggi precise - è interamente pervaso da una forza vitale, Makoto Ookami (“Dio della verità”). Gli “allievi” del movimento cercano di sintonizzarsi con questa forza vitale dell’universo attraverso un lavoro su se stessi. La chiave per raggiungere questo obiettivo è la preghiera in quanto parola che riproduce le vibrazioni spirituali e diviene “suono dello spirito”. Poiché la parola (vibrazione) è materia in potenza, essa ha il potere di ricreare ciò che esiste e trasformare la materia. Il simbolo di Makoto no Michi (adottato anche dall’Accademia di Studio del Ki) è un punto al centro di una circonferenza: esso rappresenta Dio, l’universo, l’uomo, la vita e la morte, l’amore, la passione, il dolore, uniti in una sorta di supremo archetipo di tutto ciò che vive. amaira@tele2.it

Lettera al giornale Cara Alessia, condivido in pieno e con ammirazione tutto quello che dici dettagliatamente e con buon senso sulla vita dei giovani di oggi nella lettera inviata al giornale e pubblicata il 26 luglio scorso alla pagina 6. Questo è un argomento da discutere in modo approfondito. Però, vorrei farti una domanda: “Tu hai studiato a scuola la storia dei nostri antenati, perché non cerchi conoscere quella, molto recente di noi genitori, di come l’abbiamo vissuta, a causa di povertà, sanzioni e guerre?

Oggi, tu dici che i genitori non funzionano, che sono eterni assenti e sconsolati del non sapere niente, però io ti dico che sono ricchi di amore e che danno fiducia a figli. Non li condanniamo e non li mandiamo dallo psicologo. Ma ammiriamoli, perché nella loro giovinezza, sono stati privi del necessario quotidiano e di ogni piccola cosa buona per la loro vita. Cara Alessia, hai detto e descritto bene la vita dei giovani di oggi e dei genitori, però, vi garantiscono e vi proteggono, questo perché loro sono vissuti nella privazione anche alimentare, ora vogliono soddisfarsi nel rendere felice ed anche disinteressata la vita della loro prole… anche se, forse, hanno esagerato!

Con affetto e simpatia Fina La Placa.


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