Acque Irrigue

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no stati scavati 40.687 metri cubi” (Enc. Bres. VII, p. 150). Questi giacimenti sono stati citati anche dal chimico Oreste Rossi che si applicò con ogni sforzo nella ricerca di torba nel bresciano. Negli anni 1852-1857, presentò una memoria presso l’Ateneo di Brescia per l’utilizzazione del gas luminoso facendo esperienze con un piccolo distillatorio, per esplorare la quantità e qualità di gas fornite dalle torbe di Iseo, di Padenghe, di Torbiato e di Leno. Mentre nella torba vergine D’Iseo, come in quella di Padenghe non ebbe dal gas che una fiamma azzurra senza luce, con quella di Torbiato e Leno, la fiamma aveva un po’ di luce sulla sommità. In altra zona si trovano alternati strati di argilla con sabbia o ghiaia abbondanti e, nel sottosuolo vi sussiste, per altro, uno strato impermeabilissimo detto volgarmente gesso, il quale impronta un carattere certo ostile ad ogni principio di vita vegetativa.

Fra le principali cause di abbandono della campagna ricordiamo le violenze cagionate dagli agenti atmosferici, le piogge persistenti, le periodiche gragnole che distrussero i prodotti della vite e dei gelsi; le nevicate eccezionali con gelate da ridurre il paesaggio quasi una tundra. Altri aspetti deleteri, le carestie, i saccheggi e le ruberie da parte di truppe di passaggio. Dai libri anagrafici parrocchiali leggiamo le frequenti epidemie che decimarono le nostre popolazioni. Per non lasciare incolte parte delle proprie terre, il Comune fu costretto ad impiegare mezzi suppletori e precari favorendo l’immigrazione di braccia straniere; i villici delle valli trentine, nel periodo invernale, nella primaveraestate parmensi e piacentini e persino genovesi. Si consideri che, se alla duchessa di Parma piacesse di proibire la temporanea emigrazione dei propri 151


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