Cento e più

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collana sussidi tecnici

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edizioni scout agesci / fiordaliso

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Cento e più...

L’espressione è un’arte da realizzare con le giuste ed opportune conoscenze tecniche, per animare un fuoco di bivacco o mettere in scena uno spettacolo. L’autore vi illustra le realizzazioni passo passo, offrendo esempi facili da elaborare.

sussidi tecnici

€ 15,00

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Mauro Bonomini

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Cento e più... esercizi, suggerimenti, idee per attività espressive e di spettacolo


Collana sussidi tecnici diretta da Giorgio Cusma Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti Prima edizione: novembre 2010 ISBN 978-88-8054-876-8

Progetto grafico: Studio Adinolfi Impaginazione: Chiara Vannucci In redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti Stampato su carta ecologica

© Fiordaliso Società cooperativa Piazza Pasquale Paoli, 18 00186 Roma www.fiordaliso.it

edizioni scout agesci / fiordaliso

Mauro Bonomini

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G LD

Cento e più... esercizi, suggerimenti, idee per attività espressive e di spettacolo illustrazioni di Simona Spadaro


Collana sussidi tecnici diretta da Giorgio Cusma Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti Prima edizione: novembre 2010 ISBN 978-88-8054-876-8

Progetto grafico: Studio Adinolfi Impaginazione: Chiara Vannucci In redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti Stampato su carta ecologica

© Fiordaliso Società cooperativa Piazza Pasquale Paoli, 18 00186 Roma www.fiordaliso.it

edizioni scout agesci / fiordaliso

Mauro Bonomini

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G LD

Cento e più... esercizi, suggerimenti, idee per attività espressive e di spettacolo illustrazioni di Simona Spadaro


Indice

Istruzioni per l’uso Prima di partire Mettersi in gioco: scoprire i propri talenti e le proprie debolezze Suggerimenti per migliorare Curare l’attrezzatura personale, espressiva e di squadriglia Attrezzatura personale Necessaire da cucito Attrezzatura di squadriglia Giocare in squadra Posti d’azione

5

9 11 14 15 18 24 24 26 27 29 29

Al Campo

blog dell’autore per interagire con i lettori www.centoepiu.splinder.com

Il primo fuoco Fuoco sul tema-guida del campo Fuoco d’accoglienza Fuoco di presentazione delle squadriglie Rubriche al fuoco Cronaca, radiogiornale o telegiornale del campo Scenette sulla vita di campo Oroscopi, consigli, curiosità, onorificenze (scherzose) La posta dei capireparto La rubrica del caposquadriglia Scalette Scalette “regolari” Scalette a tema Scalette speciali Costumi e trucchi al campo Recuperare materiale, usare “la cassa di espressione” Maschere auto costruite al campo Trucchi con materiale naturale o di recupero

34 34 37 43 47 47 48 51 52 53 54 55 57 58 61 61 64 66

Indice

Introduzione


Indice

Istruzioni per l’uso Prima di partire Mettersi in gioco: scoprire i propri talenti e le proprie debolezze Suggerimenti per migliorare Curare l’attrezzatura personale, espressiva e di squadriglia Attrezzatura personale Necessaire da cucito Attrezzatura di squadriglia Giocare in squadra Posti d’azione

5

9 11 14 15 18 24 24 26 27 29 29

Al Campo

blog dell’autore per interagire con i lettori www.centoepiu.splinder.com

Il primo fuoco Fuoco sul tema-guida del campo Fuoco d’accoglienza Fuoco di presentazione delle squadriglie Rubriche al fuoco Cronaca, radiogiornale o telegiornale del campo Scenette sulla vita di campo Oroscopi, consigli, curiosità, onorificenze (scherzose) La posta dei capireparto La rubrica del caposquadriglia Scalette Scalette “regolari” Scalette a tema Scalette speciali Costumi e trucchi al campo Recuperare materiale, usare “la cassa di espressione” Maschere auto costruite al campo Trucchi con materiale naturale o di recupero

34 34 37 43 47 47 48 51 52 53 54 55 57 58 61 61 64 66

Indice

Introduzione


6 Costruzioni da campo

Ban: astuzie e trucchi Scenette al top Gag e comicità Danze scout: come e perchè Giochi e gare al fuoco Giochi divertenti (con trucco) Giochi di abilità Giochi di intelligenza Canti al fuoco Scaletta canti Canzoniere di campo Coro di reparto Canti tradizionali scout I musicanti al campo: uso degli strumenti musicali Veglie suggestive, veglie alle stelle Veglia alle stelle Pionieristica d’espressione Il fuoco di chiusura Chiudere in bellezza Raccontare il campo Dare il meglio di sé per mostrare quanto si è lavorato bene insieme Espressione in marcia Canti di marcia (o di voga) Osservazione e ricerca sul territorio (tradizioni, storie, danze locali, curiosità) Il fuoco di squadriglia in uscita Ritorno a casa Spettacolo al rientro: un campo, tante storie

68 73 78 82 89 90 91 92 94 95 96 98 99 101 103 106 108 112 113 115 117 118 119 119

Cari lettori,

120 122 122

Lo fa illustrandole passo a passo, entrando nei dettagli delle realizzazioni, vi offre esempi facili da copiare o da elaborare: questo dipenderà dalla vostra fantasia. Va detto che queste cose non si imparano né tutte in una volta né in un paio d’ore soltanto.

eccoci puntuali al nostro secondo appuntamento con i GOLD, i sussidi pensati per esplorare una tecnica nei suoi dettagli più importanti: quelli pratici, che di più possono servire a conoscere la tecnica proposta. Stavolta si tratta dell’espressione! Al campo o in sede lo stare insieme diventa più ricco e divertente se si ha la possibilità di vivere, tutti insieme, momenti di vera allegria. La necessità di condividere momenti di svago dopo una giornata di impegno e lavoro risulta necessario sia per i più piccoli che per gli adulti e farlo diventa più semplice se si conoscono alcune regole per far sì che lo stare insieme sia anche una splendida festa. L’Autore è un esperto di queste cose, ne conosce tutti gli aspetti. Per lui l’espressione è un’arte da realizzare con le giuste ed opportune conoscenze tecniche, che richiedono applicazione ed esercizio e di cui, in queste pagine, egli vi svela tutti i segreti.

