Sai che botta fa un TIR quando cappotta - PREVIEW primo capitolo

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Sergio Covelli

Sai che botta fa un TIR quando cappotta Versi sbandati e/o racconti ribaltati

BOOPEN editore


Le opere che contengono teorie sono come regali su cui si sia lasciato il prezzo.

Marcel Proust un secolo fa ‘Il tempo ritrovato’, 1909


PagINA 1 X-Spam-Checker-Version: SpamAssassin X-Spam-Status: No, score=-2.5 required=5.0 Delivered-To: email@sergiocovelli.com From: tizio.caio@casa.editrice.sempronio.it Subject: PREFAZIONE di 'Sai che botta fa un TIR quando cappotta' Date: Tue, 17 Feb 2009 10:15:18 +0200 X-Mailer: Microsoft Outlook IMO, Build 9.0.2416 (9.0.2911.0) X-Antivirus: avast! (VPS 090217-0, 17/02/2009), Inbound message X-Antivirus-Status: Clean

Milano, 17 Febbraio 2009 Caro Sergio, abbiamo letto con piacere la sua terza fatica letteraria. E abbiamo visto che, in quanto ad originalità dello stile e ricerca architettonica nella costruzione della silloge che già caratterizzavano i suoi romanzi, si è confermato nuovamente. Ciò che ci ha sedotti in ‘Sai che botta fa un TIR quando cappotta’ è la consapevolezza di una partecipazione al mondo inedita, contenuta fortunatamente a stento in uno stile alterno, ma non occasionale, nel quale senti odore di Boris Vian, del primo Benni e dell’indimenticabile Manganelli. Ne viene fuori un’antologia che si presenta come una summa della sua produzione passata con gustosi riferimenti musicali, letterari e geografici. Tutti elementi che conducono a un autobiografismo non scalmanato, semmai sostenuto da fondate esigenze scapigliate che flirtano a dovere con l’anarchismo puro. Moventi che motivano la scelta frenetica della poliritmia, l’incedere a tratti aforistico, l’adozione di vari livelli di linguaggio (dalla strada al Parnaso e con molta disinvoltura) ed un rapsodico intrecciarsi di vicende ed esistenze che nella sezione ‘Merda calda’ agguanta i risultati più incisivi.

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L’opera, in definitiva, trasmette (a noi) e trasmetterà ai suoi lettori l’autorevolezza e la singolare dignità di una visione della vita eversiva, ma non per questo non vitale, capace, nel suo piccolo, di lasciare un segno nel lettore che si è fatto le ossa (e il cuore) fra beat e punk. Ebbene, Sergio, a questo punto, se le va, diremmo di procedere con la pubblicazione del libro e speriamo che questa volta, dopo i suoi rifiuti passati inerenti i due romanzi precedenti, finalmente accetti di divulgare una sua opera con la nostra casa editrice. Nel frattempo, come Le sarà noto, i prezzi della carta sono un po’ aumentati ma, il preventivo che Le sottoponiamo ci sembra quantomeno accessibile.

PREVENTIVO: Tiratura: 1.000 copie Formato: 12 (base) x 17 cm (altezza) Carta copertina: patinata da 200 gr. Carta interno: smeralda da 80 gr. Allestimento: brossura cucita Prezzo di copertina: 8,00 euro Contributo dell’autore: 2.400 euro (300 copie all’autore).

Tutto ciò premesso, ci auguriamo che tale preventivo possa agevolarLa nella partecipazione alla realizzazione del Suo libro, mantenendo un raffinato standard editoriale. Attendiamo un Suo cenno di riscontro telefonico o una risposta a questa e-mail, per poterLe eventualmente inviare il contratto. Caro Sergio, grazie ancora per la fiducia che ci ha accordato, d’altronde è del tutto ricambiata. Ci farebbe piacere collaborare con un autore mai banale come Lei.

