HELP IN ACTION AIUTI UMANITARI

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Help in Action

Help in Action - Lama Gangchen Kiurok Tsochun, è una ONLUS fondata da Lama Gangchen, Lama e medico tibetano che da 15 anni risiede in Occidente e lavora per creare uno scambio positivo di conoscenze e di aiuto umanitario tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud del mondo. "Kiurok Tsochun", il nome tibetano che egli ha dato all'associazione, significa "aiuto ai più poveri e dimenticati". L'associazione esiste ed opera fin dal 1992, esclusivamente su basi di volontariato, ed è stata registrata in Italia nel 1997. Si occupa di adozioni a distanza e di progetti umanitari a favore dei paesi meno sviluppati. E' parte della Lama Gangchen World Peace Foundation, ONG affiliata all'ONU dal 1997. L'associazione di Lama Gangchen per gli aiuti umanitari

ADOZIONI A DISTANZA Il progetto adozioni a distanza è attivo in Nepal, Tibet, India. E' possibile "adottare" un bambino, ma anche un anziano, una persona ammalata o disabile, un monaco tibetano, un piccolo monaco che studia in monastero.*

AIUTI UMANITARI La raccolta fondi è finalizzata alla realizzazione di progetti educativi, sociali e sanitari nelle comunità himalayane, come la costruzione e il mantenimento di scuole, cliniche e dispensari, monasteri, acquedotti, il reinserimento dei disabili.

REPORTAGE FOTOGRAFICO Le ultime notizie sui progetti e un resoconto fotografico aggiornato dei viaggi in Tibet e Nepal.

*Le somme raccolte sono destinate anche alla realizzazione di strutture di primaria necessità – scuole, acquedotti, ambulatori – a favore delle comunità in cui i bambini vivono

Vuoi Aiutarli? NEPAL - TIBET

Lama Gangchen Kiurok Tsochun ONLUS Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale Via Marco Polo 13, 20124 Milano Tel. 02 29000521 - Fax 02 65561732 lgkt@libero.it - lgkt_it@yahoo.com


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Adozioni a Distanza I bambini in Nepal | I bambini in Tibet/Cina | I bambini in India Adozione di anziani | Adozione di monaci | Le Missioni sul Posto Modalità per l'Adozione | Modulo per le Adozioni a Distanza

Il progetto adozioni a distanza è attivo in Nepal, Tibet/Cina, India. E' possibile "adottare" un bambino, ma anche un anziano, una persona ammalata o disabile, un monaco tibetano, un piccolo monaco che studia in monastero. Le somme raccolte sono destinate, oltre che all’aiuto diretto ai bimbi e alle loro famiglie, alla realizzazione di strutture di primaria necessità – scuole, acquedotti, ambulatori – a favore delle comunità in cui i bambini vivono.

I bambini in Nepal In Nepal l’associazione opera prevalentemente nell’area di Kathmandu, la capitale. Il Nepal è uno degli stati più poveri al mondo, con un reddito giornaliero procapite di molto inferiore ad un dollaro, soglia convenzionale di povertà estrema. Nella valle di Kathmandu, la capitale, continuano ad affluire migliaia di persone dalle campagne nella disperata ricerca di un lavoro. Ma la situazione economica del paese continua a peggiorare, crescono la disoccupazione e la fame; nella capitale il numero dei poveri è altissimo, con vaste aree di degrado in cui nelle precarie abitazioni mancano acqua, servizi igienici, elettricità, cibo, materassi, coperte. Negli ultimi anni hanno chiuso molte piccole fabbriche di tappeti con l’ulteriore perdita di posti di lavoro per molte persone. La speranza di vita è bassa e l’ alfabetizzazione scarsissima, in quanto la frequenza scolastica non è gratuita ma prevede il pagamento di rette che troppe famiglie non possono permettersi: i bambini vengono così spesso avviati al lavoro in tenera età. Anche l’assistenza medica non è gratuita, e per i più poveri è spesso impossibile ricevere le cure necessarie. L’adozione è finalizzata al mantenimento, all’assistenza medica e all’inserimento scolastico dei bimbi negli asili e nelle scuole dell’area.

