Segregazioni urbane e spazi di resistenza nella città di Caracas

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La “cultura dell’alta tecnologia”, considerando le pratiche informali degli abitanti del barrio come risultato dell’“inciviltà” del povero esclude gli abitanti dei barrios e costruisce frontiere invalicabili esntro le quali sentirsi al riparo in un mondo artificiale e asettico. Una chiusura ermetica che non lascia possibilità di appello. Del resto la società high-tech può costruire la sua continua crescita solo sul meccanismo dell’esclusione delle masse povere al processo di redistribuzione delle ricchezze, di nuovi saperi e di nuove tecnologie. La società ad alto contenuto tecnologico e ad alti livelli di reddito, lanciano il loro messaggio categorico: per i barrios non vi è spazio né futuro in una città che si vuole inserita nel processo di globalizzazione. Tale messaggio ha risvolti distruttivi soprattutto sui giovani con poche risorse, consapevoli che mai potranno acquisire un vantaggio competitivo, fintantoché si neghino loro gli strumenti basilari dell’educazione, con la conseguente impossibilità di conseguire un lavoro, di apprendere un mestiere, un’arte che dia senso e speranza alla vita e che riesca a ricollocare simbolicamente l’individuo nella società. Non fare questo significa destinarli alle attività di scarto della società altamente specializzata. Esta esclusión del mundo productivo, con lo que el trabajo tiene no solo de medio de vida sino también de modo de vida, de camino para cualificarse a si mismo y ocupar un lugar en el mundo, y simultaneamente esta compulsión a vivir como espectador, virtualmente, con lo que esto entrana de vivir una vida reactiva y vicaria, no una vida propia y libre, crea en los adolescentes una identidad impostada, que sustituye en cierto modo a su propia identidad, y que sobre todo abre un camino para la autoconstitución que no tiene que ver con la constitución del sujeto en el intercambio simbiótico con el mundo sino con el investir personajes magicamente, es decir asumiendo sus caracteristicas exteriores que los identifican. Pero además asumir esas contraseñas cuesta mucho dinero, lo que implica que tienen que explotar a su familia o autoexplotarse en empleos basuras para adquirirlas. De ahí la propensión a usar el cortocircuito de la venta de la droga o de la violencia12.

La presa di coscienza che i canali di accesso che consentano un riscatto sociale dallo stato di povertà sono recisi, la mancanza di possibilità di accedere al mercato del lavoro, all’istruzione uguale per tutti, il rifiuto cioè della società Altra, così debole numericamente ma così potente ed influente, conduce ad uno stato di alienazione che favorisce derive di cultura d’urgenza trova espressione nelle azioni dei piccoli criminali e nell’inesorabile ricerca del pane quotidiano dei bambini di strada in Colombia e in Brasile, in Russia e in Romania. Si esprime in Sud Italia come in Messico, nella fatica e nell’energia dei venditori ambulanti, all’angolo della strada o nel traffico, in quei gesti urbani segnati dall’estrema incertezza del domani. In una realtà così destrutturata, la formalità (economica, sociale, culturale) del lavoro è un lusso che non tutti possono permettersi, e quando i problemi economici si moltiplicano, si tira avanti come si può. Tracciando nuovi percorsi nella città, gli esclusi sopravvivono giorno per giorno tra disoccupazione, delinquenza, lavoro nero”. Lavoro di tesi dottorale di Y. Pedrazzini, p. 170. Traduzione mia. 12 P. Trigo, La cultura del barrio, Universidad Católica Andrés Bello, Fundación Centro Gumilla, Caracas 2005, p. 123.

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