SOMETHING UNDER SOMETHING ABOVE

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SOMETHING UNDER

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SOMETHING UNDER

Quando ci viene negata la visione di un oggetto, questo ci incuriosisce di più o passa inosservato? Christo e Jeanne-Claude hanno dato una risposta: impacchettando monumenti, nascondendoli alla vista, hanno reso la loro presenza ancora più evidente. Privando allo sguardo dello spettatore la vista di un oggetto, ne evidenziano il valore che perderemmo se non ci fosse: proprio Jeanne-Claude infatti afferma che «il velo restituisce l’essenza», che sia del Reichstag, dell’Arco di Trionfo, o di una costa australiana. Camminando per strada ci si imbatte continuamente in oggetti coperti, motorini, alberi, fontane, edifici, che attirano l’attenzione e creano un’incognita: cosa si trova al di sotto di ciò che li copre? Lo stesso meccanismo accade anche in spazi più conosciuti, come le proprie abitazioni, con oggetti più quotidiani. Essi stessi, così, diventano sculture create dall’immaginazione di chi cerca di dare una risposta a questa domanda. Essendo celata la loro reale forma, gli oggetti acquisiscono a tutti gli effetti un nuovo valore estetico. Christo e Jeanne-Claude, per le loro opere, si sono ispirati all’opera di Man Ray del 1920 “L’enigma di Isidore Ducasse”, soprattutto per una questione concettuale; da un punto di

vista puramente visivo invece, l’opera, che rappresenta una macchina da cucire e un ombrello avvolti da una coperta chiusa con lo spago, si può accostare agli oggetti che abbiamo scelto di immortalare. Nasce così una ricerca sulle forme e sull’osservazione della scultura nel suo complesso piuttosto che nel dettaglio. Ma si tratta anche di un’indagine sulla metamorfosi intesa come la trasformazione di un oggetto conosciuto che, una volta coperto, ricorda certo la propria immagine, ma che perde al contempo di significato per acquistarne uno nuovo. I teli che coprono questi oggetti diventano veri e propri panneggi, che ne ingentiliscono ma anche nascondono la vera forma, e che rimandano immediatamente all’immaginario dell’arte classica. La nostra volontà è quella di documentare le sculture vernacolari e involontarie che troviamo nella quotidianità, gli oggetti “impacchettati”, di mostrare quello che è a tutti gli effetti un temporaneo cambiamento del mondo sensibile. Vogliamo stimolare l’osservatore ad andare oltre ciò che vede e immaginare quello che può esserci al di sotto dei teli, ad esplorare quella che diventa una realtà alternativa di forme e di colori, personale e unica.













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ALESSANDRA FERRAZZA VITTORIO FRANZOLINI AURORA SAITA ANITA TRAMONTANA


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