^ I bambini in Tibet/Cina In Tibet l’Associazione opera prevalentemente nei villaggi dell’area di Shigatse, nell’altopiano del Tibet centrale, ad un’altitudine di circa 4.000 metri. Le condizioni di vita nei villaggi sono durissime. Nei villaggi le case sono fatte di mattoni di fango, con un focolare al centro e pochissime finestre, per impedire al gelo di entrare: non c’è acqua, né elettricità, nè riscaldamento , mancano sovente anche i mobili, i materassi e le coperte. L’unica attività è l’agricoltura di montagna, ma i


raccolti di questa terra arida e dura spesso bastano alle famiglie solo per 6-7 mesi: non vi è quindi nulla da vendere e le famiglie non hanno neppure disponibilità minime di denaro per vestire i loro bambini o acquistare i materiali scolastici. I bimbi affrontano così spesso i rigori dell’inverno tibetano con pochi stracci addosso e con calzature di fortuna. Il clima è molto freddo ma arido: l’acqua manca in maniera drammatica , e non ci sono acquedotti; spesso non c’è neppure una fontana nel villaggio, e non esistono i servizi igienici. Non vi è assistenza medica, e le strutture presenti in città sono troppo costose e troppo lontane per la mancanza di mezzi di trasporto. Le scuole, quando vi sono, sono frequentate da pochi bambini, perché nei villaggi non circola neppure quel minimo di denaro necessario per l'acquisto dei libri e del materiale scolastico. Non esistono negozi nei villaggi, e non arriva neppure il servizio postale. Per l’altitudine e l’aridità del clima gli alberi sono rari, e per accendere il fuoco si usano sterpi e sterco di yak; mancano inoltre coltivazioni essenziali come frutta e vegetali. Gli aiuti vengono divisi equamente tra tutti i bambini e le famiglie dei villaggi: ogni famiglia riceve scorte di cibo per l'inverno , sacchi di riso e di farina, sementi; i bambini ricevono, oltre al denaro, abiti, giacche a vento, scarpe, materiali scolastici, sapone. Gli aiuti sono inoltre finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità mediante la realizzazione delle infrastrutture di base come centri sanitari, scuole, acquedotti (vedi: Progetti umanitari)

^ I bambini in India In India l'associazione opera soprattutto in alcune remote zone Himalayane. Nelle regioni Himalayane dell'India le condizioni di vita sono molto simili a quelle del Tibet, con il quale confinano. L'altitudine è di circa 3000 m., e nelle brevi estati si lavora fino a notte inoltrata per assicurarsi riserve di viveri sufficienti per i lunghi mesi invernali, in cui spesso la neve isola i villaggi dal resto del mondo. Le durissime condizioni di vita, la mancanza di disponibilità finanziarie anche minime e le difficoltà di trasporto fanno sì che spesso i bambini non abbiano la possibilità di frequentare la scuola. La gente vive di un’agricoltura di pura sussistenza. In estate si lavora dall’alba fino a notte fonda per cercare di assicurarsi la sopravvivenza, ma spesso il raccolto non è neppure sufficiente alla famiglia per i mesi invernali. I servizi disponibili nella regione sono minimi; nell’area dei villaggi aiutati c’è un dispensario che fornisce cure essenziali, ma per raggiungere un ospedale è necessario intraprendere un lungo viaggio verso le pianure indiane oltre le montagne Himalayane. In alcuni villaggi sono presenti delle piccole scuole che offrono un’educazione primaria, anche se molto limitata, ma spesso per le famiglie il semplice costo dei materiali scolastici è proibitivo. Per proseguire la loro educazione oltre le prime classi i bambini devono lasciare le famiglia ed entrare in una scuola in India , il che comporta sempre il pagamento di una retta mensile. Le adozioni riguardano anche alcuni bambini che studiano nel locale monastero, estremamente povero e privo di fondi anche per le necessità primarie. Per i bambini e le loro famiglie vengono acquistati in India materiali scolastici, abiti, scarpe, farina, pentole ed altri beni di prima necessità, distribuiti insieme ad una


donazione in denaro. Sono stati inoltre acquistati alcuni “yak” (un animale essenziale per la vita della popolazione locale, che fornisce latte, lana, trasporto) per due villaggi. In queste regioni sono stati inoltre ricostruiti alcuni piccoli monasteri tibetani, in cui vengono accolti molti bambini poveri che qui trovano la possibilità di studiare: ma i monasteri sono poverissimi, ed attraverso l'adozione di un piccolo monaco è possibile assicurare la loro sopravvivenza garantendo l'acquisto di cibo, abiti, scarpe, medicine, libri e materiale scolastico.

^ Adozione di anziani Gli anziani e gli ammalati Nei paesi più poveri in genere non esistono forme di assistenza pubblica, e le persone più deboli si trovano spesso sole, prive di ogni sostegno e in condizioni disperate. Non possono acquistare cibo, abiti, medicine, pagare l’affitto. “Adottando” un anziano o una persona ammalata, si restituisce dignità e speranza a chi non ne ha più.