L’amministrazione Dott. Tizio Caio Sempronio

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Pagina 3 Con la zavorra nella testa

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E invece eccomi qua privo della mia testa meno male mi restano le mani per scrivere “Faccio due passi, non mi sento tanto bene” vomitare e vomitare e svenire e svenire e morire e morire apparentemente disteso pancia all’aria su un marciapiedi in un conato di polipo e patate “Si sente bene?” - “Sì, ora sì è tutto a posto, ero solo svenuto” un’autolettiga meccanica alle cinque del mattino un’alba estiva fiorentina tutta viola di afa e smog appena risvegliatisi “Ci sono volute tre ore per chiamare un’ambulanza? Ma è possibile che non transitasse altro che uno sciacallo pulcioso a quell’ora? Nemmeno una stupida volante di stolti in uniforme? Un cattolico-popolare preso dal bisogno di una buona azione? Uno ‘scusi non si sente bene? Vuole che chiami un medico?’” macché niente di tutto questo niente di ciò che per me è normale quello che immagino è un altro paese o forse un altro mondo cosa ci facevo lì steso intirizzito infreddolito irrigidito? forse solo il naturale inconscio impulso di resistenza al mio rapinatore? forse anche in catalessi il mio corpo reagiva ai colpi del nemico? ravviso la scena in bianco e nero di un vecchio film western mi sparano davanti all’ingresso del saloon prima dell’ultimo whisky arriva il mio assassino battendo i tacchi sulle tavole di faggio mi sfila l’orologio il portafogli il dente d’oro a colpi di stivale la medaglietta della collanina col ritratto di mia moglie ormai vedova la stessa cosa mi hanno fatto figliuol di troia e un muoian mai decapitato barcollando busso a casa di una conoscente non ho scelta senza soldi e senza capo né coda dove vado? è la sua occasione d’oro la aspettava da tempo finalmente sono nel suo letto grande vuoto asciutto e maleodorante mi salta addosso e ne approfitta anche lei io acconsento non posso far altro devo ricambiare il soccorso prestatomi mi impegno anche ne va della mia reputazione cerco di soddisfare tutte le sue voglie represse ma come un puzzle decomposto non riesco ad andare oltre sono troppo complicato da ricomporre ora basta non ne posso più devo tentare un’ultima reazione non mi resta che vomitare gli ultimi tentacoli di invertebrato marino sul materasso a questo punto leggermente sudaticcio e dopo essere stato sbattuto fuori addormentarmi sullo zerbino fuori dal suo monolocale polveroso. [ COME UN PUZZLE ] - Periodo IV

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L’azzurro è il mare e il cielo tutto il resto è veleno l’azzurro è tossina sostanza letale pericolosa droga per i miei sguardi “Il complementare del verde sai qual è?” la tua bocca è un bocciolo carminio ci manca solo un’ape infilzata nella lingua come un piercing in mezzo alle papille il negozio di vernici in Via Tal dei Tali www.paginegialle.it “Pronto? C’è Lula?” - “Mi sa che ha sbagliato numero!” ok hai vinto ti spengo mi hai raccontato un sacco di menzogne il giallo è il Sole e il grano tutto il resto è sabbia ben classata il giallo mi sa di abbondante di nutrito e ben fornito “Com’è colorata la primavera!” ma che stupide frasi dici… ti tocco lì senza tappe intermedie “Cristo sei già bagnata? O forse sei solo sudata? Però quanto sei sudata per essere solo sudata…” sei una tipa troppo tinteggiata sedici milioni di colori a ventiquattro bit con i complementari non ci ho mai scherzato nemmeno ai tempi della scuola elementare sto per spegnerti di nuovo resisto in ossessione quasi irreversibile ma cedo di nuovo e questa volta è l’ultima mi spiace passi pure il reggiseno giallo su di un seno quasi inesistente ma per favore le mutandine color del veleno proprio no mi congedo da te per l’ultima volta oh mia insopportabile connessione a internet. [ AZZURRO ] - Periodo I

