Avventura n. 4/5 - 2010

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SCOUT Anno XXXVI - n. 15 22 novembre 2010 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA


so mmario

3 Parliamo di… Nuovi Inserti

Direttore responsabile: Sergio Gatti Redattore capo: Paolo Vanzini Progetto grafico e impaginazione: Roberto Cavicchioli

5 Osservare per aiutare

In redazione: Martina Acazi, Mauro Bonomini, Lucio Costantini, Dario Fontanesca, Giorgio Infante, Chiara Fontanot, Stefano Garzaro, Damiano Marino, Stefania Martiniello, don Luca Meacci, Sara Meloni, Enrico Rocchetti, Isabella Samà, Simona Spadaro, Salvo Tomarchio, Jean Claudio Vinci.

6 La mia amica (im)perfetta 7 Cortesie per gli ospiti? 8 Le lingue degli uomini 10 Lealtà, un valore fuori e dentro lo sport

Disegni di: Martina Acazi, Roberta Becchi, Chiara Beucci, Franco Bianco, Favio Bodi, Riccardo Francaviglia, Isacco Saccoman, Simona Spadaro, Jean Claudio Vinci.

12 San Giorgio regionale in Toscana 14 La Magna Charta

Fotografie di: Archivio Avventura, Martina Acazi, Mauro Bonomini, Giorgio Cusma, Camilla Lupatelli, Giampiero Mariottini, Paolo Ruffini, Isabella Samà, Archivi degli eventi riportati, Archivio stock.xchng®

16 Il grande sogno 18 Ma il mare è sempre più blu 21 Augusto Delpino, Csq. investigatore

Copertina: disegno di Tommaso Pedullà

22 Jamboree: Che ne dite di una

Per scrivere, inviare materiale, corrispondere con Avventura ecco il recapito da riportare esattamente sulla busta: Redazione di Avventura c/o Paolo Vanzini Via Luca della Robbia, 26 – 41012 Carpi (MO) Email: scout.avventura@agesci.it

Specialità di Squadriglia?

24 Jamboree: è nato un contingente! 26 LETTERE per DISCUTERE

Avventura on line: www.agesci.org/eg

27 COLORIAMO L’ITALIA DI IMPRESE

Manoscritti, disegni, fotografie ecc. inviati alla redazione, non vengono restituiti.

miniposter staccabile

31 LETTERE per DISCUTERE 32 B.A.? BAH! 34 PAROLA di GUIDA 36 Astuzie Espressive 40 L’arte della manutenzione del materiale 42 Non si nasce... imparati 44 J.O.T.A. & J.O.T.I. 46 Scouting on WEB 47 SEGNALI di SCAUTISMO 48 POSTA per VOI 2

Grazie a: Marco Leonardi e ai corrispondenti e collaboratori di Avventura.

50 TOPO di BIBLIOTECA 51 SPAZIO E/G 55 La penultima dei Caimani 56 L’ultima dei Caimani

INSERTO Specialità di Squadriglia: Internazionale


Continuate a scrivere, inviare osservazioni e pareri, criticare... Gli inserti in fondo vi piacciono perché siete stati voi a costruirli nel tempo, a modificarli, a cambiarli. Buona Caccia e buona lettura!

a cura di Dario Fontanesca - foto Archivio Guidoncini Verdi

Si tratterà di esempi pratici, di attività realmente vissute e realizzate, ma si leggeranno anche brani che illustrano quel che si può sviluppare in generale all’interno di un progetto di conquista di una Specialità di Squadriglia. Altro spazio sarà doverosamente dedicato a tutte quelle Specialità individuali che possono far comodo, agevolare la conquista della Specialità di Squadriglia, sempre evidenziando che non bisogna irrigidirsi e che molto dipende dal tipo di progetto che si vuole strutturare. E poi finestre su come andare a caccia dei dettagli relativi alla Specialità, e infine non mancherà l’angolo dei riferimenti bibliografici che spesso si rivela fondamentale per l’approfondimento tecnico. Si continuerà (o perlomeno l’intento è questo) ad aumentare le parti grafiche (foto, disegni, box), a rendere l’inserto davvero come voi ci scrivete di volerlo: sintetico e chiaro nelle parti scritte, semplice, ma allo stesso tempo accattivante nei disegni.

parliamo di...

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bbene si, è giunta l’ora! Le nostre “fonti”, sparse in tutt’Italia ci hanno fornito la stessa versione da più regioni: Avventura ha miseramente fallito! Nonostante la tecnologia antispionaggio, le tecniche di evasione comunicativa, le manovre diversive questa Redazione ha fallito tremendamente nell’operazione “Sorpresa!”. Il contagio era facile a prodursi, migliaia di Esploratori e Guide affetti da un profondo disturbo del comportamento definito “Mania dell’inserto”. Sebbene il nostro sforzo sia stato notevole, sin da subito si è sparsa la voce di una nuova serie antimania, una nuova collana per sedare la fame d’inserto e altrettanto presto in molti hanno indovinato il “ceppo”, la natura, l’essenza di questo nuovo vaccino (ma sono in molti a pensare che in realtà non si tratti di un vaccino, ma di una sostanza proibita, che sia tutta una sporca manovra degli “alti vertici associativi” per tenere buoni, per mantenere la dipendenza dei poveri E/G affetti). Il 2010 vede nascere la serie dedicata alle Specialità di Squadriglia, una serie che vedrà un’impostazione coerente e costante, vi saranno spunti e articoli con esempi di Missioni e Imprese, per dare un’idea di come organizzarsi per la specialità di Squadriglia trattata.

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Cara redazione di Scout Avventura, mi chiamo Elena (…), sono Scout di Torri di Quartesolo dall’inizio di quest’anno e mi piacerebbe leggere questa rivista ogni settimana, perciò vorrei farmi l’abbonamento settimanale. Grazie, Elena.

testo e foto di Paolo Vanzini

Ho trovato questa brevissima lettera nella cassetta della posta qualche settimana fa, e mi ha colpito profondamente. Grazie Elena, non sai quanto ci piacerebbe poter pubblicare settimanalmente la nostra rivista: sarebbe un’occasione splendida per costruire con voi lettori un dialogo, uno scambio continuo, e trasformarla nel vostro mezzo di comunicazione preferito. La realtà è che purtroppo la nostra Redazione ha possibilità molto più limitate, e quindi Avventura si è sempre fermata a 8 o 9 uscite all’anno.

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Quest’anno però, come vi sarete accorti, le cose sono andate molto peggio: nel mese di Marzo, in seguito all’abolizione delle tariffe postali agevolate per l’editoria, abbiamo dovuto far fronte a un aumento spropositato delle tariffe postali. Nei primi mesi si parlava addirittura di un aumento di 6 volte il costo di ciascuna spedizione. Naturalmente l’associazione ha fermato tutto, per non esaurire i fondi con una sola spedizione. Poi sono passati i mesi e si sono susseguiti i tentativi, ma con questo numero che avete tra le mani di fatto chiudiamo l’anno più difficile da quando Avventura esiste. Un numero un po’ strano, come vedrete, perché racchiude articoli che avrebbero dovuto comparire su tre differenti numeri. Nei giorni scorsi abbiamo finalmente rifatto i conti, e quindi oggi posso dirvi che, finalmente, l’anno prossimo si riparte. Un piccolo taglio c’è, ma dovremmo poter arrivare a 7 numeri in un anno, e ne avremo a sufficienza per raccontare i Reparti italiani e tutto quello che avverrà intorno a noi, da Coloriamo l’Italia di Imprese al Jamboree 2011 in Svezia. Teneteci d’occhio, dunque: questa lezione ci ha fatto capire che è ora di mettersi al lavoro per affiancare al nostro giornale preferito altri canali di comunicazione, primo tra tutti il web. Stiamo progettando uno spazio online che ci permetta di essere in contatto continuo con voi, di allargare gli spazi disponibili, aumentare le rubriche possibili, migliorare in tempestività e soprattutto darvi tanto tanto di più. È il momento di raccogliere le idee: fateci sapere cosa vi piacerebbe trovare su Avventura on line, e preparatevi perché in quello spazio i protagonisti sarete voi! Scriveteci, proponete e mandateci tante idee e materiale. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle! Stay tuned!


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Ma aiutare gli altri, cosa significa in concreto? Non è così semplice come si pensa, sapete? Perché per aiutare qualcuno che ci sta vicino, prima di tutto dobbiamo capire quale siano i suoi bisogni. E per sapere di cosa necessita dobbiamo essere attenti, dobbiamo saper ascoltare. Insomma, dobbiamo saper osservare. Perché se non stiamo attenti a chi ci sta accanto, come facciamo a sapere di cosa ha bisogno? Quando ero piccolina aiutavo mio papà a fare dei piccoli lavoretti in cantina e un giorno decisi di spostare tutti i barattoli delle vernici per ripulire il ripiano dove si trovavano e per poi risistemarli ordinatamente (secondo un mio ordine!).

Ancora ricordo la faccia imbarazzata del mio papà, quando terminai il lavoretto: era contento perché lo stavo aiutando ma aveva appena capito che avevo scombinato l’ordine dei barattoli, mischiando così anche l’ordine dei colori che lui aveva fissato, per poterli usare in maniera più semplice. Insomma, non mi ero resa utile perché non avevo intuito quale fosse il reale bisogno di mio padre. È stato solo un piccolo episodio, ma che mi è servito per capire bene che se volevo aiutare una persona dovevo prima rendermi conto di cosa avesse bisogno e di cosa potessi fare io per lei. In aggiunta ci tengo a precisare che quando abbiamo vicino qualcuno che può aver bisogno del nostro aiuto, non fa differenza chi sia: grande o piccolo, che ci sia simpatico o il compagno di classe con cui non andiamo tanto d’accordo. Tutti meritano il nostro aiuto! L’ultima raccomandazione che vi faccio è: aiutiamo gli altri in maniera silenziosa. Nel senso che non dobbiamo farci “pubblicità” quando ci impegniamo ad aiutare gli altri. Lo dobbiamo fare nel silenzio della discrezione, sia per non sentirci al di sopra degli altri, sia per non mettere in difficoltà chi sta ricevendo il nostro aiuto, perché il nostro gesto è spontaneo e viene dal cuore.

di Sara Meloni - disegni di Simona Spadaro

i sono sempre chiesta perché il terzo articolo della Legge Scout affermasse qualcosa del tutto scontato: “La Guida e lo Scout si rendono utili e aiutano gli altri”. E sapete perché mi sembrava inutile, come articolo? Perché, in realtà, c’è già la Promessa che afferma lo stesso principio. Quando infatti viviamo il grande momento della Promessa Scout, promettiamo “di aiutare gli altri in ogni circostanza…”. La risposta che mi sono data è che essendo un principio così essenziale si è sentita l’esigenza di affermarlo doppiamente, di rimarcarlo.

verso il Jamboree

OSSERVARE PER AIUTARE

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verso il Jamboree di Sara Meloni - disegni di Simona Spadaro

m i La mia amica perfetta “La mia amica è bella, brava buona e intelligente. Non ci litigo mai, quando mi serve un aiuto è sempre pronta a darmelo e ascolta ogni parola che dico!” Se avete letto fin qui avrete due opportunità: o state pensando che sono fortunatissima o state pensando che sono matta. In realtà ho riportato solo le parole di qualcun altro che mi hanno colpito per il semplice fatto di essere così distante dalla mia situazione. Perché la mia amica, quella vera, non è per niente perfetta. Abbiamo spesso opinioni differenti sugli stessi argomenti e quindi ogni tanto discutiamo; abbiamo gusti e modi di fare differenti che alle volte non si incontrano. Eppure è una persona speciale, che mi ha a cuore come io ho a cuore lei. È diversa da me, tanto diversa, ed è proprio questo che ci ha unite così tanto.

6 Sono convinta sempre di più che non sia stata io a sceglierla, così come non è stata lei a scegliere me. Ci siamo trovate lungo le nostre Strade e abbiamo imparato ad accoglierci e a volerci del bene. Non tanto dicendoselo, ma dimostrandolo! È l’amore per gli altri che ci aiuta ad avere accanto anche persone tanto diverse da noi. Perché, in fondo, è la condivisione degli ideali di vita che

rafforza i nostri legami. Vi siete mai chiesti perché le amicizie nate all’interno di ambienti scout durano sempre tanto e sono così forti? E come mai con alcuni compagni incontrati lungo il sentiero sia così facile condividere molte esperienze? Oppure perché, appena arrivati ad un campo di competenza, con 40 volti nuovi (ma tutti con il fazzolettone al collo) bastano un paio di ore per istaurare un’atmosfera davvero calda? Perché tutti abbiamo fatto una scelta in fondo uguale. Abbiamo deciso di vivere appieno gli ideali della Promessa Scout. Amiamo tutti dormire in una tenda e passeggiare per i boschi; per non parlare di come stiamo bene intorno al fuoco e di come ci divertiamo a fare i ban o a impegnarci per vincere le gare di Squadriglia. Dovremmo anche essere capaci, proprio per questo “allenamento” che facciamo, di essere aperti e accoglienti anche nei confronti di chi ha fatto scelte diverse dalle nostre. Il nostro compagno di classe, per esempio, che non ha scelto di venire in Reparto con noi perché preferisce andare a giocare a pallone. (fig. “amici”) Certo, non è così semplice e immediato essere “amici di tutti”, però è uno dei nostri obiettivi. E quale migliore allenamento se non l’avventura del prossimo Jamboree? Saremo in tanti: tante nazioni, tante etnie, tanti colori della pelle, tante abitudini e diverse tradizioni. Ma saremo tutti fratelli, ve lo garantisco io!


viso la coppetta di gelato con Marzia e ha rinunciato al secondo bicchiere di aranciata per lasciarlo all’altra ospite. Marzia è andata via un po’ prima perché aveva più strada da percorrere per arrivare a casa. E quando io e Maria siamo rimaste sole, non ho tardato a farle le mie rimostranze sull’invito di Marzia a cena.

Maria mi ha detto: “Sai che bisogna essere sempre cortesi con gli ospiti? Ho incontrato Marzia sulla strada davanti a casa tua e quando le ho detto che stavo venendo a cena da te e ho capito che si era rattristata per il fatto di non esser stata chiamata, ho pensato di invitarla”. Ed io, che ho sempre la risposta pronta, le ho ricordato che nessuno aveva invitato Marzia e che gli ospiti sono i benvenuti se sono invitati. Così Maria mi ha spiegato che la figura dell’ospite è del tutto particolare: è ospite chi accogliamo presso di noi; ma siamo ospiti anche noi. Nel senso che si chiama “ospite” chi viene ospitato, così come chi ospita. Dopo questo giro di parole, ero veramente rintontita. Mi è venuto da pensare, però, all’anno prossimo, quando saremo ospiti della Svezia per il Jamboree. Da tutto il mondo arriveranno gli ospiti, ma anche gli Svedesi saranno ospiti stessi. E se bisogna essere cortesi con gli ospiti, lo dovremo essere noi con loro e loro con noi. Sarà una bella prova di fratellanza e cortesia. Non vedo l’ora! E a pensarci bene, anche Marzia, la prossima volta, sarà la benvenuta.

di Sara Meloni - disegni di Simona Spadaro

tasera a cena avevo invitato Maria, la capo Squadriglia, ed avevo preparato un menù da leccarsi i baffi. Insieme a mamma, avevamo tirato fuori le posate più buone, i bicchieri a calice e i piatti che ci ha regalato la nonna. In tavola c’era una tovaglia bianca splendente e tutto era già sistemato. Si sentiva un buon odorino e non vedevo l’ora che arrivasse Maria. L’avevo invitata perché con lei mi trovo proprio bene. è una capo esemplare, tiene unita tutta la Squadriglia, nonostante tra di noi ci siano persone che non vanno sempre d’accordo, anzi! C’è Marzia che si dà sempre un sacco di arie e spesso cerca di lavorare meno degli altri. Così capita di alzare la voce perché bisticciamo. Ed è per questo che a cena avevo invitato solo Maria. Ma con mia sorpresa, quando sono andata ad aprire la porta, insieme a Maria c’era anche Marzia. Ho strabuzzato gli occhi e forse se ne sono anche accorte le ospiti. E poi in fretta e furia ho dovuto aggiungere un piatto in tavola, le posate anche per lei e abbiamo dovuto ridimensionare le porzioni della lasagna. Insomma, una vera scocciatura. Maria invece è stata gentile con tutti, durante la serata. Volentieri ha condi-

verso il Jamboree

CORTESIE PER GLI OSPITI? S

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Le lingue degli uomini

di Don Luca Meacci, AE Nazionale Branca E/G Agesci - disegni di Martina Acazi

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o un momento libero e tranquillo, non ci sono particolari scadenze, quindi chiudo gli occhi e provo a immaginare come sia stata la vita di quella prima comunità cristiana di quel tempo, dopo Pasqua, quando il Signore Gesù risorto dai morti aveva promesso che dopo la sua salita al cielo, avrebbe mandato il suo Spirito… …era ormai vicina la festa di Pentecoste, una festa solenne importante dove ogni ebreo faceva di tutto per salire in pellegrinaggio a

squa; mentre in ebraico indica le Settimane, cioè la Shavout che commemora la consegna della Legge da parte di Dio a Mosè sul monte Sinai (Es 19,16 – 20,17). Ma Shavout è una festa doppia, infatti è anche la festa delle primizie (Es 23,16; Nm 28,26)) cioè della raccolta dei primi frutti della primavera.

Gerusalemme. Vedo in lontananza Giovanni, mi avvicino e vedo che è indaffarato a preparare le ultime cose prima della partenza, quindi non chiedo niente ma osservo e cerco di aiutarlo nel preparare il bagaglio, che è particolare perché viene anche Maria, la Madre del Signore. Al mattino, di buon ora per sfruttare le ore più fresche del giorno, ci mettiamo in cammino e dopo qualche giorno di cammino arriviamo a Gerusalemme. La città è in festa, c’è tanta gente arrivata da ogni dove: dalla Panfilia, dalla Mesopotamia, dalla Frigia, perfino da Roma, alcuni vestiti in modo strano, come gli Arabi, o i Cretesi. Tutta questa gente salita a Gerusalemme per partecipare ad una festa importantissima. Il termine Pentecoste per gli ebrei di lingua greca indica i 50 giorni dopo la Pa-

bussiamo alla porta del cenacolo, ci apre una donna e ci fa entrare ma subito chiude la porta, poi ci spiega che hanno ancora paura di essere arrestati dagli ebrei. Giunti nella sala principale veniamo accolti con molto calore e affetto, tutti si scambiano il bacio della pace.

Seguo Giovanni e Maria e cerco di non perderli di vista, dato che ci sono tante persone ed eccoci arrivare nella parte alta della città e


Ma quando parla lei, quando a parlare è Maria, tutti tacciono e ascoltano devotamente le sue parole, il dolore che ancora affiora per la morte del figlio, ma sul suo volto vedo che non c’è tristezza, il suo sguardo è gettato lontano; il suo volto diventa sereno, sorridente quando racconta di tutte le volte che il Figlio risorto le è apparso e ha parlato con lei. Gli apostoli e gli altri ascoltano, comprendono che il loro Signore non li ha abbandonati, anche loro hanno avuto visioni, avvertono che qualcosa deve cambiare nella loro vita, ma sembra che non abbiano il coraggio di uscire sicuri, forti, coraggiosi, da quel grosso portone che chiude saldamente quella sala. Consumiamo il pranzo insieme e dopo il riposo Pietro richiama tutti alla preghiera. Il silenzio avvolge la sala del cenacolo, anche io prego con loro anche se i miei occhi cercano di cogliere le varie espressioni dei presenti, il silenzio è talmente avvolgente che da dentro la sala non si sente niente della confusione che c’era fuori per la festa di Pentecoste. Ma ad un certo momento un boato, un fragoroso rumore scuote la sala e tutti noi, nonostante le porte chiuse entrò nella sala un forte vento, sembrava il preludio ad una catastrofe, ma subito dopo, portato dal vento, una scia di fuoco che poi si frantumò in tante piccole fiammelle che andarono a posarsi sulla testa dei presenti. La paura scomparve, ora era per tutti chiaro,

si stava realizzando quanto Gesù aveva promesso: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.” (Gv 14,16-17). Su tutti scese lo Spirito Santo, i loro volti cambiarono d’aspetto, la felicità e la speranza ora erano ben visibili nei loro occhi; Maria, come nel suo stile, custodiva tutto nel suo cuore, per lei era un’ulteriore certezza: lo Spirito di Dio ancora una volta scendeva nel suo cuore, di madre, di sposa, di discepola. Pietro non indugiò un attimo, subito si precipitò alla porta del Cenacolo che spalancò velocemente, fino a sorprendere e impaurire quelli che erano fuori in quel momento, insieme agli altri undici raggiunse la piazza e salito su di un carro iniziò ad annunciare a tutti il Vangelo. Era sorprendente vedere come tutti comprendevano le sue parole, nonostante le provenienze più diverse, tutti comprendevano la Buona Notizia che Pietro e gli altri stavano annunciando: era come ridare legna ad un fuoco sopito. Tutti ricordavano, chi non sapeva chiedeva... era iniziata l’avventura della Chiesa. La nostra Pentecoste si innesta nella festa ebraica, ma si caratterizza per una grande novità: non festeggiamo la consegna di tavole dove la Legge è scritta, ma festeggiamo Dio che mediante il Suo Spirito prende dimora dentro di noi e diventa “legge” d’Amore per tutta la nostra vita; non si celebra la raccolta delle primizia, ma la vita della Chiesa, l’annuncio e la testimonianza del Vangelo, sono la vera “primizia”. Quel prodigio, dove tante persone, provenienti da Paesi diversi, comprendono lo stesso messaggio d’amore che è il Vangelo…..allora come non pensare al prossimo Jamboree in Svezia nell’estate del 2011: scout di tutti i Paesi del mondo uniti da un grande ideale di fraternità… Una nuova Pentecoste ? Ma tu ti sei iscritta/o? Ti aspetto al Jamboree.