^ Adozione di monaci I monasteri tibetani L’aiuto raggiunge, attraverso l’ ”adozione” a distanza di un monaco, o di un piccolo monaco, diversi monasteri tibetani in Tibet/Cina, India e Nepal. Qui è preservata la preziosa e antica tradizione spirituale , culturale, artistica e medica del Tibet, patrimonio dell’umanità; e qui molti bambini trovano la possibilità di studiare secondo la loro tradizione. Ma i monasteri sono poverissimi: manca il denaro per assicurare un vitto sufficiente, per acquistare medicine, abiti, scarpe, coperte, materassi, libri. Anche gli edifici, spesso da poco ricostruiti, sono in genere estrememente precari e necessitano di continue riparazioni di tetti, pareti, finestre, anche a causa del clima estremo del Tibet. Attraverso l’adozione di un monaco, - bambino o adulto - si intreccia una bellissima relazione umana, e si aiuta il monastero a continuare ad esistere.

^ Le Missioni sul Posto I Contatti con gli Adottati I volontari dell’Associazione compiono regolarmente missioni nei paesi in cui è in corso il progetto di adozione a distanza. NEPAL E INDIA I volontari dell'associazione vanno in India e Nepal due volte all'anno (generalmente febbraio/marzo e


settembre/ottobre) per portare le donazioni agli adottati e per coordinare le attività in loco. A seguito dell’adozione i bambini in età scolare vengono inseriti in una delle scuole dell’area, tutte a pagamento. La famiglia e la scuola del bambino ricevono un documento che specifica il nome e l'indirizzo della persona che ha effettuato l'adozione. E' possibile corrispondere direttamente - in inglese -, con la persona adottata, indirizzando le lettere presso la sede dell’associazione a Kathmandu in Nepal o inviandole direttamente per l’India. Il sistema postale non è però sempre affidabile, ed è quindi possibile inviare le lettere presso la sede dell'Associazione in Italia; le lettere vengono poi consegnate in occasione del primo viaggio. La sede di Kathmandu aiuta, per quanto possibile , le famiglie a mantenere la corrispondenza (la maggior parte dei genitori sono analfabeti o comunque non in grado di scrivere in inglese) : ma gli adottati sono molti ed è necessario comprendere quindi che le lettere sono molto semplici, spesso ripetitive e solamente in grado di esprimere la gratitudine di queste persone. TIBET/CINA I volontari dell'associazione vanno in Tibet una volta all'anno (luglio/agosto) e consegnano direttamente le donazioni e tutti i materiali villaggio per villaggio, sempre con la diretta supervisione dei rappresentanti del Governo Locale. I doni – abiti, scarpe, maglie, giaccavento, materiali scolastici, scorte di cibo, sacchi di riso e farina, sementi – vengono acquistati in città e trasportati a mezzo camion nei villaggi, dove non esistono negozi. Le somme ricevute, i doni e le scorte di cibo vengono ripartiti in maniera uguale tra tutti i bambini dei villaggi, adottati o no, e tra le loro famiglie. In Tibet non esiste un sistema postale che raggiunga i villaggi. Le lettere per gli adottati vengono quindi consegnate a mano e tradotte in occasione del viaggio estivo, insieme ad eventuali fotografie della famiglia che ha effettuato l'adozione. Sono sempre molto gradite perchè le persone che vivono in questi villaggi, da sempre completamente abbandonate a se stesse, sono felici di sapere che qualcuno da molto lontano le aiuta : ed è bello per loro poter conoscere il proprio benefattore anche solo attraverso una lettera o una fotografia, che finisce poi sempre sul piccolo altare di casa o comunque tra gli oggetti più preziosi. Chi è in grado risponde, naturalmente in tibetano, e le lettere per l’Italia vengono tradotte in italiano o inglese a cura dell’Associazione. A seguito del viaggio estivo a tutti vengono inviate notizie del bambino o della persona adottata, insieme se possibile ad una nuova fotografia e ad eventuali lettere. Le donazioni devono possibilmente pervenire entro la metà del mese di giugno.

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Aiuti Umanitari Il Fondo di Emergenza | Progetti Sanitari | I Monasteri | Progetto Acqua in Tibet/Cina Progetti Scolastici e di Formazione | Progetto Alberi e Sviluppo Agricolo Modalità per Contribuire | Modulo per Progetti Umanitari

Il Fondo di Emergenza All'Associazione, in Nepal, Tibet e India, si rivolgono spesso persone in condizioni disperate, che hanno bisogno di un aiuto immediato: per ottenere delle cure mediche per sè o per i figli (in questi paesi non esiste assistenza medica gratuita); per un'operazione urgente; perchè non hanno lavoro da tempo, o hanno perso il raccolto, e non sanno come nutrire la propria famiglia o continuare a pagare l'affitto; perchè sono anziani e soli, non possono più lavorare e sono abbandonati a se stessi. Il Fondo si occupa inoltre di sostenere temporaneamente i bambini la cui adozione a distanza è stata interrotta, in modo che non debbano essere tolti dalla scuola, o comunque ritornare alla loro difficile situazione iniziale.