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Rieccomi qua spruzzetti e rumorini robotici squarci nel quale far passare monete e banconote mi ci ritrovo quando sono titubante quando l’uomo si trasforma in cane ero troppo di fuori appena sveglio le tredici già passate e poi chinotto al posto della colazione che strani gusti a volte ho il cielo mi chiama urla il mio soprannome ma ci vuole la jeep per andar via da solo a quest’ora saranno già tutti per aria sono sempre in ritardo di sabato e domenica sbatto i tappetini sbavo e sudo aspiro le molliche dei panini al prosciutto mi gratto lucido la plastica nera aspetto che il tempo trascorra ci vado apposta eppure ieri ho raccontato tutt’altro eppure ieri non c’ero tutto con la testa eppure rieccomi qua non me n’è mai importato nulla di pulirla e lustrarla eppure periodicamente mi succede bene ora è lucida e mo’? me ne pento appena la vedo in questa nuova luce mi vergogno quasi sai se mi vedesse lei che sono all’autolavaggio automatico invece che lassù? vado via anzi scappo proprio mi apparto in un anfratto di periferia abbaio un po’ così tanto per spaventare gli zingari curiosi se avessi defecato ci avrei messo molto meno tempo però che bella soddisfazione sollevare la zampa posteriore e farsi una lunga pisciata su una ruota appena lavata. [ COME UN CANE ] - Periodo III

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Le olive farcite al peperone che invenzione straordinaria le butto dal balcone un pazzo di sotto sbraita come un pazzo è uno spettacolo di strada? un artista finto più artista di tutti? un esibizionista pelato e finto gay? mi adatto alla situazione meglio che restare solo nella massa bulloni saldati tra loro mi dicono che sono opere d’arte affermo che è un bravo fabbro ma mi guardano straniti meglio tornare simpatico ok da ora in poi non farò più un discorso serio mi riesce facile mi riadatto alla loro situazione è inutile che articoli ragionamenti mi spiace ma non mi fai sangue Lula è tutt’un’altra cosa sto scrivendo un racconto nella memoria mi ci vorrebbe un registratore cerebrale ma quando cazzo lo inventeranno? altro che telefonini UMTS e membri giocattolo! comprerei subito il modello più costoso ma eccomi qua resto da solo scrivo l’1% di quello che ho memorizzato ma s’è mai fatto un discorso profondo io e te? vorrei che mi vedessi nella mia veste seria faccio paura per quanto riesco ad esserlo SMS da Lecce “Madonna quantu curciu c’è qui al mare…” mi guardo attorno perplesso l’artista di strada urla ancora gli tiro anche il barattolo da un chilo di sottaceti giganti ora ha rotto proprio i cosiddetti sto per prendere la mia fionda gigante telefonata da Lecce Andrea insiste “Ieri mi sono scopato una strafica sulla scrivania…” ed io? stracontinuo a strascrivere a strapiù non straposso. [ DAL BALCONE DI VIA DELLE PANCHE ] - Periodo III

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A mme l’arbanese me piaceva proprio e che ce posso fa’ con quer capello biondo platinato era pure n’arbanese ricca ma sì di sicuro piena de quattrini ‘na cifra anzi ddu cifre insomma m’avete dovuto mette’ fretta “Aho’, a bello, noi se n’annamo a dormi’” e un po’ de solidarietà tra compagni mai? un’arbanese che studia Economia e Commercio a Roma nunn’è ppe’ niente da butta’ nun potevate aspetta’ n’artro quarto d’ora no? er tempo de chiederle se c’aveva un po’ de bamba e magari c’aveva pure ‘a robba e che ce posso fa’ se a mme me piace drogamme più che a voi che poi ‘sta gente proprio unn’a capisco viaggia se sposta in giro per monno ma che se move a fa’ se se po’ viaggia’ na cifra stando fermi? che poi er biglietto costa pure de meno mmma? nun me ce fa’ pensa’ e poi di sicuro l’arbanese era pure der Norde se c’ha li sordi nun po’ esse de Tirana ma sì sarà de ‘na zona vicina ar Montenegro dove fanno pure l’amaro tanto bbono ve possino ammazza’ ve possino che amici de merda che c’ho aho’! [ GLI AMICI DEL COATTO ] - Periodo I