Dovrete possedere quel tanto di pazienza che vi aiuterà ad imparare i trucchi per impostare la realizzazione di un fuoco di bivacco o di scenografie e maschere per uno spettacolo. Ci vorrà pazienza e cura per ottenere ottimi risultati ma alla fine ne rimarrete soddisfatti, soprattutto perché vi sarete divertiti da matti con i vostri compagni e l’avrete fatto con tanta competenza! Buon divertimento! Giorgio Cusma


6 Costruzioni da campo

Ban: astuzie e trucchi Scenette al top Gag e comicità Danze scout: come e perchè Giochi e gare al fuoco Giochi divertenti (con trucco) Giochi di abilità Giochi di intelligenza Canti al fuoco Scaletta canti Canzoniere di campo Coro di reparto Canti tradizionali scout I musicanti al campo: uso degli strumenti musicali Veglie suggestive, veglie alle stelle Veglia alle stelle Pionieristica d’espressione Il fuoco di chiusura Chiudere in bellezza Raccontare il campo Dare il meglio di sé per mostrare quanto si è lavorato bene insieme Espressione in marcia Canti di marcia (o di voga) Osservazione e ricerca sul territorio (tradizioni, storie, danze locali, curiosità) Il fuoco di squadriglia in uscita Ritorno a casa Spettacolo al rientro: un campo, tante storie

68 73 78 82 89 90 91 92 94 95 96 98 99 101 103 106 108 112 113 115 117 118 119 119

Cari lettori,

120 122 122

Lo fa illustrandole passo a passo, entrando nei dettagli delle realizzazioni, vi offre esempi facili da copiare o da elaborare: questo dipenderà dalla vostra fantasia. Va detto che queste cose non si imparano né tutte in una volta né in un paio d’ore soltanto.

eccoci puntuali al nostro secondo appuntamento con i GOLD, i sussidi pensati per esplorare una tecnica nei suoi dettagli più importanti: quelli pratici, che di più possono servire a conoscere la tecnica proposta. Stavolta si tratta dell’espressione! Al campo o in sede lo stare insieme diventa più ricco e divertente se si ha la possibilità di vivere, tutti insieme, momenti di vera allegria. La necessità di condividere momenti di svago dopo una giornata di impegno e lavoro risulta necessario sia per i più piccoli che per gli adulti e farlo diventa più semplice se si conoscono alcune regole per far sì che lo stare insieme sia anche una splendida festa. L’Autore è un esperto di queste cose, ne conosce tutti gli aspetti. Per lui l’espressione è un’arte da realizzare con le giuste ed opportune conoscenze tecniche, che richiedono applicazione ed esercizio e di cui, in queste pagine, egli vi svela tutti i segreti.

Dovrete possedere quel tanto di pazienza che vi aiuterà ad imparare i trucchi per impostare la realizzazione di un fuoco di bivacco o di scenografie e maschere per uno spettacolo. Ci vorrà pazienza e cura per ottenere ottimi risultati ma alla fine ne rimarrete soddisfatti, soprattutto perché vi sarete divertiti da matti con i vostri compagni e l’avrete fatto con tanta competenza! Buon divertimento! Giorgio Cusma


Introduzione

• Il soggetto ha assunto numerose identità diverse, in svariate occasioni, riuscendo a occultarsi con abilità incredibile. Le più utilizzate sono: Fuoco Serale, Fuoco di Bivacco, Fuoco di Campo, Veglia, Veglia alle Stelle, Spettacolo in Paese, Spettacolo di Strada, Animazione Serale. • Il soggetto ha una grande capacità di adattamento, è in grado di essere operativo nei terreni più inospitali, come boschi, spiazzi, piazze di paese, grotte, caverne, sagrati di chiese, prati. Per quanto sia solito scegliere aree aperte, con molte vie di fuga, a

volte sceglie anche luoghi chiusi.

• Il soggetto preferisce agire nell’oscurità, le sue attività iniziano praticamente sempre dopo il tramonto. • Il soggetto ha numerosi complici, addirittura intere squadriglie che, di solito a rotazione, si affiancano per portare a termine gli incarichi a loro affidati. • Quando le attività programmate dal soggetto hanno successo ottengono risultati dirompenti. • Il soggetto è difeso da un’omertà senza pari: interrogatori stringenti svolti su collaboratori catturati non hanno ottenuto che monosillabi e frasi del tipo:”Boh?”, ”Non so, non c’ero e se c’ero dormivo”, ”Non è colpa mia”, ”Non ci credo”, ”No, grazie, ho smesso”.

9 Introduzione

ttenzione! Diffondete questo testo quanto piu’ potete! Rappresenta il libretto di istruzioni per affrontare il temuto Fuoco Serale. Vi diamo un profilo tracciato dai nostri esperti comportamentali:

A


Introduzione

• Il soggetto ha assunto numerose identità diverse, in svariate occasioni, riuscendo a occultarsi con abilità incredibile. Le più utilizzate sono: Fuoco Serale, Fuoco di Bivacco, Fuoco di Campo, Veglia, Veglia alle Stelle, Spettacolo in Paese, Spettacolo di Strada, Animazione Serale. • Il soggetto ha una grande capacità di adattamento, è in grado di essere operativo nei terreni più inospitali, come boschi, spiazzi, piazze di paese, grotte, caverne, sagrati di chiese, prati. Per quanto sia solito scegliere aree aperte, con molte vie di fuga, a

volte sceglie anche luoghi chiusi.

• Il soggetto preferisce agire nell’oscurità, le sue attività iniziano praticamente sempre dopo il tramonto. • Il soggetto ha numerosi complici, addirittura intere squadriglie che, di solito a rotazione, si affiancano per portare a termine gli incarichi a loro affidati. • Quando le attività programmate dal soggetto hanno successo ottengono risultati dirompenti. • Il soggetto è difeso da un’omertà senza pari: interrogatori stringenti svolti su collaboratori catturati non hanno ottenuto che monosillabi e frasi del tipo:”Boh?”, ”Non so, non c’ero e se c’ero dormivo”, ”Non è colpa mia”, ”Non ci credo”, ”No, grazie, ho smesso”.