^ Progetti Sanitari Progetto Disabili in Tibet - Progetto 2002/2003/2004 Il progetto è stato realizzato negli anni 2002-20032004 con il contributo della Regione Lombardia In collaborazione tra: Lama Gangchen World Peace Foundation Help in Action ONLUS Fondazione Don Carlo Gnocchi ONG, una delle più importanti realtà italiane a favore dei disabili AISPO - Associazione per la Solidarietà tra i Popoli, ONG dell'Ospedale San Raffaele di Milano

Il Tibet è una delle aree più povere del mondo, specie nelle zone rurali dove l'unica risorsa è un'agricoltura di pura sussistenza. I servizi sociali, specie quelli sanitari, sono inesistenti nella maggior parte dei villaggi e minimi nelle città. In questo contesto, particolarmente difficile è la situazione dei disabili: un'economia esclusivamente agricola non consente loro alcuna possibilità di inserimento sociale e di sostentamento, e mancano del tutto servizi di riabilitazione o cure appropriate. Il progetto si è svolto negli ambulatori del Monastero di Tashilunpo, nella citta' di Shigatse: qui i monaci - medici, che praticano soprattutto la medicina tibetana, ricevono ogni giorno centinaia di pazienti poverissimi che vengono dai villaggi circostanti, con fiducia e la certezza di ricevere un aiuto. Ma i medici sono spesso impotenti, specie di fronte ai numerosi casi di handicap: in molti casi sono fratture mai curate, che rendono per sempre disabile che le subisce; c'è il Bbone desease, una malattia progressivamente deformante, diffusa in Tibet per cause ancora ignote; molto frequenti sono i casi di cataratta e di cecità, addirittura tra i più


giovani, per la forte insolazione, la polvere e la mancanza di igiene... Negli ambulatori , gli esperti Don Gnocchi che hanno soggiornato a lungo presso il Monastero hanno insegnato ad alcuni dei monaci medici la fisioterapia e la riabilitazione dei disabili: i monaci sono così ora in grado di offrire un aiuto concreto anche a questi pazienti, che da lungo tempo lo attendevano. Reportage Fotografico

Himalayan Healing Center - Kathmandu - Nepal La clinica è situata nella periferia di Kathmandu, nello stesso edificio in cui ha sede l'Associazione; fornisce assistenza medica a costi minimi ai bambini adottati e alla poverissima popolazione dell'area. Offre cure basate sulla medicina occidentale, tibetana e ayurvedica e comprende un ambulatorio di medicina generale, un ambulatorio dentistico, uno oculistico, uno di analisi ed uno materno infantile. Un gruppo di medici nepalesi vi opera permanentemente. Nel 2004 gli ambulatori hanno offerto cure mediche a circa 16.000 persone, a costi minimi e quando possibile gratuitamente. Nel mese di luglio la settimana “ Campo medico gratuito” ha visto circa 800 pazienti curati in modo del tutto gratuito. La Clinica segue alcuni particolari programmi sanitari nazionali, come l’osservatorio sulla tubercolosi e la cura a diversi pazienti affetti da questa malattia, la Campagna nazionale per la polio, ancora purtroppo molto diffusa nella regione, e il programma vitamina A: la dieta tipica delle famiglie povere nepalesi, composta quasi esclusivamente di riso e lenticchie, è estremamente povera di vitamine e in particolare di vitamina A, la cui carenza provoca gravi disturbi alla vista e talora purtroppo anche la cecità. La vitamina viene quindi somministrata periodicamente ai bambini e questo è sufficiente ad evitare grandi sofferenze. Anche i programmi di vaccinazione , che hanno già interessato migliaia di bambini, si sono ampliati includendo vaccinazioni contro la polio, l’epatite e il morbillo. Servono fondi per l'acquisto di medicine, attrezzature per gli ambulatori, per operazioni urgenti e per l'attività di educazione sanitaria.

