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La globalizzazione della fame

Maurizio Martina, estratto e adattato dal volume «Cibo sovrano – le guerre alimentari al tempo del virus», Mondadori, Milano, 2020 Difficoltà ***

Secondo la Banca Mondiale, sono 35 i Paesi al mondo ancora minacciati da ondate di violenza e instabilità legati alla scarsità di cibo e all’aumento dei prezzi agricoli: la lotta alla fame nel mondo rimane una delle grandi questioni da affrontare per la comunità internazionale. Allo stesso tempo, a queste sfide si aggiungono sovrappeso e obesità, che continuano ad aumentare in tutto il mondo, in particolare tra i bambini in età scolare e adulti. Le probabilità di insicurezza alimentari sono più alte tra le donne rispetto agli uomini in tutti i continenti, con il maggiore divario in America Latina. La fame sta aumentando in molte aree in cui la crescita economica è in ritardo, in particolare nei Paesi a medio reddito e in quelli vocati prevalentemente al commercio internazionale di materie prime. L’ultimo rapporto annuale della FAO ha rilevato che la disparità di reddito sta crescendo in molti dei Paesi in cui la fame è in aumento, rendendo ancora più difficile per i poveri, i vulnerabili o gli emarginati far fronte a crisi e rallentamenti economici. L’Africa, in particolare, vive una situazione allarmante perché ha i più alti tassi di fame nel mondo, che continuano ad aumentare costantemente soprattutto nella parte orientale, dove circa il 31% della popolazione è denutrito. Oltre al clima e ai conflitti, questo incremento è favorito dal rallentamento e dalle crisi economiche, a cui negli ultimi due anni si è aggiunta l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19. Insieme, Africa e Asia detengono la quota maggiore di tutte le forme di malnutrizione del mondo e rappresentano gli stessi contesti geografici ove vivono anche quasi ¾ di tutti i bambini sovrappeso del mondo, prevalentemente a causa dell’alimentazione scorretta. Sempre secondo il rapporto FAO, oltre due miliardi di persone non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti; l’accesso irregolare, tuttavia, è però anche una sfida per i Paesi ad alto reddito, compreso l’8% della popolazione in Nord America ed Europa. Ciò richiede una profonda trasformazione dei sistemi alimentari affinché forniscano diete sane e prodotte in modo sostenibile alla popolazione mondiale in aumento. Tutto questo, lo ricordiamo, accade mentre l’offerta globale di alimenti, dai primi anni Sessanta del secolo scorso, è cresciuta significativamente anche grazie allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione tecnologica agricoltura; tuttavia, ancora oggi, è nelle aree di insicurezza

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alimentare che lo sviluppo del settore primario resta una necessità assoluta per sconfiggere la fame. L’illusione di poter affrontare la questione lavorando solo sulla produttività delle aree di maggiore sviluppo, dunque, costituisce una narrazione errata e assolutamente da superare. Sappiamo che, secondo le statistiche dell’ONU, la popolazione mondiale toccherà quota 9,1 miliardi nel 2050, e la grande parte di questo aumento interesserà proprio i Paesi in via di sviluppo; la domanda globale di alimenti, per questa ragione, salirà del 70% rispetto ad oggi. Il nesso tra insicurezza alimentare e povertà è determinante poiché la prima è causa e al tempo stesso effetto della seconda: il benessere nutrizionale della popolazione, infatti, è certamente influenzato dalle condizioni di sviluppo, ma è senza dubbio anche un suo presupposto. Dunque, è di primaria importanza insistere per una crescita della democrazia economica in campo agricolo, sostenendo innanzitutto strumenti di cooperazione e organizzazione della produzione capaci di coinvolgere direttamente gli agricoltori e consumatori. Il ruolo delle donne, in particolare, risulta determinante proprio per la funzione centrale che esse assolvono all’interno dei sistemi agricoli rurali di gran parte dei Paesi afflitti da insicurezza alimentare. È essenziale incoraggiare politiche di sostegno alle pratiche diffuse di agroecologia proprio per la consapevolezza che l’agricoltura è vittima e responsabile al tempo stesso dei cambiamenti climatici in atto; in tale scenario, la politica commerciale riveste un ruolo decisivo per rendere concreto il miglioramento delle condizioni. Mercati aperti e regolati possono farlo, mentre – al contrario – l’utilizzo di misure protezionistiche eccessive danneggia sensibilmente il raggiungimento di questo obiettivo, soprattutto dove è più forte la necessità di investire su forme più avanzate di integrazione regionale come in Africa e Asia. Il diritto al cibo supera il concetto di sicurezza alimentare e ci costringe a ragionare sul nostro modello di società e sullo sviluppo economico che stiamo vivendo, ancora troppo iniquo.

Dopo aver letto attentamente il testo, rispondi alle seguenti domande:

1) Nel testo si parla più volte di connessione fra instabilità sociopolitica e crisi alimentare: in che senso sono collegate? Prova a spiegarlo a parole tue.

2) Quali sono le principali cause che motivano l’incremento della malnutrizione nei Paesi più poveri?

3) Le donne sono maggiormente a rischio alimentare in Africa rispetto agli altri continenti.

o VERO o FALSO

4) Secondo l’ultimo report FAO, nel continente africano il tasso popolazione denutrita è di circa:

o La metà o Quasi un terzo o Quasi un quarto o Il 70%

5) Con il termine MALNUTRIZIONE:

o Si intendono tutti i contesti di insufficienza alimentare o Ci si riferisce a tutti i contesti di errato apporto calorico o Si può anche fare riferimento ad episodi isolati di errato nutrimento

6) Si legge nel testo: “L’ILLUSIONE DI POTER AFFRONTARE LA QUESTIONE LAVORANDO SOLO

SULLA PRODUTTIVITÀ DELLE AREE DI MAGGIORE SVILUPPO, DUNQUE, COSTITUISCE UNA

NARRAZIONE ERRATA E ASSOLUTAMENTE DA SUPERARE” .

Secondo te cosa significa questa affermazione? Perché la situazione descritta non è individuata come soluzione definitiva a lungo termine?

7) Quali soluzioni si propongono per sostenere concretamente i Paesi più poveri e in via di sviluppo nella loro lotta definitiva alla malnutrizione e al malessere economico?

8) Credi che in Italia la questione del diritto al cibo sia del tutto superata o, al contrario, noti ancora situazioni di disagio attorno a questo tema?

Motiva la tua risposta.

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