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La lealta, un valore fuori e dentro lo sport di Don Luca Meacci, AE Nazionale Branca E/G Agesci - disegni di Elisabetta Damini

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embra strano, ma quando certe parole le senti di frequente, ti sembra di conoscerne il significato, cosa vogliono dire, ma poi se ci pensi bene e il significato vero e originale ti sfugge. Sapresti fare un esempio per spiegare, ma il senso profondo ti sfugge. Quante volte ci è stato ricordato che lo scout è leale, oppure che nel gioco dobbiamo essere leali. Questa parola sentita e risentita, che evoca atteggiamenti importanti, unici che ci caratterizzano come scout, ma in primo luogo come persone, fa parte del nostro vivere. Quante volte ci è capitato di ascoltare o pronunciare la Legge scout? Tantissime volte, quindi è necessario fermarsi un attimo, prendere un buon vocabolario e andare a cercare la definizione: “Lealtà: Onestà dichiarata e ammirevole, costantemente associata a franchezza e a sincerità”. Quindi la lealtà è qualcosa che è legato con l’essere onesti, franchi nel parlare, cioè sinceri, veri. Essere leali vuol dire essere onesti nel comportamento; una parola che im-

pegna vari ambiti della nostra vita. Anche nella Bibbia ci sono riferimenti alla “lealtà”, prima di tutto al comportamento di Dio perché il primo ad esserlo è proprio Lui. è fedele alla Legge, è fedele al patto di Alleanza, la parola data, le promesse fatte sono una garanzia. Dallo stile di Dio, discende il comportamento dell’uomo che è chiamato a comportarsi come Dio si comporta con lui. Vivere secondo questo modo di essere di Dio, non è sempre facile; per l’uomo è un costante impegno. Diciamoci la verità, qualche volta avvertiamo la lealtà quasi come un limite, un ostacolo che ci impedisce di andare avanti. Quante volte durante i giochi ci è capitato di trovare una “scorciatoia” per vincere senza problemi? Se ben ricordo eravamo nell’Appennino toscano, Campo di Reparto, con sorpresa di qualcuno la Squadriglia con il maggior punteggio per il trofeo di campo, era la Squadriglia femminile dei Delfini; avevano vinto di tutto: la gara di cucina, il torneo di scout-ball, anche la prova di orientering... sullo stile non ne parliamo. Si profilava una vittoria netta su tutte le altre e questo non era per niente accettato dalla Squadriglia maschile dei Leoni posizionata al secondo posto ma con un abbondante distacco. Si era oramai agli ultimi giorni di campo, restava da fare il Grande Gioco e secondo le nostre tradizioni, era suddiviso in tante fasi e prove, quindi poteva


assegnare tantissimi punti che potevano anche ribaltare la classifica generale del campo, in base a chi vinceva più prove. La tensione si percepiva, bastava un nulla che subito scoppiavano contrasti, alleanze strane contro quella o quell’altra Squadriglia. Un capo aveva perfino suggerito di sospendere il trofeo di campo e il GG, ma questa proposta non fu accettata. Tutti pronti, lo staff al completo per il lancio del GG.....e via, parte il mega GG. Il giorno successivo, quando il fumogeno verde dichiarava la fine del GG ed iniziava la verifica delle prove, vedevamo uno strano sorriso di soddisfazione sul volto degli esploratori della Squadriglia Leoni, come se avessero la certezza di aver vinto. Infatti a risultato finale risultava la Squadriglia Leoni la vincitrice del GG e di tutte le prove di cultura generale più alcune di quelle di abilità e forza. Sul volto delle squadrigliere della squadriglia Delfini invece gli occhi erano lucidi e le lacrime facevano capolino, tristezza e rabbia andavano a formare un mix esplosivo: la capo Reparto che si era avvicinata a Elena, la capo squadriglia, per consolarla si prese lo sfogo rabbioso di tutta la Squadriglia ma anche questo non servì ad addolcire la situazione. Decidemmo di fare un Consiglio Capi per cercare di capire, ma principalmente per calmare gli animi di tutti, dato che anche l’altra Squadriglia femminile si era arrabbiata perché non accettava tale risultato; al dire il vero anche a noi capi la cosa non sembrava lineare, ma il risultato era inequivocabile. Daniele, capo Squadriglia dei Leoni, era costantemente sulla difensiva su tutti i fronti; ad un certo punto Elena, tra le lacrime e il singhiozzo, disse: “Che senso ha fare il saluto scout mentre

si proclama che lo scout e la guida sono leali?”. Davanti a queste parole cadde il silenzio, noi capi ci guardammo senza dire niente, solo il pianto di Elena accompagnava quel momento. Ad un certo punto Daniele si alzò, mise una mano in tasca e piangendo anche lui, tirò fuori un foglio di carta tutto accartocciato e chiedendo scusa a tutti, passò il foglio al capo Reparto: su quel foglio c’erano tutte le soluzioni delle prove del GG che con uno stratagemma, erano riusciti a copiare dal quaderno dello staff. Daniele lasciò il Consiglio Capi e si recò dal resto della Squadriglia, mentre Elena corse dalle sue squadrigliere per annunciare la vittoria certa del trofeo di campo. Come staff decidemmo di non intervenire più di tanto, il pianto e il gesto di Daniele era più che sufficiente, però si decise che a chiusura del fuoco di bivacco di quella sera, avremmo rinnovato la nostra Promessa ascoltando nuovamente la Legge scout. Le Squadriglie iniziarono a preparare la cena e fu bellissimo che ad un certo punto tutta la Squadriglia dei Delfini con Elena in testa, si recò al portale dei Leoni e dopo il grido di saluto, invitarono a cena tutta la Squadriglia dei Leoni. Le due Squadriglie cenarono insieme, ritardammo anche l’inizio del fuoco per dare a loro tutto il tempo necessario per condividere quella cena e il tempo di una rinnovata amicizia; la cena iniziò come al solito con la preghiera e insieme dandosi la mano recitarono il Padre Nostro e poi dettero fuoco a quel foglio accartocciato che Daniele aveva tirato fuori di tasca. È in questi momenti che Signore tocca il cuore delle persone. Essere leali a volte costa, ma rende felici e liberi.

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S. Giorgio regionale in Toscana

Viareggio, 30 aprile - 2 maggio 2010

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a cura di Paolo Vanzini

ome faccio a far stare in questo piccolo riquadro un S. Giorgio regionale di questa portata? Non posso che tentare un riassunto estremo, perché sarà impossibile dire tutto. Partirò da alcune parole chiave… Proviamo!

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Tanti, o forse sarebbe meglio dire “tutti”: c’erano quasi 3500 persone tra Capi e ragazzi. Erano 450 le Squadriglie presenti, da un centinaio di Reparti, praticamente tutti gli Scout e Guide della Toscana o quasi. Competenza: quasi 100 atelier hanno ospitato i partecipanti, durante il sabato, offrendo loro la possibilità di sperimentare e approfondire 12 specifiche competenze, grazie ad altrettante pattuglie di esperti giunti da tutta la regione e oltre. Organizzazione: ma ci pensate, muovere tutte quelle persone da

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prendo il mio cuore non vi nascondo che la preparazione è stata veramente faticosa: all’inizio sembrava una pazzia, ma dopo il primo incontro con i Capi Reparto abbiamo capito che il sogno poteva realizzarsi e divenire realtà. All’incontro del 24 Gennaio al ConCa regionale, quando i Consigli Capi si sono incontrati per dire “noi ci siamo!” è diventata una certezza. Man mano che ci avvicinavamo al 30 aprile le riunioni diventavano sempre più frequenti, incombevano le scadenze, aumentavano le preoccupazioni. E finalmente il primo treno speciale! Che emozione vedere arrivare i nostri Esploratori e le Guide, con che stile i Capi Squadriglia ci tenevano a far fare bella figura alla propria Squadriglia, e quel novizio che ha detto al suo C.Sq.: «Capo, ma

tutta la regione con pullman e treni speciali? Coordinare in tre giorni l’arrivo, il soggiorno e la partenza, il cibo, gli spazi, gli spostamenti, le strutture… Entusiasmo: bisognava esserci, già lo si è assaggiato ai fuochi serali di sottocampo, organizzati dai Con. Ca. venerdì sera. Ma è veramente esploso al grande spettacolo di sabato sera con musica, luci, maxischermi e folli imprese piratesche alla ricerca di un tesoro. Coraggio: credetemi, ce ne vuole parecchio per lanciarsi in un’impresa simile! Lo leggiamo nelle parole

di Francesca e Lorenzo, e lo si è visto nelle decisioni prese in tempo reale, senza far mai inceppare il meccanismo, rischiando qualcosa e confidando nelle capacità di chi c’era, e nello sguardo benevolo del Padre. È il coraggio di chi tiene “gli occhi puntati sull’orizzonte”, di chi punta in alto, come quelle 450 Squadriglie che hanno erano lì, a Viareggio, poche settimane fa. Vi sembra che io esageri? Leggete un po’ cosa mi hanno raccontato Francesca e Lorenzo, i responsabili dell’organizzazione di questo evento!

ti rendi conto? Il treno speciale solo per noi! Il bus solo per noi! Allora è proprio vero che siamo speciali!» Da lì l’avventura è iniziata. I ragazzi ci hanno sorpreso per come hanno saputo rispondere: Estote Parati! Siamo andati a vederli durante gli atelier: ragazzi e ragazze che hanno detto “sì” alle competenze e che si sono giocati fino in fondo per apprendere nuove tecniche! E infine la Santa Messa in spiaggia, che ci ha fatto percepire come il Signore ci è stato vicino per tutti e tre i giorni. Sono stata al San Giorgio regionale come Guida nel 1987, come Capo Reparto nel 2002 e come Incaricata regionale quest’anno. Mi ha colpito il sorriso, lo sguardo dei nostri ragazzi quando sono coinvolti nelle attività, la grinta che mettono nel dimostrare che la loro

Squadriglia è la migliore, e lo stile che hanno quando ti dicono che tu, Capo Reparto ti puoi fidare di loro, che loro sanno meritarsi la tua fiducia. La passione che ci mettono è unica al mondo. Francesca, Incaricata regionale di branca E/G

Lorenzo

Francesca


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l San Giorgio è stata una bellissima avventura iniziata circa 8 mesi prima: sono stati mesi intensi e molto stancanti. Ma già la prima sera del campo, vedere i Consigli Capi che si alternavano nel fuoco di bivacco di sottocampo, mi aveva ripagato di tutte le fatiche dei mesi precedenti e dentro di me dicevo: «quello che viene da domani è tutto di guadagnato». Noi Incaricati di Branca abbiamo vissuto buona parte del San Giorgio come registi dall’EG Center, per coordinare e risolvere i vari imprevisti che si presentavano. Quindi anche se un po’ abbiamo girato e osservato, ci siamo

persi tante cose belle, e solo rivedendo foto video e commenti vari, mi sono reso conto della grandiosità dell’impresa. Un’impresa che non abbiamo realizzato da soli: abbiamo avuto accanto una Pattuglia fantastica e il Comitato che ci ha sostenuto al massimo, un grande entusiasmo di un’intera regione, una grande disponibilità in tutti i Capi a cui abbiamo chiesto una mano e soprattutto delle grandissime Squadriglie che hanno risposto nel migliore dei modi! Il nostro merito è stato quello di credere profondamente in loro, Capi e ragazzi, e nello Scouting. Abbiamo puntato sui Capi Reparto per l’organizzazione degli atelier, ed hanno fatto un ottimo lavoro. Abbiamo puntato sulle Squadriglie e sui Consigli Capi, mettendo l’Uscita di Squadriglia, l’autonomia e la cogestione al centro di questo San Giorgio, e

anche loro hanno risposto alla grande. E infine il momento della Messa. Eravamo indecisi se farla sulla spiaggia tutti insieme o trovare un’alternativa, a causa della pioggia. Abbiamo voluto osare, o meglio, rischiare, facendola sulla spiaggia, e il Signore ci ha premiati! Dal momento in cui i primi ragazzi sono arrivati sulla spiaggia ha smesso di piovere, e tutta la Messa compreso il rientro ai sottocampi, è stato senza pioggia. Rimanere in oltre tremila per quasi due ore sotto l’acqua sarebbe stato un grosso problema: siamo stati un po’ folli ma in fondo tutto questo San Giorgio è stato una follia, è stato un osare, un’affidarsi. Come avremmo potuto diventare prudenti all’ultimo momento? Lorenzo, Incaricato regionale di branca E/G

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La Magna Charta

di Alessandro Testa - foto dall’evento

scritta dal Parlamento dei Capisquadriglia di Puglia

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«Udite, udite, udite! Siano convocati li rappresentanti de lo popolo de li esploratori et de le guide de tutte le terre d’Apulia, et si riuniscano essi in solenne assemblea ne la piana de Cassano Murge nel die 11 de lo mese de aprile dell’anno del Signore 2010, per deliberare la Magna Charta de li impegni da assumere spontaneamente per lo bono andamento delle cose». è con questo spirito (magari condito da un linguaggio un po’ più moderno…) che la scorsa primavera, nella Base scout di Cassano Murge (BA), si è riunito in solenne assemblea il “Parlamento dei Capi Squadriglia” di Puglia, convocato dall’Agesci regionale per approfondire alcuni aspetti critici della vita di Reparto e stendere un piccolo decalogo delle cose da fare e da non fare. All’assemblea hanno partecipato un centinaio di Capi Squadriglia, provenienti da circa un terzo dei Reparti pugliesi, che hanno potuto scambiarsi esperienze vissute e confrontare le relazioni preparate dalle proprie Squadriglie in sede durante l’inverno. I Capi Squadriglia si sono così divisi in cinque commissioni che hanno riflettuto ognuna

su due aspetti critici della vita di Reparto. Le dieci tesi finali (che trovate nella pagina accanto) saranno poi inviate a tutti i Reparti pugliesi all’inizio del prossimo anno scout. Con il solo rammarico della brevità dell’incontro, svoltosi di domenica senza pernottare alla Base, tutti i partecipanti si sono detti entusiasti di aver potuto conoscere così tante altre realtà della propria regione, e di «poter imparare dalle esperienze degli altri» (Francesco del Valenzano 1, BA, 16 anni). Molto apprezzata anche la possibilità che hanno avuto tutti di poter «esprimere liberamente le proprie opinioni, senza subire passivamente attività proposte dai Capi», come purtroppo a volte da qualche parte succede (Flavia, Locorotondo 1, BA, 16 anni). Scontato infine il coro di Capi Squadriglia che hanno giudicato l’incontro di Cassano ed il confronto con gli altri «molto utile per la propria crescita nell’incarico svolto», auspicandone la ripetizione per i futuri C. Sq.. Se ad esempio Roberta del Brindisi


2, 13 anni, si impegnerà a cercare di passare al resto del Reparto gli stimoli ricevuti, Francesco del Taranto 17, 15 anni, non dimentica il rovescio della medaglia, e rivendica con orgoglio anche il contributo offerto da chi ha partecipato: «Abbiamo portato qui le nostre tradizioni, ciò che abbiamo di più caro – rac-

conta – ed ora torniamo a casa avendo appreso usi e costumi presentatici da altri scout come noi, che li giudicano altrettanto preziosi e ne sono giustamente fieri».

il Consiglio di SquadriNoi Capi Sq. riteniamo che e in cui ognuno espri6. e ant ort imp lto mo ant è squadriglia glia sia un momento importproprie idee; le decisioni 1. L’accoglienza in ero sentirsi subito a suo agio. me la propria opinione e le io sono fondamentali e perché il piede ten deve e esclusivamente dello lar par non e ben è che si prendono nel Consigl Sq., affinché nessuno si Per questo tra vita. Molto spesso devono essere a misura dellaare al rag giungimento delle scautismo ma anche della noschi, piccole feste di bengio , ban con i olt acc senta escluso, e devono mir vengono re gli incarichi aspettiamo mete del sentiero di tutti. è importante aff rontare il il venuto e regalini. Per sceglie bientare e familiarizzare, a di fiducia, ascoltando tutto con serenità in un clim eri. un po’ di tempo per farli am di teneri sanno o vogliopensiero di tutti gli squadrigli tenendo conto di ciò che i pieiarli ogni anno. var di poi do can cer e no fare, il Consiglio della Leg ge Noi Capi Sq. riteniamo che to il Reparto, di con7. ino gon ven i col pic tut più per di tutti! I sia un momento solenne ifica per quanto riguarda 2. Spazio ai talentimo ver imprese in base ai loro inseriti nel meccanis delle hanno fissato nel sentiero divisione delle idee e di . In alcuni casi è preceduto lità che cia , spe lità e i abi o egn lor imp alle te, me teressi e a prepararci meglio al moi Capi Squadriglia. da un Consiglio di Sq. utile importante che tutti i dopo essersi consigliati con o scelti in base al sene mento di Reparto. Sarebb tengano a mente tutti gli Anche i posti d’azione vengon Capi e gli altri squadriglieri no (…). Per aiutarci potrebtiero. scu ne impegni e le mete di Cia di tutti ave del successo! L’impresa vieeri, be essere utile la visualizzazione del sentiero 3. Valorizzare è laallechivar igli adr squ li deg ti. e tut enz di ie esig in un modo alla portata scelta sia in base prese o ancora da contenendo conto delle specialità do i Capo Sq. si fa portai propri talenti cercan Durante il Consiglio Capi, ogn 8. quistare, sia per valorizzare o che lo entusiasmi (…). voce di ogni squadrigliere bizioni e sentiero. di dare a ciascuno un compit tenendo conto delle sue am ti i nostri tut per ità un ort opp are cre Sintesi della 4. Cerchiamo di cialità di resa dell’anno ed attraverso le imprese e le spedesideri, le po estivo è la più grande imp onisti di questa cam Il 9. tag Magna Charta squadriglieri o ai lor o i pro iglia, che scegliamo in base o posti. (…) è organizzata da noi che siamarci poniamo attenzione dei Capi Squoadr son par si pre che te Per . me ura le e ent e avv ativ e ett nd gra lor asp tano instauadrigliere, sfruttando al Squadriglia Aff rontiamo le dif ficoltà che si presen al sentiero di ogni singolo squ lo nel li tar aiu di do azioni di ognuno. can lin cer inc cero, o le capacità e le ssim ma di Puglia rando un confronto sinnel e. min tarli a ter scegliere gli impegni e por ale e la sua collaboVice è una figura fondamenton andamento della Il . 10 di io sigl Con nel bu (trovate il 5. Le mete e gli impegni vengono scelti ione è indispensabile per il i Reparto, in base alle raz adriglia. Spesso diamo incarichi di responsabilità o Cap i con he anc e one ral end eg cut Squ Sq. dis testo int zarlo e preparalo al iglieri e secondo i e alle capacità degli squadr inché le possano collaboriamo insieme per sensibilizndere l’importanza pre aff sul sito AGESCI ambizion o, com un gli suo futuro compito e far un’analisi delle carenze di ogn squadrigliere. branca EG) colmare. I Capi Sq. indirizzano gli squadriglieri verso del cammino di ogni singolo un giusto sentiero.