Dispensari in Tibet I problemi sanitari nei villaggi del Tibet Centrale sono gravi e diffusi: denutrizione e utilizzo di acqua contaminata , mancanza di assistenza per il parto, TBC e problemi polmonari, assenza di cure in caso di fratture (molte persone rimangono per sempre disabili a causa di banali fratture non curate), problemi oculari (cataratta e cecità) diffusissimi persino tra i bambini a causa della fortissima insolazione e della polvere, totale assenza di cure odontoiatriche. E’ di enorme importanza per gli abitanti dei villaggi poter contare su una assistenza medica di base: le condizioni di salute sono spesso precarie, per il clima, l’alimentazione, l’uso di acqua contaminata. Le strutture sanitarie in città sono troppo costose e difficili da raggiungere, e chi si ammala rimane così spesso privo di qualunque aiuto. L'Associazione ha costruito anni fa un primo ambulatorio nel villaggio di Gangchen, l'unico in questa area da molti anni del tutto priva di assistenza medica : l’ambulatorio è sede di un medico tibetano, che utilizza i composti della medicina tradizionale tibetana e visita regolarmente - a piedi perchè nella regione non ci sono mezzi di trasporto - altri 15 villaggi dell'area. Nel 2005 grazie alle donazioni raccolte un nuovo e più grande dispensario è stato costruito


nel vicino villaggio di Singma Gangchen: è una costruzione ampia , con un grande cortile, posta proprio sulla strada che porta dalle città di Lhasa e Shigatse fino al confine con il Nepal. Pur essendo una strada sterrata – al momento sono però in corso dei grandi lavori di miglioramento – è una delle principali arterie del Tibet e rende quindi il dispensario facilmente raggiungibile da molti altri villaggi dei dintorni. Il medico tibetano vive già con la sua famiglia nella nuova struttura, che sostituirà il vecchio e più piccolo dispensario del vicino villaggio di Gangchen. La gente del luogo è felice di poter ricevere finalmente un qualche aiuto, e che questo accada proprio a Gangchen, i cui monaci-medici avevano per secoli assicurato a tutti assistenza medica. Altri piccoli dispensari sono stati costruiti dall’Associazione nei villaggi di Redu Lamoshan; Tsarong Shan; Sakya Tonda Shan; Macha Pulchung Shan; Lunak Shekar. Una donazione offerta da Chiesi Farmaceutici nell’anno 2005 è stata destinata alla realizzazione di un dispensario nel villaggio di Nepu, in una zona del tutto priva di assistenza medica. Grazie all’impegno e all’entusiasmo degli operai e dei coordinatori dei lavori, nel mese di agosto 2005 la costruzione era già quasi completamente terminata. L’edificio sorge a circa 500 m. dalla scuola di Nepu, in direzione del vicino villaggio di Shishung e di altri villaggi collegati da una strada sterrata, che potranno quindi anch’essi essere serviti. Comprende una sala d’attesa, una stanza per le consultazioni, una sala più grande che ospiterà alcuni letti, un magazzino per i medicinali, due stanze per il medico e la sua famiglia.

Gli Ambulatori del Monastero di Tashilumpo Shigatse - Tibet Tashilumpo, fondato nel sedicesimo secolo, è uno dei più grandi Monasteri del Tibet , tradizionalmente sede dei Panchen Lama; si trova nella città di Shigatse, la seconda del Tibet, e ospita oggi circa 800 monaci. Al suo interno degli ambulatori, estremamente poveri e affollati, sono l'unica risorsa medica per le popolazioni povere di molti villaggi. I monaci medici - che praticano la medicina tibetana e hanno anche conoscenze di medicina occidentale ricevono ogni giorno cento-centocinquanta pazienti offrendo le loro cure ad un costo simbolico. In un'ala del dispensario i monaci , dopo aver raccolto le erbe sulle vicine montagne Himalayane, preparano i composti della medicina tibetana. Il magazzino comprende inoltre diversi farmaci della medicina occidentale, ed è in genere il paziente a scegliere la terapia preferita. Gli ambulatori sono stati dotati nell’estate 2004 di attrezzature per realizzare un piccolo laboratorio per le analisi del sangue e delle urine, da tempo attese dai monaci per migliorare la loro capacità di diagnosi. Le entrate degli ambulatori non bastano neppure a coprire il costo di acquisto dei materiali e la preparazione o l'acquisto delle medicine, e la struttura continua a funzionare solo grazie alle donazioni ricevute. L’associazione aiuta regolarmente la piccola clinica a sostenere i propri costi di gestione.

^ I Monasteri Il Monastero di Gangchen in Tibet Fondato cinque secoli fa, il Monastero del villaggio di Gangchen nel Tibet centrale ospitava un tempo circa 350 monaci: qui erano preservate le più antiche e profonde tradizioni della spiritualità, della medicina, dell'arte e dell'artigianato del Tibet.