9 Introduzione

ttenzione! Diffondete questo testo quanto piu’ potete! Rappresenta il libretto di istruzioni per affrontare il temuto Fuoco Serale. Vi diamo un profilo tracciato dai nostri esperti comportamentali:

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Istruzioni per l’uso

10 Cento e più...

• La pericolosità del soggetto è massima quando riesce a coinvolgere e reclutare unità motivate. Quando queste unità scelte si riuniscono in un reparto è praticamente impossibile organizzare una difesa efficace. • Il soggetto opera di solito con materiali di facile reperibilità e con tecnologie molto semplici, probabilmente per evitare problemi di inceppamenti e mancanza di energia che annullerebbero l’efficacia dei suoi interventi. Nonostante questo riesce spesso a pianificare interventi con precisione assoluta. Nelle pagine successive vi verranno date istruzioni più particolareggiate. Confidiamo nelle vostre capacità per risolvere questo intricatissimo caso.

La prima parte del volume è riservata al lavoro “prima”, quello che non deve mai mancare. Un fuoco di campo non preparato, a meno di congiunzioni astrali uniche più che straordinarie, è destinato ad ottenere al massimo un fiacco risultato. Anche se voi o chi collabora possiede talento e abilità. Questa parte non è da trascurare, ma da praticare il più possibile. Ovviamente accumulando esperienza tutto diverrà più facile, ma mantenere l’abitudine di programmare e pianificare, pur tenendo conto degli imprevisti e delle necessità improvvise, è un garanzia di successo. Imparerete anche a sviluppare talenti, i vostri e quelli degli altri e ad allenarvi per migliorare le vostre capacità puramente tecniche, insomma, un bel percorso da intraprendere.

11 Istruzioni per l’uso

on spaventatevi, questa non è una nuova versione dell’insopportabile programma Introduzione, di solito mai letto né considerato da qualsiasi lettore. Sono invece istruzioni per l’uso del libro, come si inseriscono, guarda caso, nei manuali di informatica. Servono a orientarsi, a capire quello che ci si può aspettare dalle prossime pagine e quello che invece qui di sicuro non si troverà, infine è l’ultima occasione per dire: va bene, questo libro non fa per me (ma tutti noi saremo molto felici che invece vi possa essere utile). Come avrete capito fare spettacoli (piccoli o grandi) all’aperto, magari intorno a un fuoco da campo, è una materia complessa e molto spesso avara di soddisfazioni per attori, animatori e artisti vari. Qui troverete schemi operativi, suggerimenti, indicazioni, progetti, per far sì che il vostro lavoro intorno a quel fuoco da campo sia gratificante e significativo, per voi e per gli spettatori. Probabilmente la lettura di queste pagine non vi renderà in grado di competere con i migliori animatori professionisti, ma visto che noi, dall’altra parte della tastiera, abbiamo molta fiducia nei nostri lettori, siamo convinti che insieme si possono fare grandi cose.

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Istruzioni per l’uso

10 Cento e più...

• La pericolosità del soggetto è massima quando riesce a coinvolgere e reclutare unità motivate. Quando queste unità scelte si riuniscono in un reparto è praticamente impossibile organizzare una difesa efficace. • Il soggetto opera di solito con materiali di facile reperibilità e con tecnologie molto semplici, probabilmente per evitare problemi di inceppamenti e mancanza di energia che annullerebbero l’efficacia dei suoi interventi. Nonostante questo riesce spesso a pianificare interventi con precisione assoluta. Nelle pagine successive vi verranno date istruzioni più particolareggiate. Confidiamo nelle vostre capacità per risolvere questo intricatissimo caso.

La prima parte del volume è riservata al lavoro “prima”, quello che non deve mai mancare. Un fuoco di campo non preparato, a meno di congiunzioni astrali uniche più che straordinarie, è destinato ad ottenere al massimo un fiacco risultato. Anche se voi o chi collabora possiede talento e abilità. Questa parte non è da trascurare, ma da praticare il più possibile. Ovviamente accumulando esperienza tutto diverrà più facile, ma mantenere l’abitudine di programmare e pianificare, pur tenendo conto degli imprevisti e delle necessità improvvise, è un garanzia di successo. Imparerete anche a sviluppare talenti, i vostri e quelli degli altri e ad allenarvi per migliorare le vostre capacità puramente tecniche, insomma, un bel percorso da intraprendere.

11 Istruzioni per l’uso

on spaventatevi, questa non è una nuova versione dell’insopportabile programma Introduzione, di solito mai letto né considerato da qualsiasi lettore. Sono invece istruzioni per l’uso del libro, come si inseriscono, guarda caso, nei manuali di informatica. Servono a orientarsi, a capire quello che ci si può aspettare dalle prossime pagine e quello che invece qui di sicuro non si troverà, infine è l’ultima occasione per dire: va bene, questo libro non fa per me (ma tutti noi saremo molto felici che invece vi possa essere utile). Come avrete capito fare spettacoli (piccoli o grandi) all’aperto, magari intorno a un fuoco da campo, è una materia complessa e molto spesso avara di soddisfazioni per attori, animatori e artisti vari. Qui troverete schemi operativi, suggerimenti, indicazioni, progetti, per far sì che il vostro lavoro intorno a quel fuoco da campo sia gratificante e significativo, per voi e per gli spettatori. Probabilmente la lettura di queste pagine non vi renderà in grado di competere con i migliori animatori professionisti, ma visto che noi, dall’altra parte della tastiera, abbiamo molta fiducia nei nostri lettori, siamo convinti che insieme si possono fare grandi cose.

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La seconda parte tratta argomenti pratici e strettamente organizzativi rispetto ai fuochi. Il come e perché di ogni varia tipologia di spettacolo che vi capiterà di organizzare, installazioni, dotazioni di attrezzi, trucchi e costumi. Non c’è bisogno di materiali costosi, si lavora anche con il recupero e con quanto c’è a disposizione. Ma una cassa espressiva non può mancare, non in una squadriglia in gamba come la nostra: con questa sapremo fare delle vere magie! 12

La quarta parte tratta di un argomento spesso trascurato: l’espressione “in marcia”, durante le uscite e le missioni, in tutti

Bene, se siete arrivati sino a qui, avete meritato una citazione d’onore e una buona parola per ottenere specialità e competenze. Leggendo e mettendo in pratica il resto, l’obbiettivo sarà sicuramente raggiunto. E se non siete in cammino per i brevetti, resterà la soddisfazione di aver fatto buone cose ai nostri beneamati fuochi.