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Eppure ho seguito tutte le istruzioni destra sinistra poi dritto fino al semaforo e poi all’incrocio di nuovo a sinistra ma nessuna indicazione di stazioni di servizio merda! al Nord nuvole basse con possibilità di pioggia in nottata e nebbia e raffiche di vento al mattino queste minchia di previsioni della radio sono stato male indirizzato forse buio e diluvio e il cambio m’è rimasto in seconda e chi glielo dice a papà? eppure ho seguito tutte le indicazioni un bel piatto di pasta un bicchiere di vino rosso quattro uova strafritte un caffè con calma seduto al tavolo prima della sigaretta al Sole o forse sai che ci vorrebbe altro che caffè bambine thailandesi piccole piccole e ben ammaestrate ecco cosa sono un pedofilo affamato di pasta e nicotina mi sono perso nessuna indicazione non posso mica prendere l’autostrada per casa e percorrerla tutta in seconda va be’ che tanto normale non sono ma duecento chilometri no Panda se non ci fosse bisognerebbe inventarla al Sud possibilità di piovaschi in nottata e temporali e trombe d’aria durante il giorno un bel piatto di pasta un bicchiere di vino rosso quattro uova strafritte un caffè con calma seduto al tavolo prima della sigaretta al Sole o forse sai che ci vorrebbe altro che caffè... parcheggio mi arrendo voglio solo collassare. [ ECCO COSA SONO ] - Periodo III

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Aaaaaaaaaaaaaah! che casino crudele di frastuono impulsivo di lama e bastone e cute e semiconduttori anodizzati smania e paura a pelle d’oca mi salta in aria la vetta del vettore sono in ascesa verticale vorrei sbraitare a più non posso mi trattengo appena un attimo stacchi riattacchi pause ed implosioni e via di nuovo di corsa a più non sopporto un ritmo indiavolato siiiiiiiiiiiiiiiii ancora siiiiiiiiiiiiiiiii fremo e rutto e salto ed ho i nervi rigidi ed il cuore a manetta vorrei spaccare tutto anzi no spacco tutto e canto mentre lo faccio e sono pazzo pazzo di furia ed autosuggestione e… Cristooooooooooooooooooooo! il cielo crolla sulle merde dei cani nel giardino ed io me ne sbatto altamente dei vostri peluche che abbaiano di sotto! vorrei buttarmi giù dal balcone senza trapassare e lo faccio per davvero ed inseguendo un pitbull impaurito – se ti prendo ti sbrano!!! risalgo su insanguinato e soddisfatto e vorrei darmi una coltellata senza perire e lo faccio allargando le ferite sul mio villoso petto e rido sì rido e vorrei infilare la testa dentro alla televisione di Lula infilarmici dentro e sogghignare e friggere ed uscirne con i capelli ritti elettrizzati Dioooooooooooo! sto per farlo davvero lo faccio e lo rifaccio e lo rifarei ancoraaaaaa voglio un’altra TV ne voglio un’altra al plasma a 28 polliciiiiiii! Dio miooooo! un altro stacco proprio ora nooooo! respiro e smanio cercandomi in giro per la stanza rincorro la mia coda sento la mandibola trascinarmi giù per il collo a rotta di collo ora riesplodo lo sento aiutoooooooooo! rieccomi sono ripartitooooo e ne voglio ancora e di più corrooooooooooooooo scuoto e corrooooooooooo e picchio duro autatemiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii non mi fermo più! staccate la corrente vi pregooooooo! fermate questa musica prima che muoia dissanguato! fermate questa musica! fermatelaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! [ LA MUSICA MI FA BENE ] - Periodo I