Era per tutti gli abitanti della zona il punto di riferimento per quanto riguardava la vita spirituale, le cure mediche che venivano offerte dai Lama medici, l'istruzione, l’aiuto concreto nei momenti più difficili o significativi dell’esistenza. L'antico Monastero, distrutto nel 1959, è stato ricostruito nel 1999-2000 grazie ai fondi raccolti: da sempre cuore del villaggio per i tibetani, porta con la sua rinascita un importante segno di sopravvivenza etnica e culturale. Le stanze comprendono una sala per la preghiera, gli alloggi per i monaci, le cucine, un centro di ritiri e per i medici del centro sanitario, un ambulatorio. E’ previsto un laboratorio per la preparazione delle medicine tibetane, secondo l'antica tradizione di Gangchen come centro di guarigione. Il monastero ospita oggi circa 40 monaci che vivono e studiano qui, tra i quali molti bambini provenienti dai poverissimi villaggi circostanti.

Progetto Monasteri Tibetani L’aiuto dell’Associazione raggiunge numerosi monasteri tibetani. Il Monastero è stato per centinaia di anni il cuore della tradizione e della comunità dei villaggi tibetani, custode della preziosa conoscenza medica, artistica e spirituale, patrimonio dell’umanità. Simboli dell’identità dei tibetani, diversi piccoli monasteri sono stati oggi ricostruiti, ma sono poverissimi e possono sopravvivere solo grazie agli aiuti ricevuti, che consentono loro anche di accogliere nuovi bambini agli studi. Manca il denaro per acquistare cibo, abiti, scarpe, medicine, letti, coperte, combustibile, per effettuare le riparazioni rese frequenti dal clima estremo del Tibet e dalla precarietà degli edifici. Molti monasteri del Tibet Centrale chiedono e ricevono aiuto dall’Associazione per le necessità primarie, ed anche per realizzare piccoli impianti idrici o sanitari, - le condizioni igieniche nelle comunità rischiano di diventare difficilissime - per ricostruire gli edifici, per acquistare pannelli solari. Il Monastero di Gangchen è stato interamente ricostruito. Nel Monastero di Tashilumpo, oggi il più grande del Tibet, dove vivono circa ottocento monaci senza acqua corrente o servizi sanitari, sono stati realizzati lavandini e alcune docce dotate di acqua calda; gli ambulatori del Monastero vengono regolarmente aiutati. Il Monastero di Riwo Choeling ha chiesto aiuto per realizzare un nuovo sistema idrico, sostituendo e interrando le attuali tubature rotte in più punti. Il Monastero di Sed- Gyued è in via di ricostruzione. Molti altri piccoli monasteri ricevono aiuto per le loro necessità primarie, grazie anche all’adozione a distanza dei monaci e dei piccoli monaci (vedi: adozioni a distanza)

^ Progetto Acqua in Tibet/Cina Nel Tibet Centrale la drammatica scarsità di piogge, concentrate solo in estate, fa sì che per lunghi mesi la popolazione sia priva di acqua, e costretta a bere talvolta dalle pozze che si formano nel terreno, con gravi conseguenze sul piano della salute specie per i bambini. Nei villaggi manca spesso anche una semplice fontana. Manca l'acqua per irrigare, e i raccolti sono scarsi o


irrimediabilmente perduti ; non è possibile coltivare ortaggi , e la dieta è quindi gravemente carente di vitamine. Nessun villaggio della zona è dotato di acquedotto o di servizi igienici. Gli ingegneri cileni della 'Jack Stern ltd.', autori di tre progetti nella regione per conto di Lama Gangchen World Peace Foundation - Help in Action, stimano un allungamento di circa 15 anni in media nella vita delle persone grazie alla dotazione di acqua potabile di buona qualità , al miglioramento delle colture, alla possibilità di coltivare ortaggi a seguito della realizzazione di un acquedotto. Il primo acquedotto realizzato , ormai completato, è quello del villaggio di Gangchen: sfrutta una sorgente montana posta a qualche chilometro di distanza e serve tre villaggi, la scuola elementare, l'ambulatorio; consente anche di produrre una modesta quantità di energia elettrica. E' stato inaugurato con una grande festa nel villaggio l'8 agosto 2001, alla presenza di tutte le autorità del distretto: e ha già dimostrato di reggere molto bene i rigori della stagione invernale tibetana, grazie alle particolari tecnologie adottate dagli ingegneri della Jack Stern Ltd. Il secondo è stato quello del villaggio di Namling:ora, molti altri villaggi della zona chiedono la costruzione di un acquedotto, di fontane e di sistemi di irrigazione . Sono già pronti due progetti in attesa di finanziamento, per i villaggi di Nye e di Dakshu, in cui la situazione è altrettanto difficile, e molti altri villaggi stanno chiedendo aiuto. PANNELLI SOLARI Nei villaggi del distretto di Gangchen manca completamente l'elettricità: i pali della luce si fermano a circa 15 km. di distanza dal villaggio. I pannelli solari sono il metodo più semplice per produrre energia elettrica: quelli già installati sono appena sufficienti per una parte del monastero e l'ambulatorio. Serve elettricità anche per il villaggio, per il monastero, per la pompa dell'acqua.