13 Istruzioni per l’uso

Cento e più...

quei momenti in cui non si è al campo o in un accantonamento. Sarà interessante scoprire che un fuoco di squadriglia può essere eccezionale, come bellissima anche una rappresentazione organizzata sulla piazza di un paese in cui stiamo svolgendo la nostra missione. Inoltre raccogliere storie e notizie sul territorio ci permetterà di avere poi a disposizione interessantissimo materiale da utilizzare proficuamente al campo o una volta tornati a casa.

L’ultima parte sembrerebbe entrarci poco con i fuochi avventurosi e suggestivi all’aperto. Al contrario rappresenta la ciliegina sulla torta, il modo con cui stupire e divertire quanti al campo non ci sono potuti venire. Vale la pena di non trascurare queste possibilità.


La seconda parte tratta argomenti pratici e strettamente organizzativi rispetto ai fuochi. Il come e perché di ogni varia tipologia di spettacolo che vi capiterà di organizzare, installazioni, dotazioni di attrezzi, trucchi e costumi. Non c’è bisogno di materiali costosi, si lavora anche con il recupero e con quanto c’è a disposizione. Ma una cassa espressiva non può mancare, non in una squadriglia in gamba come la nostra: con questa sapremo fare delle vere magie! 12

La quarta parte tratta di un argomento spesso trascurato: l’espressione “in marcia”, durante le uscite e le missioni, in tutti

Bene, se siete arrivati sino a qui, avete meritato una citazione d’onore e una buona parola per ottenere specialità e competenze. Leggendo e mettendo in pratica il resto, l’obbiettivo sarà sicuramente raggiunto. E se non siete in cammino per i brevetti, resterà la soddisfazione di aver fatto buone cose ai nostri beneamati fuochi.

13 Istruzioni per l’uso

Cento e più...

quei momenti in cui non si è al campo o in un accantonamento. Sarà interessante scoprire che un fuoco di squadriglia può essere eccezionale, come bellissima anche una rappresentazione organizzata sulla piazza di un paese in cui stiamo svolgendo la nostra missione. Inoltre raccogliere storie e notizie sul territorio ci permetterà di avere poi a disposizione interessantissimo materiale da utilizzare proficuamente al campo o una volta tornati a casa.

L’ultima parte sembrerebbe entrarci poco con i fuochi avventurosi e suggestivi all’aperto. Al contrario rappresenta la ciliegina sulla torta, il modo con cui stupire e divertire quanti al campo non ci sono potuti venire. Vale la pena di non trascurare queste possibilità.


Prima di partire

Mettersi in gioco: scoprire i propri talenti e le proprie debolezze Cominciamo con uno dei giocatori più importanti della squadra... lo conosciamo benissimo, è la persona che tutte le mattine ci guarda al di là dello specchio quando ci alziamo. Prendiamo in esame, obiettivamente, i nostri talenti, anche quelli che non vogliamo riconoscere. Il procedimento, poi, potremo applicarlo anche alle altre persone della nostra “squadra”. Facciamoci, quindi, qualche domanda:

14

per programmare i nostri spettacoli, le scenette, i giochi, i canti. Entriamo in allenamento, insomma, programmiamo la nostra sta-

gione come se fossimo una affiatata squadra sportiva che, quest’anno come tutti gli altri anni, corre per vincere il campionato.

• il tono della nostra voce è basso o acuto? • Quando parliamo, la gente ci sta ad ascoltare con attenzione o è distratta e infastidita? • Il ritmo del nostro parlare è monotono o vario? • Mentre parliamo, gesticoliamo o stiamo quasi fermi? • Ci ascoltano solo gli amici o riusciamo a interessare anche altre persone? • Se dobbiamo presentare un gioco, i partecipanti riescono a capire bene le regole o no? • Ci proponiamo spesso per animare giochi o scenette o restiamo sempre in disparte? Queste domande fanno riferimento alle caratteristiche base per un attore o un presentatore. Sul tono della voce non si può fare moltissimo, ma ad usarla, la voce, si impara. Se gli altri ci dicono che abbiamo una bella voce, piacevole da ascoltare, è un talento importante, da far fruttare. Se invece non è proprio gradevole, possiamo esercitarci a migliorarne il tono. Anche il ritmo del parlare è importante, è un talento sapere scegliere istintivamente le giuste pause e il giusto ritmo, ma se al contrario parliamo troppo velocemente, troppo lentamente o senza cambiare mai il tono, su questo si può lavorare. La gestualità è importantissima per una persona di spettacolo, con i gesti si comunica moltissimo, si può ben dire che siano il sale e il condimento del parlare. Anche qui una giusta misura, se esageriamo riusciremo soltanto a confondere chi ascolta, mentre se non inseriamo qualche gesto significativo qua e là renderemo i nostri discorsi troppo noiosi. Una bella voce, la capacità di modularla, il ritmo del parlare fanno nascere l’interesse negli spettatori, ma non basta! Bisogna anche essere in grado di farci capire e se riusciamo a insegnare le regole di un gioco in modo che tutti capiscano, abbiamo già fatto un bel

15 Prima di partire

Cento e più...

uanto manca al campo?”, ”Molti mesi, perché?”, ”Perché bisogna prepararci per i fuochi serali, le veglie eccetera”, ”Lascia perdere, c’è tempo!” Questo dialogo potrebbe essere molto realistico. Ma più avanti nel tempo potrebbe esserci un altro dialogo, come questo che segue: ”C’è da organizzare il fuoco per stasera”, ”Tu hai qualche idea?”, ”Io no, e tu?”, ”Nemmeno una”, ”Accidenti, faremo schifo un’altra volta!” Per non correre il rischio, pensiamoci prima. È vero che ci sono tantissime altre cose da fare, durante l’anno, ma un angolino teniamolo pure

Q


Prima di partire

Mettersi in gioco: scoprire i propri talenti e le proprie debolezze Cominciamo con uno dei giocatori più importanti della squadra... lo conosciamo benissimo, è la persona che tutte le mattine ci guarda al di là dello specchio quando ci alziamo. Prendiamo in esame, obiettivamente, i nostri talenti, anche quelli che non vogliamo riconoscere. Il procedimento, poi, potremo applicarlo anche alle altre persone della nostra “squadra”. Facciamoci, quindi, qualche domanda:

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per programmare i nostri spettacoli, le scenette, i giochi, i canti. Entriamo in allenamento, insomma, programmiamo la nostra sta-

gione come se fossimo una affiatata squadra sportiva che, quest’anno come tutti gli altri anni, corre per vincere il campionato.

