Maneggiare con cura

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MANEGGIARE CON CURA

Fragile verità Francesco Silipo Questo è un racconto mio. La domanda di mia figlia: “dov’è la mamma? quando torna?”, una risposta che sgorga non so bene da dove “io credo che la mamma è in Cielo, non torna più”; il suo pianto irrefrenabile; e io? piango con lei o mi trattengo per consolarla? Il racconto della massima Esperienza di Fede: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto», la catechesi più difficile. La risposta da dare, perché la domanda ti inchioda: alle tue fragilità di uomo, nella Fede; di sposo, nell’improvvisa solitudine, ripensando a quella Promessa di vincolo indissolubile (per “tutti i giorni della mia vita”) non tua, ma di Dio, perché consacrata dallo Spirito Santo; di padre, con due bambine, una di pochi anni l’altra di pochi mesi.

E la risposta? Un caro amico mi ha confortato, dicendomi: “Dio ti ha fatto papà perché si fida di te!”; “Grazie, amico caro!” e grazie anche a Te, Dio. La verità, fragile. La risposta è nella domanda “Dove e quando?” e mi accorgo del regalo che mi ha fatto quella bambina di neanche quattro anni: “papà, la domanda e la risposta sono non sono solo mie o tue, sono anche nostre!”. Ma la reazione immediata non chiude la questione. Occorre abitare (per usare una parola consueta in questi casi) non solo la domanda, ma anche la risposta. I bambini ci chiedono conto di quello che pensiamo e facciamo rispetto ai temi più delicati della loro e nostra esistenza: dobbiamo camminare insieme a loro nella dichiarata consapevolezza che anche noi siamo fragili: “credo che la mamma è in cielo”. In questi giorni è uscito Coco (film della Pixar) ed ho letto un com-

I bambini ci chiedono conto di quello che pensiamo e facciamo rispetto ai temi più delicati della loro e nostra esistenza.

mento 1 che prendo a prestito per chiudere il racconto: “Bisogna imparare a vivere con la fragilità e l’incertezza della memoria dei propri cari, con qualcosa che non è custodito da qualche parte per sempre, ma di cui solo noi possiamo essere artefici e testimoni nel presente partendo dai propri desideri più che dall’insegnamento di un passato già dato. Sapendo che la vita è un equilibrio fragile proprio perché è destinata inevitabilmente e irreparabilmente a essere cancellata da questa terra. E questo, lungi dal paralizzarci, deve diventare il vero motivo della nostra gioia”. Buon volo e buona caccia! 1.

http://www.doppiozero.com/ma-

teriali/coco-di-lee-unkrich - Pietro

Dario Cancian

Bianchi

Aprile 2018 | 35


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