Doc congressuale civati

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La rete riduce le distanze, mette in comunicazione direttamente circoli e militanti anche di territori molto lontani tra loro, può consentire la condivisione di documenti e di campagne, di buone pratiche e di conoscenze che altrimenti faticherebbero a emergere nel dibattito pubblico. La politica, come la felicità, è reale solo se è condivisa. La rete può essere una delle principali porte di accesso al Pd in un sistema che sia aperto a tutti i cittadini e che riservi agli iscritti compiti specifici connessi con il loro ruolo. Il ricorso sistematico alla consultazione sulle scelte politiche, come già detto, dovrebbe diventare la base sulla quale i gruppi dirigenti predispongono le discussioni negli organismi di partito. È altrettanto importante la possibilità conferita alla base dalla rete di far emergere proposte in termini di quesiti, programmi e candidature. A tal proposito si è parlato molto del «metodo Schulze», dove oltre ai candidati possono essere proposti i contenuti e quindi lasciati emergere con una votazione progressiva. Se n'è parlato a proposito di Liquid Feedback e della piattaforma messa a punto dal Piratenpartei in Germania, utilizzata anche per sintetizzare i programmi elettorali. Una sperimentazione in questo senso è possibile, anche per un grande partito come il Pd. Per avere un partito leggero, ci vuole un partito organizzatissimo, anche se con forme nuove e meno burocratiche e gerarchiche. Non ha funzionato il partito solo liquido, né quello troppo solido, perché l’equivoco è che per fare il primo ci vuole il secondo. Per fare la rete, ci vuole la presenza territoriale. E per stare nelle comunità, ci vuole una rete accessibile e trasparente. UN PARTITO SEMPLICE E ACCESSIBILE Anche nei documenti prodotti in nome della trasparenza si richiede un linguaggio semplificato, meno tecnico, molto più dettagliato di quanto non sia stato fatto finora. Il conflitto d’interessi va superato perché il partito sia sempre e comunque al di sopra di ogni sospetto: nessun doppione nelle cariche, no a incarichi che si sovrappongono, anagrafe di tutti coloro che per conto del Pd amministrano il bene pubblico, anche nelle società controllate. I cittadini devono poter ricevere un'informazione chiara: nome e cognome – o sigla di riconoscimento – di chi dona al partito, di chi dal partito riceve, quanto il partito spende, quando, come e perché. Un'informazione semplice aiuta a diffondere più fiducia tra i cittadini. PER UN BILANCIO COMPLETO, APERTO, COMPRENSIBILE, PARTECIPATO Crediamo che la completa trasparenza dal punto di vista contabile e finanziario sia una scelta non più rimandabile nel panorama attuale, vista la sfiducia totale dei cittadini nell’istituzione partito. Dobbiamo ripartire proprio dalla trasparenza più completa se vogliamo avvicinare di nuovo i nostri concittadini a una partecipazione attiva e aperta nel nostro partito. Non dobbiamo avere segreti, e dobbiamo essere aperti alle innovazioni che i nostri elettori e iscritti ci proporranno. Per un PD che sia sempre più aperto alla partecipazione e alla “mobilitazione cognitiva” dei nostri simpatizzanti.

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