^ Progetti Scolastici e di Formazione Scuole in Tibet Il progetto interessa alcune scuole elementari già esistenti nei villaggi dell'area di Shigatse nel Tibet centrale. Sono delle piccole scuole elementari, formate da tre/quattro stanze costruite in mattoni di fango, con il pavimento in terra battuta, estremamente povere, spoglie e male attrezzate. Le scuole dei villaggi arrivano solo fino alla classe terza, tranne quella di Nye, l'unica del distretto che giunge fino alla sesta ed ospita quindi circa duecento bambini che provengono da vari villaggi; per la mancanza di mezzi di trasporto i bimbi vivono e dormono al suo interno, in condizioni molto difficili. Nelle scuole mancano spesso i banchi, le sedie, il denaro per il riscaldamento, per acquistare libri e materiali scolastici, per effettuare le manutenzioni di base come riparazioni del tetto, sostituzione dei vetri e così via, rese ancor piu' frequenti dal clima estremo del Tibet. Le donazioni raccolte sono indirizzate a coprire queste spese. Grazie alle donazioni raccolte è stata completamente ricostruita la scuola del villaggio di Shongma Shan, un edificio pericolante e malsano. Le donazioni sono state utilizzate anche per acquistare coperte e materassi per i bambini della scuola di Nye, che dormivano su tavolacci di legno malamente coperti nonostante i rigori del clima. Molti dei bambini "adottati a distanza" in Tibet sono inseriti in una delle scuole aiutate, ed


in questi villaggi sono sempre di più i bimbi che riescono a ricevere un’istruzione. Per i bambini non raggiunti dagli aiuti è molto difficile andare a scuola, perché le loro famiglie non possiedono neppure redditi minimi per acquistare i materiali scolastici, e per di più i genitori devono rinunciare al loro piccolo aiuto nei campi, con i fratellini più piccoli, con gli animali, nella raccolta degli sterpi per il fuoco e così via. Grazie agli aiuti raccolti, tra la fine del 2004 e il 2005 sono state costruite due nuove scuole nei villaggi aiutati: La scuola del villaggio di Nepu All’inizio del 2005, grazie ad una donazione della società Chiesi Farmaceutici di Parma, è iniziata la costruzione di una nuova scuola nel villaggio di Nepu. Nel mese di agosto 2005 era già da poco iniziata l’attività scolastica, grazie all’arrivo di un maestro proveniente dalla città di Lhasa. L’edificio comprende le aule dalla prima alla terza, alcune stanze per il maestro e la sua famiglia, una stanza più grande per le assemblee, un magazzino ed una cucina; è circondato da un grande cortile protetto da un muro di cinta, nel quale sono stati piantati dai bambini molti piccoli alberi, così preziosi per la vita a queste altitudini. Presto arriveranno banchi e sedie nuove per la scuola, e una provvista di libri e quaderni. I bambini sono già al lavoro nella loro nuova e bella scuola, e in cambio di questo grande dono ci hanno regalato i loro più bei sorrisi. La scuola del villaggio di Pandin L’anno scorso gli abitanti di Pandin avevano chiesto aiuto all’Associazione perché la vecchia scuola del villaggio, una piccola costruzione molto precaria, sorgeva sulle rive di un torrente le cui piene avevano già più volte minacciato l’edificio e i suoi occupanti. Grazie agli aiuti raccolti è stato possibile acquistare i materiali per costruire una nuova scuola, che nell’estate 2005 era già terminata e funzionante. Le donne del villaggio sono venute una ad una ad offrire i loro poveri doni ai rappresentanti dell’Associazione – tazze di tè o di birra d’orzo, un pugno di incenso, una sciarpa tibetana - testimoniando l’immensa gratitudine di queste madri per chi ha tanto aiutato i loro figli.

Asilo Montessori di Kathmandu, Nepal Annesso alla sede dell'Associazione a Kathmandu è stato costruito un asilo per i bambini più poveri dell'area, con un ambiente molto gradevole e ben attrezzato. La presenza dell’asilo – un servizio che non esiste in Nepal – è un grande aiuto per le madri, spesso impegnate tutto il giorno nel loro lavoro presso le fabbriche di tappeti della zona e costrette a tenere accanto a sè i bambini, oppure a lasciarli incustoditi o con i fratellini maggiori, per i quali è così ancora più difficile andare a scuola. Ogni giorno il camioncino dell'asilo passa a "ritirare" i bambini nelle loro case, a cui fanno ritorno la sera; vengono offerti gratuitamente anche i pasti. Molti dei bambini più piccoli "adottati a distanza" attraverso l’associazione sono inseriti nell'asilo, in cui gli insegnanti praticano il metodo Montessori insegnando anche l'alfabeto e un po' di inglese. Le scuole elementari dell’area affermano che i bambini provenienti dall’asilo sono i più preparati e pronti ad apprendere, e questo è motivo di orgoglio per i suoi ottimi insegnanti. All'esterno dell’edificio c'è un piccolo parco giochi attrezzato con un prato dove i bambini possono giocare tranquilli. Accanto all’asilo è stata completata nel 2003 la costruzione della Scuola elementare Gangchen.