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Sette anni aveva la mia amante Dolly ora non so pelo folto ed arruffato ed alito affilato ormai non m’interessa più certo per l’età che aveva non era poi così vivace ma io l’amavo e questo ci bastava io dentro di lei e lei sotto di me mia moglie ci scoprì in flagrante come dire sembrò abbastanza chiaro che io l’amassi e lei mi ricambiasse ma tutto ciò non è stato sufficiente manco fosse un bene ipotecato me l’ha fatta requisire ed ho patito tanto amore mio oddio quanto ho sofferto la discrepanza di età a volte non va bene io però non lo sapevo ma dove stava scritto? ora son qui come al solito a lavoro amo di nuovo un’altra minorenne ebbene sì e che ci posso fare se nel mio harem non ci sono maggiorenni? io ci ho provato in tutti i modi ed ho cercato per monti e valli ma della mia età non ne ho mai visto una nei circhi negli zoo nemmeno in altri greggi un’altra volta tutto ciò non è bastato allora ne ho sentito proprio il bisogno così con uno sproporzionato dubbio nel cervello ora il mio dramma te l’ho urlato per iscritto mi accuserai ancora di pedofilia? [ AMO UNA PECORA ] - Periodo I

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Ce la farò non so se è la cosa giusta ma l’importante è che intaschi un po’ di quattrini in fondo è semplice il muscolo cardiaco a sfera respiro a sfacchinata divoro gli specchietti retrovisori non voglio mercanteggiare ho foga mi precipito nell’impazienza devo placare il desiderio di sapere di qua di là di su di giù “Sicuro? Proprio qui? Ma non passa nessuno?” io contro io Kramer contro Kramer la competizione finisce in un baleno abbandono meschinamente non mi paga ovviamente sospettoso si riveste nel silenzio più tagliente scappo verso il salvagente sono stordito veramente non so cosa richiamare alla mente tre rime con ‘ente’ ma ancora niente solo una cosa è certa il primo ed ultimo tentativo e soprattutto davvero si fa così? mi resta un singolare odore addosso un puzzo di merda atroce cazzo quanto olezzo ma sono proprio io? meglio litigare con Lula a Buenos Aires meglio la sua sbirciata amareggiata meglio la mia rabbia inesplosa meglio restare con la voglia di rimanere solo con me stesso meglio una leccata alla sua fregna moscia. [ NON CE L’HO FATTA PROPRIO ] - Periodo III

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Fantastico assimilare nel subconscio ciò che vedo tutti i giorni week-end esclusi fortunatamente spazio sereno assenza di corrente coppie infelici clienti conviventi litigi e incomprensioni routine estrema a ritmo lumachesco che gran soddisfazione quando si è lì da soli il vento sulla mia figura il sangue nella mia espressione il metallo cilindrico svuotato dal colore il cigolio si fa sempre più strano il prudere del deretano grattati cosa vuoi una mano? svincolato da me stesso sai che ti combino? strappo la carta igienica invece di piegarla penso invece di parlare guardo il soffitto invece del tuo seno pitturo casa invece di pulirla sto da dieci o da cento dipende dai voti che danno in convento ma allora perché avverto come una mancanza? perché ho ridipinto il soffitto cento volte? perché si agogna il cielo altrui quando questo è sempre fosco e nuvoloso? forse è perché ti amo ancora ma cosa vado mai a pensare? mi sto sporcando troppo spesso con la solita romantica vernice maledetto lavoro da imbianchino mi sa che per un laureato non è proprio il massimo… [ MENTRE LAVORO ] - Periodo II

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Che schifo lo rifaccio sempre non ti dico cosa è meglio per te senti a me hip hop francese via etere la coinquilina che scava tunnel nell’appartamento le orecchie tappate il martello pneumatico vibrazioni sismiche e giù nei sobborghi di Parigi partendo dall’ultimo piano sigle funky e donnine sexy tutte a pixel indexed color ma sì e non va bene forse così? ok ok probabilmente lo stupro di una cieca è troppo ma cosa ci vuoi fare? funky funky maledetto correttore ortografico automatico la porta si chiude a chiave davanti a me avverto come un tanfo alla liquirizia è arrivata già al ventesimo piano me ne accorgo dalle urla della vedova pazza scava scava e scava che sete maledetta ho voglia di Fernet y Cola la sua voce in sottofondo è quasi peggio di un concerto jazz funky hip hop dalle banlieues mais ouiiiiiiiiii! per ora è tutto dal condominio sbudellato scappo prima che arrivino les Pompiers e la Neuro a portarla via baci e abbracci amici miei speriamo che il palazzo non crolli da un momento all’altro meglio lasciarvi con questo finale del cazzo che con una poesia lasciata a metà… [ MARTELLATE PNEUMATICHE FUNKY ] - Periodo I

