Segregazioni urbane e spazi di resistenza nella città di Caracas

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La stragrande maggioranza del miliardo di abusivi del mondo sono semplicemente persone che sono arrivate in città, avendo bisogno di un posto dove vivere insieme alle loro famiglie e, non potendosi permettere niente sul mercato privato, se lo sono costruito da sole su una terra che non gli apparteneva (…) Questi abusivi mescolano più cemento di qualunque costruttore. Posano più mattoni di qualsiasi governo. Hanno creato un‟enorme economia sommersa, un sistema non ufficiale di proprietari e inquilini abusivi, di costruttori e operai abusivi, di agenti e investitori, insegnanti e studenti di scuola, mendicanti e milionari, tutti abusivi. Gli abusivi sono i poù grandi costruttori di alloggio al mondo, e stanno creando la città del futuro67.

La prima questione che riguarda gli insediamenti irregolari è il loro riconoscimento. I territori popolari autocostruiti sono contrastati dai governi. Non sono inclusi nel territorio urbano ufficiale e perciò sono privi di diritti. Nessun servizio viene loro erogato e diventano territori fantasma, abbandonati all‟illegalità e alla povertà. Non è una questione di proprietà della terra68. Prima di tutto si tratta di riconoscere la loro esistenza, di nominarli come primo passo per iniziare con loro il dialogo. Il governo dovrebbe accettare l‟autocostruzione come soluzione alla mancanza di alloggio per milioni di persone e proporzionare loro materiali di costruzione, magari con il microcredito alle famiglie, e i servizi base di elettricità, acqua e sistema fognario69: Nel Medioevo il saggio ebreo Rashi scrisse che essere vuol dire essenzialmente avere un punto di partenza, una posizione, una base da cui operare. A un numero enorme di persone in tutto il mondo questo diritto è stato negato. Così si sono impossessati della terra e hanno costruito da sé. Con materiali di fortuna, stanno costruendo un futuro in una società che li ha sempre considerati persone senza futuro. In questo modo molto pratico, stanno affermando la loro esistenza70.

La relazione conflittuale tra città auto-costruita e governo è una questione di potere e controllo. Le favelas con la loro struttura disordinata e frastagliata, glorificano l‟autocreazione, l‟azione collettiva delle masse popolari, il potere di reazione del popolo ad uno stato di mancanze. La loro geometria organica è combattuta dal potere perchè “no encaja con la imagen estereotípica - y científicamente anticuada - de lo que un tejido urbano R. Neuwirth, Città ombra. Viaggio nelle periferie del mondo, Fusi Orari Internazionale, Roma 2007, p. 16. 68 “Quando gli abusivi si sentono al sicuro nelle loro case costruiscono, investono, prosperano, e per farlo non hanno bisogno di un documento. Gli abusivi in Brasile e in Turchia hanno creato interi quartieri sapendo che la terra non gli appartiene. Hanno accettato le linee di separazione non ufficiali che dividono l‟abitazione di una persona da quella di un‟altra. Comprano, vendono e affittano i propri edifici. Negoziano tra loro i piani di miglioramento per le loro case. (…) Possiamo imparare molto dal loro esempio. Gli abusivi del mondo propongono un modo diverso di guardare la terra. Invece di trattarla come un bene economico, gli abusivi vivono secondo un‟idea più antica: quella che ogni persona è titolare di un diritto naturale, semplicemente in virtù del fatto di essere nata, di avere una casa, un posto, una collocazione nel mondo”. Ibid., p. 26. 69 N. Salingaros, “art. cit.”, p. 8. 70 R. Neuwirth, op. cit., p. 26. 67

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