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IL GRANDE SOGNO Campo regionale Umbria 2010

testo e foto di Paolo Vanzini

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acchiappasogni è il simbolo del campo che quest’estate ha radunato a Monte Alago, vicino a Nocera Umbra, buona parte dei Reparti della regione. Sapete cos’è un acchiappasogni? I Cheyenne lo donano da sempre ai loro bambini, che lo conservano tutta la vita. È una rete magica che ha il potere di trattenere i grandi sogni e le buone idee, e di far volare via, con le penne degli uccelli che lo decorano, i pensieri cattivi e i brutti sogni. Sotto questo simbolo si sono riuniti quasi 500 Esploratori e Guide, che hanno organizzato i propri campi di Reparto sparpagliati in quella bellissima valle tra i fitti boschi di faggio e carpino, costruendo una città di oltre 100 tende sui prati erbosi che in passato hanno già ospitato un campo nazionale nel 1983 e un campo regionale nel 1988. La cosa più interessante di questa formula è che mentre ciascun Reparto viveva il proprio campo estivo, con le sue attività e le sue imprese di Squadriglia, la vicinanza a tanti altri Reparti e Squadriglie della regione permetteva di conoscere, incontrare, imparare i tanti modi dell’essere Scout che, anche in una piccola regione, offrono sempre infinite sorprese

e spunti di arricchimento reciproco. È questo che hanno trovato quelle cento Squadriglie: un luogo in cui nello stesso momento in cui vivevano e mettevano alla prova il loro Scouting, potevano osservare altri che affrontavano le stesse sfide in cento modi diversi, con mille idee e altrettanti sogni da condividere. Ciascuna Squadriglia ha potuto portare il proprio bagaglio di competenza e di esperienza, lo ha testato e, se è stata veramente in gamba, lo ha accresciuto negli spazi di autonomia che aveva a disposizione, esattamente come in un qualsiasi campo estivo. E se ne son viste delle belle, dagli zaini appesi sotto la sopraelevata per tenerli all’asciutto (che di notte però erano piuttosto inquietanti), al pollaio da campo che garantiva uova fresche tutte le mattine, dal teepee di dimensione Reparto a un megatorneo con trenta partite in contemporanea. Tutto questo si intrecciava con i momenti comuni: le cerimonie, il Grande Gioco, la S. Messa, in cui le occasioni di incontro permettevano la conoscenza reciproca. E con le attività condivise, come le Missioni a cui tutte le Squadriglie sono state “sfidate”, e che tutte hanno affrontato con grande successo e forza d’animo, nonostante la pioggia e le non poche difficoltà dei percorsi. Missioni che non venivano dai Capi, ma che erano state ideate da ciascuna Squadriglia presente. Durante l’anno, infatti, ogni Squadriglia, per mezzo di un’impresa del suo


percorso per la Specialità di Squadriglia, aveva costruito e organizzato una Missione da proporre a un’altra Squadriglia. Ci si misurava, quindi, non su qualcosa di astratto e ipotetico, ma sui concreti risultati ottenuti da qualcun altro prima di noi, qualcuno con competenze e capacità paragonabili alle nostre. Ma con il vantaggio di averci sfidato sul suo terreno, in qualcosa su cui si sentiva particolarmente capace, e su cui stava addirittura prendendo il Guidoncino verde…

Insomma, pensate al vostro campo estivo, il momento più intenso e avventuroso dell’anno scout, aggiungeteci la possibilità di osservare dal vivo tantissimi altri Scout e Guide con le loro idee, le loro soluzioni tecniche di campismo, i canti, i fuochi, le imprese, le costruzioni. Mettete nella ricetta anche misurarvi con una sfida proposta da qualcuno che ne mastica veramente di certe tecniche… Questo c’era a Monte Alago: una possibilità sconfinata di imparare dagli altri e di insegnare ad altri, un grandissimo

scambio di idee e di sogni… che solo un acchiappasogni veramente potente poteva concentrare in un solo posto. Insomma, è stato un campo entusiasmante, chi ha partecipato ne ha portato a casa ricordi ed esperienze che non svaniranno facilmente, competenze nuove e sicuramente, … un grande sogno.

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Ma l’acqua e sempre piu blu!

di Alessandro Testa - foto di Paolo Ruffini e Giampiero Mariottini

Cento anni di scautismo nautico in Italia.

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Cento anni e non sentirli! A tre anni dalle celebrazioni per il primo centenario dello scautismo, culminate nel grande Jamboree in Inghilterra, a due passi da quell’isola di Brownsea dove nel 1907 B.-P. tenne il primo campo scout della storia, anche lo scautismo nautico ha celebrato la scorsa estate il suo primo secolo di vita. Neanche a dirlo, anche questo compleanno ha un riferimento inglese, anzi addirittura due, visto che gli storici non sono tutti d’accordo su quale evento celebrare. Gli attuali Reparti britannici hanno scelto infatti di spegnere le candeline l’anno scorso, ad un secolo esatto di distanza dal loro primo campo sperimentale di Beaulieu del 1909, mentre tutte le altre associazioni europee festeggiano quest’anno i cento anni della fondazione (sempre nel Paese di B.-P.) del primo Reparto nautico del mondo. Per ricordare entrambe le date, l’Agesci ha quindi organizzato un centenario ‘a tappe’, che ha preso il largo lo scorso anno con i gemellaggi di ‘Avanti tutta!’ tra Reparti nautici di tut-

ta Italia, ed è finalmente approdato alla fine dello scorso luglio sulle rive del lago di Barrea (AQ), dove oltre mille esploratori e guide hanno dato vita all’Evento nazionale nautico di chiusura ufficiale delle celebrazioni. A Barrea erano presenti 196 Squadriglie, appartenenti a 51 Reparti diversi. Di questi 19 erano completamente nautici e 17 ‘ad indirizzo nautico’ (cioè ufficialmente in via di trasformazione), mentre ben 16 erano Reparti ‘tradizionali’, abituati alle consuete attività nei boschi, che però in occasione del centenario hanno voluto approfittare dell’invito e sperimentare anche loro le attività in acqua; per questo, prima di venire al campo, avevano realizzato anche loro un’Impresa nautica, che hanno presentato agli altri insieme a quelle portate dai Reparti in polo blu che si erano gemellati nel 2009. E non hanno affatto sfigurato, anzi! Tant’è vero che, dopo aver valutato le decine di Imprese realizzate, la giuria, composta da Capi nautici molto esperti, ha consegnato un’inaspettata ma meritatissima


medaglia di bronzo al Reparto ‘terrestre’ “Mafeking” del Pescara 14! Meno sorprendente, ma altrettanto sudato il secondo posto conquistato dal Reparto nautico “Cristoforo Colombo” del Rimini 5, mentre (rullino i tamburi e si faccia ohhh con la voce, please!) la vittoria è andata ad un altro Reparto nautico, il “Francesco Caracciolo” del Portici 3, premiato per la pregevolissima costruzione di un’imbarcazione di classe ‘optimist’.

mentre più staccati sono arrivati i campioni delle Baie del Sannio, del Tritone, della Lontra e Marsicana. Da registrare qualche mugugno da parte delle Squadriglie femminili, nessuna delle quali è giunta sul podio, secondo cui l’eccessiva fisicità delle prove, a cominciare dalla finale in canoa, avrebbe favorito notevolmente i maschi… Ma non c’è stata soltanto competizione nei 10 giorni di Barrea: al termine delle celebrazioni e delle gare sono iniziate infatti le Botteghe del Porto: ben 32 ‘corsi di formazione’ aperti a tutti, dove le Squadriglie hanno potuto scegliere se cimentarsi nei loro pezzi di bravura, oppure se, forse più saggiamente, mettersi alla prova con qualcosa che non conoscevano. Ovviamente le più richieste sono state quelle nautiche: vela, canoa, giochi in acqua, windsurf e voga. L’ultimo giorno un rappresentante dei Falchi dell’Alfonsine 1 si è messo in fila addirittura alle 5.15 pur di essere certo di conquistare per la sua Sq. uno dei due posti disponibili per windsurf! Il secondo, presentatosi alle 6 (anche lui per iscrivere la sua Squadriglia a windsurf, ed anche lui con successo), ci ha raccontato che per un pelo

19 Ancora più combattuto è stato il Grande Gioco, disputato invece per Squadriglie e svoltosi in più manches, con eliminatorie e semifinali interne ai sette sottocampi, denominati ‘Baie’, a cui è seguita una grande regata finale in kayak tra i campioni di tutte le Baie. Alla fine l’hanno spuntata i Pinguini del Celle Ligure 1, in rappresentanza della Baia del Lupo, che hanno preceduto sul podio gli equipaggi della Baia dell’Orso e di quella delle Mangrovie,


Il “Medagliere” di Barrea 2010 Lo spirito di un Centenario non è esattamente quello delle Olimpiadi, ma ci fa piacere premiare l’impegno preparatorio dei Reparti durante l’anno nel realizzare le loro Imprese e la passione sportiva dimostrata al campo dalle Squadriglie durante il Grande Gioco, dunque riportiamo qui a mo’ di simbolico podio le due classifiche finali… Imprese per il Centenario: 1) Reparto nautico “F. Caracciolo”, Portici 3 (Baia del Sannio) 2) Reparto nautico “C. Colombo”, Rimini 5 (Baia del Tritone) 3) Reparto ‘terrestre’ “Mafeking”, Pescara 14 (Baia della Lontra) Grande Gioco 1) Squadriglia “Pinguini” (m) del Celle Ligure 1 (Baia del Lupo) 2) Squadriglia “Gheppi” (m) del Morengo 1 (Baia dell’Orso) 3) Squadriglia “Squali” (m) del Pescara 14 (Baia delle Mangrovie)

non è svenuto nel trovare qualcuno fuori dalla tenda segreteria già a quell’ora! L’altro gruppo di Botteghe molto richiesto (e anche qui la differenza maschi/femmine si è un po’ sentita…) è stato quello tenuto del personale del Corpo forestale dello Stato, che hanno insegnato ai loro allievi le tecniche

di prevenzione incendi e di protezione civile, come riconoscere la flora di montagna, e così via. Ne hanno fatto un po’ le spese le botteghe più tradizionali (pronto soccorso, topografia, ecc.) che, pur essendo altrettanto curate dai loro maestri, di certo avevano un po’ di difficoltà a competere con l’irresistibile fascino della costruzione collettiva di una piccola imbarcazione, a cui poi è stato dato il nome di ‘Guscio di noce’, partendo solo da un disegno e da alcune tavole piatte di legname, oppure della visita sul campo ad alcune realtà locali accompagnati dalle guide della Forestale… Ma non per questo noi di ‘Avventura’ ci siamo dati per vinti, e chi ha partecipato alla nostra bottega di giornalismo ha potuto mettersi alla prova con un inedito confronto tra tecniche di reportage tradizionali (il giornalino del campo) e più moderne, mettendo on line insieme a noi l’agenzia di stampa ufficiale dell’evento… il risultato forse è stato un po’ sperimentale, data anche la precarietà della connessione, ma chi dovesse essere così curioso/curiosa da volersi rileggere la cronaca di quei giorni può farlo, andando a cercare il file pdf “Navigaresenzaalberi” sul sito di ‘Avventura’, www.agesci,org/eg. Buona lettura e buona rotta!

la premiazione del reparto nautico “F. Caracciolo”, Portici 3 (Baia del Sannio)

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la premiazione della Squadriglia Pinguini del Celle Ligure 1 (Baia del Lupo)


Augusto Delpino, Caposquadriglia investigatore

La notte in cui scomparve il bosco il cervello. Siccome i fantasmi esistono soltanto nei giochi notturni, occorreva una spiegazione razionale: il fischio del caporeparto che aveva sentito infatti era reale. Cercò intorno qualche traccia, ma scoprì soltanto leggeri e trascurabili solchi nell’erba. Gli squadriglieri, man mano che uscivano dalla tenda, piombavano nel terrore più nero. Augusto si ripeteva ad alta voce: «Devo usare il cervello, senza aspettare un’illuminazione dall’alto». Illuminazione? Ecco la chiave. Chiese alle Linci: «Ieri sera, dov’è tramontato il sole?». Nessuno lo ricordava. Ma lui sapeva che il sole era sceso di fronte al portale, a ovest. Come poteva allora il sole, quella mattina, sorgere sempre dal lato del portale? Anche senza bussola, est e ovest non si possono scambiare. Augusto disse: «Datemi dieci minuti, vado nel canneto e torno». Gli squadriglieri terrorizzati erano convinti che il grande nulla avrebbe inghiottito anche il loro capo, dopo il bosco. Augusto s’inoltrò nel canneto, in un sentiero quasi invisibile. Quando sbucò dalle fitte canne vide proprio quello che si aspettava di vedere: il suo angolo era ricomparso davanti al bosco, con la cucina e la traccia della tenda; lì accanto, un carretto agricolo a due ruote; più in su, il reparto che si stava riunendo. Augusto tornò subito indietro. Le Volpi erano state in gamba, doveva riconoscerlo. La sera li avevano addormentati con chissà che intruglio sciolto nella camomilla; li avevano trasportati come mummie nel carretto oltre il canneto e avevano rimontato la tenda e il portale. Dovevano aver lavorato tutta la notte. Uno scherzo così ingegnoso non lo aveva mai subito. Se Augusto non avesse usato la testa, pensando invece agli universi paralleli, avrebbe frignato tutto il giorno finché non fossero giunti gli elicotteri della Protezione civile. «Smontate la tenda» disse ai suoi, che non sapevano se essere più sorpresi per quell’ordine o per veder tornare vivo il loro capo. Ora occorreva trovare una risposta altrettanto intelligente per le Volpi. Ma diabolica.

di Stefano Garzaro - disegni di Fabio Bodi

La prima giornata di campo era stata faticosa, con il montaggio della cucina e delle prime costruzioni. Augusto Delpino, il Caposquadriglia delle Linci, aveva mandato i suoi a letto presto. Terminato il Consiglio capi, Augusto si era stupito della cortesia del capo delle Volpi, notoriamente un malfattore, che gli aveva offerto una borraccia di camomilla tiepida per i suoi squadriglieri. Quell’infuso era venuto a proposito per conciliare il sonno. Augusto sognò a lungo cuculi a forma di fischietto. Ma non era un sogno: era il fischio insistente del caporeparto. L’interno della tenda era inondato di luce. «Porc... Sono già le otto!». Come aveva fatto a dormire così a lungo? Non appena Augusto mise la testa fuori dalla tenda, gli prese un colpo secco. Il bosco non c’era più. Quel bellissimo bosco di conifere e rododendri accanto a cui si erano accampati il giorno prima era sparito. Al suo posto c’era un pratone che sboccava in un dirupo, mentre sul lato opposto si apriva un canneto. Scomparsi anche la cucina e le costruzioni, restava soltanto il portale. Augusto pensò nell’ordine a una proiezione in un universo parallelo, a una modifica dell’asse terrestre, alla magia nera, alla scoperta del Graal. Ci mise anche il Graal, perché in ogni stupida trasmissione tv che parla di misteri il Graal c’entra sempre. Graal o no, la squadriglia era proiettata in un punto sconosciuto dell’universo. Augusto si pizzicò

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verso il Jamboree a cura di Paolo Vanzini - disegni di Chiara Beucci

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IN VISTA DEL JAMBOREE che ne dite di una

SPECIALITA DI SQUADRIGLIA? Ciao a tutti! Vi ricordate di me? Ma dai non fate i finti tonti! Sono Vicky, la vostra “rennetta del cuore”!!! Sono quella che vi vuole portare tutti al Jamboree! Siete davvero tanti: le domande sono state quasi il doppio di quelle che io mi sarei aspettata, tanto è vero che il nostro Consiglio Nazionale è stato felicissimo di aumentare il numero di Esploratori e Guide che potranno venire in Svezia la prossima estate. Eh sì, perché in realtà manca poco più di un anno al Jamboree 2011. Che tipo di occasioni dunque ci fornirà questa grande avventura? Proviamo a sentire il parere dei protagonisti degli scorsi Jamboree:

“Capisci che ci sono 1000 modi per fare scautismo in più riesci ad incontrare un sacco di persone molto diverse da te per religione colore o semplicemente mentalità e tutti sono aperti al dialogo… in pochissimo tempo ti trovi a fare squadra con persone che non hai mai visto prima e comunque tutti giocano insieme” (Margherita) “La parola chiave è divertimento: le attività che mi sono state proposte sono state tutte divertentissime e mi hanno insegnato a buttarmi e a provare anche quando non so cosa mi aspetta.” (Valentina) “Siamo stati stimolati a cominciare a fare “progetti futuri” dopo questa grande occasione: abbiamo pensato che potremmo organizzarci e vivere, se non con lo stesso stile del Jamboree, almeno con le sue prospettive. Che non sono di poco conto, e sono tutte riassunte nel motto: «Condividiamo il nostro mondo e le nostre culture!».”

(Silvestro, Erica, Matteo, Samuele, Paolo, Martina, Leonardo, p. Franco)

“In nessun altro luogo o momento puoi sentirti più “cittadino del mondo” di quanto ti sentirai lì. Niente più del Jamboree riesce a rendere concrete la pace e la fratellanza tra i popoli.” (Elisabetta) Già, è proprio così: il Jamboree, che è un megacampo Scout (un po’ diverso dai campi che voi scout e guide italiane fate di solito) ti porta in una sorta di universo parallelo, in cui tutti i grandi valori in cui credi, la tua idea del mondo, la possibilità per tutti di essere felici insieme al di là della provenienza, del colore della pelle, della religione, si trasforma in realtà. Il motto di questo Jamboree Svedese è SIMPLY SCOUTING: ma che vuol dire? Vuol dire proprio tornare al significato originario della parola Scout, cioè “essere vedette, andare in avanscoperta”, quindi vivere un’avventurosa ESPERIENZA nella splendida natura svedese, lanciarsi


Le parole chiave di questa avventura sono MEETINGS, SOLIDARITY e NATURE: cioè? Provo ad interpretarle: MEETINGS: possibilità di nuovi INCONTRI da vivere, poiché dietro a qualsiasi avvenimento che cambia lo stato precedente delle cose, c’è sempre un “incontro di storie”: personali, tra comunità, tra popoli. Il cambiamento avviene quando si spende tempo ad incontrare gli altri. Abituati come siamo ad “incontrare” amici “simili a noi” su Facebook o MSN o Twitter o altri social network, in realtà al Jamboree le persone si incontrano davvero, e si scopre che hanno promesso sulla stessa Legge, che vogliono lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato, proprio come noi. Si scopre che possiamo essere nuovi amici per altri Scout e Guide, così come altri possono essere nostri nuovi amici: una comunità nuova che costruisce, nel vivere insieme, “la convivialità delle differenze”.

NATURE: Il Jamboree in Svezia è occasione favolosa di vita all’aria aperta, grazie ad un ambiente naturale stupendo, dagli ampi spazi in cui si incontrerà la fraternità mondiale degli Scout. Una fraternità di ragazzi e ragazze che si sentono parte del creato che Dio ci ha regalato, un dono

che siamo chiamati ad accogliere, a valorizzare e a condividere. Non sfruttatori, ma custodi: è bello pensare che il Jamboree possa raccogliere ragazzi e ragazze da tutto il mondo come coloro a cui stanno a cuore le sorti del creato. Il compito di lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato ci impegna tutti a saper osservare la nostra realtà, capirla, portare il nostro contributo e contemplarne la bellezza, perché tutto ciò che esiste è dono di Dio che noi possiamo rendere più bello. SOLIDARITY: Ogni Scout e Guida del mondo vuole diventare il buon cittadino del Terzo Millennio, in grado di agire localmente pensando globalmente. Al Jamboree saremo in 30.000 a condividere esperienze vere che ci consentiranno di passare da questo nostro sogno a lasciare un segno tangibile di questa nostra esperienza: passare dall’indifferenza alla solidarietà e responsabilità, dalla chiusura al coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle tendenze nazionalistiche all’educazione alla mondialità.

verso il Jamboree

nell’incontro con le persone ed il territorio e nelle situazioni che chiedono ad un vero scout e ad una vera guida di intervenire.

Mi rendo conto che mi sono un po’ lasciata andare, ho usato forse qualche parola un po’ più difficile del solito. Ma troppo spesso voi Scout e Guide siete trattati ancora come bambini, mentre potreste lanciarvi davvero in avventure grandiose e importanti ed essere un vero segno di cambiamento anche per gli adulti, troppo spesso chiusi nei pregiudizi, nei piccoli interessi, nelle preoccupazioni quotidiane o nelle disillusioni. Ma tranquilli: queste idee altissime al Jamboree saranno tradotte nel vostro linguaggio scout, quello del fare esperienze insieme. Le incredibili attività del programma (Dream, Earth, Quest, Global Developement Village, People, Camp in Camp), le sfide dei challenges, così come le attività spontanee, la vita di sotto-campo, la cucina di Squadriglia, le cerimonie, il Cultural Day… Per entrare nel dettaglio di tutto questo, vi consiglio di cominciare a visitare i siti del Jamboree Svedese (http://www.worldscoutjamboree. se) e quello del Contingente Italiano (http:// www.jamboree.it). Prepararsi bene per vivere al meglio questo evento è un dovere, anche per contribuire a portare, con i nostri ambasciatori, un’immagine concreta dello scautismo italiano.