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Strade ottomane a quattro mani dialetti saraceni come il grano mari tropicali senza maree deserti rocciosi di cemento attrezzato nutrimenti piccanti al rododendro belle greche che non te la danno matrimoni con bustarelle tarantelle e gavettoni gamberetti thailandesi appena cotti calabro-serbi e calabroni amplessi tra donne e draghi tatuaggi 18x15 ce li hanno tutti N.B.: mafia cinese non giapponese il piatto tipico a noi non piace a “te ti piace” a “mmia mi piacia” la fattura invece sì anche se non me la darai caldo adusto e vento sano in corpore insano foreste svizzere coi corsari neri colonne doriche e pure argentiche le radici restano ahimè le percepisco bene sotto a ‘sti piedacci prima o poi ritornerò? no davvero. [ EMIGRANTI O VIAGGIATORI? ] - Periodo IV

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E rieccomi qui Madonna quanta gente c’è stasera cosa mi è successo dopo tutto ‘sto tempo? porca miseria quante cose belle e brutte morti innamoramenti feste mare cielo e tarattattà ma quanto tempo è passato? non ci posso credere appena una settimana e tutto ‘sto macello? da domenica a domenica m’è successo ‘sto bordello? ma allora è vero che si vive per davvero ed io che ero rimasto a fare il palo una traversa un goal macché neanche per idea una partita banale e piatta giocata a centrocampo nessuno rischia nessuno vince e il pubblico si annoia e il palo pure perde la pazienza come una gomma troppo usata fa con l’aderenza sventola la bandierina poi si ferma e cambia direzione in vita ci si rincontra sempre almeno un paio di volte così diceva l’imprenditrice tedesca con la Porsche ma io il contratto ugualmente l’ho preteso perché se nessuno commette fallo sull’avversario se nessuno da di negro a un calciatore di colore se nessuno si decide a colpirmi duramente col pallone come faccio io povera pertica inerme a potermi fidare della sua irresponsabile sicurezza? e poi di pali ce ne sono sempre minimo due e siamo due gemelli mica due innamorati fossi stato almeno la traversa bella poggiata addormentata con i piedi sopra la sua testa se ci si rivede sempre almeno due volte e se per ogni palo ne esiste almeno un altro chi mi garantisce che io possa essere colpito? e se toccasse al mio sosia? al mio omonimo doppione tutto bianco? sai che vi dico? m’avete rotto le palle squadra di merda siete dei buffoni allo stadio non ci torno più! [ PENTIMENTO DI UN ULTRAS ] - Periodo III

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Del buco nel parabrezza del pulmann nel deserto roccioso d’Egitto ricordo veramente ben poco solo lo spiffero bollente la paura di una sua esplosione improvvisa ed il periodo novembre del ‘96 del dopo avverto un riecheggiamento terso la sua faccia arrossata i sandali puzzolenti gli occhiali spessi da ipovedente grave il portafogli infilato tra le cosce madide il passeggero americano mi fa “It seems just the hole of a bullet!”* rispondo sforzandomi un po’ “According to me it is you have seen that it is exited give behind?”** “Really there is a hole also behind?”*** “Yes go to see it if not me creeds!”**** gli rubo tutti i dollari che ha se lo merita non ha fiducia in me chissà come mai… affannato spasmodico agitato scendo all’adiacente fermata dopo trenta secondi felice attendo il pulmann successivo fino al tramonto in un’oasi-bar sorseggio forzatamente Pepsi Cola con un dubbio nella testa “Who knows if the hole behind really existed?”***** ma in fondo chi se ne frega… il mio viaggio ora può continuare. *: “Assomiglia al foro causato da un proiettile!” **: “Effettivamente ha visto che è uscito da dietro?” ***: “Davvero c’è un buco anche dietro?” ****: “Sì vada a vedere se non mi crede!” *****: “Chissà se il foro dietro c’era per davvero?” [ RESTO SUL MAR ROSSO UN’ALTRA SETTIMANA ] - Periodo I

