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Inverno 2012-2013 - www.sentierofrancescano.it

accompagnato i lettori de “Il Sentiero Francescano” da Assisi fino a Gubbio, offrire una lettura storico-artistica  della  “città  del  lupo”  sarebbe  in  ogni  caso troppo riduttivo vista la straordinaria ricchezza di monumenti e di tesori d'arte racchiusi in questo piccolo scrigno incastonato nelle pieghe dell'Appennino. Palazzi poderosi e austeri, forti della loro storia plurisecolare, Palazzo dei Consoli su tutti, in assoluto uno degli esempi più audaci di palazzo pubblico del nostro medioevo. Chiese e conventi un tempo potentissimi, torri, rocche e mura che hanno conosciuto l'offesa delle battaglie, ma anche quella di una modernità che, a onor del vero, qui è stata meno invasiva che altrove. Mi piace invece l'idea di proporre un senso dell'arrivo alla meta capace di andare al di là del nozionismo da guida turistica. L'idea di sfondare la topografia per calarsi in una dimensione più “emozionale”, che attinga qua e là da alcune suggestioni della storia, dalle ingiallite inquadrature sortite da vecchi taccuini di viaggio o dalle parole di quanti fecero di Gubbio materia narrativa. E con essi entrare in sintonia. È un invito dunque, a quanti decideranno di mettersi in cammino lungo il Sentiero di Francesco, a lasciarsi sedurre da quelle voci prima ancora che dal paesaggio incomparabile che si troveranno ad attraversare durante il pellegrinaggio.  Perché  in  fondo,  una  delle  più  belle risorse che il viaggiatore di oggi ha a disposizione sta nel rievocare le immagini e i luoghi descritti dalle parole di uomini che prima di noi hanno subito il loro fascino. Raggiungere  Gubbio  attraverso  il  Sentiero  Francescano ha per noi soprattutto il significato di ripercorrere quella sorta di viaggio iniziatico che ha portato il “nuovo” Francesco, dopo l'eclatante rinuncia ai beni di fronte al padre, nella città dell'amico Francesco Spadalonga. Se dovessimo immaginare di osservarla con gli occhi del Santo, Gubbio ci apparirebbe molto diversa da come la possiamo apprezzare oggi. L'intero tessuto urbano due-trecentesco, che ora caratterizza in maniera inconfondibile il centro storico, era ancora da venire. Per non parlare della sagoma imponente di Palazzo dei Consoli con la sua grande piazza pensile,

↗ Dante Alighieri.

↗ Una tavola dantesca di Oderisi da Gubbio.

↗ San Pier Damiani.

↗ Tommaso da Celano.

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