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verso il Jamboree a cura di Paolo Vanzini - fotografia di Isabella Samà

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E nato un Contingente! Chiuse le iscrizioni, sono pronte le Squadriglie

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inalmente è nato! Nei mesi scorsi sono arrivate centinaia di iscrizioni, anzi migliaia. Tante, come dicevamo, da convincere i vertici della nostra Associazione che il Contingente non era abbastanza grande, e da decidere di ampliarlo. Ed ecco i numeri definitivi. Invece dei 22 Reparti previsti, ne sono nati ben 29, per un totale di 116 Squadriglie, ovvero la bellezza di 1044 Esploratori e Guide. Completano la banda 6 Clan di Rover e Scolte che daranno una mano all’organizzazione del campo, 140 (4 per ogni Reparto e Clan) tra Capi e Assistenti, più un’altra quarantina di Capi che fanno parte dello Staff di Contingente… Tutti insieme fanno circa 1350 persone, una bella squadra! E parliamo solo dell’Agesci, perché Il Contingente in realtà è federale, ovvero della FIS, e quindi comprende 6 Reparti e una Compagnia del CNGEI assieme a tutti i Capi dell’associazione in camicia verde. Nel prossimo luglio, insomma, voleranno in Svezia quasi 1700 fazzolettoni federali. Dunque i Reparti di formazione sono nati, alcuni stanno già cominciando a incontrarsi e a conoscersi. Sono stati costruiti per lo più a livello regionale, a parte qualche eccezione. Ma la cosa importante è che tutte le regioni italiane, anche le più piccole sono rappresentate in questo Contingente, in modo da poterci presentare al Jamboree veramente come lo scautismo italiano. I partecipanti, infatti, non vivranno questa avventura a titolo personale, ma come ambasciatori nostri e del nostro scautismo. Avranno il compito e la grande responsabilità di raccontare a Scout e Guide di tutto il mondo chi siamo noi, e allo stesso tempo di tornare a raccontarci qualcosa dello scautismo del mondo, di cosa significa far parte di un

movimento che in tutto il mondo unisce decine di milioni di persone. Ad accompagnarli fino in Svezia, nel 150° anno dell’unità d’Italia, sarà una storia intrigante sulle tracce di Ingrid e di Paolo. Due ragazzi come voi, curiosi e intelligenti, dotati di spirito d’osservazione, capacità di deduzione e intraprendenza, che mettendo insieme piccoli indizi scoperti quasi per caso, si ritroveranno a dipanare un mistero che risale addirittura alla storia dell’Italia che nasceva nel Risorgimento… con un curioso epilogo – guarda un po’ - in Svezia. La storia sarà raccontata a fumetti, ne troverete i dettagli e le informazioni per scaricarli sulla Newsletter del contingente, alla quale tutti potete iscrivervi sulla homepage del sito www.jamboree.it. Ma cosa faranno questi reparti quando si incontreranno? Fondamentalmente vivranno un’esperienza secondo lo stile dell’impresa che li porterà ad “esplorare” il significato profondo delle 3 parole-chiave del Jamboree, quelle di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente: meetings, nature, solidarity. E dunque si incontreranno, si stanno già incontrando in campetti che saranno prima di tutto un’occasione di incontro, per spendere un po’ di tempo a conoscere altre persone, confrontarsi e confrontare le proprie motivazioni a questa “missione Jamboree”, scoprire chi abbiamo di fronte e i compagni di avventura, e capire come tanti altri affronteranno la responsabilità di ambasciatori. Ai campetti si vivrà il nostro ambiente privilegiato, la natura, che per noi è il luogo dove meglio esprimiamo le nostre capacità, le nostre abilità, dove riusciamo meglio a vedere e sentire la grandezza del dono che abbiamo


E per chi non sarà presente? La condivisione di queste esperienze sarà molto importante, soprattutto per chi non ci sarà di persona. Passerà in particolare con il ritorno degli Esploratori e Guide del Contingente alla vita del proprio Reparto: a ognuno di loro, non temete, sarà chiesto di coinvolgere il proprio Reparto d’origine. Perché è necessario imparare fin da subito cosa significa farsi ambasciatori, e portare il messaggio e la testimonianza di un evento, di un’Associazione, di un Movimento. Ma non solo. Siamo sicuri che la vostra Squadriglia sarà una delle migliori Squadriglie d’Italia che parteciperà alla grande impresa “Coloriamo l’Italia di imprese”:

ebbene, anche i Reparti Jamboree parteciperanno a tale grande impresa, ma andranno a “colorare la Svezia di Italia”, e ciò sarà visibile proprio sullo stesso sito (in una sezione dedicata) nel quale i reparti del neonato contingente racconteranno le loro avventure insieme a Paolo ed Ingrid. Il messaggio è semplice: “stay tuned”, state connessi, sognate in grande e realizzate grandi imprese. Il Contingente Jamboree, da parte sua, altro non sarà che un’altra grande impresa il cui scopo è di realizzare un sogno, lasciando un segno grande dentro di noi e soprattutto nelle persone e nei luoghi che incontreremo.

verso il Jamboree

ricevuto nel creato. Quella natura che ci impegniamo quotidianamente a conoscere per esserne buoni e veri custodi. Infine si proverà l’esperienza di spendersi per gli altri, di intervenire concretamente, di aprirsi al prossimo, per verificare come si possa migliorare il mondo anche semplicemente aderendo a uno stile di solidarietà, scegliendo di prenderci cura del nostro prossimo. Ogni Reparto “adotterà” una situazione di difficoltà e deciderà come intervenire per potersene far carico e contribuire, col proprio impegno, a cambiare le cose.

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a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma

Lettere per Di

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AMICI DI PENNA NEL MONDO Ciao Avventura! Mi chiamo Anita … reparto “Pegaso” … Vicenza 9 … Devo fare la specialità di “corrispondente” per il mio brevetto “animazione internazionale” e vorrei molto fare una corrispondenza con un esploratore o una guida di qualsiasi nazionalità per ampliare le mie conoscenze e rendere la specialità più interessante… Anita Daniele scrive: “… Avventura vi prego aiutatemi. Ho avuto l’impegno di trovarmi uno scout come corrispondente. Come si dice? Amico di penna. Preferibilmente internazionale…”. Anche Irene: “Ciao Avventura, potete aiutarmi per trovare qualcuno con cui corrispondere all’estero? È qualcosa a cui sono stata da sempre interessata perché mi sembra una cosa importante… ”.

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anti le Guide e gli Scout che cercano di mettersi in contatto con un corrispondente, preferibilmente internazionale. Diventa l’occasione straordinaria per scambiare esperienze, imprese, attività; dirsi ciò che si pensa sul crescere, sul sentiero, sugli amici e sugli scout.

Arricchirsi attraverso la conoscenza delle differenze di vita e di tradizioni. Ci si può reciprocamente invitare. Allora si viaggia! Le vie possibili sono alcune. Come già fatto da Anita, Daniele e Irene tramite Avventura. C’è la possibilità di essere pubblicati tra i messaggi della rubrica “Posta per te”, per corrispondere con Scout e Guide italiani. Tenendo, però, presente che le ragazze e i ragazzi in lista sono parecchi e si potrebbe dover aspettare un po’ prima di vedersi sulle nostre pagine. Una soluzione per attendere meno? Ma è ovvio: scrivere a chi ha già pubblicato il suo annuncio su Avventura! Oppure, per un contatto internazionale, si può contattare Silvia Sebastianelli, all’indirizzo silviaseba@libero.it, che saprà aiutare tutti. Silvia da tempo fa questo specifico servizio di mettere in contatto guide e scout interessati alla corrispondenza, appunto, internazionale. Infine, vi è la via della ricerca personale. Come? Facile: attraverso le tante occasioni quali gli eventi nazionali e internazionali. Ad esempio, il Jamboree che l’anno prossimo si svolgerà in Svezia. Ma ci pensate? Quanti incontri! Quanti contatti che possono essere ottime opportunità di corrispondenza! Una bella testimonianza è quella di Claudia. “Sono diventata corrispondente, anzi, amica di penna negli anni Ottanta. Grazie ad Avventura. Tante Guide e tanti Esploratori. A volte dall’altra parte dell’oceano. Come se si aprisse un mondo. Il mondo.” Dell’attenzione verso l’altro Claudia ha fatto il suo lavoro: è mediatrice interculturale. Ne ha fatto la sua vita: vive a Vienna. Indovinate come ha conosciuto l’uomo della sua vita? Che ne dite? Ancora titubanti? Fateci sapere!


“Spettacolare!” “No, sul serio, incredibile. Bestiale”.

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Non sapevano dire altro. Cioè, se qualcuno fosse passato di lì, anche per caso, avrebbe pensato che qualcosa si era incantato. Qualche ingranaggio saltava e loro continuavano, anzi ricominciavano, all’infinito. “Straordinario!” “Cioè, non ci credo.” “Ma guardate questo posto: non si riconosce più! Che spettacolo è?” Saranno stati sette o otto. Tutti lì, tutti a guardare quello che erano riusciti a fare. “Anche voi... sembrate diversi...” “Ma che dici, oh? Che vuoi?” “Sì, diversi, avete altre facce. Cioè siete sempre brutti, ma...” “Bello te!” “Sì, va bene, ma vi trovo diversi: abbiamo fatto qualcosa di grande. Insieme.” “Sì, grandioso.” Non c’era niente da fare. Nulla li poteva “disincantare”. E sempre quel qualcuno che passava non avrebbe capito un tubo, ma avrebbe guardato. Avrebbe visto quello che erano riusciti a fare e... “Fenomenale! Veramente!” “Visto?” “Alla grande. Lo dicevo io!” Ma che storia è questa? È la storia che ci piacerebbe raccontaste voi. Vogliamo che ogni Esploratore e Guida contribuisca a scrivere la nostra storia. O la nostra Storia (con la S maiuscola), la nostra impresa, se preferite È il racconto dei pionieri che costruiscono nel deserto. Degli esploratori delle foreste, dei mari e delle montagne. È il racconto di mille avventure.

doppia pagina da staccare

È il racconto di chi, giorno per giorno, prova a cambiare il mondo che ha intorno. Vorremmo, soprattutto, che ogni Squadriglia d’Italia vivesse fino in fondo la propria Avventura. Scegliesse il proprio sogno e lo realizzasse. Vorremmo poi che tutti lo potessero raccontare.

Vogliamo, tutti insieme



BIBLIOGRAFIA - WEBBOGRAFIA CONTATTI

Qualche indicazione per recuperare informazioni sull’internazionale, nei suoi diversi aspetti.

Per prima cosa possiamo guardare fra le pubblicazioni scout. Se ci interessa la storia dello scautismo internazionale: Mario Sica “Where it all began - Brownsea, il primo campo scout” ed. Fiordaliso Baden-Powell (a cura di Mario Sica) “Cittadini del mondo - Scritti sulla pace” ed. Fiordaliso Domenico Sorrentino “Storia dello scautismo nel mondo” ed Fiordaliso Per approfondire la dimensione europea: Salvatore Tomarchio “We love Europe” ed. Fiordaliso Questo sussidio aiuta a scoprire meglio l’Europa, spiega origini e funzionamento, suggerisce attività che portano a scoprire altri popoli, propone giochi per conoscerla divertendosi. Vale la pena di averlo per essere, ancora di più, cittadini europei consapevoli e attivi.

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In associazione c’é un bel numero di capi che lavorano sulla dimensione internazionale! Esiste infatti un settore chiamato “Animazione e Rapporti Internazionali”. La pagina internet é www.agesci.org/settori/ zi internazionale e la o segreteria in-

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ternazionale a cui potete scrivere per informazioni segrint@agesci.it Inoltre il settore é presente nelle regioni e nelle zone, puoi chiedere ai tuoi capi i contatti dei responsabili o visitare i siti internet regionali e zonali.

LE SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIA

INTERNAZIONALE

Un buon punto di partenza possono essere i siti dell’OMMS/WOSM (Organizzazione Mondiale del Movimento Scout) www.scout.org e dell’AMGE/ WAGGGS (Associazione Mondiale delle Guide ed Esploratrici) www.wagggs. org. Da questi siti potete anche trovare i link di tutte le associazioni del mondo, utile strumento per conoscere meglio i nostri fratelli oltre confine. Per poter conoscere in sicurezza scout tramite internet si può usare tutto l’anno la chat di ScoutLink (www. scoutlink.net), la stessa usata durante il Jamboree on the Internet (JOTI). Uno sguardo sul mondo é possibile attraverso i quotidiani stranieri: si può acquistare una copia cartacea nelle edicole più grandi o nelle stazioni/aeroporti o visitare i relativi siti internet. É consigliabile visitare sempre le edizioni web straniere di pagine che di solito visitiamo in italiano. I siti degli organismi internazionali (es ONU www.un.org) o europei (es www. europa.eu) sono un’altra finestra importante sul mondo. Giorgio Infante

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ISABELLA SAMà

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trario, ma non sono le nostre tradizioni, non riusciremo mai a fare un dolce tipico meglio di loro…» «È proprio questo il punto – intervenne Marzia pazientemente – Prima di venire qui mi sono chiesta anch’io cosa potevamo fare, e sono giunta alla tua stessa conclusione. Perciò mi sono detta: “Alla festa partecipa sempre tanta gente, che proviene da molte nazioni diverse, e ognuno porta qualcosa che gli ricordi casa sua. Noi, e gli altri ragazzi del paese che andranno, potremmo contribuire presentando quello che sappiamo fare meglio: dolci e danze tipiche della nostra valle, da confrontare con tutti gli altri”. Vedrete che faremo un figurone e ci divertiremo!». Più complessa era invece la questione del reportage. Infatti in paese c’era un fotografo di matrimoni che ogni anno scattava una foto della tavolata, che il giornale della valle pubblicava con una piccola didascalia. Quest’anno, invece, grazie ad un amico della Capo Reparto

disegni di JEAN CLAUDIO VINCI

affidata a Monica, e quella sulle usanze tipiche per festeggiarla nei loro Paesi a Ester; Silvia e Marcella invece avrebbero fatto foto & video da mettere sul sito di Gruppo, mentre Angelica sarebbe andata a parlare con i responsabili della festa e avrebbe preso appunti per l’articolo, che avrebbero poi scritto tutte insieme dopo la serata e infine attaccato trionfalmente in sede dopo averlo ritagliato dal giornale!

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Questi inserti vogliono darvi una mano prima di tutto a scegliere, a capire se una certa Specialità fa per voi. Vi suggeriremo le Specialità e i Brevetti individuali più utili da avere in Squadriglia, per avere un motore più potente, oppure i più adatti ad essere messi in cantiere e raggiunti proprio grazie alle Imprese collegate alle varie Specialità. Non dimenticate che il premio maggiore di una SdS non è il Guidoncino, ma la ricchezza delle competenze che si possono imparare durante le Imprese,

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Sicuramente sapete bene come si conquista la SdS: durante l’anno si compiono due Imprese e una Missione, e le tre relazioni, con la documentazione opportuna, si inviano agli Incaricati di Branca E/G della vostra Regione, che valuteranno se meritate di essere riconosciuti competenti. Una cosa seria, dunque, che vi darà diritto a portare, per tutto l’anno successivo, un Guidoncino verde sotto al vostro Guidone di Squadriglia.

E svolgendo una terza impresa durante quest’anno, potrete confermarlo e portarlo per un altro anno, sempre mandando la relazione agli Incaricati.

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Con la Specialità di Squadriglia di Internazionale inizia la nuova serie di inserti di Avventura. In 12 uscite vi proporremo idee e suggerimenti su tutte le Specialità di Squadriglia, i Guidoncini verdi, che con la vostra Squadriglia potete conquistare.

Alessandro Testa

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Internazionale: una specialità per portatori di pace

che lavorava al giornale, il direttore si era detto disposto a pubblicare anche un piccolo articolo fatto dalle ragazze, se ben fatto… «Ragazze, calma! Non è niente di impossibile: abbiamo fatto cose più difficili, e comunque basta organizzarsi». In capo a venti minuti fu buttato giù un piccolo elenco con le cose da fare e i relativi posti d’azione. La ricerca di sfondo sul significato religioso della festa fu

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Paolo Vanzini

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E partiamo con Internazionale! Questa è la Specialità che vi porta dentro uno dei significati più alti dello Scautismo, per come lo aveva inventato B.-P.: la dimensione mondiale. Gli Scout e le Guide di tutto il mondo si riconoscono fratelli e sorelle, al

La “Squadriglia internazionale” è quindi una Sq. che cerca l’incontro con le culture differenti, realizza lo scambio e la conoscenza e si arricchisce di questa “contaminazione culturale”. Crede fermamente nel valore e nella dignità dell’Uomo, in quanto figlio di Dio e sa vedere la maggiore ricchezza di un progetto realizzato assieme a persone ti altre culture, e l’apporto speciale che ciascuno sa portare, con il suo speciale bagaglio di cultura e conoscenze. Vi siete riconosciuti? Se sì, la Specialità Internazionale è già vostra!

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«E adesso fiestaaa! There’s a partyyy!!!», urlò a squarciagola Marzia, la vulcanica Capo Squadriglia dei Pellicani entrando in sede, dove aveva convocato tutte le altre per non meglio precisate “comunicazioni urgenti”… Dodici occhi (a cui si aggiungevano tre paia di occhiali) la fissarono stupefatti. Il motivo di tanta agitazione era semplice: tutta la Squadriglia era stata invitata all’annuale festa che la comunità nordafricana zi e gli altri stranieri on di reli-

gione islamica organizzavano nella piazza principale del paese in occasione della festa di IdAl-Fitr, alla fine del mese sacro di ‘ramadan’. L’invito era davvero una sorpresa, ma che dovesse succedere presto qualcosa era nell’aria: dopo aver realizzato due Imprese di argomento internazionale, ai Pellicani mancava infatti soltanto una Missione per poter spedire all’Agesci la richiesta di potersi fregiare della relativa Specialità di Squadriglia. E, in effetti, nella busta c’erano anche altre indicazioni, questa volta scritte dai Capi Reparto: «contribuite alla realizzazione della festa e preparate un reportage con foto per l’Eco della Valle», il giornale locale. L’iniziale entusiasmo si afflosciò come una torta venuta male… «Come sarebbe a dire, contribuite alla festa? – attaccò Valeria, che per carattere si accendeva facilmente – Niente in con-

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...E RACCONTARLO A CHI NON C’ERA.

di là di ogni differenza di cultura, colore e religione. E quindi ambiscono alla conoscenza reciproca e all’incontro, perché solo avvicinandosi e confrontandosi si costruisce quella fratellanza che è l’unica base solida della pace. La pace nel mondo, roba da sognatori? Eppure lo Scautismo, nato e cresciuto tra le due guerre mondiali, ha resistito fino ad oggi come movimento di pace, dando testimonianze altissime di come le persone possono superare ogni conflitto. E se tuttora conviviamo con un mondo in guerra, significa che il nostro messaggio e la nostra esperienza concreta, vanno trasmessi a voce ancora più alta.

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Contribuire a un evento mulitetnico...

MARTINA ACAZI

Missione: reporter (internazionali)

e del lavoro che si farà insieme. Troverete suggerimenti su come e cosa osservare per decidere il vostro progetto di Specialità, in quali imprese cimentarvi e come portarle a termine. E poi, per ogni SdS che presenteremo, troverete un paio di idee di Imprese e una Missione, proprio come se aveste davanti una Squadriglia che si sta cimentando. Solo un esempio da imitare nello spirito: le idee e le Imprese devono essere le vostre! Infine cercheremo di darvi qualche riferimento a testi o siti web su cui documentarvi.

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disegni di RICCARDO FRANCAVIGLIA

Lucio Costantini

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In squadriglia non potrà mancare un corrispondente, o un corrispondente radio, capace di mantenere i contatti a distanza tramite internet o per posta (sia

L’interprete è una figura fondamentale; il suo talento e la sua capacità di conoscere le lingue sono messi a disposizione per creare il ponte necessario a unire due mondi apparentemente lontani. L’amico del quartiere è colui in grado di sapersi orientare nella zona e individuare facilmente quelli che sono i riferimenti strutturali in cui si riuniscono i diversi gruppi e/o associazoni. L’europeista sa come mettersi in contatto e curare le ricerche sui paesi di appartenenza degli amici stranieri che incontreremo e preparare una mostre o un’at-

glese: ci tenevano a ben figurare e facendo così resero contenti i rispettivi genitori, per non dire dei docenti! Luglio arrivò in un battibaleno. Quando l’aereo puntò il muso verso il cielo, Paolo strizzò l’occhio a Flavio, ricambiato: la grande avventura stava per iniziare. Le Volpi ce l’avevano fatta!

