Castelletto è rappresentato in 52 tavole, oltre a 12 “lustrazioni”, cioè tavole particolareggiate di successivi aggiornamenti; quello di Milzanello in 15 tavole e 10 “lustrazioni”, Porzano in 17 tavole e 4 “lustrazioni”. La rilevazione cartografica è naturalmente completata dai registri partitari dei possessori. Nel catasto austriaco sono censite le seguenti cascine: Leno: Albarotto, Aquila, Bariane, Barone di Sopra, Barone di Sotto, Boarini, Bogalei, Bonfadina, Bredadale, Bredavico di Sopra, Bredavico di Sotto, Capirola, Casella Seccamani, Casino Bravo, Castello Guercio, Chizzola, Cicogna, Colombara, Colombera, Comé, Comuna, Costa, Cucca, Cucchetta, Disciplina, Dossi Caprioli, Favorita, Fenile Bozzoni, Fenile Damonte, Fenile Nuovo, Fenilnuovo, Fenile Rampini, Fenile Terzi, Fenile Torio, Feniletto, Fenili del Castelletto, Fenili Dossi, Formola, La Fornace, Gajetani, Janina, Lame di Sopra, Lame di Sotto, Lovatella, Madonna del Maciago, Mazzaga, Medaglia, Mingarda, Mirabella, Fenile Nuovo di Mirabella, Torchio Mirabella, Molino Dossi, Molino Nuovo, Morandino, Morosine, Olmo, Olmetto, Palazzina, Pasino, Picca, Pinarda, Pluda, Poiane, Pozzuolo (Pozzolo), Rescatto, Ronchi Nuovi, Ronchi Vecchi, Salvasecca, San Nazaro, Scariona, Scovola, Silva Dominica, Sobagno, Squadretto, Tomba, Torchio Mirabella, Torre di Sopra, Torre di Sotto, Zappaglia. Milzanello: Cereto, Torchio Ceretto, Torchio Nuovo, Capolupo, Colombara, Fabbrica Nuova, Moltizza, Palazzo. Porzano: Baitone, Bellina, Caselle, Colombara, Fenile Nuovo, Fornasetta, Madonna della Stalla, Molino, Mortaro, Noce, Pedronca, Perseghera, Pometto, Uggera.
paludose, le acque potabili e soverchiamente frigide e torbide e sature di particelle crasse e insalubri. Di qui molte febbri estive che snervano gli abitanti, che diminuiscono le nascite e generano una figliolanza mezzo ammalata. Questo limite alla procreazione e la necessità di aver coltivatori mette nella necessità i possidenti di usare lavoratori giornalieri che vengono dal Trentino, dal Piacentino, dal Parmigiano, dal Genovese e che vendono a caro prezzo de loro prestazioni”. Le seriole di proprietà comunale, oltre all’irrigazione servono come forza motrice sette molini per la macinazione del grano: quattro sono di proprietà comunale e tre di privati. Animano altresì due edifici per la trebbiatura del riso, uno comunale, l’altro privato; muovono anche quattro macine di semi di lino: due comunali e due private. Le coltivazioni più diffuse sono: frumento, granoturco di prodotto assai mediocre, così pure lino, vino e fieno. Parte delle terre del Comune sono date in affitto, parte sono coltivate a colonia e parte ad economia. Molti affittuali comunque fanno coltivare essi stessi le proprietà condotte in affitto o col mezzo di coloni parziari, ovvero di biolchi ad economia. Non esiste il mercato ed il trasporto e la vendita dei prodotti sul mercato di Brescia costa ordinariamente 100 centesimi per ogni sacco di 12 quarte, misura corrispondente all’incirca allo staio milanese”. In una carta topografica del 1826 rileviamo alcune nuove denominazioni di cascine fra le circa cinquanta segnate, e precisamente: Federisi, Cà dell’Aja, Lovatella, Tedaglia, Guzzafame, Misano. Anche per il Catasto austriaco, approvato nel 1852, documenti fondamentali sono le mappe, che riportiamo nel testo. Il territorio di Leno compreso Riassunto del catasto austriaco Comuni
Superf. pertiche metriche
Piò bresciani
Rend.a censuaria lire austriache
N° gelsi
Leno
41.209,53*
12.680
152.385,71
10.045
Milzanello
5.934,76*
1.826
30.463,32
542
Porzano
9.214,21*
2.835
29.380,35
780
Nel 1898 entrò in vigore il primo catasto del Regno d’Italia, che cesserà nel 1961; sebbene più precise riguardo alle superfici dei terreni, dei fabbricati, strade, ecc. le mappe sono state qui utilizzate unicamente per un raffronto con le precedenti. 45