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Premessa

In un articolo pubblicato nel 2010 in «Lingua nostra»1 ho proposto un primo censimento e una ricognizione dei manualetti postunitari per la correzione dei regionalismi (o provincialismi, come si usava chiamarli in passato), un genere di testi di cui è noto il valore documentario per lo studio dell’italiano regionale. Recentemente ho avuto modo di ritornare sull’argomento in due articoli dedicati ad alcune di queste opere in particolare2 .

Riunisco ora questi lavori nel presente volume allo scopo di offrire un primo studio complessivo dei repertori di provincialismi apparsi in Italia fra la fine dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento, quando questa speciale tipologia di manuali scolastici volti all’insegnamento dell’italiano conobbe una relativa fortuna (che si spiega anche con l’ampia ostilità di cui erano oggetto allora le varietà regionali di italiano).

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Nel primo capitolo, che rielabora ampiamente l’articolo del 2010, anche con integrazioni e aggiornamenti tratti da Vinciguerra 2020a, oltre a illustrare i caratteri e i contenuti delle diverse opere, ho cercato di rilevarne i collegamenti col contesto storico-culturale in cui esse videro la luce, di mostrarne i rapporti reciproci e di fornire inoltre, quando possibile, alcune informazioni bio-bibliografiche sulle autrici e sugli autori. Nell’insieme, questi testi consentono, da un lato, di reperire, attraverso le loro più o meno rigide prescrizioni, informazioni di prima mano sui tratti caratterizzanti l’italiano usato fra Otto e Novecento nelle diverse aree della Penisola; dall’altro, se considerati dal punto di vista della storia esterna della lingua, essi costituiscono una testimonian-

1 Vedi Vinciguerra 2010. 2 Vedi Vinciguerra 2020a (dedicato ai manualetti di Giulia Forti Castelli) e Id. 2020b (che offre una prima analisi linguistica, rivolta soprattutto alla fonetica e alla morfosintassi, della Pratica della grammatica per le scuole elementari del circondario di Pistoia [1887]). Il secondo articolo costituisce a sua volta lo sviluppo di un intervento tenuto a Pistoia nel 2017 in occasione del convegno Pistoia e la lingua dell’Italia unita.

18 sui manualetti postunitari per la correzione dei regionalismi

za di grande rilievo della presenza significativa, accanto ai dialetti, e della diffusione, anche maggiore di quanto siamo abituati a pensare, di un italiano, “regionale” quanto si vuole, ma con una sua propria consistenza e tendenzialmente comune, già non molto dopo l’Unità d’Italia anche lontano dai grandi centri urbani. Senza dimenticare il valore di queste opere anche come documenti per la storia dell’educazione linguistica e del dibattito linguistico postunitario.

Il secondo capitolo, che riprende e amplia Vinciguerra 2020b, è invece dedicato a un manualetto in particolare: la Pratica della grammatica per le scuole elementari del circondario di Pistoia (1887). Si tratta di un’opera anonima, forse attribuibile a Gherardo Nerucci, la quale, pur potendosi accostare al genere dei repertori di provincialismi, se ne differenzia tuttavia per alcuni aspetti (come la scelta di non fornire le correzioni alle forme e agli usi ritenuti impropri e l’interesse rivolto soprattutto alla lingua d’uso popolare). Di questo singolare e sostanzialmente sconosciuto manualetto, che rappresenta un prezioso documento della realtà linguistica del circondario pistoiese di fine Ottocento, si fornisce qui un’analisi mirata a rilevare i tanti fenomeni e gli usi linguistici che sono stati volutamente registrati dall’autore in modo sparso e asistematico. Inoltre, considerata la rarità dell’opera, ho ritenuto utile riprodurla in appendice.

Desidero esprimere la mia sentita gratitudine innanzitutto a Massimo Fanfani, e poi ad Andrea Dardi e Alessandro Parenti, per i loro consigli e le loro osservazioni. Resta naturalmente solo mia la responsabilità di eventuali errori o imprecisioni.