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La specialità di squadriglia internazionale ha l’esclusività, forse, di essere la più “attuale”. Mai come oggi siamo così vicini a numerose occasioni per conoscere l’altro, non solo attraverso libri, enciclopedie o Internet! si gioca in casa: a scuola, per strada o bussando alla porta del vicino troviamo occasioni di incontro con persone appartenenti a etnie diverse dalla nostra.

elettronica sia tradizionale) e di comunicare attraverso scambio di lettere, fotografie, tradizioni.

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TECNICHE, SPECIALITÀ INDIVIDUALI E BREVETTI UTILI

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Specialità di Squadriglia Internazionale

doveva necessariamente essere “leggera” per esigenze legate al trasporto aereo. Il Settore Internazionale fornì a Federico dei dati precisi sul Reparto inglese. In seno al Consiglio dei Capi Squadriglia i Capi informarono, sentiti i colleghi inglesi, che i due Reparti avrebbero condotto attività autonome, spartendo tuttavia diversi momenti, dall’esplorazione d’ambiente, agli scambi “culinari” fino ai fuochi di bivacco e a quello solenne da Campo. Man mano che i preparativi per il campo all’estero stavano progredendo, i ragazzi del Reparto si resero conto che se c’era una materia nella quale impegnarsi a scuola quella era la lingua in-

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I brevetti che vengono in aiuto sono, non a caso, il brevetto di animazione internazionale,

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disegni di ANNA DEMURTAS

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Anna Demurtas

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tività che presentino la cultura europea, o un fuoco a tema. Il folklorista è colui che sa meglio di tutti avvicinarsi alle tradizioni popolari con la curiosità della ricerca delle origini e che sa leggere dietro un’usanza le radici che l’hanno alimentata. Bisognerebbe essere tutti dei bravi osservatori, per cogliere nell’altro quelle caratteristiche che lo rendono speciale, abituati a notare i piccoli dettagli. Beh, al redattore e al fotografo è affidato il compito di relazionare e documentare le imprese e la missione, raccogliendo le informazioni e le notizie, per poi raccontarli sfruttando il talento della scrittura e della comunicazione con le tecniche giornalistiche più adatte allo scopo e fotografando ogni occasione significativa.

conquistato da coloro che si rendono disponibili a organizzare attività di conoscenza, incontro e scambio interculturale o interreligioso. Animazione giornalistica, per saper come organizzare un’inchiesta o un reportage su argomenti di interesse generale fra cui quello degli scambi interculturali. Già, perché le tecniche per conquistare questa specialità sono tantissime: creare un centro di scambio di informazioni, tradizioni, oggetti tipici appartenenti a diverse culture; studi e ricerche approfondite sulle tradizioni di una qualsiasi etnia o su problemi quali la fame mondiale per poi provare a immaginare una soluzione valida; organizzare e preparare una cena etnica per mostrare al proprio quartiere quanto appreso in merito alle abitudini culinarie di altri popoli… L’importante è non perdere di vista l’obiettivo che è quello della conoscenza reciproca, della realizzazione di progetti comuni scoprendo, con gioia, che non siamo affatto così “diversi”.

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mente l’attività che le Volpi volevano proporre a tutto il Reparto doveva caratterizzarsi non come una semplice vacanza all’estero, ma come un Campo Scout di Reparto da condividere con gli scout e le guide locali. Poi sarebbe seguita l’ospitalità in famiglia. Federico, il Capo Reparto, spiegò alle Volpi, raffreddando un po’ il loro entusiasmo, che non era possibile prendere direttamente contatto con i loro fratelli scout all’estero: così volevano, saggiamente, le norme del Settore Internazionale dell’associazione. Era necessario innanzitutto mettersi in contatto con la sede centrale dell’associazione fornendo tutte le indicazione necessarie: data di partenza e ritorno, i luoghi che si intendevano visitare, il numero e l’età dei zi partecipanti, la rion chiesta di

itinerari particolari. Inoltre bisognava specificare se si intendeva svolgere un campo sotto tenda , oppure fruire delle strutture fisse di qualche terreno di campo nei dintorni di W. Alle Volpi parve che le cose non fossero semplici, ma il Capo Reparto si offrì di curare i contatti con il Settore Internazionale, a patto che le Volpi si occupassero, coinvolgendo le altre Squadriglie, di alcuni aspetti dell’esperienza all’estero documentandosi per benino sulla meta che avevano deciso di raggiungere, sulle caratteristiche fisiche, economiche, sociali di W., sui luoghi d’arte e naturalistici meritevoli di essere visitati, sui trasporti locali: tutte notizie che avrebbero potuto condensare sia dagli opuscoli che saggiamente si erano procurati, sia consultando delle guide turistiche, Internet o intervistando alcuni concittadini che, grazie al gemellaggio, avevano già visitato W. e i suoi dintorni. I Capi proposero che il campo poteva essere impostato seguendo come filo conduttore gli articoli 4 e 6 della legge: “(...) sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout” e “(...) amano e rispettano la natura”. Inoltre l’attrezzatura da campo

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riunite in Consiglio, decisero che era una proposta sensata. Paolo e Flavio, il suo vice, fecero un salto in Comune e ne uscirono carichi di opuscoli sulla città di W. Ora avevano indirizzi delle autorità locali, dei servizi sanitari e anche di alcune famiglie con figli della loro età: erano sicuri che alcuni di quei ragazzi fossero degli scout. Inoltre scoprirono che la città di W. era collegata con la loro da voli a basso costo: sembrava proprio un invito! a Ovviarn

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Posso iniziare col dirvi che spesso si ha un’idea di “dimensione internazionale dello Scautismo”, come realtà presente su tutti e cinque i continenti: la capillarità del nostro movimento ci fa sentir parte di una grande famiglia che condivide la stessa Legge e Promessa. Si potrebbe iniziare col documentarsi sulle diverse realtà, attraverso un’analisi “teorica” dei vari modi di far Scautismo. La parte più corposa, poi, dovrebbe basarsi sul contatto diretto: via quindi a gemellaggi fra gruppi di diverse nazioni, Campi estivi internazionali, Uscite all’estero; ma potreste anche scegliere di addentrarvi in territori inesplorati, alla scoperta di una realtà “straniera” che guarda caso vive nel vostro stesso quartiere o città. Non accontentatevi di raccoglier informazioni solo su libri e testi

Hills, in Gran Bretagna: forse, suggerì, poteva essere una buona pista da seguire. Le Volpi,

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Cara Squadriglia, mi sto proprio rivolgendo a te che quest’anno hai deciso di metterti in gioco pianificando la conquista della Specialità di Squadriglia in Internazionalismo. Immagino che l’entusiasmo sia “a mille” per l’inizio di questa nuova avventura: probabilmente avete già stilato un elenco di possibili Imprese ma è possibile che qualche dubbio resti ancora.

Quel sogno le Volpi lo cullavano fin da quando Paolo, il caposquadriglia, aveva raccontato che suo padre a un Jamboree c’era stato e ne parlava spesso come di un’avventura indimenticabile preceduta un anno prima da un Campo di Reparto all’estero, in Austria per la precisione. Quanto bastava alle Volpi per sognare un poco. Ne parlarono con i Capi, proponendo loro di realizzare un’Impresa di Squadriglia un po’ fuori dal comune: organizzare un campo all’estero per tutto il Reparto. I Capi, pur ritenendola una proposta di non facile attuazione, soprattutto sul piano organizzativo, accettarono. Ottobre: tempo di passare dal dire al fare anche se... le Volpi non sapevano proprio da dove incominciare! Innanzitutto ci voleva una buona motivazione: dove andare e perché. Tutti masticavano un po’ di inglese, ma non era una ragione sufficiente. Alberto però, il terzo di squadriglia, si ricordò all’improvviso che la loro città era gemellata con quella di W., nelle Cotswold

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A CACCIA DI IDEE: COSA OSSERVARE, DOVE CERCARE, COME DECIDERE

Un campo di reparto all’estero? Sì, l’organizza la squadriglia Volpi!

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Imprese Internazionali? Yes, WE CAN!

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disegni di SARA DARIO

“Il movimento scout è una fratellanza mondiale. Diventando Scout ti unisci ad una grande moltitudine di ragazzi appartenenti a molte nazionalità ed avrai amici in ogni continente. Ciò avrà un effetto vitale e di lunga portata in tutto il mondo per la causa della pace” B.-P.

Giada Martin

QUALCHE CONSIGLIO UTILE PER LA VOSTRA RICERCA...

Contatti sulle diverse dimensioni culturali presenti sul vostro territorio potete facilmente reperirli sui siti web dei vostri Comuni d’appartenenza (spesso esistono anche dei centri ad hoc, vi segnalo quello della mia città: www.comune.torino. it/intercultura

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www.wagggsworld.org/en/home Sito del WAGGGS, organizzazione mondiale che si occupa del supporto e dello sviluppo del Guidismo. Fondata del 1910 dalla sorella di B.-P., Agnes, che adattò il sistema educativo scout alle ragazze. Proprio in quest’anno ne stiamo vivendo le celebrazioni per il centenario!

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dalle tradizioni ai miti e leggende, ai tratti caratteristici sulla loro origine, ai piatti tipici (con cui potrete deliziare il resto del Reparto!). Questo è il sentiero che questa Specialità di Squadriglia vi chiama a compiere: la responsabilità nel trasmettere a chi vi sta intorno, in primis al vostro Reparto, l’entusiasmo e l’importanza di esser cittadini del e nel mondo (come ci ricorda il nostro B.-P.). Buon lavoro!

www.scout.org Sito del WOSM (World Organization of the Scout Mo ement): organizzazione mondiale che coordina la maggior parte delle organizzazioni scout nazionali. Conta circa 28 milioni di membri appartenenti a 160 nazioni diverse.

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consultazione da posizionare nel vostro angolo in sede di reparto. E adesso, buon lavoro!

come foste alle prese con una ricerca scolastica: avendone la possibilità, vivete in prima persona il confronto. Chiedete ai rappresentanti delle varie culture di farvi scoprire i “loro universi”:

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disegni di TOMMASO PEDULLà

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ed un’altra, cogliete gli aspetti di somiglianza e quelli di differenza, provate ad ipotizzare cosa sarebbe successo se alcune delle condizioni fossero state differenti. Ora tocca però realizzare un momento conclusivo di questa lunga inchiesta mettendo a frutto il vostro lavoro e provando ad organizzare, perché no, una sorta di tavola rotonda sul tema. Per tavola rotonda si intende una specie di conferenza conclusiva in cui vengono invitati esperti del settore, esponenti delle istituzioni pubbliche e analizzando i risultati del materiale ritrovato si provano a dare delle soluzioni a quanto avete affrontato. Nel corso di quest’inzi contro sarà compito on vostro pre-

sentare con attenzione il lavoro fatto mettendo in luce tutte le fasi che vi hanno portato sino a quel punto e provando, anche voi, a prospettare soluzioni ai problemi presentati. Al termine della tavola rotonda, una volta acquisiti pareri di esperti e avendoli confrontati con i vostri, provate a mettere quanto elaborato in un libricino o in un dvd. Create una sintesi completa della conferenza che racchiuda in sé tutto il percorso: questo da un lato vi aiuterà a presentare l’impresa per conquistare così la Specialità di Squadriglia, dall’altro vi servirà come ricordo o strumento di

Francesco Scoppola

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molteplici punti di vista. Innanzitutto cercate di capire la fonte e più nello specifico cosa c’è dietro quel particolare fatto o fenomeno: capire cosa c’è dietro vuol dire cogliere i momenti in cui si è sviluppato, le condizioni ed il contesto che hanno portato allo svolgimento, i soggetti che vi hanno contribuito e fatto parte. Appena compreso questo pas-

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infatti in questi piccoli e brevi fogli si trovano notizie che, pur non comparendo sulla stampa nazionale, rivestono un grande interesse per la comunità ed il territorio a voi vicini. Che tematiche scegliere? Trattandosi di specialità internazionale scegliete quegli argomenti e fatti che abbiano a che fare con culture

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Per conquistare una Specialità di Squadriglia occorre partire dall’elaborazione di una prima impresa che veda tutti i componenti della Squadriglia protagonisti. Approcciandovi alla Specialità Internazionale una buona impresa da mettere in piedi è sicuramente quella di realizzare una vera e propria inchiesta partendo da un argomento che riteniate di particolare interesse e che abbiate trovato su un giornale. Come prima cosa dovrete ovviamente avere a vostra disposizione un certo numero di quotidiani, è fondamentale non averne solamente uno in maniera da poter confrontare le informazioni e le notizie presenti oltre a cogliere eventuali fatti che siano citati in un quotidiano piuttosto che in un altro. Prima però di documentarvi sui giornali a diffusione nazionale andate a spulciare anche sulle testate locali e di quartiere, tante volte

serete alla fase successiva comprendendo come si sviluppano i problemi e raccogliendo quante più informazioni possibili. Per raccogliere informazioni dovrete essere tutti ben allenati ad andare a cercare dovunque. Potrete trovare delle notizie interessanti sia andando a parlare con delle persone che magari hanno vissuto la stessa esperienza oppure potrete trovare delle altre novità cercando su libri o altre fonti di documentazione. Tenete a mente che questa è indubbiamente la fase più importante perché vi consente di andare alla radice della questione che volete affrontare mettendo a confronto informazioni, dati e testimonianze che vi aiuteranno a capire l’entità del problema e quali eventuali soluzioni portare avanti. A questo punto nelle vostre mani dovreste avere abbastanza materiale, avrete capito cosa c’è alla base ed avrete raccolto un buon quantitativo di notizie che vi hanno aiutato a capire lo sviluppo del fenomeno. Cosa fare di più? Innanzitutto passate ad analizzare quanto in vostro possesso. Non ha senso infatti possedere del materiale e non metterlo in relazione tra sé stesso: cercate di capire quali relazioni ci sono tra a un’informazione

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IMPRESA: organizzare un’inchiesta

straniere, con una dimensione internazionale delle problematiche, non dovete necessariamente pensare a qualcosa di lontano solo perché si tratta di internazionale, ma concentratevi sulle tante realtà che esistono vicino a voi e che abbiano un respiro ed una dimensione sovranazionale. Una volta trovato un tema dovrete essere in grado di analizzarlo da

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disegni di Tommaso PedullĂ - testi e grafica di Silvia Bosio


Quali passi per farlo? 1

Parlatene con i vostri Capi Reparto. Controllate Avventura, troverete articoli, poster per i vostri angoli che parlano di noi tutti! Le nostre mongolfiere vi permetteranno di distinguerli.

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Con la vostra Squadriglia ideate, progettate, sognate le vostre Imprese. Visitate il sito http://www.coloriamolitaliadimprese.it/ e iscrivetevi. Riceverete un fantastico ricordo per la vostra Squadriglia.

3 Caricate le vostre foto, le foto del luogo dove avete pensato di realizzare la vostra Impresa. Fateci vedere come sono le vostre sedi, il vostro quartiere, la vostra città, il bosco che avete scelto per realizzare il vostro sogno. 4 Poi vorremmo vedere questi luoghi dopo che voi vi avrete lasciato il vostro segno, dopo la realizzazione della vostra Impresa. In questo modo vedrete la nostra Italia colorarsi delle vostre realizzazioni. 5 Dopo la vostra verifica, raccontateci la vostra Impresa. Raccontateci cosa è cambiato (nella vostra squadriglia, in voi, nel vostro Sentiero, nel vostro Reparto, nei luoghi dove vivete). Trovate il modo più bello per farlo. Le Imprese più originali, che di più avranno lasciato il segno (nella vostra storia, nel vostro quartiere, nella vostra realtà) troveranno spazio al Jamboree, dove mostreremo a tutto il mondo quello che avete fatto.

Vogliamo che qualcuno, anzi ognuno, che si trovi a passare per il vostro quartiere, per il vostro bosco, per il sito internet, per la mostra delle Imprese AGESCI al Jamboree, passi e dica: “Spettacolare” “Incredibile” “No, davvero, fantastico. Un sogno”. ALLORA FACCIAMOLO DIVENTARE REALTÀ.

Buona Caccia!

Nicola, Ilaria, don Luca Incaricati e Assistente Nazionale di Branca E/G


scouting for... school

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mici di avventura, sono Roberta, una Guida del Reparto Brownsea del Mazara 4. Quest’anno, probabilmente come molti di voi, ho affrontato gli esami di terza media. Come argomento di tesina ho scelto “Gli Scout”, naturalmente vi chiederete il perché. Perché se oggi sono quella che sono, è anche merito degli scout. Lo scautismo mi ha insegnato ad essere più autonoma e a conoscere meglio me stessa; mi ha insegnato ad essere leale, a meritare fiducia, a fare del mio meglio per compiere il mio dovere e perseverare negli impegni con coerenza. Mi ha insegnato a sorridere nei momenti di difficoltà, a vedere il lato positivo delle cose. La mia via è cambiata quando ho deciso di diventare scout. Ho avuto l’opportunità di crescere confrontandomi con gli altri, mettendomi alla prova, esponendomi, cercando di tirare fuori le potenzialità celate nella bambina che ero. Lo scautismo mi ha aiutata a diventare la ragazza intraprendente e gioiosa che sono oggi; e io penso che se un giorno per qualche motivo dovessi interrompere il mio cammino scout appenderei il mio fazzolettone dove tutti possano vederlo dove io possa ricordare che sono stata uno scout e che non smetterò mai di esserlo, perché si dice: “Scout una volta, scout per sempre” che è appunto il titolo della mia tesina. Inoltre, vi chiederete come ho fatto a collegare tutte le materie. Allora, di italiano “I Promessi Sposi”, perché anche noi scout promettiamo davanti a Dio sul nostro onore ad essere leali e rispettosi verso gli altri così come due sposi si impegnano a onorarsi e rispettarsi per tutta la vita. Poi di scienze “le stelle” ricordando la veglia alle stelle; di storia “il fascismo” e “il nazismo”, perché durante questo periodo lo scautismo entrò in clandestinità. Francese “la pollution”, perché uno dei motti più importanti scout è “ lascia il mondo un po’ migliore di come l’hai trovato” e purtroppo oggi l’inquinamento inficia la possibilità di rispettare questo motto.

Dopo tanto impegno sono stata premiata con un bel 10! Come penso di avervi dimostrato, lo scautismo fa parte della mia vita, tanto che l’ho addirittura inserito nella mia vita scolastica. A questo punto vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di vivere queste magnifiche esperienze: il mio reparto, i miei fantastici capi e la mia favolosa squadriglia. Dolci baci Roberta. Roberta ci propone temi importanti, espressi con chiarezza. Lo scautismo che diventa una fetta importante della vita e che “invade” altri ambiti. Ma ci pensate? Sostenere gli esami di terza media ragionando sulla Legge e sulla Promessa. Beh, davvero niente male! E dire che tante volte (ammettiamolo) ci viene da far gli scout solo quando siamo in uniforme e poi fuori dalle attività “chi s’è visto s’è visto”. Certo che non è così per tutti! Anzi, tutte le Guide e tutti gli Esploratori in ascolto la penseranno come Roberta, ne siamo certi. Fateci sapere. Fateci sapere anche se nelle vostre avventure scolastiche siete riusciti a parlare degli scout e come.

a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma

Lettere per Di

scutere

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B.A.? BAH!

