Manuale di analisi per il boicottaggio dei test INVALSI 2016/2017

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Manuale di analisi sul test INVALSI - a cura della Commissione scuola del FGC richiesta la comprensione dei suoi meccanismi e della sua evoluzione; la letteratura italiana ridotta all’analisi di un testo d’autore estrapolato da un’opera, tramite un quiz a crocette, senza che dell’autore importino la vita, il pensiero, il contesto storico. L’istruzione ridotta all’applicazione di logiche produttive, in cui è diventato normale somministrare lo stesso test di matematica in un liceo classico, in uno scientifico o in un professionale. Si elimina di fatto il senso della differenziazione dei percorsi di studio, perché in questo sistema non importa la valorizzazione dei talenti del singolo individuo tramite un percorso di studio, ma piuttosto l’utilità effettiva di questi al mercato, al quale del tuo percorso di studio non interessa. Le scuole destinate a finire ai primi posti in graduatoria sono quelle scuole che omologheranno gli insegnamenti al modello dei quiz. La proclamata “autonomia di insegnamento” dei docenti si scontrerà sempre di più con l’interesse del Dirigente di piazzare la scuola ai primi posti in graduatoria. L’INVALSI è riuscito, in questo modo, a introdursi con prepotenza all’interno delle scuole, condizionando sempre più la didattica. Gli insegnanti vengono già invitati a interrompere o rallentare la normale programmazione per preparare gli studenti a sostenere i quiz; addirittura in molte scuole si impone agli studenti di acquistare appositi libri di testo aggiuntivi per la “preparazione” al test INVALSI. Quando la didattica si omologa alle logiche produttive, il bravo insegnante diventa quello che insegna a superare un quiz a crocette. Se dovesse realizzarsi anche la differenziazione delle retribuzioni in base al rendimento, l’appiattimento degli insegnamenti sul nozionismo avverrebbe automaticamente per mano degli stessi docenti, senza la necessità di pressioni da parte del Dirigente Scolastico. È del tutto evidente come i test INVALSI tentino di sconvolgere radicalmente la didattica: se si iniziasse a differenziare in modo strutturale e definitivo i finanziamenti pubblici alle scuole in base alle graduatorie INVALSI, le scuole saranno trascinate dai presidi in una competizione sfrenata per una pura questione di sopravvivenza, in cui vince la scuola che più delle altre omologa gli insegnamenti al modello dei quiz. Verrebbe da chiedersi se sia questa la “buona scuola” …

Prove INVALSI come requisito per l’ammissione alla maturità e dequalificazione della scuola Con l’approvazione dei decreti attuativi della Legge 107 (le “deleghe” della Buona Scuola), lo svolgimento della Prova nazionale INVALSI diventerà requisito per l’ammissione agli Esami di Stato, insieme all’Alternanza Scuola-Lavoro. A partire dal 2019, infatti, i maturandi dovranno sostenere tre test (Italiano, Matematica e Inglese) al computer nel mese di aprile, che non saranno “conteggiati” nella valutazione finale ma risulteranno indispensabili accedere all’Esame. Nel frattempo non sarà più necessario svolgere la cosiddetta “terza prova”, articolata su diverse materie non oggetto delle due prove nazionali (la prima di Italiano e la seconda sulla materia di indirizzo). Le introduzioni appena descritte non modificano l’assetto attualmente in vigore per le classi seconde: a queste ultime continueranno ad essere somministrati i test a inizio maggio (in forma non obbligatoria). Il contenuto dei decreti attuativi e le novità riguardanti l’esame di maturità evidenziano l’indirizzo di fondo che il “modello INVALSI” sottende: privilegiare l’apprendimento schematico e nozionistico, dequalificando nel suo contesto l’educazione degli studenti; non stupisce in questo senso l’enorme peso attribuito all’”esperienza” di alternanza scuola-lavoro, che sarà addirittura oggetto del colloquio orale in sede d’Esame. Le bozze iniziali delle deleghe introducevano uno step ulteriore, ovvero la possibilità per le università di considerare i risultati nelle prove INVALSI del quinto anno come parametro per l’ammissione delle matricole; un aspetto su cui il Governo ha dovuto fare un passo indietro (come era avvenuto per la Legge 107 rispetto al disegno originario), ma che rivela in modo eloquente il progetto dei Governi per “adeguare il sistema educativo agli standard europei”. Anche in questo caso la bozza iniziale, sebbene non sia stata del tutto accolta nel testo di legge, si dimostra utile a comprendere la tendenza alla base di questo processo e a prevedere le future scelte che i

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