Scuola Elementare e Media Gangchen Samling,


Kathmandu, Nepal Nello stesso complesso che ospita l’Asilo Montessori e la sede dell’Associazione a Kathmandu, in Nepal, è stata completata nel 2003 la costruzione di una Scuola elementare, la Gangchen Samling Primary School, che ha iniziato a funzionare e che offre la migliore educazione a molti bambini provenienti da famiglie poverissime , per i quali l’istruzione scolastica – a pagamento in Nepal - sarebbe un sogno irraggiungibile. La scuola può ospitare circa 300 bambini dalla prima alla quinta classe, e nel corso del 2004 si è aggiunta anche la sesta classe. E’ stata registrata presso il Governo Nepalese e segue i programmi nazionali. Nell’anno 2003/2004 - grazie allo staff di 15 insegnanti - 245 bambini hanno frequentato l’asilo e le classi dalla prima alla quinta; dall’inizio aprile 2004, inizio dell’anno scolastico in Nepal, il numero di bambini è cresciuto e la scuola offre ora anche la frequenza alla sesta classe. L’edificio è composto di tre piani, con aule luminose e ben attrezzate; in ogni piano ci sono bagni e acqua sicuramente potabile. Ci sono inoltre uffici amministrativi, una biblioteca, e spazi destinati alla futura realizzazione di laboratori di lingua , computer, scienza e tecnologia. In previsione è anche la costruzione di un campo sportivo e di un nuovo e più grande parco giochi. La maggior parte dei bambini che frequentano la scuola sono stati adottati a distanza attraverso l’Associazione Lama Gangchen Help in Action ONLUS. Tutti i bambini della scuola vengono sottoposti a controlli sanitari periodici negli ambulatori dell’ adiacente Himalayan Healing Center. La scuola intende inoltre offrire ai bambini , oltre ai consueti programmi di apprendimento, un programma di educazione alla pace e alla tolleranza , radicato in particolare all’interno della vasta tradizione multietnica e multireligiosa del Paese; considera inoltre di grande importanza l’apprendimento dei principali valori spirituali comuni a tutte le tradizioni religiose.

Corsi di formazione professionale, Kathmandu L’associazione organizza presso la sua sede di Kathmandu in Nepal corsi di maglia e cucito a beneficio di molte madri, spesso vedove o separate dal marito, che versano in una situazione economica drammatica. Si tratta di un programma di formazione a tempo pieno che include un finanziamento iniziale per assicurare il mantenimento dei figli durante il corso. Al completamento della formazione le partecipanti sono in grado di diventare autosufficienti grazie all’apprendimento di una professione. Presso la Gangchen Samling School è in preparazione un progetto di brevi corsi di formazione professionale – elettricista, idraulico, cucito, maglia - indirizzati prevalentemente ai moltissimi giovani disoccupati, che non trovano alcuna possibilità di formazione gratuita.

^ Progetto Alberi e Sviluppo Agricolo Nel Tibet centrale gli alberi sono rari e preziosi, per l’altitudine e per l’aridità del clima. Il terreno, già povero e arido, è sottoposto così ad una forte erosione che lo rende sempre meno adatto all’agricoltura; manca inoltre la preziosa protezione


degli alberi contro gli estremi fattori climatici del Tibet : il vento, il sole fortissimo in estate, le piogge che mancano per lunghi mesi ma possono talvolta essere estremamente violente, provocando frane e perdita di case o di intere aree coltivate. Anche la legna è un bene raro, e l’unico combustibile per cucinare e per riscaldarsi è lo sterco di yak utilizzato insieme agli sterpi. Manca completamente la frutta, e la dieta è quindi gravemente carente di vitamine, considerata anche la difficoltà di coltivare gli ortaggi per mancanza di acqua. Nel villaggio di Gangchen, Nye e Namling sono stati piantati migliaia di alberi, e a Gangchen è stato avviato un piccolo progetto pilota per la coltivazione di ortaggi a seguito della realizzazione dell’acquedotto. Molti villaggi sono ancora totalmente privi di alberi, e nella regione è urgente una massiccia opera di imboschimento.

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