Con gli auguri di correre in salita…

di Nicola Mastrodicasa - disegni di Riccardo Francaviglia

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orza, avvicinatevi, con calma. Non fate rumore, sorridetele. Potrebbe spaventarsi. Accertatevi prima che sia tutto ok. È dell’età giusta? Ha delle buste in mano? Si sta guardano intorno? Sì, dai, è vera. È proprio una vecchietta. E deve attraversare la strada. Con la spesa, addirittura. Tenetevi pronti. Dai, è facilissimo. Allora: prima salutatela. Vedete come vi risponde. Tutto, ok? Non sospetta nulla? Non è scappata? Bene, andate avanti. Fatele vedere il fazzolettone. Che fa? Dice che non ha vetri dell’auto da farsi pulire? No, spiegatele che siete lì per altro. Sì, ditele che non volete soldi. No, nessuna enciclopedia. La spesa. No, signora, si calmi. Spiegatele che non volete la sua spesa, volete portargliela. A casa, sì. Non vuole, ok. Abbandonate il primo obiettivo, provate con il secondo. Niente spesa. La strada. Sì, fategliela attraversare. Vabbè, non si convince. Cambiate obiettivo. Insistete, dai, una ne troverete. MA QUANTO È DIFFICILE FARE UNA CARA VECCHIA B.A. (BUONA AZIONE , l’avevate capito, no?) B.A.: S.P.A. (come si producono le Buone Azioni) Vista così, una B.A. è un’impresa impossibile. E soprattutto perché farla? E poi, pensateci un po’: trovate divertente far attraversare la strada a delle vecchiette che non ne hanno forse neanche voglia? O, al di là della vecchietta, è normale che uno cerchi per forza qualcosa da fare, un modo per sentirsi buono, si inventi espedienti pazzeschi pur di riempire la casellina “sono stato bravo”? O ci può essere qualcos’altro dietro alla B.A.? Insomma, diciamoci la verità: c’è veramente qualcuno di voi che va a letto la sera e

se non ha compiuto la sua Buona Azione quotidiana non riesce a prendere sonno? B.A.: B.-P. (che ne pensava il nostro Capo dei Capi) Eppure Baden-Powell sarebbe solo in parte d’accordo con questa visione della Buona Azione. Se, da un lato, prevedeva che ogni buono scout facesse pratica continua e quotidiana della B.A. (come la famosa mela al giorno), dall’altro non pensava che niente della B.A. potesse essere prevedibile: per lui un vero scout era quello che trovava le occasioni più impensate per realizzare un “simpatico aiuto” agli altri, in maniera originale, intelligente, talvolta imprevedibile ma capace di lasciare un segno negli altri e nel proprio ambiente. B.A.: O.D.A. (lo scouting: osservare-dedurreagire)


Allora proviamo a vederla diversamente questa benedetta B.A. Che ne dite di questo tipo di idea? Così è più semplice di prima? La nostra proposta per delle vere B.A. che funzionino è questa qua. Rilassatevi: niente rincorse dietro a sacchi della spesa, niente strisce da attraversare; provate a sentire e diteci se vi piace. Osservare-dedurre-agire: ne avete sentito parlare più volte probabilmente. Si tratta del modo in cui ci piace affrontare le cose, lo scouting. Al livello più semplice OSSERVO una situazione di bisogno, DEDUCO cosa manca, come posso intervenire, AGISCO metto in atto la mia B.A. Per esempio: osservo che un mio “compagno” di squadriglia non è felice? Deduco da ciò che fa e che mi dice quale possa essere la cosa e cosa posso fare per aiutarlo. Agisco, mettendo in pratica le mie deduzioni. E poi sono pronto per ricominciare. Vi può andare come schema? Lascia tutto alla vostra libertà, ma vi può aiutare a non affannarvi come pazzi a cercare una vecchietta

(che tra l’altro ormai sa attraversare benissimo da sola). Le paroline che vedete intorno al nostro nuovo schema possono esservi ancora di aiuto: Dove? Squadriglia: è il luogo che vi consigliamo, dove potete cercare la vostra parte, dove conoscete tutti ma dove potete imparare a conoscere meglio, dove potrete valutare con una certa precisione se e quanto la vostra B.A. ha avuto effetto Sentiero: la B.A. è forse un impegno come nessun altro, l’occasione per camminare spediti verso le mete che vi siete prefissi Impresa: nel fare con gli altri amici del Reparto e della Squadriglia potrete trovare le occasioni più “ghiotte : bastano gli occhi aperti ed un po’ di buon O.D.A. (osservo-deduco-agisco). Potete trovare il modo di rendervi utili agli altri nel lavoro, ma soprattutto è l’impresa la vostra

vera B.A.: è con essa che potete lasciare un segno nella realtà che vi circonda, cambiare in meglio il mondo. Come? Av v e n t u r a : la B.A. non è

solo l’impegno quotidiano ma è anche la scoperta di qualcosa di tosto, di un impegno straordinario. Può essere l’avventura di un piacere, quello di aiutare gli altri, che vi farà scoprire che nel profondo siete fatti per fare felici gli altri Competenza: eppure, le cose bisogna farle bene. Non basta... essere buoni, aiutare gli altri. Bisogna farlo con competenza, magari mettendo in pratica le nostre specialità, i nostri talenti affinati con il Brevetto. Estote parati: è il nostro motto, ci sarà un perché. Non si fanno B.A. se si dorme, se non ci si sa guardare intorno, se non si è preparati e svegli per farle. Perché? A questo non sappiamo rispondere. Anzi, sapremmo, forse. Ma abbiamo la convinzione che ognuno possa trovare il suo perché. È il perché che vi (ci) fa pronunciare una promessa, che vi fa salutare con gioia il sole che nasce, che vi fa ballare intorno al fuoco, che vi fa cantare nelle difficoltà, che vi fa scattare verso l’altro in difficoltà, che vi fa venire voglia di cambiare in meglio voi stessi ed il mondo, che vi fa correre in salita, che vi (ci) fa…

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di Isabella Samà - disegni di Jean Claudio Vinci

Parola di G u

ida

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UNA SQUADRIGLIA

la seconda volta che Emma mi ospita a casa sua. Emma Camesasca, classe 1930, una delle prime guide italiane. Appena entrata in salotto, non posso non notare un album voluminoso. Incredibile, è il Libro d’oro della squadriglia Gabbiani! A voi forse non dirà niente. Allora mi conviene fare un passo indietro. La squadriglia Gabbiani è stata fondata nel 1946. Le appartenenti erano K (Anna Cappelloni) - capo squadriglia -, Macca (Maria Maccabruni), Castoro (Maria Venerus), Ali (Maria Teresa Aliprandi), Emma (Emma Camesasca). “Niente vice?”. “No! K bastava e avanzava!”, esclama Emma. Quello che è aperto sul tavolo non è il primo Libro d’oro dei Gabbiani, ma... l’ultimo. La squadriglia Gabbiani non ha mai cessato di esistere. Probabilmente è la più longeva squadriglia italiana: 64 anni! E sì che le sue componenti hanno 80 anni: “Aspettiamo Alì, la piccola, che fa il compleanno ad ottobre, per festeggiare tutte insieme il nostro 80esimo”, racconta Emma. Quello che mi stupisce è la capacità di essere rimaste amiche per tutto questo tempo. Per me è un valore incommensurabile e glielo dico. “Sai, ci sono stati lunghi anni in cui ci siamo perse di vista, a causa degli impegni familiari e personali. E poi, anche quando ci siamo ritrovate, non è detto che tutto filasse liscio, perchè ognuna ha il suo carattere e con questo bisogna fare i conti”.

Lo dice mentre comincia a mostrarmi il Libro d’Oro (ultima versione, datata 2005). Ci sono le foto delle loro gite in agriturismo o in vacanza, quando “ci divertivamo come matte a cantare sotto la luna o a leggere ‘La tempesta’ di Shakespeare, a fare lunghe passeggiate o giochi di società”. “Insomma”, osservo, “una squadriglia in piena regola, commisurata alla vostra età”. “Certo”, risponde Emma, “ma considera che non eravamo tutte presenti. K, per esempio, vive a Francoforte e perciò è raro che ci raggiunga”. Oltre alle fotografie, ci sono pagine scritte fitte fitte, con calligrafia diversa: “Ogni 2/3 mesi, ci passiamo il Libro d’Oro. Ognuna di noi ha così modo e tempo per arricchirlo con i propri contributi. Confidenze, riflessioni che ti nascono - all’alba degli 80 anni - sulla vita e la morte, stralci di letture, poesie e articoli che


A DI 64 ANNI vogliamo condividere l’una con l’altra”. Rubo con gli occhi qualche verso di una poesia che si intitola “Sentirsi amato” ed apre il Libro d’Oro; poi, più avanti, “Un elogio della pazienza”, mentre mi faccio raccontare qualcosa di questa straordinaria squadriglia. “Ci piaceva moltissimo cantare. K ci teneva parecchio. Aveva orecchio, mentre io invece ero stonata”, ricorda Emma. “Abbiamo anche inciso il Cantico delle Creature, ma non sappiamo più dove sia finita la registrazione”. Le chiedo cosa cantavano in particolare. Mi spiega che, a quei tempi, non avendo ancora l’AGI una tradizione propria, attingeva al bagaglio francese. Prende uno dei suoi canzonieri e mi cita “Au bord de la rivière”, “La main dans la main”, “Calchiques”, “Oh, Shenandoah”... “Non le conosci?”. Purtroppo devo ammettere di no, nonostante il mio diletto fin da piccola per le canzoni. Anzi, se dobbiamo dirla tutta, ho sentito citare “Oh, Shenadoah”, ma non ne conosco il motivo. Penso che sia un peccato che si sia persa la conoscenza di così tante belle canzoni. Me le segno con l’intenzione di ritrovarle, impararle e proporle alla prima occasione utile. Mi immagino queste ragazze cantare tanto e questo mi riporta alla memoria un vecchio detto scout: “Squadriglia che canta, squadriglia che cammina”. E di strada la squadriglia Gabbiani ne ha fatta tanta... L’ultima sorpresa Emma me la riserva di nuovo casualmente. “I libri d’Oro li conserva Castoro, perchè ha una casa grande insieme al Guidone di squadriglia”. “Il Guidone?!”. Be’, ragazzi, secondo me, queste vecchie guide sono

realmente insuperabili. Che fortuna aver incontrato Emma! Mi ha dato modo di conoscere una splendida storia “privata” - quella della squadriglia Gabbiani che è il tassello di una storia “pubblica” più grande - quella della ripresa del guidismo in Italia. Se ci pensate, è straordinario quello che il guidismo ha significato per queste donne: mantenere in vita la squadriglia non è il riflesso della fiamma di quella Promessa, compiuta nel ‘45-’46, che non ha mai smesso di ardere. CHI è Emma Camesasca è appassionata di lingue straniere ed idiomi locali. Conosce l’inglese, il francese, lo spagnolo e il tedesco. Ha insegnato inglese per 40 anni all’Istituto tecnico Moreschi di Milano e per 25 anni alla scuola serale di via Cesate. Come membro del Circolo Filologico, ha contribuito a scrivere il vocabolario italianomilanese, dato alle stampe nel 2001. Ha vinto diversi premi di poesia dialettale e, in omaggio alla sua città, ha tradotto i 4 Vangeli in milanese. Non ha mai smesso di fare servizio: attualmente opera al CAV di via Tonezza a Milano e al negozio “Di mano in mano”, per la Comunità “Mondo e Famiglia”.

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ASTUZIE ESPRESSIVE Fatevi furbi ai fuochi di bivacco

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BASILICATA

CALABRIA

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LIGURIA

LAZIO

di Mauro Bonomini - disegni di Isacco Saccoman

ABRUZZO

a differenza tra il successo e l’insuccesso, a volte è soltanto un pizzico di preparazione in più. Il motto degli scout è Siate pronti! Perché non applicarlo quindi anche all’espressione, in particolare ai fuochi di bivacco? Magari voi siete guide e scout talmente speciali e abili che nessuno dei fuochi in cui voi avete lavorato è mai stato un insuccesso, ma per noi comuni mortali qualche “astuzia” non farà male. La prima che ci sentiamo di suggerirvi è quella del Libro Segreto. Se non ne avete mai sentito parlare, non preoccupatevi, vuol dire che quelli prima di voi il segreto lo hanno custodito bene! Non è niente di straordinario, però, solamente un quaderno dove raccogliere, in capitoli diversi, idee e riferimenti espressivi, meglio se a fogli mobili e, visto che si sta parlando di fuochi al campo, si suppone di non avere grandi problemi di trasporto e conservazione, di dimensione A4. Il Libro Segreto è una risorsa di Squadriglia, ma conservarne una copia personale a casa per ogni componente della Squadriglia è un’altra buona astuzia. L’informatico della Squadriglia provvederà a scrivere tutto su file e stampare la base e gli aggiornamenti: bucare i fogli e inserirli nel Libro sarà un gioco da ragazzi. Il Libro si tramanda per generazioni, passa di Caposquadriglia in Caposquadriglia, così come anche i file corrispondenti. Per renderlo più facilmente utilizzabile, ci sono i capitoli, che separeremo uno dall’altro usando dei divisori in cartoncino più rigido. Ci sarà quindi un capitolo ban, dove si raccoglieranno tutti i

migliori e più efficaci, con suggerimenti per farli riuscire al meglio. Se il ban prevede una melodia da seguire, sarà buona cosa insegnarla a tutta la Squadriglia e, a mano a mano, per ogni ban insegnarla anche alle novizie e ai novizi prima possibile. Se siete bravi musicisti, inserirete la trascrizione della melodia su pentagramma. Stessa cosa vale anche per il secondo capitolo, le danze scout: trascrizione dei gesti da compiere e della melodia. Ci saranno le danze atletiche, in cui i gesti saranno veloci e ritmati (faticosi, pure!); le danze umoristiche, con gesti buffi e caratteristici; le danze di coordinamento, in cui la sequenza dei gesti è complessa e richiede attenzione e abilità. Un altro capitolo registrerà scalette per il fuoco (la sequenza dei canti, ban, giochi e danze ecc.), quelle meglio riuscite, ma anche quelle così così, che provvederete a migliorare (una volta capito cosa non funzionava) per renderle fantastiche. Non mancherà un capitolo con i canovacci delle scenette, le tracce delle veglie di riflessione e delle veglie alle stelle. Perché non aggiungere poi una sezione sui costumi e i trucchi? Quando vi capiterà di ideare un costume particolarmente riuscito o un trucco teatrale eccellente, farvelo tornare in mente al momento del bisogno non sarà solamente un’ astuzia, ma un’ancora di salvataggio. Altra astuzia: se il campo estivo è a tema, raccogliete informazioni e, in una riunione di Squadriglia indetta appositamente, raccogliete il maggior numero di idee


per scenette, costumi e trucchi, ban e danze inerenti al tema. Mai sentito parlare del Battutario? È una raccolta di frasi celebri che si compone al campo, ovviamente saranno le più divertenti e particolari (sono escluse le battute irripetibili). Si tengono da parte e si utilizzano sia con scenette che ricompongono l’occasione in cui sono state pronunciate, sia in rubriche dedicate, come lo stupidario del campo. Se non volete crearvi dei nemici, è meglio che manteniate riservato il nome dell’autrice/autore, a meno che non sia avvenuto sotto le orecchie di tutti! Se la Squadriglia o qualcuno dei suoi membri è particolarmente abile in qualche tecnica espressiva, senza esagerare per non venire a noia, fate però in modo di sfruttare queste capacità. Alcuni mezzi sono particolarmente efficaci e semplici (il radiodramma, i quadri fissi e mobili) altri un po’ più complessi (il coro parlato, la recitazione, il musical semplificato), ma molto suggestivi se ben fatti. Radiodramma (è il modo in cui si trasporta un racconto o un libro per essere ascoltato alla radio): comprende un lettore, personaggi, rumoristi. C’è una storia narrata dal lettore,

in cui i dialoghi vengono invece letti direttamente dai personaggi e in cui i rumori vengono eseguiti dai rumoristi. I rumori possono essere creati con strumenti appositi o vocalizzati, anche con le parole onomatopeiche dei fumetti (i famosi sbang, crash, bang). Se riuscite a organizzarlo a casa, con più tempo per scrivere e ideare, la realizzazione sarà rapidissima e la riuscita garantita Quadri fissi e mobili: un narratore racconta la storia (si possono anche inserire altri lettori che diano voce ai personaggi) e sul palcoscenico, dietro ad un sipario che viene di volta in volta alzato e abbassato, si rappresenta la scena. Nel quadro fisso la scena è come una fotografia: tutti fermi immobili. Nel quadro mobile si parte da un’istantanea con tutti i personaggi in blocco di scena, ma questi poi si animano e rappresentano una parte di azione o con il mimo o con la recitazione. Il quadro fisso si presta più facilmente a temi umoristici (usando in particolare le espressioni dei personaggi), ma si può utilizzare anche per rappresentazioni più serie. Il coro parlato utilizza molti lettori che recitano le loro parti intrecciando le voci come in un coro polifonico: a canone (cori differenti che si alternano), ad inseguimento (il secondo coro pronuncia insieme al primo l’ultima parola o frase e poi prosegue mentre il primo tace), a sovrapposizione (più cori parlano insieme con testi diversi) Il musical semplificato fa cantare ai personaggi solo poche parole delle canzoni, che si inseriscano umoristicamente nella trama e nei dialoghi tra gli attori Le colonne sonore sono un ottimo accompagnamento per le scenette. Se avete in Squadriglia chi suona strumenti musicali (e se li è portati al campo), avrete non una, ma molte frecce in più per il vostro arco. La musica dal vivo è molto suggestiva, ma attenzione a sceglierla bene e a non fare durare troppo i brani (il verbo annoiare non deve mai comparire nei nostri fuochi). È possibile, in caso di scenette umoristiche, comporre orchestre “a fiato”, suonando a voce i vari strumenti, i risultati possono essere esilaranti.

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I Rompitasche sono espedienti simpatici per ravvivare un fuoco, compaiono in scena all’improvviso (ma, ovviamente, sempre se non volete crearvi nemici, l’ingresso è concordato con chi sta sulla scena) e recitano una parte a sorpresa, come lo straniero che si è perso, l’attore rifiutato che vuole invece farsi valere, l’intervistatore del TG che fa la diretta dello spettacolo, il signor Pignolini che puntualizza gli errori di recitazione ecc.. Nell’arco del campo può diventare una consuetudine farli comparire, in momenti sempre diversi, anche durante danze e ban o canti. Sono assolutamente vietati alle veglie di riflessioni e alle veglie alle stelle.

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In un libro mai pubblicato di Hariu Protter, il famoso mago deve comprare il magico Elencocanto. Possederne uno fa in modo di poter trovare il canto giusto al momento giusto. Non è altro che un elenco di canti, scelto in base alle capacità e conoscenze canore del reparto. Davanti ad ogni titolo può essere inserito un simbolo che distingua: canti scout, canti lenti, canti ritmati e una serie di stelline: 1 stella ...se proprio non c’è di meglio... questa canzone non la sanno tutti bene, riesce solo se c’è Giorgetta o Elisabetta e stavolta non ci sono, piace al Caporeparto che è stonatissimo 2 stelle ...va be’ ce la caviamo 3 stelle ...niente male, siamo quasi bravi 4 stelle ...senza questa il reparto non sopravvive, manda il morale alle stelle, la cantano tutti

5 stelle ...è il nostro cavallo di battaglia, quando la cantiamo applaudono anche gli scoiattoli e i leoni marini (quelli veri, intendo!) Se non sapete cos’è una check-list, imparatelo! Per il fuoco non se ne può fare a meno. Presenta un sacco di domande a cui bisogna dare una risposta positiva PRIMA che lo spettacolo vada a incominciare. Ogni Squadriglia se ne compone una personale, ma non devono mancare le domande come: C’è tutto il materiale? Ci sono le torce elettriche funzionanti? C’è abbastanza legna? Il posto dove dobbiamo recitare è pulito, senza sassi, chiodi o altro materiale pericoloso? La scaletta è a posto? Il testo da leggere è disponibile e non ce lo siamo dimenticati a trenta chilometri di distanza? Recitare noi stessi non è la cosa più facile del mondo, ma almeno la parte la conosciamo bene. Le scenette che riguardano la nostra Squadriglia possono essere un asso nella manica. Abbiamo fatto qualcosa che non era proprio perfetto? Spieghiamone umoristicamente il perché al Reparto... tanto hanno già riso anche prima. Abbiamo perso un gioco o una gara? Siamo comunque i vincitori morali, è stato solo perché... ve lo spieghiamo noi il perché! La Caposquadriglia o il Caposquadriglia hanno bevuto una pozione magica e non sanno più parlare... è una fortuna o una sfortuna? Vediamo cosa succede.


Dimenticarsi il Quaderno di Caccia è brutto, non averlo quando si prepara un fuoco è da stupidi... vedi sopra. La legge di Murphy colpisce quando meno te l’aspetti, ma lo spettacolo deve continuare, con un po’ di faccia tosta nessuno capirà che abbiamo sbagliato! Il panico da palcoscenico è sempre dietro la porta... ma dov’è la porta nel prato dove faremo il fuoco? Se il fuoco è andato bene il merito è del Caposquadriglia, se è andato male la colpa è del resto della Squadriglia.

Ricapitoliamo un po’: se possibile, lo abbiamo detto tante volte, portiamoci un bel po’ di idee da casa, perché al campo, lo sappiamo tutti, il tempo è tiranno. Teniamoci sempre qualcosa pronto di riserva, ma preparato bene, perché può risollevare le sorti di una serata fiacca. Anche i migliori sbagliano, ma perseverare è da stupidi... impariamo dagli errori, perché la nostra Squadriglia stupida non lo è mai stata. Lo spettacolo non è democrazia, il regista è un re... poi se sbaglia ci pensiamo dopo.