• il tono della nostra voce è basso o acuto? • Quando parliamo, la gente ci sta ad ascoltare con attenzione o è distratta e infastidita? • Il ritmo del nostro parlare è monotono o vario? • Mentre parliamo, gesticoliamo o stiamo quasi fermi? • Ci ascoltano solo gli amici o riusciamo a interessare anche altre persone? • Se dobbiamo presentare un gioco, i partecipanti riescono a capire bene le regole o no? • Ci proponiamo spesso per animare giochi o scenette o restiamo sempre in disparte? Queste domande fanno riferimento alle caratteristiche base per un attore o un presentatore. Sul tono della voce non si può fare moltissimo, ma ad usarla, la voce, si impara. Se gli altri ci dicono che abbiamo una bella voce, piacevole da ascoltare, è un talento importante, da far fruttare. Se invece non è proprio gradevole, possiamo esercitarci a migliorarne il tono. Anche il ritmo del parlare è importante, è un talento sapere scegliere istintivamente le giuste pause e il giusto ritmo, ma se al contrario parliamo troppo velocemente, troppo lentamente o senza cambiare mai il tono, su questo si può lavorare. La gestualità è importantissima per una persona di spettacolo, con i gesti si comunica moltissimo, si può ben dire che siano il sale e il condimento del parlare. Anche qui una giusta misura, se esageriamo riusciremo soltanto a confondere chi ascolta, mentre se non inseriamo qualche gesto significativo qua e là renderemo i nostri discorsi troppo noiosi. Una bella voce, la capacità di modularla, il ritmo del parlare fanno nascere l’interesse negli spettatori, ma non basta! Bisogna anche essere in grado di farci capire e se riusciamo a insegnare le regole di un gioco in modo che tutti capiscano, abbiamo già fatto un bel

15 Prima di partire

Cento e più...

uanto manca al campo?”, ”Molti mesi, perché?”, ”Perché bisogna prepararci per i fuochi serali, le veglie eccetera”, ”Lascia perdere, c’è tempo!” Questo dialogo potrebbe essere molto realistico. Ma più avanti nel tempo potrebbe esserci un altro dialogo, come questo che segue: ”C’è da organizzare il fuoco per stasera”, ”Tu hai qualche idea?”, ”Io no, e tu?”, ”Nemmeno una”, ”Accidenti, faremo schifo un’altra volta!” Per non correre il rischio, pensiamoci prima. È vero che ci sono tantissime altre cose da fare, durante l’anno, ma un angolino teniamolo pure

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16

• Abbiamo buona memoria? • Sappiamo improvvisare? • Abbiamo un volto espressivo, capace di far comprendere le emozioni che proviamo? • Ci dicono sempre che somigliamo ad un pagliaccio? • Ci muoviamo con sicurezza o abbiamo sempre paura di inciampare su qualcosa?

La buona memoria è fondamentale per un attore, senza è difficile imparare le battute, ma non male averla anche per un presentatore, non è bellissimo ricorrere sempre alla scaletta. La memoria si allena, sono stati inventati centinaia di metodi per ricordare, se abbiamo qualche problema, basta applicarne qualcuno. Ne vedremo poi qualche esempio, utile anche

per chi ha una memoria di ferro.

Se sappiamo improvvisare abbiamo invece un talento preziosissimo: ci permetterà di sapercela cavare in ogni circostanza. Anche questo è un talento che, se non è presente dalla nascita, potremo coltivare e allenare, richiede un po’ di inventiva e di spigliatezza, ma non dimentichiamoci che ogni bambino è una grande improvvisatore. Se così non fosse non potrebbe imparare a vivere in questa gabbia di matti che è la vita di tutti i giorni. Insomma, si tratta di ritrovare il bambino che è in noi (qualsiasi sia la nostra età, se non lo scacciate, il bambino capace di meravigliarsi e di inventare storie resterà sempre nel nostro cuore). L’improvvisazione si allena, si educa, si stimola, è sempre a disposizione di tutti, basta saperla cercare bene. La capacità di rendere emozioni attraverso i movimenti del volto (si chiama mimica facciale) è un’altra capacità fondamentale per un attore o un presentatore. Solo poche volte sarà necessario rimanere impassibili, tra l’altro non è facile nemmeno questo. Con l’osservazione degli attori professionisti e poi con quella del nostro stesso volto a quel famoso specchio della mattina, potremo allenarci e migliorare. Se tutti o quasi ci immaginano al centro del tendone da circo, con il naso rosso e le scarpe lunghe, i casi sono due: o abbiamo un futuro

17 Prima di partire

Cento e più...

passo in avanti. La scelta delle parole, del tono di voce e del ritmo devono contribuire alla comprensione, senza di questa parleremo sempre e solo al vento. Come succede sempre, quando un’attività ci viene bene, capita di ripeterla spesso. Pensare a quante volte ci siamo proposti di animare è un modo di valutarci, sia rispetto alle capacità che abbiamo, sia rispetto alla timidezza. Ecco, la timidezza a volte può nascondere il nostro talento, è quella vocina sottile sottile che ci dice: ”No, non provarci nemmeno, tanto è inutile, non abbiamo speranza.” Se non siamo persone particolarmente espansive, ci verrà facile darle ascolto e nasconderci tutte le volte che c’è anche solo il rischio di andare a finire dalla parte sbagliata del palcoscenico. Va bene, magari non saremo in grado di recitare una commedia di Pirandello, ma almeno di presentare una scenetta sì! Da cosa poi nasce cosa, ci si prova, si migliora, si insiste e si raggiunge un buon risultato. Andiamo avanti con la nostra analisi.


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• Abbiamo buona memoria? • Sappiamo improvvisare? • Abbiamo un volto espressivo, capace di far comprendere le emozioni che proviamo? • Ci dicono sempre che somigliamo ad un pagliaccio? • Ci muoviamo con sicurezza o abbiamo sempre paura di inciampare su qualcosa?