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Beh 3 Gb sono decisamente troppi per questo povero tracimante hard disk ma come devo fare? non ho altra via d’uscita ‘sto povero PC non ne può decisamente più ha bisogno di aria fresca lo senti come affanna? ma no non posso proprio quella cartella no e cosa se non quella? C:\WINDOWS\SYSTEM? no via non mi sembra proprio il caso miseriaccia non ho altra via d’uscita ma tutta la collezione di Jenna Jameson? enormi seni ingoi leccate glutei vagine urla di piacere? orge fellatio fist fucking cunnilingus fetish sado-maso? una con dieci uomini uno con dieci donne? vecchi panzoni biondi bruni rossi a strisce castani rasati a pois? finto-bambine tatuate siliconate piene di orecchini dappertutto? ma proprio dappertutto dappertutto? no via non posso ma cosa vado mai a pensare tutta la collezione proprio no milioni di byte che hanno attraversato il mondo gli oceani i continenti la carbonara la mare e monti ore ed ore di download a 56 Kbps secondo te li fiammo tutti con un click solo? e se ne avessi bisogno un giorno? se mi sentissi di nuovo attratto dalla visione di quella lussuria così sfrenata? poi cosa m’invento? penso e ripenso e provo a immaginare? no via facciamo i seri elimina tutto e non pensarci più oddio cosa sto per fare? “Spostare tutto il contenuto della cartella ‘Federica’ nel cestino?” no Dio mio sto per farlo per davvero! una visione mi blocca l’indice sul tasto sinistro è il pene grosso e duro di Rocco Siffredi che mi parla sarebbe un terribile omicidio no non posso sono troppo buono clicco su “No” piuttosto fiammo tutta C:\PROGRAMMI anzi facciamo un po’ di spazio la brucio ora subito e non ci penso più ma sì chi se ne frega delle applicazioni in fondo ‘sto programma di videoscrittura non l’ho mai sopportato che bellezza da domani per scrivere mi basterà una penna o la vecchia Olivetti Studio 44 di papà salvo chiudo e clicco su “Elimina” ma sì addio mondo crudele addio per sempre odiato Word! [ RITORNO AL PASSATO ] - Periodo I

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Ancora non sapevo se anche lui fosse lì l’avevo intravisto dall’oblò un po’ appannato sembrava felice del suo nuovo metabolismo non ebbi il tempo di assicurarmene mi cercarono dalla cabina di comando sentii come una pioggia minutissima molecolare come se un motore da milioni di cavalli-vapore fosse stato collocato in una macchina troppo delicata che così scalpitava tutta nelle ossa nei nervi nelle vene volti grigi senza raggi affamati di rabbia e soldi il mare era come di pesanti strati di metallo blu e mi parve di piombo la mia mano sui comandi torniamo alla fabbrica di esseri mutanti anche oggi il lavoro è concluso l’ennesimo esperimento è riuscito ora si starà accoppiando con una giovane femmina di delfino un delfino vero non una donna cetacea “In alto – a quarantacinque gradi!” uno schianto sordo un urto una folle montagna d’acqua a poppa il fondale sfugge sotto i piedi e con esso una massa morbida elastica e tutto giù la vita mi pare scomparire con il fondo sabbioso poi nel cielo il profilo a rilievo del villaggio-laboratorio con le sue antenne paraboliche sfolgoranti sotto il Sole una cortina ovattata di nembi e cirri mi ricorda che qui qualcosa non può brillare fino in fondo affioro dal portellone a tenuta stagna miglia e miglia ed ore e ore e mi diffondo nell’oscurità ora le stelle sono gocce di gelido sudore argenteo ed ecco la sinistra notte come se fossi diventato improvvisamente sordo vedo le trombe suonare ma le vedo soltanto sono mute nel silenzio come il mio cuore vuoto con la coscienza sempre più a pezzi. [ HOMO CETACEUS (B-SIDE) ] - Periodo IV

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