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L’ARTE della MANUTENZIONE del MATERIALE di SQUADRIGLIA

di Lucio Costantini - disegni di Tommaso Pedullà

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ra la fine di marzo quando Gianna, la Caposquadriglia delle Antilopi, in vista dei giochi di San Giorgio del mese successivo, scese nello scantinato del magazzino di Reparto insieme a Claudia, la terza di Squadriglia, a cui era stato affidato da poco l’incarico di magazziniera. Entrambe vennero colpite da un forte odore di muffa. Lì per lì non ci fecero caso, ma una volta aperti i sacchi contenenti la tenda di Squadriglia si resero conto che quell’odore, fattosi più acuto, proveniva proprio da lì. Srotolata che ebbero la tenda nel cortile della base di Reparto costatarono che, purtroppo, l’umidità aveva fatto il suo corso. In pratica soltanto il pavimento della canadese, essendo di pvc, si era salvato. Il telo interno e il soprattetto erano ridotti a un colabrodo e non era nemmeno pensabile di rammendarli. Gianna immaginò la faccia che avrebbero fatto Giulia e Roberto, i Capireparto, appena appresa la notizia.

La tenda era da ricomprare e quindi le Antilopi avrebbero dovuto mettere in moto tutta la loro creatività per far sì che la prossima attività di autofinanziamento desse i risultati sperati. Era accaduto che il campo di Reparto si fosse concluso sotto la pioggia e il materiale era stato “provvisoriamente” depositato in magazzino con l’intento di sistemarlo non appena possibile. Poi, complici le vacanze estive e la dispersione delle Squadrigliere tra mari e monti, i buoni propositi delle Antilopi si erano dissolti come neve al sole... Gianna, consapevole dell’errore commesso, convocò un Consiglio di Squadriglia nel quale vennero prese delle decisioni importanti. Era doveroso che le Antilopi, nessuna esclusa, collaborassero d’ora in avanti per conservare in modo adatto il materiale, dalla semplice trivella alla tenda. Per passare dalle parole ai fatti tutto il materiale venne portato a casa di Gianna.


L’elenco, redatto da Claudia, comprendeva la seguente attrezzatura: una sega ad arco per legname dolce; un saracco; un coltellaccio per sfrondare rami; due accette il cui filo era in condizione pietose; una raspa piana; una raspa semi tonda; una raspa tonda senza manico; un trapano a mano (il papà di Gianna, che di certe cose se ne intendeva, disse che si chiamava girabecchino) con una serie di punte di diversi diametri; tre scalpelli da legno da arrotare; un mazzuolo di gomma per piantare picchetti; un mazzuolo per scalpelli; una mazza pesante con manico corto; una serie di trivelle di diametro variabile; due pale pieghevoli; un punteruolo; un piccone; un rastrello privo di manico; un metro metallico a nastro; un filo a piombo; un livello; due lampade a gas con bombolette prive di vetro e retina; due taniche di plastica; una ghirba di plastica per acqua potabile con rubinetto. La batteria da cucina recava ancora le tracce dell’ultimo pasto: le pentole erano state lavate in fretta e l’odore che si sprigionò quando vennero sfilate l’una dall’altra e aperte non era proprio dei migliori! I picchetti della tenda erano stati riposti in fretta, andavano ripuliti dalla terra e alcuni erano vistosamente storti. Difficile su due piedi stabilire quanto cordino ci fosse: una matassa aggrovigliata che mise a dura prova le Antilopi per venirne a capo! Una volta inventariato il materiale andava risistemato o comunque predisposto per essere ben conservato. A quel punto furono utili i consigli dati sia da Roberto, il Caporeparto, sia dallo stesso papà di Gianna. Le Antilopi trasformarono alcune riunioni di Squadriglia in momenti di lavoro. Il cordino, che per fortuna era sintetico e quindi non aveva risentito dell’umidità, venne ridotto in spezzoni da tre e da quattro metri, misu-

re adatte per le legature al campo e le estremità vennero bruciate con l’accendino per evitarne lo sfilacciamento. Ogni spezzone venne arrotolato con cura secondo le istruzioni di Gianna per essere riposto appeso. Nessuna delle Antilopi era in grado di rifare il filo alle accette e agli scalpelli: vennero perciò affidate all’arrotino. Furono ricollocati i manici per la raspa e per il rastrello; comprati i vetri e le retine per le lampade a gas. Quasi tutti gli attrezzi, riposti bagnati o umidi alla fine del campo estivo, recavano tracce di ruggine: fu necessario toglierla con delle pezze abrasive morbide impregnate di petrolio. Le lame vennero protette con un velo di grasso. Alla fine del lavoro le mani delle Antilopi erano odorose e non propriamente belle da vedere; in compenso gli attrezzi erano tornati come nuovi. I picchetti vennero ripuliti e raddrizzati con pazienza. La batteria impilabile da cucina venne lavata e riposta in un sacco di cotone apposito; la cassa di squadriglia, pulita, riverniciata e contrassegnata con i colori di squadriglia. Gianna riflettendo fra sé su quanto accaduto pensò che le Antilopi si sarebbero potute risparmiare quella fatica se solo si fossero ricordate, lei compresa, dell’articolo nove della Legge. Si disse che alla prossima riunione di Squadriglia, con l’aiuto dei Capi, ci avrebbero ragionato su...

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NON SI NASCE... IMPARATI Come diventare un buon Caposquadriglia

di Damiano Marino - disegni di Riccardo Francaviglia

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empo fa ho sentito una definizione che mi è piaciuta e la volevo condividere con voi: la Squadriglia è come il team dei meccanici ai box della Formula 1: ognuno ha il suo incarico ben definito, ognuno si è preparato e lavora in perfetta coordinazione con gli altri, tutti uniti nell’effettuare i propri incarichi nel minor tempo possibile. Fra di loro ce ne è uno che sembra avere un ruolo secondario: è chiamato lollipop man (uomoleccalecca), quello che alza una grande paletta per dare il via al pilota per riprendere la gara. È un incarico tutt’altro che secondario, anzi, quell’uomo è il capo del team, il responsabile delle operazioni: da lui dipende il tempo di fermata ai box e quindi gli esiti della gara, e per farlo ha necessità di avere sotto occhio tutta la squadra dei meccanici e il lavoro da loro svolto. Se la Squadriglia è il team, il lollipop man è il Caposquadriglia.

Una Squadriglia capace di lavorare unita, ognuno con il suo preciso incarico, tutti indispensabili per raggiungere il successo, tutti sotto lo sguardo e la direzione di un buon capo. Qual è allora l’elemento chiave per essere un buon Capo? Sicuramente avere esperienza e conoscere bene ciò che la squadra fa; poi saper lavorare in team, dove ognuno ha un suo preciso incarico e responsabilità; quindi saper prendere le decisioni giuste al momento giusto e saper dare le direttive perché la squadra lavori sempre al meglio, migliorandosi sempre più. Ma come si diventa Caposquadriglia? È solo un incarico legato all’età, oppure ha anche altre caratteristiche? Sicuramente è legato all’età, ma questo solo perché chi ha più anni possiede più esperienza, semplicemente per il fatto di aver vissuto più esperienze; questo non è l’essenziale, poiché l’esperienza da sola non basta, serve anche la capacità di saper gestire una squadra, di saperla far lavorare unita, raggiungendo sempre nuovi obiettivi. Nella mia esperienza di Capo Reparto ho visto diverse tipologie di Caposquadriglia, e mi sono anche accorto che spesso i nuovi Capisquadriglia erano il riflesso di quello che loro avevano visto e vissuto quando erano più piccoli. Ci sono due tipologie di Csq che non funzionano, che sono agli opposti (seppur con risultati analoghi): Il Csq “faccio-tutto-io”, anche bravo nelle tecniche, che però non si fida della Squadriglia e nelle attività cerca di fare tutto lui (apparentemente con successo). Risultato: la Squadriglia non sa lavorare assieme, non impara le tecniche (tanto le sa il Csq!), i ragazzi piano piano se ne vanno perché non hanno stimoli, anzi spesso sono rimproverati di essere incapaci.


insegna le tecniche, che ha lo sguardo su ognuno e sa aspettare e calibrare i ritmi della squadra sui tempi e modi dell’ultimo. Un capo così fa entusiasmare tutta la squadra, che naturalmente risponderà dando il meglio di sé. Ecco allora alcuni ingredienti essenziali per diventare un buon Csq: trapasso delle nozioni; voglia di fare e di migliorarsi; mettersi avanti obiettivi e raggiungerli, anche con l’aiuto degli altri. Altro ingrediente, non meno importante, è il legame con il Vice, che è fatto di condivisione, corresponsabilità, trapasso nozioni.

Il Csq “tanto-io-sono-grande”, che ormai si è stancato di dare il massimo, che si ritrova sempre con i grandi del Reparto e non si interessa più della vita di Squadriglia, lasciandola allo sbando. Risultato: nessuno insegna le tecniche, la Squadriglia è disunita, i ragazzi piano piano se ne vanno perché non si divertono più. Vi è una terza tipologia invece vincente, quella descritta sopra nell’immagine del lollipop man, che lavora di squadra, che

TU, CAPOSQUADRIGL IA so, in commercio È il titolo di un libretto della Fiordali lollipop men delle da un anno, rivolto proprio ai di ASq di Acireale Squadriglie! Alcuni ragazzi e ragazze Léon Braun rivolto hanno aggiornato un bel testo di posto da ventidue proprio ai Capisquadriglia. È com lti direttamente consigli, tutt i molto concret i, rivo ano a scoprirne la ai Csq. I titoli dei capitoli ci aiut glia; lo Spir ito di ricchez za: il ritratto del Caposquadri . Contiene poi una Squadriglia; la vita della Squadriglia riflessioni, spunti bella appendice con chiacchierate, di preghiera.

Il Campo Estivo e poi l’inizio delle attività del prossimo anno, sono occasioni da non perdere per poter divenire ottimi Csq. La ricetta c’è, gli ingredienti anche, non basta altro che mettersi al lavoro. Alcune idee? Al Campo una bella Impresa di Campismo, per fare il migliore Angolo di Squadriglia che il Reparto ricordi: si faranno insieme i progetti delle costruzioni, si divideranno gli incarichi, si rimedierà il materiale occorrente, ci si impratichirà con le tecniche richieste, ci si confronterà con il saper lavorare di squadra, si gioirà insieme dei risultati. All’inizio dell’anno invece una bella Uscita di Squadriglia per riprendere i ritmi e il coordinamento: ognuno proporrà attività e giochi legati al proprio incarico e alle proprie competenze, il tutto sotto la regia e il coordinamento di Capo e Vice, che come bravi lollipop men sapranno ridare il via alla Squadriglia perché possa essere sempre la prima! CAMPI PER CAPI SQUADRIGLIA, PERCHÉ NO? In alcune Re gioni, fra cui il Lazio e la Calabr ia (vedi i loro siti web), si organizzano Campi apposita mente per Csq (il Lazio anche per quelli non all’ult imo anno di Reparto). Possono essere una bella oc casione per imparare ad es sere dei veri lo llipop man!

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Tecnologie, Social Network e nuovi mezzi di comunicazione

di Giorgio Infante - foto tratte da jotajoti.org

Dal jamboree a facebook passando per JOTA e JOTI

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Incontrare altre persone per scambiarsi opinioni, idee ed informazioni é da sempre importantissimo per tutta l’umanità. È ragionando su questa necessità di comunicare e d’incontrarsi che Baden-Powell ha pensato ad esempio ai Jamboree. Se gli scout si incontrano per scambiarsi esperienze torneranno di certo a casa con la consapevolezza di essere un movimento di persone e con tante tante idee in più da custodire e da far crescere. Da sempre gli incontri si sono svolti con riunioni a cui partecipare fisicamente: questo comportava l’indubbio vantaggio di guardarsi negli occhi, ma anche qualche problema: ad esempio il tempo del viaggio e il costo di trasferimento. Ma... la fantasia umana ha creato via via nuovi sistemi tecnici che hanno permesso l’ampliarsi delle opportunità. Il telefono, le radio, internet hanno radicamente modificato il concetto di incontro. Non é quindi sempre necessario ritrovarsi in uno stesso posto in uno stesso periodo per incontrarsi. Da questa constatazione nascono lo JOTA e lo JOTI. Il Jamboree dell’aria (JOTA Jamboree On The Air) Il primo é nato nel 1958 da una semplice intuizione. Se gli scout decidono un periodo comune a tutto il mondo per parlarsi attraver-

so le onde radio, potranno condividere moltissime idee senza doversi spostare dalla propria città! Presto detto il jamboree dell’aria si svolge ogni anno nel terzo fine settimana di Ottobre e coinvolge circa mezzo milione di scout. Per partecipare occorrono le radio e alcune competenze tecniche: ma non occorre demoralizzarsi, ci sono molti scout capaci che saranno felicissimi di aiutarvi, come pure si può chiedere una mano a qualche amico radioamatore. Jamboree su internet (JOTI Jamboree On The Internet) Il secondo invece si é tenuto per la prima volta nel 1997 osservando l’evoluzione delle nuove tecnologie e pensando alla crescente rete internet come un nuovo strumento per mettere in relazione scout di tutto il mondo. Venne scelta la stessa data dello JOTA: questo moltiplica le possibilità di fare nuove amicizie durante quel fine settimana! Per partecipare si può utilizzare qualsiasi strumento via internet, anche se si usa soprattutto la chat IRC messa a disposizione da scoutlink. Nel 2010 JOTA e JOTI si sono svolti i giorni 16 e 17 Ottobre. Per altre informazioni visitate la sezione “eventi” del sito del WOSM/OMMS www.scout.org, o direttamente (per JOTI) www.scoutlink.net Gli strumenti sono tanti: usiamoli ma con qualche accortezza. L’evoluzione degli strumenti per comunicare é stata inarrestabile. Da IRC e alle mail si é passati a quella “nuvola” di servizi che ci permettono di comunicare stabilmente con chi desideriamo “anytime” ed “anywhere”, ovvero senza barriere di luogo e di tempo. Possiamo scrivere un messaggio da qualsiasi luogo fisico perché su internet si crea un nuovo luogo virtuale. Contemporaneamente il


nostro messaggio potrà essere inviato in qualsiasi momento, e resterà on line per sempre, potenzialmente potremmo ricevere risposta dopo anni. Gli strumenti sono sicuramente noti a tutti voi: MSN e tutti gli altri servizi di messaggeria istantanea, la possibilità di chiamare (e vedersi) ad esempio con Skype, la condivisione di pensieri e informazioni (e la possibilità di commentare) con tutti i blog, le reti sociali che permettono di condividere pensieri, foto, video, etc come ad esempio Facebook. Impossibile elencarli tutti, non basterebbe un numero intero di Avventura! Tutti questi servizi, pur diversissimi, hanno qualcosa in comune fra loro, nonché qualche insidia da considerare: • Spesso sono servizi gratuiti. Attenzione però! Se é vero che non ci vengono chiesti soldi per usarli, dobbiamo considerare però che ci chiedono molte informazioni su di noi e che l’uso può svelare molte nostre abitudini. Queste informazioni che lasciamo ai gestori dei servizi sono utilizzate ad esempio per la pubblicità che spesso li sorregge economicamente. Nulla di male, basta essere consapevoli che il nostro raccontare le vacanze al mare ad un amico potrebbe generare una pubblicità di un pacchetto vacanze ai tropici. • Sono dei media che rompono il classico sistema mediatico dove c’é un produttore di contenuti e moltissimi che li ricevono (come ad esempio in televisione dove il canale trasmette e gli spettatori guardano). Con questi servizi ciascuno di noi diventa utilizzatore, produttore e trasmettitore di contenuti. Il video della cerimonia della Promessa caricato on line potrà essere visto e diffuso oltre ogni nostro controllo. La rete ci rende un grande potere, possiamo diffondere le nostre idee, condividerle, commentarle, ma può anche renderle troppo pubbliche. È importante che il contenuto abbia anche una certa importanza e che cominciamo a decidere cosa é meritevole di diffusione e cosa forse é proprio inutile.

• A tal proposito é una buona accortezza scrivere pensando che chiunque potrebbe leggere. Sicuramente possiamo settare le impostazioni di privacy, ma potrebbe esserci qualche intoppo tecnico o semplicemente, se un nostro amico condivide la nostra foto, e un altro ancora e ancora, magari può arrivare a chi non avremmo voluto. Inoltre la solita raccomandazione: dietro un nickname può celarsi chiunque, quindi occhi aperti ed evitare di fidarsi di chi non si conosce oltre ogni ragionevole dubbio. • Ciò che inseriamo travalica il tempo. Quello che pubblichiamo oggi potrebbe essere visto fra molti e molti anni da qualcuno (ad esempio il futuro fidanzato/a o il datore di lavoro), internet non dimentica! L’uso di internet ci offre opportunità incredibili ma ci impone anche una grande responsabilità. Spetta a noi essere consapevoli e capaci di usare bene tutti gli strumenti, affinché questi possano esserci utili e offrirci nuove possibilità (anche per la nostra squadriglia e reparto, perché no?), con un occhio alle problematiche che dobbiamo essere capaci di governare perché non ci creino problemi.

45 Scout-Avventura é anche su Facebook!

Prova a cercarci!


SCOUTING ON WEB w w w. s c o utub e .c o m e a ltri s c o ut -siti

di Mauro Bonomini - Fotografia di Camilla Lupatelli - Immagini dal WEB

Una delle dimensione più positive dell’attuale sviluppo di internet e delle applicazioni informatiche è quella della creatività. Con pochi strumenti, un computer, un telefonino in grado di riprendere foto e filmati, qualche mp3 (scaricato regolarmente, gli scout sono leali!), si possono fare grandi cose. Lo potete vedere direttamente sul sito di www.scoutube.com, dove i video scout sono bellissimi, allegri, simpatici, incredibili.

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E la creatività di guide ed esploratori non si ferma qui, ma si sviluppa anche in blog, come quello del reparto Aquile Randagie del Motta di Livenza 1, www.scoutmotta1.blogspot. com ospitato nel circuito Blogspot. Oppure l’esperienza della squadriglia Delfini, che ha conquistato la specialità di Giornalismo con un blog ospitato sulla piattaforma Splinder www.sqdelfinifiore1.splinder.com. Tra questi esempi non può mancare lo splendido sito www.webradioscout.altervista.com

che trasmette on-line musica canti e musica scout. In scoutube si possono caricare i video realizzati con la vostra squadriglia o il vostro reparto, ne raccoglie di tutti i tipi, alcuni veramente di ottima qualità. Gestire (e sopratutto tenere vivo) un blog richiede di entrare un po’ nello spirito del giornalismo: fare cronaca, raccontare, stimolare le discussioni. Una web radio è esattamente come una radio on-air, musica e commenti, registrati e inseriti poi nel sito; ovviamente richiede attrezzature tecniche piuttosto impegnative. Per realizzare video esistono programmi anche a costo basso che permettono di ottenere ottimi risultati, se si vuol aggiungere un po’ di qualità e qualche effetto speciale più gradevole. Mentre le piattaforme di blog, come potete vedere negli esempi, offrono già tutto pronto per il miglior risultato. Sul blog della squadriglia Delfini hanno scritto anche le squadriglie appena salite al Reparto: non è stato difficile! Tutte queste esperienze che abbiamo raccolto hanno molto in comune: passione, impegno, voglia di esprimersi e di farsi conoscere. Non sono passeggiate, richiedono tempo e conoscenze, richiedono di andare oltre al semplice divertimento assumendosi la responsabilità di dare un seguito a tutto. Non è la stessa cosa che scambiare messaggi con qualcuno, ma il lavoro rimane a disposizione di molte più persone e ognuno può anche lasciare il suo commento ed essere coinvolto. La cosa più difficile, in fondo, è proprio mantenere nel tempo un progetto bello e valido. Una sfida? Sì, ma siamo sicuri che tra Guide ed Esploratori in gamba come voi c’è chi la vorrà raccogliere.


Ma senza l’uniforme...

SCOUT?

Con l’uniforme addosso é facile riconoscere uno Scout! Alcuni la porteranno impeccabile, alcuni non proprio da manuale, ma non sarà davvero difficile capire che quella persona con addosso del blu é proprio un Esploratore o una Guida (FIG1). Lasciamo però per un attimo il nostro amato guardaroba e proviamo a dedicarci al modo di essere Scout. Spesso ce lo si dice, la cosa importante è il comportamento di uno scout fuori dalle attività in sede o nelle uscite e campi. In teoria non é nemmeno tanto difficile, abbiamo dei punti fermi fortissimi per indirizzare il nostro comportamento: la Promessa e la Legge Scout!

Si può fare un semplice esercizio. Prendiamo una giornata tipo: ad esempio una normale giornata di scuola, quelle con almeno un compito in classe, il rischio interrogazione e un pomeriggio diviso fra lo studio e gli amici. Teniamoci a portata di mano un piccolo taccuino (il quaderno di caccia non é proprio pratico portarselo dietro) Man mano che gli eventi della giornata seguiranno il loro corso dovremo appuntarceli, prestando però attenzione anche a segnare i punti della Legge e della Promessa che vengono chiamati in causa da quegli eventi o da quelle azioni.