La buona memoria è fondamentale per un attore, senza è difficile imparare le battute, ma non male averla anche per un presentatore, non è bellissimo ricorrere sempre alla scaletta. La memoria si allena, sono stati inventati centinaia di metodi per ricordare, se abbiamo qualche problema, basta applicarne qualcuno. Ne vedremo poi qualche esempio, utile anche

per chi ha una memoria di ferro.

Se sappiamo improvvisare abbiamo invece un talento preziosissimo: ci permetterà di sapercela cavare in ogni circostanza. Anche questo è un talento che, se non è presente dalla nascita, potremo coltivare e allenare, richiede un po’ di inventiva e di spigliatezza, ma non dimentichiamoci che ogni bambino è una grande improvvisatore. Se così non fosse non potrebbe imparare a vivere in questa gabbia di matti che è la vita di tutti i giorni. Insomma, si tratta di ritrovare il bambino che è in noi (qualsiasi sia la nostra età, se non lo scacciate, il bambino capace di meravigliarsi e di inventare storie resterà sempre nel nostro cuore). L’improvvisazione si allena, si educa, si stimola, è sempre a disposizione di tutti, basta saperla cercare bene. La capacità di rendere emozioni attraverso i movimenti del volto (si chiama mimica facciale) è un’altra capacità fondamentale per un attore o un presentatore. Solo poche volte sarà necessario rimanere impassibili, tra l’altro non è facile nemmeno questo. Con l’osservazione degli attori professionisti e poi con quella del nostro stesso volto a quel famoso specchio della mattina, potremo allenarci e migliorare. Se tutti o quasi ci immaginano al centro del tendone da circo, con il naso rosso e le scarpe lunghe, i casi sono due: o abbiamo un futuro

17 Prima di partire

Cento e più...

passo in avanti. La scelta delle parole, del tono di voce e del ritmo devono contribuire alla comprensione, senza di questa parleremo sempre e solo al vento. Come succede sempre, quando un’attività ci viene bene, capita di ripeterla spesso. Pensare a quante volte ci siamo proposti di animare è un modo di valutarci, sia rispetto alle capacità che abbiamo, sia rispetto alla timidezza. Ecco, la timidezza a volte può nascondere il nostro talento, è quella vocina sottile sottile che ci dice: ”No, non provarci nemmeno, tanto è inutile, non abbiamo speranza.” Se non siamo persone particolarmente espansive, ci verrà facile darle ascolto e nasconderci tutte le volte che c’è anche solo il rischio di andare a finire dalla parte sbagliata del palcoscenico. Va bene, magari non saremo in grado di recitare una commedia di Pirandello, ma almeno di presentare una scenetta sì! Da cosa poi nasce cosa, ci si prova, si migliora, si insiste e si raggiunge un buon risultato. Andiamo avanti con la nostra analisi.


mestiere assicurato, o stiamo esagerando. Far ridere è bello, far ridere molto può anche andar bene per un po’, far ridere sempre ci squalifica. Ci sono momenti in cui bisogna fare sul serio, momenti in cui creare aspettativa, tensione emotiva, dove una risatina può rompere l’atmosfera e rovinare tutto.

Se sappiamo far ridere è buona cosa, se gli altri continuano a ridere anche quando vorremmo essere seri non lo è. Anche qui dobbiamo trovare un compromesso e una misura. 18

Rendersi conto di quando il pubblico ha perso l’attenzione è importante. Quando facciamo le prove di qualche scenetta o cerchiamo di animare un gioco, impariamo a osservare bene le espressioni del pubblico. Tra parentesi i migliori attori teatrali, anche quando sono sul palcoscenico con una luce forte, che non fa distinguere bene le persone in platea, cercano comunque il contatto visivo con qualcuno, proprio per instaurare un dialogo con loro.

Suggerimenti per migliorare

La facilità nel parlare aumenta con l’abitudine, come la capacità di reggere bene un discorso anche lungo. Trovando qualcuno che ci aiuta, possiamo, a turno, intavolare dialoghi su argomenti vari, in cui ognuno sostiene una tesi opposta e inventa argomenti anche fantasiosi per difenderla. Ad esempio si può discutere su quanto sul perché il colore del cielo non è verde, impostando il discorso su varie angolazioni: scientifica, storica, linguistica, modaiola, poetica, sociologica. Le migliori battute possono anche essere riprese successivamente in qualche scenetta (rappresentando, ad esempio, una trasmissione televisiva di “opinione”). Per allenare l’intonazione e modulare la voce, si possono utilizzare i testi delle canzoni, leggendoli con intonazioni differenti. Si può partire dal ritmo originale della melodia, per inserire poi variazioni, arrivando anche a delle vere e proprie interpretazioni recitate. L’utilizzo delle pause è fondamentale per riuscire a catturare l’attenzione delle persone, ma il segreto sta tutto nella capacità di inse-

La gestualità permette di completare e arricchire il parlato. Rappresentano quello che si chiama linguaggio non verbale, che ognuno di noi impara sin da piccolo. È composto da piccolissimi gesti, come quello di indicare, aprire le mani con le palme rivolte verso l’alto, alzare il pollice (ha un’origine anglosassone), stringersi le spalle. Anche qui bisogna trovare la misura, esagerare con i gesti distrae e irrita le persone, ma è negativo anche non muoversi completamente. Come detto appena

19 Prima di partire

Cento e più...

Allenamento, insomma! Infine sapersi muovere è molto importante, a meno che non sia richiesto dalla parte la goffaggine non piace agli spettatori. Vero è che un presentatore goffo può far sorridere (è una delle caratteristiche dei pagliacci, tra l’altro), ma deve essere fatto per scelta, non perché non c’è alternativa. Ovviamente chi fa sport è favorito, almeno per alcune discipline, anche se non è sempre una garanzia. Le arti marziali, la ginnastica artistica e ritmica, il nuoto sincronizzato e il pattinaggio artistico qui sono favorite: hanno come base l’equilibrio e la stabilità. Se proprio non vogliamo iniziare un percorso sportivo, potremo però farci insegnare qualche movimento e posizione da qualcuno di loro più esperto.

rirle al momento giusto. Riprendendo l’esercizio precedente, proviamo a inserire delle pause sempre più lunghe in un brano. Con un po’ di attenzione riusciremo a scoprire qual è la giusta durata. Per arrivare al massimo, possiamo registrare la nostra recitazione e riascoltarla, giudicandola con obiettività.


mestiere assicurato, o stiamo esagerando. Far ridere è bello, far ridere molto può anche andar bene per un po’, far ridere sempre ci squalifica. Ci sono momenti in cui bisogna fare sul serio, momenti in cui creare aspettativa, tensione emotiva, dove una risatina può rompere l’atmosfera e rovinare tutto.