Qualche esempio. Il compito in classe richiama senza dubbio il punto della legge “sono leali” perché potrei essere chiamato a scegliere se copiare o no. É coinvolto anche il primo punto (lo sapete a memoria, vero?) perché ci si può chiedere se si é meritata tutta la fiducia (dei genitori, degli insegnati) che ci viene riconosciuta. Se decido di ruminare un chewingum quando arriverà il momento di gettarlo sarà senza dubbio coinvolto il punto “amano e rispettano la natura” perché posso scegliere la via del cestino o... ehm... altre destinazioni. Arrivati alla sera avremo riempito qualche pagina e prima di coricarsi sarà un bell’esercizio provare a rileggere la propria giornata alla luce dei nostri valori scout. Sarà possibile tracciare un bilancio della giornata, quali punti si sono rispettati facilmente e quali no, traendone da questa verifica uno spunto per poter il giorno dopo fare un pochino di più del proprio meglio. Vi sembrano solo belle parole? Può essere, però la nostra adesione alla Legge e alla Promessa non é solo la recita a memoria, ma é qualcosa di estremamente concreto, che passa da tutti i nostri comportamenti e dalle nostre scelte, anche le più piccole e apparentemente insignificanti. Chi ci sta intorno (amici, genitori, fratelli), vedendo le nostre azioni capirà facilmente se siamo scout, senza bisogno nemmeno di doverglielo dire o ricordare.

di Giorgio Infante di Giorgio - foto Infante d’archivio - disegni di Martina Acazi

segnali di scautis

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I A P T E O S V R PO Ciao a tutt i gli E/G! Mi chiamo Francesca e ho 13 anni. del Facc io par te della mit ica Sq. Koala Giovanni reparto Excalibur di Castel San amo parlare 1°. Sono abbastanza soc ievole e prendendo la e conoscere nuove persone. Sto risposte da me Specialità di Corrispondente e le no in tanti che sono assicurate. Anche se mi dico facc io di tutto! sono inaf fidabile, per i miei amici entura a tutt i! Quindi scrivete assolutamente! Avv r Allende Francesca Zavattarelli - V. Salvato ) n°27 Castel San Giovanni 29015 (PC E-mail: zava97@hotmail.it

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Ciao! Sono Francesco Calisi un Esploratore del Reparto Or ione del Casamassima 1. Ho 13 anni e ormai sono al quart o anno di Reparto. Quest’anno ho deciso di prendere la Spec ialità di Corrispondente e vorre i conoscere E/G di tutta Italia per parlare di tu tto: musica, bans, gio chi, cant i e molto altro... Mi piace tanto la mu sica, tra i miei gruppi prefer iti ci sono i Green Day ei Red Hot Chili Peppers. Se volete conoscermi vi lascio il mio contatto MSN: francesco9714@ hotmail.it, mentre il mi o indirizzo di casa è: Francesco Calisi - via Unità, 10 70010 Casamassima (BA)

Ciao sono tut t i, a de l c io parte c fa e a Valent in avere un bbe tanto re e c ia p i idee, Rivoli 2. M scambiare i u c n o c i penna rispet t iv i amico/a d dizioni dei a tr i rc ia b arto, e scam o di Rep n n a confidarmi o d n eco cc iono ono al s ltre mi pia o in Repart i. S , a ic t a no molto ra e simp o che sia v o sono alleg tr é h ic ltre let tere po email. Ino te li o s molte le e all con ali rispet to mellaggio e g n u più person re ra bbe instau mi piacere . a uadrigli one un’altra Sq t ina Salom n le a V : è o izz oli Il mio indir 10098 Riv 2 1 , to t Via Aurile (TO)


Ciao ogni di Scout dove!!! Sono Francesca, il Capo Squadr iglia delle favolose Pantere go da che saluto tanto. Ho 14 anni, ven Sardegna) e Sant’Antioco (un paesino nel sud t’Antioco1”... facc io par te del reparto “Freedoom San ndente e cerco ambisco alla specialità di corr ispo izioni e usanze tanti Scout con i quali scambiare trad io e vi aspetto del proprio Reparto... un grosso bac numerosi... Francesca P.S: se volete il mio indirizzo è: 17 Culurgioni, via Cesare Bat tist i, 31, 090 Sant’Antioco (CI)

Ciao! Sono Roberta Ot tafaccio viano e ho quasi 13 anni, us nel gruppo parte del reparto Emma tica sq. Wallaby. KR 8°, nella super fantas ere la Spec ialità di CorQuest’anno vorrei prend t to parlare con voi: Scou rispondente e vorrei tan , r scambiare giochi, bans e Guide di tutt’Italia, pe per chiacchierare un po’. gridi di Sq. ma anche solo di casa: Via Giovanni PaVi lascio il mio indirizzo e (KR), e il mio indiolo II, 232 - 88900 Croton .it. Spero di parlarizzo mail: betabi@alice on Sent iero! re con tante persone. Bu Cangurotta Esuberante.

U n grande CIAO a te che stai leggendo! :D Mi chiamo Stefania, ho 15 anni e sono da poco la CSq. Delle fantastiche Rondini de l Bassano 4! Adoro fot og a squarciagola ogni tip rafare il mondo, cantare o di canzone (anche se, non sono particolarme nte intonata), cimentar ehm, pionieristica, ma non so mi nella no proprio in ot timi rap topograf ia! Se stai legge porti con la ndo queste parole si sicuro che scr ivo perché sono una Guida, e in quanto tal hai già capito e sono sempre in cerca di nuove Av venture ! Quella della corrisponde nza la conosco da un po’, ed è proprio per ques milioni di let tere! Che fai to che non vedo l’ora di travolgerti con an Se mi hai dedicato un minu cora lì impalato!? to della tua vita leggend o questo annunc io, puoi usarne altri due pre ndendo carta e penna e rac tuoi pensier i più folli, condividendo le tradizion contandomi i i e i giochi più strani e soprattutto parla ndomi delle tue Av vent ure più belle. Dai, sto già aspettando la tua let tera! Inviala a Stefania Negli a, Via Vivaldi, 18, 3602 2 San Giuseppe di Cassola (VI), oppu ti ricorda troppo la scu re, se usare una penna ola, la mia risposta è assicurata anche trami te mail: stefy17@ live.it. (Spero) alla prossi ma let tera! Stefania

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Topo di Biblioteca

DI O P O T CA E T O I BIBL i In questo numero vi proponiamo tre nuovi bellissimi sussidi della nostra casa editrice Fiordaliso, firmati dalle migliori penne e matite della Redazione di Avventura presente e passata… Natura ed espressione (sussidi 17 e 18) e il sussidio n. 1 della serie GOLD, con 128 pagine ricche di spunti tecnici di pionieristica.

IMPARA A RECITARE di Mauro Bonomini

Illustrazioni di Jean Claudio Vinci

Editrice Fiordaliso - € 7,00

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iM a cura d

L’Autore vi propone trucchi, astuzie e consigli per essere degli attori convincenti, per far divertire anche il pubblico più esigente. Attori non si nasce, anche i più bravi hanno dovuto percorrere con pazienza e dedizione il difficile cammino dello spettacolo. Non vi si chiede tanto ma, leggendo con attenzione e passione questo sussidio, potrete diventare protagonisti apprezzati dei momenti di animazione cui sarete chiamati a partecipare: fuochi di bivacco o spettacoli teatrali. Costumi, maschere, personaggi, trucco: tutto viene spiegato in maniera facile e pratica, tutto contribuirà a farvi divertire di più ed il vostro pubblico sarà generoso di complimenti ed applausi.

ALLA SCOPERTA DEGLI ALBERI di Giorgio Cusma Illustrazioni di

Jean Claudio Vinci

Editrice Fiordaliso - € 7,50 Scoprire la Natura è appassionante e divertente, anche senza conoscere i nomi degli alberi che stanno attorno. Ci rendiamo conto di essere circondati da tante presenze amiche che rendono migliore la nostra permanenza nei luoghi selvatici. Vi sembra difficile dare un nome a questi amici? Scoprirete invece che con l’aiuto di questo sussidio potrete farlo con facilità! Osservando le loro foglie e seguendo delle semplici regole sarete in grado di dare un nome ad alberi ed arbusti presenti nei boschi italiani. Il sussidio vi aiuta inoltre con pratiche tavole botaniche, sulle bandelle della copertina, utilissime per una rapida identificazione delle foglie.

COSTRUZIONI DA CAMPO di Enrico Rocchetti

Illustrazioni di Giulia Bracesco

Editrice Fiordaliso - € 15,00

La pionieristica è l’arte di costruire con materiali semplici ed essenziali, per rendere comoda la vita all’aperto: l’autore offre una ricca serie di progetti per le varie esigenze, descritti accuratamente con dettagli e disegni.


Spazio EG Ciao a tutti! Siamo la Sq. Tigri del Reparto Bitonto 2 e scriviamo per manifestare il nostro affetto e la nostra gratitudine alla nostra Caposq. Teresa e alla nostra Vice Mariagrazia. L’anno non è ancora finito, ma a noi non importa cosa succederà, noi siamo sicure che quest’anno sarà stupendo perché la nostra non è semplicemente una sq. ma è una vera famiglia di amiche con cui malgrado tutto condividiamo pianti, sorrisi, giochi, lavoro, fatiche, divertimenti, scherzi e... perché no, anche la dieta, per modo di dire! L’unica cosa che possiamo dirvi, Terry e Mary è: non cambiate mai perché siete veramente UNICHE! PS: Tigri the best & un grosso bacio al nostro Reparto. Ciao sono la Caposq. della Sq. TIGRI del reparto Bitonto 2 FELIN FELIX. Mi piacerebbe tanto se pubblicaste la foto allegata a questa email... l’abbiamo scattata durante la nostra missione... spero di vederla sulla copertina di Scout Avventura! in ogni caso vorrei sapere se verrà pubblicata! (Proprio in copertina non è possibile… ma pubblichiamo volentieri la foto qui! N.d.R.) Ciao a tutti, sono sempre la capo della sq.TIGRI del reparto BITONTO 2 e scrivo per fare una sorpresa alla mia Sq.! Questi anni sono volati via in un attimo con sorrisi e battibecchi. Insieme, sotto il riflettore di un sole splendente, accompagnate dalle note divertenti di canti e giochi, abbiamo imparato ad essere una Squadriglia, a stare insieme con i pregi e i difetti di ognuna di noi, a stringere i denti e a dare un calcio all’impossibile… vi voglio bene! TeReSa (magari facevate prima a salutarvi di persona, ma a volte è bello... allargare gli orizzonti! N.d.R.)

Cara Avventura, siamo il Reparto Tuono Dirompente del Gruppo Scout agesci Melfi 2, e qui siamo in uscita il giorno 24 gennaio 2010 sul nostro monte Vulture. Abbiamo incontrato tanta neve che ha fatto da cornice alle Promesse dei nostri Novizi. Un saluto a tutti i Reparti e buon lavoro a voi, continuate così, siete bravissimi. La Staff Capi del Gruppo Melfi 2.

51 Ciao Avventura, sono Marta (nella Sq. Pinguini del Verona 24 “Martin Luther King”) sono appena entrata in Reparto e già mi sembra stupendo, vorrei ringraziare Elena,la mia Capo Cq. per tutto quello che sta facendo per me e le mie amiche, vorrei ringraziare anche la Vice Michela, che anche lei si mette di impegno e cerca i fare il possibile per noi. Ecco la mia sq. : ESTOTE PARATI!


Spazio EG

Sono Diletta, del Reparto Eureka Messina 14. Con questo, sono nove anni di scautismo, e ripensando a tutte le esperienze e i sentieri che ho percorso, non posso fare a meno di ringraziare Dio, i miei Capi, la mia Squadriglia, i miei amici e tutti coloro che hanno reso questi nove anni indimenticabili. Con affetto, Leone che guarda lontano

Anche scrivere sul giornale è uno dei piccoli passi di un gruppo che vuole crescere. Noi reparto Polaris Reggio Calabria 16 vorremmo riportare l’esperienza del campo invernale, trascorso a Gambarie, presso la casa dedicata a Don Forno. Nonostante il tempo ci abbia costretto a restare in casa, siamo riusciti comunque a divertirci in altre attività e a conoscerci meglio. Un ringraziamento speciale va a Suor Lilla che manca nella foto ,ma non nei nostri cuori.

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Ciao Avventura, sono una Guida del reparto az trappeur l’Aquila 2. Vorrei condividere con tutti gli amici di Avventura alcune sensazioni del Natale trascorso nella mia città e la foto del reparto femminile scattata ad un uscita. Nonostante tutto, dicembre è arrivato anche a L’Aquila e lo scintillio delle prime decorazioni natalizie cominciano a far capolino nei centri commerciali già esistenti e in quelli nuovi. Il loro è un imporsi alle abitudini quasi del tutto commerciali; ma noi cittadini del L’Aquila come lo viviamo questo Natale? Non più tra le vie del centro, tra le luci natalizie lungo tutto il corso, tra le bancarelle immerse in una magica nebbia che ti raccontano di dolci odori del vin brulé con cannella e chiodi di garofano, mentre, gli allegri suoni dei campanelli del caratteristico trenino pieno di bimbi rompe il silenzio dei vicoli più nascosti; ora per quelle vie, solo l’odore della polvere, il rumore delle ruspe… E le sole voci delle squadre dei VVFF che lavorano senza sosta per mettere in sicurezza il maggior numero di edifici e monumenti. Questo non è stato il solito Natale, quello delle grandi spese e dei grandi sfarzi. Il sisma in qualche strano modo ci ha arricchiti: ci ha fatto riscoprire che è la semplicità delle cose che le rende speciali e magiche, come lo stare con la propria famiglia, l’intensità di un abbraccio, l’odore dei mandarini davanti ad un camino. È la fortuna che a tavola non manca nessuno mentre nel cielo brillano trecento stelle che resteranno sempre vicino non solo alle persone a loro più care, ma, a tutti noi. Ciao Michaela, ciao Susanna, ciao Domenico, ciao Maria Paola, porterò sempre il ricordo dei nostri sorrisi, dei nostri giochi d’asilo, quando con le nostre voci di bimbi vestiti da angioletti annunciavamo la buona novella a tutta Onna … cicala pensierosa l’Aquila 2

Ciao a tutti, sono Tommaso, Capo Squadriglia dei Coccodrilli del reparto Remo Furlan del gruppo TV3. Ormai siamo in un anno nuovo, e gli Esploratori dell’Alta Squadriglia sono passati al Noviziato. Tra questi volevo ringraziare Matteo, che l’anno scorso ha guidato i Coccodrilli, per i bei momenti passati assieme e per tutto quello che ha insegnato a me e al resto della Squadriglia. Vi invio anche una foto di Matteo durante l’uscita di Alta al campo.


Spazio EG

Ciao a tutti sono Pasquale il Caposq. degli SPARVIERI e voglio fare un saluto a tutta Lamezia! Ciao!!

Ciao, sono il Vice Caposq. dei Cervi del Reparto Roma 131. Mi è piaciuto moltissimo l’articolo sull’uniforme del 1 marzo 2010 concordo pienamente con quello che avete scritto: molte volte, quando camminiamo in fila, ci capita di sentire commenti del tipo “ma come sono vestiti questi?” oppure “guarda questi...”. Secondo me l’uniforme e una cosa che accomuna tutti gli Scout del mondo e senza di quella lo Scautismo non esisterebbe. Nel mio Reparto non riusciamo a metterci sempre in uniforme ma quando ci riusciamo ci sentiamo soddisfatti! Rivolgo un saluto a tutti gli Scout e al mio Reparto. Edoardo ROMA131 Ciao a tutta la Redazione di Avventura,sono Francesca della Squadriglia Pantere del reparto Black Feet, Pomigliano 1. Vi scrivo per salutare, ma soprattutto per ringraziare la mia favolosa Squadriglia con cui ho passato momenti bellissimi e anche brutti, ma tutte insieme abbiamo trovato la forza di affrontare le difficoltà e di guardare avanti, data la nostra inesperienza appena entrate in Reparto. Ormai è il terzo anno insieme, e anche se probabilmente l’anno prossimo verremo divise, io spero che il ricordo delle panterine viva sempre in noi. Grazie al mio Caposq. Annalisa, al mio vice Rita e a tutte le altre: Simona, Francesca e Marica. Un grazie speciale va al nostro Staff che ci ha fatto vivere tante bellissime esperienze... e un saluto a tutto il mio Reparto! Francesca.

53 Buon giorno sono la Caposquadriglia delle Pantere del Gruppo Scout Settecamini 1. Volevo mandare le foto dell’uscita di Reparto che abbiamo fatto a S. Vittorino per pubblicarla sul giornalino Scout. Grazie in anticipo.


Spazio EG

Ciao a tutti, siamo Roberta e Laura della Sq. Cigni, del Reparto Viking Francisça, del Siracusa 2. Dato che quest’anno il nostro fantastico Caposq. passa in Noviziato, le volevamo lasciare un ricordo speciale della Squadriglia. Felicetta, questo è il tuo ultimo anno al Reparto. Innanzitutto ti volevamo ringraziare perché ci hai fatto trascorrere un anno pieno di sorprese ed emozioni, poi, grazie al tuo magnifico carattere, hai fatto unire sempre di più la Sq. e hai fatto in modo di coinvolgerci in tutte le attività e in tutti i giochi. Speriamo che l’anno prossimo sapremo sfruttare al meglio tutto ciò che ci hai insegnato... infine volevamo ringraziare tutti quelli che passano al Noviziato, specialmente Maria Cristina, Tommaso e Claudia, che ci hanno fatto trascorrere momenti indimenticabili. Un bacione a tutto il Reparto. Robertina & Lalla Cara Avventura, sono Gloria del Reparto Everest (Rende 2, Calabria). Sono una Squadrigliera della supermitica Sq. Pantere. Io sono passata al Reparto quest’anno e volevo dire che fino ad ora è stato bellissimo. Vorrei ringraziare soprattutto la mia Sq. che mi è stata molto vicina in questo periodo: Alessandra, Vanessa, Maria Chiara, Silvia e Manuela. Ma ringrazio anche tutto il Reparto, molto molto simpatico. Tra poco si parte per il Campo e non vedo l’ora. Un bacio a tutti quelli del Rende 2 e BUONA CACCIA!

Ciao! Siamo le Guide e gli Esploratori del Reparto SEASIDE Termoli 1. Abbiamo appena terminato la nostra meravigliosa impresa: la costruzione della nuova sede di Reparto. Siamo orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto e vogliamo condividere questa gioia con tutti voi... Buona Caccia

Ciao Avventura! Sono Elena, Vice della Sq. Pantere del Reparto Corato 1 Hale bopp. Leggo “Avventura” ormai da 3 anni e lo trovo molto utile in alcune occasioni, inoltre ho fatto delle nuove amicizie seguendo gli indirizzi di posta elettronica di altri scout... Questa volta voglio scrivere io al giornalino e salutare la mia cara Capo Stefania con la quale ho vissuto momenti bellissimi nonostante fossimo solo in due in Sq. Sono molto cotenta di far parte di questa magnifica associazione grazie alla quale sono cresciuta e ho affrontato mille paure. Grazie al mio Gruppo in particolare: vi voglio tanto bene! Antilope Raggiante

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Ciao Avventura! sono Francesca dell’ Orsogna 1 e volevo inviarvi questa foto che è l’unica cosa che mi rimane di un San Giorgio di Zona bellissimo! Eravamo una decina di Reparti della zona di Chieti e il nostro Reparto era vicino al Chieti 1 con le tende e tutto il resto e con loro abbiamo legato tanto. Volevo mandare un saluto a tutti loro da tutto il Reparto! ci mancate tantooooo... un bacio a tutti!

CIAOOO Avventura! Vi scrivo per ringraziare di cuore la mia Sq. per tutti i bei momenti passati insieme! Perché anche nelle difficoltà ci siamo sempre aiutate e abbiamo superato i momenti più impegnativi della vita di Reparto... Vi voglio un mondo di bene, ragazze... Un abbraccio immenso alla fantastica Sq. Procioni: non cambiate mai siete formidabili! Un bacio enorme. Sofia, Brugine 1


Franco Bianco

LA PENULTIMA DEI CAIMANI...


Franco Bianco

L’ULTIMA DEI CAIMANI

SCOUT - Anno XXXVI - n. 15 - 22 novembre 2010 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro 0,51 Edito dall’Agesci - Direzione: Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il Tribunale di Roma Stampa: Mediagraf spa Viale della Navigazione Interna, 89 Noventa Padovana (PD) - tiratura di questo numero copie 64.000 Finito di stampare nel novembre 2010

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana


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