Se sappiamo far ridere è buona cosa, se gli altri continuano a ridere anche quando vorremmo essere seri non lo è. Anche qui dobbiamo trovare un compromesso e una misura. 18

Rendersi conto di quando il pubblico ha perso l’attenzione è importante. Quando facciamo le prove di qualche scenetta o cerchiamo di animare un gioco, impariamo a osservare bene le espressioni del pubblico. Tra parentesi i migliori attori teatrali, anche quando sono sul palcoscenico con una luce forte, che non fa distinguere bene le persone in platea, cercano comunque il contatto visivo con qualcuno, proprio per instaurare un dialogo con loro.

Suggerimenti per migliorare

La facilità nel parlare aumenta con l’abitudine, come la capacità di reggere bene un discorso anche lungo. Trovando qualcuno che ci aiuta, possiamo, a turno, intavolare dialoghi su argomenti vari, in cui ognuno sostiene una tesi opposta e inventa argomenti anche fantasiosi per difenderla. Ad esempio si può discutere su quanto sul perché il colore del cielo non è verde, impostando il discorso su varie angolazioni: scientifica, storica, linguistica, modaiola, poetica, sociologica. Le migliori battute possono anche essere riprese successivamente in qualche scenetta (rappresentando, ad esempio, una trasmissione televisiva di “opinione”). Per allenare l’intonazione e modulare la voce, si possono utilizzare i testi delle canzoni, leggendoli con intonazioni differenti. Si può partire dal ritmo originale della melodia, per inserire poi variazioni, arrivando anche a delle vere e proprie interpretazioni recitate. L’utilizzo delle pause è fondamentale per riuscire a catturare l’attenzione delle persone, ma il segreto sta tutto nella capacità di inse-

La gestualità permette di completare e arricchire il parlato. Rappresentano quello che si chiama linguaggio non verbale, che ognuno di noi impara sin da piccolo. È composto da piccolissimi gesti, come quello di indicare, aprire le mani con le palme rivolte verso l’alto, alzare il pollice (ha un’origine anglosassone), stringersi le spalle. Anche qui bisogna trovare la misura, esagerare con i gesti distrae e irrita le persone, ma è negativo anche non muoversi completamente. Come detto appena

19 Prima di partire

Cento e più...

Allenamento, insomma! Infine sapersi muovere è molto importante, a meno che non sia richiesto dalla parte la goffaggine non piace agli spettatori. Vero è che un presentatore goffo può far sorridere (è una delle caratteristiche dei pagliacci, tra l’altro), ma deve essere fatto per scelta, non perché non c’è alternativa. Ovviamente chi fa sport è favorito, almeno per alcune discipline, anche se non è sempre una garanzia. Le arti marziali, la ginnastica artistica e ritmica, il nuoto sincronizzato e il pattinaggio artistico qui sono favorite: hanno come base l’equilibrio e la stabilità. Se proprio non vogliamo iniziare un percorso sportivo, potremo però farci insegnare qualche movimento e posizione da qualcuno di loro più esperto.

rirle al momento giusto. Riprendendo l’esercizio precedente, proviamo a inserire delle pause sempre più lunghe in un brano. Con un po’ di attenzione riusciremo a scoprire qual è la giusta durata. Per arrivare al massimo, possiamo registrare la nostra recitazione e riascoltarla, giudicandola con obiettività.


sopra, della gestualità fa parte anche il gioco degli sguardi, fuggire lo sguardo del pubblico dà un’idea di insicurezza, mentre restare fissi troppo a lungo con lo sguardo su di una persona la mette in imbarazzo o ne suscita il fastidio. Ognuna delle persone del pubblico ha diritto a uno sguardo di attenzione, distribuiamolo quindi fra tutti. Ovviamente sarà più facile cercare l’approvazione degli amici, ma, facendo un discorso molto terraterra, loro sono già dalla nostra parte, meglio conquistare il favore di qualcuno degli altri! 20

Quando animiamo, mettiamoci il cuore! Se siamo i primi a non credere in ciò che facciamo e proponiamo, non potremo sperare di raccogliere applausi e complimenti. Se, al contrario, il pubblico riuscirà a vedere in noi entusiasmo e convinzione in quello che proponiamo, si lascerà trascinare e il nostro fuoco si accenderà davvero! Ricordiamoci che chi non parte nemmeno è sempre sconfitto. Non è quello che impariamo negli scout, al contrario una buona guida o esploratore sa che è importante provare, al meglio delle proprie possibilità e, quando malauguratamente qualcosa va storto, imparare dagli errori per non ripeterli. Così è indispensabile metterci alla prova anche al fuoco, magari iniziando con qualche scenetta, con un gioco da proporre. Man mano che acquisteremo sicurezza, otterremo la spinta per riuscire infine a diventare la/il “meglio” animatrice/animatore dell’intero reparto. Per quanto riguarda la memoria, ci sono migliaia di metodi disponibili per migliorarla, ma se volete sentirne uno in più, eccovelo. La memoria si stimola più facilmente con le associazioni mentali, nel caso dei copioni queste si sviluppano per somiglianza: si associa la storia che dobbiamo rac-

21 Prima di partire

Cento e più...

Per animare un fuoco è indispensabile riuscire a farci capire: nella nostra scaletta ci saranno sicuramente giochi, ban, danze scout che alcuni non conoscono (gli ultimi arrivati in reparto, chi non c’era la volta in cui sono stati presentati ecc.). La comprensione di un discorso è legata a tutti i fattori di ritmo, tono e volume della voce che abbiamo esposto prima con, in aggiunta, la comprensione del significato letterale di ciò che spieghiamo. Se è necessario descrivere delle regole, prendiamoci tempo prima per organizzarle e precisarle, usando le parole più semplici e immediate, in modo che nessuno si confonda. All’inizio della spiegazione, chiariamo che quelle che esporremo sono le uniche regole valide: se qualcuno ne usa di diverse, dovrà adattarsi.

contare con qualcuna già sentita precedentemente, ad esempio alla trama di un film. Poi dalle associazioni si ricavano le differenze: nel film è così, ma la nostra storia, invece fa cosà. In molte occasioni non sarà importantissimo ricordare parola per parola il testo (difficilmente a fuoco si reciterà una commedia famosa), quindi il senso generale della storia potrà essere sufficiente. Invece bisognerà essere molto precisi con le parti che preparano la battuta di qualche altro attore, se queste non funzionano sarà molto difficile recuperare. Se ci accorgiamo che lei o lui ci stanno guardando fissi con l’aria di volerci incenerire… può darsi che sia successo qualcosa di simile, magari con la battuta più divertente o interessante di tutta la scenetta. Quindi cerchiamo sempre di associare queste battute a una parola chiave, che ce ne ricordi il significato. Nel caso utilizziate il suggerimento successivo ricordatevi sempre che il pubblico non ha letto il copione, quindi con un po’ di faccia tosta si può riuscire a fare miracoli!

L’improvvisazione è il sale delle nostre ricette espressive. Se ne mettiamo troppa si rischia di rendere il tutto sgradevole, ma con la giusta misura potremmo migliore di molto le nostre prestazioni. È fatta di creatività, scioltezza di linguaggio, capacità di cogliere l’occasione. Non avete mai provato, da bambini, a giocare al facciamo finta che io sono un re e tu un


sopra, della gestualità fa parte anche il gioco degli sguardi, fuggire lo sguardo del pubblico dà un’idea di insicurezza, mentre restare fissi troppo a lungo con lo sguardo su di una persona la mette in imbarazzo o ne suscita il fastidio. Ognuna delle persone del pubblico ha diritto a uno sguardo di attenzione, distribuiamolo quindi fra tutti. Ovviamente sarà più facile cercare l’approvazione degli amici, ma, facendo un discorso molto terraterra, loro sono già dalla nostra parte, meglio conquistare il favore di qualcuno degli altri! 20

Quando animiamo, mettiamoci il cuore! Se siamo i primi a non credere in ciò che facciamo e proponiamo, non potremo sperare di raccogliere applausi e complimenti. Se, al contrario, il pubblico riuscirà a vedere in noi entusiasmo e convinzione in quello che proponiamo, si lascerà trascinare e il nostro fuoco si accenderà davvero! Ricordiamoci che chi non parte nemmeno è sempre sconfitto. Non è quello che impariamo negli scout, al contrario una buona guida o esploratore sa che è importante provare, al meglio delle proprie possibilità e, quando malauguratamente qualcosa va storto, imparare dagli errori per non ripeterli. Così è indispensabile metterci alla prova anche al fuoco, magari iniziando con qualche scenetta, con un gioco da proporre. Man mano che acquisteremo sicurezza, otterremo la spinta per riuscire infine a diventare la/il “meglio” animatrice/animatore dell’intero reparto. Per quanto riguarda la memoria, ci sono migliaia di metodi disponibili per migliorarla, ma se volete sentirne uno in più, eccovelo. La memoria si stimola più facilmente con le associazioni mentali, nel caso dei copioni queste si sviluppano per somiglianza: si associa la storia che dobbiamo rac-

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Cento e più...

Per animare un fuoco è indispensabile riuscire a farci capire: nella nostra scaletta ci saranno sicuramente giochi, ban, danze scout che alcuni non conoscono (gli ultimi arrivati in reparto, chi non c’era la volta in cui sono stati presentati ecc.). La comprensione di un discorso è legata a tutti i fattori di ritmo, tono e volume della voce che abbiamo esposto prima con, in aggiunta, la comprensione del significato letterale di ciò che spieghiamo. Se è necessario descrivere delle regole, prendiamoci tempo prima per organizzarle e precisarle, usando le parole più semplici e immediate, in modo che nessuno si confonda. All’inizio della spiegazione, chiariamo che quelle che esporremo sono le uniche regole valide: se qualcuno ne usa di diverse, dovrà adattarsi.

contare con qualcuna già sentita precedentemente, ad esempio alla trama di un film. Poi dalle associazioni si ricavano le differenze: nel film è così, ma la nostra storia, invece fa cosà. In molte occasioni non sarà importantissimo ricordare parola per parola il testo (difficilmente a fuoco si reciterà una commedia famosa), quindi il senso generale della storia potrà essere sufficiente. Invece bisognerà essere molto precisi con le parti che preparano la battuta di qualche altro attore, se queste non funzionano sarà molto difficile recuperare. Se ci accorgiamo che lei o lui ci stanno guardando fissi con l’aria di volerci incenerire… può darsi che sia successo qualcosa di simile, magari con la battuta più divertente o interessante di tutta la scenetta. Quindi cerchiamo sempre di associare queste battute a una parola chiave, che ce ne ricordi il significato. Nel caso utilizziate il suggerimento successivo ricordatevi sempre che il pubblico non ha letto il copione, quindi con un po’ di faccia tosta si può riuscire a fare miracoli!

L’improvvisazione è il sale delle nostre ricette espressive. Se ne mettiamo troppa si rischia di rendere il tutto sgradevole, ma con la giusta misura potremmo migliore di molto le nostre prestazioni. È fatta di creatività, scioltezza di linguaggio, capacità di cogliere l’occasione. Non avete mai provato, da bambini, a giocare al facciamo finta che io sono un re e tu un


Danze in cui ognuno ripete i gesti di chi lo precede: Ciki Ciki Ciaki Poo-poo ne è un esempio, dove l’animatore inizia e sceglie direttamente i gesti.

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Danze itineranti: ne L’anaconda (il testo dice: L’anaconda è un serpente che ti avvolge lentamente, se ti avvolge l’anaconda la tua vita è più gioconda) l’animatore passa davanti alle persone che si sono sparse in giro e chi viene toccato si deve mettere dietro all’ultimo della fila mettendogli le mani sopra le spalle.

Cento e più...

I testi e i gesti delle varie danze sono reperibili sui siti scout.


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